comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Veneto

Vicenza
In senso orario dall'alto a sinistra: villa Almerico Capra "La Rotonda", il tempietto di Parco Querini, scorcio di piazza dei Signori, la Basilica Palladiana e una vista della città da Monte Berico
Stemma e Bandiera
Vicenza - Stemma
Vicenza - Stemma
Vicenza - Bandiera
Vicenza - Bandiera
Stato
Regione
Altitudine
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Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
CAP
Fuso orario
Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
Mappa dell'Italia
Vicenza
Sito del turismo
Sito istituzionale

Vicenza è una città del Veneto, capoluogo della provincia omonima.

Da sapere

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È conosciuta come la città di Palladio - per via dell'architetto Andrea Palladio che vi realizzò numerose opere nel tardo rinascimento - ed è un luogo d'arte tra i più importanti del Veneto. È infatti meta di turismo culturale con flussi da ogni parte d'Italia e dall'estero. Per il suo impianto e i suoi monumenti la città è stata inserita nel 1994 tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, di cui sono parte dal 1996 anche le ville palladiane del Veneto.

Piazza dei Signori. A destra la torre Bissara (torre di piazza), a sinistra il palazzo del Monte di Pietà con la chiesa di San Vincenzo

La città è un importante centro industriale ed economico, cuore di una provincia costellata di piccole e medie imprese al terzo posto in Italia per fatturato nelle esportazioni, trainate soprattutto dal settore metalmeccanico, tessile e orafo: quest'ultimo raggiunge nel capoluogo berico oltre un terzo del totale delle esportazioni di oreficeria, facendo di Vicenza la capitale italiana della lavorazione dell'oro.

Nonostante le tendenze del turismo siano sempre più orientate verso il "mordi-e-fuggi", la città è tappa fissa nel tour veneto vista anche la sua vicinanza con Venezia e Verona. Le importanti manifestazioni fieristiche s'intersecano con l'offerta turistico culturale della città, che è aumentata negli ultimi anni grazie all'apertura di nuovi musei e alla creazione di eventi di richiamo. Nel 2011 è stato registrato un incremento del + 14,1% di turisti (in accordo al Consorzio Turistico Vicenzaè); nel 2012 il Times ha inserito Vicenza tra le 10 mete italiane più cool (come riportato su Il Giornale di Vicenza.it).

Cenni geografici

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Situata a 39 metri sul livello del mare (altitudine minima 26, massima 183), la città è cinta a sud dai Colli Berici e ad ovest dalle Prealpi e confinante con Altavilla Vicentina, Arcugnano, Bolzano Vicentino, Caldogno, Costabissara, Creazzo, Dueville, Longare, Monteviale, Monticello Conte Otto, Quinto Vicentino e Torri di Quartesolo.

Il territorio comunale comprende non solo il nucleo urbano, che si è notevolmente espanso nel corso del Novecento, ma anche delle zone di campagna in periferia e la zona di Monte Berico, che domina la città dall'alto.

Quando andare

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Il turismo culturale a Vicenza non conosce una particolare stagionalità, per cui in ogni periodo dell'anno si visita la città. Il clima è quello tipico della pianura padana: l'inverno è umido ma vede poche precipitazioni (e pertanto un aumento del tasso d'inquinamento); d'estate è caldo e afoso, ma non torrido se non per 1 o 2 settimane all'anno; va comunque fatta attenzione nelle ore più calde della giornata, quando si deve uscire muniti di un cappello per il sole e di una bottiglia d'acqua da bere. Durante la settimana di ferragosto (15 agosto) alcuni musei e monumenti potranno essere chiusi.

Durante i giorni in cui si svolgono le fiere di VicenzaOro è molto difficile, se non impossibile, trovare alloggio in città o anche solo nei dintorni. Questi sono anche gli unici periodi in cui gli alberghi applicano la tariffa da alta stagione. Il periodo più tranquillo è costituito dai mesi di luglio e agosto, quando la città si svuota di parte della sua popolazione che si reca nei luoghi di villeggiatura.

Vicenza ha un clima semicontinentale con inverni piuttosto freddi e umidi, le estati sono invece calde e afose. Effetti positivi hanno le colline e le montagne che, molto spesso, riescono a bloccare le perturbazioni. Le precipitazioni medie annue si attestano a 1.060 mm, mediamente distribuite in 88 giorni di pioggia, con minimo relativo in inverno, picco massimo in autunno e massimo secondario in primavera per gli accumuli.

Cenni storici

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Iscrizione veneta su pietra, esposta nell'atrio del Palazzo da Schio (Ca' d'oro)

Sembra probabile che il primo insediamento sul piccolo gruppo di alture - formato da detriti alluvionali - che emergeva dalla pianura acquitrinosa alla confluenza dei fiumi Astico (ora Bacchiglione) e Retrone - sia originato già nel VI secolo a.C.

Tra il 49 e il 42 a.C. divenne municipium romano. A questi anni risalgono la ristrutturazione dell'abitato secondo un tracciato urbanistico ad assi relativamente ortogonali, la sostituzione di abitazioni in legno con costruzioni in pietra o laterizio e l'edificazione delle prime mura. Al centro delle strade principali il decumanus maximus - che corrispondeva grosso modo all'attuale Corso Palladio - costituiva il tratto cittadino della via Postumia.

Il cristianesimo si diffuse probabilmente verso la fine del III secolo. Alla fine del IV o agli inizi del V secolo risale la costruzione sia di una basilica fuori dalle mura, dedicata ai santi Felice e Fortunato, sia di una chiesa cittadina che divenne poi la cattedrale. Dopo la vittoria dei bizantini nella guerra greco-gotica, la città non rimase per molto nelle loro mani: nel 568 i longobardi migrarono in Italia conquistando varie città, tra cui Vicenza, che (secondo Paolo Diacono) fu occupata dallo stesso Alboino e fu probabilmente eretta subito a sede ducale. Dopo la conquista di Carlo Magno nel 774, Vicenza fu inglobata nel regno dei Franchi. Dopo quest'epoca si affermò una signoria di fatto del vescovo di Vicenza. Il rapporto privilegiato tra i vescovi di Vicenza e gli imperatori, che li ricambiarono con la concessione di privilegi, continuò per tutto l'XI secolo. Dal XII secolo cominciò a emergere in area veneta il peso politico dei gruppi sociali cittadini e furono istituiti i Comuni, che presto arrivarono allo scontro con Federico Barbarossa. Dalla metà del XII e per tutto il XIII secolo furono le famiglie le vere protagoniste della storia della città e del territorio circostante. Differentemente da Verona e Padova, Vicenza fu dominata dai signori rurali che, pur mantenendo il loro feudo, si insediarono in città per partecipare più agevolmente alle alleanze e alle lotte regionali e vi costruirono case fortificate e torri. L'arrivo in città delle famiglie feudali ne cambiò l'aspetto, arricchendola di edifici privati e pubblici. A poca distanza la cittadella, ancora in parte fortificata, degli edifici religiosi: la cattedrale, il palazzo del vescovo e le abitazioni dei canonici.

Come le altre città venete, anche Vicenza cercò di assumere il controllo politico del territorio circostante, costituito da grandi proprietà fondiarie e castelli distribuiti nelle campagne, in origine appartenenti al vescovo, al capitolo della cattedrale, ai grandi monasteri urbani e a signori laici. La città allargò a macchie di leopardo i propri confini giurisdizionali. Particolare importanza rivestiva il controllo dei traffici e degli scambi e quindi delle vie di comunicazione, specialmente dei fiumi, all'epoca il mezzo più agevole ed economico per trasportare merci e persone. Intorno al Duecento, il Comune di Vicenza aveva sotto il proprio controllo oltre 200 villae, quasi tutto il territorio che oggi corrisponde alla Provincia, escluse Bassano e Marostica.

Ezzelino III da Romano resse Vicenza fino al 1259, anno della sua morte.

Dopo il breve periodo di libertà comunale (1259-1266), Vicenza perse la propria autonomia e fu soggiogata da Padova che, a parte la parentesi ezzeliniana, l'avrebbe asservita ai propri interessi e dominata di fatto fino al 1311, sostituita poi, nel corso dei secoli, da Verona, Milano e quindi Venezia. La soggezione politica non permetteva lo sviluppo di una forte economia, con la possibilità di battere moneta propria – espressione della ricchezza e della potenza di una città - e il sorgere di una robusta classe di imprenditori commerciali. Non disponendo di capitali, la città e i proprietari fondiari non investivano in opere di bonifica importanti e grandi spazi restavano incolti.

Con l'arrivo degli Scaligeri iniziava un'epoca nuova per le famiglie signorili di Vicenza. Nel corso del Trecento il numero degli abitanti aumentò notevolmente e si crearono borghi al di fuori dell'antica cinta muraria altomedioevale di cui, a partire dal 1365, Cansignorio della Scala dispose l'ampliamento, sia a est che a ovest del centro storico.

A differenza di altre città maggiori, come Padova e Verona, Vicenza non vide mai irrobustirsi il ceto dei commercianti o degli artigiani, che giocarono sempre un ruolo subordinato, anche nei secoli seguenti. Fino all'Ottocento l'economia della città e del suo territorio fu sempre essenzialmente legata alla terra.

Agli Scaligeri subentrarono i Visconti, il cui dominio sarebbe durato solo fino al 1404. Con la morte di Gian Galeazzo Visconti (1402) si scatenò nuovamente una guerra regionale e Vicenza si trovò al centro della contesa. La città, sotto assedio, per non ricadere sotto il dominio padovano trattò con i veneziani la dedizione, una forma di assoggettamento nella quale la Serenissima in cambio si impegnava a rispettare e salvaguardare attraverso lo Statuto buona parte delle leggi e delle magistrature precedenti. Nacque così il Dominio di Terraferma della Serenissima. La fedeltà a Venezia fu una caratteristica di Vicenza - e ancor più del territorio vicentino nel suo complesso - anche per tutto il periodo seguente, durante il quale la Serenissima, il più giovane tra gli Stati italiani di terraferma, si trovò a lottare per conservare e anzi ingrandire il proprio territorio, sia con le armi sia con un abile gioco diplomatico in cui si stringevano e disfacevano alleanze.

La città di Vicenza agli inizi del XVII secolo

Il territorio vicentino fu invaso ancora una volta nel 1509 durante la guerra della Lega di Cambrai. La Repubblica Veneta decise l'evacuazione dei suoi Domini di Terraferma per concentrarsi sulla difesa delle lagune, sciogliendo le città dall'obbligo di fedeltà. Il territorio vicentino fu ancora invaso molte volte negli anni seguenti e solo dopo il 1523 la pace fu definitivamente ristabilita: la Terraferma, fino a Bergamo compresa, restò alla Serenissima fino alla sua caduta nel 1797. Questo periodo di stabilità politica e di relativa prosperità economica consentì lo sviluppo di un'architettura locale aulica e piena di riferimenti all'antichità classica, quella di Andrea Palladio (1508-1580), che rimase come punto di riferimento fino a tutto l'Ottocento.

Durante gli anni novanta del Settecento le idee della Rivoluzione francese cominciarono a diffondersi anche nella società vicentina. Fu però l'avvio della campagna d'Italia che Napoleone intraprese nel 1796 a far emergere il dibattito sul possibile rovesciamento del sistema politico cui Vicenza era soggetta da quattro secoli. Gli ideali della rivoluzione furono condivisi da persone appartenenti a diversi strati sociali, che in seguito costituirono il nucleo della municipalità democratica.

Sconfitto Napoleone nella battaglia di Lipsia, il 5 novembre 1813 gli austriaci rientrarono a Vicenza e questa volta vi si insediarono stabilmente. L'occupazione fu ratificata dal Congresso di Vienna e nel 1816 tutta la regione - e con essa Vicenza - fu inclusa nel nuovo stato, il Regno Lombardo-Veneto, facente parte dell'Impero austriaco. Nel 1848 scoppiò in tutta Europa una serie di moti rivoluzionari. Il generale austriaco Radetzky attaccò per due volte la città per reprimere l'insurrezione, riuscendo infine a riconquistarla. Frequenti furono le manifestazioni antiaustriache in città e nel territorio, sempre prevenute o represse dall'efficiente polizia asburgica. Con la terza guerra d'indipendenza la città passò in modo relativamente incruento al Regno d'Italia, in seguito al referendum del 1866 che decise l'adesione al regno d'Italia.

La prima guerra mondiale coinvolse pesantemente il territorio vicentino. La città non fu direttamente teatro di battaglie, tuttavia la vita era molto pesante: il centro storico e i sobborghi divennero sovraffollati per la presenza di profughi e militari, la legna e il carbone per il riscaldamento e per la cucina erano razionati (l'inverno 1916-17 fu uno dei più nevosi e gelidi del secolo), così come i viveri e il petrolio per l'illuminazione. Dopo la rotta di Caporetto la situazione peggiorò ulteriormente, sia come sovraffollamento sia come penuria di rifornimenti. Alla fine del conflitto, in riconoscimento del valore dimostrato da Vicenza durante il periodo bellico la bandiera della città fu insignita della Croce al merito di guerra e fu costruito a Monte Berico il Piazzale della Vittoria, dal quale lo sguardo spazia su tutte le montagne, dalle Piccole Dolomiti al Monte Grappa, che furono teatro della Grande Guerra.

La seconda guerra mondiale invece colpì direttamente la città, che fu gravemente danneggiata dai bombardamenti angloamericani. Nel novembre del 1944, in due giorni furono scaricate sul quadrante nord della città 25 mila devastanti bombe dirompenti "a spillo" che provocarono 500 morti. La sera del 18 marzo 1945 un'incursione aerea martellò a lungo la città con spezzoni incendiari e fu più intensa nel centro storico; in quel bombardamento fu colpito il cuore di Vicenza: la torre Bissara e la Basilica Palladiana, la cui copertura arse tutta la notte e crollò rovinosamente; fu una grave ferita per l'orgoglio vicentino. Anche la cattedrale fu colpita e quasi completamente distrutta. Alla fine della guerra si contavano più di 2.000 vittime civili durante i bombardamenti. Il ritrovamento e il disinnesco di enormi ordigni bellici è proseguito fino a oggi.

A guerra finita, Vicenza ricevette la medaglia d'oro per la Resistenza e venne intrapresa senza indugio l'opera di ricostruzione per ridare alla città il volto che ancor oggi ha. A partire dagli anni cinquanta un forte sviluppo economico e industriale ha fatto di Vicenza una delle città più ricche d'Italia.

Quale "Città del Palladio", Vicenza è stata nominata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità il 15 dicembre 1994. Oltre ai 23 monumenti palladiani e le 3 ville della città, nel 1996 è stato ottenuto l'inserimento nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità di altre 21 ville del Palladio presenti nel territorio veneto. Il nome del sito UNESCO è così divenuto “La città di Vicenza e le ville palladiane nel Veneto”.

Come orientarsi

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La stazione ferroviaria è situata a sud ovest del centro storico, a poche centinaia di metri da esso. Percorrendo viale Roma fino in fondo e svoltando a destra, passati sotto il grande arco di Piazza Castello, si entra nel corso Andrea Palladio, la più importante e conosciuta via del centro storico. Il Corso con le vie circostanti costituisce un'isola pedonale e su di essa si affacciano numerosi palazzi nobiliari, alcuni dei quali recano la firma del celebre architetto, oltre a vari edifici religiosi e alla sede principale del Comune (Palazzo Trissino). Il Corso è anche la principale arteria dello shopping e del passeggio cittadino.

Alla destra del Corso, allontanandosi pochi passi dal suo percorso, si può giungere a Piazza Duomo (con la cattedrale di Vicenza) e in Piazza dei Signori, il cuore del centro storico. Sulla piazza si affacciano la Basilica Palladiana, l'alta torre Bissara e, dal lato opposto, il Palazzo del Capitaniato e il Palazzo del Monte di Pietà.

Uscendo da Piazza dei Signori e continuando a percorrere Corso Palladio fino al termine, si scorge a sinistra il complesso di Santa Corona; infine si sfocia in Piazza Matteotti, dove sono situati Palazzo Chiericati (la pinacoteca civica) e il Teatro Olimpico, entrambe opere di Palladio.

Tornando in Corso Palladio, verso la sua metà si incrociano a sinistra Corso Fogazzaro, da cui si raggiunge Piazza S. Lorenzo, e Contra' Porti, via ricca di palazzi palladiani e gotico-veneziani che conduce a nord del centro, verso Parco Querini e Porta S. Bortolo con l'ospedale omonimo, che corrisponde al limite settentrionale del centro storico.

Dirigendosi invece da Piazza Matteotti verso sud, lungo viale Giuriolo, si giunge nel giro di 1 km a Porta Monte, con il suo Arco delle Scalette, un tempo unica via di accesso a Monte Berico, il colle che sovrasta la città, oggi servito da una strada (viale X giugno) e dalla serie di portici pedonali.

Centro storico

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Mura trecentesche di viale Mazzini

Il centro storico del comune di Vicenza è costituito da:

  • il nucleo centrale della città, racchiuso tra le mura altomedievali, costruite tra il X e il XII secolo
  • i borghi successivamente contornati nel XIV secolo dalle mura scaligere: San Pietro e Porta Nova
  • i borghi ricompresi tra le fortificazioni veneziane, mura e fossati, del XV secolo: Pusterla (San Marco) e Berga.

È quindi oggi delimitato dall'anello della circonvallazione interna: i viali Mazzini, D'Alviano, Fratelli Bandiera, Rodolfi, Legione Gallieno, Margherita, Risorgimento, Venezia, Milano. Conserva la maggior parte del patrimonio artistico della città, delle sedi istituzionali e delle sedi associative.

Molti luoghi di questa parte della città sono definiti da toponimi caratteristici come contrà (toponimo presente praticamente in tutte le strade del centro e che deriva da contrada), mure o pedemure (via che correva all'interno della cinta muraria), motton (strada rialzata), busa (luogo basso che si allaga facilmente), piarda (spazio compreso tra il fiume e le mura, originariamente tenuto libero da alberi per scopi difensivi; successivamente a volte utilizzato anche per scaricare e depositare merci).

Gli antichi borghi del centro:

  • 45.5541911.542351 San Marco (Borgo Pusterla) (nella zona settentrionale del centro storico, oltre Ponte Pusterla). L'antico Borgo Pusterla è oggi chiamato San Marco dal nome della sua parrocchia. Giunge fino all'ospedale (ex convento) San Bortolo a nord e al grande polmone verde di Parco Querini a est. La via principale, su cui si affacciano la chiesa di San Marco in San Girolamo e vari palazzi nobiliari (tra cui Palazzo Capra Querini, Palazzo Schio), cambia nome varie volte (Contra' Pusterla, Contra' San Marco, San Francesco, San Bortolo) ma è sempre la stessa. Un tempo la zona era occupata da numerosi conventi e dai loro terreni. Borgo Pusterla su Wikipedia Borgo Pusterla (Q17622878) su Wikidata
  • 45.5511.552 Borgo Berga. è il borgo formatosi nella parte meridionale, nell'area compresa tra le mura altomedievali e quelle veneziane della città. Può essere fatto risalire al I secolo d.C. quando a Vicenza - che come città romana aveva acquisito una certa importanza - fu costruito il grandioso Teatro Berga, in cui si svolgevano i ludi scenici e di cui si può vedere ancora l'esatto perimetro. Vi si collocano numerosi complessi religiosi di interesse storico: il complesso monumentale di San Silvestro, la chiesa di Santa Caterina, la chiesa e convento di Santa Chiara, la chiesa di Santa Caterina in Porto, l'Oratorio delle Zitelle, l'ex convento e chiesa di San Tommaso. Vi ha sede il polo universitario di Vicenza e, in una zona di recente ampliamento, il nuovo Palazzo di Giustizia. Borgo Berga su Wikipedia Borgo Berga (Q3642481) su Wikidata
  • Borgo San Pietro. Borgo San Pietro (Vicenza) su Wikipedia Borgo San Pietro (Q48808328) su Wikidata
  • Borgo di Porta Nova (zona ovest del centro storico).

Per approfondimenti leggi anche il libro Vicenza, la cinta murata: forma urbis (2011), scaricabile nel sito del Forum Center del Comune di Vicenza.

