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Villa San Giovanni
Ristorante "Boccaccio", sito nella frazione Cannitello
Stato
Regione
Territorio
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Superficie
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CAP
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Posizione
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Villa San Giovanni
Sito istituzionale

Villa San Giovanni è una città della Calabria.

Da sapere

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Cenni geografici

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L'abitato di Villa San Giovanni a sud è contiguo all'area urbana di Reggio Calabria, in località Bolano; a nord confina con il comune di Scilla, in località Marina di San Gregorio, alla foce del Torrente San Gregorio (38° 14' 45" latitudine nord); ad est confina con il comune di Campo Calabro; infine ad ovest è delimitato dal mare dello Stretto di Messina.

Il territorio comunale si stende prevalentemente lungo una fascia pianeggiante che costeggia lo Stretto, mutando verso est e nord-est in basse colline che raggiungono modeste altitudini. Oggi si presenta intensamente urbanizzato e densamente abitato.

Quando andare

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Il periodo estivo è quello più adatto per la frazione di Cannitello.

Cenni storici

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L'area su cui sorge l'attuale abitato di Villa San Giovanni ricoprì un ruolo strategico per le popolazioni che si avvicendarono nel dominio del Mediterraneo già dall'epoca magnogreca.

Un centro abitato sito fra Pezzo e Cannitello, probabilmente legato alla presenza del tempio del dio Poseidone, è attestato già in un periodo precedente alle guerre puniche per servire i traffici con la Sicilia. Il sito fu distrutto una prima volta durante la seconda guerra punica; successivamente ricostruito, verso l'anno 36 a.C. fu di appoggio ad Augusto nella sua guerra contro Sesto Pompeo.

Il centro di Villa era chiamato Fossa, in quanto ne fu scavata una dai romani al tempo della ribellione del gladiatore Spartaco.

L'insediamento ebbe fine presumibilmente nel V secolo; da quel momento in poi non si hanno più tracce nella storia del sito.

Secondo quanto riferisce lo storico villese Luigi Nostro, negli anni successivi alla fine dell'Impero Romano d'Occidente presso l'attuale quartiere di Pezzo sorse un nuovo centro abitato, chiamato Cene, abbandonato però fra l'850 e l'870 a causa delle incursioni saracene. I suoi abitanti fondarono Cenisio nell'entroterra pre-aspromontano, città che lungo il Medioevo cambierà il suo nome in Fiumara di Muro o dei Mori (l'attuale Fiumara). Da allora in poi, il territorio compreso fra Cannitello e Catona lungo la costa e sino a San Roberto nell'entroterra appartenne alla Signoria di Fiumara di Muro.

Gli ultimi decenni del XVI secolo videro il risorgere nella zona di piccoli villaggi costieri, come Cannitello e Pezzo, abitati per lo più da marinai e pescatori. Più all'interno, presso l'attuale centro di Villa, esisteva un borgo chiamato Fossa. Successivamente si formarono anche Piale ed Acciarello. La ripopolazione costiera accelerò nel XVIII secolo il progressivo declino di Fiumara di Muro, finché nel 1806 la Signoria di Fiumara scomparve.

Nel 1743 Fossa, compresa la chiesa di Maria SS.ma delle Grazie di Pezzo, fu data alle fiamme come ritorsione per i commerci illegali che hanno portato la peste da Messina alla Calabria; gli abitanti furono denudati, privati di tutti i loro beni e scarsamente aiutati in seguito.

La svolta nella storia del territorio avvenne alla fine del XVIII secolo, quando Rocco Antonio Caracciolo volle staccare i casali di Fossa, Pezzo, Cannitello, Piale e Acciarello dall'allora Università di Fiumara di Muro allo scopo di dare unità politica ed amministrativa a piccole comunità tra loro distanti e rivali. Dopo un aspro confronto con la famiglia Greco, il nuovo centro fu denominato dapprima Fossa San Giovanni e poi Villa San Giovanni (nuovo nome concesso con decreto del re Ferdinando I delle Due Sicilie del 6 novembre 1791).

Villa aveva allora una popolazione di circa 1.200 abitanti; l'abitato era stato intanto devastato dal sisma del 5 febbraio 1783.

