Aosta | ||
Stemma e Bandiera | ||
Appellativi | La Roma delle Alpi | |
---|---|---|
Stato | Italia | |
Regione | Valle d'Aosta | |
Altitudine | 583 m s.l.m. | |
Superficie | 21,39 km² | |
Abitanti | 32.963 (2023) | |
Nome abitanti | (IT) Aostani (FR) Aostois | |
Prefisso tel | +39 0165 | |
CAP | 11100 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Grato | |
Posizione
| ||
Sito del turismo | ||
Sito istituzionale |
Aosta (in francese: Aoste) è il capoluogo della Valle d'Aosta.
Da sapere
modifica
«Ero così felice di ammirare questi bei paesaggi |
(Stendhal) |
La colonia romana di Augusta Prætoria Salassorum è stata fondata nel 25 a.C. dal generale Marco Terenzio Varrone, che sconfisse la resistenza dei Salassi.
Cenni geografici
modificaLa città di Aosta si trova all'incirca nel centro della Valle d'Aosta, nella piana (denominata plaine aostoise) in cui scorre il fiume principale della regione: la Dora Baltea. Aosta è dominata da importanti montagne, tra le quali la Becca di Nona, il Monte Emilius, la Pointe de Chaligne e la Becca di Viou. La città è attraversata da nord a sud, all'altezza dell'Arco d'Augusto, dal torrente Buthier, uno dei numerosi affluenti della Dora Baltea.
Quando andare
modificaAosta è situata in un fondovalle, la plaine, completamente circondato dalle montagne. Questo ne causa un clima continentale più tendente a quello alpino. Infatti gli inverni spesso durano molto, con temperature assai rigide che si possono prolungare fino all'inizio di maggio. Le estati invece sono brevi e molto calde. Nei mesi di dicembre e gennaio, le temperature minime sono quasi sempre ampiamente sotto lo zero, le massime di norma superano di poco lo zero.
Cenni storici
modificaNarra una leggenda che nell'anno 1158 a.C. venne fondata la città di Cordelia da Cordelo, capostipite dei Salassi, discendente di Saturno e compagno di spedizione di Ercole.
Nel territorio della città era presente già in tempi protostorici una popolazione di cultura megalitica, come testimonia l'importante ritrovamento di una necropoli con tombe megalitiche e di un'area di culto risalenti al III millennio, conservate nell'area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans. In seguito ci fu l'insediamento della tribù celtica dei Salassi.
Alla fine della seconda guerra punica, dopo la vittoria di Scipione l'Africano su Annibale nel 202 a.C., Roma rivolse la sua attenzione verso le Alpi, dove i Galli, alleati dei Cartaginesi, continuavano a costituire una notevole minaccia. La funzione di un accampamento posto in questa valle era principalmente strategica. Era essenziale consolidare il dominio di Roma sulla Pianura Padana e sui territori prealpini, utilizzando le Alpi come baluardo naturale contro le invasioni barbariche. Per questo nacque allo sbocco delle valli alpine un sistema di città fortificate che controllavano gli accessi alle fertili terre della Pianura Padana.
Tuttavia dal I secolo a.C. la progressiva conquista della Gallia modificò l'importanza strategica dei valichi del Piccolo e del Gran San Bernardo ponendo il problema del controllo della valle abitata a quel tempo da una popolazione, i Salassi, ostacolo al passaggio dei soldati e dei mercanti lungo la Via delle Gallie. Dopo una serie di scaramucce e di spedizioni militari e di trattati dall'esito incerto, nel 25 a.C. Cesare Augusto inviò contro i Salassi il futuro console Aulo Terenzio Varrone Murena a capo di un esercito consistente. Sconfitti, i Salassi vennero probabilmente sterminati o ridotti in schiavitù.
Da Aosta, epoca romana, passava la Via delle Gallie, strada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia.
Città fortificata, costruita in breve tempo su modello dell'accampamento militare romano, Augusta Prætoria Salassorum nacque all'incrocio delle vie del Grande (Mons Iovis o Summus Pœninus) e Piccolo San Bernardo (Columna Iovis o Alpis Graia) presso la confluenza dei fiumi Dora Baltea e Buthier. Un'imponente cinta muraria proteggeva un territorio di 414.128 m², mentre quattro porte davano accesso alla città costruita sul modello ortogonale cardo-decumanico. La via centrale Decumanus Maximus (l'attuale asse via Porta Prætoria, via Jean-Baptiste de Tillier e via Édouard Aubert), allora larga nove metri, era la prosecuzione naturale della Via consolare delle Gallie, che da Milano arrivava fino al Piccolo San Bernardo. L'accesso alla città era comunque assicurato da un ponte sul Buthier, di cui oggi è visibile solo un'arcata poco distante dal letto del torrente, deviato a causa di un'inondazione. All'interno delle mura sorgevano i quartieri residenziali, il teatro, le terme, il foro e l'anfiteatro, mentre a sud si stendevano i quartieri popolari divisi secondo un modello classico a scacchiera.
