Bagno a Ripoli | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Toscana | |
Territorio | Area fiorentina | |
Altitudine | 75 m s.l.m. | |
Superficie | 74,1 km² | |
Abitanti | 25.481 (2017) | |
Nome abitanti | Bagnesi | |
Prefisso tel | +39 055 | |
CAP | 50012 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Pietro e san Paolo (29 giugno) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Bagno a Ripoli è un comune in provincia di Firenze.
Da sapere
modificaCenni geografici
modificaBagno a Ripoli si estende a est di Firenze su terreni pianeggianti per circa un terzo della sua superficie e per la restante parte su terreni collinari. Occupa da una parte la zona del Valdarno Superiore mentre dall'altra una parte del Chianti. Se si esclude l'Arno e lo spartiacque Valdarno Superiore-conca fiorentina, i suoi confini non coincidono con elementi fisici quali corsi d'acqua, strade, valichi.
Una parte del paesaggio, che ha più risentito del progressivo abbandono della lavorazione contadina, è stato riconquistato dalla natura acquisendo la fisionomia di prati adibiti a pascolo e a boscaglia. Dove la natura non ha fatto il suo corso è facile imbattersi in oliveti, vigneti, alberi da frutta e coltivazioni adibite a ortaggi.
Nel territorio comunale sono presenti boschi estesi per circa 15 km² il più importante è quello di Fonte Santa che, con le sue querce e castagni, è un bell'esempio di flora tipica.
I fiumi presenti nel territorio sono il torrente Ema, con i suoi torrenti affluenti (Grassina, Isone che passa per Antella, Rimezzano, Ritortoli) e l'Arno, alimentato da alcuni affluenti minori quali il Rimaggio e il Fosso di Borgo.
Cenni storici
modificaSorto probabilmente come villaggio etrusco con il nome di Marm, si trasformò intorno al III secolo in luogo di commerci. A Bagno a Ripoli sono state recentemente ritrovate le vestigia di ville romane e terme. Successivamente chiamato Quarto (la distanza in miglia da Firenze) il luogo prese poi il nome odierno, che ricorda altre famose località termali romane come Aix-les-Bains in Francia o Baden-Baden in Germania.
Il toponimo Ripulae ricorda invece le opere di difesa idraulica erette per difendersi dagli esondamenti dell'Arno, cioè le piccole rive da riparo. Nel XIII secolo fu sede della Lega di Ripoli, una delle 72 federazioni di comunità in cui era diviso il contado fiorentino.
La Lega di Ripoli era formata da più plebati, in particolare oltre all'intero plebato di Santa Maria dell'Antella che quello di San Donnino a Villamagna, comprendeva la quasi totalità di quelli di San Pietro a Ripoli e una parte di San Giovanni di Remole; si estendeva oltre l'Arno e fino a San Donato in Collina.
Nel 1774 fu la volta di una prima riduzione della superficie territoriale, seguì poi, il secolo successivo, lo scorporo della parte opposta all'Arno, per finire con la formazione di Firenze e le modifiche del '900 che conferirono al comune gli attuali confini.
Come orientarsi
modificaCol crescere di dimensioni del capoluogo, l'abitato di Bagno a Ripoli si trova oggi sul confine della città di Firenze, con i due centri abitati che si uniscono senza un confine evidente.
Frazioni
modificaLe frazioni di nel territorio comunale sono: Antella, Balatro, Capannuccia, Case San Romolo, Grassina, Ponte a Ema, Ponte a Niccheri, Rimaggio, Osteria Nuova, San Donato in Collina, Vallina, Villamagna.
Come arrivare
modificaIn auto
modificaBagno a Ripoli è vicino all'uscita Firenze Sud dell'autostrada del sole (A1).
In autobus
modificaIl comune è collegato a Firenze attraverso alcune autolinee dell'ATAF.
Anche le Autolinee Busitalia collegano il comune di Bagno a Ripoli con il capoluogo toscano, in particolare è possibile raggiungere sia Grassina che l'Ospedale di S.M. Annunziata (Ponte a Niccheri). Quest'ultimo è collegato anche dalle Autolinee CAP. Il collegamento per tutte e due le società è dalla Stazione di S.M. Novella
Come spostarsi
modificaCosa vedere
modificaArchitetture religiose
modifica- 1 Chiesa della Pentecoste. Edificata nel cuore del paese, edificata fra il 1998 e il 2001 e di fattura moderna, è la nuova sede della parrocchia. Subentra, come sede, alla chiesa di Santa Maria a Quarto.
- 2 Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta a Ruballa. La prima testimonianza scritta riguardo alla chiesa di San Quirico a Ruballa risale 1260. Nel XVIII secolo il patronato era della famiglia Peruzzi che finanziarono dei restauri radicali all'edificio iniziati nel 1758. Dopo i lavori la chiesa venne riconsacrata nel 1763 con la nuova invocazione che venne stesa anche a Santa Giulitta. Ai primi del XX secolo la chiesa ancora mostrava l'aspetto datole dagli interventi settecenteschi che però furono cancellati da un restauro che riportò l'edificio ad uno stile più vicino a quello romanico. Mostra all'esterno caratteri neomedievali, dovuti ai restauri ottocenteschi, e all'interno i caratteri della fase tardo barocca. All'interno conserva varie opere d'arte.
