Antrodoco | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Lazio | |
Territorio | Sabina | |
Altitudine | 525 m s.l.m. | |
Superficie | 63,9 km² | |
Abitanti | 2.588 (2015) | |
Nome abitanti | Antrodocani | |
Prefisso tel | +39 0746 | |
CAP | 02013 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | Sant'Anna (26 luglio) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Antrodoco è una città del Lazio.
Da sapere
modificaFino al 1927 faceva parte della provincia dell'Aquila, in Abruzzo e dal 1233 al 1861, per più di 600 anni, è stato parte integrante del Giustizierato d'Abruzzo e della provincia Abruzzo Ulteriore II, nel distretto di Cittaducale, con capoluogo L'Aquila.
Si proclama Centro d'Italia in competizione con Rieti (Umbilicus Italiae).
Cenni geografici
modificaAntrodoco è circondato da tre gruppi montuosi. A nord-est si erge il Monte Giano (1820 m). Da diversi chilometri di distanza si può notare sul monte la scritta "DVX" composta da alberi di pino. La pineta, di circa otto ettari e di 20.000 pini, fu realizzata dalla Scuola Allievi Guardie Forestali di Cittaducale nel 1939, con il contributo in braccia di numerosi giovani del posto, come omaggio a Benito Mussolini. La scritta, visibile nelle giornate di poca foschia anche da Roma, è patrimonio artistico e monumento naturale unico in Italia e nel mondo ed è stata recentemente restaurata con i fondi regionali nell'estate del 2004.
A sud troviamo il Monte Nuria (1888 m). A nord la Valle del Velino (o Falacrina) è sovrastata dal Monte Elefante (2089 m), facente parte del massiccio del Monte Terminillo (il Mons Tetricus degli antichi Romani). Ad ovest invece la valle si allarga formando, superato Borgo Velino, la Piana di San Vittorino.
L'abitato è attraversato dal fiume Velino e dista 24 km da Rieti, 34 dall'Aquila, 31 da Leonessa.
Quando andare
modificaIl clima è tipicamente continentale con inverni freddi ed estati fresche e piovosità massima in autunno.
Cenni storici
modificaPare che il nome derivi dall'osco Interocrium, dalla radice antica ocre, ovvero "tra le montagne"; è ricordato col nome di Vicus Interocrea dal geografo classico Strabone, come Introthoco nelle fonti dell'alto medioevo e come Introducum al tempo di Madama Margherita d'Austria, coniuge del duca Ottavio Farnese, sposato a Cittaducale.
In epoca romana nel 27 a.C. Interocrium è stata una mansio, una stazione di posta sulla via Salaria. Fu un centro che vide tra i suoi ospiti l'imperatore Vespasiano e i suoi figli Tito e Domiziano. Fonti latine menzionano anche le proprietà terapeutiche delle sue acque solfuree, rinomate anche nel Settecento, nell'Ottocento e fino agli anni '80 del Novecento in tutta la zona, ora abbandonate.
In età medievale fu costruita una cittadella nella parte alta dell'abitato, la "Rocca" (oggi chiamata dagli antrodocani "Rocchetta"), un avamposto inespugnabile e strategicamente importante lungo la Via degli Abruzzi e della transumanza. In seguito alla conquista normanna, Antrodoco venne a far parte del Regno di Sicilia e da Ruggero II fu concesso come feudo in capite a Raimondo da Lavareta. Ai Lavareta fu tolto nel 1226, a seguito di un assedio al castello ordinato dall'imperatore Federico II ed affidato a Rainaldo di Urslingen, duca di Spoleto, e a suo fratello Bertoldo. Ma i due fratelli si ribellarono all'impero e tennero per loro il castello, che fu riconquistato dalle truppe imperiali nel 1233; nel 1382 fu comprato da Giovanna II di Napoli per 11.000 Fiorini. Antrodoco fu parte dell'Abruzzo Ultra, provincia del Regno di Napoli. Divenne feudo del Capitano delle truppe pontificie Giovan Battista Savelli, sotto il Pontificato di Paolo III nel 1529, per poi passare, nel 1614, al Marchese Giovanni Bandini, nobile fiorentino e poi al Marchese Niccolò Giugni fino al 1750. Nel gennaio del 1703 Antrodoco come tutto l'aquilano fu colpita da un grave terremoto che fece globalmente oltre 3000 vittime.
