Soave
Una porta nelle mura
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Soave
Sito del turismo
Sito istituzionale

Soave è una città del Veneto.

Da sapere

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Il paese appare incantevole a chi percorre l'autostrada Serenissima da Verona a Vicenza; il castello scaligero che svetta sul colle a fianco allunga verso la pianura le mura turrite quasi come braccia che si avvolgono attorno alla città in un gesto di affettuosa protezione. Il suo nome è però sicuramente noto ai più non tanto per le sue vestigia quanto per il suo vino.
È stata premiata con la bandiera arancione dal Touring Club Italiano e proclamata Borgo dei Borghi 2022.

Cenni geografici

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Nella pianura veneta, Soave si sviluppa in una zona agricola famosa per la coltivazione della vite da cui si ricava il famoso vino omonimo. Dista 25 km da Verona, 33 da Vicenza, 24 da Montecchio Maggiore, 14 da Lonigo, 12 da Illasi.

Cenni storici

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L'origine del suo nome è incerta: c'è chi dice venga dai Suaves, citati da Paolo Diacono nella celebre Historia Langobardorum, ovvero gli Svevi che nell'italiano medievale sono scritti come Soavi. Questa popolazione che durante le invasioni barbariche si stanziò nell'Italia settentrionale e venne sottomessa dai Longobardi. Una bolla di Papa Eugenio III del 1145 chiama il paese Suavium ovvero terra dei Soavi, a sua volta leggibile come terra degli Svevi.

Del precedente periodo romano abbiamo come testimonianza i sepolcreti della frazione Castelletto, quello di contrada Cernìga, quello nei pressi della chiesetta della Bassanella ed altri. Inoltre alcune lapidi vennero studiate dal Mommsen. Probabilmente vista la vicinanza, Soave era un pagus di una certa importanza, determinata dalla sua vicinanza alla Via Postumia. Nel 932 il paese viene nominato in un testamento, mentre un documento del 934 attesta per la prima volta l'esistenza del castello, in un secolo in cui gli Ungari penetrano nell'Europa Occidentale. In realtà è probabile che il castello sorga su un antico fortilizio romano.

Nel 1029 abbiamo la Pieve di San Lorenzo segnalata tra le 48 Vicarie Foranee della Diocesi di Verona. È probabile che la chiesa fosse ubicata nel Borgo San Lorenzo, sulla strada per Monteforte d'Alpone.

Con il trattato di Campoformio (1797) cadeva la Serenissima e iniziava la dominazione austriaca che, nel 1805, ritornò francese; Soave divenne centro del Distretto della Tramigna comprendente anche Caldiero, Colognola ai Colli e Illasi.

Nel 1809 ci furono scontri tra austriaci e francesi in un'area tra Cazzano di Tramigna e Soave. Con il Congresso di Vienna (1815), il Veneto passò nel Regno Lombardo Veneto fino a quando, nel 1866, anche Soave entrò a far parte del Regno d'Italia.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Soave

Quartieri

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Nel suo territorio comunale si trovano i paesi di Castelcerino, Castelletto, Costeggiola e Fittà.

La città antica è tutta racchiusa entro l'impianto rettangolare delle mura turrite; dalla cinta si staccano due lunghe cortine che salgono alla cima del piccolo colle a lato della città sul quale sorge il Castello, baluardo fortificato e privilegiato luogo di controllo sulla piatta pianura padana veneta, dal quale lo sguardo spazia per chilometri e chilometri.

Soave - cinta muraria e castello


Aree di sosta per camper

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  • 45.423411.245411 Area sosta camper comunale attrezzata, Via Mere (vicino alla stazione dei Carabinieri), +39 045 7680427, . Tariffa giornaliera €5. Servizi Forniti: Acqua, pozzetto, illuminazione, elettricità. Sono presenti 16 piazzole delimitate.

Sosta camper consentita nei due parcheggi a ridosso delle mura medievali nella zona nord, parcheggio Porta Aquila e parcheggio Borgo Covergnino.