Nel 1797 i villesi ottennero di poter eleggere dei propri sindaci (tre, secondo l'ordinamento dell'epoca) e si può datare all'anno successivo la nascita dell’Università di Villa San Giovanni, corrispondente all'attuale comune.

Nel 1807 Cannitello e Piale si staccarono da Villa, formando comune a sé, con sede a Cannitello, non riuscendo però a comprendere anche Pezzo, che rimase all'interno di Villa.

Nel 1810 Gioacchino Murat per quattro mesi governò il regno meridionale dalle alture di Piale; giunse a Scilla il 3 giugno 1810 e vi restò sino al 5 luglio, quando fu completato il grande accampamento di Piale. Nel breve periodo di permanenza, Murat fece costruire i tre forti di Torre Cavallo, Castello di Altafiumara e Piale, quest'ultimo con torre telegrafica. Il 26 settembre dello stesso anno, constatando impresa difficile la conquista della Sicilia, Murat dismise l'accampamento di Piale e ripartì per la capitale.

Negli anni seguenti la restaurazione borbonica continuò lo sviluppo urbano di Villa, tanto che nel 1817 Rocco Antonio Caracciolo curò la definitiva costruzione e sistemazione del cimitero; prima di allora i morti venivano seppelliti nelle chiese o nei fondi di campagna usati a tale scopo.

Il governo in quegli anni scelse Villa come sede della posta centrale poiché essa rappresentava il principale punto di traghettamento per la Sicilia ed uno dei più importanti nodi viari della provincia. Era già stata appaltata la costruzione del grande edificio destinato ad ospitare le Poste ed era già venuto a Villa il direttore Ristori per ordinare gli uffici, quando da Reggio fu preteso il trasferimento di tale ufficio nella città capoluogo, che lo ottenne. Il grande palazzo fu poi venduto all'asta ai fratelli Caminiti di Domenico Antonio.

Nel 1823 venne deciso che il primo vapore di Florio dovesse fermarsi a Villa per prendere i passeggeri e la posta per Napoli, ma di nuovo i reggini pretesero e ottennero che il vapore si fermasse a Reggio, come capoluogo di provincia.

Fra il 1823 ed il 1825 fu aperta la Strada Nazionale (l'attuale Strada Statale 18), mentre nel 1830 venne completata la Fontana Vecchia, la prima fonte d'acqua in muratura posta a servizio del centro abitato, la quale oggi rimane la più antica costruzione esistente in città.

Monumento a Garibaldi, opera dello scultore villese Rocco Larussa

Dopo l'Unità d'Italia l'area, luogo strategico per la difesa dello Stretto, divenne un punto focale nel sistema nazionale di difesa delle coste con la costruzione del Forte Beleno di Piale nel 1888 circa, per far posto al quale venne abbattuta la Torre del Piraino, con l'annesso fortino murattiano.

La stazione di Villa in una cartolina del 1906

Fra la fine del XVIII e la prima metà del XX secolo Villa San Giovanni era particolarmente famosa per l'allevamento del baco da seta e per le sue filande, di cui ora restano solo pochi ruderi delle 56 che operarono anticamente, le quali costituivano una importante fonte di lavoro e di sostentamento per la popolazione; Villa era inoltre famosa per l'industria delle pipe.

Nel 1884 vennero inaugurate le stazioni di Villa e di Cannitello, insieme al tratto di ferrovia che le congiungeva con Reggio Calabria.

Nei primi anni del XX secolo si completò la costruzione del porto e iniziarono le corse dei moderni ferry boats a vapore per Messina; infatti, Villa veniva sempre più preferita a Reggio come principale punto di traghettamento verso la Sicilia in quanto molto più vicina a Messina rispetto al capoluogo. Il 1º marzo 1905 la stazione di Villa venne collegata allo scalo dei ferry boats con un raccordo ferroviario, mettendo così le premesse per il servizio di traghettamento dei rotabili ferroviari. L'importanza di Villa San Giovanni andò gradualmente aumentando a danno di Reggio Calabria, in quanto l'itinerario ferroviario tirrenico, più breve di quello jonico, produsse lo spostamento del traffico ferroviario via mare sulle invasature villesi, che vennero aumentate e potenziate.