- 3 Chiesa di Santa Maria a Quarto (A Quarto di Rimaggio, nel centro di Bagno a Ripoli). Prende il nome dal quarto miglio romano dal decumano di Firenze posto lungo la via Cassia adrianea e inaugurato nel 123 d.C. La chiesa si trova sulla collina (100 m s.l.m.) antistante la piana di Bagno a Ripoli e dal sagrato, in cotto fiorentino, è possibile osservare il panorama di tutta la pianura fiorentina in direzione ovest. Il periodo di costruzione dell'edificio non è databile con precisione ma ci sono ipotesi fondate che il luogo di culto fosse presente già nel XII secolo. Per arrivare all'aspetto attuale la chiesa ha subito numerosi interventi. Nel 1828 venne costruito il nuovo campanile e al solito periodo risale l'innalzamento del tetto nella versione attuale. Tra il 1930 e il 1940 la chiesa è stata completamente riprogettata e restaurata e gli interni hanno assunto l'attuale aspetto neogotico. L'attuale edificio è stato costruito sui muri perimetrali, in pietra alberese, della precedente costruzione.
- 4 Chiesa di Santo Stefano (A Paterno). È un edificio moderno della seconda metà del XIX secolo e poi rifatto nel 1934 in stile neoromanico. Edificato nello stesso luogo in cui si trovava una chiesa citata già nel 1286. Si conserva al suo interno un'importante opera proveniente dall'oratorio della Croce a Varliano: all'altare maggiore è collocato un Crocifisso dipinto di Gaddo Gaddi con il Christus patiens (1280-1290), che è stata posta in relazione alla Compagnia del Bigallo, come probabile committente, a causa del curioso anagramma indicato dalla lettera "B" sormontata da un gallo (Bi-gallo), dipinto nel suppedaneo. La chiesa conserva anche un affresco staccato con l'immagine della Vergine con l'angelo, di scuola fiorentina del secolo XV, adorna di gioielli che ne attestano l'importanza devozionale, e una Madonna e san Giuseppe adoranti il Bambino, copia da Fra Bartolomeo attribuita a Fra Paolino da Pistoia.
- 5 Chiesa di San Tommaso (A Baroncelli). La chiesa è costruita nella tenuta dei Baroncelli sul colle omonimo. La prima testimonianza riguardo l'esistenza della chiesa di S. Thomae ad Baroncellos risale al 1260. Grazie alle buone rendite derivanti dalla vendita dell'olio, nel XV secolo la chiesa venne arricchita con un campanile a vela e con un affresco raffigurante l'Annunciazione. Nuovi lavori furono fatti nel secolo seguente e il 22 novembre 1539 venne elevata a prioria. Il 20 novembre 1649 crollò l'originale campanile a vela che fu ricostruito solo diversi anni dopo e inaugurato il 22 maggio 1657. La chiesa di San Tommaso consiste in un'aula rettangolare coperta a tetto e conclusa da un'abside semicircolare. Dal sagrato della chiesa è possibile ammirare un bel panorama di Firenze. L'edificio conserva al suo interno un Crocifisso in legno scolpito del XVII secolo.
- 6 Chiesa di San Lorenzo (A Vicchio di Rimaggio). Documentata dal XII secolo, un restauro novecentesco le ha conferito l'attuale carattere neogotico. La facciata è preceduta da un portico con pilastri ottagonali; sul portale, una lunetta affrescata con San Lorenzo e due angeli (secolo XV) alla maniera di Cosimo Rosselli. Tra le opere, una Madonna col Bambino già attribuita a un "Maestro di Vicchio di Rimaggio" ma poi identificato con Andrea Orcagna (1300 circa), un affresco di Cenni di Francesco con Storie francescane e, dello stesso, al primo altare lo Sposalizio mistico di Santa Caterina (1300 circa). Al lato destro del presbiterio, un tabernacolo in pietra serena con una lastra di rame raffigurante Sant'Elena (1460 circa).
- 7 Chiesa di Sant'Andrea (A Candeli). Originariamente nacque come monastero benedettino. La prima testimonianza sull'abbazia benedettina di Candeli risale al 1044. Nel 1203, il monastero de Candegghie era in piena decadenza. L'abbazia di Candeli fu soppressa nel 1652 e la chiesa trasformata in ufficialmente in parrocchia. Il monastero fu definitivamente soppresso e riconvertito ad usi civili che lo videro nel 1894 diventare una caserma ed oggi usato per abitazioni. All'interno la chiesa, ad unica navata con cappelle laterali, mostra uno sfarzo decorativo tipico del gusto tardo barocco, opera dei restauri compiuti nel 1735-36. Vi si conservano una Madonna del latte (secoli XIV-XV) attribuita a Bicci di Lorenzo, e un dipinto di Lorenzo Lippi o Cristofano Allori con i Santi Michele e Gabriele arcangeli, Antonio da Padova, Niccolò, Cristofano e Girolamo (secolo XVII).
- 8 Chiesa di San Martino a Strada (Chiesa di San Martino ai Cipressi) (In località San Martino). È costituita da una sola navata con tettoia a cavalletti. Ampliata nel Trecento e affrescata nel secolo successivo, fu trasformata in epoca barocca. La chiesa subì gravi danni durante il terremoto di Firenze del 1895. Restaurata dal Castellucci intorno al 1920, fu riportata alle forme medievali e vi fu aggiunto il portico in stile neogotico. All'interno sono stati rinvenuti interessanti brani di affresco, tra i quali un Angelo annunciante e un San Martino in affresco. Sopra l'altare maggiore è stata collocata una tavola attribuita alla scuola del Verrocchio con la Vergine e santi. Da notare anche un ciborio in marmo (secolo XVI) e, in sagrestia, un dipinto di Lorenzo Lippi (1658) con la Madonna del Rosario. All'altare di destra Gesù conforta i deboli, opera di Alfonso Hollaender datato 1919. All'esterno, sull'angolo con la via Chiantigiana, si trova un tabernacolo affrescato da Pietro Annigoni (1954) con la Madonna del Buon viaggio.
