Rosarno | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Calabria | |
Territorio | Piana di Gioia Tauro | |
Altitudine | 67 m s.l.m. | |
Superficie | 39,56 km² | |
Abitanti | 14.762 (2017) | |
Nome abitanti | Rosarnesi | |
Prefisso tel | +39 0966 | |
CAP | 89025 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Rosarno è una città della Calabria.
Da sapere
modificaCenni geografici
modificaRosarno si trova su una collina che si affaccia come un balcone naturale sul porto di Gioia Tauro e sulla pianura circostante.
Comprende un vasto e fertilissimo territorio che ha per limiti a nord il fiume Mésima, ad est il fiume Metramo ed i primi contrafforti delle Serre calabresi, a sud il Comune di Gioia Tauro, ad occidente San Ferdinando (frazione di Rosarno fino al 1977). La cittadina è adagiata su una collina, da cui domina la sottostante pianura, ricca di aranceti ed uliveti, ed il porto di Gioia Tauro, distante in linea d'aria appena 6 km.
Nel 2004 Rosarno ha ottenuto il titolo di città, conferitogli del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'Interno; tuttavia, i servizi sono scarsi (l'ospedale costruito negli anni settanta non è mai stato inaugurato) e molti sono i segni di incuria e di sperpero edilizio, come il teatro greco in cemento armato mai effettivamente utilizzato.
Il suo territorio (di cui 120 ettari sono parte del Piano Regolatore predisposto dall'ASI - Area Sviluppo Industriale - per gli insediamenti industriali) è la porta di ingresso terrestre (ferroviaria ed autostradale) al porto di Gioia Tauro ed alle aree destinate agli insediamenti produttivi.
Cenni storici
modificaLe origini di Rosarno sono da ricercare nell'antica colonia greca di Medma, fondata dai locresi alla fine del VI secolo a.C. La città scomparve nel II secolo d.C. ed il suo posto fu preso da Nicotera, città di probabile fondazione medmea.
In epoca medievale il toponimo si incontra per la prima volta nel 1037 in un documento napoletano; ancora prima, i monaci basiliani avevano eretto sulla collinetta chiamata Badia un monastero dedicato a Santa Maria del Rovito, di cui rimane, conservata nel Monastero Basiliano di Grottaferrata, una croce d'argento di origine bizantina con un'iscrizione che ne rivela la provenienza.
Dal XIV secolo il feudo di Rosarno fu oggetto di dispute fra nobili feudatari e la corona, fino a giungere in possesso di Ludovico il Moro e poi di Isabella d'Aragona. Agli inizi del XVI secolo, Ettore Pignatelli ricevette dal re Ferdinando II di Aragona il feudo, mantenuto dalla sua famiglia fino al 1806. Carlo III di Spagna vi trascorse una vacanza nel 1735 cacciando fra i boschi della zona conosciuti per la selvaggina abbondante e per le piante medicinali.
Il 5 febbraio 1783 la città fu rasa al suolo da un devastante terremoto che colpì l'intera Calabria, causando oltre 60.000 vittime; Rosarno registrò la scomparsa di 203 abitanti, ma la conseguenza più grave fu di ordine geologico, con l'abbassamento della vallata del fiume Mesima. Lo sconvolgimento idrico che ne seguì comportò l'insorgere della malaria e lo spopolamento urbano, condizione attenuata dagli interventi del Marchese Vito Nunziante, generale del re Ferdinando di Borbone, che iniziò un'azione di bonifica che col tempo trasformò una zona paludosa in territorio fertile.
A cavallo del secolo, Rosarno fu il quartier generale del Cardinale Fabrizio Ruffo, che liberò la città dall'esercito francese occupante e che da lì si mise in contatto con re Ferdinando I, nel frattempo riparato a Palermo. Il successore Ferdinando II visitò la città nel 1833, subito dopo la sua incoronazione, ritornandovi vent'anni dopo e ricevendo nell'occasione un'accoglienza trionfale. Anche Giuseppe Garibaldi, durante la sua spedizione dei Mille, sostò nel 1860 a Rosarno. Gli abitanti si prodigarono in favore dell'esercito di Garibaldi, e testimonianza degli eventi è fornita dal diario di viaggio dello scrittore-soldato francese Maxime Du Camp, al seguito della spedizione garibaldina.
