patrimonio dell'umanità dell'UNESCO
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Le Ville palladiane sono una serie di ville del Veneto, progettate da Andrea Palladio, uno degli architetti più influenti nella storia dell'architettura occidentale.

Introduzione modifica

 
Villa Capra a Vicenza

Le ville palladiane sono un insieme di ville venete (del territorio della Repubblica di Venezia, molto più esteso dell'attuale regione del Veneto) edificate intorno alla metà del Cinquecento dall'architetto Andrea Palladio per le famiglie aristocratiche più importanti del vicentino e poi del veneziano, oltre che per alcuni esponenti dell'alta borghesia.

Cenni geografici modifica

Sono 24 le ville palladiane del Veneto comprese nell'elenco dei Patrimoni mondiali dell'umanità dell'UNESCO; 3 di esse si trovano nel comune di Vicenza (la più celebre, Villa Almerico Capra detta la Rotonda, è visitabile); 13 ville sono situate nel territorio della provincia, 8 in altri luoghi del Veneto. Solo una parte delle ville è aperta al pubblico, ma di tutte è visibile l'esterno.

Vi sono almeno 6 altre ville nel vicentino e nel padovano progettate da Palladio ma non comprese nell'elenco UNESCO, rimaste incompiute o ricostruite con un diverso progetto.

Cenni storici modifica

Le ville palladiane si distinguono dalle ville romane e dalle ville medicee toscane: non erano destinate unicamente allo svago dei proprietari, ma erano - anzitutto - dei complessi produttivi. Circondate da vaste estensioni di campi coltivati e vigneti, le ville comprendevano magazzini, stalle e depositi per il lavoro agricolo. Palladio combinò liberamente molti degli elementi del linguaggio classico, rispettando le esigenze derivanti dalla posizione dell'edificio e dalle sue necessità funzionali. Di norma presentano ali laterali, le barchesse, destinate a contenere gli ambienti di lavoro, dividendo razionalmente lo spazio del corpo centrale, destinato ai proprietari, da quello dei lavoratori, in modo da non sovrapporre le diverse attività. Il corpo centrale è a sua volta suddiviso in senso verticale, dove ogni piano assolve a funzioni diverse.

 
Schema di Villa Godi con le barchesse laterali

Palladio progettava sempre le sue ville in funzione dell'ubicazione. Se l'edificio doveva sorgere su una collina, come ad esempio nel caso di villa Almerico Capra, le facciate venivano disegnate in modo da permettere a chi vi risiede di godere di un buon panorama da qualunque angolo della casa. Le dimensioni interne delle ville erano studiate su semplici proporzioni matematiche come 3:4 o 4:5, alle quali si adeguavano i rapporti di tutte le stanze. In precedenza altri architetti avevano utilizzato queste formule matematiche per dotare gli edifici di equilibrio interno e per raggiungere la simmetria nelle facciate, ma Palladio, nei suoi progetti, utilizzò per primo questa formula per la struttura dell'intero edificio, per evitare che gli elementi stridessero e che le ville, generalmente quadrate, mancassero di armonia.

Grazie anche alle loro descrizioni e ai dettagliati disegni pubblicati da Palladio nel trattato I quattro libri dell'architettura (1570), le ville palladiane divennero nei secoli successivi oggetto di studio per gli architetti non solo europei, che si ispirarono ad esse per le loro realizzazioni, producendo numerosissimi edifici in stile palladiano in varie parti del mondo (Palladianesimo).

Come arrivare modifica

In bicicletta modifica

Quello delle ville è particolarmente adatto come itinerario cicloturistico, scegliendo preferibilmente percorsi alternativi rispetto alle strade a maggiore scorrimento, più inquinate, trafficate e pericolose (almeno quelle ancora prive di piste ciclabili). Una ventina di ville palladiane sono situate nei dintorni di Vicenza, entro 30 di chilometri dalla città (1 ora e 30 min. in sella), un gruppo nell'alto vicentino, uno nel basso vicentino e nella confinante provincia di Padova. Delle rimanenti, più lontane, 3 ville sono nel territorio trevigiano, 2 nel veneziano, una nel veronese (la più occidentale) e una nel rodigino (la più meridionale).

Per gli itinerari delle ville palladiane (che comprendono anche le altre opere di Palladio) vedi nel sito del Comune di Vicenza:

  1. Le ville del vicentino orientale
  2. L'alto vicentino
  3. Le ville del basso vicentino e della bassa padovana
  4. Alta padovana e il trevigiano, tre grandi ville nel cuore del Veneto
  5. Il veronese
  6. Il rodigino
  7. Il veneziano
  8. Il Veneto orientale e il Friuli

In treno modifica

Per raggiungere velocemente le ville più lontane, è possibile usare la formula treno + bici al seguito (quasi tutti i treni regionali lo permettono).

Varie ville sono abbastanza vicine alle stazioni ferroviarie, da cui si possono raggiungere anche a piedi.

Ville modifica

  Ville palladiane

Vicenza modifica

 
Villa Almerico Capra
  •   45.53152411.5602681 Villa Almerico Capra (detta La Rotonda), Via della Rotonda, 45 Vicenza (3 km a sud del centro storico di Vicenza, si raggiunge in bicicletta in 10 min. o a piedi in circa 25'), +39 0444 321793, fax: +39 049 8791380, .   esterni: 5,00€; interni + esterni: 10,00€.   Aperta dal 13 marzo ai primi di novembre (nel resto dell'anno solo esterni); orario 10:00-12:00 e 15:00-18:00; Mar, Gio, Ven e Dom: aperti solo esterni; Mer e Sab: aperti anche gli interni; Lun chiuso. Costruita da Andrea Palladio a partire dal 1566 circa a ridosso della città, è considerata il grande capolavoro dell'architetto rinascimentale ed uno degli edifici più studiati, ammirati e copiati al mondo. È un'innovativa villa suburbana originariamente intesa per funzioni di rappresentanza (non di produzione agricola come le altre ville palladiane) e come tranquillo rifugio di meditazione e studio per il committente originale, il canonico e conte Paolo Almerico. È uno dei primissimi esempi dell'applicazione di una pianta centrale a un edificio privato. Consiste di un edificio quadrato, completamente simmetrico e inscrivibile in un cerchio perfetto. Ognuna delle quattro facciate identiche è dotata di un pronao con loggia da cui si accede alla sala centrale, circolare e a tutt'altezza, sormontata da una cupola (conclusa da Vincenzo Scamozzi sul modello del Pantheon). Anche nel ricco apparato decorativo sono inseriti elementi formali destinati a suggerire un senso di sacralità. Sita sopra la cima tondeggiante di un piccolo colle accanto a Monte Berico, la sua pianta è ruotata di 45 gradi rispetto ai punti cardinali per consentire ad ogni stanza un'analoga esposizione solare. I fratelli Capra, che acquistarono la villa dopo la morte del committente originale, aggiunsero poi gli altri corpi e le barchesse, dando al complesso l'aspetto attuale. La villa è tuttora abitata ed è visitabile all'interno solo in alcuni giorni dell'anno o per gruppi su prenotazione. La si può ammirare da lontano inserita nel proprio ambiente, fermandosi lungo la statale, oppure visitarla dall'esterno, seppure anche gli interni meritino una visita guidata.    
 
Villa Trissino
  •   45.5663511.548192 Villa Trissino (a Cricoli), via Marosticana 6 Vicenza (località Cricoli, 3 km a nord dal centro città, 10 min. in bicicletta).   Chiusa al pubblico. Situata appena fuori dalla città, è una villa veneta appartenuta all'umanista Giangiorgio Trissino (1478-1550) e tradizionalmente legata alla figura dall'architetto Andrea Palladio, benché sicuramente non si tratti di un'opera di quest'ultimo. La tradizione vuole che proprio qui, nella seconda metà degli anni 1530, il nobile vicentino Giangiorgio Trissino incontri il giovane scalpellino Andrea di Pietro impegnato nel cantiere della villa. Intuendone in qualche modo le potenzialità e il talento, Trissino ne cura la formazione, lo introduce all'aristocrazia vicentina e, nel giro di pochi anni, lo trasforma in un architetto cui impone l'aulico nome di Palladio.
    A fine Settecento l'architetto vicentino Ottone Calderari intervenne pesantemente sulla villa su commissione del conte Teodoro Trissino dal Vello d'Oro e nei primi anni del Novecento una seconda campagna di lavori cancellò le ultime tracce dell'edificio gotico, compiendo una postuma "palladianizzazione" della villa.
       
 
Villa Gazzotti Grimani
  •   45.55916711.6005563 Villa Gazzotti Grimani, Via San Cristoforo, 23 Vicenza (località Bertesina; ca 20 min. in bicicletta dal centro città verso est).   Chiusa al pubblico. Progettata da Andrea Palladio fra il 1542 e il 1543, questa villa è stata soggetta nel tempo a diverse manomissioni legate all'uso agricolo ed è attualmente disabitata e bisognosa di interventi di restauro. Il committente Taddeo Gazzotti, non appartenente all'aristocrazia ma uomo colto, a causa di una speculazione sbagliata nel 1550 fu costretto a vendere la villa, ancora in costruzione, al patrizio veneziano Girolamo Grimani che la completò nel giro di alcuni anni. Nel suo progetto Palladio dovette assorbire una casa a torre preesistente (ancora visibile nell'angolo destro dell'edificio realizzato). Palladio la raddoppia all'altra estremità della pianta, creando due appartamenti simmetrici di tre stanze ciascuno, collegati da una loggia voltata a botte alla grande sala coperta a crociera. La struttura dell'edificio, lungo e poco profondo, con l'ordine composito che fascia l'intera altezza e la loggia centrale, risente fortemente dell'influsso di palazzo del Te di Giulio Romano a Mantova e della contemporanea progettazione della grande villa per i fratelli Thiene a Quinto. L'enfasi sulla sala a crociera e la presenza di appartamenti di tre unità fanno parte di un linguaggio che andrà poco a poco affinandosi.    