- 9 Chiesa di San Francesco (In località L'Incontro, a Villamagna). Sulla sommità della collina dell'Incontro sorgevano un fortilizio e un oratorio dedicato a San Macario. Nel 1717 san Leonardo da Porto Maurizio vi edificò un ospizio per religiosi. Il convento dei Minori Osservanti Questuanti fu soppresso dai francesi e nel 1811 assegnato a privati. Nel 1853 il Ministro generale dei frati minori, padre Venanzio da Celano, approvò la fondazione di un convento-ritiro per i padri francescani missionari: da allora l'edificio fu sede dei Predicatori della Provincia Minoritica delle Stimmate. L'edificio attuale, di proprietà della Provincia Toscana dell'Ordine dei Frati Minori, si presenta nell'aspetto dovuto alla ricostruzione postbellica.
- 10 Chiesa di San Giorgio a Ruballa (Nella frazione Osteria). La chiesa viene citata per la prima volta nel 1273. Fu patronato dei Pilastri sin dal secolo XIV e poi dei Bardi di Vernio, ai quali si deve l'attuale aspetto barocco dell'interno ad aula, con stucchi di Giovan Martino Portogalli (1707). L'esterno invece è stato rifatto nel 1863 su progetto di Niccolò Matas. Conserva importanti opere d'arte, fra le quali due testimonianze della cultura figurativa post-giottesca: dietro l'altare maggiore, lo splendido Crocifisso dipinto con il Christus patiens, opera di Taddeo Gaddi (1355-60 circa); sull'altare di destra, un'importante pala, in origine cuspidata, tradizionalmente attribuita al Maestro di San Giorgio a Ruballa, ma successivamente assegnata ad Andrea Orcagna, raffigurante la Madonna in trono col Bambino e i Santi Mattia, Giorgio e un donatore (1336). In sacrestia sono conservate tre tele: La Vergine con suor Domenica del Paradiso, opera di Giovanni Domenico Ferretti; Immacolata Concezione, opera di Matteo Rosselli; Martirio di San Giorgio, opera di Giovanni Camillo Sagrestani.
- 11 Chiesa di San Piero a Ema (A Ponte a Ema). Anticamente appartenuta ai Cluniacensi e poi agli Olivetani, non conserva tracce della sua struttura originaria, risalente al X secolo, ad eccezione della muratura a vista sopra gli archi che separano la navata destra dalla principale. Al suo interno conserva diverse opere, tra cui una croce astile in rame (secolo XIV) di manifattura toscana, con formelle quadrilobe incise a bulino, un Crocifisso ligneo attribuito a Marco del Tasso (secolo XVI), e una tavola con Madonna col Bambino (1511) di scuola toscana.
- 12 Chiesa di San Giusto a Ema (In località Mezzana). Nel secolo XII era chiesa suffraganea della pieve di Santa Maria all'Impruneta. L'edificio ha subito nel corso dei secoli radicali trasformazioni che l'hanno privato delle sue caratteristiche architettoniche. All'interno si presenta ad unica navata conclusa da un'abside semicircolare, realizzata nel 1930. Vi si trova un'interessante pala d'altare con la Madonna in trono fra i Santi Antonio abate e Barbara, opera del cosiddetto Maestro di Serumido (secolo XVI), che i marchesi Niccolini, patroni della chiesa nel secolo XVII, portarono dalla chiesa di San Procolo a Firenze; a seguito dei restauri fatti nel 1995 l'opera è stata attribuita a Bastiano da Sangallo. Nella canonica è conservata una bella croce astile di manifattura toscana, in rame a fusione, incisa sul recto e sul verso, con formelle mistilinee, del secolo XIV.
- 13 Pieve di San Donnino (A Villamagna). Fu fondata nell'VIII secolo e ricostruita in età romanica. Nel XIV secolo la chiesa fu rinnovata e nel XV secolo l'interno della chiesa fu arricchito con la realizzazione di un altare dedicato a San Michele. Nel 1930 la chiesa fu riportata alle forme romaniche grazie ad un restauro. La chiesa sorge al centro del vasto complesso plebano di Villamagna e consiste in una piccola basilica a tre navate conclusa con abside circolare e dotata di torre campanaria. La struttura della chiesa è databile all'XI secolo. La tribuna, molto bella, è caratterizzata dal volume dell'abside nella cui superficie si apre una finestra. Sulla destra si trova il campanile a torre. Presenta una pianta quadrata ed è suddiviso in sei piani, l'ultimo dei quali realizzato dopo la seconda guerra mondiale. L'interno, a tre navate spartite da sei archeggiature a tutto sesto poggianti su pilastri quadrilateri, è abbastanza spoglio ma misurato nei rapporti. Nel presbiterio, sotto l'altare maggiore si trova l'arca contenente il corpo del beato Gherardo da Villamagna mente sopra l'altare maggiore si trova un Crocifisso processionario.