  • Area sosta camper, Via Libertà, 55 (presso Azienda Agricola Filippi Visco a Castelcerino di Soave), +39 045 7675005, . 15 € ad equipaggio a notte per 2 persone. Per ogni persona in aggiunta € 5.. Possibilità di sosta per n. 15 equipaggi previo contatto con l’azienda. Servizi forniti: energia elettrica, acqua potabile, scarico acque nere, bagni.
  • Area sosta camper, Viale della Vittoria, 45 (presso Azienda Agricola Corte Mainente), +39 045 7675005, . Possibilità di sosta per n. 3 equipaggi, previo contatto con l’azienda.

Come arrivare

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In aereo

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In auto

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  • Autostrada A4 Ha casello autostradale proprio -Soave/San Bonifacio - sull'autostrada Serenissima.

In treno

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  • Stazione ferroviaria (a San Bonifacio - 4 km). Sulla linea ferroviaria Milano - Venezia, ha corse che vi effettuano la fermata.

In autobus

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  • Fermata pullman, via San Matteo. Ha collegamenti con Verona, dalla stazione autopullman di fronte alla stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova; la fermata a Soave è in via San Matteo di fronte all'Hotel Plaza


Come spostarsi

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Cosa vedere

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Edifici militari

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Soave castello
  • 45.4235811.250621 Castello scaligero, Via castello scaligero, +39 045 7680036, . Estivo 9:00-12:00/15:00-18.00 - Invernale 9:00-12:00/14:00-16:00 - lunedì chiuso. Il castello scaligero, già appartenuto al casato dei Della Scala, è una fortificazione che ha segnato la storia della città. Caduto in stato di abbandono, dopo essere stato ridotto a fattoria, è stato sottoposto a restauro nel 1890 dal senatore del Regno Giulio Camuzzoni che ne divenne proprietario. È raggiungibile a piedi da piazza Antenna oppure percorrendo la strada asfaltata che sale a nord del paese. Un diploma di Federico Barbarossa attesta il castello era un tempo in mano ai conti di Sambonifacio di Verona. L'ascesa di Ezzelino da Romano come podestà del Comune veronese (1226) portò al possesso del maniero da parte dei conti Greppi, i quali nel 1270 lo cedettero al Comune di Verona che vi installò un suo capitano. La contemporanea ascesa dei Della Scala portò ad una nuova fase della vita del paese (che divenne sede di capitanato con 22 paesi sottoposti a tale giurisdizione) e del suo simbolo più importante. Il castello venne restaurato e rinnovato mentre nel 1379 Cansignorio dotò il paese della cinta di mura ancor oggi visibile.
    Un cortile

    La fine della dinastia scaligera portò nuovi padroni al castello: prima i Visconti milanesi e poi i Carraresi padovani. Quest'ultimi lo perderanno nel 1405 a causa dell'arrivo delle truppe della Repubblica di Venezia, appoggiate dagli abitanti soavesi. Nel 1439, le truppe viscontee del condottiero Niccolò Piccinino s'impadronirono di Soave ma la vittoria di Giovanni Pompei sul monte Bastia permise all'esercito veneziano di tornare in possesso della zona. Pericolo maggiore ci fu quando Venezia si trovò contro la Lega di Cambrai (1508): il castello e il paese di Soave vennero incendiati; anche in questa occasione la Serenissima riuscì ad avere la meglio (1516). A causa dell'eroismo del capitano Rangone e dei soavesi che, nel 1511, liberarono il castello, Venezia donò l'Antenna (un grande pennone) e lo stendardo di San Marco.
    Iniziò un periodo di pace però il castello era ormai superato per l'avvento delle armi da fuoco; la Repubblica veneziana, che aveva bisogno di denaro per sostenere la guerra contro i Turchi, cedette il castello prima in affitto e poi in proprietà alla famiglia nobile dei Gritti (che a sua volta lo subaffittarono a privati che trasformarono il castello in fattoria).
    Il castello è un tipico manufatto militare del Medioevo che sorge sul monte Tenda dominando la pianura sottostante. È costituito da un mastio e da tre cortili con dimensioni differenti. Il primo cortile, su cui si apre una porta con ponte levatoio, fu l'ultimo in ordine di costruzione, opera della Repubblica di Venezia nel XV secolo. Nel cortile si scorgono i resti di una chiesetta a tre absidi probabilmente risalente al X secolo, il tempo delle scorrerie degli Ungari, e dunque probabile luogo di rifugio per la popolazione anche se fuori dalle mura dell'originario castello.
    Castello - abitazione