Nel Vicentino modifica

 
Villa Godi
  •   45.74614111.5344394 Villa Godi (Villa Godi Malinverni), Via Palladio 44, Lonedo di Lugo di Vicenza (27 km a nord di Vicenza, 1h35' in bicicletta), +39 0445 860561.   Aprile-settembre: Mar 15:00-19:00, Sab 9:00-14:00, Dom e festivi 10:00-19:00. Marzo, ottobre e novembre: Mar, Sab, Dom e festivi 14:00-18:00. È una delle prime opere di Andrea Palladio, la prima documentata con sicurezza. La progettazione dell'edificio, commissionato dai fratelli Gerolamo, Pietro e Marcantonio Godi, iniziò nel 1537 per concludersi nel 1542, con modifiche successive sull'ingresso e sui giardini sul retro. La dimora storica. ancora abitata, è visitabile. Sono visitabili nove saloni affrescati: dalla sala dell'Olimpo al Salone centrale, alto 9 metri. Sul soffitto si possono ancora osservare le decorazioni a cassettoni. Qui convivono, in armonia, due distinte scuole pittoriche, nettamente diverse tra loro e fortemente riconoscibili nonostante la loro contemporaneità: le differenze tra le due correnti sono perlopiù inerenti ai temi trattati dai dipinti e ai colori utilizzati. Nelle antiche barchesse è stato ricavato un ristorante con cucina tipica tradizionale veneta. La villa ha grandi giardini aperti al pubblico ogni pomeriggio. Il complesso ospita anche un museo paleontologico con centinaia di fossili di piante e animali della zona.    
 
Villa Piovene
  •   45.74775111.5332165 Villa Piovene (Porto Godi), Via Palladio, 51, Lugo di Vicenza, località Lonedo (a 200 metri da Villa Godi), +39 0445 860613.   Lun-Dom 14:30-19:30; visite fuori orario su prenotazione. Consentita visita a esterni della villa, parco e cappella. Molto vicina villa Godi Malinverni, è un progetto concorrente di quest'ultimo. Un certo antagonismo e la concorrenza tra le due famiglie Piovene e Godi infatti stimolò l'ambizione di Battista Piovene in tal senso, anche se il committente fu probabilmente suo figlio Tommaso. L'effettivo coinvolgimento di Palladio nella realizzazione di quest'opera rimane assai dubbio. Sicuramente la villa è frutto di almeno tre campagne di lavori: una prima casa dominicale, più piccola dell'attuale, certamente realizzata entro il 1541, venne poi ingrandita con l'inserimento del pronao, del 1587. Infine, nella prima metà del Settecento, l'architetto Francesco Muttoni costruì le attuali barchesse laterali, sistemò il giardino e probabilmente realizzò la scala a doppia rampa che conduce alla loggia. La scenografica scalinata che dà accesso alla villa fu invece realizzata alcuni anni prima, con il bel cancello del 1703 e le sue pregevoli statue e ferri battuti. La villa, affacciata a sud, è a pianta rettangolare ed il tetto è a padiglione; ha un sottotetto e due piani vivibili. Nel fronte principale il pronao ionico a sei colonne, molto grande, è concluso dal timpano con lo stemma nobiliare coronato da statue. La villa dispone di un ampio giardino all'italiana e di un parco all'inglese con maestosi viali, grotte e i cedri del Libano secolari. Il parco di gusto romantico è stato disegnato a inizio dell’Ottocento da Antonio Piovene. Fuori dal recinto della villa si trova anche l’oratorio privato di San Girolamo, del 1496, che si sviluppa in un'unica navata e presenta le capriate del soffitto decorate con motivi floreali. Nel parco si trova un mestoso viale di tigli, anfratti carsici, viottoli che si perdono nel verde e diversi alberi secolari.    
 
Villa Caldogno
  •   45.613911.50676 Villa Caldogno (Caldogno Nordera), Via Giacomo Zanella, 3 Caldogno (nel centro del paese, 10 km a nord di Vicenza; 35' in bicicletta), +39 345 9302084.   Aperta da marzo a ottobre, Sab-Dom: 9:00-12:00 e 15:00-18:00. Anche se non è inclusa nei Quattro libri dell'architettura e non esistono prove dirette che sia opera di Palladio, la struttura rimanda ad altre ville palladiane. Palladio, amico di famiglia dei Caldogno, operò su una struttura preesistente, forse della prima metà del Quattrocento, ben visibile nel seminterrato. La planimetria è molto semplice e le stanze non sono perfettamente proporzionate, ma molto probabilmente ciò deriva dal riutilizzo di murature preesistenti.
    Un'iscrizione nella facciata attesta il completamento dell'edificio nel 1570 da parte di Angelo Caldogno, figlio del committente originale, ma probabilmente tale data si riferisce alla conclusione della sontuosa decorazione interna ordinata da Angelo. L'atrio presenta una decorazione con paesaggi di genere, concerto e il circolo degli dei dell'Olimpo nel soffitto. Il grande salone centrale venne affrescato creando un'architettura illusoria di un porticato interno sostenuto da giganteschi telamoni di marmo, all'interno del quale si svolgono momenti tipici della vita in villa dell'aristocrazia del tempo: il gioco delle carte, la danza, il concerto e la merenda portata a due innamorati: frutta e un vassoio di dolci a forma di ciambella, i bussolà veneziani.
    Le due stanze più grandi di sinistra sono dotate di camino e furono affrescate, intorno al 1570, da Giovanni Antonio Fasolo e Giovanni Battista Zelotti, con storie romane: presentano le vicende della giustizia di Scipione e della regina Sofonisba. Non mancano altri giochi illusori, come le finte porte dipinte, da cui escono dei personaggi.
    In seguito Giulio Carpioni - qui nella sua prima opera in affresco - realizzò la decorazione di parte di una saletta intermedia nel lato occidentale che era stata ricavata dalla demolizione di una scala nel 1646. Lo stanzino del Carpioni mostra episodi ispirati al poema pastorale Il Pastor fido di Giovanni Battista Guarini, a testimonianza che i temi bucolici e pastorali, tanto in voga alla fine del Cinquecento, erano ancora apprezzati nel Seicento. A Costantino Pasqualotto sono attribuiti i fregi visibili nella parte alta delle pareti delle sale a destra del salone, le uniche decorazioni antiche visibili in quell'ala dell'edificio.
    Del complesso della villa fanno parte anche tre barchesse (che ospitano la biblioteca comunale dal 2012) e una torre colombara, edificate dall'architetto Antonio Pizzocaro nel Seicento. Il parco ospita un bunker realizzato verso la fine della seconda guerra mondiale (la villa era sede del comando tedesco) e una peschiera cinquecentesca adiacente alla villa. La villa, di proprietà del comune di Caldogno, è utilizzata per attività ed eventi culturali e ospita mostre d'arte contemporanea.
       
 
Villa Angarano
  •   45.78055611.7236117 Villa Angarano (Bianchi Michiel), Via Corte S. Eusebio, 41, Bassano del Grappa (35 km a nord-est di Vicenza, 1h50' in bicicletta; a 3,5 km a nord-ovest dalla stazione ferroviaria di Bassano del Grappa, 12 min. in bici o 37 a piedi attraversando o costeggiando il centro storico).   Visitabile su appuntamento (ospita un'azienda vitivinicola). Originariamente concepita intorno al 1548, il progetto della villa è inserito nei Quattro Libri dell'Architettura di Palladio, in cui si mette in luce l'interessante posizione della villa, la quale gode della vicinanza del fiume Brenta. Il corpo centrale è opera di Baldassare Longhena nel Seicento. Le due barchesse, progettate da Palladio, sono collegate alla corte da lunghi porticati di stile dorico e avevano all'epoca la funzione di separare la parte signorile della villa dagli edifici di servizio e dalle zone della servitù. La barchessa di destra termina con la cappella dedicata a santa Maria Maddalena: la cappella è a pianta ellittica, la facciata è invece squadrata e decorata da due semicolonne giganti che reggono il frontone triangolare e coronato da tre statue. Le statue all'interno della villa sono di Giacomo Cassetti.    
 
Villa Chiericati
  •   45.503111.64398 Villa Chiericati, Via Nazionale 1, Vancimuglio di Grumolo delle Abbadesse (13 km a sud-est di Vicenza, 45' in bicicletta; 3,6 km a sud della stazione ferroviaria di Lerino, 12' in bici).   Visitabile solo il giardino.
    Segna una tappa fondamentale nell'evoluzione del linguaggio palladiano perché per la prima volta un vero e proprio pronao di tempio antico viene applicato al corpo di una villa, dando origine a un motivo che diventerà una soluzione classica nei progetti successivi. Il committente della villa fu Giovanni Chiericati, fratello di Girolamo, per il quale negli stessi anni 1550 Palladio stava realizzando il palazzo all'Isola di Vicenza. Acquistata da Ludovico Porto nel 1574, la villa fu ultimata nel 1584, quattro anni dopo la morte dell'architetto, da Domenico Groppino, un suo abituale collaboratore. Il progetto originale palladiano fu sensibilmente modificato.
    La villa sorge in un territorio di rinomate risaie. Il conte Giovanni Battista Orazio Porto, proprietario del fondo agricolo nel Settecento, ottenne dalla Serenissima la concessione per realizzare la storica pila tuttora esistente (un macchinario in cui avviene la sbucciatura e la pulitura del riso).
       
