Lonigo
Villa Pisani Bagnolo
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Lonigo - Stemma
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Lonigo
Sito del turismo
Sito istituzionale

Lonigo è una città del Veneto.

Da sapere

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Nella rigogliosa Pianura Veneta, Lonigo si trova nella parte occidentale del Vicentino, al confine con la provincia di Verona. È bagnato dal fiume Guà, dal Togna e dal Rio Acquetta.

Cenni storici

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Il territorio di Lonigo fu abitato nella preistoria da genti paleovenete come sembrano confermare i reperti archeologici rinvenuti nei pressi di Alonte. Nel II secolo a.C. popolazioni venete in parte romanizzate frequentarono questi luoghi. Nello stesso periodo è certa la presenza di coloni romani, dimostrata dalle lapidi ritrovate in località Casalino e Colombaron. Il primo stanziamento di una popolazione permanente dovrebbe risalire al II secolo d.C. tra le attuali località di Santa Marina e San Tomà. Alla fine del IX secolo, quando gli Ungari, distrussero l'abitato tra Santa Marina e San Tomà, parte della popolazione si rifugiò a Bagnolo e parte si insediò nel centro di Lonigo, dove fu costruito un castello nei pressi di dove oggi sorgono il Duomo e Villa Mugna. Nel X secolo per la prima volta viene utilizzato il nome di Lonigo (nella forma latina “Leunicus”) in un atto notarile rogato a Verona il 2 novembre 926. Verso la fine dell'XI secolo Vicenza acquistò il territorio di Lonigo e lo mantenne fino a quando non diventò oggetto di contesa tra Guelfi e Ghibellini. Nel 1266, alcuni anni dopo la morte di Ezzelino III da Romano, Lonigo passò sotto il dominio di Padova e nel 1311 sotto quello degli Scaligeri, fino al 1387, anno nel quale Lonigo, con tutto il vicentino, fu sottomesso alla signoria di Gian Galeazzo Visconti. Dopo la morte di Gian Galeazzo Visconti nel 1402, i territori viscontei conobbero un periodo di oscurità. Le lotte e le incertezze finirono con l'intervento della Repubblica di Venezia, che estese la sua influenza a tutta la terraferma veneta. L'8 maggio 1404, con il famoso "Patto di dedizione", Lonigo legò, per quattro secoli, il suo destino a quello della Repubblica di San Marco. Sotto il governo della Serenissima, Lonigo era una Podesteria autonoma, governata da un Podestà nominato direttamente dalla Dominante, privilegio condiviso nel vicentino con la sola città murata di Marostica. Durante il periodo della dominazione veneziana, fatti di rilievo furono la guerra della Lega di Cambrai nel 1509, durante la quale Lonigo subì notevoli danni e distruzioni, e la peste del 1630, a causa della quale si dice abbia perso ben la metà dei suoi abitanti. Nel 1797, alla caduta della Serenissima, Lonigo con tutto il Veneto fu ceduto all'Austria; dal 1806 al 1815 fece parte del Regno d’Italia, stato satellite della Francia. Nel 1815 il Congresso di Vienna costituì il Regno Lombardo-Veneto, del quale Lonigo fece parte fino al 1866, anno dell'annessione al Regno d'Italia. Sotto il governo Austriaco, Lonigo conobbe un periodo di notevole prosperità e nel 1833 fu insignita dall'Imperatore d'Austria Francesco I del titolo di Città. L'Ottocento fu il secolo di maggior splendore economico per Lonigo; sotto la spinta del Principe Giovanelli e delle più importanti famiglie, si affermò l'industria, in particolare quella della seta che, accanto alla ricca agricoltura, fecero di Lonigo la piccola capitale del Basso Vicentino.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Lonigo

Frazioni

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Il territorio comunale comprende anche le frazioni di Almisano, Bagnolo, Madonna, Monticello.