Anche grazie alle operazioni di bonifica del territorio che si protrassero per decenni, Rosarno divenne un polo di attrazione economica e commerciale attirando migliaia di lavoratori dalla zona jonica e dal napoletano, favoriti dalla nuova linea ferroviaria che univa Eboli a Reggio Calabria e che, agli inizi del XX secolo, si segnalava per un traffico merci intenso. Una spinta verso l'evoluzione del settore agrario fu data dall'occupazione delle terre del Bosco nel 1945: centinaia di famiglie di contadini si insediarono nelle terre incolte dando luogo allo sviluppo di agrumeti e di oliveti
Gli scontri di Rosarno furono violenti scontri a sfondo razziale avvenuti tra il 7 e il 9 gennaio 2010; iniziati dopo il ferimento di due immigrati africani da parte di sconosciuti con una carabina ad aria compressa, in seguito si trasformarono in una rivolta urbana che ha visto contrapposti forze dell'ordine, cittadini e immigrati.
Qualche tempo dopo gli scontri, la magistratura iniziò a indagare circa la possibilità che alcune cosche mafiose calabresi potessero aver avuto interessi a far scoppiare gli scontri oppure che li avessero sostenuti per ottenere consenso popolare.
Nel 1992 e nel 2008 il consiglio comunale di Rosarno è stato sciolto per infiltrazioni mafiose.
Come orientarsi
modificaCome arrivare
modificaIn aereo
modificaGli aeroporti più vicini sono quelli di Reggio Calabria e Lamezia Terme, più lontano quello di Catania; si dovrà, comunque, proseguire con altri mezzi.
In auto
modificaLa città è dotata di uno svincolo dell'autostrada A2 del Mediterraneo.
In treno
modificaLa città è dotata di una stazione RFI che permette il collegamento diretto con le principali mete turistiche della costa tirrenica calabrese e con le principali città italiane; è fermata del treno Frecciargento tra Reggio Calabria e Roma e dei treni Frecciarossa ed Italo tra Reggio Calabria e Torino.
In autobus
modificaDiverse sono le compagnie di autobus che effettuano collegamenti extraurbani che hanno una fermata nella città.
- Flixbus. Compagnia che collega la città con Messina, Taormina, Catania e relativo aeroporto, Siracusa, Enna, Caltanissetta, Agrigento, Palermo, Trapani, Taranto, Brindisi, Lecce, Bari, Andria, Barletta, Foggia, Avellino, Napoli, Caserta, Termoli, Cassino, Roma e relativi aeroporti, L'Aquila, Roseto degli Abruzzi, Ponte San Giorgio, Macerata, Ancona, Perugia, Chianciano Terme, Siena, Firenze, Lucca, Rimini, Savona, Cremona, Milano, aeroporti di Malpensa ed Orio al Serio, Novara, Santhià, Chivasso, Torino, Aosta, Peschiera del Garda, Verona, Trento, Bolzano, Nizza, Lione,Parigi, Chamonix-Mont-Blanc, Zurigo, Basilea, Costanza, Innsbruck, Francoforte sul Meno ed Hannover.
Come spostarsi
modificaCosa vedere
modifica- Chiesa del Rosario (Chiesa di San Domenico). Annessa al distrutto Convento dei Padri Domenicani Predicatori, fondato nel 1526 col nome di “Santa Maria del Soccorso. Il Convento ospitò fra' Girolamo Musitano, uno dei più dotti teologi del XVII sec., autore delle “Teologicarum Disputationum”. Unica testimonianza dell'antico Monastero, distrutto dal terremoto del 1783, è l'attuale Chiesa del Rosario, l'antica cappella dei frati, ad unica navata. L'altare maggiore in marmo finemente lavorato, è dedicato alla Vergine del Rosario, negli stipi laterali sono conservate le statue di San Rocco e della Madonna del Rosario. La Chiesa ospita altre due sacre effigi: di S. Rita e S. Michele. Un prezioso medaglione in marmo raffigurante Pio V è alloggiato sotto l'altare moderno. La volta della Chiesa è stata affrescata nel 1926 da Zimatore Grillo. Sotto il pavimento si conservano ancora le fosse sepolcrali. Dal XVIII secolo opera la Confraternita del Rosario.