 
Villa Forni Cerato
  •   45.65638911.5622229 Villa Forni Cerato, Via Venezia, 4, Montecchio Precalcino (15 km a nord di Vicenza, 50' in bicicletta; 3,3km a est della stazione ferroviaria di Villaverla Montecchio, 11' in bici).   Chiusa al pubblico. La sua progettazione è attribuita a Palladio nel 1565 circa. La villa rappresenta un caso esemplare di intervento palladiano su un edificio preesistente, trasformato pur con mezzi modesti in un significativo episodio monumentale. Il proprietario era certo ricco, ma non nobile: Girolamo Forni, agiato mercante di legnami (fornitore di numerosi cantieri palladiani, a cominciare da quello di palazzo Chiericati), amico di artisti come il Vittoria e pittore egli stesso, collezionista di antichità e membro dell'Accademia Olimpica di Vicenza. È possibile che l'asciutto minimalismo della villa dipenda dallo status sociale borghese del committente e ha posto dubbi sull'effettiva paternità palladiana, anche per la planimetria estremamente semplice. In realtà la villa è l'esito di una ristrutturazione.
    Spogliata quasi completamente della ricca decorazione scultorea, in parte di Alessandro Vittoria, la villa versa da diversi anni in stato di abbandono. Gli annessi rustici e la colombara sono diroccati. Si conservano solo gli affreschi della loggia, ormai sbiaditi, raffiguranti rovine romane, due bei camini in pietra tenera della seconda metà del Cinquecento e la testina di Medusa, posta a chiave dell'arco della serliana della loggia, attribuita al Vittoria.
       
 
Villa Pisani Bagnolo - Facciata principale
 
Villa Pisani a Bagnolo - retro
  •   45.35736711.37102210 Villa Pisani a Lonigo (Villa Pisani Bonetti), Via Risaie, 1, Bagnolo di Lonigo (a 28 km a sud di Vicenza, 1h 30' in bicicletta), +39 0444 831104, fax: +39 0444 835517, .   Aperta su prenotazione tutto l'anno, telefonare. Progettata nel 1542 su commissione dei fratelli Pisani di Venezia, fu ideata come villa di campagna, come indicato dalle barchesse adiacenti; il giardino si colloca dietro all'edificio. Sorge in prossimità del fiume Guà, in un punto strategico. Tra le prime opere di Palladio, si presenta incompleta poiché è priva del cortile a porticati. L'interno presenta un maestoso salone centrale affrescato.
    La realizzazione della villa, a partire dal 1542, costituisce per la carriera del giovane architetto un vero punto di svolta: i committenti fanno parte dell'élite aristocratica veneziana. Nel 1545 il corpo padronale risulta realizzato, e in una mappa del 1569 è visibile sul fondo del cortile, a ovest, una grande barchessa colonnata a U, attribuibile anch'essa a Palladio, conclusa da due colombare, ammirata dal Vasari ma successivamente danneggiata da un incendio nel 1806 e sostituita dall'attuale struttura ottocentesca localizzata sul lato lungo, estranea al progetto palladiano. Dopo un bombardamento nel 25 aprile 1945 è rimasto solo un lato del porticato.
    Palladio inserisce in un disegno unitario casa padronale, stalle, barchesse e colombare, che nella villa quattrocentesca si affacciavano sull'aia in un disegno casuale. Come un tempio romano, la villa sorge su un alto basamento che dà slancio all'edificio e accoglie gli ambienti di servizio.
    La grande sala centrale a “T” è coperta a botte come gli edifici termali antichi, riccamente decorata e illuminata da un’ampia finestra termale: uno spazio radicalmente diverso, per dimensioni e qualità formale, dalle sale delle ville prepalladiane, tradizionalmente più piccole e coperte da un soffitto piano con travi di legno. Una ricca decorazione pittorica ad affresco, con scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio dovute probabilmente alla mano di Francesco Torbido (1482/84-1561), dialoga con lo spazio architettonico esaltandone la monumentalità.
    La villa è stata restaurata e aperta al pubblico nel 1993.
       
 
Villa Pojana
 
Villa Pojana - sala degli Imperatori
 
Villa Pojana - Sala degli Imperatori
  •   45.26666711.511 Villa Pojana, Via Castello, 43, Pojana Maggiore (37 km a sud di Vicenza, 2h in bicicletta), +39 041 2201297, fax: +39 041 2201289, .   Mer-Ven 10:00-13:00 e 14:00-18:00; Sab e Dom 10:00-18:00; periodo invernale solo su prenotazione. Tra le prime opere di Andrea Palladio. Di antichissima nobiltà, i Pojana fin dal Medioevo furono veri signori del luogo. L'edificio rispecchia la committenza di origine militare, anche se in parte convertitasi all'attività agricola. Anche negli interni si riprendono temi legati all'arte della guerra attraverso le decorazioni.
    Il complesso fu completato nel Seicento, quando i discendenti di Bonifacio adattarono l’edificio al loro gusto e alle loro necessità, con l'aggiunta di un corpo edilizio sulla destra della villa che ne riprende le modanature delle finestre. In tale periodo furono aggiunte anche le due statue poste ai lati della scalinata dell'ingresso principale, attribuite a Girolamo Albanese nel 1658.
    Disposta lontana dalla strada, all’interno di una profonda corte e fiancheggiata da giardini, la villa si innalza su un basamento destinato agli ambienti di servizio. Il piano principale è dominato da una grande sala rettangolare con volta a botte, ai cui lati si distribuiscono simmetricamente le sale minori coperte con volte sempre diverse.
    In questa villa Andrea Palladio rinuncia quasi totalmente ai particolari decorativi: la facciata non è articolata in un loggiato o in un pronao sporgente, ma è chiusa, crea una architettura sobria, misurata, di grande armonia. Privo di capitelli e trabeazioni, l’ordine architettonico è appena accennato nell’articolazione essenziale delle basi dei pilastri.
    La decorazione interna è di Bernardino India (pittore, affrescatore delle grottesche), Anselmo Canera (pittore, affrescatore del salone) e Bartolomeo Ridolfi (decoratore, responsabile degli stucchi e dei camini).
    Nell'atrio, eleganti cornici a stucco, i cui disegni floreali si intrecciano intorno a rilievi in trompe-l'œil, racchiudono monocrome di divinità fluviali, mentre qua e là appaiono macchie di un cielo popolato dalle altre divinità. Il busto di Bonifacio Pojana (forse opera di Ridolfi) guarda dall'alto in basso da oltre l'ingresso principale, e sopra di lui vi sono stemma e trofei militari della famiglia. Altre decorazioni raffigurano scene pompeiane con gli sfondi e paesaggi pittoreschi disseminati di rovine e di colonne spezzate, mentre figure monocrome di guerrieri fanno la guardia in nicchie in trompe-l'œil. Il soffitto dell'atrio, con l'allegoria della Fortuna, è attribuito a Giovanni Battista Zelotti.
    Gli affreschi più significativi si possono trovare nella sala principale, la Salone dell'Imperatore, che ritrae una famiglia dei tempi classici, i cui membri sono vestiti di tuniche e toghe. Essi si inginocchiano davanti a un altare, mentre il pater familias spegne la fiaccola di guerra ai piedi della statua della Pace collocata sopra l'altare. Si tratta di una chiara allusione alla pace faticosamente raggiunto nel XVI secolo dopo la guerra della Lega di Cambrai, che ha consentito ai Veneziani di godere i piaceri della terraferma.
       
 
Villa Saraceno a Finale di Agugliaro
  •   45.312511.56638912 Villa Saraceno (proprietà della fondazione The Landmark Trust), Via Finale, 8, Agugliaro, località Finale (30 km a sud di Vicenza, 1h35' in bicicletta), +39 0444 891371.   Mer 14:00-16:00 dal 1° aprile al 31 ottobre.
    Fu progettata e costruita da Palladio intorno al 1548, quando Biagio Saraceno (che acquisisce un'importante carica politica in città) lo chiama per intervenire in una corte agricola già esistente. Solo trent'anni più tardi Pietro Saraceno, figlio di Biagio, realizza gli intonaci interni e avvia l'apparato decorativo, forse dovuto a Domenico Brusasorzi. Una risistemazione di tutto il complesso però non fu mai effettuata da Palladio, tanto che il suo intervento riguarda solo il corpo padronale, mentre sul lato destro della corte rimangono gli edifici e la barchessa è dell'inizio dell'Ottocento.
    La villa è orientata secondo l'asse nord-sud, il piano nobile poggia su una piattaforma rialzata di quasi 2 metri. Fulcro dell'impianto è il salone (a forma di T) con vista sulle Dolomiti che nel lato nord si collega al brolo mediante due piccole rampe di scale, mentre nel lato sud si collega alla loggia. A differenza delle altre ville di impianto palladiano, il piano sottostante non è totalmente adibito a cantine: i locali furono riempiti da terra arenaria per problemi legati a una falda acquifera e al terreno argilloso. La loggia in facciata è coronata da un timpano triangolare e funge da elemento di raccordo tra il salone e la corte antistante. Piccole finestre illuminano le soffitte, dove veniva conservato il grano. Anche in pianta la villa è di una semplicità disarmante: due ambienti minori destinati ad accogliere le scale determinano la forma a “T” della sala.
    Dal 1989 la villa appartiene ed è conservata dalla fondazione non profit britannica The Landmark Trust che ne ha curato la ristrutturazione completata nel 1994; per finanziarne le spese di mantenimento il bene è disponibile per il soggiorno self-catering di gruppi fino a 16 persone.
    Le stanze principali della villa sono aperte al pubblico solo in alcuni orari e periodi dell'anno.
       