La città all'inizio del secolo scorso veniva descritta come una cittadina operosa, industriosa ed all'avanguardia, tanto che già nel 1906 le strade cittadine erano illuminate da lampioni ad energia elettrica.

L'area di Villa era stata già interessata da eventi sismici sin dall'ultima decade del XIX secolo. Il 16 novembre 1894 vi fu un primo terremoto, che danneggiò gran parte degli edifici, mentre nel decennio successivo vi furono altri due eventi sismici, il terremoto dell'8 settembre 1905 e quello del 23 ottobre 1907, ma la vera sciagura fu il sisma del 28 dicembre 1908, che devastò l'intera area dello Stretto, comprese Reggio e Messina, e che uccise l'8% della popolazione a Villa, il 14% ad Acciarello ed il 5% a Pezzo. I danni economici furono incalcolabili: fu distrutto tutto il centro abitato, il porto con le nuovissime invasature, la stazione, lla ferrovia ela maggior parte delle filande, mentre altre rimasero gravemente danneggiate; crollarono tutte le chiese e gli edifici pubblici.

La ricostruzione ebbe inizio l'anno seguente e poté dirsi definitivamente conclusa solo nei primi anni cinquanta, con notevoli mutamenti nell'assetto urbano di Villa. I primi edifici ad essere ricostruiti già nel 1909 furono le filande, per riprendere l'attività industriale e garantire l'occupazione nel territorio devastato dal sisma. Le abitazioni popolari, le chiese e gli altri edifici pubblici furono ospitati sino agli anni venti in costruzioni baraccate. Nei primi anni trenta il centro cittadino era in buona parte ricostruito, mentre le successive costruzioni furono influenzate dall'architettura fascista, come dimostrano le forme geometriche austere dell'edificio della stazione centrale, progettato da Roberto Narducci.

Foto d'epoca della storica via Garibaldi

Nel 1927 il comune di Villa San Giovanni, assieme a Cannitello e ad altri comuni del circondario per un totale di quattordici, venne conurbato al comune di Reggio Calabria in seguito al progetto della Grande Reggio, mirato, secondo i promotori, a creare un unico polo urbano sulla sponda calabra dello Stretto di Messina; i disagi per la popolazione villese furono notevoli, in quanto l'accentramento degli uffici comunali nel capoluogo comportava spostamenti allora gravosi e lunghi per i più semplici atti amministrativi, in più la perdita dell'autonomia amministrativa avrebbe fatto svanire l'identità di Villa, ridotta a mero quartiere della Grande Reggio. Le rimostranze, in pieno regime fascista, non mancarono: uno dei maggiori sostenitori dell'autonomia del comune villese fu don Luigi Nostro, che nello scritto inviato a Mussolini La fine di un comune, o meglio di un mandamento di dieci comuni sostenne le istanze dei villesi nei confronti del maxi-comune. Il governo, con decreto del 26 gennaio 1933, restituì l'autonomia amministrativa a Villa San Giovanni, che comprese da quella data il territorio di Cannitello (sino al 1947 anche Campo Calabro e Fiumara).

Ulteriori ricostruzioni si resero necessarie dopo la seconda guerra mondiale, poiché nell'estate del 1943 Villa era stata pesantemente bombardata dalle forze alleate. Le stesse navi traghetto erano state affondate quasi tutte, essendosi salvato il solo Messina.

Nel 1947 il Consiglio comunale dovette pronunciarsi sull'autonomia amministrativa dei centri di Campo Calabro, Fiumara e Cannitello, annessi alla città nel 1933 in seguito alla separazione di Villa dalla Grande Reggio. Il sindaco Sciarrone fece una relazione al Consiglio sul problema per dimostrare che Campo e Fiumara, non avendo mai fatto parte del territorio villese, potevano divenire autonomi, ma che Cannitello già dai tempi antichi di Colonna Reggina costituiva un solo agglomerato con Villa. Si votò in Consiglio il 12 febbraio e passò l'autonomia di Campo e Fiumara con 16 si e 2 no, ma molti cannitellesi rimasero scontenti, poiché l'autonomia non era stata concessa pure a Cannitello; così ad aprile si raccolsero le firme di 675 cittadini che chiedevano il riconoscimento per il proprio paese. Si votò in Consiglio il 22 novembre e le istanze dei cannitellesi furono respinte con 12 voti contrari e solo 3 favorevoli.