    Attraverso una porta con saracinesca si passa al secondo cortile (il primo dell'antico castello), il più grande, detto della Madonna per l' affresco Vergine che protegge i fedeli inginocchiati del 1321 presente sopra la porta d'ingresso ad occidente. Nello stesso cortile è presente una porta di soccorso in quanto destinata al rifornimento degli occupanti il castello in caso di difficoltà. Inoltre s'intravedono tracce di edifici (alloggi per i soldati) nei lati ovest e sud. Il terzo e ultimo cortile, il più piccolo e il più elevato, si raggiunge tramite una scaletta di legno: la soglia della porta è così elevata per ostacolare i nemici in caso di attacco. Oltrepassata la porta s'intravede un affresco del 1340 raffigurante un soldato scaligero (affresco che documenta come era armato un soldato degli Scaligeri a quei tempi); la scritta Cicogna (o Cigogna) se si riferisce al pittore richiama affreschi dello stesso presenti a San Pietro in Briano e a San Felice di Cazzano di Tramigna.
    Al grande mastio si accede tramite un'apertura nel basamento; era il luogo di estrema difesa ma il mucchio di ossa trovate in questo luogo fa immaginare che sia stato anche luogo di tortura e prigione. Al centro della corte si trova una vera da pozzo antica (si vedono i segni dell'usura delle corde) mentre un po' a destra abbiamo la stanza destinata al corpo di guardia dove troviamo armi di offesa e difesa usate dai soldati scaligeri. Anche nel cortile interno si ritrovano resti di caserme. Una scala esterna permette di entrare in quella che era l'abitazione del signore o del suo rappresentante (il Capitano, in epoca scaligera).
    La stanza centrale è detta Caminata per via del grande camino presente. Sulla tavola son presenti oggetti trovati nel restauro del castello come monete romane, frammenti di armi ma anche strumenti di guerra provenienti da altri castelli e monete e medaglie ritrovate in più tempi a Soave. Dalla Caminata si accede ad un cortile piccolo aperto in epoca veneziana. La stanza centrale comunica poi con la camera da letto (in cui è da notare l'affresco duecentesco del crocefisso tra la Madonna e la Maddalena) e con la sala da pranzo con tavola imbandita con stoviglie riproducenti quelle dell'epoca.
    Da questa sala si giunge ad una stanza di dimensioni ridotte in cui sono custoditi cinque ritratti che raffigurano rispettivamente Mastino I della Scala, il fondatore della fortuna e della potenza scaligera; Dante Alighieri (di cui si presume un soggiorno nel castello); Cangrande, il più importante tra gli Scaligeri; Cansignorio della Scala, il quale restaurò ed ampliò il castello, fece circondare Soave dalla cinta muraria e fece costruire il palazzo di Giustizia e quello Scaligero; Taddea da Carrara, moglie di Mastino II.
  • 45.4211.24782 Mura. Vennero costruite nel 1369 per volontà di Cansignorio della Scala e raccolgono al loro interno il nucleo storico di Soave. Anticamente solo tre porte si aprivano nella cinta: Porta Aquila (ora Porta Bassano) a nord, Porta Vicentina ad est e Porta Verona a sud, recentemente restaurata. Nei due lati ovest e sud le mura sono accompagnate dal fossato naturale formato dal Tramigna.