 
Villa Thiene
  •   45.57286111.62516713 Villa Thiene (sede municipale), Piazza IV Novembre, 2, Quinto Vicentino (10 km a est dal centro di Vicenza, 30' in bicicletta), +39 0444 584211, fax: +39 0444 357388.   Aperta in orari d'ufficio. Costruita a partire dal 1542 per Marcantonio e Adriano Thiene, probabilmente basandosi su un progetto di Giulio Romano, non fu mai terminata da Palladio ma da Francesco Muttoni nel XVIII secolo, molto rimaneggiata.
    Affacciata sul fiume Tesina, essa era situata al centro di due grandi corti agricole dei Thiene. Il progetto prevedeva una soluzione ben diversa da quella delle altre ville palladiane: una grande loggia voltata a botte, più alta del resto dell'edificio, mentre all'esterno lesene doriche, raddoppiate sui lati corti. La struttura è in mattoni — in origine coperti da intonaco, ma ora a vista — con un uso limitato di pietra bianca nelle basi, nei capitelli, nei davanzali delle finestre e agli angoli del cornicione e del timpano; il resto delle parti sagomate è eseguito in cotto.
    La costruzione verosimilmente si arrestò negli anni 1550 con la morte di Adriano Thiene (avvenuta alla corte di Francia, al servizio di Francesco II) e lo spostamento degli interessi familiari nel Ferrarese, a seguito dell'acquisizione del feudo e del titolo di conte di Scandiano da parte di Ottavio, figlio di Marcantonio.
    Francesco Muttoni, prima del 1740, intervenne pesantemente sull'edificio, conferendogli l'aspetto attuale: pur conservando gli appartamenti eseguiti, elimina la grande loggia e crea una nuova facciata principale verso sud. Quelli che dovevano essere i fianchi diventano quindi le odierne facciate, con una rotazione di 90 gradi. Nelle due stanze a sinistra rimangono gli affreschi realizzati da Giovanni Demio nei primi anni cinquanta del Cinquecento.
       
 
Barchesse di Villa Trissino, a Meledo di Sarego
  •   45.432211.413114 Barchesse di Villa Trissino, Via Gian Giorgio Trissino, 9, Meledo di Sarego (20 km a sud-ovest da Vicenza, 1 h in bicicletta).   Chiusa al pubblico. Si tratta del frammento superstite di un progetto mai completato di Palladio (del 1553 - 1567 circa) per i fratelli Ludovico e Francesco Trissino, figure di primo piano dell'aristocrazia vicentina e committenti di Palladio per altri edifici. Le barchesse sorgono sulle rive del fiume Guà. Le tracce evidenti dell'inizio di un cantiere palladiano risiedono nelle imponenti fondazioni in pietra degli edifici lungo il fiume, oltre che nelle due barchesse con colonne tuscaniche di ottima fattura. La torre colombara è fornita di camini ed è affrescata con grottesche, attribuibili a Eliodoro Forbicini (pittore veronese che aveva già lavorato nei palladiani palazzo Chiericati e palazzo Thiene), segno evidente di un utilizzo non solo funzionale. Nel 2015 il complesso (incluso il giardino) è stato restaurato.    
 
Villa Valmarana a Lisiera
  •   45.579811.610315 Villa Valmarana (Scagnolari Zen), Via Ponte, 3, Lisiera di Bolzano Vicentino (8 km a nord-est dal centro di Vicenza, 25' in bicicletta), +39 0444 356920.   Chiusa al pubblico, visibile dall'esterno.
    Benché la villa che vediamo oggi sia molto diversa da quella progettata da Palladio intorno al 1563, si tratta di un edificio suggestivo, anche grazie alla scenografia data dal giardino antistante col bacino d'acqua su cui si rispecchia la facciata. La villa ha in effetti una storia assai tormentata.
    Il cantiere palladiano si interrompe nel 1566 per la morte del committente Gianfrancesco Valmarana e viene probabilmente concluso in economia dal nipote Leonardo Valmarana, a sua volta committente di Palladio per la cappella Valmarana in Santa Corona a Vicenza ed erede del grande palazzo palladiano di famiglia in città, Palazzo Valmarana. Il secondo ordine delle logge - previsto nel progetto originale - non venne mai costruito e il settore mediano fu concluso con una specie di attico.
    La villa durante la seconda guerra mondiale fu quasi distrutta dai bombardamenti angloamericani e venne poi ricostruita (come il palazzo omonimo di Vicenza). Da allora ha visto una serie di cambi di destinazione e di proprietà.
       
 
Villa Valmarana Bressan a Vigardolo
  •   45.607411.584416 Villa Valmarana Bressan, Via Vigardoletto, 31, Vigardolo di Monticello Conte Otto (a 10 km a nord di Vicenza, 30' in bicicletta), +39 0444 350988.   2,5 €.   Sab-Dom; Lun-Ven su prenotazione. Progettata nel 1542, questa piccola villa è considerata tra le prime opere autonome di Palladio come architetto. Fu costruita per i due cugini Giuseppe e Antonio Valmarana. La necessità di alloggiare nell'edificio due nuclei familiari potrebbe spiegare la particolare disposizione delle stanze, organizzate in due appartamenti autonomi e simmetrici, accessibili dal salone posteriore anziché dalla loggia frontale, che è in comune. La presenza di numerosi corsi d'acqua richiese vari adattamenti rispetto al progetto, rinunciando all'alto podio dove disporre gli ambienti di servizio seminterrati. Il frontone è interrotto, mentre compare un mezzanino; il soffitto della loggia è piano anziché a volta.
    Le parti superstiti di decorazione alle pareti testimoniano che la villa era in origine completamente affrescata.
       
 
Villa Repeta
  • 45.342511.539617 Villa Repeta (Villa Repeta-Mocenigo-Bressan), Via Piazza Vecchia, 1, Campiglia dei Berici (VI) (30 km a nord di Vicenza, 1 h 30' in bicicletta), . La villa fu edificata nel suo aspetto attuale nel 1672 da Enea e Scipione Repeta, inglobando le strutture di una preesistente villa progettata da Palladio nel 1557-1560 circa, che per lungo tempo è stata ritenuta distrutta da un incendio. Le forme seicentesche dell'attuale villa differiscono pertanto a quelle originali palladiane.
    Il progetto palladiano è ricostruibile grazie a una tavola dei Quattro libri dell'architettura (anche se studi recenti mettono in dubbio che l’incisione corrisponda effettivamente al progetto) ed è singolare all'interno della produzione di Palladio: una struttura a portico continuo di ordine dorico a un solo piano, interamente sviluppata in orizzontale intorno a un cortile rettangolare. Unici elementi verticali, le due colombare agli angoli del complesso. Privo dell’usuale gerarchia fra corpo padronale dominante e annessi agricoli (barchesse), il disegno della villa potrebbe essere frutto delle idee eterodosse ed egualitarie della famiglia Repeta, inquieta protagonista della vita civile vicentina del Cinquecento (Mario Repeta fu denunciato al Sant'Uffizio nel 1569).
       
  • 45.67274611.46387118 Resti di Villa Porto (a Molina), Via Corte Grande 11, 36034 Molina di Malo (VI) (18 km a nord di Vicenza, 35 min. in bicicletta). Progettata da Palladio nel 1570 e mai completata, di questa villa rimangono solo alcuni fusti di colonne in mattoni nella grande corte quattrocentesca dei Porto a Molina, a testimonianza di un grandioso progetto palladiano mai realizzato per Iseppo (Giuseppe) da Porto. Ricco esponente di una delle più importanti famiglie vicentine, cognato di Adriano e Marcantonio Thiene (committenti dell'omonimo palazzo palladiano), Iseppo da Porto già possedeva in città un grandioso palazzo realizzato da Palladio oltre vent'anni prima. La morte del committente nel 1580 provoca l'arresto del cantiere della villa a Molina di Malo, mai proseguito.
    Le enormi colonne non sono il frammento di una barchessa monumentale, come quella per i Pisani a Bagnolo, ma piuttosto la fronte di un vero e proprio edificio residenziale in campagna. L'enorme colonnato corinzio, citazione diretta di quello del pronao del Pantheon a Roma, avrebbe raggiunto un'altezza complessiva di oltre tredici metri. Porticati più bassi a forma di quarto di cerchio, ancora visibili nell'Ottocento, avrebbero collegato il corpo padronale agli annessi agricoli a destra e sinistra.
       
 
Villa Porto a Vivaro di Dueville
  • 45.617911.543619 Villa Porto (a Vivaro; Villa da Porto Pedrotti), Via da Porto 7, 36031 Vivaro di Dueville (VI) (10 km a nord di Vicenza, 35 min. in bici; 3 km a sud dalla stazione ferroviaria di Dueville, 8 min. in bici). Di incerta attribuzione - anche se tradizionalmente attribuita a Palladio - questa villa fu costruita per il conte Paolo Porto, uno dei più potenti canonici della Cattedrale (nel 1550 fu sul punto di diventare vescovo). Uomo colto e sofisticato, trascorreva molto tempo a Roma, dov'era amico del cardinale Alessandro Farnese, e fra i suoi amici e parenti vicentini annoverava committenti palladiani di primo piano. Le diverse fasi costruttive rendono però difficile individuare un progetto palladiano: il pronao, ad esempio, s'innesta con evidente discontinuità sul corpo dominicale. Sono ottocentesche le due ali laterali, frutto di una postuma "palladianizzazione" della villa ad opera dell'architetto Antonio Caregaro Negrin. La cappella della villa è dedicata a San Gaetano Thiene. L'altare è ottocentesco e conserva un dipinto giovanile di Francesco Maffei.    
 
Villa Arnaldi
  • 45.41666711.420 Villa Arnaldi, Via Meledo Alto, 8, Meledo di Sarego (Vicenza) (18 km a sud-ovest di Vicenza, 1 ora in bicicletta). Si tratta di un'opera progettata da Palladio nel 1547 e rimasta incompiuta. Il progetto originale prevedeva di trasformare un complesso agricolo preesistente, quattrocentesco, che Vincenzo Arnaldi aveva appena comprato; ma lo stesso Arnaldi - uno dei più ricchi e influenti aristocratici vicentini - interrompe i lavori per dare in affitto il complesso. Quello che rimane è solo un edificio dall'aspetto rurale e piuttosto anonimo, con tracce di una loggia a tre arcate con aperture minori rettangolari ai fianchi, tamponate; versa in cattivo stato di conservazione.    