- Santuario Maria SS. di Patmos (Chiesa Matrice, Chiesa di San Giovanni Battista). Con un decreto di mons. Domenico Crusco, Amministratore Apostolico della Diocesi di Oppido-Palmi, la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista è stata elevata a Santuario Diocesano in onore di Maria SS. di Patmos. Non si conosce l'anno di costruzione ma esisteva certamente nel 1540: in quell'anno, il 12 luglio, è presente nel Registro Vaticano. Distrutta dal terremoto del 1783, fu ricostruita. Venne abbattuta nel 1929 e riedificata sullo stesso sito, ma in posizione migliore. Nell'attuale edificio, provenienti dal vecchio, si conservano un pregevole quadro ad olio raffigurante la Madonna con Gesù e San Giovanni fanciullo, che gli esperti fanno risalire al XVI secolo, di pittore ignoto. La Chiesa, a tre navate, ha altrettanti altari: su quello maggiore troneggia la statua della Madonna di Patmos, rifacimento della statua lignea, distrutta da un incendio, rinvenuta sul lido di Rosarno nel 1400 proveniente da un Monastero dell'isoletta greca, dopo che i Monaci l'affidarono alle onde per sottrarla alla furia degli iconoclasti musulmani; quello di sinistra è dedicato al Sacro Cuore, mentre a destra si trova l'altare della Sacra Famiglia. Piccoli altari sulle pareti laterali ospitano le statue di S. Giovanni Battista, di Santa Teresa, della Vergine del Carmelo, di San Francesco e di Sant'Antonio di Padova. Si conservano ancora oggi le insigni reliquie di S. Costanza, Vergine e Martire, di San Bonifacio e Vittoria. Una lapide marmorea del XVIII sec. attesta la presenza in Rosarno della nobile famiglia Grimaldi di Monaco.
- Chiesa del Purgatorio. Nel 1698 appare nel registro parrocchiale anche come “Chiesa dei morti”, o “della Santissima Trinità”. Il culto per le “anime sante del Purgatorio” è antico ed è testimoniato da un'iscrizione sulla campana grande del 1649. Un quadro collocato sopra l'altare di epoca più recente attesta la grande devozione dei rosarnesi per le anime purganti. Venne inviato dall'Argentina nel 1903 da un tale Juan Rodolico, emigrato, e rappresenta le sofferenze dei defunti destinati al Purgatorio, con le mani tese verso l'alto, dove sta ad attenderle Dio, Bene Supremo. Il gioiello più prezioso di questa Chiesetta (già distrutta dal terremoto del 1783, e nuovamente danneggiata da quello del 1894, fu ricostruita l'anno successivo) è un crocefisso ligneo di pregevole fattura, di autore ignoto, e risalente probabilmente al XVII secolo. Nella Chiesa si trovano: la Varetta con Cristo deposto dalla Croce e la statua di Cristo Redento, protagoniste della Settimana santa (caratterizzata dalla famosa “Affruntata”, l'incontro nella piazza principale della città, domenica di Pasqua, con la partecipazione di migliaia di fedeli, della Madonna con il Figlio risorto), ed una statua di S. Antonio Abate.
- Chiesa dell'Immacolata. L'antica Chiesa dell'Immacolata, costruita sul finire del XVII sec., era ubicata nell'attuale Piazza Duomo. Venne abbattuta nel 1942 assieme a numerose abitazioni adiacenti per fare posto al monumentale Edificio Scolastico. Nei primi anni cinquanta, a cura della famiglia dei Baroni Paparatti, in contrada Gallo, in prossimità della collina Barbalace e a pochi metri da via Roma, fu costruita l'attuale chiesetta che porta l'antico nome. In essa si conserva una bella statua della Vergine Immacolata, con indosso un prezioso vestito di seta turchina ricamato in oro, appartenente, si dice, alla principessa Mastrilli. Nelle piccole nicchie laterali sono collocate le statue di S. Lucia, S. Nicola, S. Alfonso, San Giuseppe. Delle due campane superstiti la più antica è la più piccola, fatta fondere nel 1701.
- Chiesa dell'Addolorata. Fondata come Chiesa filiale della Parrocchia S. Giovanni Battista, venne ospitata in una piccola baracca, alla periferia del Rione Case Nuove, di recente formazione. Venne ingrandita nel 1930 per fare fronte alle necessità di un quartiere che andava di anno in anno espandendosi. L'attuale edificio venne costruito nel 1939. Elevata a parrocchia nel 1953, divenne centro di promozione umana e religiosa in un quartiere abitato in prevalenza da contadini e proletari, grazie all'opera instancabile di don Peppino Gagliardi. Dal gennaio 1984 è retta da don Carmelo Ascone, a cui va ascritto il merito di avere intrapreso nel corso degli anni un'accurata opera di abbellimento artistico. Al suo interno si trovano le statue dell'Addolorata e dei SS. Cosma e Damiano, oggetto di culto particolarmente sentito da parte dei fedeli.