Vie centrali
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  • 45.547511.54491 Corso Palladio. È la strada cuore di Vicenza, la via dei negozi, sempre affollata per le ormai note "vasche in Corso", le passeggiate dei vicentini. Il tracciato della strada si è mantenuto pressoché inalterato fin dall'epoca romana, quando fungeva da decumano massimo della Vicetia di allora, a sua volta impostato sulla consolare Via Postumia. Si estende per circa 730 metri in direzione est-ovest, da Piazza Matteotti a Piazza Castello, e rappresenta una vera e propria galleria di chiese e di palazzi prestigiosi che vi si affacciano, in parte firmati dal Palladio. È totalmente pedonalizzato, come la maggior parte delle vie limitrofe, ed è un "must" per il visitatore percorrerlo tutto una o due volte. Corso Palladio su Wikipedia corso Palladio (Q3694627) su Wikidata
  • Corso Fogazzaro. Ricalca il tracciato di uno dei cardini minori della città romana e taglia il settore nord-occidentale del centro storico a partire dall'incrocio con corso Palladio. Lungo 630 metri (fino alla porta Santa Croce), il corso è intitolato ad Antonio Fogazzaro, uno dei più celebri scrittori vicentini, autore di romanzi come Malombra e Piccolo mondo antico, nei quali viene descritta la società provinciale a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento.
  • Contrà Porti. Forse Cardo Massimo della città in epoca romana, la via fu uno degli assi da cui partì il rinnovamento edilizio del XV secolo e sul quale si innestarono anche gli interventi palladiani. Lungo la strada si trovano molti palazzi della famiglia Da Porto (da cui la via trae il nome) come Palazzo Porto Festa (che ospita, all'interno, ambienti affrescati da Giambattista Tiepolo) e Palazzo Porto Colleoni. Sempre opera del Palladio è il maestoso Palazzo Barbaran da Porto, del 1569, oggi sede del Palladio Museum e del Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio (CISA), che fronteggia l'ala quattrocentesca di Palazzo Thiene.
Piazza dei Signori
Piazzetta Palladio
Piazza Castello
  • 45.54729211.5465872 Piazza dei Signori. È la piazza principale della città, cuore pulsante del governo cittadino prima come foro romano, poi, nel Medioevo e Rinascimento, con il Palazzo della Ragione (oggi noto come Basilica Palladiana) dove veniva amministrata la giustizia, e il Palazzo del Capitaniato, sede del rappresentante della Repubblica di Venezia. Nella piazza - di forma rettangolare - si collocano anche la Torre Bissara, torre civica (con i suoi 82 mt. uno dei più alti edifici del capoluogo), il Palazzo del Monte di Pietà con la Chiesa di San Vincenzo (dedicata al compatrono della città) e due alte colonne, una con il Leone alato di San Marco e l'altra con la statua del Redentore. Piazza dei Signori (Vicenza) su Wikipedia piazza dei Signori (Q3902381) su Wikidata
  • Piazzetta Palladio. Piccola piazza sul fianco occidentale della Basilica, era anticamente nota come piazzetta della Rua (dal nome della macchina in legno portata a braccia attraverso le vie del centro storico durante la processione del Corpus Domini). Il nome attuale è dovuto invece alla statua dedicata ad Andrea Palladio, opera ottocentesca dello scultore Vincenzo Gajassi, al centro della piazzetta.
  • Piazza delle Erbe. Situata dietro la Basilica Palladiana, a un livello inferiore rispetto a Piazza dei Signori, Piazza delle Erbe deve il suo nome all'essere stata per lungo tempo sede del mercato ortofrutticolo e floreale. La piazza, dominata dal lato meridionale della Basilica, ospita una torre duecentesca che in passato era usata come prigione e luogo di tortura (vi fu imprigionato anche Silvio Pellico) chiamata, per questo, Torre del Girone o del Tormento. La torre è unita alla Basilica Palladiana da un arco, detto degli Zavatteri, risalente al 1494 e così chiamato perché sotto di esso si teneva un tempo il mercato delle scarpe e delle ciabatte (zavate nella lingua del tempo).
  • Piazza Biade. Posta sul lato orientale della Basilica, si chiama così perché fin dal 1262 vi si teneva il mercato dei cereali e delle sementi. In fondo ad essa, sulla sinistra, si trova la Chiesa di Santa Maria in Foro, detta dei Servi perché la sua costruzione fu iniziata all'inizio del Quattrocento dall'ordine dei Servi di Maria. Sulla piazza affacciano gli uffici comunali e alcuni assessorati in un edificio costruito dopo la seconda guerra mondiale accanto alla Basilica. Dopo diverse polemiche per il suo utilizzo come parcheggio per auto comunali, la piazza è stata pedonalizzata.
  • Piazza delle Poste. In realtà una via (contrà Garibaldi) secondo lo stradario civico, è conosciuta localmente come piazza delle Poste per la presenza della sede del principale ufficio postale; l'edificio è uno dei maggiori esempi di architettura razionalista italiana in città. La piazza ospita una fontana (la Fontana dei Bambini) del 1984, con sculture in bronzo di Nereo Quagliato. Si tratta di uno dei poli della movida serale della città vista la presenza di numerosi locali per il "rito dello spritz".
  • Piazza Duomo. Vi trova sede il palazzo vescovile, con all'interno il Museo diocesano, e la cattedrale cittadina. Sulla sinistra, staccato dalla cattedrale, si trova il campanile romanico del Duomo con il Palazzo delle Opere sociali, mentre sul lato meridionale della piazza sono collocati l'Oratorio del Gonfalone e l'accesso al Criptoportico romano, il principale monumento archeologico cittadino, riscoperto nel 1954 a 6 metri sotto il livello stradale, testimonianza di una domus romana del I secolo. Al centro della piazza dal 1880 si erge una statua a Vittorio Emanuele II, opera di Augusto Benvenuti.
Piazza Matteotti, verso il portale del Teatro Olimpico
  • Piazza Matteotti. Chiamata in passato piazza dell'Isola (perché era una piccola isola circondata dalle acque del fiume Bacchiglione, che talvolta la invadevano) e in seguito piazza Vittorio Emanuele, è dominata da Palazzo Chiericati (sede della Pinacoteca civica) e dall'ingresso al Teatro Olimpico, entrambi capolavori palladiani.
  • Piazzetta Santo Stefano. È caratterizzata dalla presenza di due palazzi nobiliari, Palazzo Sesso Zen del XIV secolo e Palazzo Negri de Salvi del XV, e soprattutto dalla facciata della chiesa di Santo Stefano, una delle antiche sette cappelle cittadine, ridisegnata alla fine del Seicento.
  • Piazza San Lorenzo. Ospita l'ottocentesco monumento al poeta vicentino Giacomo Zanella e il barocco Palazzo Repeta, costruito tra il 1701 e il 1711 da Francesco Muttoni. La Chiesa di San Lorenzo, che sorge sul lato opposto, è assieme a quella di Santa Corona uno degli esempi più rappresentativi del gotico sacro in città; fu costruita dai frati francescani minori nel XIII secolo. La piazza pedonale (riqualificata negli anni duemila con l'arretramento della statua e la costruzione di una fontana a raso terra con giochi d'acqua) ha segnato e continua a segnare le giornate di molti giovani vicentini che l'attraversano per recarsi ai vicini licei Pigafetta e Lioy.
  • Piazza Castello. Diametralmente opposta a piazza Matteotti, ospita diversi palazzi palladiani come Palazzo Porto Breganze, Palazzo Thiene Bonin Longare (sede della Confindustria di Vicenza) e Palazzo Piovini, nonché dall'incombente torrione medioevale di Porta Castello. Bene in vista sulla piazza vi è inoltre una statua di Giuseppe Garibaldi realizzata da Ettore Ferrari nel 1887.
  • 45.5359411.5447043 Piazzale della Vittoria. Grande piazzale panoramico situato sulla cima del colle di Monte Berico, a poca distanza dalla città, permette di godere di una vista panoramica di Vicenza, con le montagne sullo sfondo, teatro delle battaglie della prima guerra mondiale. Luogo particolarmente gremito durante le celebrazioni al Santuario della Madonna patrona della città e durante le sere d'estate, la piazza è la meta delle passeggiate lungo i portici di viale X giugno, nonché sede di numerosi concerti. È inserito nella lista dei monumenti nazionali. Piazzale della Vittoria (Vicenza) su Wikipedia Piazzale della Vittoria (Q110493229) su Wikidata
Ponte delle Barche da viale Giuriolo
Ponte San Michele
  • 45.550811.544614 Ponte Pusterla. Vi si accede da contrà San Marco o da Contrà Vittorio Veneto. Il nome pusterla sembra riferirsi a una piccola porta di passaggio. È una struttura a tre archi in origine fabbricata in legno, sostituito poi nel 1231 con la pietra. Qui si trovava una delle originarie porte di ingresso alla città, divenuta poi di secondaria importanza dopo l'avanzamento della cinta muraria e abbattuta nel 1820 per facilitare i collegamenti con il centro. Restaurato nel 1444 e ancora nel 1640, il ponte fu allargato nel 1928 per esigenze di traffico. Sotto vi scorre il fiume Bacchiglione. Danneggiato dall'alluvione del 1º novembre 2010, è stato oggetto di un radicale restauro dal 2010 al 2011. Ponte Pusterla (Q117447591) su Wikidata
  • 45.55018611.550445 Ponte degli Angeli. Sorge nelle vicinanze di Piazza Matteotti, deve il suo nome odierno all'antica chiesetta di S. Maria degli Angeli (oggi non più esistente) che era stata ricavata dal torrione di protezione dell'importante Ponte di S. Pietro. Andrea Palladio tra il 1555 ed 1560 ne aveva predisposto un progetto di restauro. Alcuni secoli dopo, nel 1889, il manufatto fu completamente demolito perché ritenuto ostacolo allo scorrere del fiume Bacchiglione e sostituito con una struttura in ferro che collegò le due sponde fino al secondo dopoguerra, quando il ponte fu rifatto in cemento armato con una struttura più adatta a sopportare il crescente traffico veicolare. Ponte degli Angeli su Wikipedia Ponte degli Angeli (Q115735043) su Wikidata
  • Ponte Furo. Una delle più suggestive immagini di Vicenza si può ammirare proprio da questo ponte: il fiume Retrone che si snoda attraverso gli edifici e sullo sfondo la Basilica affiancata dalla Torre cittadina è infatti uno degli scorci più belli della città. Il ponte sorge nei pressi del punto in cui la roggia Seriola confluiva nel Retrone dove, un tempo, esisteva la Barriera Eretenia, uno degli ingressi daziari attraverso la cinta che delimitava la città.
  • Ponte delle Barche. Sorge nel quartiere centrale delle Barche ed è il più antico dei ponti vicentini, con tre archi sostenuti da pilastri a grossi blocchi di pietra. La struttura, presenta delle arcate molto basse, tali per cui molto spesso, in caso di forti piogge, il Retrone arriva a superare gli archi allagando il ponte.
  • Ponte San Michele. Romantico ponte costruito nel Seicento sul modello dei ponti veneziani. Il nome deriva dal vicino convento e dalla chiesa romanico-gotica di San Michele; il convento ricco di arte ed eretto nel Duecento dai frati agostiniani, fu parzialmente demolito nel secolo scorso per dare nuovi spazi alla città; la chiesa distrutta invece in epoca napoleonica. È attraversabile solo da pedoni. Ponte San Michele (Q117449292) su Wikidata
  • 45.5458211.5471176 Ponte San Paolo. Ponte che da piazza delle Erbe porta all'omonima contrà. Era situato sull'asse principale che in epoca romana attraversava la città da nord a sud. Recentemente, dopo una piena del fiume, sono emersi alcuni scivoli di carico e scarico usati dalla imbarcazioni che risalivano il Retrone e trasportavano le merci fin sotto il ponte stesso, attiguo alla zona in cui si svolge il mercato cittadino. Storicamente, sembra che questi scivoli risalgano all'epoca medioevale e che abbiano avuto grande importanza per Vicenza, dove il trasporto mercantile fluviale era molto in uso fino al Settecento. Ponte San Paolo (Vicenza) su Wikipedia Ponte di San Paolo (Q115676310) su Wikidata
  • Ponte Novo. In origine Ponte delle Convertite per la sua vicinanza ad un monastero in cui venivano accolte giovani donne desiderose di avvicinarsi alla vita religiosa, di recente ricostruito, collega la parte nord della città con la zona di Corso Fogazzaro. Fino ad alcuni decenni or sono, quando le acque del fiume erano balneabili, i giovani vicentini usavano tuffarsi da questo ponte per un bagno.

Quartieri

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Zona residenziale di via btg. Framarin

Alla periferia del Centro storico alcuni quartieri si sono sviluppati appena fuori le mura e lungo le strade principali di uscita da Vicenza nel XVIII e nel XIX secolo, altri sono stati costruiti sulla base di piani urbanistici nella seconda metà del Novecento.

I nomi dei quartieri talora derivano dal progetto, talora dalla parrocchia principale, altre volte sono denominazioni di uso corrente. Non sempre sono ben definiti i confini nel caso di quartieri contigui.

Quartieri orientali
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  • 45.5511.553 Araceli. è delimitato a nord da viale Cricoli, a est dalla circonvallazione esterna (via Ragazzi del ‘99 e viale Quadri), a sud da via Riello, a ovest dalla circonvallazione interna (via Legione Gallieno, via Ceccarini e viale Rodolfi) e dal fiume Astichello. Il quartiere (il cui nome deriva da quello della Parrocchia di riferimento) ha assunto una propria fisionomia solo a partire dal secondo dopoguerra. Storicamente il quartiere nasce da due piccoli borghi distinti ma vicini, appena fuori le mura scaligere – Borgo Santa Lucia e Borgo Scroffa – e dalle loro estensioni di terreni coltivati che nel corso degli ultimi secoli sono state riqualificate sotto l'aspetto urbanistico. Il quartiere Araceli ospita il Cimitero Monumentale, il Provveditorato agli Studi, l'Istituto Tecnico Industriale Alessandro Rossi, il Seminario vescovile e il Seminario minore. Tra gli edifici di interesse storico le chiese di Santa Maria in Araceli (Araceli vecchia) e di Santa Lucia, il vecchio cimitero acattolico. Quartiere Araceli su Wikipedia Quartiere Araceli (Q3927164) su Wikidata
  • San Francesco - Parco Città. uno dei quartieri più recenti della città, nato a fine anni novanta, in parte realizzato con i fondi del Giubileo del 2000. È caratterizzato da moderni palazzi collegati da una grande galleria commerciale al piano terra. Nella moderna area verde ospita la sede della ex circoscrizione 4.
  • Sant'Andrea.
  • 45.5511.554 San Pio X. sorto tra gli anni cinquanta e settanta, si trova nella zona est della città delimitato da viale della Pace, strada Bertesina e la caserma Ederle. La zona è approvvigionata di servizi quali scuole di ogni ordine e grado, piscina scoperta, sede della ex circoscrizione 3, biblioteca di zona. Vi è una notevole presenza di residenti statunitensi, vista la vicinanza con la caserma Ederle. Ospita ogni venerdì il mercato di zona. Il quartiere ospita anche numerosi parchi giochi, due campi sportivi per il calcio e uno per il baseball, tre palestre atte a pallavolo e basket di cui una dotata di spalti per il pubblico, e il parco secolare di Villa Tacchi al cui interno è ospitata la biblioteca di zona. San Pio X (Vicenza) su Wikipedia San Pio X (Q3947832) su Wikidata
  • 45.53928611.5830285 Stanga. Stanga (Vicenza) su Wikipedia Stanga (Q21329005) su Wikidata
Quartieri meridionali
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Viale X giugno, nel quartiere di Monte Berico
  • 45.53493911.5454536 Monte Berico. quartiere residenziale tra i più eleganti di Vicenza, è la zona più elevata della città ed è meta di numerosi pellegrini, anche provenienti dall'estero, per la presenza dell'omonimo santuario mariano sorto a partire dal XV secolo. Le strade che salgono al santuario sfociano al piazzale della Vittoria, da dove si gode di una completa vista dall'alto della città e del territorio circostante. La salita verso il santuario, che si affronta o sotto gli alberi o sotto i portici di viale X giugno, è una delle passeggiate tradizionali dei cittadini, che d'estate cercano refrigerio sulla cima del colle. Monte Berico su Wikipedia Monte Berico (Q3861231) su Wikidata
  • 45.5280411.529147 Gogna. Situato sulla sinistra di Monte Berico, ospita la chiesa di San Giorgio, una delle più antiche della città. Gogna (Q18506378) su Wikidata
Quartieri occidentali
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  • Ferrovieri: il quartiere - un tempo aperta campagna e chiamato "Riva alta" dagli argini del vicino fiume Retrone - è situato a sud-ovest della città, tra la ferrovia Milano-Venezia e questo corso d'acqua. Il nome ufficiale - fin dagli anni venti - è "Quartiere delle Medaglie d'Oro" (molte delle vie del rione sono infatti dedicate a decorati al valor militare) ma il fatto che i primi abitanti furono gli operai del vicino "arsenale" (Officine Grandi Riparazioni) delle Ferrovie dello Stato ospitati nelle case popolari appositamente edificate per loro ("Casermoni"), battezzò spontaneamente il quartiere come "dei Ferrovieri". La zona si sviluppò ulteriormente tra le due guerre con l'apertura del Lanificio Rossi, assumendo uno spiccato carattere operaio e popolare, fino ad arrivare ai recenti ampliamenti residenziali degli anni novanta. Durante la prima guerra mondiale il quartiere (all'epoca composto solo dalle case dei ferrovieri) venne utilizzato come caserma dal Regio Esercito. Nella zona è situato il Parco del Retrone, un recente parco fluviale di 40.000 m². Nel quartiere hanno sede la ex circoscrizione 7 e il consolato onorario di Bielorussia. Ospita il mercato ogni martedì. La Parrocchia è dedicata a Sant'Antonio da Padova e venne eretta nel 1959. L'attuale chiesa è stata inaugurata e benedetta nel 1966.
  • San Lazzaro - Pomari: può essere suddiviso in due distinte aree territoriali: quella sorta a cavallo degli anni sessanta e i primi settanta, e quella più recente, anni ottanta/novanta, denominata zona Pomari. Mentre la zona di San Lazzaro è contraddistinta dal carattere prettamente residenziale, la zona Pomari (tuttora in espansione) oltre a moderni condomini ospita le sedi di TVA Vicenza (l'emittente televisiva locale), Il Giornale di Vicenza, il palazzo di Confartigianato e la nuova sede della Camera di commercio.
  • San Giuseppe - Mercato Nuovo
  • Cattane: si può considerare il quartiere più centrale della ex circoscrizione 6, il più vasto e popolato ed è caratterizzato da un tessuto sociale eterogeneo. Nel suo territorio si trova il Centro civico di Villa Lattes (sede della ex circoscrizione), che ospita numerose associazioni. Attorno alla parrocchia di Santa Bertilla trova spazio un'intensa attività sociale e ricreativa.
Quartieri settentrionali
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  • Santa Croce - Viale Pasubio
  • 45.55666711.5177788 Villaggio del Sole. Sorto ai primi anni sessanta grazie al Piano Case dell'INA (premio In-Arch 1962), la caratteristica del quartiere è la costruzione "a serpentone" dei lunghi caseggiati che donano un andamento sinuoso anche alle stesse strade; la dotazione di verde, che caratterizza ogni edificio, attribuisce inoltre al quartiere una dimensione armoniosa. Il nome deriva da un piccolo centro elioterapico detto "Casa del sole" attivo tra le due guerre. Era ospitato nella Villa Rota Barbieri (sei-settecentesca) con la torre quattrocentesca, struttura che, dopo aver ospitato le scuole elementari, quindi gli sfollati del Polesine e infine la scuola materna, dopo alcuni anni di chiusura è ritornata in funzione come centro diurno riabilitativo per malati di Alzheimer. Il quartiere ospita la biblioteca di zona e il mercato settimanale si svolge il sabato. La parrocchia è dedicata a San Carlo Borromeo e la relativa chiesa, sorta negli anni sessanta, ha la forma di una tenda, a simboleggiare il peregrinare del popolo di Dio sulla Terra. Villaggio del Sole su Wikipedia Villaggio del Sole (Q4012850) su Wikidata
  • San Paolo: quartiere sorto a partire dagli anni settanta, costituisce il cuore sportivo della città vista la presenza al suo interno del palasport "Città di Vicenza", del pattinodromo, del campo di atletica "Guido Perraro" e delle piscine comunali (coperte e scoperte). Ospita il mercato ogni mercoledì.
  • San Bortolo: storico quartiere della città al cui interno è situato l'omonimo convento poi trasformato in ospedale civile. Caratterizzato da uno sviluppo stratificato negli anni (il nome deriva dalla presenza di una porta risalente alla fortificazione scaligera), è stato uno dei quartieri più danneggiati dalla seconda guerra mondiale a causa della presenza di una caserma (Caserma "Chinotto", già sede della Brigata missili "Aquileia", poi Scuola sottufficiali dei Carabinieri ed oggi centro di addestramento della Forza di Gendarmeria europea).
  • 45.57310511.5446929 Laghetto (nella zona nord di Vicenza). Quartiere che deve il suo nome alle antiche origini acquitrinose della zona (che effettivamente ospitava un lago fino all'epoca romana, gradualmente prosciugatosi) e al fatto che, con la sua costruzione iniziata negli anni sessanta, si scelse di dare alle strade i nomi di laghi. È uno dei quartieri residenziali più tranquilli della città, anche perché è separato dai caotici viali della circonvallazione da un lungo rettilineo (chiamato via dei Laghi) che porta nel centro del quartiere. È sede della ex circoscrizione 5, del palasport "Palalaghetto" e della biblioteca di zona. Ospita il mercato ogni venerdì. Laghetto (Vicenza) su Wikipedia Laghetto (Q28669479) su Wikidata
  • Saviabona.