Nell'Ottocento le gole di Antrodoco sono state il centro di quella che è considerata la prima battaglia risorgimentale: fra il 7 e il 9 marzo 1821 qui si scontrarono le truppe napoletane capitanate da Guglielmo Pepe e l'esercito austriaco, guidato dal generale Frimont. Pepe ebbe la peggio e Frimont venne ricompensato dal suo re, Ferdinando I, con il titolo di Principe di Antrodoco.
Nel 1860 Antrodoco, già parte del Regno delle Due Sicilie, diventa parte del Regno d'Italia. In questo periodo si manifestò fortemente anche in questo territorio, così come in quasi tutti i territori del Regno delle Due Sicilie, la resistenza popolare all'invasore sabaudo-piemontese: la cosiddetta Banda di Antrodoco, guidata da Domenico Natalucci, Pasquale Di Silvestro, Bernardo Di Biaggio, Angelo Di Biaggio, Giovanni Cenfi, Giuseppe Gregari, Carmine Bianchini, Giovanni Grassi e Giovanni De Angelis. Fra il 4 e il 5 settembre 1862, la popolazione fu duramente colpita da un'alluvione (l'alluvione di Sant'Anna), che fece trentanove vittime: il fiume Velino, esondando, rase al suolo la chiesa di Sant'Anna, di cui non si hanno più testimonianze, e il borgo circostante.
Nel 1927 Antrodoco, dopo essere stata per circa seicento anni parte dell'Abruzzo, viene assegnata a Rieti e annessa al Lazio.
Come orientarsi
modificaQuartieri
modificaIl suo territorio comunale comprende anche i paesi di Rocca di Corno e Rocca di Fondi.
Come arrivare
modificaIn aereo
modificaIn auto
modifica- da nord uscire in direzione Fiano Romano, seguire la direzione Roma, prendere la SS 4, uscire in direzione Terni, attraversare Borgo Santa Maria e proseguire fino al bivio per Antrodoco.
- da sud uscire al casello di Cassino, ad Avezzano seguire la direzione Roma, continuare sull'autostrada A 24 in direzione Rieti, uscire in direzione L'Aquila Ovest, attraversare L'Aquila e proseguire per Antrodoco.
- Da Roma dal Raccordo Anulare prendere l'autostrada A1 per Firenze, uscire a Fiano Romano, proseguire sulla SS 4 Salaria in direzione Rieti, percorrerla fino al bivio per Antrodoco.
In alternativa prendere la Statale 4 Salaria direttamente a Roma e proseguire per 100 km fino ad Antrodoco.
- Da Rieti prendere la Statale Salaria SS 4 e percorrerla per 20 km fino ad Antrodoco.
- Da Terni prendere la Strada Statale 79 per 34 km fino a Rieti, proseguire sulla SS 4 Salaria per 20 km fino al bivio per Antrodoco.
- Da Ascoli Piceno prendere la Statale Salaria SS 4 in direzione Roma e percorrerla per 81 km fino ad Antrodoco.
In treno
modificaIn autobus
modifica- Autolinee Cotral [http://www.cotralspa.it/*%5Blink+non+funzionante%5D
Come spostarsi
modificaCosa vedere
modifica- Chiesa di Santa Maria Extra Moenia e battistero. È appena fuori del centro storico ed è il monumento artisticamente più rilevante di Antrodoco. Costruita nell'XI secolo su di un precedente tempio dedicato alla dea romana Diana, fu originariamente dedicata a san Severo, primo parroco della città; venne poi intitolata alla Vergine nel 1051 dal vescovo Gerardo.