Edifici religiosi

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  • 45.4261511.248163 Santuario di Santa Maria della Bassanella (XI secolo). Il tempio venne consacrato nel 1098 ed è legato ad un'apparizione mariana avvenuta nella Valle Ponsara, luogo dove sarebbe stata rinvenuta la statua della Vergine col Bambino venerata nel santuario. La chiesa era soggetta prima ai Benedettini del monastero dei santi Nazaro e Celso di Verona e poi agli Olivetani di Santa Giustina di Padova; alla caduta della Repubblica veneta nel 1797 la giurisdizione della chiesa passò al Vescovo di Verona. Nell'Ottocento l'edificio fu rinnovato stilisticamente con lo spostamento della facciata da ovest a nord, di fronte ad una piazza con panorama sulla bassa Val Tramigna. All'interno della chiesa si conservano pregevoli affreschi del XIV secolo raffiguranti San Benedetto e Santa Scolastica (segno della giurisdizione benedettina) ma anche altri santi tra cui San Cristoforo, soggetto tipico dell'iconografia della Val Tramigna in quanto legato all'acqua, e il patrono di Soave, San Lorenzo. Nel XX secolo il pittore soavese Mattielli decorò con tele ed affreschi l'interno della piccola chiesa. Ogni anno dal 15 agosto viene organizzato un Ottavario in onore della Madonna che prevede tra le varie celebrazioni una fiaccolata fino al luogo dell'apparizione, in Valle Ponsara; sul percorso santuario – Ponsara sono state erette le 15 stazioni della Via Crucis (stele in pietra con bassorilievi) in occasione del IX centenario (1998).
Campanile di San Lorenzo
  • 45.421811.24854 Chiesa parrocchiale di San Lorenzo martire, Via Roma (XIII secolo). Quando nel Trecento fu demolita la Pieve di Borgo San Lorenzo, venne edificata la chiesa parrocchiale che svolse la sua funzione fino al 1744 quando, divenuta ormai troppo angusta, fu abbattuta per lasciare posto alla nuova costruzione del 1758. Il nuovo tempio fu poi ulteriormente ingrandito nel 1884, quando si procedette anche alla risistemazione della facciata in stile rinascimentale tendente al barocco.
    La chiesa è a navata unica con altari barocchi e pregevoli dipinti come la pala di San Rocco, opera del 1529 di Francesco Morone, proveniente dalla chiesa di San Rocco e collocata nel presbiterio a sinistra; il dipinto cinquecentesco dei Santi Bovo, Francesco e Antonio Abate, opera del Farinati; una tela del Cignaroli dei Santi Gaetano e Quirino con la Madonna del Buon Consiglio. Opera pregevole è una statua lignea del Redentore di Paolo Cahansa del 1553. Non vanno dimenticati il grande organo nell'abside, risistemato a fine XX secolo, dell'inglese William George Trice (1889) e il campanile, in stile classico con trifore.
  • 45.41917611.2511175 Chiesa di San Giorgio (XIII secolo). Situata in Borgo Covergnino (sulla strada per Monteforte d'Alpone si vedono le indicazioni), quasi sicuramente diede il nome al borgo in quanto Covergnino non è altro che la deformazione linguistica di conventino (ovvero piccolo convento, quello che esisteva a fianco della chiesa). Venne edificata nel Duecento per volontà dei Francescani. In facciata c'è un bassorilievo con San Giorgio a cavallo che uccide il drago. Lo stile semplice con cui venne costruita la chiesa è confermato dal rozzo campanile. Gli affreschi interni son andati irrimediabilmente perduti in quanto distrutti al tempo della peste del 1630; restano alcune tracce che si possono attribuire al Giolfino (tra fine Quattrocento e metà Cinquecento). Dal centro del soffitto della chiesa pende la coda di un animale preistorico.
Santa Maria dei Domenicani
