comune italiano
Montecchio Precalcino | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Veneto | |
Altitudine | 84 m s.l.m. | |
Superficie | 14,42 km² | |
Abitanti | 4.947 (2020) | |
Nome abitanti | Montecchiesi | |
Prefisso tel | +39 0445 | |
CAP | 36030 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | Santi Vito e Modesto (15 giugno) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Montecchio Precalcino è una città del Vicentino.
Da sapere
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modificaCosa vedere
modificaArchitetture religiose
modifica- 1 Chiesa parrocchiale dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia. L'edificio fu costruito nel 1729 sulle fondamenta di un precedente cinquecentesco che, a sua volta, aveva sostituito uno medioevale.
Sulla facciata sono poste sei ottime sculture di Giuseppe Sordina (1731); all'interno luminoso e armonico vi sono cinque altari marmorei sei-settecenteschi, un notevole ciclo di tele e di affreschi di Costantino Pasqualotto (1732 - 1742), una pala di Alessandro Maganza (1606) e tre sculture attribuite a Girolamo Pittoni da Lumignano (1535 ca.), tutti artisti di pregio. - Chiesa parrocchiale del SS. Redentore (A Levà). Edificata su progetto dell'ingegnere Ferruccio Cattaneo nel 1901 in stile neogotico ogivale a croce latina, venne completata nella decorazione pittorica e scultorea negli anni 1913-14. Notevoli due altari marmorei del secondo Seicento e una campana del 1691, opera dei fonditori De Maria.
- Chiesa di San Rocco, a Preara. Posta su di uno sperone basaltico della collina, di forme semplicissime, fu costruita dalla Comunità rurale nel 1487 come voto mentre imperversava la peste, o meglio passata la peste, per alcuni voti fatti. Il settecentesco altare accoglie una pregevole scultura lignea policroma coeva raffigurante il Santo taumaturgo, mentre su una mensola laterale si trova esposta una Madonna col bambino, anch'essa in legno policromo, ascrivibile a un maturo Cinquecento.
- Chiesa di S. Pietro in Castelvecchio. Documentata a partire dal XIII secolo, sorge al centro di un piccolo promontorio, che si stacca a occidente della collina circondato su tre lati da ripidissimi fianchi, sull'area del castello vescovile distrutto nel 1313.
Interessanti sono l'abside poligonale di tipo ravennate e il ciclo di affreschi che ne decora le pareti interne (l'Annunciazione e l'Eterno Padre sulla parete dell'arco trionfale e un fregio con i dodici Apostoli che si sviluppa sotto la linea delle travature) attribuiti a un pittore vicentino dei primi decenni del XVI secolo (Francesco Verla o bottega dei Fogolino); l'abside (San Giovanni Battista e San Francesco d'Assisi) della seconda metà del Cinquecento. - Cappella della Madonna del Torniero. Piccolo santuario mariano locale, eretto agli inizi del Seicento e caratterizzato da una vistosa serliana. Venne costruito per ospitare una venerata immagine policroma della Vergine col Bambino scolpita in pietra tenera locale nei modi tipici dell'arte popolare quattro-cinquecentesca.
Architetture civili
modifica- 2 Villa Forni Cerato, Via Venezia, 4 (15 km a nord di Vicenza, 50' in bicicletta; 3,3km a est della stazione ferroviaria di Villaverla Montecchio, 11' in bici). Chiusa al pubblico. La sua progettazione è attribuita a Palladio nel 1565 circa. La villa rappresenta un caso esemplare di intervento palladiano su un edificio preesistente, trasformato pur con mezzi modesti in un significativo episodio monumentale. Il proprietario era certo ricco, ma non nobile: Girolamo Forni, agiato mercante di legnami (fornitore di numerosi cantieri palladiani, a cominciare da quello di palazzo Chiericati), amico di artisti come il Vittoria e pittore egli stesso, collezionista di antichità e membro dell'Accademia Olimpica di Vicenza. È possibile che l'asciutto minimalismo della villa dipenda dallo status sociale borghese del committente e ha posto dubbi sull'effettiva paternità palladiana, anche per la planimetria estremamente semplice. In realtà la villa è l'esito di una ristrutturazione.
Spogliata quasi completamente della ricca decorazione scultorea, in parte di Alessandro Vittoria, la villa versa da diversi anni in stato di abbandono. Gli annessi rustici e la colombara sono diroccati. Si conservano solo gli affreschi della loggia, ormai sbiaditi, raffiguranti rovine romane, due bei camini in pietra tenera della seconda metà del Cinquecento e la testina di Medusa, posta a chiave dell'arco della serliana della loggia, attribuita al Vittoria. - Villa Nievo Borghin. Ubicata in via Venezia, la sua costruzione risale alla prima metà del XVII secolo, su commissione di un membro di un ramo della famiglia Nievo. Già attribuita a Giandomenico Scamozzi, in realtà l'architetto è ignoto.