Marca trevigiana modifica

 
Villa Emo
  •   45.71172211.99122221 Villa Emo, Via Stazione 5, Fanzolo di Vedelago (TV) (45 km a est Vicenza; 23 km a ovest di Treviso, 1h e 20' in bicicletta; a soli 550 m a nord dalla stazione ferroviaria di Fanzolo).   intero adulti € 10.00, ridotto € 7.00.   Dal 20 gennaio al 13 marzo apertura dal giovedì alla domenica, dalle 10:00 alle 17:30 (ultimo ingresso 17:00); chiuso da lunedì a mercoledì.
    La villa, costruita probabilmente a partire dal 1558-1559, fu commissionata dalla famiglia Emo di Venezia (che l'ha posseduta fino al 2004). È una delle più compiute ville palladiane: il corpo centrale è incorniciato da due lunghe barchesse colonnate, che ospitavano originariamente le strutture per le attività agricole, secondo un progetto di struttura produttiva analogo a quello di Villa Badoer e di buona parte dei progetti palladiani di villa. L'ingresso si trova al termine di un lungo percorso lastricato di grandi pietre squadrate. La casa padronale è innalzata su un basamento e collegata al suolo da una lunga rampa di pietra; ai fianchi due ali rettilinee e simmetriche di barchesse sono concluse da altrettante torri colombaie.
    Se gli esterni sono essenziali, privi di decorazioni, gli interni sono riccamente decorati con affreschi di Giovanni Battista Zelotti, già pittore in altre due ville palladiane.
       
 
Villa Barbaro
  •   45.81194411.97638922 Villa Barbaro (Villa Barbaro Basadonna Manin Giacomelli Volpi), Via Cornuda 7, Maser (TV) (30 km a nord-ovest di Treviso, 1 h e 45' in bicicletta; a 4 km dalla stazione ferroviaria di Cornuda, 10' in bici), +39 0423 923004, .   Intero 9 €, ridotto 7 €, bambini 4,5 € (ago 2021).   Mar, Gio, Sab, Dom e festivi 10:00-18:00.
    Fu costruita da tra il 1554 e il 1558-1560 circa per l'umanista e patriarca Daniele Barbaro e per suo fratello Marcantonio, ambasciatore della Repubblica di Venezia. Palladio trasformò il vecchio palazzo medievale di proprietà della famiglia in una splendida abitazione di campagna, consona allo studio delle arti e alla contemplazione intellettuale. La villa è decorata con un ciclo di affreschi che rappresenta uno dei capolavori di Paolo Veronese.
    Questa villa costituisce per l'architetto un punto di arrivo importante nella definizione della nuova tipologia di edificio di campagna: per la prima volta infatti l'edificio principale e le barchesse sono allineate in un'unità architettonica compatta; ciò è probabilmente dovuto alla localizzazione della villa, sulle pendici di un colle. Il corpo centrale, nonostante sporga notevolmente rispetto alle barchesse, se osservato frontalmente sembra rientrare dolcemente nel fronte dei porticati. Un effetto particolarmente dinamico risulta invece evidente quando si osserva la villa percorrendo la strada in leggera curva ai piedi del colle. La villa è posta su un podio da cui scende un'ampia scalinata, affiancata dai semplici giardini un tempo arricchiti da siepi in bosso disposte a formare eleganti disegni secondo la moda italiana; essi continuano idealmente oltre la strada in un'esedra semicircolare con al centro la fontana del Nettuno, ed ancora oltre nel viale alberato che si allontana verso la pianura.
    Le barchesse che fanno da ali della villa, a due piani come il corpo principale, sono caratterizzate da un porticato a cinque arcate. Alle estremità le barchesse terminano con due torri colombare; sopra le tre arcate, giganteggiano due meridiane: quella a ovest segna l'ora e l'inizio delle stagioni, quella est è un calendario zodiacale e indica mensilmente la data d'ingresso del Sole nel corrispondente segno dello Zodiaco.
    Nel complesso della villa merita una visita anche il notevole Tempietto Barbaro, una delle ultime opere di Palladio, che forse morì proprio qui.
       
 
Villa Zeno a Cessalto
  •   45.70027812.64305623 Villa Zeno, Via Donegal, Cessalto (TV) (40 km a est dal centro di Treviso, 2 h in bicicletta; a 2,4 km dalla stazione ferroviaria di Ceggia, 8' in bici).   Chiusa al pubblico. Progettata intorno al 1554 (non è certa la data), è una delle ville palladiane meno conosciute e quella situata più a est. Palladio intervenne trasformando un edificio preesistente per Marco Zeno. La villa è stata pesantemente modificata nel corso dei secoli e non mostra più la finestra termale originaria, tamponata nel Settecento. Le grandi barchesse ad angolo retto furono realizzate solo nella prima metà del Seicento.    

Padovano modifica

 
Villa Pisani a Montagnana, retro
  •   45.22694411.46861124 Villa Pisani a Montagnana, Via Borgo Eniano 1, 35044 Montagnana (PD) (45 km a sud di Vicenza, 2 h 20' in bicicletta; a 900 m. a nord-est dalla stazione ferroviaria di Montagnana).   Chiusa al pubblico. L'edificio è assieme palazzo di città e villa veneta e fu progettato nel 1552 circa da Andrea Palladio per Francesco Pisani fu Giovanni, venendo realizzato tra il 1552 e il 1555 appena al di fuori delle mura di Montagnana. I Pisani erano potenti e influenti patrizi veneziani. A differenza delle altre ville, l'edificio è privo di parti destinate a funzioni agricole. Di bellezza astratta nel volume pressoché cubico, villa Pisani ben riflette il gusto sofisticato del proprietario. Per la prima volta compare in una villa un doppio ordine di semicolonne e un doppio loggiato coronato da timpano. Un elegante fregio dorico cinge il tutto su una tessitura di intonaco bianco a bugne graffite, dividendo il piano terra da quello superiore. Il fronte verso il giardino è meno piatto, con un portico è sovrastato da una loggia. Il materiale utilizzato è il mattone anche per la costruzione delle colonne. Caso raro nella produzione di Palladio, la villa è a due piani: il superiore con gli appartamenti padronali, l'inferiore per la vita di tutti i giorni, quando si trattavano affari e si ricevevano i fittavoli, e non solo d'estate come provano i numerosi camini. Al piano terreno un notevole spazio a semicolonne, una via di mezzo fra atrio e salone, appare chiaramente l'ambiente più importante della casa, con sculture delle Quattro stagioni di Alessandro Vittoria.    
 
Villa Cornaro
  •   45.60388911.99916725 Villa Cornaro (Cornèr), Via Roma 104, 35017 Piombino Dese (PD) (a 50 km a est di Vicenza, 2h 45' in bicicletta; a 20 km a ovest di Treviso, 1h 10' in bici; a soli 250 m a sud dalla stazione ferroviaria di Piombino Dese), +39 049 9365017.   Visitabile su appuntamento, per gruppi di almeno 10 persone, tutto l'anno.
    Progettata da Palladio nel 1552, il completamento di questa villa richiese più un secolo. Insieme alla pressoché contemporanea Villa Pisani a Montagnana, villa Cornaro segna un netto salto nella committenza dell'architetto, sino ad allora solo vicentina. Il committente Giorgio Cornèr (o Cornaro) prese possesso ufficialmente della villa in occasione del suo matrimonio con Elena Contarini nel giugno 1553, benché fosse ancora in costruzione e fosse realizzato solamente il blocco centrale. Giorgio morì nel 1571 nella battaglia di Lepanto, lasciando il complesso al figlio Gerolamo, che proseguì il cantiere solo nel 1588 (quando Palladio era ormai morto da 8 anni), commissionando a Camillo Mariani le statue degli antenati per il salone. Nel 1596 Vincenzo Scamozzi costruì la grande barchessa, inglobando la precedente del Quattrocento. Nel 1655 il discendente Giorgio di Gerolamo Corner mise a disposizione una somma per concludere i lavori; fu Andrea Corner ad occuparsene, commissionando gli stucchi a Bortolo Cabianca e le decorazioni pittoriche a Mattia Bortoloni.
    La planimetria di villa Cornaro è organizzata intorno a un grande ambiente con quattro colonne libere, un salone al centro della casa, a cui si accede dalla loggia o da uno stretto vestibolo. Due eleganti scale gemelle separano nettamente il piano terra, per l'accoglienza di ospiti e clientes, dai due appartamenti superiori riservati ai coniugi Cornaro. Il notevole pronao aggettante a doppio ordine riflette la soluzione palladiana della loggia di palazzo Chiericati a Vicenza. La doppia loggia in facciata può essere vista anche come un richiamo all'architettura gotica lagunare.
       
 
Barchessa di Villa Thiene a Cicogna di Villafranca
  • 45.503111.792326 Barchessa di Villa Thiene, Via Piazzola, 35010 Villafranca (PD), località Cicogna (25 km a est di Vicenza, 1h 20' in bicicletta; a 7 km a nord dalla stazione ferroviaria di Mestrino, 23 min.). Si tratta dell'unica parte realizzata di una villa progettata da Palladio per Francesco Thiene e i suoi figli Odoardo e Teodoro intorno al 1556. I lavori si arrestarono nel 1567, quando Odoardo dovette abbandonare improvvisamente Vicenza per fuggire - con l'aiuto dell'amico Palladio - in terra protestante, essendo perseguitato per motivi religiosi. Il progetto della villa, documentato nei Quattro libri, era decisamente ambizioso, caratterizzato da una grande loggia a ordine gigante, serrata da torri ai quattro angoli dell'edificio. Ciò che ne rimane oggi è, a una prima impressione, molto simile a tante altre barchesse in terra veneta.    
 