- 14 Pieve di Santa Maria (Antella). La pieve di Santa Maria sorge al centro dell'abitato di Antella e con i suoi annessi fa da quinta alla piazza principale del paese. Consiste in una chiesa ad unica grande aula rettangolare con copertura a capriate ed abside quadrangolare. La prima testimonianza su questa pieve risale al 1040 e nel XII secolo confermano che pieve fosse a capo di un vasto territorio comprendente l'intera valle dell'Ema. Nel XV secolo la chiesa era il capoluogo della Lega dell'Antella. In quel secolo fu realizzato il fonte battesimale in marmi policromi. Nel 1928 tutto il complesso fu restaurato in stile neoromanico. La facciata è a capanna ed è stata modificata nella cuspide e nelle aperture durante i restauri degli anni venti. Si conservano un tabernacolo affrescato con la Madonna col Bambino, San Francesco e San Giovanni Battista, attribuito a Paolo Schiavo (XV secolo); una terracotta policroma attribuita a Benedetto Buglioni (1510 circa) raffigurante la Madonna col Bambino; e all'altare maggiore tela dell'Assunzione del Passignano, al secondo altare di sinistra Madonna con i sette Santi fondatori opera del 1660 di Lorenzo Lippi (nel quadro sullo sfondo è visibile la chiesa di Santa Maria come appariva allora)
- 15 Pieve di San Pietro. La chiesa di San Pietro è situata al centro del complesso plebano di Ripoli e consiste in una basilica a tre navate coperte a tetto e conclusa con abside semicircolare. Del complesso plebano fa parte anche un bel chiostro. La Plebs Sancti Petri sito Quarto, ubicata al quarto miglio da Firenze lungo il tracciato dell'antica via Cassia, risale al 790. Nel 1371 venne costruita la cappella del fonte battesimale come attesta un'iscrizione posta sul quinto pilastro di sinistra. Nel 1932 iniziò un importante serie di restauri che portarono al ripristino dell'aspetto romanico dell'edificio: l'interno venne stonacato e furono rimosse le aggiunte barocche; le finestre rettangolari furono sostituite da monofore e la decorazione a monocromo del protiro venne distrutta. Vicino all'ingresso si trovano le statue di San Pietro e di San Paolo risalenti al XIV secolo e due acquasantiere in marmo nero della fine del XVI secolo. In fondo alla navata destra si trova un affresco raffigurante Cristo in Pietà del 1380 circa e attribuito a Pietro Nelli; nell'abside è collocato un Crocifisso del XVI secolo.
- 16 Oratorio della Santa Croce (In località Croce di Varlliano). L'oratorio della Santa Croce consiste in un'aula rettangolare coperta da tre campate con volte a crociera costolonate ed è priva sia di abside che di scarsella; è un edificio di piccole dimensioni ma è una bella costruzione di carattere gotico che tuttora mostra un apparato decorativo di stile romanico. Fu fondato nell'ultimo quarto del XIII secolo dalla famiglia Peruzzi dei quali, in facciata, era murato lo stemma in pietra. Le lesioni procurate dal terremoto del 1895 consigliarono di trasferire in Santo Stefano a Paterno il Crocifisso ligneo. Negli anni a seguire fu restaurato e furono fatte anche integrazioni in stile neoromanico. Sulla parete sinistra si notano tracce di un disegno raffigurante Gesù sulla croce e scritte della seconda metà del XIV secolo.
- 17 Oratorio del Beato Gherardo (Villamagna). L'oratorio consiste in una semplice aula rettangolare coperta a tetto e priva di abside. L'edificio pur mostrando i caratteri tipici dell'architettura romanica ha un impianto di carattere gotico. L'edificio sorge a monte di Villamagna, nel luogo dove Gherardo di Villamagna si sarebbe ritirato a condurre vita eremitica. Secondo l'agiografia del santo, dopo essersi fatto eremita gerosolimitano, Gherardo avrebbe costruito lui stesso un oratorio dedicato a San Giovanni in Jerusalem dove nel marzo del 1277 venne sepolto. Nel XVII secolo venne restaurato e adeguato allo stile barocco del tempo. Stante l'abbandono dell'edificio l'11 marzo 1836 il corpo del santo venne traslato nella pieve di Villamagna. Tra il 1891 e il 1893 la chiesa fu restaurata nuovamente per riportarla allo uno stile romanico. Oggi l'oratorio ha solo la funzione di cappella per il cimitero contiguo. L'interno mostra una copertura a capriate lignee e decorazioni con stucchi di epoca barocca. Sono visibili brani del ciclo di affreschi con Episodi della vita del Beato (fine XIV secolo), e un tabernacolo in pietra dalla cornice ogivale nella cui cuspide è scolpita la figura del Beato Gherardo (fine XIV secolo).
- 18 Oratorio del Crocifisso del Lume al Pratello, Via della Nave A Rovezzano, 44. La famiglia Nasi, proprietaria della vicina villa del Pratello, trasformò in oratorio un tabernacolo molto venerato. In seguito, passate le proprietà ai Capponi, la cappellina fu ulteriormente ampliata e arricchita di elementi architettonici e decorativi di gusto barocco, tra cui una cupoletta particolarmente elegante. Gli atti delle visite pastorali riferiscono che all'interno l'immagine affrescata del Crocifisso veniva scoperta ai fedeli in occasione della processione del 3 maggio, festa della Santa Croce, durante la quale dalla pieve di San Pietro vi si trasportavano le sacre reliquie insieme alle famose primizie del Pian di Ripoli.
- 19 Oratorio della Santissima Annunziata. La fondazione da parte della famiglia dei Bardi, proprietaria fino al 1500 della vicina villa I Cedri (anticamente detta del Buco), è attestato dallo stemma in pietra posto sulla facciata. L'edificazione è da collocare in pieno Quattrocento per i caratteri architettonici che hanno indotto i critici a ritenerla possibile opera di Michelozzo. L'edificio mostra proporzioni molto equilibrate e decorazioni sobrie sia all'esterno, con una fascia di dentellature in cotto lungo gli spioventi del tetto, sia all'interno - un vano ad aula con copertura a capriate lignee sostenute da mensoloni intagliati - dove, rialzata da un gradino, è un'abside quadrata scandita da lesene e capitelli in pietra serena.
