Illasi
Il paese di Illasi, nella valle omonima, visto dal Monte Garzon.
Stato
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Territorio
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Abitanti
Nome abitanti
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Fuso orario
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Posizione
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Illasi
Sito istituzionale

Illasi è un centro del Veneto.

Da sapere

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Paese di vocazione agricola, Illasi è zona di produzione del vino Valpolicella DOC, dell'Amarone della Valpolicella e del Recioto DOC. Nella sua economia sono settori promettenti anche l'artigianato e la piccola industria manifatturiera e dolciaria.

Cenni geografici

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Situato fra le Prealpi veronesi, dà il nome alla Val d'Illasi, e forse prende il nome dall'omonimo torrente Illasi che percorre tutta la valle. Dista 19 km da Verona, 12 da Soave, 24 da Lonigo, 43 da Vicenza.

Cenni storici

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Nel territorio comunale di Illasi sono stati ritrovati resti preistorici a Cellore e ad ad Arano dove è emersa dagli scavi per un cantiere una vasta area sepolcrale, che gli archeologi hanno datato fra la fine del III e gli inizi del II millennio a.C. (fine Età del rame – inizi Bronzo Antico). Sono state individuate 62 tombe; il ritrovamento è stato definito dagli studiosi "una delle più significative testimonianze dei riti e dei culti funerari praticati in Italia settentrionale all’alba del 2000 avanti Cristo"

In epoca romana Illasi è zona di centuriazione: diversi ritrovamenti confermano questa presenza. Nel 1796 una piena del torrente Progno in località Cisolino porta in luce un monumento funerario della gens Sertoria ora custodito al Museo Maffeiano di Verona, una iscrizione scoperta in località Sorcé è oggi murata all'ingresso del Municipio, e altro materiale è affiorato nei secoli (monete, urne cinerarie) specialmente in località oggi ai confini del Comune come S.Colombano e Gusperino. Non sono state però scoperte ville signorili, il che fa pensare ad una popolazione essenzialmente di piccoli proprietari contadini.

In età barbarica il territorio continuò ad essere abitato: una piccola necropoli longobarda fu scoperta durante gli scavi per la costruzione della Parrocchiale di Cellore nel 1878. Furono rinvenuti importanti reperti, risalenti al VII secolo: due croci in lamina d'oro e numerose armi di corredo funebre (scudi, spade, cuspidi di lancia, coltelli). Purtroppo dei venti pezzi oggi ne rimangono, presso il Museo di Castelvecchio, solo nove, fra cui uno splendido umbone (decorazione da scudo). La chiesa di S.Giustina fu uno dei primi centri di evangelizzazione della provincia di Verona, assieme all'oratorio di S. Giustina a Palazzolo. Da qui partirono i missionari che diffusero il cristianesimo nelle campagne dell'Est Veronese, probabilmente già dal V secolo in poi, e vi si svolgeva la più importante fiera della valle. Tuttavia dell'edificio, che doveva essere significativo, oggi resta solo fra gli olivi il suggestivo campanile del X secolo, con annessa chiesetta del XVIII secolo.

Gli abitanti di Illasi, oltre ai villaggi maggiori, nel medioevo erano sparsi in numerosi piccoli insediamenti, ancora identificabili oggi:, come Arano, Sorcè, Semonte, Colarè, Pagnaghe, Cisolino, Gusperino, Figarolo, Valnogara, Montecurto ecc. Il territorio di Illasi ("curia") era più vasto dell'attuale Comune: infatti, a causa della scarsità d'acqua, gli abitanti avevano ottenuto dall'imperatore Ottone III, fin dal 996, diritti di pascolo sulla località di Lepia, a sud della Statale 11 (l'antica via Postumia), ricca di torrenti, che oggi si trova in comune di Lavagno. L'importanza strategica accordata ad Illasi è confermata dalla decisione di costruire il castello che ancora svetta sulla collina a dominare il paese.