Ancora molto controverso è il problema sul popolamento della città prima e dopo la conquista romana. Un incerto documento accenna a 3.000 pretoriani, e della convivenza con gli autoctoni Salassi, in contrasto con la presenza di un anfiteatro progettato per una città di trenta/quarantamila abitanti. Un'iscrizione risalente al 23 a.C. sembrerebbe smentire le affermazioni degli storici antichi tra cui Strabone, riguardo alle deportazioni in massa dei Salassi e alle loro vendita come schiavi a Augusta Eporedia. Inoltre il linguaggio giuridico al tempo dei romani incolæ indicava gli abitanti di una colonia in possesso di diritti inferiori a quella dei cives. Tali indizi lasciano supporre che la popolazione salassa si sia integrata con i nuovi conquistatori, così come lasciano supporre numerose iscrizioni funerarie nelle quali appaiono nomi salassi associati ad altri romani, i cui figli nati da matrimoni misti portavano sempre nomi latini. In epoca romana ebbe una grande importanza strategica e militare grazie al controllo esercitato sui due passi del Piccolo e del Gran san Bernardo. Augusta Prætoria iniziò, fin dal I secolo, ad avere connotazioni inequivocabilmente urbane e monumentali, imponendosi come uno dei più ricchi e popolosi centri abitati dell'Italia settentrionale.
Dopo il plurisecolare dominio dell'impero e la sua cristianizzazione la città, grazie alle Alpi ed alle mura, riuscì a subire poche invasioni. Secondo una leggenda Augusta Prætoria sarebbe stata distrutta dai Saraceni e dai Barbari; in realtà la città romana subì i danni maggiori dalla ricostruzione tardo medioevale che utilizzò blocchi di pietra delle costruzioni romane per l'edificazione di torri e chiese.
La città divenne sede vescovile verso la fine del IV secolo, appartenendo prima alla vastissima diocesi di Vercelli, poi alla chiesa metropolita di Milano fino all'VIII secolo. Dopo la morte di Odoacre, Aosta divenne parte del Regno ostrogoto di Teoderico. Con la fine guerra gotica, Aosta divenne parte della Prefettura del pretorio d'Italia sino alla conquista da parte delle truppe di Alboino, che l'annessero al Regno longobardo. Approfittando del periodo d'anarchia seguito alla morte di Clefi, il merovingio Gontrano, re dei Franchi d'Orléans, sconfisse i longobardi, annettendosi Aosta e Susa nel 575. Le due città costituirono sempre un punto debole della difesa della parte settentrionale del Regno longobardo, in quanto importantissimo punto di ingresso in Italia. A seguito della conquista del regno longobardo da parte di Carlo Magno nel 774, Aosta e Susa seguirono le sorti del regno d'Italia. Sotto l'Impero carolingio si sviluppò la Via Francigena, percorso di pellegrinaggio dal nord Europa verso Roma, compiuto valicando il colle del Gran San Bernardo. Saint-Rhémy-en-Bosses, Aosta, Pontey e Pont-Saint-Martin sono tappe menzionate da Sigerico di Canterbury nel 990.
Per volontà di Ottone I di Sassonia, che intendeva garantirsi libero accesso al regno d'Italia, nel 972 Aosta venne assegnata a suo cognato Corrado III di Borgogna e rimase parte del regno di Borgogna fino al 1032. Come conseguenza si consolidarono i rapporti politici, economici e commerciali verso l'altro versante delle Alpi. A lungo andare, in Valle d'Aosta si diffusero e svilupparono dialetti francoprovenzali, analoghi a quelli parlati in Savoia, nel Delfinato e nell'attuale Svizzera Romanda.
La nascita della Contea di Savoia, con capitale Chambéry, comportò alla città di seguirne le sorti fino all'unità d'Italia.
Aosta ha la particolarità di essere l'unico capoluogo di regione italiano a non essere contemporaneamente capoluogo di provincia, dal momento che la provincia di Aosta fu ridotta a circondario della provincia di Torino con la legge Rattazzi, e infine trasformata in regione autonoma con la costituzione repubblicana e la relativa legge costituzionale di attuazione del 1948, che non prevede province nella regione.
Come orientarsi
modifica1 Via Sant'Anselmo è una delle principali vie pedonali di Aosta. Si estende dall'Arco di Augusto a piazza Émile Chanoux, attraversando la Porta Prætoria. La continuazione ideale di via Sant'Anselmo è via Jean-Baptiste de Tillier, che va da piazza Émile Chanoux fino a 2 Piazza della Repubblica. Tutte le attrazioni principali sono lungo o accanto a questo asse.
Frazioni
modificaArpuilles, Beauregard, Bibian, Bioulaz, Borgnalle, Brenloz, Busseyaz, Cache, La Combe, Les Capucins, Chabloz, Champailler, Collignon, Cossan, Cotreau, Duvet, Entrebin, Excenex, Les Fourches, Laravoire, Montfleury, Movisod, Pallin, Papet, Pléod, Porossan, La Riondaz, La Rochère, Roppoz, Saraillon, Saumont, Seyssinod, Signayes, Talapé, Tsanté, Tzamberlet, Vignole
Come arrivare
modificaIn aereo
modifica- 1 Aeroporto di Aosta (IATA: AOT), Les Îles, Saint-Christophe. Ampliata la pista e riprogettata l'aerostazione dall'architetto Gae Aulenti con una spesa di circa 30 milioni di euro, l'aeroporto è attualmente inutilizzato per una serie di cause giudiziarie. Chiuso al trasporto di passeggeri e merci, è per lo più frequentato da piccoli aerei da turismo, alianti, elicotteri.
- Aeroporto di Torino
- Aeroporto di Ginevra
In auto
modifica- Da Torino: Autostrada per la Valle d'Aosta con uscita al casello di Aosta Est.
- Da Milano: Autostrada direzione Torino; imboccare il raccordo a Santhià direzione Aosta con uscita al casello di Aosta Est.
- Dalla Francia (Ginevra - Vallée blanche - Chamonix): attraversare il tunnel del Monte Bianco e proseguire lungo l'autostrada (uscita Aosta ovest - Saint-Pierre) o la , oppure (da Albertville - Moûtiers) attraversare il colle del Piccolo San Bernardo e proseguire lungo la statale 26 verso Aosta.