Come arrivare

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In aereo

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Come spostarsi

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Cosa vedere

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Villa Pisani Bagnolo - Facciata principale
Villa Pisani a Bagnolo - retro
  •  unesco 45.35763711.370871 Villa Pisani a Bagnolo, Via Risaie 1 (a Bagnolo), +39 0444 831104, . Aperta su prenotazione tutto l'anno, telefonare. Progettata dall'architetto Andrea Palladio nel 1542 su commissione dei fratelli Pisani di Venezia, è dal 1996 nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO assieme alle altre ville palladiane del Veneto.
    Ideata come villa di campagna, carattere indicato dalla presenza di barchesse ad essa adiacenti, presenta un parco che si colloca posteriormente all'edificio. Essa sorge in prossimità del fiume Guà in un punto strategico affacciandosi inoltre sulla strada che collega la frazione direttamente alla vicina Spessa. Tra le prime opere di Palladio, si presenta incompleta poiché è priva del cortile a porticati. L'interno presenta un maestoso salone centrale affrescato.
    La realizzazione di villa Pisani a Bagnolo, a partire dal 1542, costituisce per la carriera del giovane Palladio un vero punto di svolta. I committenti fratelli Vettore, Marco e Daniele Pisani, appartenenti all'élite aristocratica veneziana, segnano un netto salto di scala nella committenza palladiana. Nel 1545 il corpo padronale risulta realizzato, e in una mappa del 1569 è visibile sul fondo del cortile, a ovest, una grande barchessa colonnata a U, attribuibile anch'essa a Palladio, conclusa da due colombare, ammirata dal Vasari ma successivamente danneggiata da un incendio nel 1806 e sostituita dall'attuale struttura ottocentesca localizzata sul lato lungo, estranea al progetto palladiano. Dopo un bombardamento nel 25 aprile 1945 è rimasto solo un lato del porticato.
    Nel progetto di villa Pisani il Palladio realizza una dimora di campagna adeguata ai raffinati gusti dei fratelli Pisani e al tempo stesso in grado di offrire una risposta concreta e razionale di organizzazione di tutto il complesso degli annessi agricoli. Palladio infatti inserisce in un disegno unitario casa padronale, stalle, barchesse e colombare, vale a dire quegli elementi che nella villa quattrocentesca si affacciavano sull’aia in un disegno casuale. Come un tempio romano, la villa sorge su un alto basamento che dà slancio all’edificio e accoglie gli ambienti di servizio.
    La grande sala centrale a “T” è coperta a botte come gli edifici termali antichi, riccamente decorata e illuminata da un’ampia finestra termale: uno spazio radicalmente diverso, per dimensioni e qualità formale, dalle sale delle ville prepalladiane, tradizionalmente più piccole e coperte da un soffitto piano con travi di legno. Una ricca decorazione pittorica ad affresco, con scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio dovute probabilmente alla mano di Francesco Torbido (1482/84-1561), dialoga con lo spazio architettonico esaltandone la monumentalità.
    Un ricco dossier di disegni autografi, oggi conservati a Londra, documenta l’evolversi del progetto palladiano. Nelle prime ipotesi si affollano suggestioni derivanti dalle architetture antiche e moderne visitate nel viaggio a Roma appena compiuto (da villa Madama di Raffaello al Belvedere bramantesco, sino alla cappella Paolina di Sangallo) accanto a elementi più specificamente veneti: la disposizione delle stanze, la loggia serrata da due torrette come in villa Trissino a Cricoli o il potente bugnato sanmicheliano della facciata sul fiume.
    La villa è stata restaurata e aperta al pubblico nel 1993.
    Villa Pisani (Bagnolo) su Wikipedia Villa Pisani (Q514069) su Wikidata
Villa Pisani detta La Rocca a Lonigo
Villa Pisani detta "La Rocca", vista laterale
  • 45.3947211.403142 Villa Pisani "La Rocca" (Rocca Pisana), Via Rocca, 36045 Lonigo VI, +39 328 271 5357, . €7 intero, ridotto studenti €5. aperta il sabato senza appuntamento, dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 14:30 alle 17:00; gruppi minimo 15 persone su appuntamento.
    Fu progettata da Vincenzo Scamozzi in stile palladiano; ricorda da vicino la Rotonda di Palladio, ma non si tratta di un'imitazione quanto piuttosto di una revisione critica del progetto di Palladio.