L'edificio fu ripetutamente restaurato nei secoli a seguito di diversi rovinosi terremoti. La facciata, a capanna con spioventi irregolari, venne "barbaramente rinnovata" (sono parole dell'umanista Vincenzo Bindi) nell'Ottocento. Il portale duecentesco, di origine sconosciuta, venne inserito durante il restauro degli anni cinquanta, mentre il portale originale attualmente orna la chiesa di Santa Maria Assunta nel centro storico della città. La torre campanaria presenta dal basso verso l'alto monofore (murate), bifore e trifore con capitelli a gruccia, finestroni rettangolari. L'abside semicircolare presenta all'esterno una cornice di archetti ed è percorsa da lesene longitudinali.
L'interno della chiesa è diviso in tre navate: quella di destra è di due arcate più una terza arcatella su pilastri, quella di sinistra di quattro arcate disuguali su colonne. Come spesso succedeva all'epoca, per la costruzione della chiesa sono stati usati elementi di spoglio di provenienza romana. Vi troviamo numerosi affreschi, per la maggior parte avanzi piuttosto malconci. Nel tamburo e nella conca dell'abside troviamo immagini bizantineggianti databili fra la fine del XII secolo e l'inizio del secolo successivo. Lungo le pareti laterali vediamo affreschi raffiguranti la Crocifissione (seconda metà del XIV secolo), Santa Caterina da Siena (metà XV secolo), San Giovanni Battista (metà XV secolo) e altri santi. Notevole l'affresco dello sposalizio di Santa Caterina d'Alessandria, conservato meglio degli altri, della prima metà del XIV secolo.
Battistero
Vicino alla chiesa di Santa Maria Extra Moenia vi è un battistero a pianta esagonale, costruito presumibilmente intorno al terzo decennio del XV secolo. All'interno troviamo un notevole patrimonio pittorico, costituito da cicli dipinti nel corso del Quattrocento: la strage degli innocenti e la fuga in Egitto (del 1464), il giudizio universale (con l'arcaica figura di un diavolo dai molti tentacoli), storie della vita di San Giovanni Battista (del terzo decennio del XV secolo), la pietà di San Giovanni, la crocifissione, la salita al calvario e altre figure di santi. - 1 Collegiata di Santa Maria Assunta. La chiesa era in origine intitolata alla Madonna del Popolo: il cambio di nome è avvenuto negli anni cinquanta, dopo la proclamazione del dogma dell'Assunzione.
Distrutta dal terremoto del 1703, era originariamente in stile romanico. La forma della navata centrale è a barca rovesciata; lungo le due pareti laterali si aprono simmetricamente cinque cappelle. In una di queste troviamo un pregiato altare ligneo. Sotto l'altare principale si conserva il corpo imbalsamato di San Benedetto (probabilmente un soldato francese).
Dopo il sisma del 1997, che ha colpito l'Umbria e parte del Lazio, la chiesa è stata restaurata in diverse parti, anche se i lavori per il consolidamento non sono a tutt'oggi terminati; la facciata è stata completamente rinnovata nel corso del 2008.
Per la sua acustica particolarmente favorevole la collegiata è spesso sede di concerti di musica sacra. Nel 2009 è stato inaugurato il nuovo organo Ahlborn-Ferraresi, a tecnica mista, con quattro registri reali e circa cinquanta virtuali. - Chiesa di Santa Chiara. Riaperta al culto il 17 marzo 2012 dopo una più che quarantennale chiusura per restauri, ha un'unica navata ed altare in muratura di tipo preconciliare, oltre a quattro altari laterali. La parte sopra la porta d'accesso è sormontata da una grande cantoria in muratura alla quale si accede grazie ad una scala accessibile dal corridoio laterale destro.
La chiesa, successivamente alla Santa di Assisi, venne intitolata a San Francesco, San Giovanni Battista e Sant'Antonio Abate. La volta affrescata raffigura un cielo stellato. Incastonati nella volta gli affreschi raffiguranti Santa Cecilia, lo stemma del Cardinal Federico Tedeschini e l'Agnello. - Madonna delle Grotte. Nell'ottobre 1601 un'immagine dipinta della Vergine Maria fu ritrovata in una grotta di Vignola, località nei pressi della frazione di Rocca di Corno, da una pastorella di nove anni, Bernardina Boccacci. L'anno successivo al ritrovamento dell'immagine sacra presso la grotta fu costruito un altare e negli anni seguenti un santuario. Da più di quattrocento anni la Madonna delle Grotte è venerata dagli abitanti della Valle. Ogni inizio maggio la statua raffigurante la Vergine è portata in processione dai fedeli dal Santuario fino alla Collegiata di Antrodoco, dove rimane per tutto il periodo dei festeggiamenti, che durano circa un mese; il lunedì successivo la Pentecoste, l'immagine sacra viene riportata dai pellegrini al Santuario di Vignola: le strade del quartiere antrodocano di San Terenziano sono infiorate per l'occasione dagli abitanti.