Villa Contarini a Piazzola sul Brenta
  • 45.54277811.78111127 Villa Contarini (Camerini), Via Luigi Camerini, 1, 35016 Piazzola sul Brenta (PD) (25 km a est di Vicenza; 32 km tramite via Ostiglia ciclabile, 1 h 40' in bicicletta; 18km a nord dalla stazione di Padova, 1 ora in bici; 12 km a sud dalla stazione di Carmignano di Brenta, 40' in bici).   Aperta tutti i giorni (domeniche e festivi compresi, tranne Natale e Capodanno) su prenotazione. E' una delle più grandi ville venete: copre una superficie di 6.000 m² per un totale di 144 ambienti. Di aspetto barocco, è situata a sfondo della piazza principale di Piazzola sul Brenta, porticata e semicircolare. Il corpo centrale della villa si deve probabilmente a Palladio e fu edificato nel 1546 per Paolo e Francesco Contarini; tale nucleo fu successivamente inglobato nell'ampliamento della fine del Seicento voluto da Marco Contarini, dando al complesso l'attuale aspetto barocco. Dopo un lungo periodo di degrado, il complesso fu acquistato nel 1852 da parte della ricca famiglia imprenditoriale dei Camerini di Castel Bolognese, che diede la sistemazione attuale, con ampi interventi di restauro e veri e propri rifacimenti. Alla fine dell'Ottocento venne anche creato il vasto parco all'inglese che la caratterizza a settentrione, oltre 40 ettari con peschiere, laghetti e viali alberati.
    Al piano terra, nel corpo centrale, si trova la Galleria delle conchiglie, con il soffitto e le pareti adornate di vere conchiglie, e l'originale Auditorium che, con la soprastante "Sala della musica", detta anche "della chitarra rovesciata", è considerato un vero e proprio teatro sonoro dalle caratteristiche acustiche uniche. Le due ali parallele della villa si suddividono in varie sale comunicanti, affrescate con temi biblici, mitologici, scene di caccia, mosaici e giochi prospettici per lo svago degli ospiti. Un passaggio nell'ultima sala permetteva di raggiungere l'emiciclo dove erano situate le stanze degli ospiti. Parte delle sale furono restaurate o decorate ex novo nell'Ottocento. Al secondo piano si trova la grande biblioteca e le sale arredate nell'Ottocento dalla famiglia Camerini. Sul retro della villa si esce nel parco attraverso la sala del pozzo, mentre nei sotterranei si estendono le cantine.
       

Veronese modifica

 
Villa Sarego
  •   45.499310.92428 Villa Serego (Villa Santa Sofia, Villa Sarego), Località Santa Sofia, 37029 Pedemonte in San Pietro in Cariano (VR) (a 64 km a ovest di Vicenza, 3h 20' in bicicletta; a 11 km a nord-ovest della stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova, 40' in bici).   Chiusa al pubblico (ospita un'azienda vitivinicola; visitabili a richiesta le cantine storiche).
    È una delle ultime ville progettate da Palladio, la più occidentale geograficamente e l'unica ancora presente nel veronese. Nel luogo era esistito un precedente palazzo trecentesco di grandi dimensioni, di proprietà degli Scaligeri.
    Progettata nel 1565 per il veronese Marcantonio Serego, della villa venne realizzata solo una piccola parte rispetto al gradioso progetto tramandato da Palladio nei suoi Quattro libri dell'architettura: meno della metà del cortile rettangolare e in particolare la sezione settentrionale. Probabilmente i lavori furono definitivamente interrotti con la morte del committente negli anni 1580. Entro la metà dell'Ottocento la villa subì notevoli mutamenti a opera dell'architetto Luigi Trezza: nuovi ambienti abitabili vennero ad aggiungersi lungo il lato occidentale dell'edificio, innestandosi al tratto originale cinquecentesco e in parte manomettendolo, mentre alle testate del cortile lasciate incompiute veniva data un'immagine definitiva facendo girare trabeazione e balaustra.
    La villa costituisce un unico all'interno della produzione di Palladio. A differenza della tipica villa palladiana con un corpo centrale, qui l'architetto preferì articolare lo spazio attorno al grande “vuoto” del cortile centrale, prendendo probabilmente a modello le proprie ricostruzioni della villa romana antica. Anziché di mattoni e intonaco, le grandi colonne ioniche sono in blocchi di pietra calcarea appena sbozzati e sovrapposti a creare pile irregolari; il tipo di materiale utilizzato (proveniente dalle cave che i Serego possedevano poco lontano) e la dimensione gigantesca delle colonne contribuiscono a generare una sensazione di potenza mai raggiunta prima.
    La villa possiede un grande giardino, di fronte.
       

Rodigino modifica

 
Villa Badoer a Fratta Polesine
  •   45.03035311.63986129 Villa Badoer (La Badoera), Via Torquato Tasso 3, Fratta Polesine (Rovigo) (75 km a sud di Vicenza, 3 h 50' in bicicletta costeggiando il Parco Regionale dei Colli Euganei; a 1 km a sud dalla stazione ferroviaria di Fratta Polesine).   info e orari. E' la villa di Palladio posta geograficamente più a sud. Progettata nel 1554-1555 circa e costruita negli anni 1556-1563 su commissione di Francesco Badoèr, è la prima villa in cui Palladio utilizzò pienamente un pronao con frontone in facciata, nonché l'unica realizzata in territorio polesano. Le sale del piano nobile sono finemente decorate dagli affreschi a grottesche del Giallo Fiorentino, un misterioso pittore la cui identità è dibattuta.
    La presenza dello stemma di alleanza tra le due famiglie Badoer-Loredan nella decorazione pittorica resta a testimonianza del loro sodalizio, che si può considerare alle origini delle vicende che portarono alla costruzione della villa.
    Le eleganti barchesse curvilinee sono le uniche veramente realizzate da Palladio fra le molte da lui progettate: la loro forma — scrive lo stesso Palladio — richiama braccia aperte ad accogliere i visitatori. Nelle barchesse Palladio usa l'ordine tuscanico, adeguato alla loro funzione e alla possibilità di realizzare intercolumni molto ampi che non intralcino l'accesso dei carri. La loggia della villa mostra invece un elegante ordine ionico a enfatizzare il ruolo di residenza padronale.
    Le immagini che affrescano le pareti della villa rappresentano tematiche mitologiche e allegoriche talora legate al territorio e alla committenza, assieme a grottesche, nicchie, festoni, figurette, erbaggi e frutta, di squisita finezza ma in generale di non facile interpretazione, appartenenti a una pittura singolare e accurata, priva di concezioni artistiche d'alto livello ma dotata di carattere, ricercatezza e raffinata tecnica esecutiva.
    La barchessa di destra ospita il Museo archeologico nazionale di Fratta Polesine, che fa anche da biglietteria per la villa [1]. Le soffitte della villa ospitano esposizioni temporanee.
       

Veneziano modifica

 
Villa Foscari "La Malcontenta"
  •   45.43666712.20166730 Villa Foscari (La Malcontenta), Via dei Turisti, 9, 30034 Mira (VE) (a 7,5 km a sud della stazione di Venezia Mestre, 25 min. in bicicletta; raggiungibile in auto dall'autostrada A4 Serenissima, uscita Mestre, percorrendo la SS 309).
    Fu progettata da Palladio nel 1559 per i fratelli Nicolò e Alvise Foscari, appartenenti a una delle famiglie più potenti della Repubblica di Venezia. La residenza ha un carattere maestoso, quasi regale, sconosciuto a tutte le altre ville palladiane, cui contribuisce la decorazione interna, opera di Giovanni Battista Zelotti e di Battista Franco. Il soprannome "Malcontenta" si deve alla località, che già nel Quattrocento si chiamava così; naturalmente circolano varie teorie e leggende sull'origine del nome.
    L'edificio, che sorge come blocco isolato e privo di annessi agricoli ai margini della Laguna di Venezia lungo il fiume, fu voluto da Nicolò Foscari (proprietario della celebre Ca' Foscari sul Canal Grande), che intendeva realizzare non tanto una villa-fattoria, ma piuttosto una residenza suburbana, raggiungibile rapidamente in barca dal centro di Venezia grazie alla posizione presso la foce del Naviglio del Brenta.
    La villa sorge su un alto basamento, che separa il piano nobile dal suolo umido e conferisce magnificenza all'edificio, sollevato su un podio come un tempio antico. Nella villa convivono motivi derivanti dalla tradizione edilizia lagunare e insieme dall'architettura antica: come a Venezia, la facciata principale è rivolta verso l'acqua, ma il pronao ionico e le grandi scalinate hanno a modello il tempietto del Clitunno, ben noto a Palladio. Le maestose rampe di accesso gemelle imponevano una sorta di percorso cerimoniale agli ospiti in visita: approdati davanti all'edificio, ascendevano verso il proprietario, che li attendeva al centro del pronao. Mancavano anche alberi e vegetazione di contorno, quindi la Malcontenta si imponeva ai suoi visitatori con tutta la maestosità del classico prospetto verso il Brenta.
    La villa è una dimostrazione particolarmente efficace della maestria palladiana nell'ottenere effetti monumentali utilizzando materiali poveri, essenzialmente mattoni e intonaco. La facciata posteriore è uno degli esiti più alti fra le realizzazioni palladiane, con un sistema di forature che rende leggibile la disposizione interna; la parete della grande sala centrale voltata è resa pressoché trasparente dalla finestra termale sovrapposta a una trifora.
    La sontuosa decorazione interna della Malcontenta spettò a Giovanni Battista Zelotti e, in misura minore, a Battista Franco; i soggetti sono in maggioranza di carattere mitologico, secondo le consuetudini invalse nei cicli di ville dell'entroterra nel XVI secolo; un elemento peculiare è rappresentato dai rimandi ai famosi affreschi manieristici del Castello di Fontainebleau (sud-est di Parigi), voluti dal responsabile del programma iconografico, Vittore Grimani, colto amico dei Foscari e per anni residente presso la corte di Francia.
       