L'area comunque appare fortificata fin dal X secolo. Nei secoli successivi il Castello è coinvolto in tutte le vicende belliche veronesi. Nella prima età veneziana l'evoluzione dell'arte guerresca rende il castello ben presto obsoleto e vulnerabile. Il condottiero milanese Nicolo' Piccinino lo espugna con facilità nel 1437 così come gli altri castelli della zona. Venezia decide di dismetterlo, e dopo la difficile lotta contro la Lega di Cambrai lo consegna alla famiglia Pompei, nominati feudatari di Illasi per i servigi resi.

La maggior parte delle altre famiglie nobili veronesi guardò invece con simpatia alla calata dell'esercito asburgico: antica era la tradizione di legami con il mondo imperiale e germanico. Venezia non poteva allora non legare a sé le poche famiglie rimaste fedeli in quel drammatico periodo che l'aveva vista pressoché soccombente. Con la donazione ai Pompei,ha termine la funzione militare del castello, che diviene palazzo di residenza della famiglia, ma l'adattamento non soddisfa i novelli conti. Le due famiglie Pompei si trasferiscono dal XVII secolo ai piedi della collina, in due più agevoli e lussuose ville. Inizia il lento abbandono del maniero e l'incuria che proseguono fino ai giorni nostri.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Illasi

Quartieri

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Nel suo territorio comunale si trova il paese di Cellore.

Come arrivare

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In aereo

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  • 45.39666710.8877781 Aeroporto di Verona (Catullo), Caselle di Sommacampagna, +39 045 8095666, .

In auto

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  • Autostrada A4 Caselli autostradali di Verona est e di Soave - San Bonifacio sull'autostrada A4 Serenissima
  • È attraversato dalla Strada provinciale 10 che lo raccorda alla strada regionale 11 Verona - Vicenza

In treno

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  • Stazione ferroviaria (a Caldiero). Sulla linea ferroviaria Milano - Venezia, ha corse che vi effettuano la fermata.

In autobus

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  • Pullman. Ha collegamenti con Verona