    Nel 1576 Vettor Pisani, della potente famiglia veneziana dei Pisani, che già possedeva a Lonigo estese proprietà agricole, scelse una collina boscosa dominante il paese per erigervi una villa, destinata non a stabile abitazione ma per “diporto in aria più sana”, lontana dai miasmi e dalle zanzare della sottostante pianura. Autore della costruzione fu Vincenzo Scamozzi, architetto vicentino allievo di Andrea Palladio.
    La "Rocca Pisana", come fu chiamata, fu costruita sui resti di una più antica fortezza, detta appunto Rocca (da qui il nome), distrutta da Ezzelino da Romano. L'opera, di cui lo Scamozzi dà un'ampia descrizione nel suo trattato di architettura, si pone nel periodo iniziale della sua attività, ma già testimonia in pieno le sue capacità tecniche e formali, e si pone tra le più belle realizzazioni di tutta la sua produzione. Essa si erge sulla collina dominandola con l'austera purezza dei suoi volumi, realizzando una ideale composizione geometrica. La villa è visibile da grande distanza e si caratterizza per una struttura quadrata sormontata da una cupola ottagonale.
    La facciata principale ha una scala alla romana che conduce in un pronao neoclassico con sei colonne ioniche, serrate dal timpano dentato al cui vertice si alza la cupola. Il colonnato, di gusto classico, è iscritto tra due ali compatte segnate dal bugnato d'angolo e dalla fascia marcapiano.
    Un'apertura al culmine della cupola rischiara dall'alto la sala centrale dell'edificio, sul cui pavimento, in corrispondenza dell'apertura sulla cupola, una griglia marmorea raccoglie l'acqua piovana. Attorno al salone gira il piano nobile con sale arredate con mobili d'epoca e ricordi della famiglia Pisani. Nel seminterrato la cucina, ancora funzionante. Magnifico è il panorama visibile dalla villa che, nelle giornate limpide, spazia fino agli Appennini.
    Restaurata per volere della contessa Rosetta de Lazara Pisani negli anni cinquanta del Novecento, è stata riaperta al pubblico nel 1976.
    Villa Pisani (Lonigo) su Wikipedia Villa Pisani (Q930572) su Wikidata
Duomo di Lonigo (Chiesa del Redentore)
  • 45.3886111.387853 Chiesa del Santissimo Redentore (Duomo), Piazza IV Novembre, +39 0444 830060, . Imponente chiesa ottocentesca, eretta in forme neoromaniche e a croce latina a tre navate, venne costruita sul sito in cui si trovava il castello cittadino, al posto della chiesa di San Marco e del convento delle clarisse. L'idea di erigere una nuova chiesa sorse al termine di una processione tenutasi nel 1855 per impetrare la salvezza dal colera e per la necessità di ingrandire la chiesa preesistente. Il progetto si deve all'architetto Giacomo Franco.La facciata si presenta a fasce alternate di pietra tufacea e di mattoni, su un basamento in pietra di Chiampo. Si articola in tre parti verticali, quella centrale alta 40 m presenta un coronamento triangolare decorato con archetti; tre pinnacoli sovrastano il timpano. Al centro si trova un rosone, affiancato da mensole sulle quali hanno trovato posto nel 1995 le statue di San Pietro e di San Paolo. Il portale centrale, più grande dei laterali, reca sulla lunetta un mosaico realizzato da mosaicisti veneziani, su disegno del pittore Cacciatori (Cristo in trono fra angeli), ispirato alla tradizione bizantino-veneziana.La pianta è a croce latina, con braccio lungo di 78 m e braccio corto di 55 m. L'incrocio del transetto è coperto da una cupola ottagonale. Dall'ingresso si entra in un basso nartece e quindi alle tre navate, separate da colonne in marmo e coperte a capriata a vista. Il pavimento è in lastre di marmo bianco e grigio. Nella parte alta della navata centrale si aprono bifore di tipo gotico. Le navate minori terminano con piccole absidi semicircolari. L'altar maggiore presenta un ciborio che trae ispirazione da quello della chiesa di Sant'Ambrogio a Milano. Il tabernacolo è stato scolpito da Egisto Caldana. Sopra l'altar maggiore è esposto un Crocifisso cinquecentesco, precedentemente collocato nella cappella Vandinelli della chiesa di San Daniele e di cui si narra il miracoloso ritrovamento nei campi chiamati “Le Sante” dopo che i buoi si erano inginocchiati non volendo più muoversi. Alle spalle dell'altare è stato montato nel 1909 un organo, coprendo le finestre e cambiando l'illuminazione degli spazi interni rispetto al progetto. Alle pareti delle navate minori sono presenti quadri della Via Crucis a mosaico realizzati a Murano e inaugurati nel 1930, con cornice disegnata da Ferdinando Forlati ed eseguita da Giuseppe Regagioli. Sulla controfacciata, sopra il nartece è stata collocata il 20 luglio del 1919 una statua in pietra del Cristo redentore. Chiesa del Santissimo Redentore (Lonigo) su Wikipedia chiesa del Santissimo Redentore (Q3716360) su Wikidata