- Dalla Svizzera (Martigny) - attraversare il tunnel o il colle del Gran San Bernardo e proseguire sulla fino a Aosta.
In treno
modifica- 2 Stazione di Aosta (appena a sud del centro città). Sulla linea ferroviaria Chivasso-Ivrea-Aosta. I treni partono ogni ora per Ivrea, 80 min. di tragitto. Questi si collegano immediatamente con i treni per Torino Porta Susa e possono essere visualizzati su orari e display come attraverso i treni, ma di solito si tratta di un cambio. Per Milano e altre località italiane prendere il treno in direzione Torino ma cambiare a Chivasso. Aosta è ora il capolinea della linea a valle - i treni infatti non transitano più fino a Pré-Saint-Didier.
In autobus
modificaDegli autobus Arriva Italia al giorno collegano Aosta con Torino Porta Susa e Porta Nuova, impiegando due ore. Due di loro si estendono a ovest fino a Pré-Saint-Didier e Courmayeur.
Come spostarsi
modificaAosta è una città piccola e, tutto può essere facilmente visitato a piedi.
Con mezzi pubblici
modificaI trasporti urbani sono gestiti dalla società SVAP che serve capillarmente il capoluogo regionale e i comuni della plaine (la piana di Aosta, comprendente Aosta stessa, Charvensod, Quart, Saint-Christophe, Brissogne, Sarre e Pollein).
In auto
modifica- 4 Parcheggio Piazzale Plouves, Piazzale Plouves.
- 5 Parcheggio Arco d'Augusto.
- 6 Parcheggio Ospedale Umberto Parini. Posti 500
- 7 Parcheggio Consolata, Viale Federico Chabod 13. Posti 130
- 8 Parcheggio Georges Carrel, Viale Georges Carrel 1. Posti: 365
- 9 Parcheggio de la Ville, Via 1º Maggio – ex Area Cogne. Posti: 540
- 10 parcheggio Saint-Martin-de-Corléans.
- 11 Parking Aosta, Via Paravera.
Cosa vedere
modificaArchitetture religiose
modifica- 1 Cattedrale di Aosta (cattedrale di Santa Maria Assunta). Lun-Dom 6:30-12:00 e 15:00-19:00. L'origine della Cattedrale di Aosta risale alle fasi iniziali di diffusione del Cristianesimo in Valle d'Aosta: già verso la fine del IV secolo. Per guadagnare subito una qualche impressione su come poteva essere, nell'XI secolo, la basilica romanica, conviene percorrere la strada lungo il lato sud della chiesa. Oltre ad un muro di cinta si possono osservare le due possenti torri campanarie, alte più di 60 metri. Entrato nella cattedrale, il visitatore è subito colpito dalla presenza nella navata centrale del grande crocifisso in legno dipinto, sospeso in alto tra la volta ed il presbiterio. Si tratta della magnam crucem commissionata nel 1397 dal vescovo Jacques Ferrandin ad uno scultore di area svizzero-tedesca.
- 2 Collegiata dei Santi Pietro e Orso. Costituisce, assieme alla cattedrale di Aosta, la testimonianza di maggior rilievo della storia dell'arte sacra in Valle d'Aosta. Uno specifico interesse rivestono gli antichi affreschi ottoniani conservati tra il tetto e la copertura della navata centrale, e il chiostro con i suoi capitelli medievali. Il chiostro, con le sue arcate a tutto sesto, le sue colonnine e i capitelli istoriati, costituisce un esempio di arte romanica lombardo-catalana-provenzale.
- 3 Chiesa di Santa Croce (Église Sainte-Croix), via Édouard Aubert. Edificata nel 1682, è caratterizzata all'interno dal pregevole altare barocco di stile valsesiano ed all'esterno dalla facciata a trompe-l'œil, in cui campeggia un affresco raffigurante la leggenda del Ritrovamento della Vera Croce da parte di sant'Elena (madre dell'imperatore Costantino I).
- 4 Chiesa di Santo Stefano (église Saint-Étienne), all'incrocio tra via Jean-Laurent Martinet e via abbé Joseph-Marie Trèves. Ricostruita nel XVIII secolo sulle strutture di una precedente chiesa quattrocentesca, presenta numerosi elementi di interesse artistico, in particolare per gli affreschi della facciata, per il grande altare maggiore barocco, per la gigantesca statua lignea di San Cristoforo e per il prezioso organo a canne.
- 5 Chiesa di Saint-Martin-de-Corléans.
- 6 Chiesa di San Lorenzo.
Architetture civili
modifica- 7 Municipio di Aosta (Hôtel de ville d'Aoste). Il palazzo, di stile neoclassico, si affaccia sulla piazza Émile Chanoux. La facciata, simmetrica, è sormontata al centro da un grande frontone riccamente decorato. Un porticato corre lungo il piano terreno dell'edificio, alla cui base sono posizionate due sculture rappresentanti i due corsi d'acqua che lambiscono la città: la Dora Baltea e il Buthier. Sul tetto del municipio trovano spazio un orologio, sulla parte occidentale, e una meridiana, su quella orientale.
- 8 Casa Tollen (Tollein) (a fianco dell'Hôtel de la Monnaie). È un edificio medievale restaurato, parte integrante del patrimonio storico di Aosta, oggi adibito a deposito del museo regionale. La casa deve il suo nome alla famiglia Tollen (Tollein) o Tollegno, originaria dell'omonimo paese del biellese e giunta ad Aosta nel 1440; capostipite della famiglia è il notaio Martin Tollen. Nel 1571 i Tollen acquistarono la signoria di Brissogne. All'inizio del XVII se ne perdono le tracce, a seguito della dissipazione del patrimonio familiare da parte degli eredi. Tra il 1549 e il 1590 è indicata come sede della zecca del ducato di Aosta, ma André Zanotto riporta come più verosimile collocazione il vicino Hôtel de la Monnaie, un edificio a sud della casa Tollen che conserva una porta ad arco ogivale.