Come spostarsi

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Cosa vedere

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Villa Pompei-Carlotti Illasi facciata
  • Villa Pompei Carlotti. Il complesso, con il fronte anteriore rivolto a sud, è costituito da due piani più un piano seminterrato e si compone di un corpo centrale, due corpi perpendicolari e due torrette a base quadrata. Al centro si trova un ampio pronao a quattro colonne doriche sormontato da un timpano triangolare, che si collega ai lati con le due barchesse preesistenti. L'impostazione di questo corpo centrale è palladiana, ma si differenzia dagli altri modelli di questo architetto per lo stile più severo e sobrio che preannuncia, in piena epoca rococò, il neoclassicismo. La struttura della villa evoca l’imponenza di un antico tempio greco, ed è arricchita da balaustre con sculture di Andrea Schiavi. Ai lati della facciata si trovano due torrette quadrate che probabilmente in origine fungevano da colombaie (ospitavano piccioni viaggiatori). Completano il complesso il piccolo oratorio, adiacente alla torretta est, una lunga barchessa, un tempo adibita a scuderia, e infine il vasto giardino all’italiana che circonda la villa. I lavori murari di costruzione furono terminati nel 1737, come testimonia l'architrave della porta; i lavori di decorazione invece proseguirono per alcuni anni.
    Alessandro Pompei (1705-1772) può essere considerato l'ispiratore e il committente della decorazione degli ambienti interni. Gli affreschi furono affidati ad Antonio Balestra (Verona 1666-1740), famoso pittore veronese che era stato anche maestro dello stesso Alessandro Pompei. Tuttavia, molti altri artisti intervennero nella decorazione degli interni.
    Il salone centrale
    L'opera principale è costituita dal salone centrale, a cui si accede direttamente dalla facciata. È completamente decorato con un apparato architettonico, diviso in due zone da una cornice marcapiano. Nella parte inferiore si trovano coppie di colonne scanalate, comprendenti dodici dipinti di statue di divinità, che nelle pareti brevi lasciano spazio a due scene della mitologia greca: Ratto di Elena a est e Uccisione di Achille a ovest. Sopra le porte, in cornici ovali: Borea che rapisce Orizia, Ratto di Deianira, Ratto di Europa, Aurora rapisce Cefalo. Sopra le finestre, in cornici sagomate: Arianna abbandonata, Danae e la pioggia d'oro, Leda e il cigno. Nella zona superiore, si trovano dodici putti. Sul soffitto, un'elaborata cornice architettonica celebra il Trionfo di Amore, secondo l'iconologia petrarchesca. I lavori sono attribuiti ad Antonio Balestra e alla sua scuola.I
    Salotto a sud-est e a nord-ovest
    Gli affreschi di queste sale sono attribuiti a Matteo Brida, uno degli allievi più originali e brillanti di Antonio Balestra. Il salone a sud-est appartiene al ciclo degli affreschi con Storie della vita di Alessandro Magno, tratte da “Vite parallele” di Plutarco. Il salotto a nord-ovest invece celebra le vicende della “Gerusalemme liberata”, il poema di Torquato Tasso. Gli affreschi evidenziano l'approccio fumettistico di Brida, che interpreta la letteratura attraverso una pittura caricaturale, quasi grottesca. In epoca successiva, intervennero altri due famosi pittori veronesi, Tommaso Porta (Brescia 1686 – Verona 1766) e il figlio Andrea (Verona 1719-1805), i quali dipinsero scene di personaggi immaginari comprendenti talvolta anche elementi locali, come ad esempio il castello d'Illasi. I loro affreschi dimostrano un'apertura verso il paesaggio, un bucolico accostamento alla natura tipico di una certa corrente culturale dell'epoca. Tommaso e Andrea Porta provenivano da un ambiente colto, influenzato dall'Accademia dell'Arcadia della quale Scipione Maffei aveva fondato già nel 1705 la Colonia Veronese, cui faceva parte lo stesso Girolamo Pompei. Lavandaie, contadini, viandanti, pescatori, boschi, rocce e cascate sono i protagonisti delle scene dipinte, secondo il tipico repertorio di gusto arcadico.
    Salotto a nord e a sud
    Gli affreschi di questi ambienti, in gran parte di Antonio Caravaggi, sono dedicati alla mitologia greca. Le scene infatti ritraggono le vicende di Venere, Apollo, Aurora, Eros, Crono e altre divinità. Appare evidente la vicinanza dell'autore ai modelli di Antonio Balestra, sia nella ricostruzione delle pose e dei volti, sia nell'uso della tecnica pittorica, attraverso stesure più chiare per ottenere l'effetto chiaroscuro.
Resti del castello
  • Castello. Il rilievo su cui fu fondato il castello è stato oggetto di frequentazione umana ben prima del 971, anno in cui un documento lo menziona per la prima volta; infatti scavi effettuati sul lato sud hanno portato alla luce insediamenti dell'Età del Ferro e dell'Età del Bronzo.
    Sorto come apparato difensivo del principe-vescovo divenne poi possesso del Comune di Verona, poi degli Scaligeri, dei Visconti e da ultimo della Serenissima, che infeudò il paese ai Pompei; il maniero rimase nelle loro mani fino alla rivoluzione francese
    I ruderi rimasti emanano un sicuro fascino; al suo interno sono state trovate tracce della chiesetta di Santa Maria, nonché di un cimitero. I soffitti sono tutti crollati; rimangono in piedi volti e pareti probabilmente di un rifacimento duecentesco. Rimane la parte sotterranea che deve ancora essere esplorata completamente.
    Il mistero provato e la leggenda