Frazioni

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Sono paesi, esistenti prima del Novecento e sviluppatisi lungo le strade in uscita dalla città nel raggio di 5–6 km., che nel corso del secolo sono stati a pieno titolo inclusi nell'ambito urbano.

Frazioni lungo la SS 53 Postumia
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  • 45.5511.5510 Anconetta (a nord-est della città, lungo viale Anconetta). è la frazione che si sviluppa principalmente lungo viale Anconetta, arteria molto trafficata in quanto prosecuzione urbana della Strada statale 53 Postumia che porta, tra l'altro, al casello autostradale di Vicenza Nord lungo l'A31. La frazione è delimitata dalla Ferrovia Vicenza-Schio a Ovest e dalla frazione di Ospedaletto a Est. Appartiene alla ex circoscrizione 4 ed è sede decentrata della Biblioteca Bertoliana. Anconetta su Wikipedia Anconetta (Q3615239) su Wikidata
  • 45.5511.5511 Ospedaletto. Frazione divisa tra il capoluogo (ex circoscrizione 4) e il comune di Bolzano Vicentino. Anconetta su Wikipedia Anconetta (Q3615239) su Wikidata
Frazioni lungo la SP 248 "Schiavonesca-Marosticana"
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  • Polegge: appartenente alla ex circoscrizione 5, la zona ha conservato un carattere prettamente residenziale-agricolo nonostante la vicina presenza di un'importante arteria di accesso alla città, la strada provinciale 248 "Schiavonesca-Marosticana". La frazione è servita dalla linea autobus AIM Vicenza numero 21, il capolinea della quale è proprio al centro di Polegge, adiacente alla Chiesa ed al Teatro. È presente la scuola elementare "B. Pajello" appartenente all'Istituto Comprensivo Vicenza 11 e il teatro "Emanuele Zuccato".
Frazioni lungo la S.R. 11 "Padana Superiore" (verso Padova)
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Villa Gazzotti a Bertesina
  • Bertesina: prima di essere un quartiere era una frazione di Vicenza con una propria sede comunale. Grandi proprietà terriere, di famiglie il cui nome è ancora legato alle ville antiche caratterizzano questo piccolo quartiere. Famosa è Villa Gazzotti, opera sicura di Andrea Palladio del 1543 circa. Notevole è la Villa Ghislanzoni del Barco Curti del secolo XVI, ripresa e rinnovata nel 1764.
  • Bertesinella: il nome deriva dal fatto che doveva essere un semplice prolungamento di Bertesina. Nel corso degli anni, invece, la zona si è sviluppata maggiormente rispetto alla località "madre". Come Bertesina, prima di essere un quartiere era una frazione di Vicenza, facente capo a Bertesina dal punto di vista civile e religioso. La chiesa parrocchiale era infatti a Bertesina (al contrario di oggi, in cui esiste una unità pastorale tra Bertesina, Bertesinella e Setteca' con sede parrocchiale a Bertesinella). Si trova all'estremità orientale del comune di Vicenza. Simile ai paesi sorti lungo le strade principali, è uno dei quartieri di più recente formazione, espandendosi lungo via Cà Balbi. Fu iniziato alla fine degli anni cinquanta, quando 40 famiglie circa presero alloggio nelle case comunali all'estremità sud di Contrà Paglia; poi cominciò a crescere anche con la costruzione della nuova chiesa e delle scuole. Il nucleo più antico però si trovava in via S. Benedetto, dove esisteva un antico insediamento con chiesetta, restaurata di recente, e convento benedettino, poi residenza della famiglia Fina. Il mercato di zona si tiene il sabato.
  • Settecà
Frazioni lungo la riva sinistra del Bacchiglione
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  • Casale: zona che si inserisce tra il Bacchiglione a sud e la ferrovia a nord, nella periferia Sud-Est di Vicenza. Vi si può visitare l'oasi naturalistica realizzata nelle vecchie cave di argilla di proprietà del comune di Vicenza e curata dal WWF. Vi sono situate alcune antiche ville: Villa Pigatti, del Seicento, che domina un vasto ambiente naturale fino al Bacchiglione, Villa Colognese del Cinquecento.
  • San Pietro Intrigogna: si trova nella parte sud-est del comune. È una frazione con vocazione agricola (un tempo) e industriale (di recente) posizionata tra i fiumi Tesina e Bacchiglione. Monumenti degni di nota sono Villa Rubini e la chiesa intitolata ai Santi Pietro e Paolo, all'interno della quale è presente un organo storico risalente al 1897.
Frazioni lungo la S.P. 247 Riviera Berica
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  • Campedello: frazione a sud di Vicenza lungo la Riviera Berica, è conosciuta per la presenza nel suo territorio della celebre Villa Capra detta "La Rotonda", capolavoro simbolo dell'architettura del Palladio a Vicenza.
  • Lòngara
  • Santa Croce Bigolina
  • Tormeno (frazione divisa tra il capoluogo e il comune di Arcugnano)
  • Debba: ultima frazione di Vicenza a sud prima di entrare nel comune di Longare, si sviluppa lungo la strada Riviera Berica che collega la città con il basso vicentino. La frazione è nota anche per i "Ponti di Debba", costruiti sul fiume Bacchiglione, che collegano l'omonima strada statale con San Pietro Intrigogna e con lo svincolo di Autostrada e Tangenziale di Vicenza Est.
Frazioni lungo la SS 11 Padana superiore (verso Verona)
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  • Ponte Alto
  • Olmo di Vicenza
Frazioni lungo la SS 46 Pasubio
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  • Maddalene: il quartiere periferico è uno dei più antichi di Vicenza ed il suo nome deriva dalla quattrocentesca chiesa tardogotica dedicata a santa Maria Maddalena e posta alle pendici settentrionali del Monte Crocetta. Il quartiere, inserito nella ex circoscrizione 6, ha avuto un considerevole sviluppo edilizio a partire dai primi anni ottanta del Novecento. È adagiato ai piedi di Monte Crocetta, in una zona ricca di attrattive naturali e architettoniche: le risorgive della roggia Seriola e della Boja, ville e palazzi padronali risalenti al periodo della Repubblica di Venezia quali Cà Beregane abitata dai nobili Beregan, Cà Dal Martello, villa Teodora e altre ancora. Il quartiere dista appena tre chilometri dal centro della città e ha una popolazione di oltre 3.000 abitanti. Coincide con la parrocchia omonima, dedicata a San Giuseppe.
Frazioni lungo la S.P. 106
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  • Sant'Agostino: vi ha sede l'abbazia di Sant'Agostino, romanica, una delle più antiche della città assieme alla chiesa di San Giorgio e all'abbazia dei Santi Felice e Fortunato.

Comunità statunitense (Vicenza Military Community)

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La maggiore presenza straniera a Vicenza è data dagli statunitensi, al 2011 circa 9.000 persone, chiamata Vicenza Military Community, che gravita attorno alla caserma Ederle. Sia i soldati sia i civili americani non sono iscritti all'anagrafe cittadina, i bambini frequentano le scuole presenti all'interno della caserma, non si rivolgono al servizio sanitario italiano se non in caso di gravità o prestazioni specialistiche (all'interno della caserma è presente una clinica con medici militari).

La comunità ha una propria emittente televisiva (AFN Vicenza) e una radio (AFN Eagle), un piccolo corpo interno di vigili del fuoco e un corpo di polizia militare (Military Police) che interviene in città in ogni situazione che coinvolga un militare statunitense, dagli incidenti stradali alle risse nei bar.

Nella zona est della città è presente un vero e proprio "quartiere a stelle e strisce", il Villaggio Americano, con cinema, fast food, negozi e impianti sportivi dove risiedono molte famiglie di militari di stanza alla Ederle.

La presenza militare statunitense a Vicenza è stata ampiamente dibattuta, dividendo l'opinione pubblica e provocando numerose proteste pubbliche, in occasione dell'annuncio della sua espansione, eseguita a partire dal 2009 con la costruzione di una seconda base, la "Del Din", a circa 6 km dalla caserma Ederle, nella zona subito a nord della città dove in precedenza sorgeva l'aeroporto di Vicenza "Tommaso Dal Molin".

Come arrivare

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In aereo

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Il principale aeroporto internazionale è il Marco Polo di Tessera-Venezia, a circa 75 km dal centro della città. Dall'aeroporto partono autobus diretti alla stazione ferroviaria di Mestre dov'è possibile prendere il treno per Vicenza.

L'aeroporto di Verona-Villafranca, intitolato a Valerio Catullo, a meno di 70 km di distanza dalla città, è una valida alternativa. Lo scalo si trova a Villafranca di Verona, ma dista solamente 12 km da Verona, facilmente raggiungibile grazie un servizio di autobus (chiamato Aerobus) che collega l'aeroporto alla stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova. Il servizio, del costo di 6 euro, è garantito tutti i giorni, con collegamenti ogni 20 minuti dalle 5:20 del mattino alle 23.35 della sera. Dalla stazione dei treni è possibile raggiungere Vicenza.

Altre alternative sono l'aeroporto di Treviso (a 60 km) e di Bergamo.

Nell'ex aeroporto "Dal Molin" di Vicenza è presente l'attività elicotteristica. Nella provincia di Vicenza vi sono due piccoli aeroporti da turismo; il più vicino al capoluogo è quello di Thiene, l'altro è il "Romeo Sartori" di Asiago.

In treno

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Stazione di Vicenza
  • 45.541111.540412 Stazione di Vicenza. La maggior parte dei treni che percorrono la linea ferroviaria Milano-Venezia si fermano a Vicenza, con frequenza pressoché oraria, tranne poche eccezioni (1-2 Frecce Bianche al giorno) che vanno da Verona a Padova diretti senza sostare a Vicenza. La stazione ferroviaria dista circa 5 minuti a piedi dal centro storico. Esiste una linea ferroviaria da Treviso che collega la città alla linea Padova - Bassano del Grappa via Cittadella/Castelfranco, nonché una linea da Schio. Stazione di Vicenza su Wikipedia stazione di Vicenza (Q3971299) su Wikidata

In autobus

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La stazione degli autobus (urbani ed extraurbani) è situata a fianco della stazione ferroviaria. Vicenza è collegata ai vari centri della provincia e alle città delle province vicine (Verona, Padova, Treviso).

In auto

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La città è collegata alla rete autostradale dall'autostrada A4 Milano-Venezia e dall'A31 (detta "della Val d'Astico") a Nord. Ci sono tre uscite per la città (Vicenza Est, Nord e Ovest). Chi proviene dalla direzione di Venezia incontra per prima l'uscita di Vicenza Est, chi proviene da Milano esce a Vicenza Ovest presso la zona industriale di Vicenza.

Come spostarsi

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Il modo più agevole per visitare il centro storico di Vicenza è a piedi, dato che esso è abbastanza piccolo (da est a ovest o da sud a nord lo si attraversa comodamente in meno di mezz'ora) e per buona parte giace in zona pedonale o a traffico limitato (ZTL, con varchi sorvegliati da telecamere). La bicicletta serve soprattutto se si desidera uscire dal centro per recarsi in periferia o per visitare le ville palladiane più vicine.

Per raggiungere la sommità del colle di Monte Berico - dove sorgono il santuario-basilica e il panoramico piazzale della Vittoria - senza affrontare la lunga benché agevole salita con le proprie gambe, è possibile sfruttare il bus urbano.

Con mezzi pubblici

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Il trasporto pubblico locale è gestito dall'azienda pubblica SVT - Società Vicentina Trasporti che si occupa anche dei collegamenti in ambito provinciale.

La rete urbana dei trasporti di Vicenza è composta da 21 autolinee che coprono in modo capillare l'intera città e i comuni dell'area urbana (Torri di Quartesolo, Quinto Vicentino, Bolzano Vicentino, Arcugnano, Costabissara, Longare, Caldogno, Monticello Conte Otto, Altavilla Vicentina, Sovizzo, Creazzo, Gambugliano e Monteviale).

La maggior parte delle linee effettuano collegamenti radiali nord-sud ed est-ovest e percorrono l'anello di strade che delimitano l'area pedonale del centro storico (fulcro del servizio), individuata tra contrà Pedemuro San Biagio, piazza Castello, la stazione ferroviaria, viale Roma, contrà Mure Pallamaio, viale Giuriolo e ponte degli Angeli.

Orario di servizio

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L'orario di servizio varia a seconda della linea: nella sua globalità esso inizia alle 5.20 e termina alle 20.50. Il servizio è svolto per 364 giorni all'anno ad esclusione del 1º maggio. Nei giorni di Natale, Capodanno e Pasqua viene svolto un servizio ridotto. L'8 settembre (festa patronale) viene svolto il servizio festivo. L'orario comprende 2 tipologie di orario-tipo:

  • orario feriale
  • orario festivo (con una frequenza di corse ridotta)

L'orario invernale va da settembre a giugno mentre nei mesi estivi è in funzione l'orario estivo (anche in questo caso con una riduzione della frequenza delle corse o con la sospensione di alcune linee). Nei giorni di scuola esistono diversi servizi specifici oltre ad un aumento dei passaggi di alcune linee che vengono raddoppiati (Bis Scuole). Dal 2013 gli orari sono presenti anche su Google Maps grazie al programma Google Transit e in un'app dedicata per smartphone.

Servizio serale
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Al termine del servizio diurno viene attivato un servizio serale a chiamata che copre 11 linee e 221 fermate contraddistinte da paline con un adesivo blu. Per utilizzare il servizio basta mandare un sms indicando il codice della fermata e il codice del biglietto/abbonamento. Si riceverà un sms di risposta con l'orario di arrivo del mezzo. L'orario del servizio serale va dalle 20.30 alle 23.30 dalla domenica al venerdì mentre il sabato e alcuni giorni prefestivi il servizio è attivo fino alle 3.30.

Biglietti

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I biglietti sono acquistabili in circa 90 rivendite sul territorio, in 200 parcometri, inquadrando il QR code alle fermate (previa iscrizione al portale BeMoove), via SMS e a bordo dell'autobus (con leggero sovrapprezzo). Hanno prezzi diversi a seconda che siano per le tratte urbane o sub-urbane. Sono disponibili anche tessere multiviaggio oltre che diversi tipi di abbonamento.

Informazioni per i passeggeri

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Le informazioni per i passeggeri e avvisi sulle eventuali modifiche del servizio vengono affissi alle fermate e sugli autobus e pubblicati sul sito internet dell'azienda SVT. Inoltre, gli orari dei mezzi di trasporto pubblico sono stati pubblicati su Google Maps e di conseguenza, oltre a poter calcolare itinerari e tragitti, è possibile visualizzare gli orari della fermata in cui ci si trova attraverso Google Now.

Su tutte le paline delle linee urbane si trova il foglio orari al momento della partenza dal capolinea (con i tempi medi di raggiungimento della fermata, che si attestano attorno ai 2-5 minuti tra una fermata e l'altra). Il foglio orari delle linee sub-urbane indica invece l'orario di passaggio alla fermata in questione. Sulle paline sono stati recentemente applicati QR code che, se inquadrati, informano l'utenza sulle prossime corse di passaggio nella fermata in cui ci si trova

Tutte le fermate "ad alta mobilità" sono dotate di paline o pensiline elettroniche con i tempi di attesa delle varie linee e comunicazioni all'utenza.

Viaggiatori con ridotta mobilità
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Le principali fermate sono dotate di bande sensoriali a terra per non vedenti.

Il 40% dei mezzi è dotato di avviso sonoro all'apertura delle porte, avviso esterno di linea e destinazione e il 20% anche di avviso audiovisivo interno di prossima fermata. Tuttavia l'utilizzo di questi dispositivi è a discrezione dell'autista per cui non sempre gli avvisi audiovisivi interni o audio esterni sono attivi.

Il 60% dei mezzi è accessibile alle carrozzine ma per il trasporto dei disabili il comune preferisce dedicare un servizio apposito. L'accesso di carrozzine per bambini su questi mezzi è sempre consentito con carrozzina aperta, ad eccezione degli orari di punta. I mezzi che consentono l'accesso alle carrozzine e ai non vedenti sono identificati da 2 vetrofanie applicate nella parte anteriore dell'autobus.

Ogni linea è identificata da un numero e dalla destinazione a cui porta (alcune linee, pur con lo stesso numero, hanno corse che effettuano capolinea in luoghi diversi).

Frequenze riferite al giorno tipo feriale invernale.

Linea Percorso Prima corsa Ultima corsa Frequenza fascia di punta Frequenza fascia di morbida Tempo medio di percorrenza Rinforzo scolastico previsto Note
1 Via Moneta Zona Pomari → Stanga/Torri di Quartesolo/Bertesina/

Bertesinella/Lerino

5:20 20:50 ogni 10 min ogni 13 min 20 min (per capolinea Stanga)

25 min (per capolinea Bertesinella e Torri di Quartesolo)

28 min (per capolinea Lerino)

31 minuti (per capolinea Bertesina)

si
2 Stazione FS → Via lago di Fogliano/Polegge 6:00 20:40 ogni 15 min ogni 20 min 18 min (per capolinea Via Lago Fogliano)

26 min (per capolinea Polegge)

si
3 Autostazione SVT → Parco Città 6:55 17:10 ogni 10 min ogni 50 min 13 min si Non effettua servizio festivo e al sabato.
4 Viale Ferrarin → Via Giaretta/Nogarazza/Valmarana 5:50 20:05 ogni 15 min 22 min (per capolinea Via Giaretta)

27 min (per capolinea Nogarazza)

32 min (per capolinea Valmarana)

si Alcune corse proseguono da Viale Ferrarin fino alla base americana Del Din.
5 Villaggio del Sole → Ospedaletto/Bolzano Vicentino/Quinto Vicentino/

Lanzè/Valproto

5:30 20:40 ogni 10 min ogni 15 min 31 min (per capolinea Ospedaletto)

39 min (per capolinea Bolzano Vicentino)

41 min (per capolinea Quinto Vicentino)

46 min (per capolinea Lanzè)

50 min (per capolinea Valproto)

si Nei festivi le corse per Bolzano, Quinto, Valproto e Lanzè non vengono effettuate.
6 Viale Roma → Costabissara/Motta di Costabissara 5:50 20:10 ogni 15 min ogni 60 min 20 min (per capolinea Costabissara)

28 min (per capolinea Motta)

si
7 Via del Carso → San Pio X 5:50 20:10 ogni 15 min 26 min no
8 Viale Roma → Debba/Lumignano 6:00 20:10 ogni 20 min ogni 60 min 21 min (per capolinea Debba)

35 min (per capolinea Lumignano)

si
9 Viale Giuriolo → Caldogno 5:45 20:05 ogni 20 min ogni 70 min 25 min si
10 CENTROBUS Park Stadio → Teatro Olimpico → Piazza Castello → Basilica → Corso Palladio → Park Stadio 6:45 20:35 ogni 10 min 15 min no Alcune corse vengono prolungate al nuovo tribunale.
11 Viale Giuriolo → Cavazzale 5:50 19:55 ogni 30 min ogni 45 min 30 min si
12 Viale Roma → Altavilla Vicentina 5:30 20:25 ogni 20 min ogni 50 min 23 min si
13 Viale Roma → Pianezze/Fimon/Lago di Fimon 6:10 18:40 ogni 40 min ogni 60 min 27 min (per capolinea Pianezze)

40 min (per capolinea Fimon)

50 min (per capolinea Lago di Fimon)

no Non effettua servizio festivo.
14 Viale Roma → Creazzo/Sovizzo 6:15 20:50 ogni 20 min ogni 50 min 18 min (per capolinea Creazzo)

25 min (per capolinea Sovizzo)

si
CIRCOLARE 12/14 Viale Roma → Creazzo → Sovizzo → Altavilla Vicentina Servizio integrato circolare linee 12 e 14 Servizio festivo effettuato dalle linee 12 e 14.
16 Viale Roma → Monteviale/Gambugliano 5:50 19:45 corse solo nelle ore di punta. 25 min (per capolinea Monteviale)

40 min (per capolinea Gambugliano)

no Non effettua servizio festivo.
17 Viale Giuriolo → San Pietro Intrigogna 6:50 13:55 corse solo al mattino. 15 min si Non effettua servizio festivo.
18 Viale Roma → Monte Berico 6:45 19:15 ogni 30 min ogni 90 min 6 min no Effettua solo servizio festivo.
19 Autostazione SVT → Via Vedelleria 7:25 19:25 ogni 60 min ogni 120 min 32 min no
20 CENTROBUS Park Quasimodo → Corso Fogazzaro → Contrà Cantarane → Park Quasimodo 6:50 20:40 ogni 12 min ogni 24 min 16 min no Non effettua servizio festivo.
30 CENTROBUS Park Cricoli → Santa Corona → Park Cricoli 6:45 20:40 ogni 10 min ogni 20 min 11 min no
NAVETTA FIERA Stazione FS → Fiera di Vicenza (ingresso Ovest) 7:30 19:30 ogni 20 min 20 min no Linea attiva in occasione delle principali manifestazioni fieristiche

Da alcuni anni l'accesso ai mezzi avviene esclusivamente della porta anteriore poiché la porta centrale serve per la discesa e l'ultima (o le ultime, nel caso degli autosnodati) sono classificate come "porte ausiliarie" e vengono aperte per consentire una discesa più rapida negli orari di punta. Il passeggero che deve scendere, deve prenotare la fermata premendo il pulsante STOP all'interno dell'autobus stesso.