Nel 1955 di nuovo i cittadini cannitellesi avanzarono proposte per l'autonomia del proprio paese; la questione fu discussa in Consiglio comunale il 29 maggio di quell'anno, ma anche stavolta il sindaco Sciarrone si dimostrò fortemente contrario, il voto consiliare diede anche stavolta esito negativo: 15 contrari e solo 7 a favore.

Fra la fine degli anni quaranta e l'inizio degli anni cinquanta si portarono a termine molte opere pubbliche, fra cui il completamento di Piazza Duomo, l'edificio di quattro piani destinato ad ospitare le Ferrovie dello Stato, l'acquedotto sussidiario di Bolano e le case popolari dell'INA.

Fra gli anni cinquanta e sessanta era particolarmente animata la vita cittadina. Realtà importanti erano il vecchio Cinema Caminiti, il Cinema Mignon e il Lido Cenide, allora uno dei più importanti lidi dello Stretto di Messina, fra i principali punti di aggregazione della società villese, capace di attirare artisti di fama nazionale come Little Tony. Il Lido, creato nel 1955 e situato presso gli attuali imbarchi della Caronte&Tourist, cessò la sua attività verso la metà degli anni sessanta proprio a causa degli interessi legati ai nuovi imbarchi delle compagnie private di traghettamento. La struttura, rimasta per anni in condizioni di abbandono, è stata definitivamente demolita nel novembre 2011 per far posto a nuove strutture portuali.

Nel 1969, con finanziamenti ministeriali ECER per 335 milioni di lire, si inaugurò la filiale della FIAT, operante sino alla fine degli anni novanta. In seguito a una lunga opera di ristrutturazione, dal 2003 l'edificio ospita il centro commerciale Perla dello Stretto (vedasi sezione Acquisti).

La n/t Zancle della Caronte&Tourist col faro di Punta Pezzo

Nel 1965 l'armatore Amedeo Matacena fondò la Caronte S.p.A., la prima compagnia di navigazione privata ad effettuare il servizio di traghettamento nello Stretto di Messina, seguita nel 1967 dalla Tourist Ferry Boat S.p.A. del messinese Giuseppe Franza (le due società si sono fuse nel 2003, dando vita alla Caronte&Tourist).

Finì così l'era del monopolio delle Ferrovie dello Stato e le conseguenze per Villa non tardarono. Attendendo di poter usufruire di veri e propri approdi, le zattere della Caronte provenienti da Messina sbarcavano a Pezzo, finché la notte del 15 agosto 1968 non si abbassò il livello del sottopassaggio ferroviario fra la via Garibaldi ed il porto con camion e ruspe; successivamente venne costruito uno scivolo nel porto ed il 28 settembre 1968 iniziò le corse la prima linea di traghettamento privata fra Messina e Villa San Giovanni. Nei decenni seguenti le compagnie private di traghettamento si espansero sempre di più, sino a superare le FS.

Ben presto la presenza in pieno centro cittadino degli imbarchi privati comportò a Villa il passaggio di una quantità enorme di autoveicoli, provenienti dallo svincolo autostradale, per le vie cittadine, provocando la congestione del traffico urbano e un innalzamento del livello dell'inquinamento atmosferico a livelli preoccupanti. Da anni, per cercare di porre rimedio a questi problemi, è stata avanzata l'ipotesi di spostare gli imbarchi delle società private in una nuova sede a sud del centro di Villa, direttamente collegata con lo svincolo dell'A2 del Mediterraneo, evitando così gli ingorghi e l'inquinamento provocati dal passaggio dei mezzi gommati.