  • 45.3868911.387884 Chiesa Vecchia.
  • 45.3835111.399765 Chiesa dei Frati Francescani.
Santuario della Madonna dei Miracoli
  • 45.39142711.3646596 Santuario della Madonna dei Miracoli (nella frazione di Madonna). Fu dei Benedettini prima e degli Olivetani poi. Si tratta di una cappella affiancata nel 1488-1501 da una chiesa gotica con facciatina lombardesca; vi si venera un'immagine miracolosa della Vergine di fronte alla quale è una raccolta di tavolette votive; la cappella si apre nella chiesa ornata di grandi affreschi barocchi. La cappella con l'immagine della Vergine, decorata con notevoli stucchi barocchi, è preceduta da un'iconostasi sormontata dalle statue dei quattro dottori della Chiesa. Annesso alla chiesa c'è anche un museo. santuario Madonna dei Miracoli (Q18811735) su Wikidata
  • 45.386511.38887 Teatro comunale, Piazza Matteotti 1, +39 0444 835010, fax: +39 0444 835513, . Visitabile su appuntamento inviando richiesta via fax. Progettato dall'ingegnere Giovanni Carraro tra il 1885 e il 1891, il teatro venne intitolato a Giuseppe Verdi e la sera dell'inaugurazione, il 23 ottobre 1892, vi venne rappresentata l'opera Un ballo in maschera dello stesso Verdi. Nel 1977 il teatro venne chiuso per i lavori di restauro che iniziarono nel 1982. Venne riaperto al pubblico il 22 ottobre 1993, con un concerto lirico del celebre baritono Renato Bruson, accompagnato dall'orchestra sinfonica dell'Emilia-Romagna "Arturo Toscanini" e dal coro di Parma. Finito di restaurare nel 1993, il teatro ospita concerti, opere liriche, opere teatrali. Teatro comunale (Lonigo) su Wikipedia Teatro Comunale di Lonigo (Q3981946) su Wikidata
Palazzo Pisani
  • 45.3874511.388458 Palazzo Pisani. Palazzo Pisani (Q55166916) su Wikidata
  • 45.3831511.387619 Ippodromo comunale (Parco Ippodromo). Polmone verde della città, anno di impianto alberato 1868, chiamato così perché si svolgeva l'antica Fiera dei Cavalli, dal 1986 divenuta fiera campionaria. Vi si svolgevano annualmente periodiche manifestazioni ed anche campionati e finali mondiali di speedway (in seguito, a tale attività sportiva è stata approntata una apposita pista in Via Santa Marina). Parco Ippodromo (Q49538630) su Wikidata
  • 45.3894511.3872210 Torri dell'Antico Castello (Torre delle carceri del castello), Via Castelgiuncoli.
  • 45.39094611.39219811 Villa San Fermo (Villa Giovanelli). La facciata della villa domina la pianura. Il settore centrale è racchiuso da due torrette piuttosto basse. All'interno i due grandi locali a fianco dell'ingresso, illuminati da vetrate, erano usati come serra per fiori e piante. Salendo lo scalone si giunge al piano nobile, dove un ballatoio separa le due ali della villa. A sinistra si trova la sala della musica o sala della principessa. Nel soffitto è presente un affresco eseguito da Mosè Bianchi, che raffigura Flora sorretta da una densa nube e circondata da amorini. Il salone d'onore o salone da ballo è considerato il cuore della villa perché qui si svolgevano i ricevimenti organizzati dai principi. Mosè Bianchi divise il soffitto in tre ovati: nel primo viene rappresentato il Trionfo della Pace, nel secondo il Trionfo della Gloria e nel terzo l’Allegoria della Guerra. Un elemento di spicco del salone è il monumentale caminetto, proveniente da un palazzo Contarini di Venezia e risalente al Cinquecento. Nella biblioteca del principe a capeggiare sul soffitto è il dipinto di Bianchi che raffigura i due personaggi danteschi Paolo e Francesca. Nella stanza è rimasta al suo posto la libreria in legno di ciliegio che conteneva i libri dei principi. Altri ambienti di rappresentanza sono la sala da pranzo, o sala delle sei porte, la sala degli stucchi, la sala di conversazione e la sala da fumo. La maestosa scalea è opera di Gaetano Balzaretti, così come il parco e il giardino che circondano la villa. Villa San Fermo su Wikipedia Villa San Fermo (Q4012505) su Wikidata