- 9 Palazzo di Giustizia (Palais de justice), via César Ollietti 1. I lavori di costruzione del palazzo ebbero inizio nel 1931 e furono completati l'anno successivo. L'inaugurazione avvenne il 28 ottobre 1932, giorno dell'anniversario della marcia su Roma. Fino al 1963, ha ospitato l'aula e gli uffici del Consiglio regionale della Valle d'Aosta.
- 10 Ponte acquedotto di Grand Arvou (trova a Porossan, frazione di Aosta, tra le località di Neyves e di Chiou). Costruito sopra a una stretta gola scavata dal torrente Parléaz, il ponte acquedotto è percorso da un lungo corridoio coperto da un tetto in lose. Anche se non è giunto fino a noi alcun documento comprovante l'anno esatto di prima infeudazione del canale, alcuni documenti aiutano a identificare con buona approssimazione il periodo di costruzione, che per alcuni studiosi è ipotizzabile nel 1288. Il ponte acquedotto di Grand Arvou è costruito con una muratura di malta e pietrame parzialmente intonacato. Si nota l'assenza di conci di pietra di grandi dimensioni. Ha una pianta irregolare di forma trapezoidale a cui manca la base maggiore: questa forma insolita è dovuta alla duplice esigenza di mantenere costante la pendenza dell'alveo del ru e di contenere l'ampiezza dell'arcata, appoggiandosi sui vicini versanti rocciosi. Di aspetto imponente per la sua forma, somiglia a un edificio anche per la copertura in lose, già oggetto di restauro nell'Ottocento, che gli ha permesso di superare indenne i secoli.
- 11 Croce di Calvino. Secondo una leggenda, fu eretta nel 1541 in memoria della cacciata di Calvino dalla Valle d'Aosta, come testimonia l'iscrizione latina sulla base. Il monumento è costituito da una colonna sormontata da una croce in pietra grigia dell'altezza di circa 6 metri. Un basamento, decorato con geroglifici e simboli religiosi, riporta la scritta latina, mentre l'attuale fontana è stata aggiunta al monumento nel 1841.
- 12 Ex Casa Littoria, Piazza della Repubblica. Edificio costruito nel 1939 dall'architetto Giuseppe Momo. Originariamente sede del Partito Nazionale Fascista, è uno degli edifici più alti della città. Dopo la guerra fu sede del dismesso cinema Lux mentre attualmente ospita l'assessorato all'Industria. Di fronte si trova una colonna con la Lupa Capitolina, simbolicamente rivolta verso la Francia.
- 13 Centrale idroelettrica di Signayes.
Architetture di epoca romana
modifica- 14 Arco di Augusto (Arc d'Auguste). Fu costruito nel 25 a.C. in occasione della vittoria dei Romani sui Salassi a opera di Aulo Terenzio Varrone Murena. Costruito in blocchi di conglomerato, l'arco presenta un solo fornice di 11,40 metri di altezza sotto la chiave di volta. La sua fornice è con volta a botte, costituita da un'estensione in lunghezza di un arco a tutto sesto. Nel Medioevo, venne denominato Saint-Voût (francese per "volto santo") da una immagine del Salvatore che vi era stata collocata. Durante il XII secolo, l'arco ospitò la dimora di una nobile famiglia locale e nel 1318 si costruì al suo interno una piccola fortificazione destinata al corpo dei balestrieri. Nel 1716, a causa delle numerose infiltrazioni che stavano compromettendo l'integrità del monumento, l'attico che anticamente lo coronava venne rimpiazzato da un tetto in ardesia. Il crocifisso ligneo esposto sotto la volta è una copia di quello che nel 1449 vi fu collocato come offerta votiva contro le esondazioni del torrente Buthier, che scorre poco a est. L'originale del crocifisso è ora custodito presso il Museo del tesoro della cattedrale di Aosta.
- 15 Teatro romano, beniculturali@regione.vda.it. € 8,00 Biglietto unico per un ingresso in ognuno dei seguenti siti: Teatro romano, Criptoportico forense, Chiesa paleocristiana di San Lorenzo, Museo Archeologico Regionale e Area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans. Ottobre – Marzo: Lun-Dom 10:00-13:00 / 14:00-17:00 Aprile-Settembre: Lun-Dom 9:00-19:00 Chiuso 25 dicembre e 1°gennaio. L'anfiteatro risale all'epoca dell'imperatore Claudio. Il teatro occupava un'area di 81 m di larghezza e di 64 m di lunghezza. La cavea era inserita in un recinto a pianta rettangolare, la cui facciata esterna si conserva per un'altezza di 22 m sul lato meridionale; la sua facciata era contraddistinta da una serie di contrafforti verticali posti a 5,5 m di distanza l'uno dall'altro e alleggerita da quattro ordini di aperture: in basso, le arcate d'ingresso e, verso l'alto, tre ordini di finestre sovrapposte, di forma diversa. Questo inserimento ha fatto supporre l'esistenza di una copertura, che doveva fare dell'edificio un theatrum tectum, sul tipo di quello di Pompei. Le gradinate della cavea potevano ospitare 3.500/4.000 spettatori. L'orchestra del teatro aveva un raggio di 10 m. Il muro della scena, di cui restano solo le fondazioni, era ornato da colonne di ordine corinzio e da statue e rivestito di marmi.