    Come per molti castelli, anche del castello di Illasi si dice che ospiti un fantasma, in questo caso della nobile castellana Ginevra Serego degli Alighieri, discendente di Dante, la quale sposò il conte Girolamo II Pompei. Poiché la castellana tradì il marito con il podestà di Verona Virginio Orsini, quest'ultimo fuggito a Roma fu giustiziato; il servitore che copriva la tresca pure; della castellana si persero invece le tracce. Si narra che nell'Ottocento, durante lavori di restauro nel castello, fu scoperta una stanza murata al cui interno venne rinvenuto lo scheletro di una donna incatenata, che tutti identificarono con la sventurata castella sparita.
    Le ossa furono raccolte in un'urna di vetro e conservate nella dimora dei conti Pompei. Ma in seguito, fatte oggetto di successivi studi, le ossa rivelarono che non potevano essere della Alighieri, ma erano di un'altra donna il cui destino si era così tragicamente concluso. Di chi è quindi il fantasma che si manifesta nel castello, di Ginevra o di questa sconosciuta?
    Della vicenda esistono diverse versioni contrastanti, con diverse datazioni per quanto riguarda il ritrovamento dello scheletro. Rimane, di vero, il fascino del racconto.
  • Chiesa Parrocchiale (XIX secolo). Fondata nell'Alto Medioevo come Pieve di san Giorgio al centro del paese l'antica chiesa, divenuta insufficiente ai bisogni della popolazione, fu ampliata a metà Ottocento. La facciata neoclassica è stata abbellita negli anni '90 da un monumentale portone in bronzo, recante scene sacre. Della vecchia Pieve si conservano l'altare maggiore, con ai lati le statue marmoree dei patroni Giorgio e Bartolomeo, opera dello scultore Schiavi, il battistero del XVI secolo in marmo rosso di Verona, una statua di San Bartolomeo del XIII secolo. Gli altari laterali provengono dalla soppressa chiesa di San Sebastiano di Verona, appartenente all'Ordine dei Gesuiti. All'altare della Madonna del Rosario, ogni prima domenica di ottobre si svolge la tradizionale Supplica alla Madonna di Pompei. Nella Sagrestia si può ammirare un affresco tardogotico della Madonna con Bambino e Angeli, di Stefano da Zevio (1379–1438 circa), amico del Pisanello, staccato dal vecchio edificio. Da notare la presenza nella chiesa di matronei, che fino quasi al XX secolo hanno permesso alle famiglie nobili del paese di assistere alla Messa da luogo separato e nascosto.
Sant'Anna
  • Chiesa di Sant'Anna (XVII secolo). Piccola chiesetta che sorge in località Giara, lungo la vecchia via per Verona. È di origine medievale e conserva un affresco della Santa patrona sopra l'altare maggiore e affreschi del XX secolo di Carlo Donati. Vi celebrò la prima messa San Gaspare Bertoni, fondatore della Congregazione degli Stimmatini, il 24 settembre 1800. Egli era imparentato con la famiglia Cipolla, che all'epoca possedeva il terreno della chiesetta (detta infatti "delle çeole", "cipolle" in dialetto veronese). Oggi la chiesa fa parte del complesso di Villa Avrese. Nella settimana del 26 luglio, giorno di Sant'Anna, viene celebrata una Messa, cui segue una festa di tutta la contrada di Giara.
  • Chiesa di Santa Giustina (XI secolo). Sorge a sud ovest del paese in un sito già abitato dei Romani. In età molto antica vi fu fondato un oratorio cristiano che divenne uno dei centri più importanti per la diffusione del Cristianesimo nel Veronese, assieme all'omonima chiesa di Santa Giustina di Palazzolo di Sona. La dedicazione a Santa Giustina da Padova probabilmente è dovuta ai Longobardi, popolo molto devoto a questa Santa. Come si è scoperto durante i lavori in epoca moderna, sotto l'altare era collocata una pietra miliare romana del IV secolo, rovesciata, con dedica agli imperatori Costantino e Massimino; il gesto può essere visto come segno della vittoria sul mondo pagano, in quanto proprio sotto l'imperatore Massimino venne uccisa Giustina.
    Nel medioevo vi sorgeva un monastero, che avrebbe avuto quale priora una figlia monaca di Cangrande della Scala. Nel XVIII secolo tutto il complesso risultava in pessime condizioni, e la chiesa venne ricostruita in dimensioni più piccole. Oggi a testimonianza dell'insigne passato resta il suggestivo campanile in sasso, recante la data 1100 su una delle travi, con un'elegante bifora romanica.
  • Chiesa di San Marco (XX secolo). Edificata nel dopoguerra, fa parte del complesso di Villa Trabucchi, sulla collina a Est del paese. Nell'abside vi è un affresco di Marco Macola rappresentante una scena del Martirio di San Jacopo. Nella torre campanaria è presente un concerto di campane alla veronese. La chiesa è sede di un'annuale gara campanaria.
Chiesa e Santuario di S. Colombano1
  • Chiesa di San Colombano e Santuario della Madonna di San Colombano (XV secolo). Oltre la collina ad est del paese, sul versante che guarda la Valtramigna e in un sito già interessato ad insediamento romano, si trovava una edicola con un'immagine della Madonna molto venerata dagli abitanti. L'affresco raffigura la Madonna in trono e San Colombano. Nel XIV secolo per custodire il dipinto ritenuto miracoloso venne edificata l'odierna chiesetta, che da allora è sempre stata luogo di grande devozione e affetto per gli illasiani. Degli affreschi all'esterno della chiesa, raffiguranti parti anatomiche, indicano le grazie ricevute dai fedeli; altri ex voto del XVII secolo su tavolette di legno si trovano oggi nella Chiesa Parrocchiale. Dal 1837, quando un'epidemia di colera risparmiò Illasi, viene rispettato il voto di ringraziamento fatto dagli abitanti di allora, e ogni anno, la seconda domenica di maggio, viene compiuta una processione che sale dal paese sul colle, per discendere al Santuario. Fino a pochi anni fa, il pellegrinaggio vedeva un grande concorso di popolo, e venivano cantate lungo il percorso delle particolari litanie dedicate alla Madonna che oggi sono il ricordo solo di alcune anziane.