La livrea degli autobus è di colore bianco nella parte superiore e arancione nella parte inferiore. Alcuni autobus hanno livree particolari a scopi pubblicitari. Tutti gli autobus sono dotati di indicatore esterno di percorso, indicante linea, destinazione e importanti fermate intermedie. La maggior parte dei mezzi è dotata all'interno di indicatore AVM di prossima fermata.

All'interno degli ultimi mezzi acquistati si sta procedendo all'installazione di schermi LCD appesi al soffitto della vettura, che mostrano il percorso della linea, la fermata precedente, quella di prossimo arrivo e quella successiva, nonché comunicati e video istituzionali.

In taxi

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I taxi sono reperibili appena fuori dalla stazione ferroviaria. Il servizio radiotaxi permette di prenotare anche mezzi per disabili e servizio di collegamento agli aeroporti (Info e prenotazioni).

In auto

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Nei pressi della stazione ferroviaria vi sono vari servizi di autonoleggio e numerosi sono prenotabili online.

Vicenza è dotata di 3 ampi parcheggi esterni di interscambio:

  • Stadio.
  • Dogana.
  • 45.56369311.54833913 Cricoli, Viale Cricoli, 92. Tariffe Centrobus: 1 persona Euro 2,40 fino a 5 persone Euro 3,60 (ago 2021). Dal parcheggio parte il bus 30 per il centro.
    I bus turistici possono parcheggiare accanto al Park Cricoli.

posti alle porte della città, nei quali chi viene da fuori può lasciare la propria auto o il camper e raggiungere il centro storico in 5 minuti a bordo dei bus navetta, oppure noleggiare una bicicletta.

I parcheggi del centro hanno una capacità limitata e costi orari elevati, per cui è conveniente usare i parcheggi esterni di interscambio se si ha intenzione di rimanere in città per più di poche ore, o semplicemente per avere la garanzia di trovare un parcheggio senza perdere tempo prezioso per cercarlo.

Cosa vedere

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Panorama del centro storico visto da Monte Berico

La notorietà di Vicenza come meta turistica è senza dubbio legata alle opere di Andrea Palladio, grande architetto del tardo rinascimento che rivoluzionò il linguaggio del costruire, dando vita al Palladianesimo, uno stile che ebbe una rilevante influenza su tutta l'architettura occidentale, in particolare neoclassica e americana. I palazzi costruiti da Palladio sono tutti concentrati in città e la maggior parte delle ville palladiane sono situate nella provincia di Vicenza; alcune sono a breve distanza dal centro, facilmente raggiungibili in bicicletta o coi mezzi pubblici, come "La Rotonda" (villa Almerico Capra) situata a 3 km a sud-est della città.

Ma anche al di là di Palladio la città offre molteplici motivi di interesse storico-artistico e altrettanti itinerari possibili: l'impianto urbanistico stesso di Vicenza, di derivazione rinascimentale; i palazzi gotici (ad esempio quelli di Contra' Porti); il barocco vicentino, che mostra eleganti e misurati esempi in chiese e palazzi; il Santuario della Madonna di Monte Berico, meta di pellegrinaggi a livello internazionale; i numerosi musei pubblici e privati, le mostre d'arte; gli eventi fieristici.

La cucina vicentina offre di per sé stessa un motivo di visita, con numerosi locali che offrono piatti della tradizione o comunque ispirati dai prodotti locali tradizionali "a km zero", ben accompagnati dai vini della provincia.

La città insomma offre vari motivi per una visita che, a seconda degli interessi e del tempo a disposizione, può durare da un paio d'ore di piacevole passeggiata lungo Corso Palladio, fino a vari giorni esplorando il meglio di ville, chiese, musei, biblioteche, mostre, mercati, ristoranti e cantine.

Monumenti del centro

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Nel 1994 sono stati inseriti nella lista di beni “Patrimonio dell'Umanità” dell'UNESCO 23 monumenti palladiani del centro storico di Vicenza e 3 ville situate al di fuori dell'antica cinta muraria, realizzate dal celebre architetto Andrea Palladio. Tra questi i palazzi sono 16, mentre le altre architetture sono il Teatro Olimpico, l'Arco delle Scalette, la Chiesa di S. Maria Nova, la Loggia Valmarana nei Giardini Salvi, la cupola e il portale nord della Cattedrale, la Cappella Valmarana nella chiesa di Santa Corona.

Questo documento riassume orari e modalità di apertura dei principali monumenti di Vicenza per il 2017.

Il proscenio e la scena del Teatro Olimpico
Cavea del Teatro Olimpico
  •  unesco 45.5511.5491677 Teatro Olimpico, Stradella del Teatro Olimpico, 9. ingresso 10€; incluso nel biglietto cumulativo Vicenza Card. Mar-Dom: (dall'1 settembre al 30 giugno) 9:00–17:00, (Dall'1 luglio al 31 agosto) 10:00–18:00; chiuso Lun, 25 dicembre e 1° gennaio. Per la sua unicità costituisce una delle tappe d'obbligo per il turista. Iniziato nel 1580 quale ultimo progetto di Palladio e concluso da Vincenzo Scamozzi, è il primo esempio di teatro stabile coperto dell'epoca moderna ed è considerato uno dei grandi capolavori dell'architetto. Fu ultimato dopo la morte di Palladio, limitatamente alla cavea completa di loggia e al proscenio. Scamozzi disegnò le scene in legno, di grande effetto per il loro illusionismo prospettico e la cura del dettaglio, che si possono tuttora ammirare (le uniche d'epoca rinascimentale ad essere giunte fino a noi, peraltro in ottimo stato di conservazione). Il teatro fu inaugurato il 3 marzo 1585 con la rappresentazione dell'Edipo re di Sofocle ed è tuttora utilizzato (tranne d'inverno). Le scene, realizzate appositamente per quella rappresentazione, raffigurano le sette vie della città di Tebe e sfruttano la tecnica della prospettiva accelerata per far apparire lo spazio molto più lungo di quanto effettivamente sia (pochi metri). Il teatro, con la grande parete del proscenio, le molte statue e decorazioni, fu realizzato in legno e stucco e venne costruito su commissione dell'Accademia Olimpica all'interno di una fortezza medioevale in disuso (il Palazzo del Territorio, già utilizzato come prigione e come polveriera). Dall'esterno non si può vedere l'intervento palladiano; c'è comunque un bel giardino, ornato da statue novecentesche recuperate dai teatri distrutti durante l'ultima guerra. Teatro Olimpico su Wikipedia Teatro Olimpico (Q902532) su Wikidata

Palazzi palladiani

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I palazzi palladiani inseriti nella lista dei Patrimoni dell'umanità sono 16 e sono tutti situati nel centro storico di Vicenza, lungo l'attuale Corso Palladio o nelle sue vicinanze. Tre di questi palazzi (Da Monte, Garzadori e Capra) sono di incerta attribuzione, sebbene mostrino un evidente influsso dello stile di Palladio.

La Basilica Palladiana in notturno
  •  unesco 45.54694411.5463898 Basilica Palladiana (logge del palazzo della Ragione), Piazza dei Signori, +39 0444 222114. 3 euro (residenti 1 euro); abbonamenti 5 euro. Visitabile durante le esposizioni; dal 1 luglio al 1 novembre loggia e terrazza con bar aperte Mar, Mer e Gio 10:00-13:00 e 15:00-24:00, Ven 10:00-13:00 e 15:00-01:00, Sab 10:00-01:00, Dom 10:00-24:00. Ridisegnata a partire dal 1549 da Palladio, il quale vi lavorò per tutta la vita e la ribattezzò "basilica" in riferimento alle basiliche civili romane, è il più celebre edificio pubblico di Vicenza e uno dei capolavori dell'architetto rinascimentale. La Basilica è utilizzata per mostre d'arte e al piano terra è collocato il Museo del Gioiello di Vicenza (MDG). La Basilica ospita inoltre alcuni antichi negozi al livello della piazza. Dalla grande loggia al piano nobile, e ancor di più dalla terrazza superiore, si gode di una bella vista di Piazza dei Signori e della città. L'edificio costituiva già dal Medioevo il fulcro di attività politiche (consiglio cittadino, tribunale) ed economiche. Dopo una lunga serie di progetti e tentativi falliti da parte di altri architetti, Palladio cinse l'originario Palazzo della Ragione - di forme gotiche - con delle splendide logge classicheggianti in pietra bianca, risolvendo i difficili problemi statici e adottando, grazie all'uso della serliana, un ingegnoso stratagemma per nascondere all'occhio le differenti distanze tra i pilastri ereditate dai precedenti cantieri. L'ambiziosa copertura a carena di nave rovesciata, ricoperta da lastre di rame, in parte sollevata da grandi archivolti e risalente a metà Quattrocento, fu distrutta in un bombardamento nella seconda guerra mondiale e presto ricostruita; è stata oggetto di un sofisticato restauro dal 2007 al 2012. La Basilica è visitabile all'interno durante le mostre, ma da luglio a novembre è comunque possibile accedere con biglietto alle logge del piano nobile e alla terrazza superiore, munita di bar. A fianco della Basilica svetta la Torre Bissara (82 m), edificata a partire dal XII secolo, rimasto uno degli edifici più alti di Vicenza. Basilica Palladiana su Wikipedia Basilica Palladiana (Q284719) su Wikidata
Palazzo Chiericati
  •  unesco 45.54916711.5491679 Palazzo Chiericati (Pinacoteca civica), Piazza Matteotti, 37/39, +39 0444 222811, fax: +39 0444 546619, . Il maestoso palazzo, che domina piazza Matteotti, fu costruito tra il 1550 e il 1680 su disegno di Andrea Palladio come residenza privata per il conte Girolamo Chiericati, uno dei principali esponenti dell'aristocrazia vicentina. Fu ultimato solo un secolo dopo la morte dell'architetto. Ospita attualmente la Pinacoteca civica (vedi sotto musei). Il palazzo è costituito da un corpo centrale con due ali simmetriche leggermente arretrate, dotate di grandi logge al livello del piano nobile. L'armonica facciata è strutturata in due ordini sovrapposti, soluzione fino ad allora mai utilizzata in una residenza privata di città, con un coronamento di statue. Ubicato laddove un tempo confluivano i fiumi Bacchiglione e Retrone, l'architetto rialzò il palazzo per evitare le esondazioni. Sul fregio della loggia inferiore si alternano metope, triglifi e bucrani. Palazzo Chiericati su Wikipedia Palazzo Chiericati (Q729773) su Wikidata
Palazzo del Capitaniato, facciata
Il prospetto laterale che dà su Contrà Monte; nello sfondo uno scorcio della Basilica Palladiana
  •  unesco 45.54722211.54583310 Palazzo del Capitaniato (Loggia del Capitanio o Loggia Bernarda), Piazza dei Signori. Aperto solo durante mostre ed altri eventi. Opera tarda di Andrea Palladio, si affaccia sulla centrale Piazza dei Signori, proprio di fronte alla Basilica Palladiana. Al piano nobile vi si riunisce il consiglio comunale cittadino. Il palazzo fu progettato nel 1565 e costruito dal 1571 al 1572 come residenza per il rappresentante della Repubblica di Venezia in città. Venne decorato da Lorenzo Rubini; all'interno nove dipinti di Giovanni Antonio Fasolo. La struttura è basata su un ordine composito gigante. Al piano terra vi è una grande loggia, coperta da ampie volte, che sorregge un piano nobile dotato di un grande salone, la Sala Bernarda, arricchita da affreschi del Cinquecento provenienti da una delle ville dei Porto. La facciata del palazzo è alternata da quattro semicolonne giganti, in mattoni a faccia vista, che giungono fin sotto la balaustra dell'attico, e tre grandi archi. Le decorazioni sono realizzate in pietra d'Istria e soprattutto stucchi. Le colonne erano pensate da Palladio per essere ricoperte da un intonaco bianco, giocando con il contrasto dei mattoni rossi privi d'intonacatura sul bianco degli stucchi. Sulla facciata principale delle decorazioni rappresentano la personificazione dei fiumi. Il nome del committente, il Capitanio Bernardo, si può leggere nella trabeazione ("JO. BAPTISTAE BERNARDO PRAEFECTO"). Il prospetto laterale su contrà Monte, lavorato su modello degli archi di trionfo romani, è ornata da bassorilievi in stucco e da due statue allegoriche collocate negli intercolumni, a ricordare la vittoria della flotta ispano-veneziana contro gli ottomani nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), a cui contribuirono i vicentini. Le iscrizioni in latino alla base ("PALMAM GENUERE CARINAE" e "BELLI SECURA QUIESCO") suggeriscono il significato delle statue: la prima rappresenterebbe la dea della vittoria navale e la seconda la dea della pace. Nel piano superiore dell'arco vi sono altre quattro statue: la prima (dalla piazza) rappresenta la "Virtù", la seconda, un po' più piccola della prima, rappresenta la "Fede", la terza rappresenta la "Pietà" e infine la quarta, grande quanto la prima, rappresenta l'"Onore"; il tutto a significare che la virtù, la fede, la pietà e l'onore ottengono la vittoria e la pace. La loggia a piano terra, recintata da un'alta cancellata in ferro battuto, armonioso sazio caratterizzato da nicchie e colonne, ospita alcune lapidi in ricordo dei caduti delle guerre. Palazzo del Capitaniato su Wikipedia Palazzo del Capitaniato (Q1115328) su Wikidata
Palazzo Barbaran Da Porto
  •  unesco 45.5484511.5455711 Palazzo Barbaran Da Porto (Palladio Museum), Contra' Porti, +39 0444 32 30 14, . intero 6€, ridotto 4€, scuole 3€. Mar-Dom 10:00-18:00. La fastosa residenza per il nobile vicentino Montano Barbarano è il solo grande palazzo di città che Andrea Palladio riuscì a realizzare integralmente in vita. Si trova all'inizio di contra' Porti, a due passi da Corso Palladio, e fu realizzato fra il 1570 e il 1575. È oggi sede del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio (CISA) e del Palladio Museum (vedi sotto Musei). Al pianterreno, un magnifico atrio a quattro colonne. Nel realizzarlo Palladio deve risolvere due problemi: quello statico di sostenere il pavimento del grande salone al piano nobile, e quello compositivo di restituire simmetria a un ambiente penalizzato dall'andamento sghembo dei muri perimetrali delle case preesistenti. Sulla base del modello delle ali del Teatro di Marcello a Roma, Palladio ripartisce l'ambiente in tre navate, disponendo al centro quattro colonne ioniche che gli consentono di ridurre l'ampiezza della luce delle crociere centrali, controventate da volte a botte laterali. Pone così in opera un sistema staticamente molto efficiente, in grado di reggere senza difficoltà il pavimento del salone soprastante. Le colonne centrali vengono poi raccordate ai muri perimetrali da frammenti di trabeazione rettilinea, che assorbono l'irregolarità della pianta dell'atrio: si realizza così una sorta di sistema a “serliane”, un accorgimento concettualmente simile a quello delle logge della Basilica Palladiana. Anche il tipo insolito di capitello ionico — derivante dal tempio di Saturno nel Foro romano — viene adottato perché consente di mascherare le lievi ma significative rotazioni necessarie ad allineare colonne e semicolonne. Nella decorazione del palazzo, il committente Montano Barbarano coinvolge a più riprese alcuni grandi artisti del suo tempo: Giovanni Battista Zelotti, già intervenuto negli spazi palladiani di villa Emo a Fanzolo, Anselmo Canera e Andrea Michieli detto il Vicentino; gli stucchi sono affidati a Lorenzo Rubini, autore negli stessi anni della decorazione esterna del Palazzo del Capitaniato, e, dopo la sua morte avvenuta nel 1574, al figlio Agostino. L'esito è un palazzo sontuoso in grado di rivaleggiare con le dimore dei Thiene, dei Porto e dei Valmarana, e che consente al suo committente di rappresentarsi in città come esponente di punta dell'élite culturale vicentina. Palazzo Barbaran da Porto su Wikipedia Palazzo Barbaran da Porto (Q925271) su Wikidata
Palazzo Valmarana
  •  unesco 45.54777811.54361112 Palazzo Valmarana (Braga Rosa), Corso Fogazzaro, 16, +39 0444 547188, fax: +39 0444 231721, . Ingresso 5 €. Aperto su appuntamento tutti i mesi dell'anno. È situato in corso Fogazzaro e fu costruito da Palladio nel 1565 per la nobile Isabella Nogarola Valmarana. Il palazzo è privato e sede di esposizioni temporanee e altri eventi. La facciata (l'unica a conservare ancora intonaci e marmorine originali) è una delle realizzazioni palladiane più straordinarie e insieme singolari. Per la prima volta in un palazzo un ordine gigante abbraccia l'intero sviluppo verticale dell'edificio: si tratta di una soluzione che prende origine dalle sperimentazioni palladiane sui prospetti di edifici religiosi. Sulla facciata del palazzo appare evidente la stratificazione di due sistemi: l'ordine gigante delle sei paraste composite si sovrappone all'ordine minore di paraste corinzie, in modo tanto più evidente ai margini dove la mancanza della parasta finale rivela il sistema sottostante, che sostiene il bassorilievo di un soldato con le insegne Valmarana. L'edificio subì pesanti distruzioni nella seconda guerra mondiale; dal 1960 Vittor Luigi Braga Rosa condusse estesi restauri, ricostruendo le parti demolite e arricchendo il palazzo con decorazioni e opere d'arte provenienti da altri palazzi distrutti in guerra, tra cui spicca la collezione di tele seicentesche di Giulio Carpioni a soggetto mitologico. Palazzo Valmarana su Wikipedia Palazzo Valmarana (Q2298628) su Wikidata
Palazzo Porto Festa
  •  unesco 45.54777811.54361113 Palazzo Porto (Porto Festa), Contra' Porti. Chiuso al pubblico. Sito in Contrà Porti, è uno dei due palazzi progettati in città da Palladio per la famiglia dei Porto (l'altro è Palazzo Porto Breganze); commissionato dal nobile Iseppo da Porto, appena sposatosi (1544 circa), l'edificio vede una fase piuttosto lunga di progettazione ed una ancor più lunga - e travagliata - nella sua realizzazione, rimasta in parte incompiuta. Oggetto di svariate ristrutturazioni e ampliamenti, l'edificio mantiene intatta solamente la sua facciata "pubblica". Palazzo Valmarana su Wikipedia Palazzo Valmarana (Q2298628) su Wikidata
  •  unesco 45.54833311.54611114 Palazzo Thiene (ora sede Banca Popolare di Vicenza). È un grande palazzo gotico ristrutturato dal giovane Andrea Palladio, probabilmente su progetto di Giulio Romano. Fu costruito per Lodovico Thiene da Lorenzo da Bologna nel 1490, con un fronte orientale su contrà Porti in laterizio intelaiato da lesene angolari lavorate a punta di diamante, con un portale di Tommaso da Lugano e una bella trifora in marmo rosa.Marcantonio e Adriano Thiene nel 1542 diedero inizio alla ristrutturazione del palazzo di famiglia, secondo un progetto grandioso che avrebbe occupato un intero isolato di 54 x 62 metri, sino ad affacciarsi sulla principale arteria vicentina (l'attuale Corso Palladio), ma del quale venne alla fine realizzata solo una minima porzione. È molto probabile che l'ideazione del progetto sia da attribuirsi a Giulio Romano e che il giovane Palladio sia piuttosto responsabile della progettazione esecutiva e della realizzazione dell'edificio, un ruolo essenziale, soprattutto dopo la morte di Giulio nel 1546. Sono chiaramente riconoscibili gli elementi del palazzo riferibili a Giulio Romano e alieni dal linguaggio palladiano: l'atrio a quattro colonne è sostanzialmente identico a quello del palazzo del Te a Mantova (anche se il sistema delle volte è senza dubbio modificato da Palladio), così come le finestre e la parte inferiore del prospetto su strada e del cortile, mentre le trabeazioni e i capitelli del piano nobile vengono definiti da Palladio. Il palazzo è la sede storica della Banca Popolare di Vicenza e ospita un museo; per la descrizione delle collezioni vedi sotto Musei: Museo di Palazzo Thiene. Palazzo Thiene su Wikipedia Palazzo Thiene (Q898904) su Wikidata
Palazzo Thiene Bonin Longare, dettaglio della facciata
  •  unesco 45.54638911.54166715 Palazzo Thiene Bonin Longare (oggi sede Confindustria), Piazza Castello 3. Chiuso al pubblico. Progettato da Andrea Palladio presumibilmente nel 1572, fu edificato da Vincenzo Scamozzi dopo la morte del maestro (senza citarne il nome) concludendo il precedente cantiere. Edificato da Francesco Thiene sulle proprietà di famiglia all'estremità occidentale della Strada Maggiore (l'attuale corso Palladio) presso il Castello, alla morte di Palladio non era ancora realizzato. Il fianco potrebbe essere opera di Vincenzo Scamozzi, assieme al profondo atrio. Palazzo Thiene Bonin Longare su Wikipedia Palazzo Thiene Bonin Longare (Q2298605) su Wikidata
Palazzo Schio
  •  unesco45.551711.543516 Palazzo Schio, Contra' Pusterla San Marco 39. Chiuso al pubblico. È un piccolo palazzo nobiliare del XVI secolo la cui facciata fu disegnata da Palladio nel 1560, e che fu completato nel 1574-1575. La facciata di rappresentanza del palazzo lungo la strada è relativamente stretta. Per il trattamento del piano nobile, Palladio opta per la sua divisione in tre arcate di uguale larghezza, scandite da quattro semicolonne con capitelli corinzi, libere ai tre quarti del muro e la cui base si integra col paramento dello zoccolo. La facciata è animata da un gioco di luci ed ombre, grazie all'articolazione in parecchi strati di profondità ottenuta dall'utilizzo di colonne, sagomatura e balcone delle finestre e frontoni. Palazzo Schio su Wikipedia Palazzo Schio (Q1406358) su Wikidata
L'incompiuto Palazzo Porto in piazza Castello
  •  unesco 45.54567811.54137217 Palazzo Porto in piazza Castello (Porto Breganze), Piazza Castello. Chiuso al pubblico. Progettato nel 1571 circa per Alessandro Porto ed attribuito ad Andrea Palladio, è rimasto incompiuto (a differenza dei molti altri palazzi palladiani che furono completati dopo la morte dell'architetto). L'alta sezione di palazzo che possiamo vedere oggi è l'evidente testimonianza dell'esito sfortunato del cantiere palladiano. Alla sinistra del frammento è chiaramente visibile la vecchia casa quattrocentesca della famiglia Porto, che era destinata ad essere progressivamente demolita con l'avanzare del cantiere del nuovo grande palazzo. Palazzo Porto in piazza Castello su Wikipedia Palazzo Porto in piazza Castello (Q2573936) su Wikidata
Palazzo Pojana
  •  unesco 45.547511.54518 Palazzo Pojana, Corso Palladio 92. Chiuso al pubblico. Affacciato sul Corso, è attribuito ad Andrea Palladio, che lo avrebbe progettato nel 1540 circa ed è nato dall'unione di due costruzioni separate dalla stradella Do Rode, probabilmente realizzata nel 1566 a seguito di una richiesta di Vincenzo Pojana al Comune di Vicenza nel 1561. L'attribuzione a Palladio non si fonda su riscontri documentari né su disegni autografi, ma sull'evidenza della qualità architettonica dell'articolazione del piano nobile, con un ordine che abbraccia due piani, nonché del disegno di particolari, come gli elegantissimi e carnosi capitelli compositi e la trabeazione. Tuttavia, elementi come le paraste prive di entasi (il caratteristico rigonfiamento che culmina a un terzo dell'altezza) poco si accordano al linguaggio palladiano degli anni 1560, tanto da far pensare che il disegno della porzione sinistra del palazzo sia frutto di un progetto giovanile di Palladio, poi esteso all'edificio confinante negli anni sessanta, quando il Pojana decide di ingrandire la propria casa. Ciò spiegherebbe anche le differenze nella configurazione della zona del basamento nelle due metà dell'edificio. Palazzo Pojana su Wikipedia Palazzo Pojana (Q521254) su Wikidata
Casa Cogollo detta del Palladio
  •  unesco 45.54925611.54878119 Casa Cogollo (detta del Palladio), Corso Palladio 167. Chiuso al pubblico. Questo piccolo palazzo del 1559, affacciato sulla parte terminale di Corso Palladio e sviluppato in altezza, è attribuito ad Andrea Palladio e la tradizione popolare lo identificava proprio con l'abitazione dell'architetto. In realtà si tratta della ristrutturazione della facciata di una casa quattrocentesca che egli eseguì per conto del notaio Pietro Cogollo. Casa Cogollo su Wikipedia Casa Cogollo (Q1625712) su Wikidata
  •  unesco 45.54333311.54583320 Palazzo Civena (ora sede di una casa di cura). Chiuso al pubblico. È stato il primo palazzo di città realizzato da Palladio. Costruito per conto dei fratelli Giovanni Giacomo, Pier Antonio, Vincenzo e Francesco Civena, in seguito divenne dimora dei conti Trissino dal Vello d'Oro. Il palazzo venne alquanto ingrandito da Domenico Cerato nel 1750, che aggiunse le ali laterali per volere dei Trissino. Fu semidistrutto dai pesanti bombardamenti angloamericani nella seconda guerra mondiale (il 2 aprile 1944), come il bel Teatro Eretenio che vi era affiancato, e quindi ricostruito. È attualmente sede di una casa di cura. Palazzo Civena su Wikipedia Palazzo Civena (Q2300067) su Wikidata
  •  unesco 45.54952711.54909121 Palazzo da Monte (Migliorini), Contrà Santa Corona, 9 (Chiuso al pubblico). Pur essendo presente nella lista dei palazzi palladiani tutelati dall'UNESCO, questo palazzo è considerato da alcuni studiosi un apocrifo di Palladio. Costruito di fronte al convento domenicano di Santa Corona tra il 1550 ed il 1554, venne concluso un anno dopo la morte del celebre architetto.
Palazzo Garzadori
  •  unesco 45.5465711.5482822 Palazzo Garzadori, Contra' Piancoli 10/12 (Chiuso al pubblico). Fu commissionato da Girolamo Garzadori che tra il 1545 e il 1563 promosse il rifacimento delle case ereditate in contra' Piancoli. Forse a Palladio venne richiesto uno studio in merito.
    Questo palazzo è stato inserito nel 1994 tra i palazzi palladiani tutelati dal'UNESCO, ma non vi sono certezze sull'attribuzione al celebre architetto, sebbene alcuni studiosi lo sostengano a causa delle analogie con altri disegni palladiani.
    Palazzo Garzadori su Wikipedia Palazzo Garzadori (Q18785529) su Wikidata
  •  unesco 45.552111.543523 Palazzo Capra (frammento inglobato in palazzo Piovini), Corso Palladio, 32. La facciata laterale di Palazzo Piovini ingloba il portale del precedente Palazzo Capra, il quale rientrerebbe (l'attribuzione è piuttosto incerta) tra le opere giovanili di Andrea Palladio; si trattava di un piccolo edificio commissionato dal conte Giovanni Antonio Capra, databile tra il 1540 e il 1545, ma concluso solo nel 1567. Oggi sede di un grande magazzino. Palazzo Capra Querini (Q58290547) su Wikidata