A partire dagli anni settanta Villa San Giovanni ha conosciuto una rapida crescita demografica, dovuta soprattutto ad un fenomeno di emigrazione interna che ha portato molti abitanti dei comuni limitrofi a spostarsi a Villa; conseguentemente gli ultimi decenni hanno visto un'espansione del centro urbano ed una crescita dell'edificazione mai avute prima.

Villa ha attraversato uno dei periodi più difficili della sua storia fra il 1985 ed il 1991, periodo in cui una faida fra famiglie di 'ndrangheta ha insanguinato anche la cittadina dello Stretto e mietendo numerose vittime nella cittadinanza villese, fra cui il vicesindaco della città Giovanni Trecroci, assassinato l'11 febbraio 1990 e, il 9 agosto 1991, il Sostituto Procuratore Generale presso la Corte suprema di cassazione Antonino Scopelliti. La faida è terminata nel 1991 e da allora non si sono più verificati a Villa atti di violenza di tale gravità.

Oggi Villa si presenta ancora come una cittadina in continua espansione, registrando un importante aumento dei cittadini di nazionalità straniera nell'ultimo decennio.

Villa San Giovanni ha il titolo di città dal 12 aprile 2005.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Villa San Giovanni

Quartieri

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Acciarello è il quartiere meridionale, al confine con Reggio, mentre Pezzo è quello settentrionale, dove si trova il punto dello Stretto di Messina più vicino alla Sicilia; Cannitello è, invece, una frazione marina, posta e nord e da considerare per il turismo balneare vista la numerosa presenza di case affacciate sulla spiaggia, mentre Piale è un'altra frazione, contigua alla prima.

Come arrivare

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In aereo

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L'aeroporto più vicino è quello del confinante comune di Reggio Calabria, più distanti sono quello di Lamezia Terme e quello di Catania; si dovrà proseguire, in ogni caso, con altro mezzo per raggiungere la città.

In auto

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La città è dotata di uno svincolo dell'A2 del Mediterraneo, che permette sia l'ingresso in città che l'incolonnamento presso gli imbarcaderi delle compagnie di navigazione, proseguendo quindi per Messina.

In nave

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Le navi traghetto, sia pubbliche che private, permettono l'attracco in città da Messina.

In treno

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La città è dotata di stazione RFI, che permette sia l'arrivo in città che la prosecuzione verso Reggio Calabria (direzione sud, via terra), le altre città a nord e Messina (sia a piedi che con il treno, in quest'ultimo caso il treno è imbarcato su un'apposita nave traghetto Bluferries e trasportato in Sicilia); la stazione ferroviaria della frazione di Cannitello è ormai inattiva, quindi non è più possibile raggiungerla direttamente con i treni, anche se vi sono sempre richieste di tipo politico per riattivarla.

In autobus

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Diverse compagnie fermano in città, sia per corse locali che nazionali.


Come spostarsi

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Cosa vedere

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A Porticello è ubicata un'antica cappella, dedicata anch'essa a Maria SS. del Rosario, recentemente sottoposta a ristrutturazione e riaperta al pubblico culto; lungo la via Nazionale sorge un tempio privato dedicato a Sant'Antonino, risalente alla metà del XIX secolo; presso il rione Santori si intravede il rudere della chiesetta di Santa Filomena.