Eventi e feste

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  • Fiera. A marzo. Sagra della città. Si tiene inoltre una esposizione di macchine agricole, con stand di prodotti tipici veneti locali, vendita e degustazione. La manifestazione ha origini antiche, la si fa risalire al 25 marzo 1486.
  • Venerdì di luglio. Nel mese di luglio i venerdì di luglio prevedono negozi aperti, intrattenimenti musicali e danzanti con shopping fino a mezzanotte.


Cosa fare

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Acquisti

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Come divertirsi

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Dove mangiare

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  • 45.38490611.3987821 Ristorante La Peca, Via Principe Giovanelli, +39 0444 830214.
  • 45.39319511.3918672 Ristorante Pizzeria Casa Mia, Viale Vicenza 10, +39 0444 831087.
  • 45.3764511.3938513 Ristorante Pizzeria Elisea, Via Santa Marina 25, +39 0444 437249.
  • 45.38883811.3872554 Pizzeria e Trattoria Al Duomo, Via Castelgiuncoli 3, +39 368 7871648.
  • 45.38648411.3891885 Trattoria Al Teatro, Via Quirico Rossi 8, +339 0444 437115.
  • 45.37718111.4062136 Trattoria Ai Colli, Via Mole 14, +39 0444 833050.
  • 45.359611.37357 Trattoria Vanessa, Via Piazza Bagnolo 5 (a Bagnolo), +39 0444 831885.


Dove alloggiare

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Prezzi medi

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Sicurezza

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Farmacie

  • 45.38904611.3898414 Alla Colomba d'Oro, Via Giuseppe Garibaldi, 1, +39 0444 830076.
  • 45.39120311.3612615 Comunale, Via Madonna, 147/C, +39 0444 1454823, fax: +39 0444 1454824.
  • 45.38642111.388226 Fondazione Miotti, Via Roma, 1, +39 0444 830068.
  • 45.38904611.3898197 Soresina, Via Giuseppe Garibaldi, 34, +39 0444 830002.


Come restare in contatto

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  • 45.38964411.3896758 Poste italiane, Via del Mercato 16, +39 0444 720511, fax: +39 0444 729864.


Nei dintorni

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Itinerari

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Informazioni utili

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Altri progetti

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