A Cellore

  • Complesso religioso della Pieve di San Zeno e della Parrocchia di San Zeno. Nella piazza principale della frazione, le due chiese affiancate ed entrambe dedicate al patrono del paese.


Eventi e feste

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  • Sagra di San Bartolomeo, Nel centro del paese. 24 agosto, o la domenica successiva.. Festa del patrono del capoluogo, con rassegna nazionale del miniquadro.
  • Canto corale popolare. Primo sabato di luglio.. Nelle corti delle storiche ville illasiane, rassegna di canto corale popolare, organizzata dal Coro "Piccole Dolomiti" di Illasi.
  • Sagra di Sant'Anna, Nella contrada di Giara. Quarto venerdì di luglio.. In onore di Sant'Anna (26 luglio), viene celebrata presso la chiesa a lei dedicata una Santa Messa, con festa a seguire.
  • Processione della Madonna di San Colombano. Seconda domenica di maggio.. Dal 1836, in seguito a un voto della comunità illasiana, annuale pellegrinaggio mariano dalla Chiesa parrocchiale al Santuario e celebrazione della Santa Messa.
  • Cellorestate., A Cellore. ingresso gratuito. Rassegna Teatrale, Varietà e Sport
  • Trofeo Alberto Trabucchi, presso la Chiesa di San Marco. Ogni seconda domenica di settembre. Gara di campane alla veronese.
  • L'Olio fa Festa. La terza e la quarta settimana di novembre. Musiche e degustazione di prodotti locali.


Cosa fare

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Acquisti

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Nel suo territorio si produce un ottimo olio di oliva; Illasi fa parte dell'Associazione nazionale Città dell'olio.

  • Mercato, Nella piazza principale. Si tiene ogni venerdì.


Come divertirsi

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Dove mangiare

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Dove alloggiare

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Prezzi medi

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Sicurezza

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Farmacia


Come restare in contatto

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  • 45.4661411.18443 Poste italiane, Piazza Libertà 25, +39 045 7834050, fax: +39 045 6520513.


Nei dintorni

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  • Cellore Nella piazza principale il complesso religioso della Pieve e della Chiesa parrocchiale, entrambe dedicate al patrono San Zeno.
  • Soave - Città murata con il castello alto sul colle alle sue spalle. È famosa inoltre per il suo rinomato omonimo vino.
  • Lonigo Vanta due ville Pisani: una progettata dal Palladio è dal 1996 nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO assieme alle altre ville palladiane del Veneto; l'altra è nota anche come Rocca Pisana ed è dello Scamozzi.

Itinerari

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Altri progetti

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