Facciata della chiesa dell'Immacolata (addobata per le festività natalizie)
  • Chiesa dell'Immacolata. Risale alle origini stesse di Villa San Giovanni: infatti la prima chiesa presente presso il borgo di Fossa era una chiesetta dedicata all'Immacolata Concezione, visitata nel 1692 dall'arcivescovo di Reggio Calabria mons. Martino Ybañez y Villanueva, il quale vi notò tre altari dedicati a San Martino, Sant'Antonio di Padova e San Giovanni Battista. La chiesa era frequentata e si davano alla popolazione le nozioni elementari del catechismo. Già nel 1768 era sorta la Congrega dell'Immacolata. In quegli stessi anni venne eretta una chiesetta dedicata a San Giovanni Battista, probabilmente presso l'attuale rione Fontana Vecchia. La Chiesa dell'Immacolata venne elevata a Parrocchia il 6 agosto 1789; prima di allora era retta da un economo dipendente dal parroco di Campo Calabro. Nel frattempo, l'edificio di culto (situato presso l'attuale piazza Pretura, dunque in un sito diverso dall'attuale) era già stato distrutto una prima volta dal terremoto del 1783: venne ricostruito definitivamente sullo stesso terreno nel XIX secolo, in un sobrio stile neoclassico. Questa nuova chiesa venne nuovamente rasa al suolo a causa del devastante sisma del 28 dicembre 1908. Dal 12 settembre 1909 divenne funzionale la chiesa baracca, benedetta l'8 febbraio 1914. Il 24 luglio 1927 fu appaltata la costruzione della nuova chiesa, di dimensioni più imponenti, in stile neo-romanico, su progetto dell'architetto Pietro De Nava, situata in un luogo diverso rispetto alla vecchia chiesa, cioè nella parte della città digradante verso il mare, per costruire un edificio più grande (difatti la zona dove venne costruita la nuova chiesa era pressoché disabitata all'epoca). Il nuovo tempio venne solennemente consacrato l'8 dicembre 1929, festa solenne dell'Immacolata Concezione, dall'arcivescovo mons. Carmelo Pujia. Dal 1993 è retta dai padri Somaschi. Le vetrate artistiche sono state realizzate nel 1953 dalla pittrice milanese Amalia Panigati.
La statua di Maria SS.ma del Rosario presso l'omonima chiesa
  • Chiesa della Madonna del Rosario. Nel XVIII secolo esisteva già presso il quartiere Fontana Vecchia una chiesetta dedicata alla Madonna del Rosario, oltre ad un'altra vicina dedicata a San Giovanni Battista. Verso la metà del XIX secolo, il sindaco Giovanni Corigliano, preoccupato per l'estetica urbana di Villa (che si riempiva di filande e ciminiere, ma difettava di monumenti e chiese), propose la costruzione di un nuovo edificio sacro in un luogo che conciliasse le esigenze dei vari quartieri; si scelse allora di costruire l'opera in un'area del centro cittadino corrispondente allo spazio dove sorge l'attuale chiesa, prossima al municipio. Tuttavia, quando si cominciavano già ad erigere i muri del tempio, vennero mosse delle obiezioni al progetto: si temeva che pure questa nuova chiesa venisse su infossata, come era successo alla vecchia chiesa dell'Immacolata, che a causa della costruzione della Strada Nazionale rimase circa 3-4 metri sotto il livello della strada stessa. Allora venne abbattuto tutto il costruito e il progetto della nuova chiesa del Rosario venne affidato al celebre architetto reggino Scopelliti, il quale fece erigere un alto terrapieno e progettò una maestosa chiesa in stile gotico. In pochi anni, grazie soprattutto alle offerte dei fedeli, la costruzione era giunta ad uno stadio avanzato ed era quasi terminata la costruzione della monumentale facciata con tre portali. Ma dopo l'Unità d'Italia congiunture politiche impedirono il completamento dell'opera; il terremoto del 1908 distrusse gran parte di quell'edificio incompleto e non restò che abbatterlo. Al suo posto venne eretto un mercato coperto, che funzionò sino agli anni cinquanta del secolo scorso. Nel dopoguerra si sentì nuovamente l'esigenza di una seconda chiesa per il centro di Villa, oltre quella dell'Immacolata: si intraprese così la costruzione della nuova chiesa del Rosario, completata nei primi anni sessanta. Venne elevata a parrocchia il 1º aprile 1971 ed affidata sin da quella data ai Chierici Regolari di Somasca, che dagli anni novanta reggono anche la parrocchia dell'Immacolata e ora pure quella di Acciarello, dopo essere stati per anni a Piale. È quindi la più giovane delle parrocchie villesi, ma ha dietro di sé una storia secolare di devozione alla Madonna del Rosario.
Vista laterale della chiesa dei Santi Cosma e Damiano
La Fontana Vecchia (1830), il più antico monumento esistente a Villa
Il campanile della chiesa dei Santi Cosma e Damiano
  • Chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Nel 1742 don Giuseppe Azzarello fu autorizzato dall'arcivescovo ad erigere una chiesa intitolata ai Santi Cosma e Damiano presso il nuovo abitato che gli Azzarello stavano costituendo a sud di Fossa. La chiesa venne distrutta dal terremoto del 1783 e ricostruita nel 1811, fase cui risale l'attuale campanile. La chiesa, non ancora definitivamente ultimata, venne riaperta al culto nel 1851 e nuovamente distrutta dal terremoto del 1908.
    In seguito alla successiva ricostruzione il campanile ha attualmente un'altezza minore della chiesa stessa, che subì ulteriori danni durante la seconda guerra mondiale e venne, quindi, ulteriormente parzialmente ricostruita. Negli ultimi anni è stata oggetto di un importante e pregevole restauro che ha interessato l'interno del tempio.
  • Fenomeno della "Fata Morgana". inverno. Nelle mattinate invernali, dopo abbondanti piogge e solo in particolari condizioni di cielo sereno, può verificarsi il fenomeno della Fata Morgana: le particelle d'acqua rimaste sospese nell'aria dopo la pioggia creano come una gigantesca lente d'ingrandimento, facendo in modo che la costa siciliana appaia distante da quella calabra solo poche centinaia di metri, mentre in realtà distano ben 3 km. Questo fenomeno si verifica solo sul litorale calabrese guardando la costa siciliana e mai viceversa.
  • Fontana Vecchia. Nel 1829 il Ministero dell'Interno approvò un progetto di fontana, simile a tempietto, su disegno dell'ingegnere reggino Calabrò, per una spesa di 127,38 ducati; furono eletti dapprima due e poi tre deputati per l'esecuzione dei lavori, ricordati nell'epigrafe collocata nella fontana insieme all'intendente Bonaventura Palamolla, mentre non si fa menzione di colui che era stato l'ideatore di questa fontana Rocco Antonio Caracciolo. La fontana venne eretta nel 1830. La fontana fu eretta dietro la dimora della famiglia Caracciolo, nel rione oggi chiamato Fontana Vecchia, che da essa prese poi il nome. Dal 1903 Villa fu servita dall'acqua corrente e la fontana perse d'importanza; così venne dismessa e assunse il nome di Fontana Vecchia. È resistita a tutte le calamità naturali ed alle guerre che hanno più volte distrutto o gravemente danneggiato Villa ed oggi è la più antica vestigia del centro cittadino.