Altre ville modifica

Di seguito altre ville d'interesse per il visitatore, molte delle quali richiamano lo stile palladiano ma non progettate da Palladio.

Altre ville nel vicentino modifica

 
Villa Valmarana ai Nani
  • 45.53511.55638931 Villa Valmarana "Ai Nani", Stradella dei Nani, 8 (A Vicenza. Raggiungibile dal centro in 20' a piedi dalla salita di Monte Berico o da Villa Almerico Capra "la Rotonda" in 5 minuti attraverso un sentiero dal fondo dissestato che richiede calzature adatte o una mountain bike), +39 0444 321803.   intero 11 € (ago 2021).   Dal 26 aprile al 1 novembre 2021: 10:00-18:00. Dal 2 novembre 2021 al 25 febbraio 2022: 10:00-16:00. Situata alle pendici di Monte Berico, la villa si può raggiungere a piedi in circa 20 minuti dal centro di Vicenza. È celebre per gli affreschi di Giambattista Tiepolo e del figlio Giandomenico. È tuttora proprietà di uno dei rami della famiglia nobiliare dei Valmarana e abitata in parte. Il soprannome della villa è dovuto alle sculture in pietra rappresentanti dei nani, un tempo sparsi nel parco, oggi allineati sul muro di cinta. La palazzina principale e la foresteria furono affrescate dai Tiepolo nel 1757 per volere di Giustino Valmarana. In particolare la palazzina principale ripercorre temi mitologici e classici, con scene dall'Iliade, dall'Eneide, dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso e dall'Orlando furioso dell'Ariosto. I personaggi affrescati esprimono un sentimentalismo che richiama quello dei personaggi del melodramma (Pietro Metastasio), genere teatrale diffuso nel XVIII secolo. La foresteria invece ricalca uno stile più moderno, che richiama l'Illuminismo, con scene di vita quotidiana, dalla rappresentazione della campagna veneta a quella della lontana Cina; ospita anche l'unico ritratto ritenuto attendibile di Palladio. La villa è dotata di un bel giardino e di un bar.    
 
Villa Cordellina Lombardi
  • 45.508711.424832 Villa Cordellina (Villa Cordellina Lombardi), Via Lovara, 21, Montecchio Maggiore (a 12km da Vicenza in direzione Verona, 40 min. in bicicletta, c. 25 min. in auto/bus; a 3,4 km a ovest della stazione ferroviaria di Altavilla Tavernelle, 12' in bici), +39 0444 908112.   3 €.   estate: aperto dal 1 aprile al 31 ottobre: Mar e Ven 9:00-13:00; Mer, Gio, Sab e Dom 9:00-13:00 e 15:00-18:00; Inverno: su prenotazione. Lun chiuso. Eretta per volontà del giureconsulto veneziano Carlo Cordellina Molin (come Palazzo Cordellina a Vicenza), la villa fu progettata dall'architetto veneziano Giorgio Massari, che si ispirò dichiaratamente a moduli palladiani. I lavori di costruzione durarono dal 1735 al 1742, anno in cui il Massari preparò il progetto per le barchesse, portate a termine verso il 1760. Al progetto collaborò anche l'architetto Francesco Muttoni.
    Il complesso è formato dalla residenza padronale, dalle barchesse, dalle torrette e dal grandioso rustico. Nella villa il Massari rende omaggio all'arte di Andrea Palladio con il pronao ionico a quattro colonne (tetrastilo), sormontato dal timpano con lo stemma scolpito dei Cordellina (tre cuori con i fiori di lino) e con la disposizione simmetrica delle stanze e delle due scale accanto al salone centrale.
    Nel 1743 Giambattista Tiepolo era presente ai lavori contribuendo alla decorazione del salone principale della villa con un ciclo di affreschi ispirati ai fasti di Scipione l'Africano e Alessandro Magno.
    La villa rimase di proprietà della famiglia Cordellina fino ai primi decenni dell'Ottocento. Dopo essere stata usata anche come sede di allevamenti di bachi da seta e come collegio, nel 1943 il complesso passò al conte Gaetano Marzotto e nel 1954 a Vittorio Lombardi, che promosse un'imponente opera di restauro della residenza e dei giardini annessi. Nel 1966 la vedova Lombardi cedette la proprietà del complesso alla Provincia di Vicenza, attuale proprietaria. Grazie agli incessanti lavoro di recupero e restauro iniziati nel dopoguerra, il sito è stato infine riportato in anni recenti al suo antico splendore, con la ristrutturazione degli immobili e la risistemazione dei giardini. L'ente provinciale ha continuato l'opera di restauro intervenendo sugli affreschi del Tiepolo e utilizzandola la villa come sede di rappresentanza. Il complesso è utilizzato per convegni, concerti ed attività culturali.
       
 
Villa Pisani detta La Rocca a Lonigo
  • 45.3947211.4031433 Villa Pisani "La Rocca" (Rocca Pisana), Via Rocca, 36045 Lonigo (VI) (25 km a sud-sud ovest di Vicenza, 1h 45' in bici, con salite), +39 328 271 5357, .   €7 intero, ridotto studenti €5.   aperta il sabato senza appuntamento, dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 14:30 alle 17:00; gruppi minimo 15 persone su appuntamento.
    Fu progettata da Vincenzo Scamozzi in stile palladiano; ricorda da vicino la Rotonda di Palladio, tuttavia non si tratta di una semplice imitazione quanto piuttosto di una revisione critica del progetto di Palladio.
    Nel 1576 Vettor Pisani, della potente famiglia veneziana dei Pisani, che già possedeva a Lonigo estese proprietà agricole, scelse una collina boscosa dominante il paese per erigervi una villa, destinata non a stabile abitazione ma per “diporto in aria più sana”, lontana dai miasmi e dalle zanzare della sottostante pianura. Come autore della costruzione venne scelto Vincenzo Scamozzi, allievo di Andrea Palladio e ultimatore di vari edifici del maestro.
    La "Rocca Pisana", come fu chiamata, fu costruita sui resti di una più antica fortezza, detta appunto Rocca (da qui il nome), distrutta da Ezzelino II da Romano. L'opera, di cui lo Scamozzi dà un'ampia descrizione nel suo trattato di architettura, si pone nel periodo iniziale della sua attività, ma già testimonia in pieno le sue capacità tecniche e formali, e si pone tra le più belle realizzazioni di tutta la sua produzione. Essa si erge sulla collina dominandola con l'austera purezza dei suoi volumi, realizzando una ideale composizione geometrica. La villa è visibile da grande distanza e si caratterizza per una struttura quadrata sormontata da una cupola ottagonale.
    La facciata principale ha una scala alla romana che conduce in un pronao neoclassico con sei colonne ioniche, serrate dal timpano dentato al cui vertice si alza la cupola. Il colonnato, di gusto classico, è iscritto tra due ali compatte segnate dal bugnato d'angolo e dalla fascia marcapiano.
    Un'apertura al culmine della cupola rischiara dall'alto la sala centrale dell'edificio, sul cui pavimento, in corrispondenza dell'apertura sulla cupola, una griglia marmorea raccoglie l'acqua piovana. Attorno al salone gira il piano nobile con sale arredate con mobili d'epoca e ricordi della famiglia Pisani. Nel seminterrato la cucina, ancora funzionante. Magnifico è il panorama visibile dalla villa che, nelle giornate limpide, spazia fino agli Appennini.
    Restaurata per volere della contessa Rosetta de Lazara Pisani negli anni cinquanta del Novecento, è stata riaperta al pubblico nel 1976.
       
 
Villa Barbarigo
  • 45.291111.539634 Villa Barbarigo Rezzonico (Municipio), Noventa Vicentina (nel centro del paese, 33 km a sud di Vicenza, 1 h 45' in bicicletta).   visitabile su prenotazione in ore ufficio. Villa patrizia del tardo XVI secolo ubicata nel centro di Noventa Vicentina, il nome Barbarigo Rezzonico riflette le alleanze matrimoniali tra le varie famiglie nobili veneziane che hanno posseduto la casa; dalla fine del XIX secolo è adibita a sede municipale. È un palazzo rurale costruito a partire dal 1588 a opera di un ignoto architetto veneziano dell'ambito di Vincenzo Scamozzi. L'edificio sostituiva una precedente residenza. Di struttura imponente per la sua altezza, la villa si distingue per le decorazioni ad affresco degli ambienti interni ad opera di artisti tra i quali Antonio Foler, Antonio Vassilacchi (l'Aliense) e Luca da Reggio (Luca Ferrari).
    La loggia centrale si estende su tre piani per dare slancio verso l'alto della fabbrica, intento perseguito anche dalle piramidi che coronano la facciata. La parte posteriore, che inizialmente sembrava essere quella priva di "ufficialità", è stata successivamente alterata con l'aggiunta di corpi sporgenti.
    La villa nel suo complesso e soprattutto in virtù delle barchesse, esprime una sorta di equilibrio e di grandiosità. Di fronte all'edificio si colloca la piazza di Noventa Vicentina, con al centro un'imponente fontana che ricorda i caduti di guerra.
       