Durante la stagione estiva al teatro hanno luogo alcuni concerti e spettacoli, mentre nella stagione invernale ospita i mercatini di Natale.
- 16 Anfiteatro romano, via dell'Anfiteatro 4 (Le sue rovine sono inglobate in una costruzione medievale, il monastero delle suore di santa Caterina). su richiesta. L'arena ellittica misurava 86 metri in direzione nord-sud e 73 in senso est-ovest. Era stata realizzata al di sotto del livello del suolo, in modo che la parte inferiore della cavea potesse addossarsi al terreno, mentre la parte superiore era appoggiata alle 60 arcate appositamente costruite e intervallate da semicolonne di ordine tuscanico. La cavea poteva ospitare circa 15.000 spettatori, quindi più della popolazione iniziale di Augusta Prætoria, stimata in circa 10.000 persone. Come altri edifici pubblici romani, anche l'anfiteatro, il cui uso è per di più vietato dalla legislazione ispirata dal cristianesimo, cade in rovina e viene impiegato come cava di materiale per la costruzione di altri edifici. Nel 1247 il visconte di Aosta, Godefroy de Challant, fa costruire sulle rovine dell'anfiteatro un edificio atto ad ospitare alcune canonichesse di santa Caterina, profughe dal Vallese. Il nuovo edificio ingloba alcune arcate della vecchia facciata esterna dell'anfiteatro, come si può vedere ancor oggi.
- 17 Mura di Aosta. La cinta muraria che in epoca romana proteggeva Augusta Praetoria (antico nome della città) si è conservata quasi intatta. Il rettangolo delle mura misurava 727,50 metri sui lati lunghi e 574 su quelli corti. Sul lato orientale del perimetro si apriva la Porta Prætoria, su quello occidentale la Porta Decumana. Sul lato nord si trovava la Porta Principalis Sinistra, sul lato sud la Porta Principalis Dextera. Tra le prime due correva il Decumanus Maximus, tra le seconde il Cardo Maximus. L'opera è costituita da un solido muro in malta cementizia e ciottoli di fiume spesso alla base circa 1,90 metri e rivestito verso l'esterno da blocchetti e lastre di travertino. In origine raggiungeva un'altezza di 6 metri e mezzo ed era rinforzato da contrafforti e da un muro di controscarpa, un parapetto delimitava il cammino di ronda.
Oggi la cinta muraria è in parte inglobata in altri edifici moderni, ma molti tratti sono ancora visibili dall'esterno e dall'interno. È percorribile diametralmente tramite una passeggiata di 3 chilometri.
- 18 Criptoportico forense, beniculturali@regione.vda.it. € 8,00 Biglietto unico per un ingresso in ognuno dei seguenti siti: Teatro romano, Criptoportico forense, Chiesa paleocristiana di San Lorenzo, Museo Archeologico Regionale e Area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans. È costituito da una galleria a due navate articolata su tre lati che abbraccia un ideale rettangolo di 89 x 73 metri, lasciandolo aperto sul lato sud. Le volte sono sostenute da imponenti pilastri in travertino. È sostenuto da una serie di archi che dividono le due navate. La funzione di questa struttura interrata non è stata ancora chiarita completamente: si ipotizza che potesse essere utilizzato inizialmente come deambulatorio e solo dal III secolo come deposito militare. Sicuramente ricopriva un importante ruolo strutturale e serviva a regolarizzare il naturale dislivello del terreno nell'area del complesso forense. Nello spazio circoscritto dalla galleria, in posizione sopraelevata, si trovavano, affiancati l'uno all'altro, due templi con fronte a sei colonne. Il primo dedicato ad Augusto divinizzato e il secondo alla triade capitolina Giove, Giunone, Minerva.
Rappresenta uno dei pochi criptoportici forensi accessibili al pubblico insieme a quelli di Arles, Reims, Bavay e a quello di Vicenza, che però apparteneva ad una domus privata.
- 19 Ponte di pietra (pont de pierre) (a circa centocinquanta metri a est dell'Arco d'Augusto). Fu eretto ai tempi della fondazione della città romana di Augusta Prætoria per consentire il passaggio da una sponda all'altra del torrente Buthier. L'opera, a una sola campata ad arco ribassato, poggia su solidi basamenti in puddinga, conglomerato locale estratto dalle cave lungo il corso della Dora Baltea, e misura, tra le due imposte, circa 17 metri. La larghezza del passaggio, invece, contando anche lo spessore dei parapetti, è di circa 6 metri. La volta del ponte, costituita da grossi conci dei cunei, mostra un contorno piuttosto piatto per le costruzioni romane (rapporto ampiezza-altezza di 3 a 1). Il rivestimento esterno fu edificato con puddinga e riempito nel rinfianco dell'arco con opera cementizia romana di alta qualità.
Siti archeologici
modifica- 20 Villa romana della Consolata, via Grand-Tournalin, beniculturali@regione.vda.it. Nel febbraio 1971, nel corso di scavi per la costruzione di un palazzo, venne scoperta una villa romana. Questa villa, risalente al periodo tardorepubblicano (primo secolo a.C.), era di tipo urbano-rustico; intorno alla quale si coltivavano terreni e, all'interno della villa, si preservavano i viveri. Era anche una residenza estiva di un patrizio e vi lavoravano molti schiavi. Poi venne abbandonata e, tra il quarto secolo e il quinto secolo d.C., vi sorsero delle tombe nei dintorni. Nella villa c'erano diverse stanze tra cui Culina (cucina), Horrea (magazzini), Cubicula (stanza da letto), Triclinium (sala da pranzo), Calidarium/frigidarium/tepidarium (bagno caldo/freddo/tiepido), Tablinum (soggiorno/studio) e altre mai portate alla luce.