Eventi e feste

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Cosa fare

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Acquisti

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  • 38.21333715.6363041 Perla dello Stretto, Via Zanotti Bianco, 44 (Non molto distante dalla stazione ferroviaria principale), +39 0965 756308. Lun-Ven 9-20:30 Sab-Dom 9-21. Centro commerciale principale della città, presenta diversi negozi, tra cui Bata (calzature), Carpisa (borse, valigie ed accessori), Conad (supermercato), Euronics (elettronica ed elettrodomestici) ed OVS (abbigliamento).-->


Come divertirsi

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Dove mangiare

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Dove alloggiare

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Sicurezza

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Come restare in contatto

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  • 38.22045715.638011 Ufficio postale, Via Nazionale, 346, +39 0965 793549, fax: +39 0965 793546. Lun-Ven 8:20-19:05, Sab 8:20-12:35. Presenti Wi-Fi, ATM e prenotazione del posto tramite Internet.
  • 38.21675915.6382282 Ufficio postale Acciarelo, Via Nazionale Acciarello, 586, +39 0965 752715, fax: +39 0965 752715. Lun-Ven 8:20-13:45, Sab 8:20-12:45.
  • 38.22940115.6381913 Ufficio postale Pezzo, Via Briatico, SNC, +39 0965 751594, fax: +39 0965 751594. Lun-Ven 8:20-13:45, Sab 8:20-12:45. Presente ATM
  • 38.23417715.6500134 Ufficio postale Acciarello 2, Vico Vittoria, 2 (frazione Acciarello), +39 0965 759684, fax: +39 0965 759684. Lun-Ven 8:20-13:45, Sab 8:20-12:45.


Nei dintorni

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A livello di città è inevitabile pensare a Reggio Calabria, Messina e Scilla come mete nei dintorni, mentre come meta naturalistica è da considerare il monte Gambarie.


Altri progetti

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