Altri palazzi del centro

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Quelli progettati da Palladio sono solo una parte relativamente piccola dei numerosi palazzi storici che si possono ammirare a Vicenza, sebbene quasi tutti quelli costruiti dopo il grande architetto siano rimasti evidentemente influenzati dal suo stile, come nel caso di Palazzo Trissino al Corso (oggi sede del municipio). Vi sono inoltre numerosi palazzi in stile gotico veneziano sparsi per le vie del centro, ad esempio quelli in contra' Porti. Per un elenco di tutti i palazzi storici della città vedi la relativa voce su Wikipedia.

  • 45.547811.545724 Palazzo Alidosio (Conti), Corso Andrea Palladio 102-104 (a metà di Corso Palladio, a fianco della sede comunale), +39 0444 221360. Visite solo su richiesta (uffici comunali 1° e 2° piano). È il primo palazzo rinascimentale di Vicenza. La struttura dell'edificio e la tipologia delle modanature suggeriscono la sua costruzione nel tardo Quattrocento, nell'ambiente influenzato da Lorenzo da Bologna. Agli inizi del XVI secolo passò dagli Alidosio ai Conti. Un tempo la facciata esterna era completamente affrescata. Il palazzo fu completamente rimaneggiato nel 1926. Per comprendere la profonda rivoluzione del linguaggio architettonico introdotta da Palladio, è istruttivo il confronto tra le due facciate - significativamente diverse - di questo palazzo, costruito prima della nascita di Palladio, e di quella contigua a destra di palazzo Trissino, costruito dopo Palladio, a cui è ora collegato (primo e secondo piano sono occupati da uffici comunali). Palazzo Alidosio Conti su Wikipedia Palazzo Alidosio Conti (Q18224249) su Wikidata
  • 45.54776711.54539425 Palazzo Trissino (Trissino Baston 'al Corso'; sede del Comune di Vicenza), Corso Andrea Palladio, 98 (a metà di Corso Palladio), +39 0444 221360, . Visite solo su richiesta. Situato lungo Corso Palladio, dal 1901 è la sede principale del Comune di Vicenza. Il palazzo fu progettato nel 1588 da Vincenzo Scamozzi (prosecutore dello stile di Palladio) e venne edificato come residenza per il conte Galeazzo Trissino tra il 1592 ed il 1667. Fu poi completato da Antonio Pizzocaro e successivamente ampliato nel Settecento da Ottone Calderari. La costruzione si caratterizza per la presenza di elementi classici nel prospetto sul Corso e si articola intorno al quadrato del cortile centrale. Palazzo Trissino su Wikipedia Palazzo Trissino (Q3891016) su Wikidata
Casa Pigafetta
  • 45.5462111.5466626 Casa Pigafetta, Via Pigafetta. Chiuso al pubblico. È un piccolo palazzo assai particolare situato in una delle vie pedonali alle spalle della Basilica Palladiana.Edificato nel 1440, fu la dimora del navigatore, geografo e scrittore vicentino Antonio Pigafetta, che la rielaborò nel 1481 fino alle sembianze attuali. È un raro esempio di gotico fiorito, con singolari partiture decorative incentrate sul motivo a torciglione. Le porte laterali sono trilobate, in arabesco. Il portale rinascimentale è affiancato da un motto che allude allo stemma di famiglia. Casa Pigafetta su Wikipedia Casa Pigafetta (Q3661143) su Wikidata
  • 45.54842211.54673927 Ca' D'Oro (Palazzo Caldogno da Schio), Corso Palladio 147. Situato lungo Corso Palladio, il palazzo fu eretto nel Trecento in stile tardogotico. Il piano terreno fu risistemato da Lorenzo da Bologna, autore del ricco portale; l'atrio e l'interno furono ristrutturati sul finire del Settecento. Nell'atrio e nel cortile si può ammirare un piccolo lapidario raccolto dal conte Giovanni Da Schio nell'Ottocento, con anfore, epigrafi, pietre miliari e un sarcofago del V secolo. Ca' d'Oro (Vicenza) su Wikipedia Palazzo da Schio (Q15055610) su Wikidata
  • 45.54837211.54233628 Palazzo Repeta (già sede della Banca d'Italia), Piazza S. Lorenzo. Chiuso al pubblico. Situato in piazza S. Lorenzo, al fronte opposto della chiesa, questo enorme palazzo fu costruito da Francesco Muttoni tra il 1701 e il 1711 e costituisce una delle sue prime opere. Palazzo Repeta (Q58243071) su Wikidata
  • 45.5484111.54407729 Palazzo Cordellina, Contrà Riale 12, +39 0444 578234. Aperto in occasione di esposizioni ed eventi. Situato in una laterale di Corso Fogazzaro, di fronte alla sede centrale della Biblioteca Bertoliana, questo bel palazzo in stile palladiano della fine del Settecento è stato oggetto di estesi restauri tra il 2007 e il 2011. Fu costruito da Ottone Calderari, sebbene il progetto originale fosse molto più ampio e ambizioso, tanto che avrebbe dovuto estendersi fino a Piazza San Lorenzo. La facciata presenta due ordini sovrapposti: al pianterreno semicolonne ioniche e al piano nobile semicolonne corinzie che delimitano finestre a tabernacolo. Come da lezione palladiana, i timpani delle finestre si alternano nelle forme a mezzaluna e triangolari. Il cortile interno presenta una doppia loggia con gli stessi ordini architettonici. Gli interni sono ornati da sculture di artisti vicentini, tra cui il busto di Calderari e una statua femminile, entrambi situati nella loggia superiore e scolpiti da Giambattista Bendazzoli. Gli affreschi furono realizzati da Paolo Guidolini e Girolamo Ciesa dal 1784 al 1789; durante un bombardamento del 18 marzo 1945 parte delle opere andarono distrutte, in particolare le tele di Ciesa nel soffitto delle logge. Il palazzo, di proprietà della Biblioteca Civica Bertoliana, è sede di esposizioni temporanee e conferenze. Palazzo Cordellina su Wikipedia Palazzo Cordellina (Q16586083) su Wikidata
Il Palazzo del Monte di Pietà visto dalle logge della Basilica Palladiana
  • 45.54751411.5466330 Palazzo del Monte di Pietà, Contrà del Monte, 13, +39 0444 322928, fax: +39 0444 320423. Visitabile su prenotazione il primo sabato di ogni mese 10:00-12:00. Questo grande palazzo del quattro-cinquecento è il complesso monumentale più antico che oggi si può vedere in Piazza dei Signori. La sua facciata, lunga ben 72 metri, domina la piazza dal lato opposto rispetto alla Basilica Palladiana e reca tracce di ampi affreschi a scene bibliche (storie di Mosè), opera del 1556-1563 del pittore veronese Giovanni Battista Zelotti (i dipinti, per quanto rifatti ai primi del Novecento, oggi purtroppo sono quasi illeggibili). Il palazzo incorpora al suo interno la preesistente chiesa trecentesca di San Vincenzo (a cui ha donato l'attuale facciata barocca) oltre a negozi, uffici, abitazioni, un punto informativo per i turisti e il Centro Espositivo Permanente dell'Artigianato Artistico Vicentino (ViArt). Da vedere oltre alla chiesa: le facciate (tra cui quella di Francesco Muttoni su contrà Monte), l'atrio e il cortile interno muttoniano, lo scalone e il loggiato interni, il dipinto di Alessandro Maganza Allegoria della Carità collocato nel soffitto di quella che originariamente era la Camera dei Pegni al piano terreno. Il complesso è tuttora sede della Fondazione del Monte di Pietà di Vicenza, erede dell'antica istituzione medioevale (fondata nel 1486 per iniziativa del beato Marco da Montegallo) che combatteva l'usura fornendo credito ai meno abbienti, e che oggi si occupa dell'arte e della conservazione e valorizzazione dei beni e delle attività culturali e dei beni ambientali. Palazzo del Monte di Pietà (Vicenza) su Wikipedia Palazzo del Monte di Pietà (Q16586416) su Wikidata
  • 45.54593611.54431331 Palazzo delle Opere sociali, Piazza Duomo, 2, +39 0444 226339, fax: +39 0444 326530, . Lun-Ven 9:00-12:00 e 15:30-19:30; chiuso la settimana di ferragosto. Affacciato sulla piazza del Duomo dal lato opposto rispetto al Vescovado, è un sobrio palazzo del 1808, costruito da Giacomo Fontana ristrutturando un precedente complesso medioevale con funzioni ospedaliere che includeva due chiese; il palazzo occupa l'intero isolato e ingloba anche il campanile della Cattedrale. Il Salone d'Onore e altri ambienti del palazzo sono in stile neopalladiano, ispirati all'interno della chiesa di Santa Maria Nova. L'edificio, in precedenza chiamato Casino Sociale dei Nobili, è di proprietà della diocesi di Vicenza e costituisce il salotto intellettuale della città, venendo utilizzato per conferenze, convegni e altre attività culturali. Palazzo delle Opere sociali su Wikipedia Palazzo delle Opere sociali (Q16586469) su Wikidata