- 21 Area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans (Site mégalithique de Saint-Martin-de-Corléans), beniculturali@regione.vda.it. € 8,00 Biglietto unico per un ingresso in ognuno dei seguenti siti: Teatro romano, Criptoportico forense, Chiesa paleocristiana di San Lorenzo, Museo Archeologico Regionale e Area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans. Chiuso temporaneamente. Il sito, rinvenuto nel 1969, durante i lavori per l’edificazione di alcuni condomini, a circa 6 metri di profondità rispetto all'attuale piano urbano, copre un'area di 10.000 metri quadrati. Gli oltre 6000 anni di frequentazione dell’area sono testimoniati da arature cultuali, pozzi rituali, allineamenti orientati di pali lignei (dei quali restano soltanto i fori) e di stele antropomorfe, sepolture dolmeniche e a cista.
- 22 Area funeraria fuori Porta Decumana (Dista 200 metri dalla Porta Decumana), beniculturali@regione.vda.it. Le necropoli sorgevano sempre fuori dalla città come prevedeva il diritto romano. Questa necropoli sorgeva sulla via che conduceva all'Alpis Graia. Nel IV secolo vengono costruiti tre mausolei noti con il nome di Cellæ memoriæ. Questi edifici sono orientati verso nord-sud e hanno le facciate rivolte verso meridione. I mausolei coprono le precedenti sepolture romane e verranno usati per tutto l'alto medioevo. I due edifici occidentali hanno una destinazione funeraria giustificata dalla presenza di numerose formæ al loro interno, mentre l’edificio orientale, dotato di un blocco in travertino ad altare e sprovvisto di sepolture, si delinea come mensa per il rituale banchetto funebre, il refrigerium. A pochi metri a ovest dei mausolei è stata portata alla luce una basilica paleocristiana. Questa basilica si potrebbe datare al IV-V secolo ed è orientata verso est-ovest. Si utilizzerà fino alla fine del I millennio quando verrà progressivamente abbandonata.
Architetture militari
modifica- 23 Porta Pretoria (Porta pretoriana). È la porta di ingresso orientale della città romana. Costruita nel 25 a.C., si trova tuttora in eccellente stato di conservazione ed è formata da due serie di archi - uno maggiore centrale e due minori laterali - che racchiudono una piazza d'armi. Su entrambi gli archi sono visibili i camminatoi delle sentinelle. L'arco centrale, che misura circa 7 metri di luce, era destinato al passaggio dei carri, mentre i due laterali, larghi 2,65 metri, a quello dei pedoni. I tre varchi orientali erano un tempo chiusi da cancelli levatoi. Le due torri difensive a base rettangolare sono state rimaneggiate nel corso del tempo; quella settentrionale in modo più evidente, mentre quella meridionale conserva ancora intatte alcune caratteristiche architettoniche romane. Nel medioevo venne costruita una cappella alla sommità dell'arco centrale orientale, menzionata sin dal XII secolo, sotto la quale si trovava un forno per la cottura del pane. I segni scuri sulla pietra testimoniano ancora oggi della presenza di questo forno.
- 24 Castello Jocteau (castello Duca degli Abruzzi o castello generale Cantore). È un edificio risalente ai primi anni del XX secolo in stile eclettico che ricorda un castello medioevale (altri due esempi sono il castel Savoia a Gressoney-Saint-Jean e il castello Gamba a Châtillon). Il palazzo, di proprietà del demanio militare e non visitabile, ospita il comando della Scuola militare alpina di Aosta e un piccolo museo dell'alpinismo.
- 25 Torre dei balivi (Tour du bailliage), via Guido Rey (all'angolo nord-est della cinta muraria romana della città). La torre dei balivi, era citata già nel 1192. Fu rimaneggiata nel secolo XII da una famiglia nobile locale, i De Palais, o De Palacio, che ne prese possesso: l'elevazione della struttura, come spesso accadeva, venne realizzata smantellando parte della cinta muraria, in modo da reimpiegarne i blocchi di rivestimento per le nuove esigenze costruttive. In ristrutturazione fino a fine 2013, la torre dal 2014 ospita l'Istituto musicale di Aosta.
- 26 Tour Fromage (Torre Casei), via Baillage, 2. La torre, che deve il suo nome alla famiglia Du Fromage o Casei, venne eretta nel XII secolo sul lato est della cinta muraria, nelle immediate vicinanze del Teatro. L'edificio, a pianta quadrata, è costituito oggi da tre piani, ma fu oggetto di una serie di rimaneggiamenti, ampliamenti e restauri nel corso dei secoli. Nel 1549 vi si tenne un pranzo ufficiale in onore di Ferrante I Gonzaga, governatore di Milano, in missione in Valle d'Aosta su incarico di Carlo V.
La struttura è oggi di proprietà della Regione Autonoma Valle d'Aosta e sede di importanti mostre d'arte a partire dal 1975. - 27 Tour du Pailleron, Via Tour Du Pailleron. Si tratta di una delle torri cittadine che meglio hanno conservato le loro originarie caratteristiche architettoniche romane e deve il suo nome al fatto che fu a lungo utilizzata come pagliaio. A causa del suo pregio architettonico e della vicinanza alla stazione ferroviaria e ai giardini pubblici, entrambi inaugurati nel 1886, si studiò la possibilità di trasformarla in un museo di antichità romane. In realtà la torre fu coinvolta in un incendio nel 1894 e successivamente fu ristrutturata da Alfredo d'Andrade, ma non venne mai adibita a museo.