- 20 Oratorio di San Donato (A Campignalla). Fondato nel XIV secolo. È di una semplicità estrema, con pianta ad aula rettangolare cui è stato aggiunto una sorta di transetto. Lungo le pareti si aprono monofore; la parte tergale è illuminata da una finestrella e sovrastata da un campaniletto a vela moderno. Al tetto a capanna corrispondono all'interno le capriate lignee a vista. Sulla facciata, l'alternarsi dei conci in pietra, regolari nella parte bassa, più piccoli e irregolari in quella superiore, le conferisce movimento, mentre il portale costituisce l'elemento architettonico più ricco ed elegante. Nella lunetta, un bassorilievo con il Cristo in pietà in pietra serena datato 1320 è ascrivibile alla stessa mano che ha scolpito i due elementi in marmo collocati ai lati del portale, che illustrano Episodi della vita del santo.
- 21 Oratorio di Santa Caterina delle Ruote, Via del Carota (A Rimezzano, in località Ponte a Ema), giuliana.righi@comune.bagno-a-ripoli.fi.it. Costruito tra il 1348 e il 1387 dalla famiglia Alberti, ha ben conservato la struttura gotica. Nel XIX secolo si ebbe un primo restauro degli affreschi, rifacendo ad esempio il cielo stellato nelle volte. Il ciclo di affreschi della cappella illustra le storie di santa Caterina d'Alessandria, detta delle Ruote in ricordo del martirio subito nel IV secolo. Il portale è sormontato da una tettoia sporgente, con una lunetta che era decorata da una Madonna col Bambino e angeli di Spinello Aretino, oggi staccata con la sinopia e conservata nei depositi della Soprintendenza. Un tempo la decorazione ad affresco riguardava tutta la facciata.
- 22 Chiesa di Santa Maria (In località Rignalla). La chiesa di Santa Maria a Rignalla consiste in un'aula rettangolare originariamente conclusa da un'abside. Il paramento murario della fiancata settentrionale è l'unica testimonianza visibile dell'antico edificio medievale che risale al 1260. Nella chiesa è ubicata un'edicola quattrocentesca al cui interno si trova un affresco rappresentante il Redentore tra i Santi Tommaso, Girolamo e Francesco opera di scuola fiorentina della fine del Trecento. La facciata è aperta da un oculo e tra esso e la cuspide si trova murato lo stemma nobiliare degli Spinelli. Nel 1705 due altari vennero restaurati e la chiesa venne completamente ristrutturata in stile barocco anche se questo intervento comportò la distruzione dell'originaria abside sostituita dall'attuale terminazione.
- 23 Tabernacolo di Rimaggino (A Rimaggino). Fra i tabernacoli che hanno rivestito un'importanza strategica, per la particolare posizione nei pressi di ville, monasteri e chiese, quello di Rimaggino è fra i più importanti. È costituito, oltre che dal vano che contiene la pittura, da un'imponente tettoia aggettante su due colonne in pietra serena. L'eleganza di queste colonne fa pensare che la tettoia sia stata edificata in un secondo tempo, a protezione del tabernacolo già esistente. Questo, costituito da una nicchia con volticina ogivale, è gotico nella sua impostazione e racchiude la Madonna in trono con il Bambino, affiancata dai Santi Giovanni Battista e Francesco e tra due angeli reggicortina. L'affresco è databile alla fine del Trecento ed è attribuito a Niccolò di Pietro Gerini.
- 24 Tabernacolo del Podestà (Tra via Roma e via della Nave a Rovezzano). L'edicola si presenta con un prospetto aperto da una centina a tutto sesto in pietra scolpita e decorato sul frontone con la scena dell'Annunciazione. La pittura continuava sulle due fiancate esterne ma niente è rimasto della Crocifissione sul lato di via della Nave mentre è riapparsa con il restauro l'imponente figura di Sant'Antonio abate sul lato di via Roma. All'interno l'immagine della Madonna in trono col Figlio è in gran parte perduta, mentre sono ancora visibili i due angeli reggicortina, la colomba e nel medaglione il Cristo benedicente. I due santi effigiati lateralmente sono, a destra in sinopia San Nicola di Bari e a sinistra San Biagio. Attribuita al Maestro di Signa l'opera risale al sesto decennio del XV secolo.
Architetture civili
modifica- 25 Castel Ruggero, Via Castel Ruggero, 33, ☎ +39 055 64 99 423, margauxda92@gmail.com. L'edificio fortificato, dotato di torre, risale forse all'XI secolo, come presidio lungo la strada, di origine romana, che si addentrava nel Chianti. Fu convento femminile, e dal XVII secolo, villa privata al centro di ampi poderi. Dal 1921 appartiene alla famiglia D'Afflitto. Accanto al tradizionale giardino all'italiana sono stati creati in anni recenti, un giardino ispirato a quelli francesi di Villandry, un orto biologico, una serra-vivaio e alcune coltivazioni singolari, come una cospicua collezione di peonie, con varietà provenienti tanto dall'Europa che dall'Asia.