La villa è stata restaurata nei primi anni settanta del Novecento ed è in buono stato di conservazione. Il parco romantico ha subito una netta trasformazione con l'interramento della peschiera e l'installazione di impianti sportivi comprendenti piscina e campi da tennis. - Villa da Schio Cita. Ubicata in via San Rocco, risale alla seconda metà del XVII secolo, la barchessa un secolo più tardi, il rustico al 1753, la cappella al 1762. È costituita da vari edifici sei-settecenteschi, in parte eretti su preesistenze gotiche, ruotanti attorno a un vasto cortile lastricato che si apre a oriente in un belvedere da cui si gode un panorama amplissimo. Il committente della villa fu un membro della famiglia Da Schio, degli altri edifici uno Stecchini; l'architetto è sconosciuto.
Fu donata al Comune di Montecchio Precalcino nel 1978 dalla signora Marianna Cita Cabianca. Posta in splendida posizione sul lato orientale della collina ospita varie associazioni ed è sede di numerose manifestazioni ricreative e culturali. - Villa Nievo Bonin Longare. Ubicata in via Europa Unita. Su commissione di Maria Nievo, l'edificio fu totalmente ristrutturato in stile neogotico nel 1880 dall'architetto milanese Michele Cairati che rimaneggiò la preesistente struttura seicentesca, con l'eccezione del monumentale ingresso e dell'adiacente porticato eretti su disegno di Giacomo Verda intorno al 1824.
La cappella gentilizia di San Michele Arcangelo presenta l'interno del 1685 con sfarzoso altare marmoreo barocco, pala di Cristoforo Menarola e facciata neoclassica, forse di Ottone Calderari o da lui desunta dal Verda.
La villa si presenta in discrete condizioni di conservazione, tranne per gli affreschi assai deteriorati. L'ala neoclassica ha subito pesanti trasformazioni tanto da renderla irriconoscibile. La cappella gentilizia è molto ben tenuta.
Il parco adiacente, uno dei più vasti del vicentino, è stato oggetto di impegnativi lavori negli ultimi anni ed è ora godibile nella sua originaria bellezza.
Attualmente la villa è sede dell'U.L.S.S. n. 4 Alto Vicentino. - Villa Da Schio Caretta. Situata in via San Francesco, è stata a lungo ritenuta un progetto di Andrea Palladio; è in realtà la ristrutturazione di un preesistente edificio, opera di Pietro da Nanto che vi lavorò a partire dal 1552.
- Villa Monza Zanin Traforetti, Via Bastia.
- Villa Cogollo Valerio Peron, Via San Pietro.
- Villa Franzan Carta, Via Vignole. Rimasta incompiuta, presenta caratteri stilistici propri della prima metà del Seicento sia nel breve settore padronale lungo la strada sia nell'adiacente barchessa, il cui prospetto è scandito da sette archi insistenti su pilastri caratterizzati da vistose bugne in laterizio. La vicina sconsacrata cappella gentilizia di San Michele Arcangelo risale al 1677.
- Villa Zanfardin Martini, Via Decima.
- Villa Tornieri Crosara, Via Tornieri. Oggigiorno ridotta a un cumulo di macerie.
- Villa Brandizii Saccardo, Via Feo.
- Villa Trissino (Nei pressi di Villa Nievo Bonin Longare, attraverso la quale vi si accede).
- Colombara Stecchini Vendramin, Via Salgaroni.
- Villa Busolini Saccardo, Via Preara.
- Villa Todeschini, Via Maglio.
Altri luoghi d'interesse
modifica- La Bastia. Sorge sulle fondamenta del castello scaligero, distrutto dai padovani nel 1386, insieme con vari edifici in epoche diverse tra cui una villa dalla facciata neoclassica, scandita da cinque intercolumni dorici, della fine del Cinquecento o degli inizi del Seicento.
- Murazzo. Il "Murazzo romano" è una poderosa opera di sbarramento (2,5 - 3 metri di larghezza per altrettanti di profondità) ancora in parte affiorante dal terreno, che univa la collina di Montecchio Precalcino con i terrazzi alluvionali prossimi a villa Capra di Sarcedo, per regolamentare le acque dell'Astico. Da alcuni studiosi è ritenuto di epoca romana, da altri medioevale.
Il "Murazzo veneziano" venne invece eretto tra il 1507 e il 1532 più a sud nei pressi della Scuola Materna, di recente restaurato. - Monumento ai Caduti (Nella piazzetta antistante la chiesa parrocchiale del capoluogo). Di Ugo Pozza.
- Fontana in piazza del Municipio. Progettata da Pompeo Pianezzola e costruita nel 1992.
- Cimitero di Guerra Britannico (British War Cemetery). Posto a est della collina, poco distante dalla chiesa parrocchiale, accoglie le salme di 439 soldati inglesi deceduti durante la prima guerra mondiale. Il 1º aprile 2017 il cimitero è stato visitato dal principe Carlo, ed il cimitero è molto ben curato, con lapidi che riportano i corpi di appartenenza ai poveri sacrificati alle patrie.
Eventi e feste
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modificaNei dintorni
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