  • 45.71987411.61004735 Villa Angaran delle Stelle (villa Angaran delle Stelle, Grimani, Trevisan, Seganfredo, Cattaneo), Via Braglio 22, Colceresa, fraz. Mason Vicentino (nel centro della località di Mason Vicentino, lungo la provinciale che collega Breganze a Bassano; 26 km a nord di Vicenza, 1h 25 min. in bicicletta; equidistante a 12,5 km dalle 3 stazioni ferroviarie di Villaverla-Montecchio, di Thiene o di Bassano del Grappa, 38' in bici), +39 3771838453, +39 3425709041, .   visitabile su prenotazione tutto l'anno. Questa villa settecentesca è in realtà la seconda delle due edificate a Mason dalla famiglia Angaran delle Stelle, che aveva vaste proprietà nella zona sin dal Quattrocento (la prima, Villa Angaran delle Stelle, Grimani Da Porto, Trevisan, Segafredo, Fogliotto, Garofolo, in Via Tarquinia 22, è cinquecentesca).
    Il complesso della villa sorge ai confini dell'abitato storico, è costituito da diversi edifici ed è attorniato da un ampio giardino con laghetto. La villa fu costruita probabilmente su una parte più antica e progettata in stile neoclassico nel 1718, forse dall'architetto Francesco Muttoni. Dal 1969 il complesso è stato radicalmente restaurato in tutte le sue parti.
    Nella facciata il piano nobile ha un bell'ingresso - cui si accede per mezzo di una gradinata senza balaustra - ad arco a tutto sesto profilato di conci, come pure le finestre laterali. Quattro coppie di lesene, tutte con capitello ionico, creano cinque campi lisci nell'intonaco. L'architrave, spezzato al centro, sorregge un timpano con lo stemma degli Angaran delle Stelle, con tre stelle a otto punte. Nel tetto si ergono quattro statue da ambo i lati ed una al centro, sul vertice del frontone.
    Il salone d'onore, con struttura alla veneziana, è adibito a convegni, concerti e feste. Le pareti mostrano dipinti a fresco di soggetto mitologico. Il soffitto è abbellito con stucchi in gesso e figure allegoriche delle arti.
    L'annesso oratorio della Trasfigurazione, anticamente dedicato a San Sisto, risale al XV-XVI secolo ed è caratterizzato da caratteri gotici insieme a quelli classici; conserva un bell'altare in pietra con statue del Marinali e tracce d'affreschi del Quattrocento nell'arco trionfale.
     
 
Villa Porto Colleoni Thiene, detta "Il castello"
  • 45.70659111.47834136 Villa Porto Colleoni Thiene (Castello di Thiene), C.so Garibaldi 2, Thiene (nel centro della città di Thiene, a 20 km a nord di Vicenza, 1h 10' in bicicletta; solo 1 km a nord dalla stazione ferroviaria di Thiene).   €10,00; riduzioni.   Visite individuali: tutti i sabato e domenica dalle ore 10.00 alle 16.00, si consiglia la prenotazione. Aperto anche lunedì 18 e 25 aprile, giovedì 2 giugno e lunedì 15 agosto 2022. Visitabile tutto l'anno su prenotazione per gruppi (minimo 10 persone) con visita guidata. La denominazione "castello" (comunemente utilizzata) non è propriamente corretta, anche se la struttura lo ricorda, viste le due torri laterali e la cinta di mura merlata; è piuttosto un palazzo o, meglio una villa, essendo un ottimo esempio di residenza di campagna pre-palladiana. Resta un caso unico nel suo genere, visto che si colloca appunto a metà tra il castello medievale e la villa palladiana.    
 
Villa Capra Bassani
  • 45.69884211.53872137 Villa Capra Bassani, Via Villa Capra 39, Sarcedo (20km a nord di Vicenza, 1h 10' in bicicletta; a 6 km a est dalla stazione ferroviaria di Thiene, 18' in bici), +39 393 0114408, .   visitabile solo in esterni. Edificata nel 1764 dall'architetto conte Orazio Claudio Capra, “che la eresse a gloria sua e del suo casato”, con interventi di Francesco Muttoni e Ottavio Bertotti Scamozzi, è un esempio di villa di gusto neoclassico chiaramente ispirata alle architetture palladiane. Un'ampia scalinata fiancheggiata da statue conduce al pronao ionico. Il giardino è limitato da una peschiera sul ponte della quale si apre il cancello d'ingresso. Particolarmente belle le statue del frontone e dei poggi della scalinata.    

Altre ville nel padovano modifica

 
Giardino monumentale di Valsanzibio: l'arco di Sileno
  • 45.293611.723338 Villa Barbarigo a Valsanzibio (Giardino monumentale di Valsanzibio), Valsanzibio di Galzignano Terme (Padova) (40 km a sud di Vicenza, 2h 10' in bicicletta; 4,7 km a ovest dalla stazione ferroviaria di Battaglia Terme, 15' in bici), +39 049 8059224.   adulti €12, ridotti € 6,50.   aperto tutto l'anno 10:00-13:00 e 14:00-tramonto; sabati, domeniche e festività orario continuato. Gruppi su prenotazione. Posto all'interno del Parco Regionale dei Colli Euganei, è uno dei più begli esempi di giardino barocco all'italiana, fra i più importanti e integri d'Europa. La villa, di struttura semplice, era un tempo raggiungibile tramite canali anche da Venezia, attraverso la Valle di Sant'Eusebio, da cui la località prende il nome. Il giardino contiene oltre settanta statue con motti didascalici incisi sul basamento; tra queste si ricordano la personificazione del tempo, Endimione, Argo, Tifeo e Polifemo. Il parco è percorso da sentieri che conducono alle fontane (16, tra cui quelle dei Fiumi, di Eolo, dei Venti), al labirinto in bosso, a laghetti, peschiere, ruscelli e giochi d'acqua, alla galleria dei carpini e a piccole costruzioni (tra queste la Grotta dell'Eremita). Vi sono circa 120.000 piante, tra cui diverse specie arboree piuttosto rare: in particolare, si contano 24 varietà di conifere, 16 di alberi a foglia perenne, 24 a foglia caduca e altri tipi di arbusti.    

Altre ville nel trevigiano modifica

 
Villa Corner della Regina, a Cavasagra di Vedelago
  • 45.66271612.04990539 Villa Corner della Regina (Hotel Relias Villa Cornér della Regina), Via Corriva 10, 31050 Cavasagra (TV) (a est del paese; a 17 km a ovest di Treviso, 55' in bicicletta). Villa in tardo stile palladiano, è frutto della ristrutturazione compiuta dall'architetto Francesco Maria Preti intorno al 1770 per Pietro Corner a partire da un edificio cinquecentesco. La villa è circondata da un giardino all'italiana arredato da gruppi di statue, una piscina monumentale e un lungo filare prospettico che corre verso le sorgenti del Sile. Ospita un albergo.
    La facciata con la loggia centrale e il grande scalone d'accesso imita il Palazzo Spineda di Venegazzù; le finestre del primo piano ai lati si ispirano, più da vicino, a quelle del Palazzo del Paradiso (Villa Cornaro al Paradiso), di Vincenzo Scamozzi, a Castelfranco Veneto. La loggia centrale, con quattro colonne doriche, regge una trabeazione a metope e triglifi. Il frontone a dentelli, portante al centro lo stemma dei Corner Persico, è sormontato ai vertici da tre statue; altre statue adornano il giardino e le colonne delle cancellate. Le statue rappresentano gli dei dell'Olimpo e furono realizzate in pietra tenera bianca di Vicenza dal bassanese Orazio Marinali e dalla sua scuola.
       

Altre ville nel veneziano modifica

  Per approfondire, vedi: Riviera del Brenta.
 
Villa Pisani
  • 45.40850312.01239240 Villa Pisani (La Nazionale), Via Doge Pisani 7, Stra (Venezia), +39 049 502074, fax: +39 049 9801283, .   Villa + parco: € 7,50, Parco: € 4,50, Ridotto: 18-25 anni: € 2,00, Ridotto (Villa+Parco): € 5,00. Gratuito per i minori di 18 anni.   MARTEDÌ e GIOVEDÌ al pomeriggio dalle 14,00 alle 18,00; MERCOLEDÌ e VENERDÌ al mattino dalle 9,00 alle 13,00; SABATO e DOMENICA dalle 9.00 alle 18.00; LUNEDI' chiuso.
    E' uno dei più celebri esempi di villa veneta della Riviera del Brenta e si affaccia sul Naviglio del Brenta. La villa comprende 168 stanze e copre una superficie di 15000 metri quadrati. È oggi sede di un museo nazionale, che conserva opere d'arte e arredi del Settecento e dell'Ottocento.
    Partendo da una semplice costruzione tardo cinquecentesca, riammodernata nel Seicento, venne completamente ristrutturata a partire dal 1721 su progetto di Gerolamo Frigimelica e Francesco Maria Preti per la nobile famiglia veneziana dei Pisani di Santo Stefano. Al suo interno sono visibili l'affresco del salone delle feste, che celebra l'Apoteosi della famiglia Pisani di Giambattista Tiepolo. Nelle altre sale vi sono opere di Giambattista Crosato, Giuseppe Zais, Jacopo Guarana, Giovanni Carlo Bevilacqua, Francesco Simonini, Jacopo Amigoni e Andrea Urbani.
       

Altri edifici palladiani modifica

La gran parte dei palazzi palladiani si trova nel centro della città di Vicenza. Quasi tutte le chiese palladiane si trovano invece a Venezia.

Informazioni utili modifica

Numerose ville venete (tra cui la palladiana Villa Foscari detta La Malcontenta) sorgono nella Riviera del Brenta; è possibile compiere una tranquilla gita di un giorno percorrendo la Riviera del Brenta a bordo di una comoda imbarcazione, il Burchiello, da Padova fino a Venezia, con visite guidate alle ville (vedi [2] e [3]).

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