- 26 Villa I Cedri, Via della Villa I Cedri, 4. La villa venne edificata nel ‘500 su un preesistente nucleo trecentesco: era chiamata "Il Buco" ed era di proporzioni molto più ridotte delle attuali. Nel 1765 in seguito alla soppressione dei beni della chiesa fu acquistata da Giovanni di Antonio Corsi. In questo periodo i marchesi Corsi ingrandirono la villa conferendole l'aspetto attuale: fu costruita la facciata e il grande salone centrale ornato da finissimi stucchi e da due affreschi di Giuseppe del Moro. Nel 1834 fu comprata dal capitano scozzese Samuel Charters che in seguito la vendé alla signora Lennox, vedova Light. Fu in quel periodo che la villa assunse il nome di Villa I Cedri. Nacque il parco con gli stupendi cedri e i prati all'inglese, assumendo un aspetto non più toscano ma più vicino al gusto inglese. In questo periodo in Inghilterra era molto diffusa, seguendo la moda del Grand Tour, la consuetudine del viaggio inteso come fonte di educazione superiore, così la villa divenne luogo di incontro tra i nobili inglesi in visita a Firenze e la nobiltà fiorentina.
- 27 Villa medicea di Lappeggi (anche Appeggio o La Peggio), Via di Lappeggi, 42 (In località Lappeggi). Non aperta al pubblico. Prende il nome dal crinale del colle su cui sorge. Anticamente qui esisteva una dimora della famiglia Bardi, che dopo vari passaggi di proprietà, tra i quali i Bartolini Salimbeni e i Ricasoli, fu venduta da questi ultimi al principe Francesco de' Medici nel 1569. La posizione della tenuta era particolarmente gradevole: vicina alla città, ma circondata dalla campagna. Con l'arrivo dei Lorena a Firenze, le ville suburbane vennero trascurate e in parte alienate. Questa sorte toccò anche a Lappeggi, che nel 1816 fu venduta alla famiglia Capacci. Con la demolizione dell'ultimo piano e la trasformazione del giardino in podere si ebbero delle profonde trasformazioni che alterarono per sempre la grandeur della tenuta. Oggi del periodo del suo massimo splendore resta solo la scala che si apre davanti alla villa e la grotta sottostante con decorazione a conchiglie.
- 28 Villa medicea di Lilliano (Villa Malenchini), Via Lilliano e Meoli, 82 (Antella), ☎ +39 055 642 602, +39 344 1100736, fax: +39 055 646987, info@medicivilla.com. La storia della Villa Medicea di Lilliano inizia intorno all'XI secolo come torre di avvistamento. Nel 1646 fu acquistata dal granduca Ferdinando II per ingrandire la vicina tenuta di Lappeggi. Nel 1667 fu assegnata dal Granduca di Toscana Cosimo III al fratello Cardinale Francesco Maria de' Medici. In questo periodo la villa subì ristrutturazioni ed ampliamenti e le fu data la forma attuale, ornandola con fontane, vasche, vasi e piante di limoni. Fu rialzata la villa, abbassate e regolarizzate le torri, ingranditi gli spazi interni e abbellito il giardino, con gli stessi artisti che contemporaneamente lavoravano a Lappeggi. Abbandonata all'epoca dei Lorena, venendo incorporata nel patrimonio ecclesiastico nel 1816 e, dopo alcuni passaggi di proprietà, nel 1830 la Villa fu acquisita dalla famiglia Malenchini. All'interno alcune sale sono affrescate, come la suggestiva galleria centrale e una cappellina ha stucchi e decorazioni varie. Sul lato sud si trova un giardino con ninfeo. La fontana con cariatide fu realizzata dall'architetto Giovan Battista Foggini ed è gemella della più nota fontana del Giardino di Boboli a Firenze.
- 29 Castello di Montauto (Villa di Montacuto), Via di Montauto 124 (In località Montacuto), info@castellomontauto.it. Il castello, che sorge a 168 m.s.l. sulla sommità di un poggio conico che domina la via Chiantigiana, venne edificato nell'anno 980 per scopi difensivi dalla potente famiglia Gherardini e a cavallo tra i secoli XIII e XIV fu al centro di aspre contese tra le fazioni dei guelfi e ghibellini prima e poi tra quelli ancora più violenti tra guelfi bianchi e neri. Il toponimo deriva da una contrazione di "monte Acuto". Il nucleo più antico del castello è l'alto torrione duecentesco, ancora esistente al centro della proprietà, circondato da una specie di mastio rustico, con paramento in pietra a vista. La proprietà è circondata da un parco romantico di cipressi e lecci che la nascondono, con una cappellina esterna al primo cerchio di mura, dall'aspetto austero e semplice all'esterno e decorata all'interno da un affresco attribuito alla scuola di Giorgio Vasari. La lunetta è decorata da una terracotta con Santa Lucia, della scuola di Luca della Robbia.
- 30 Villa di Mondeggi, Via di Mondeggi (In località Mondeggi). La Villa di Mondeggi è immersa tra vigneti ed oliveti nelle colline a sud di Firenze ed è impreziosita da un parco di 160ha che si estende verso est, sud-est posto all'intersezione dei comuni di Bagno a Ripoli, Impruneta e Greve in Chianti. L sua edificazione sia databile nel XIV secolo. Si susseguirono molti possessori prima che nel 1964 la villa divenisse proprietà dell'amministrazione provinciale di Firenze. Il grande parco pertinente la villa è stato riqualificato nel 2011 per opera della Provincia di Firenze utilizzando fondi resi disponibili dalla Regione Toscana. Oltre al recupero della vegetazione sono stati individuati due percorsi tematici lungo i quali sono disposti dei punti informativi recanti nozioni sulla villa, sul parco e più in generale sul bosco e gli animali che lo popolano, e sono presenti aree di sosta attrezzate.