- Torre dell'Orologio, Piazzetta San Giovanni Bosco. Venne edificata nel 1812 dall'Amministrazione Comunale, sindaco Fortunato Laghani. Collocata in una posizione felice per fare da sfondo alla via principale, ora Corso Garibaldi, rappresenta il simbolo della città.
- Edificio Scolastico "E. Marvasi", Centro storico (piazza principale). Intitolato al poeta rosarnese Enzo Marvasi, l'edificio è stato progettato dal famoso architetto e urbanista italiano Marcello Piacentini nel 1936, inaugurato il 4 novembre 1939, costituisce un caratteristico esempio dell'architettura dell'epoca fascista. La struttura comprende: piano terra, primo piano e un piano posto a livello della sede stradale di via Leonardo Megna. Gli androni, le scale, i corridoi e le aule sono ampi e proporzionati alla volumetria dell'intera struttura. .
- Museo archeologico di Medma. piazzetta "Filippo di Medma". è stato inaugurato il 6 aprile 2014 alla presenza di Salvatore Settis, archeologo e studioso di fama mondiale, che iniziò la sua carriera proprio qui, nella sua città d'origine. I primi scavi nell'odierna Rosarno risalgono a cento anni fa, quando l'archeologo Paolo Orsi riportò alla luce le testimonianze di questo significativo centro della Magna Grecia. Diversi oggetti rinvenuti durante le campagne di inizio '900 sono oggi esposti presso importanti istituzioni, tra cui il Museo Archeologico di Reggio Calabria e il British Museum di Londra. Alcuni di essi, tra cui diversi ex voto legati al culto di Afrodite e di Atena, sono finalmente tornati nel loro luogo d'origine
- Museo della civiltà contadina, delle tradizioni popolari e dell'emigrazione, Piano delle Vigne (all'interno del Parco Archeologico di Medma).
- Parco Archeologico dell'Antica Medma, viale della Pace - Piano delle Vigne.
Eventi e feste
modifica- Fiera di gennaio, piazza Valarioti. secondo mercoledì di gennaio.
- Sagra della zagara. aprile. con la presentazione di vari prodotti (dall'agrume al prodotto finito)
- Festa del patrono San Giovanni Battista. 24 giugno.
- Festa SS Cosma e Damiano. luglio.
- Festa San Rocco. luglio.
- Sagra della Massaia. agosto.
- Rassegna-Festival nazionale del Teatro amatoriale. agosto.
- Palio dei Rioni - Corteo storico. agosto.
- Magna Graecia Teatro Festival. agosto.
- Premio Nazionale "Valarioti-Impastato". concesso all'impegno antimafia e a quello sociale di enti, personaggi e istituzioni
- Festa dei Popoli. 7 gennaio. manifestazione socio-culturale e canora nata con lo scopo di sensibilizzare le popolazioni locali verso il fenomeno migranti.
- Rassegna Teatrale estiva "Nuovamente Teatro Popularia". luglio.
Cosa fare
modificaAcquisti
modifica- Mercato, piazza Valarioti. sabato.
- 1 Terranova, Via Nazionale, 324, ☎ +39 0966 716613. Lun-Sab 9:00-12:45, 16-20 Dom 16:30-20. Filiale cittadina della nota catena di abbigliamento.
Come divertirsi
modificaDove mangiare
modificaDove alloggiare
modificaSicurezza
modifica- 1 Carabinieri Comando Tenenza Rosarno, Via Aldo Moro, 32 (A pochi metri dalla chiesa evangelica), ☎ +39 0966 773010.
Come restare in contatto
modificaPoste
modifica- 2 Ufficio postale, Piazza Giuseppe Valarioti, SNC, ☎ +39 0966 719549, fax: +39 0966 773440. Lun-Ven 8:20-19:05, Sab 8:20-12:35. Ufficio dotato di ATM e prenotazione tramite Internet del posto in fila
- 3 Ufficio postale, Via Nazionale, 132, ☎ +39 0966 773186, fax: +39 0966 773186. Lun-Ven 8:20-13:45, Sab 8:20-12:45. Ufficio dotato di ATM
Nei dintorni
modificaMete estive da non trascurare sono Tropea e Pizzo; facilmente raggiungibile in treno è anche Scilla, mentre tipicamente le spiagge più vicine sono a San Ferdinando e a Gioia Tauro.
Altri progetti
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