Chiese e altre architetture religiose

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La cattedrale di Vicenza
  •  unesco 45.546211.543532 Cattedrale di Santa Maria Annunciata (Duomo), +39 0444 325007. Ingresso libero. Aperta tutto l'anno, Lun-Sab 10:30-11:45 e 15:30-18:00. La grande cattedrale di Vicenza sorge su un antico sito, forse già di un tempio romano, su cui furono edificate varie chiese in successione. Costruita in più fasi, cupola e portale laterale settentrionale sono di Andrea Palladio. La storia di questo sito e della comunità cristiana a Vicenza è efficacemente ricostruita nel Museo diocesano (vedi sotto Musei), ospitato all'interno del palazzo vescovile a pochi passi. La cattedrale fu bombardata e semidistrutta (con l'eccezione della facciata) durante la seconda guerra mondiale, e presto ricostruita nelle forme originali, ma andarono irrimediabilmente perduti i ricchi affreschi che ne ricoprivano le pareti interne. La cripta ospita i sarcofagi dei vescovi. Sotto la Cattedrale è stata realizzata un'area archeologica visitabile. Cattedrale di Santa Maria Annunciata su Wikipedia cattedrale di Santa Maria Annunciata (Q2019284) su Wikidata
La Chiesa di San Lorenzo
  • 45.5488111.541833 Tempio di San Lorenzo (Chiesa di San Lorenzo), Piazza S. Lorenzo, 4, +39 0444 321960, fax: +39 0444 527000. Lun-Sab 10:30-12:00 e 15:30-18:00 (ore 16:00 d'estate); Dom e festivi 15:30-18:00. Collocata nella centrale piazza omonima, lungo corso Fogazzaro, fu costruita alla fine del XIII secolo in stile gotico nella sua versione lombardo-padana del Duecento. È, assieme a quella di Santa Corona, uno degli esempi più rappresentativi del gotico sacro in città e fu costruita dai frati francescani minori nel XIII secolo. È officiata dai francescani conventuali. In accordo con lo stile delle chiese costruite dagli ordini mendicanti in Italia nel XIII secolo - il gotico lombardo che non abbandona del tutto le forme del romanico - la facciata presenta nella metà superiore il tipico profilo a capanna e nella metà inferiore sette alte arcate ogivali, elementi caratteristici dell'architettura veneta che si ritrovano anche nelle più importanti chiese padovane del Duecento. L'elemento di maggiore spicco è il portale, realizzato negli anni quaranta del XIV secolo dallo scultore e architetto veneziano Andriolo de Santi e finanziato con un lascito testamentario di un consigliere di Cangrande della Scala, Pietro da Marano detto il Nano, che sperava con questo atto munifico di liberarsi dal fardello di una vita vissuta praticando l'usura. Egli viene raffigurato nella splendida lunetta del portale, inginocchiato in atteggiamento di penitente davanti a Maria e al bambino, con a fianco i santi Francesco e Lorenzo. Quattro sarcofaghi trecenteschi, posti su mensoloni e coperti da baldacchini in pietra, sono incastonati nelle arcate laterali e racchiudono le spoglie di uomini illustri del tempo (da sinistra a destra, Benvenuto da Porto, di Marco da Marano, di Lapo di Azzolino degli Uberti e di Perdono Repeta). Le alte colonne che conducono lo sguardo verso le volte del soffitto e i fasci di luce che penetrando dagli alti finestroni e dal rosone pervadono l'interno - tutti elementi schiettamente gotici - rendono l'ambiente uno dei più grandiosi e suggestivi della città. Varie opere d'arte ornano l'interno della chiesa. Chiesa di San Lorenzo (Vicenza) su Wikipedia chiesa di San Lorenzo (Q3670899) su Wikidata
Chiesa di Santa Corona
  •  unesco 45.54925811.54768934 Chiesa di Santa Corona, Contra' S. Corona, 2, +39 0444 222811 (musei civici). Ingresso gratuito. invernale: dall'1 settembre al 30 giugno, Mar-Dom 9:00-17:00, (al sabato riapertura alle 17.30 per santa messa con ingresso gratuito); estivo: dall'1 luglio al 31 agosto, Mar-Dom 10:00-18:00 (al sabato chiusura alle 17 per riapertura alle 17.30 per la messa). Il complesso di Santa Corona - che comprende anche i chiostri in cui è ospitato il museo - è a pochi passi da Corso Palladio, poco lontano da Piazza Matteotti, e costituisce una sosta d'obbligo per gli amanti dell'arte.
    Eretta nel Duecento per volontà del beato Bartolomeo da Breganze, vescovo di Vicenza, per conservare una delle spine della corona di Cristo, la chiesa di Santa Corona è una delle più antiche e importanti della città e fu a lungo sede dei Domenicani. Nella cripta sotto l'altare è collocata la Cappella Valmarana (1576 circa) progettata da Andrea Palladio, che nel 1580 fu sepolto nella stessa chiesa. L'edificio ha subìto tra il 2009 e il 2012 un importante restauro. Sull'altare Garzadori (ultimo a sinistra) è conservato il capolavoro di Giovanni Bellini, il dipinto del Battesimo di Cristo (1500-1502).
    La cappella della Famiglia Thiene conserva affreschi di Michelino da Besozzo e la pala della Madonna in trono col Bambino venerata da San Pietro e San Pio V di Giambattista Pittoni.
    Tra le altre opere distribuite sugli altari delle navate laterali si segnalano l'Adorazione dei Magi di Veronese, la Madonna delle Stelle di Marcello Fogolino, Santa Maria Maddalena con i santi Girolamo, Paola e Monica, dipinta tra il 1414 e il 1415 da Bartolomeo Montagna e la tela Sant'Antonio assistito dai frati distribuisce l'elemosina ai poveri (1518) di Leandro Bassano.
    Chiesa di Santa Corona su Wikipedia chiesa di Santa Corona (Q2957156) su Wikidata
Basilica dei Santi Felice e Fortunato
  • 45.544111.532935 Basilica dei Santi Felice e Fortunato, Corso SS. Felice e Fortunato, 219, +39 0444 547246, fax: +39 0444 547246. Ingresso libero. Lun-Dom 9:00-12:00. Da vedere: mosaici del IV-V secolo e Martyrion del V secolo. La basilica nacque nel IV secolo in ambito cimiteriale e fu maestosamente ampliata nel V secolo per ospitare le reliquie dei santi martiri cui è dedicata; dopo la distruzione della città e della chiesa stessa da parte degli ungari nel IX secolo, fu ricostruita nel X secolo per volere del vescovo Rodolfo e con il contributo dell'imperatore Ottone II. È una basilica paleocristiana, inizialmente rettangolare, poi raddoppiata e divisa in tre navate. I benedettini, a seguito delle invasioni ungare, edificarono un nuovo battistero e l'abside semicircolare, aggiungendo il campanile e il rosone, nonché una sequenza di archetti ciechi e una croce bizantina in facciata. Durante l'epoca barocca l'aspetto della chiesa fu profondamente modificato, arricchendolo di altari e decorazioni, poi rimosse da un restauro novecentesco che ha riportato l'edificio all'assetto precedente. A fianco della basilica vi è una piccola esposizione museale, inaugurata negli anni duemila, con testimonianze archeologiche provenienti dalla chiesa e dalla vicina necropoli romana. Un'interessante galleria fotografica è disponibile sul sito dell'ArcheoVeneto. Basilica dei Santi Felice e Fortunato su Wikipedia basilica dei Santi Felice e Fortunato (Q3635650) su Wikidata
Chiesa dell'Araceli vecchia
  • 45.55317911.54922636 Santa Maria in Araceli (Araceli vecchia), Piazza Araceli, 21, +39 0444 514438, fax: +39 0444 319749. Aperta tutto l'anno, circa 9:00-11:00 e 15:00-17:00 senza orari fissi (verificare telefonicamente prima della visita); Gio mattina chiuso; visite guidate su appuntamento. Splendida chiesa barocca a pianta centrale, è collocata a ridosso di Parco Querini, a cui volge l'abside. Costruita nella seconda metà del Seicento come chiesa conventuale, ha dato il nome all'omonimo quartiere di Vicenza. Il suo progetto è attribuito all'architetto Guarino Guarini, mentre la realizzazione sarebbe da attribuire a Carlo Borella. Il convento delle Clarisse che vi era annesso venne demolito nel XIX secolo. La chiesa venne abbandonata a seguito della costruzione della nuova chiesa parrocchiale alla metà del Novecento ed è stata completamente recuperata con un restauro nel corso degli anni novanta. Chiesa di Santa Maria in Araceli su Wikipedia chiesa di Santa Maria in Araceli (Q3674098) su Wikidata
Interno della chiesa di San Marco in San Girolamo
  • 45.55256111.5429837 Chiesa di San Marco in San Girolamo. Aperta al culto; apertura sagrestia e visite guidate su prenotazione. Chiesa barocca poco conosciuta ma dagli interni sorprendenti. Costruita nella prima metà del Settecento dai Carmelitani Scalzi su una precedente chiesa e convento dei Gesuati, era dedicata a San Girolamo e a Santa Teresa d'Avila. Dopo l'abolizione napoleonica degli ordini religiosi e dei relativi conventi, venne utilizzata per breve tempo come magazzino e manifattura tabacchi e divenne quindi nel 1810 la chiesa di San Marco, una delle più antiche parrocchie della città. L'attribuzione del progetto è incerta: visto il bello stile dell'interno alcuni ritengono sia opera dell'architetto Giorgio Massari, altri del vicentino Giuseppe Marchi. La monumentale facciata (assai criticata all'epoca per la sua scarsa aderenza ai canoni palladiani) fu costruita nel 1756 su disegno del bresciano Carlo Corbellini e presenta 11 statue di santi. La chiesa conserva al suo interno numerosi dipinti e alcuni capolavori di artisti veneti del primo Settecento, tra cui Sebastiano Ricci, Antonio De Pieri, Costantino Pasqualotto; conserva inoltre un raro dipinto di Giovanni Battista Maganza il Vecchio. La sagrestia (visitabile su prenotazione) è unica nel suo genere in quanto conserva tutto il prezioso mobilio originale intarsiato dell'epoca. La scuola campanaria di San Marco è l'unica realtà cittadina rimasta custode del suono a mano (o a corda).
Chiesa dei Servi
  • 45.54738611.54785638 Chiesa dei Servi (Santa Maria in Foro o San Michele ai Servi), Piazza Biade, 23, +39 0444 543812, . Ingresso libero. Lun-Dom 8:00-12:00 e 15:30-19:00. Situata nella piccola piazza delle Biade, a fianco di piazza dei Signori, la sua costruzione fu iniziata ai primi del Quattrocento dall'ordine dei Servi di Maria. Il portale della chiesa (datato 1531) venne eseguito dalla bottega presso cui lavorava Andrea Palladio all'inizio della propria carriera e costituirebbe una delle sue primissime opere. Il resto della facciata è Settecentesco. Chiesa di Santa Maria dei Servi (Vicenza) su Wikipedia chiesa di Santa Maria dei Servi (Q3673691) su Wikidata
Chiesa di Santa Maria Nova, facciata
  • 45.548311.537539 Chiesa di Santa Maria Nova. Chiusa al pubblico. Questa piccola chiesa (oggi sconsacrata e purtroppo trasformata in deposito di libri) è attribuita ad Andrea Palladio, che l'avrebbe progettata intorno al 1578 senza riuscire a vederla realizzata. Rappresenta l'unica architettura religiosa progettata da Palladio e costruita a Vicenza, dove per il resto si limitò a interventi su parti degli edifici sacri (come la cappella Valmarana, un portale e la cupola della cattedrale e forse il portale della Chiesa di Santa Maria dei Servi). Fu commissionata dal nobile Montano Barbarano (lo stesso di Palazzo Barbaran da Porto), che aveva due figlie accolte nel monastero annesso (oggi istituto scolastico). La chiesa è ad aula unica, presentata come la cella di un tempio antico, interamente fasciata da semicolonne corinzie su basamenti. Chiesa di Santa Maria Nova (Vicenza) su Wikipedia chiesa di Santa Maria Nova (Q3673501) su Wikidata
Chiesa di San Vincenzo, facciata
  • 45.54749111.54663640 Chiesa di San Vincenzo, Piazza dei Signori, +39 0444 322928, fax: +39 0444 320423, . Domenica e festivi, 9.30-12.00; su richiesta il primo sabato del mese. La piccola e antica chiesa, la cui origine risale al 1387, si affaccia su Piazza dei Signori, di fronte alla Basilica Palladiana ed è dedicata a San Vincenzo da Saragozza, martire, originario patrono di Vicenza, oggi compatrono assieme alla Madonna di Monte Berico. La chiesa fu inglobata circa nel mezzo del lungo fronte del Palazzo del Monte di Pietà. L'attuale facciata barocca dell'edificio fu eretta tra il 1614 ed il 1617 da Paolo e Pietro Borini; presenta due logge a tre archi, in stile corinzio e composito: le logge sono sormontate da uno splendido coronamento che mostra il Cristo compianto da angeli, dello scultore Giambattista Albanese (1573-1630). Allo stesso artista si devono le cinque statue del fastigio, che rappresentano i Santi Vincenzo, Carpoforo, Leonzio, Felice e Fortunato (1614-1617). Queste opere - considerate tra le migliori dell'Albanese - ripropongono l'intensità pittorica e luministica della scultura di Alessandro Vittoria. Dietro la Loggia vi è l'antica chiesetta del 1387 con l'altare rivolto ad oriente, come allora era prescritto (cioè rivolto verso il sole nascente, simbolo di Cristo). Affrescato da Battista da Vicenza, l'interno della chiesa, modificato nel 1499 e successivamente da Francesco Muttoni, fu restaurato negli anni venti del Novecento. Da notare: l'arca trecentesca di Simone Sarego; il pregevole altare maggiore, rococò, opera di Bernardo Tabacco, e l'altare della Pietà - restaurato di recente - capolavoro marmoreo giovanile di Orazio Marinali (1689). Entro il portico, dalle volte a crociera, nella parete di fondo, stele di marmo rosso (Giovanni Antonio Grazioli, 1583) con incise le misure ufficiali lineari della Magnifica Comunità vicentina. Rimane aperta solo la domenica mattina grazie a volontari del CTG, in occasione della messa in latino, unica chiesa a Vicenza in cui si celebri la messa secondo il rito tridentino. Chiesa di San Vincenzo (Vicenza) su Wikipedia chiesa di San Vincenzo (Q13218470) su Wikidata
Chiesa San Rocco
  • 45.5495811.5362141 Chiesa di San Rocco, Contra' Mure S. Rocco, 26, +39 0444 235090, . Aperta da mercoledì a venerdì 9.00-12.00, solo visite guidate; chiusa in agosto. Poco conosciuta, è una piccola ma preziosa chiesa rinascimentale quasi addossata alle mura scaligere, costruita nel 1485 a seguito di una pestilenza nel luogo dove già sorgeva un oratorio o un'edicola sacra dedicata a San Rocco, protettore degli appestati. L'architettura rinascimentale, non in uso all'epoca negli edifici sacri vicentini, rimanda a Lorenzo da Bologna (anche se l'edificio fu completato da altri). Verso il 1530 la chiesa venne prolungata verso oriente e fu edificata una nuova facciata. Alcuni anni dopo la chiesa fu costruito il convento annesso, nel quale si susseguirono i Canonici regolari di San Giorgio in Alga (congregazione sorta a Venezia alla fine del XIV secolo), detti Celestini dal colore dell'abito, dal 1486 al 1668; le Carmelitane di Santa Teresa, dette Teresine, quindi - dopo le soppressioni napoleoniche di inizio Ottocento - l'Ospedale degli Esposti, dove venivano raccolti i neonati di nascita illegittima, o affetti da handicap psicofisici o appartenenti a famiglie troppo povere per mantenerli (la ruota, restaurata, è tuttora visibile). L'ex monastero, dotato di un suggestivo chiostro, è stato ceduto alla Fondazione Cariverona. La chiesa è utilizzata per cerimonie (matrimoni) e concerti del coro polifonico della Schola di San Rocco.
  • 45.54555611.54861142 Oratorio di San Nicola, Piazzetta S. Nicola, +39 0444 543812. Ingresso libero. Visitabile da settembre a giugno, Gio 10:00-12:00 e Dom 15:00-18:00. Completato nel 1678 su commissione dell'omonima confraternita, è una cappella che ospita un ciclo di tele incentrate sulla vita di San Nicola da Tolentino, tra i massimi vertici del misurato barocco vicentino. È stata oggetto di un completo restauro in anni recenti. I dipinti sono disposti su due fasce orizzontali a correre lungo le pareti e sul soffitto, ognuno inserito in una cornice a stucco. Accanto all'altare, addossate alle pareti, vi sono quattro edicole con statue in pietra tenera che raffigurano San Giovanni Evangelista, l'Assunta, Cristo e San Giovanni Battista. Sono presenti opere di Francesco Maffei, tra cui la splendida pala d'altare raffigurante la Trinità, opera della piena maturità dell'artista, che proviene dalla chiesa di San Lorenzo, e di Giulio Carpioni, due fra i più rilevanti pittori del Seicento veneto. A Carpioni si deve l'intero ciclo di undici tele del soffitto, contornate da ricchi stucchi barocchi di Rinaldo Viseto. Oratorio di San Nicola da Tolentino su Wikipedia oratorio di San Nicola da Tolentino (Q3884718) su Wikidata
  • 45.54563211.54441543 Oratorio del Gonfalone (o del Duomo), Piazza Duomo, +39 0444 226626 (CTG). Visite guidate gratuite su prenotazione. Aperto 1 giorno a settimana grazie ai volontari del CTG. Questo oratorio, raramente aperto, giace quasi inosservato in un angolo di piazza Duomo, dal lato opposto rispetto alla cattedrale. Venne edificato tra il 1594 e il 1596 dalla Confraternita del Gonfalone, probabile prosecuzione dell'antica Fratalea S. Mariae de domo, devota alla Vergine e legata alla vicina cattedrale dove aveva un altare. La facciata dell'oratorio è suddivisa da quattro paraste corinzie, sormontate da un timpano triangolare dove sono collocati due angeli che sorreggono lo stemma della confraternita, mentre a coronamento vi sono tre statue con al centro quella della Vergine. L'interno è a navata unica. Colpito da un bombardamento nella seconda guerra mondiale, l'oratorio subì lo stesso destino del Duomo, cioè quello di essere in buona parte distrutto e ricostruito. Rimangono l'altare maggiore e frammenti della pregevole decorazione a stucco, mentre sono andati perduti i dipinti originali (un ciclo di tele sulla glorificazione della Vergine realizzato sotto la direzione di Alessandro Maganza e a cui collaborarono il figlio Giambattista, Andrea Vicentino, Palma il Giovane e Porfirio Moretti), che sono stati sostituiti da altre tele provenienti dalla cattedrale: La pesca miracolosa, del 1562 circa (ideata per l'altare di San Pietro in Duomo) di Giovanni Battista Zelotti (1526-1578); nell'altare maggiore L'Assunzione di Maria, dipinta dagli Albanese nel 1640 circa; una tela centinata attribuita a Giovanni Battista Maganza il Giovane del 1610-15 con una serie di miracoli compiuti da un angelo; I Santi Leonzio e Carpoforo legati a un albero; La condanna di Leonzio e Carpoforo; La conversione di San Paolo (1562 circa), ideata per l'altare di San Paolo in Duomo da G. B. Zelotti (una delle tele è stata spostata nel vicino Museo diocesano). Oratorio del Gonfalone (Vicenza) su Wikipedia oratorio del Gonfalone (Q15818176) su Wikidata
Oratorio delle Zitelle
  • 45.54173211.55163544 Oratorio delle Zitelle, Contra' S. Caterina, +39 0444 218868 - 0444 218812, fax: +39 0444 500264, . Visitabile su prenotazione la mattina nei giorni feriali. Raro esempio di edificio sacro a pianta ottagonale in città, è situato di fronte alla chiesa di Santa Caterina. Costruito attorno al 1647, è attribuito ad Antonio Pizzocaro ed era destinato alla Pia Casa Santa Maria delle Vergini (fondata nel 1604 per opera del predicatore cappuccino Michelangelo da Venezia), detto "delle zitelle", che accoglieva ed educava le giovani prive di fonti di sussistenza. Al contrario dello spoglio esterno, lo spazio interno è riccamente decorato. È articolato in tre cappelle: quella dell'altare maggiore, dedicata alla Vergine Maria, e le laterali, in onore di Santa Cecilia e Sant'Antonio, a destra, e Sant'Orsola, a sinistra; la copertura è a cupola (non visibile dall'esterno), con larghe lesene «piegate, sulle quali si impostano i costoloni, del pari piegati, che s'innalzano con andamento veloce a creare la trama ogivale della cupola e quindi a suddividerla in otto spicchi» (Cevese). L'oratorio ospita un ciclo di dipinti sei-settecenteschi dedicato alle Storie della Santa Vergine, tra cui vi sono opere di importanti pittori veneti: di Francesco Maffei Il riposo durante la fuga in Egitto, L'Assunta, La visitazione, La crocifissione; a Giulio Carpioni sono attribuiti l'affresco nella chiave di volta e quattro tele, tra cui L'annunciazione e L'adorazione dei Magi; di Costantino Pasqualotto due dipinti databili 1740; opera del più modesto pittore provinciale Fortunio Parmigiano la Nascita di Maria. L'edificio è di proprietà dell'IPAB e viene aperto raramente (in restauro nel 2013).

Cinta murate e fortificazioni

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Le mura scaligere in viale Mazzini

Nel centro di Vicenza sono tuttora visibili numerose architetture militari, che risalgono principalmente al periodo della dominazione scaligera (fine Trecento). Nonostante buona parte delle fortificazioni sia stata inglobata, nel corso dei secoli, in nuove strutture, viale Mazzini conserva tuttora le mura medioevali (oggetto di un sofisticato restauro recente). La storia delle fortificazioni è riassunta nella voce di Wikipedia Storia delle mura e fortificazioni di Vicenza.