- 31 Villa Il Poggio, Via di Belforte, 19 (A Villamagna). La villa deve il suo nome al piccolo poggio, cioè alla piccola collinetta su cui sorge. Nelle fonti antiche è ricordata come una delle più fiorenti ville-"palagio" del contado di Villamagna, ed era originariamente posseduta dai Cavalcanti. A fine '600 risalgono i principali abbellimenti e ingrandimenti dell'edificio e della proprietà agricola circostante. La villa ha un aspetto cinquecentesco, con forme semplici ed eleganti, abbellite in facciata da un portico con loggia. Sul lato opposto, davanti al giardino, al culmine di una scalinata, corre una panca di via, interrotta dal portone centinato sul quale si vede lo stemma familiare dei Nasi. Il giardino all'italiana è circondato da alte mura, con un vivaio che raccoglie le acque delle vicine sorgenti.
- 32 Villa Il Riposo, Via delle Fonti (Sul colle di Fattucchia, tra le valli dell'Ema e del Grassina). La villa fu edificata nella seconda metà del Cinquecento, nel luogo dove già nel 1427 esisteva una "casa da signore", da Bernardo Vecchietti, forse ispirandosi ai parchi delle ville medicee come quella di Pratolino, distribuendovi manufatti dedicati al culto, alla caccia, o allo svago, tra i quali spicca la Fonte della Fata Morgana. Si ritiene che il Giambologna abbia contribuito alla progettazione del "Riposo" e della Fonte. L'aspetto attuale della villa non è sostanzialmente mutato rispetto ai tempi della sua costruzione. È evidente che alla morte di Bernardo, avvenuta nel 1590, l'edificio e la sua decorazione esterna restarono parzialmente incompiuti. L'elemento caratterizzante della struttura è l'ampio loggiato, che probabilmente nelle intenzioni originarie avrebbe dovuto circondare tutto l'edificio. Le arcate a tutto sesto, oggi parzialmente tamponate, poggiano su massicci pilastri a base quadrangolare in cui si aprono nicchie.
- 33 Villa La Massa, Via della Massa, 24 (In località Candeli), ☎ +39 055 626 11, fax: +39 055 633 102. L'edificio potrebbe risalire alla fine del XIII secolo. L'aspetto attuale della villa risale a fine '700, quando i Rinuccini la ingrandirono e le diedero le forme monumentali. Nel dopoguerra infine fu della famiglia Grillini, che restaurarono la villa e la trasformarono in struttura ricettiva a 5 stelle, alzandola di un piano e ricavando all'interno un salone. Il parco, restaurato, ha una fisionomia romantica all'inglese.
- 34 Villa La Tana, Via di Villamagna (In località Candeli). Nel Quattrocento esisteva già una casa turrita in questo sito, posseduta dai Buccelli di Montepulciano. La villa, molto più spartana che oggi, era a due piani e con un salone al centro. Nel 1631 fu ceduta al barone Leon Francesco Pasquale Ricasoli, che promosse vari lavori, culminati con la completa ristrutturazione della villa. La "casa da signore" divenne una vera e propria villa, ma mantenne il nomignolo di "tana", essendo "rintanata nei boschi" alle pendici di Villamagna. Nell'Ottocento venne aggiunta la cappellina a destra della facciata. La villa si trova su un terrazzamento naturale al quale si accede da una doppia scalinata curva, ornata da statue. La facciata ha una forma scenografica, con volute al culmine e un attico con orologio al centro. L'interno contiene un salone decorato da affreschi di Antonio Cioci, con scene di località marine incorniciate da stucchi. Sul retro si sviluppano i giardini, con un parterre di aiuole geometriche, delimitato a lato da una parete verde.
- 35 Villa di Tizzano, Via Castel Ruggero, 75. Almeno dal X secolo esisteva qui un borgo fortificato dotato di torre d'avvistamento e comprendente anche l'antica chiesa di Santo Stefano a Tizzano. Nel 1433 è ricordata come "casa da Signore". A metà del Cinquecento, quando fu ristrutturata nelle forme attuali, fu dei Medici che nel 1585 la donarono allo scultore Giambologna, per passare poi, alla sua morte, al suo allievo e seguace Pietro Tacca. La villa è oggi organizzata attorno a una piccola corte quadrata su cui si affaccia la torre. Gli ambienti principali si svolgono al piano nobile, dove è presente, tra l'altro, un grande salone dotato di camino rinascimentale. Nei sotterranei si trovano le cantine sorrette da poderose volte; affacciate sul lato occidentale, in maggior declivio, vi si nota su questa sponda l'originale scarpatura facente parte dell'antica fortificazione.
- 36 Villa La Torre (o villa Peruzzi), Via Ubaldino Peruzzi (In località Antella). L'antica torre fortificata appartenne alla famiglia Del Figna, per poi passare ai Passerini e, dal 1299, ai Peruzzi. Fu acquistata quindi da Robert Barrett Browning (1849-1912), figlio dei poeti inglesi Robert Browning ed Elizabeth Barrett Browning, che fece restaurare in stile la torre, alzandola e facendola coronare di merli. Nel 1917 fu poi acquistata dal commendator Pio Figna, che fece altre modifiche e restaurò l'oratorio seicentesco dedicato a San Filippo Neri, nella cui cripta erano state tumulate numerose personalità della famiglia Peruzzi. Oggi villa, oratorio e cripta sono divisi e adibiti a funzioni residenziali.