  • 45.4222311.249446 Chiesa di Santa Maria dei domenicani (Santa Maria di Monte Santo) (XV secolo). La chiesa fu voluta nel 1443 dai padri domenicani, che appellandosi alla Santa Sede ottennero il consenso da papa Eugenio IV di poter edificare una chiesa con annesso convento. Soppresso a metà del XVII secolo da papa Innocenzo III, nel 1659 il complesso monastico divenne proprietà della Comunità, affidato alle Confraternite della Buona Morte e del Rosario fino alla soppressione napoleonica. Nel 1871 il convento fu venduto dal Comune e in seguito andò distrutto. La chiesetta divenne oratorio pubblico; ma venne progressivamente abbandonato. A partire dagli anni ottanta del Novecento è stato compiuto un autentico salvataggio del suo patrimonio artistico, recuperando i suoi affreschi e salvando la sua struttura quattrocentesca; ora è sede di mostre d'arte, rassegne, esposizioni e concerti.
    L'edificio quattrocentesco presenta forme semplici e una pianta schematica; le sue linee rappresentano il momento di transizione tra due stili: il gotico e il rinascimentale. Le sfumature del verde, del bianco e dell’ocra si alternano in una particolare armonia architettonica. La facciata rivolta a nord ed abside quadrata è caratterizzata dalla leggiadria del protiro pensile con volta a tutto sesto e dal rosone finestra contemporaneo del protiro. Di particolare interesse sono le elaborate cornici di gronda in cotto, tipiche della seconda metà del XV secolo. L'interno della chiesa, a navata unica con copertura a capriate lignee, è illuminato da alte e slanciate finestre monofore e bifore in stile gotico. Sullo sfondo sta il bell'altare maggiore, marmoreo, fiancheggiato da due porticine barocche. :Al centro ha un grande supporto, per l’esposizione del santissimo, mentre alle sue spalle sorge una cornice di pietra bianca risalente al Cinquecento, formata da una base ai limiti della quale si innalzano due colonne tuscaniche che reggono un timpano triangolare. Altri tre altari sono disposti nelle cappelle situate nella parete sinistra della chiesa.
    Tutte le cappellette, aperte a fine '400 per motivi devozionali, risultano particolarmente interessanti, con i loro archi di tufo a tutto sesto, le lesene finemente scolpite, gli ornamenti, gli affreschi e i loro altari dai marmi policromi.
    Gli affreschi visibili nella cappella delle sante Lucia ed Apollonia raffigurano le sante titolari: quello di santa Apollonia è estremamente abraso e risulta incompiuto, ben leggibile invece quello raffigurante l'altra Santa. Il ciclo pittorico è dedicato ai Misteri del Rosario, affrescati da ignoto nel 1502 nella cappella della beata Vergine del Rosario, è purtroppo ora leggibile solo in modo frammentario. I temi sono: Annunciazione; Visitazione; Natività; Presentazione al tempio; Disputa fra i dottori; Cristo deriso; Salita al Calvario; Crocifissione; Resurrezione; Ascensione. Altri resti di affreschi occupano le pareti della chiesa, fra i quali un ciclo di San Lazzaro, un Compianto sul Cristo morto, figure di Santi.
  • 45.41783711.2450797 Chiesa di Sant'Antonio, Via San Matteo (XVII secolo). Venne fatta costruire nel 1677 da Matteo Cusani, di nobile famiglia che aveva ricchi possedimenti a Soave e in altre località della provincia veronese. L'interno presenta un altare, in stile barocco, e pregevoli quadri della Via Crucis.
  • 45.42587811.2496668 Chiesa di San Rocco (XV secolo). Usciti da Porta Aquila, sulla strada che va a Castelcerino, venne eretta nel XV secolo sull'area di un antico cimitero romano. Nel XIX secolo, l'architetto Gottardi (quello che lavorò anche sulla chiesa parrocchiale soavese) fece voltare la facciata da ovest ad est. Qui si trovava la pala di San Rocco del Morone, portata nella parrocchiale per paura che potesse venire rubata. Attualmente la chiesa viene usata in occasione di mostre e concerti, è di proprietà del Comune soavese ed è stata da poco restaurata.