- Resti archeologici della Via Cecilia. Di recente sono stati scoperti resti dell'antica Via Cecilia, diramazione della Via Salaria, che portava ad Amiternum e ad Atri in Abruzzo; sono ora oggetto di discreto interesse da parte degli studiosi.
La traccia, fruita anche da appassionati di trekking, è certamente sovrapponibile all'analogo e più antico tracciato sabino che collegava le importanti città di Cures, Reate e la stessa Amiternum. Sono in atto ulteriori approfondimenti. - 2 Museo storico alpino, Via Ponte, 1, ☎ +39 0746 578723.
Eventi e feste
modifica- Concerto di Capodanno. 1º gennaio. della Schola Cantorum Antrodoco
- Festa di Sant'Antonio Abate. la domenica seguente al 17 gennaio.
- Carnevale storico "Li dodici mesi". la domenica precedente il martedì grasso.
- Carnevale morto. martedì grasso.
- Festa della Madonna delle Grotte. a maggio.
- Rassegna Cori Polifonici. a maggio.
- Festa di San Giovanni. dal 22 al 24 giugno.
- Festa patronale di Sant'Anna. dal 17 al 26 luglio.
- Fiera del Formaggio Pecorino. 26 luglio. contestualmente alla Fiera di Sant'Anna
- Sagra delle Lumache (nella frazione Rocca di Corno). ad agosto.
- Sagra degli Stracci. ad agosto. piatto tipico
- Interocrea Festival. a luglio e agosto. kermesse di musica classica e operistica
- Sagra della Scoppozza. 14 agosto. cocomero e vino accompagnati da canti popolari
- Festa d'Autunno. a ottobre. dedicata al marrone antrodocano IGP
- Concerto di Santa Cecilia. a fine novembre. Orchestra di Fiati ACMA
Cosa fare
modificaAcquisti
modificaCome divertirsi
modificaDove mangiare
modificaPrezzi medi
modifica- 1 L'Osteria di Ianus, Via Amiterno, 70, ☎ +39 328 2733415.
- 2 La Bottega dei Sapori pizzeria, Piazza Guglielmo Marconi, 18, ☎ +39 334 7674117.
Dove alloggiare
modificaPrezzi medi
modifica- 1 Bed and Breakfast “Palazzo Pallini”, Piazza del Popolo 12, ☎ +39 333 2721930, +39 335 6527867, fax: +39 0746 578428.
- Bed and Breakfast "La casetta", via Del Castello n.30, ☎ +39 3487941386, +39 0746 586166.
Sicurezza
modificaCome restare in contatto
modificaPoste
modifica- 2 Poste italiane, via Vespasiano, ☎ +39 0746 580920.
Nei dintorni
modifica- Rieti — Ritenuta dagli autori dell'età classica il centro geografico d'Italia (Umbilicus Italiae) fu fondata all'inizio dell'età del ferro e divenne un'importante città dei Sabini; ancora oggi il suo territorio viene identificato come "Sabina".
- L'Aquila — Sta lentamente ma tenacemente rinascendo dopo il terremoto del 2009. Santa Maria di Collemaggio, San Bernardino, il Forte spagnolo, la Fontana delle 99 cannelle sono i suoi maggiori monumenti.
Itinerari
modifica- Santuari francescani nella Piana reatina — Un percorso di natura, fede ed arte nella Sabina attraversata da San Francesco, per visitare i quattro Santuari della Valle Santa: Greccio, Poggio Bustone, La Foresta, Fonte Colombo.
Altri progetti
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