Oltre alle mura, la maggiore testimonianza di architetture militari si ha con le porte che fungevano da accesso al centro storico:

  • 45.5527711.5366245 Porta Santa Croce. Uno dei più importanti resti ancora intatti delle antiche fortificazioni, è l'ultima ad essere costruita dagli scaligeri (venne eretta nel 1385). Da questa porta partono le mura scaligere di viale Mazzini. La porta ha ancora una funzione di ingresso al centro storico (si accede a corso Fogazzaro). Date le precarie condizioni, nel 2012 è stata oggetto di importanti lavori di restauro conservativo.
  • 45.5475911.5348646 Porta Nova. Costruita nel 1381 da Antonio della Scala per difendere ulteriormente il complesso fortificato della Rocchetta (dove si trovavano armi e munizioni per la città). Nel 1848 accanto a questa porta vennero combattute feroci battaglie per la difesa della città dagli austriaci. La porta è stata abbattuta nel 1926, in occasione della visita di Mussolini. Nelle vicinanze è stato aperto un varco nelle antiche mura a cui viene oggi dato il nome di Porta Nova, ma che nulla ha a che spartire con la porta originaria.
Il torrione di Porta Castello con merlatura viscontea
  • 45.5460911.5411647 Porta Castello. La porta più vicina al centro (entrando ci si trova in piazza Castello) e di principale ingresso alla città per chi proviene da ovest, rappresentava il passaggio attraverso le strutture del castello scaligero, da cui trae il nome. Sorge a poca distanza dalla più antica porta Feliciana che venne chiusa e sostituita dall'attuale, la quale fa parte, assieme alla possente Torre di piazza Castello, di un complesso fortificato voluto ancora dagli Ezzelini.
  • 45.5446511.5449148 Porton del Luzo. Più che una vera e propria porta si tratta di un antico torrione medioevale il cui nome deriva, secondo una leggenda, dalla pesca di un luccio di grandezza eccezionale avvenuta nelle acque del vicino Bacchiglione. Più probabile che il nome derivi dalla famiglia che vi abitava (i Lucii) o da lucus, termine latino che significa "bosco sacro", vista la vicinanza ai boschi di Monte Berico. Oggi passando per Porton del Luzo si accede a contrà S. Silvestro.
  • 45.5529811.5518149 Porta Santa Lucia. Edificata nel 1369, conduce all'omonimo borgo. È caratterizzata da un bassorilievo con il Leone di San Marco che è stato scalpellato alla caduta della Repubblica veneta e da una lapide che ricorda i nomi dei vicentini morti durante la battaglia contro gli austriaci del maggio-giugno 1848.
  • 45.5580811.5445650 Porta San Bortolo. Porta costruita in epoca veneziana (1455), più che per scopo difensivo come barriera per il dazio. Testimone anch'essa dei combattimenti del 1848, è sopravvissuta al feroce bombardamento del 18 novembre 1944 che colpì duramente il quartiere di San Bortolo (allora il più popoloso della città). La porta è stata ristrutturata dal gruppo Alpini del quartiere nel 1993-1994 quando il comune riorganizzò la viabilità. È oggi situata all'interno di una rotatoria, nei pressi del vecchio ingresso dell'Ospedale, avendo perso la funzione di passaggio. Porta San Bortolo su Wikipedia Porta San Bortolo (Q3908778) su Wikidata

Altre architetture del centro

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Arco delle Scalette
  • 45.54562411.5441951 Criptoportico romano, Piazza Duomo 6, +39 347 9426020, . Adulti o famiglie: sabato ore 15,00-17,00 e domenica ore 10,00-12,00. Con l'ora legale, sabato ore 15.00-18.00, domenica ore 9.00-12.00. Apertura domenica pomeriggio con il mercatino dell’antiquariato (seconda domenica del mese). Apertura scuole: da martedì a venerdì ore 9,00-12,00 solo su prenotazione. Altri orari su prenotazione. Le visite durano c. 30 minuti, massimo 15 persone. È il più importante monumento archeologico di Vicenza e non ha eguali nell'Italia settentrionale. Questo corridoio sotterraneo di epoca romana, un tempo parte di una domus patrizia, si trova a oltre 6 metri di profondità dal livello dell'attuale piazza Duomo. Venne costruito tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C. e vari elementi confermano la lunga vita dell'utilizzo, almeno fino al IV secolo. È costituito da tre gallerie a U (le due parallele della lunghezza di circa 27 metri, quella centrale di 29 metri), con copertura a volta; aria e luce erano garantite da 27 finestrelle a bocca di lupo. Il criptoportico venne scoperto durante la ricostruzione postbellica nel 1954, ben conservato. Si accede con visita guidata in numero limitato di persone, prenotare. Criptoportico romano (Vicenza) su Wikipedia Criptoportico romano (Q21208502) su Wikidata
  • 45.5409911.5529252 Arco delle Scalette, Piazzale Fraccon. Collocato al margine sud orientale del centro storico della città, questo arco trionfale palladiano segna l'inizio di uno dei percorsi di salita al Santuario della Madonna di Monte Berico (sorto ai primi del Quattrocento), quello costituito appunto dalle Scalette, 192 gradini suddivisi in rampe e che rappresentava l'unico punto di accesso dalla città al santuario prima della realizzazione, a metà Settecento, dei portici di Francesco Muttoni a fianco di viale X giugno. L'arco fu costruito nel 1595 per volere del capitano veneziano Giacomo Bragadin e il progetto è stato attribuito all'architetto Andrea Palladio nel 1576 circa. Sopra l'arco sono collocate tre statue, con al centro il Leone di San Marco. Arco delle Scalette su Wikipedia Arco delle Scalette (Q3621770) su Wikidata
La Loggia Valmarana si rispecchia sulla roggia Seriola
  •  unesco 45.5469711.5402253 Loggia Valmarana (nei Giardini Salvi), Viale Roma. Chiusa al pubblico (visibile dall'esterno). Questa bella loggetta cinquecentesca in stile palladiano - una delle due presenti all'interno dei Giardini Salvi - è inclusa tra i Patrimoni dell'umanità a Vicenza, benché la sua attribuzione ad Andrea Palladio sia stata messa in discussione, tanto che si propende per un suo allievo. Fu costruita dopo il 1556. La data riportata sulla loggia, 1592 con il nome di Leonardo Valmarana, dovrebbe riferirsi alla apertura al pubblico del giardino, decisa appunto dal nobile Valmarana in quell'anno. La loggia è strutturata come un tempio esastilo di ordine dorico a cinque fornici ed era destinata, secondo il progetto del committente, ad essere un punto d'incontro per intellettuali e accademici. Loggia Valmarana su Wikipedia Loggia Valmarana (Q58242549) su Wikidata
La Loggia Zeno
  • 45.54554511.54352454 Loggia Zeno (nel Palazzo vescovile), Piazza Duomo, 11, +39 0444 226300, fax: +39 0444 326530, . Ingresso gratuito. Lun-Ven 9:00-12:30; chiuso la settimana di Ferragosto. Situata all'interno del Palazzo vescovile, a pochi metri dal Duomo, la loggia venne fatta costruire nel 1494 dal cardinale Giambattista Zeno, vescovo di Vicenza. Come i monumenti circostanti fu gravemente danneggiata dai bombardamenti del marzo 1945, ma in seguito molto ben restaurata. Il raffinato prospetto ha il tipico gusto lombardesco del Quattrocento. Sopra un portico di quattro arcate a tutto sesto su pilastri poligonali - che con le volte a crociera sorregge la volta - vi sono otto basse aperture. La balaustra, dai parapetti istoriati, regge dei pilastrini ornati da candelabri sui quali insiste la ricca trabeazione. Il lato occidentale del cortile, dove si trova un portico a larghe e basse arcate, è invece cinquecentesco, fatto costruire dal cardinale Niccolò Ridolfi, vescovo di Vicenza.

Parchi e giardini del centro

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  • 45.5433111.54178155 Campo Marzo. sempre aperto. È la più grande area verde della città, la più antica di proprietà comunale e una delle poche ad essere priva di limitazione degli orari d'accesso (il parco è privo di recinzioni). Sorge alle pendici di Monte Berico, a ridosso della stazione ferroviaria. Diviso in due settori da viale Roma, Campo Marzo presenta, nella parte ovest, una serie di vialetti che cingono alcune statue (una a Pigafetta, una a Fogazzaro) e il grande parco giochi di via dell'Ippodromo, e dalla parte est il caratteristico viale Dalmazia (completamente riqualificato tra gli anni ottanta e novanta) dove, a settembre, vengono collocate le giostre per la tradizionale Festa dei Oto (festa della Madonna di Monte Berico). Campo Marzo su Wikipedia Campo Marzo (Q3654606) su Wikidata
I giardini Salvi, con vista sul torrione di Porta Castello
  • 45.54627411.53944256 Giardini Salvi. chiuso la sera. Adiacente alle mura di piazza Castello, in pieno centro, presenta una ricca vegetazione, un andamento sinuoso dei suoi viali, che si snodano tra fontane e statue, costeggiando la roggia Seriola. Realizzato nel Cinquecento dalla famiglia Valmarana come giardino all'italiana, fu aperto al pubblico nel 1592 ma, chiuso dopo alcuni anni, fu trasformato nell'Ottocento in giardino all'inglese e riaperto solo dal 1909. Importanti sono la presenza della loggia del Longhena e della loggia Valmarana, entrambe in stile palladiano (la Loggia Valmarana è inclusa tra i monumenti UNESCO di Vicenza). Altre architetture di rilievo sono l'Arco del Revese (ricordo di un arco trionfale più grande su viale Roma, abbattuto per far passare una parata fascista), che fa da ingresso al giardino, e i due padiglioni della fiera campionaria (costruiti nel 1947 e oggi inutilizzati). Oggetto di una radicale riqualificazione tra il 2008 e il 2009, il giardino presenta anche un percorso adatto ai disabili, nonché un roseto da collezione. Giardini Salvi su Wikipedia Giardini Salvi (Q3763811) su Wikidata
La zona di Parco Querini con al centro il tempietto
  • 45.55361111.547557 Parco Querini. chiuso la sera. Grande polmone verde del capoluogo (120.000 m²), situato tra il centro storico e l'ospedale San Bortolo, è un giardino storico caratterizzato da vasti prati, da un esteso boschetto e da un suggestivo viale alberato fiancheggiato da statue di stile classico, che conduce a un tempietto monoptero nel mezzo di un'isoletta artificiale circondata da fossato. Nato come giardino di Palazzo Capra Querini, è divenuto di proprietà comunale nel 1971 salvandosi dalla speculazione edilizia. È il parco dove tipicamente si va a fare jogging (l'anello esterno è di circa 1 km). Nel 2010 un settore del parco è stato arricchito di una serie di strumenti ludico-scientifici adatti a sperimentare in modo giocoso la rifrazione, l'energia cinetica ed altri fenomeni fisici. Il parco è popolato da numerose specie faunistiche selvatiche e domestiche (inclusa una colonia di conigli). Parco Querini su Wikipedia parco Querini (Q3895426) su Wikidata
  • 45.55767111.55083958 Cimitero acattolico. Sorto nello stesso luogo in cui era situata ai primi del Duecento, per pochi anni, la prima università di Vicenza, questo antico cimitero in disuso ospitava un tempo le tombe degli ebrei e, in un settore separato, quelle dei militari. L'architettura, neopalladiana, a bugnato rustico, ricorda quella del vicino Cimitero Maggiore, dello stesso autore (Bartolomeo Malacarne). Dal 1957 non viene più usato per le sepolture ed è rimasto un piacevole e tranquillo giardino all'inglese, in cui fare una breve sosta meditativa. Cimitero acattolico di Vicenza su Wikipedia cimitero acattolico di Vicenza (Q8873268) su Wikidata
  • 45.5452411.5207459 Parco Fornaci, Via Mercato Nuovo, +39 0444 221111. Ultimo parco aperto in città (l'inaugurazione è avvenuta nell'estate del 2007), ha un'estensione di 35.000 m² e si colloca nella zona di viale Crispi, in un'area che ha richiesto un intervento di bonifica ambientale dopo la demolizione delle vecchie Fornaci Lampertico. Il parco, recintato, è dotato di un centinaio di piante, di un laghetto, tre fontane con giochi d'acqua, strutture ricreative come un campo da bocce, un percorso vita e una pista da skateboard - la seconda più grande d'Italia all'epoca della sua costruzione - di 25 metri per lato.

Vicenza è una città ricca di musei: sono ben otto i principali, tre dei quali di proprietà comunale, i rimanenti della diocesi, di fondazioni bancarie e altre istituzioni private. Con lo stesso biglietto cumulativo è possibile accedere a quasi tutti i musei, al Teatro Olimpico e alla chiesa di Santa Corona.

Vicenza card e Card 4Musei

La Vicenza Card (intero 20 euro; ridotto per residenti di Vicenza e provincia e altre riduz. 15 euro) è un biglietto cumulativo che ha validità di 8 giorni dall'emissione, prevede un solo passaggio per singola sede e permette di visitare 12 siti (Teatro Olimpico, Museo civico di Palazzo Chiericati, Museo Naturalistico Archeologico, Museo del Risorgimento e della Resistenza, chiesa di Santa Corona, Gallerie di Palazzo Thiene, Museo Diocesano, Gallerie d'Italia - Palazzo Leoni Montanari, Palladio Museum, Basilica Palladiana, mostre escluse, Museo del Gioiello e Torrione di Porta Castello).

La Card 4Musei (intero 15 euro, ridotto per gruppi e residenti a Vicenza e provincia e altre riduz. 13 euro) è valida per 8 giorni dall'emissione e permette accessi a 4 siti a scelta tra quelli del circuito museale.

Biglietto unico residenti (9 euro), valido 30 giorni dalla data dell'acquisto e usufruibile su esibizione di un documento che attesta la residenza a Vicenza e provincia, consente una sola entrata per 8 siti (Teatro Olimpico, Basilica palladiana, Museo civico di Palazzo Chiericati, chiesa di Santa Corona, Gallerie di Palazzo Thiene, Museo Naturalistico Archeologico e Museo del Risorgimento e della Resistenza).

Le card sono in vendita presso: Ufficio IAT (a fianco ingresso Teatro Olimpico), Gallerie d’Italia/Palazzo Leoni Montanari, Palladio Museum, Museo Diocesano, Museo del Gioiello, Basilica Palladiana. Non sono disponibili online.

Ingressi gratuiti per ragazzi fino ai 17 anni compresi, non in scolaresca (con documento di identità). Altri riduzioni.

Sono inoltre presenti in città altri spazi museali più piccoli, visitabili per lo più su prenotazione. I musei nel resto della provincia sono oltre un centinaio.

Affresco del soffitto della sala dello zodiaco (Pinacoteca Civica di Palazzo Chiericati)
  • 45.54902311.5493160 Pinacoteca civica di Palazzo Chiericati, Piazza Giacomo Matteotti, 37, +39 0444 222811, . Ingresso 10 euro; incluso nel biglietto cumulativo Vicenza Card. Mar-Dom 9:00-17:00; d'estate 10:00-18:00. È la più antica sede museale della città, inaugurata nel 1855 come Museo civico in questo grande palazzo palladiano a due passi dal Teatro Olimpico. Ospita oggi le collezioni di pittura e scultura, il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe e il Gabinetto Numismatico. Un nucleo importante di dipinti è costituito dalle pale d'altare di Bartolomeo Montagna, Bonconsiglio, Cima da Conegliano, Speranza e Marcello Fogolino, cui si aggiunge un gruppo di opere di carattere civile, Jacopo Bassano, Francesco Maffei, Giulio Carpioni. Grazie a donazioni gentilizie nell'Ottocento, la Pinacoteca si è arricchita di capolavori di Tintoretto, van Dyck, Sebastiano e Marco Ricci, Luca Giordano, Giambattista Tiepolo, Piazzetta e i 33 disegni di Palladio. Le donazioni comprendono infine il lascito di Neri Pozza, costituito da sculture e incisioni dello stesso artista e dalla sua collezione d'arte contemporanea, comprendente opere di Carlo Carrà, Filippo De Pisis, Virgilio Guidi, Osvaldo Licini, Ottone Rosai, Gino Severini, Emilio Vedova. Museo civico di Palazzo Chiericati (Q18810139) su Wikidata
  • 45.549711.547561 Museo naturalistico e archeologico di Santa Corona, Contra' S. Corona, 4, +39 0444 222815, fax: +39 0444 546619, . Ingresso 10 euro (Museum Card, cumulativa con gli altri musei). Mar-Dom 9:00-17:00 (luglio e agosto chiusura anticipata alle 13:30); chiuso Lun, Natale e 1 gennaio. È allestito nei due chiostri del monastero domenicano che affiancano la chiesa di Santa Corona in pieno centro storico, a due passi da Corso Palladio. È stato inaugurato nel 1991. All'interno il percorso espositivo è diviso in due sezioni: quella naturalistica che illustra la morfologia del territorio vicentino con la sua flora e la sua fauna e la sezione archeologica con reperti che vanno dal paleolitico all'epoca longobarda. Museo naturalistico archeologico (Vicenza) su Wikipedia Museo naturalistico archeologico (Q3868408) su Wikidata
  • 45.53023211.54652862 Museo del risorgimento e della resistenza (Villa Guiccioli), Viale X giugno 115, +39 0444 222820, fax: +39 0444 326023, . Ingresso 10 euro (Museum Card, cumulativa con gli altri musei). Museo: Mar-Dom 9:00-13:00 e 14:15-17:00; Lun chiuso. Parco: Mar-Dom 9:00-19:30 da aprile a settembre e 9:00-17:30 da ottobre a marzo; chiuso Lun, 25 dicembre e 1 gennaio. Sorge sul colle Ambellicopoli presso la villa Guiccioli, poco dopo il Santuario di Monte Berico. Il museo raccoglie le memorie di eventi e di personaggi che appartengono alla storia d'Italia e che furono pro­tagonisti nelle vicende storiche della città. I documenti e i cimeli delle raccolte portano infatti la testimonianza degli avvenimenti vicentini, nazionali­ e in qualche caso europei come le vicende belliche che vanno dalla prima campagna d'Italia di Napoleone nel 1796 alla fine della seconda guerra mondiale e alla lotta di liberazione (1945). Il museo è circondato da un ampio giardino all'inglese. Appena fuori dell'ingresso è presente un'area picnic. Museo del Risorgimento e della Resistenza (Vicenza) su Wikipedia Museo del Risorgimento e della Resistenza (Q3867928) su Wikidata
Gallerie di Palazzo Leoni Montanari
  • 45.550111.54763 Gallerie d'Italia (Palazzo Leoni Montanari), Contrà S. Corona, 25, +39 800 578875, fax: +39 0444 991280, . Ingresso €5,00 o Museum Card. Mar-Dom 10:00-18:00; ultimo ingresso 17:30; Lun chiuso. Sede espositiva di banca Intesa Sanpaolo, è situato a pochi passi dal Corso e dal Museo dei chiostri di Santa Corona. Ospita un'importante collezione di oltre 400 icone russe e una di dipinti del Settecento veneziano. È stato inaugurato nel 1999. Annualmente, presso il laboratorio interno di restauro, viene riportata all'originario splendore una o più opere d'arte che vengono presentate nella rassegna Restituzioni in maggio. Gallerie di palazzo Leoni Montanari su Wikipedia Gallerie di palazzo Leoni Montanari (Q3757774) su Wikidata
  • 45.5486111.5455564 Palladio Museum (palazzo Barbaran Da Porto), Contra' Porti, 11, +39 0444 323014, fax: +39 0444 322869, . Ingresso €6,00 o Museum Card €10,00 (cumulativa con gli altri musei). Mar-Dom 10:00-18:00; ultimo ingresso 17:30; Lun chiuso. Collocato presso Palazzo Barbaran Da Porto, sede del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio (CISA), è stato inaugurato nel 2012. All'interno sono esposti i modelli lignei e i calchi realizzati in occasione delle mostre palladiane degli anni settanta, modelli computerizzati animati, multimedia, archivi storico-documentari su Palladio e sul restauro. Al tempo stesso il museo palladiano produce un calendario organico di mostre dedicate all'architettura. Per maggiori info si veda anche cisapalladio.org. Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio su Wikipedia Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio (Q3664714) su Wikidata
  • 45.54855511.54607265 Museo di palazzo Thiene, Contrà San Gaetano Thiene, +39 0444 339989, +39 0444 339216. Aperto da gennaio a giugno e da settembre a dicembre: Mer-Ven 9:00-17:00; chiuso luglio e agosto e nei giorni infrasettimanali festivi; visite guidate su prenotazione. Ospitato presso l'omonimo palazzo, sede storica della Banca Popolare di Vicenza, conserva una pinacoteca con dipinti dal XV al XIX secolo, un nucleo di trecento incisioni settecentesche uscite dai torchi della stamperia dei Remondini di Bassano, una sezione dedicata alla ceramica popolare vicentina e due collezioni di sculture rispettivamente di Orazio Marinali e Arturo Martini. Possiede inoltre una rara collezione numismatica di Oselle Veneziane (le monete coniate dai Dogi della Serenissima), la più completa oggi visibile al pubblico. Palazzo Thiene su Wikipedia Palazzo Thiene (Q898904) su Wikidata
Il palazzo vescovile con l'ingresso del museo diocesano (a destra)
  • 45.54587611.54347666 Museo diocesano, Piazza Duomo, 12, +39 0444 226400, fax: +39 0444 226404, . Ingresso 5 € o Museum Card (10 € cumulativa con gli altri musei). Mar-Dom 10:00-13:00 e 14:00-18:00; chiuso Lun, Natale, 1 gennaio, Pasqua, settimana di Ferragosto. Situato nei saloni del Palazzo vescovile, a pochi metri dal Duomo, attraverso un efficace percorso mostra le testimonianze lungo i secoli della presenza cristiana a Vicenza, risalente al III secolo, oltre ad ospitare collezioni di oreficeria sacra, pittura, arte religiosa ed etnografia. Inaugurato nel 2005, oltre a conservare dipinti e oggetti di eccezionale valore artistico e storico, è uno dei principali luoghi dove è possibile ammirare testimonianze della Vicetia romana, assieme alla vicina area archeologica sotto il Duomo, al Criptoportico romano e ai Chiostri di S. Corona. L'ingresso alla sola Loggia Zeno (a fianco) è gratuito. Museo diocesano (Vicenza) su Wikipedia Museo diocesano di Vicenza (Q3868298) su Wikidata
  • 45.546911.546667 Museo del Gioiello, Piazza dei Signori (al piano terra della Basilica Palladiana). Ingresso intero €6,00, ridotto studenti €4,00. Mar-Dom 10:00-18:00. Situato su due livelli all'interno dell'edificio della Basilica Palladiana, si compone di nove sale tematiche (allestite da 11 diversi curatori internazionali) più uno spazio per esposizione temporanee.
  • 45.55432811.55256668 Museo storico scientifico naturalistico del Seminario vescovile, Borgo S. Lucia, 43, +39 0444 226500, . Ingresso con offerta per il seminario. Su prenotazione. Si compone di cinque sale di circa 90 mq ciascuna, adibite in origine a laboratori didattici, con scaffalature e vetrine espositive ottocentesche che ospitano strumenti scientifici e reperti zoologici, botanici ed etnologici raccolti dal 1600 al 1900. Si trova nelle sali attuali fin dall'inaugurazione del Seminario nel 1854.
  • 45.545911.544269 Area archeologica della cattedrale (Area archeologica della strada romana sottostante le sacrestie della Cattedrale), Piazza Duomo 8 (sotto il duomo, accesso dalla sagrestia). Su prenotazione presso il Museo diocesano, con visita guidata. Un'area di circa 750 mq, inaugurata nel 2014, comprendente, su strati sovrapposti, resti di abitazioni romane del tempo di Augusto e una sequenza di edifici destinati al culto nel corso dei secoli: una domus ecclesiae del IV secolo, una chiesa paleocristiana del V con lacerti di mosaico, una romanica dell'XI secolo e una chiesa gotica del XIII. Area archeologica della cattedrale di Vicenza su Wikipedia Area archeologica della cattedrale di Vicenza (Q93225546) su Wikidata
  • 45.54723311.54681470 Area archeologica di Corte dei Bissari, Piazza dei Signori (accesso dall'ingresso principale della Basilica Palladiana). giovedì e sabato, solo su appuntamento. Posto sotto la Basilica Palladiana, è un percorso archeologico legato alla storia di Vicenza, dalla fondazione dei Veneti antichi all’età rinascimentale. Area archeologica di corte dei Bissari su Wikipedia area archeologica di Corte dei Bissari (Q121914065) su Wikidata