Edifici civili

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  • Palazzo Sambonifacio, Via Adolfo Mattielli/Corte Pittora (XIII secolo). Il pianterreno ha strutture in stile romanico. L'insieme della facciata ha linee sobrie. Una leggenda narra che un cunicolo dalle cantine conduca direttamente al castello.
Palazzo di Giustizia
  • 45.4222511.248819 Palazzo di Giustizia, Piazza Antenna (XIV secolo). Prospetta su Piazza dell'Antenna, che prende il nome dall'alto pennacchio che vi è collocato, sul quale veniva issato il vessillo della Serenissima. Edificato nel 1375 per volere di Cansignorio della Scala che vi insediò come rettore, governatore e giudice Pietro della famiglia Montagna (come si legge da un'iscrizione in versi sotto il poggiolo). Alla sua costruzione contribuirono i ventidue paesi sottoposti al Capitaniato soavese (tra i quali Soave, Colognola ai Colli, San Bonifacio, Monteforte d'Alpone e Bolca), elencati in una lapide (la più grande tra quelle scaligere) in facciata. È un edificio con loggia a quattro arcate; nel mezzo della facciata c'è un poggiolo sovrastato da una statua della Vergine col Bambino sulle ginocchia. Oggi il palazzo ospita un'enoteca al piano terra e ai piani superiori la sezione staccata del tribunale di Verona, con i vari uffici e la grande storica aula d'udienza.
  • Palazzo Scaligero (Municipio) (XIV secolo). Costruito per volontà di Cansignorio della Scala nei pressi di Porta Aquila, era l'antica residenza dei Pretori e Governatori di Soave; successivamente, in epoca veneziana, divenne residenza dei Capitani della Serenissima. Il vicino giardino, molto suggestivo, venne donato dalla famiglia Zanella al Comune di Soave. Restaurato nel XX secolo, l'edificio ospita attualmente la sede municipale.
  • 45.4219611.2487810 Palazzo Cavalli (XV secolo). venne costruito nel 1411 per volontà di Nicolò Cavalli, capitano di Soave, in stile gotico – veneziano. La facciata era un tempo decorata da affreschi quattrocenteschi a soggetto mitologico attribuiti a Giovanni Maria Falconetto da Verona. Oggi il palazzo è proprietà della famiglia Pomini.


Eventi e feste

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  • Festa medievale. La terza domenica di maggio.. Rievocazione storica, banchetti delle Arti e dei Mestieri, Antico Palio delle Botti, il famoso Banchetto medioevale, spettacoli per bambini e degustazioni.
  • Festa dell'uva. Il terzo fine settimana di settembre.. Manifestazione con stand gastronomici e manifestazioni culturali e folcloristiche locali. In questa occasione si ricorda una antica leggenda che narra di una principessa nordica afflitta da un volto deturpato e rugoso che riacquistò la propria bellezza bagnando il viso con il succo dell'uva garganega, antico vitigno padre dell'odierno soave.
  • Palio di San Lorenzo. In settembre. Antica competizione che si svolge sotto le mura del Castello e vede gareggiare le 10 contrade cittadine.


Cosa fare

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Acquisti

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  • Il vino bianco di Soave.


Come divertirsi

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Dove mangiare

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Prezzi medi

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Dove alloggiare

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Prezzi medi

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Sicurezza

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Farmacie


Come restare in contatto

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  • 45.41922811.2436353 Poste italiane, Via Manzoni 12., +39 045 6190299, fax: +39 045 6190575.


Nei dintorni

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  • Illasi Un castello, una villa veneta, alcune chiese e l'ambiente naturale delle prime alture sono quello che offre questo piccolo centro dell'omonima valle.
  • Lonigo Vanta due ville Pisani: una progettata dal Palladio è dal 1996 nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO assieme alle altre ville palladiane del Veneto; l'altra è nota anche come Rocca Pisana ed è dello Scamozzi.
  • Verona

Itinerari

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Informazioni utili

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