- 37 Villa L'Ugolino, Via Chiantigiana, 387 (In località Ugolino). Costruzione del XV secolo. Furono gli Ugolini nel XVII secolo a dare alla proprietà l'aspetto monumentale attuale. Numerosi sono gli stemmi della famiglia Ugolini, sulle facciate, nelle sale e nel cortile. All'interno il salone principale è decorato da affreschi seicenteschi del fiorentino Atanasio Bimbacci. La cappellina del 1744 è dedicata ai santi Francesco d'Assisi e Francesca Romana. La facciata sud è prospiciente a un giardino murato all'italiana, con siepi di bosso e di cipresso dalle forme geometriche che bordano aiuole fiorite punteggiate da orci con agrumi. Sul lato est invece si trova una grande esedra verde di cipressi, residuo di una sistemazione a parco romantico della vasta tenuta circostante.
Altro
modifica- Museo del Ciclismo "Gino Bartali". Dedicato al campione del ciclismo, è aperto al pubblico dal 2006.
Eventi e feste
modifica- Palio delle Contrade. Seconda domenica di settembre. Il Palio è stato istituito nel 1980 e vuole rievocare sia la cavalcata dei giovani in occasione della Pentecoste sia l'impegno della popolazione per la libertà del comune da Firenze prima nel Medioevo e più tardi nel Rinascimento. Questo periodo si rivive all'interno della festa attraverso la sfilata di centinaia di figuranti in costume d'epoca sapientemente realizzati dagli stessi abitanti.
In questa manifestazione le quattro contrade, (Alfiere, Cavallo, Mulino, Torre) in cui è diviso il comune si sfidano nel corso della giornata in vari giochi (tiro alla fune, corsa con l'uovo, corsa con i sacchi, corsa con i cerchi, corsa con i carretti) che culminano, la sera, con la sfilata d'epoca, in cui ci sono gli sbandieratori, e la 'Giostra della Stella', dove un cavaliere deve riuscire a infilare con la propria spada una stella tenuta tra le mani di una sagoma rappresentante un leone. I fuochi artificiali concludono la festa. Sia la Federazione Europea Giochi Storici che la Federazione Italiana Giochi Storici riconoscono il Palio delle Contrade di Bagno a Ripoli. - Antica Fiera dell'Antella. In un fine settimana e seguente primo lunedì di ottobre. Risale al 1851 la richiesta di alcuni commercianti della zona di istituire da parte del comune questa manifestazione; tuttavia solo nel 1872, per merito dell'avv. Ubaldino Peruzzi, si è tenuto il primo mercato limitato al solo bestiame. Fin dagli albori a tale manifestazione furono legate manifestazioni sportive, feste religiose e fuochi d'artificio. Negli ultimi anni alla festa è stata abbinata una mostra di buratto e ricamo a telaio.
- Rievocazione storica della Passione di Cristo. La Rievocazione storica della Passione di Cristo si tiene a Grassina il giorno del venerdì Santo. La manifestazione risale al 1600, quando era poco più di una fiaccolata. Occorre attendere il secolo successivo perché la manifestazione diventi una vera e propria Via Crucis. Nel 1881 la manifestazione ormai composta, oltre che da priori e signorotti, anche da soldati a cavallo, vide il debutto della Filarmonica locale. Gli anni trenta segnarono un ulteriore ampliamento della manifestazione, allargata a figuranti in costume e inserita nella Primavera fiorentina. La manifestazione, dopo la sosta dovuta alla Seconda guerra mondiale, riprese solo nel 1950, per poi essere sospesa dopo l'alluvione di Firenze del 1966 per la distruzione di gran parte del materiale di supporto. Riattivata nel 1983, oggi coinvolge circa 500 figuranti e 100 attori che, nei pressi della collina del Calvario, rievocano i vari momenti della Passione di Cristo attraverso dialoghi tratti dai Vangeli di Matteo, Luca e Giovanni. Alla manifestazione, aderente all'"Europassion", sono affiancate altre manifestazioni, come mostre, restauri e presentazioni di libri.
- Festa della befana (A Quarate). 5 gennaio.
- Sagra delle fragole (A Quarate). A maggio.
- Sagra della schiacciata con l'uva (A Quarate). A settembre.
- Sagra delle frittelle (A San Donato in Collina). Da gennaio ad aprile.
- Sagra delle frittelle (A Pieve di Ripoli). A marzo.
- Sagra del chiocciolone (A Capannuccia). Ad aprile-maggio.
- Festa del primio Maggio nel bosco (A Montepilli). 1 maggio.
Cosa fare
modifica- 1 Golf dell'Ugolino, Via Chiantigiana per Strada, 3 (In località l'Ugolino a Grassina), ☎ +39 055 230 1009, info@golfugolino.it.
- Centro Ippico "I Noccioli".
- Centro Ippico La Selva.
Acquisti
modificaCome divertirsi
modificaSpettacoli
modifica- 1 Nuovo Teatro Comunale, Via Montisoni, 10 (Ad Antella), ☎ +39 055 621894, fax: +39 055 621894, teatro@archetipoac.it.
- Teatro SMS, Piazza Umberto I, 14 (A Grassina). Fra le significative e importanti iniziative di questo vivace centro basterà ricordare il festival "Primavera Danza" che ogni anno riunisce numerose scuole di danza italiane e costituisce ormai un evento di respiro nazionale e internazionale.
- Teatro SMS Gustavo Modena La Fonte.
Locali notturni
modifica- Casa del popolo di Balatro.
- Casa del popolo di Grassina, Piazza Umberto I, 13, ☎ +39 055 642639, fax: +39 055 642639.
- Casa del popolo SMS di Bagno a Ripoli.
- Circolo Ricreativo Culturale Antella.
- Casa del popolo di Osteria Nuova.
- Casa del popolo SMS Gustavo Modena La Fonte.
Dove mangiare
modificaDove alloggiare
modificaSicurezza
modificaCome restare in contatto
modificaNei dintorni
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