Biblioteche

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Il Sistema Bibliotecario Urbano comprende una rete di biblioteche nei quartieri, con la sede centrale della Biblioteca Civica Bertoliana; le altre sedi sono quelle di Palazzo Costantini, Riviera Berica, Villa Tacchi, Anconetta, Laghetto, Villaggio del Sole e Ferrovieri; è attiva inoltre per parte dell'anno una sede della biblioteca presso il parco di Campo Marzo (escluso il periodo invernale).

  • 45.54837411.54451771 Biblioteca Civica Bertoliana (sede centrale di Palazzo San Giacomo), Contrà Riale, 5, +39 0444 578211, fax: +39 0444 578234, . Lun-Ven 8:00-19:00; chiusa Sab pomeriggio e Dom. È la più importante biblioteca pubblica della città, attiva dal 1708 (inizialmente presso il palazzo del Monte di Pietà, poi trasferita nella sede attuale nel 1910). Dispone, nella sola sede centrale di Palazzo San Giacomo, di oltre 417.000 volumi. Situata nella zona pedonale del centro storico, a fianco ha la sede distaccata di Palazzo Costantini e di fronte quella di Palazzo Cordellina (centro culturale).
  • 45.55127211.53827872 Biblioteca Internazionale La Vigna (Centro di Cultura e Civiltà Contadina), Palazzo Brusarosco Zaccaria, contrà Porta Santa Croce, 3, +39 0444 543000, fax: +39 0444 321167, . Lun-Ven 9:00-13:00; Lun e Mer pomeriggio su appuntamento. Biblioteca specializzata fondata da Demetrio Zaccaria, fa parte del Centro di Cultura e Civiltà Contadina e dispone di oltre 42mila volumi incentrati principalmente sul settore di studi sull'agricoltura e sulla cultura e civiltà del mondo contadino, in particolare sulla viticoltura. Ha sede in centro storico nel palazzo Brusarosco Zaccaria, edificio ottocentesco; l'elegante appartamento moderno all'ultimo piano del palazzo, la Casa Gallo restaurata da Carlo Scarpa, è sede di esposizioni temporanee.

Fuori dal centro

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La Rotonda (villa Almerico Capra) di Palladio
Per approfondire, vedi: ville palladiane.

Assieme alla città di Vicenza sono state comprese nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO 24 ville palladiane del Veneto; 3 di queste sono situate all'interno del comune di Vicenza (villa Almerico Capra, villa Trissino, villa Gazzotti), 13 nel territorio provinciale, 8 in altre province del Veneto. Solo una parte delle ville è aperta al pubblico, ma anche solo dall'esterno questi edifici appaiono magnifici. Oltre le ville palladiane, nei dintorni di Vicenza le ville venete sono numerose e molte di esse meritano una visita.

Interno di villa Almerico Capra
  •  unesco 45.53152411.56026873 Villa Almerico Capra (detta La Rotonda), Via della Rotonda, 45 (3 km a sud del centro storico, si raggiunge in bicicletta in 10 min. o a piedi in circa 25'), +39 0444 321793, fax: +39 049 8791380, . esterni: 5,00€; interni + esterni: 10,00€. Aperta dal 13 marzo ai primi di novembre (nel resto dell'anno solo esterni); Ven-Dom 10:00-12:00 e 15:00-18:00. Costruita da Andrea Palladio a partire dal 1566 circa a ridosso della città, è considerata il grande capolavoro dell'architetto rinascimentale ed uno degli edifici più studiati, ammirati e copiati al mondo. È un'innovativa villa suburbana originariamente intesa per funzioni di rappresentanza (non di produzione agricola come le altre ville palladiane) e come tranquillo rifugio di meditazione e studio per il committente originale, il canonico e conte Paolo Almerico. È uno dei primissimi esempi dell'applicazione di una pianta centrale a un edificio privato. Consiste di un edificio quadrato, completamente simmetrico e inscrivibile in un cerchio perfetto. Ognuna delle quattro facciate identiche è dotata di un pronao con loggia da cui si accede alla sala centrale, circolare e a tutt'altezza, sormontata da una cupola (conclusa da Vincenzo Scamozzi sul modello del Pantheon). Anche nel ricco apparato decorativo sono inseriti elementi formali destinati a suggerire un senso di sacralità. Sita sopra la cima tondeggiante di un piccolo colle accanto a Monte Berico, la sua pianta è ruotata di 45 gradi rispetto ai punti cardinali per consentire ad ogni stanza un'analoga esposizione solare. I fratelli Capra, che acquistarono la villa dopo la morte del committente originale, aggiunsero poi gli altri corpi e le barchesse, dando al complesso l'aspetto attuale. La villa è tuttora abitata ed è visitabile all'interno solo in alcuni giorni dell'anno (mercoledì e sabato, da metà marzo ai primi di novembre) o per gruppi su prenotazione. La si può ammirare da lontano inserita nel proprio ambiente, fermandosi lungo la statale, oppure visitarla dall'esterno, seppure anche gli interni meritino una visita guidata. Villa Almerico Capra su Wikipedia Villa Almerico Capra (La Rotonda) (Q505574) su Wikidata
Villa Valmarana "Ai Nani"
  • 45.53511.55638974 Villa Valmarana "Ai Nani", Stradella dei Nani, 8, +39 0444 321803. intero 11 € (ago 2021). Dal 26 aprile al 1 novembre 2021: 10:00-18:00. Dal 2 novembre 2021 al 25 febbraio 2022: 10:00-16:00. Situata alle pendici di Monte Berico, la villa si può raggiungere a piedi in circa 20 minuti dal centro di Vicenza. È celebre per gli affreschi di Giambattista Tiepolo e del figlio Giandomenico. È tuttora proprietà della famiglia nobiliare dei Valmarana e abitata in parte. Il soprannome della villa è dovuto alle sculture in pietra rappresentanti dei nani, un tempo sparsi nel parco, oggi allineati sul muro di cinta. La palazzina principale e la foresteria furono affrescate dai Tiepolo nel 1757 per volere di Giustino Valmarana. In particolare la palazzina principale ripercorre temi mitologici e classici, con scene dall'Iliade, dall'Eneide, dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso e dall'Orlando furioso dell'Ariosto. I personaggi affrescati esprimono un sentimentalismo che richiama quello dei personaggi del melodramma (Pietro Metastasio), genere teatrale diffuso nel XVIII secolo. La foresteria invece ricalca uno stile più moderno, che richiama l'Illuminismo, con scene di vita quotidiana, dalla rappresentazione della campagna veneta a quella della lontana Cina. La villa, dotata di un bel giardino e di un bar, si trova a poche centinaia di metri dalla Rotonda di Palladio, che si può raggiungere in 5 min. attraverso un percorso pedonale (il fondo è dissestato e richiede calzature adatte o una mountain bike). Villa Valmarana "Ai Nani" su Wikipedia Villa Valmarana "Ai Nani" (Q2525859) su Wikidata
Villa Trissino
  •  unesco 45.5663511.5481975 Villa Trissino (a Cricoli), via Marosticana 6, località Cricoli (3 km a nord dal centro storico, 10 min. in bicicletta). Chiusa al pubblico. Situata appena fuori dalla città, è una villa veneta appartenuta all'umanista Giangiorgio Trissino e tradizionalmente legata alla figura dall'architetto Andrea Palladio, benché sicuramente non si tratti di un'opera di quest'ultimo. La tradizione vuole che proprio qui, nella seconda metà degli anni 1530, il nobile vicentino Giangiorgio Trissino (1478-1550) incontri il giovane scalpellino Andrea di Pietro impegnato nel cantiere della villa. Intuendone in qualche modo le potenzialità e il talento, Trissino ne cura la formazione, lo introduce all'aristocrazia vicentina e, nel giro di pochi anni, lo trasforma in un architetto cui impone l'aulico nome di Palladio. Villa Trissino (Cricoli) su Wikipedia Villa Trissino (Q2722437) su Wikidata
Villa Gazzotti Grimani
  •  unesco 45.55916711.60055676 Villa Gazzotti Grimani, Via San Cristoforo, 23, località Bertesina (c. 20 min. in bicicletta dal centro storico verso est). Chiusa al pubblico. Progettata da Andrea Palladio fra il 1542 e il 1543, questa villa è stata soggetta nel tempo a diverse manomissioni legate all'uso agricolo ed è attualmente disabitata e bisognosa di interventi di restauro. Il committente Taddeo Gazzotti, non appartenente all'aristocrazia ma uomo colto, a causa di una speculazione sbagliata nel 1550 fu costretto a vendere la villa, ancora in costruzione, al patrizio veneziano Girolamo Grimani che la completò nel giro di alcuni anni. Nel suo progetto Palladio dovette assorbire una casa a torre preesistente (ancora visibile nell'angolo destro dell'edificio realizzato). Palladio la raddoppia all'altra estremità della pianta, creando due appartamenti simmetrici di tre stanze ciascuno, collegati da una loggia voltata a botte alla grande sala coperta a crociera. La struttura dell'edificio, lungo e poco profondo, con l'ordine composito che fascia l'intera altezza e la loggia centrale, risente fortemente dell'influsso di palazzo del Te di Giulio Romano a Mantova e della contemporanea progettazione della grande villa per i fratelli Thiene a Quinto. L'enfasi sulla sala a crociera e la presenza di appartamenti di tre unità fanno parte di un linguaggio che andrà poco a poco affinandosi. Villa Gazzotti su Wikipedia Villa Gazzotti (Q2271780) su Wikidata

Luoghi religiosi fuori dal centro

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La basilica di Monte Berico
  • 45.534611.545777 Santuario della Madonna di Monte Berico, Viale X giugno, 87 (20-25' a piedi dal centro storico, in salita; 10-15' in bicicletta.), +39 0444 559411, fax: +39 0444 559413, . Ingresso libero. 6:00-12:30 e 14:30-18:00 (19:30 estivi). Sulla cima del colle di Monte Berico si erge questa imponente basilica-santuario, raggiungibile per via stradale da viale X giugno o pedonale, percorrendo i bei Portici di Monte Berico o l'antica via penitenziale delle Scalette di Monte Berico (192 gradini, partendo dall'Arco delle Scalette di Porta Monte). Il santuario, tenuto dai Servi di Maria, è meta di pellegrinaggio a livello internazionale e commemora le due apparizioni della Madonna ad una pia donna vicentina, Vincenza Pasini, che abitava in un paesello della provincia, e la liberazione della città da una terribile pestilenza. Il complesso religioso è in realtà costituito da due chiese risalenti a due epoche diverse: la prima di stile gotico, costruita prima nel 1428, la seconda una basilica in stile classico e barocco, edificata nel 1703 da Carlo Borella. All'interno del convento annesso, in una sala adibita a museo, si può ammirare la grande tela de La cena di San Gregorio Magno di Paolo Veronese, dipinto dalla storia travagliata. Vi è inoltre una storica biblioteca. Il possente campanile, del 1826, fu disegnato da Antonio Piovene. Davanti alla basilica sorge il grande Piazzale della Vittoria, che offre una suggestiva vista panoramica dall'alto della città e del nord della provincia fino alle montagne. La festa in onore della Madonna di Monte Berico, l'8 settembre (Festa dei Oto), è il più importante evento tradizionale della città. Santuario della Madonna di Monte Berico su Wikipedia Santuario della Madonna di Monte Berico (Q3940602) su Wikidata
San Giorgio in Gogna
  • 45.5391111.5372878 Chiesa di San Giorgio in Gogna (San Giorgio martire), Viale Fusinato 115, località Gogna (dal centro storico 1,5 km verso sud-ovest, 20' a piedi.), +39 0444 323931, fax: +39 0444 323931, . Ingresso libero. Lun-Dom 8:00-12:00. Situata nel quartiere dei Ferrovieri, alle spalle della stazione, è una delle più antiche chiese della città, sicuramente anteriore all'anno 1000. Come tutte le chiese del tempo, la facciata è di stile romanico. I muri perimetrali, costituiti da agglomerati di materiali diversi (mattoni, pietra, marmi recuperati da altri edifici) sono una dimostrazione dell'origine chiaramente artigianale della costruzione, il che si può notare specialmente nell'abside poligonale. È stata restaurata dalla diocesi nel 2011. All'interno una pala di Giambattista Maganza il Giovane.
Chiesa di Sant'Agostino
  • 45.51682511.51173179 Abbazia di Sant'Agostino, Vialetto F. M. Mistrorigo, 8 (laterale di viale Sant'Agostino), fraz. Sant'Agostino (5 km a sud-ovest dal centro storico, 20' in bici, 1 h a piedi), +39 0444 569393, fax: +39 0444 1833500, . Aperta 8:30-12:00 e 15:00-18:00. Costruita su edifici precedenti nel XIV secolo, l'abbazia di Sant'Agostino è situata alla periferia occidentale della città, nella frazione omonima. Lì si trovava la chiesa longobarda di san Desiderio, probabilmente del secolo VIII. La chiesa abbaziale fu riedificata in stile romanico durante il dominio di Cangrande della Scala tra il 1322 e il 1357. All'interno un grande polittico del 1404 di Battista da Vicenza. Lo stile degli affreschi della chiesa è giudicato "coerente con quella asprezza di passione, quella veemenza di gesto che tanti capolavori aveva prodotti nella scultura" veronese di quel periodo, e lo si collega a quelle tendenze iperespressive, di matrice quasi neo-romanica, che, subito dopo Giotto e servendosi della sua lingua stessa, forzano la sintassi classica del maestro", in tutta l'Italia del nord, "con toni di acceso patetismo" (Barbieri-Cevese 2004). Nella volta della cappella maggiore i simboli degli Evangelisti alternati ai Dottori della Chiesa, Gregorio, Girolamo, Ambrogio e Agostino: ai loro piedi, angeli e figure allegoriche tra cui la Mansuetudine e la Speranza. Nella chiave di volta è il Cristo in gloria fra gli angeli; nel rovescio dell'arco trionfale, la Madonna con il Bambino e angeli; nell'intradosso dell'arco, un festone di demonietti tripudianti. Nelle lunette, in due fasce, vediamo, a nord, l'Annunciazione, la Nascita di Cristo, l'Adorazione dei Magi; a sud, l'Ultima Cena, la Lavanda dei piedi, la Cattura di Cristo nell'orto. Sulla parete di fondo, in alto la Crocifissione con sopra il Cristo e due angeli; sotto, due angeli, un sacerdote celebrante assistito da un chierico (il Sacrificio della Nuova Legge), un sacerdote ebraico assistito da un giovane e alcuni capretti sgozzati (Il Sacrificio dell'Antica Legge). Nella cappella destra lo stile è "arcaico". Qui nelle lunette sono, a sud, san Matteo e le sante Caterina e Lucia; a nord, san Luca, Isacco e Abramo; nella parete a mezzogiorno, quattro figure di santi e il Cristo sulla croce; questo, trionfante in veste regale, è netta derivazione della venerata immagine del "Volto Santo" di Lucca (città nell'orbita degli Scaligeri). Sulla parete sinistra della navata sono presenti affreschi votivi. All'esterno, notevole è il campanile. Chiesa di Sant'Agostino (Vicenza) su Wikipedia chiesa di Sant'Agostino (Q16162846) su Wikidata
  • 45.6058911.55712980 Chiesa di Santa Maria Etiopissa (lungo la strada statale Marosticana in località Polegge). Piccola chiesa altomedievale situata al confine con i Comuni di Dueville e di Monticello Conte Otto. A partire dal XII secolo fu proprietà dell'abbazia di Pomposa e dal 1484 del monastero di san Bortolo di Vicenza. Nel 1771, in seguito alla soppressione del monastero, fu venduta a privati e adibita ad usi profani; nel XX secolo fu restaurata; attualmente appartiene alla parrocchia di Polegge ed è aperta al culto. Chiesa di Santa Maria Etiopissa su Wikipedia chiesa di Santa Maria Etiopissa (Q18918554) su Wikidata

Parchi e giardini fuori città

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Il Parco del Retrone d'inverno
  • 45.531811.5259381 Parco Retrone (3 km a sud-ovest del centro storico, 10' in bicicletta, 40' a piedi). Parco fluviale di 40.000 m² situato nel quartiere dei Ferrovieri, è tra le maggiori aree verdi attrezzate della città. Il parco collega la città con la campagna circostante ed è dotato di pista ciclabile. All'interno si possono compiere passeggiate a piedi e in bicicletta godendo della vista degli aironi e delle colline al di là del fiume. Nel parco vi sono anche alcuni spazi attrezzati per la pallavolo, il calcetto e il rugby e un punto di rimessa e di attracco per le canoe. È collegato con il parco attiguo di Villa Bedin Aldighieri tramite una passerella ciclopedonale sul fiume stesso.
  • 45.5295711.54726982 Parco storico di Villa Guiccioli (al Museo del Risorgimento) (3 km a sud del centro storico, 20' in bicicletta, 40' a piedi, con salita), +39 0444 222820, fax: +39 0444 326023, . Ingresso gratuito. Mar-Dom 9:00-19:30 da aprile a settembre e 9:00-17:30 da ottobre a marzo; chiuso Lun, 25 dicembre e 1 gennaio. Il parco storico che circonda il Museo del risorgimento e della resistenza, posto sulla cima del colle Ambelli