- 28 Torre di Bramafam (Castello di Bramafam), via Bramafam. La torre sorge nel luogo che in epoca romana era occupato dalla Porta Principale Destra della cinta muraria, riadattato a castello in epoca medievale per volere dei visconti di Aosta, antenati della potente famiglia nobile degli Challant. Utilizzata nel corso dei secoli per gli usi più disparati, come tribunale, magazzino del carbone e granaio, sembra debba il suo nome proprio a quest'ultimo utilizzo.
La leggenda narra che, durante i periodi di carestia, la popolazione si assembrasse sotto la torre per chiedere il grano che vi era contenuto e di qui il nome Bramafam, che verrebbe da "bramé la fan", cioè "gridare per la fame" in patois valdostano. Esiste un'altra versione, meno credibile, che spiega l'origine del nome.
L'edificio cambiò molti proprietari nel corso dei secoli, venne ceduto dagli Challant ai Savoia e fu spesso conteso tra le varie famiglie della zona. Fu inoltre oggetto di una ristrutturazione a fine '800 che, inoltre, portò alla luce l'antica strada romana e una serie di reperti dell'epoca.
- 29 Torre del lebbroso (Tour du lépreux). Torre di origine romana, un tempo nota come tour de Friour, dal nome della famiglia che la abitò tra l'XI e il XV secolo. L'alta torre, dove si trova la scala a chiocciola che permette l'accesso ai piani, venne annessa alla struttura originaria nel XV secolo. L'edificio è conosciuto nella storia locale per una serie di curiosità che la riguardano: per molto tempo fu abbandonata. Il nome attuale è invece legato alla presenza tra il 1773 e il 1803 di Pietro Bernardo Guasco da Oneglia, un lebbroso che vi fu rinchiuso fino alla morte per evitare il contagio della città. La sua vicenda ispirò il romanzo Le lépreux de la cité d'Aoste dello scrittore savoiardo Xavier de Maistre, che visse a lungo a Aosta. Alla fine del XIX secolo l'edificio fu restaurato con fondi statali, e oggi appartiene alla Regione Autonoma Valle d'Aosta che ne ha fatto una sede espositiva.
- 30 Tourneuve. La Tourneuve, così come si presenta ai giorni nostri, rappresenta solo una parte di un antico complesso fortilizio andato perduto e appartenuto nei secoli a diverse nobili famiglie locali. La torre stessa, oggi cilindrica, fu costruita nel XIII secolo sulle vestigia di una preesistente torre romana a base quadrata di cui si ritrova traccia nel basamento.
- 31 Torre dei Signori de Porta Sancti Ursi (Tour des Seigneurs de la Porte Saint-Ours). La torre fu innalzata in epoca medievale per volere dei Signori di Porta Sant'Orso sulle antiche mura romane della Porta Prætoria prelevando da queste i blocchi di calcare utili alla sua costruzione. I de Porta Sancti Ursi, nobili eminenti che contano tra i membri della famiglia anche vescovi di Aosta e Diocesi di Ginevra e un beato, vi abitarono fino al 1185, quando si trasferirono nel Castello di Quart. In seguito furono definiti Signori di Quart (in francese, Seigneurs de Quart). L'ingresso primitivo della Torre dei Signori de Porta Sancti Ursi si trovava sulla facciata meridionale dell'edificio, dato che in tale epoca a nord erano addossati altri edifici. Sotto una delle arcate della torre si trovava il forno banale di quartiere. Si nota ancora l'adattamento della cavità per la saracinesca di epoca romana a camino. La merlatura antica è oggi coperta da un tetto, mentre sono ancora visibili le antiche feritoie e una finestra a crociera sul lato di ponente della torre. Fu detta anche Tour de l'Insinuation nell'Ottocento, quando a partire dal 1830 ospitò gli archivi.
Musei
modifica- 32 Museo archeologico regionale della Valle d'Aosta (Musée archéologique régional de la Vallée d'Aoste), Piazza Pierre-Léonard Roncas, 12, beniculturali@regione.vda.it. € 8,00 Biglietto unico per un ingresso in ognuno dei seguenti siti: Teatro romano, Criptoportico forense, Chiesa paleocristiana di San Lorenzo, Museo Archeologico Regionale e Area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans. Aprile-Settembre Lun-Dom 9:00-19:00, Ottobre-Marzo Lun-Dom 10:00-13:00 e 14:00-18:00. Il museo dispone di molti reperti archeologici ritrovati in tutta la Valle d'Aosta che sono disposti secondo l'ordine cronologico.
- 33 Museo del tesoro della cattedrale di Aosta (Musée du Trésor de la Cathédrale), artesacra@diocesidiaosta.191.it. Questo museo è particolarmente interessante per la varietà e la ricchezza degli oggetti custoditi - comprendenti codici miniati, pitture, sculture, vetrate, reliquiari e opere d'oreficeria, paramenti sacri, e altro ancora - in grado di offrire una panoramica dell'arte sacra in Valle d'Aosta che spazia dal XIII al XVIII secolo, con particolare riguardo al gotico delle Alpi Occidentali.
Aree naturali
modifica- 34 Riserva naturale Tzatelet (Réserve naturelle de Tzatelet). La riserva è collocata alla confluenza tra la valle centrale della Dora Baltea e la Valpelline, sulla sinistra idrografica di quest'ultima. La piccola area protetta comprende il dosso omonimo (790 m s.l.m.) il quale evidenzia, con la sua morfologia arrotondata, l'azione erosiva dei grandi ghiacciai che occupavano l'area fino a 10.000 anni fa.
- 35 Arboreto di Entrebin (Arboretum d'Entrebin o Parc d'Entrebin).
- 36 Parco Saumont (Parc de Saumont).
Eventi e feste
modifica- Fiera di Sant'Orso. 30-31 gennaio. È una fiera millenaria di artigianato e di enogastronomia.
- Mercatino di Natale (Marché Vert Noël), Piazze Roncas, Caveri e Giovanni XXIII (Nel centro storico di Aosta). Gratuito. Lun-Ven 11:00-20:00; Sab, Dom, festivi 10:00-22:00; Natale, Capodanno 15:00-20:00. Mercatino natalizio allestito sotto forma di 3 piccoli villaggi alpini in cui trovare regalini di Natale, prodotti tipici e artigianato valdostano.
Cosa fare
modifica- Trekking in montagna, alpinismo, rafting, falegnameria tradizionale
- Sciare. Pila è una piccola stazione sciistica per famiglie appena a sud di Aosta, si può salire in auto o prendere la funivia da Charvensod. Le piste vanno da 2700 m fino a 1765 m. È spesso incluso negli skipass di altre località vicine, come La Thuile e Courmayeur.
Acquisti
modificaAosta è un buon posto per fare scorta di prodotti enogastronomici locali.
- 1 Gros Cidac, Via Paravera 4 (A sud dei binari ferroviari e all'estremità ovest della città). Lun-Dom 07:30-20:30. Grande supermercato, con una buona selezione di cibi, vini e liquori locali.
Come divertirsi
modificaDove mangiare
modificaPuò essere difficile trovare un buon ristorante aperto dalle 14:00 alle 19:00 ad Aosta. Se volete mangiare presto, cercate una pizza, un kebab o fast food.
Tutti i ristoranti offrono un menù a prezzo fisso (menu turistico/menu a prezzo fisso) che non è molto entusiasmante ma va bene se state attenti a quanto spendete. Conservate la ricevuta, a volte la polizia controlla.
Tante specialità locali - cercate la parola "Valdostana" o "Valdôtaine" nei nomi dei piatti. La carbonade è carne macinata di manzo arrostita nel vino rosso. Il formaggio Fontina è prodotto localmente. Le tegole sono biscotti dolci e sottili.
Notevoli vini locali includono il bianco Blanc de Morgex et La Salle. Il génépy è un forte liquore color oliva, erbaceo e più dolce dell'assenzio, solitamente bevuto liscio.
Prezzi modici
modifica- 1 McDonald's Aosta, Corso Ivrea 138, ☎ +39 0165 231236. Lun-Dom: 07:00-00:00 Ristorante e McCafé, Dom-Gio: 07:00-00:00; Ven-Sab: 07:00-02:00 McDrive. I servizi sono : McDrive, McCafé, Parcheggio, Colazione, Wifi, Playland. Questo è l'unico McDonald's della Valle d'Aosta.
- 2 Bar Haiti, Corso Saint-Martin-de-Corléans, 1 (a nord del centro vicino all'ospedale), ☎ +39 3407898726.
- 3 Da Manuel, Via Hôtel-des-Monnaies, 33, ☎ +39 0165361086. Trattoria tradizionale molto alla buona. Si può mangiare all'aperto o all'interno e c'è anche un parcheggio privato dove lasciare l'auto.
Prezzi medi
modifica- 4 Hostaria del Calvino, Rue Croix-de-Ville, 24, ☎ +39 349 705 1804. Mer-Lun 12:00-15:00 e 18:00-23:00, Mar 12:00-15:00. Buona pizza, birra locale e servizio cordiale.
- 5 Moderno, Via Édouard Aubert 21, ☎ +39 016535669. Ven-Mer 12:00-15:00, 18:30-22:30. Pizza e pasta.
- 6 Ulisse, Via Édouard Aubert, 58. Gio-Mar 12:00-14:30, 18:45-22:30. Specialità della tradizione valdostana.
- 7 Oishi Sushi, Via Édouard Aubert, 74, ☎ +39 3662688023.
- 8 L'Osteria, Via Porta Prætoria, 13, ☎ +39 016540111.
Dove alloggiare
modificaPrezzi medi
modifica- 1 B&B Le Rêve charmant, Via Marché-Vaudan, 6 (all'estremità ovest del centro pedonale.), ☎ +39 0165238855.
- 2 B&B Al Nabuisson, Via Édouard Aubert, 50, ☎ +39 3396090332. Buona posizione centrale, il personale cordiale parla inglese e francese. Wifi gratis.
Prezzi elevati
modifica- 3 Albergo Milleluci, Frazione Porossan-Roppoz, 15, ☎ +39 0165235278. Check-in: 14:00, check-out: 12:00. Casale-chalet destinato a sontuoso set cinematografico, questo hotel di lusso si trova sulle colline che guardano le "mille luci" della città sottostante.
Sicurezza
modificaFarmacie di Turno
modificaPer farmacie di turno consulta il sito ufficiale qui
- 12 Ospedale Beauregard (Hôpital Beauregard).
- 13 Ospedale Umberto Parini (Hôpital Umberto Parini), Viale Ginevra, 2.
Come restare in contatto
modificaNei dintorni
modificaInformazioni utili
modifica- 15 Biblioteca regionale Bruno Salvadori, Via Torre del lebbroso, 2, ☎ +39 0165 274850, bibreg@regione.vda.it. La Biblioteca regionale Bruno Salvadori offre i servizi tipici di una biblioteca di pubblica lettura (consultazione libera libri e riviste, wifi ecc.). È anche una struttura architettonicamente interessante e ampia. Sorge sui resti delle mura romane visibili ai visitatori.
Altri progetti
modifica- Wikipedia contiene una voce riguardante Aosta
- Wikinotizie contiene notizie di attualità su Aosta
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Aosta