Piacenza | ||
Stemma e Bandiera | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Emilia-Romagna | |
Territorio | Piacentino | |
Altitudine | 61 m s.l.m. | |
Superficie | 128.46 km² | |
Abitanti | 102.225 (2013) | |
Nome abitanti | Piacentini | |
Prefisso tel | +39 0523 | |
CAP | 29121 - 29123 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | Sant'Antonino di Piacenza, Santa Giustina di Antiochia | |
Posizione
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Sito del turismo | ||
Sito istituzionale |
Piacenza è una città dell'Emilia-Romagna, capoluogo dell'omonima provincia.
Da sapere
modificaSulla sponda destra del Po, è la città più occidentale dell'Emilia e la più lombarda, in quanto subisce una forte attrazione da parte di Milano a cui guarda molto più che a Bologna.
Cenni geografici
modificaIl Po e il Lodigiano sono i suoi confini settentrionali; tutt'intorno si stende la fertile pianura padana che dalla città prende il nome di Piacentino e Bassa piacentina nella fascia rivierasca del fiume città compresa.
È posta sulla riva destra del Po, tra le foci del fiume Trebbia a ovest e del torrente Nure ad est. A una quindicina di chilometri in direzione sud compaiono i declivi dei colli piacentini, prime propaggini dell'Appennino ligure. La posizione geografica, al crocevia fra Lombardia, Liguria ed Emilia, ne ha da sempre determinato le sorti strategico-militari e ne ha fatto un importante nodo autostradale e ferroviario.
Quando andare
modificaPiacenza è la città dell'Emilia-Romagna con il clima più continentale, di conseguenza gli inverni sono leggermente più rigidi rispetto alle altre città della regione e le precipitazioni risultano maggiori.
Cenni storici
modificaColonia romana di fondazione coeva a Cremona fu importante centro latino per la colonizzazione della pianura padana conquistata dalle legioni romane. Da Piacenza transitava l'antica via Postumia, che collegava Genova ad Aquileia. Potente Comune, ebbe una vasta zona di influenza; lottò con Cremona per il predominio sul Po; fu ambita e dominata da Visconti e Sforza; entrò infine in potere della Chiesa fino alla costituzione del Ducato di Parma e Piacenza, che scrisse la sua storia fino all'Unità.
Come orientarsi
modificaLe zone principali della città che meritano una visita sono:
1 Piazza dei Cavalli — (Piassa Caväi) è la piazza duecentesca su cui sorgono il palazzo Gotico, il palazzo del Governatore e la chiesa di San Francesco e da cui parte via XX Settembre. Prende il nome dalle due statue equestri raffiguranti Ranuccio e Alessandro Farnese, realizzate da Francesco Mochi da Montevarchi tra il 1612 e il 1628.
2 Piazza Duomo
3 Corso Vittorio Emanuele
4 Via XX Settembre — (la Strä Dritta), nota per i suoi balconi in ferro battuto, collega piazza Duomo e piazza Cavalli in quanto era uso nel medioevo collegare con una strada dritta il simbolo del potere politico con quello religioso. Fu rinominata via XX Settembre per forgiare la memoria popolare sul ricordo della conquista di Roma da parte del Regno d'Italia nel 1870. È la via cittadina dedicata allo shopping per eccellenza, insieme al corso Vittorio Emanuele (San Raimond o, più recentemente, al Curs). In alcuni periodi storici era chiamata anche la Strä di Urévas (la Strada degli Orefici) perché vi si trovavano diverse botteghe di oreficeria.
5 Viale pubblico passeggio — chiamato Facsal (o Faxhall): è un viale alberato lungo poco meno di 2 km posto su una parte della cinta muraria rinascimentale. Ombreggiato da platani secolari e in posizione predominante rispetto ai luoghi circostanti, è luogo di passeggiate o riposo sulle numerose panchine di cui è disseminato. Parte dal centro storico (corso Vittorio Emanuele II) e arriva fino al piazzale della Libertà, non lontano dalla stazione ferroviaria. Il nome Facsal è una storpiatura di quello dei Vauxhall Gardens di Londra, giardini la cui popolarità agli inizi del XIX secolo crebbe fino a rendere il proprio nome un termine generico per indicare giardini alberati posti in altre città.
6 Via Taverna — (Strä Alvä o la Strä Lvä), con la vicina via Campagna era una delle zone più popolari del centro storico, abitata da gente di estrazione umile. Tradizionalmente la zona veniva considerata residenza di chi è piacentino da innumerevoli generazioni e nell'immaginario era luogo delle specificità piacentine per antonomasia. Il nome strada Levata derivava dal fatto che la via fosse in posizione più alta rispetto ad altre vie limitrofe come via Campagna.
7 Piazzale Roma — anche detto la Lupa è la vecchia porta nelle mura che volgeva in direzione di Roma. Il suo soprannome deriva dalla colonna monumentale posta al centro della piazza sull'apice della quale è scolpita la lupa, simbolo di Roma, con gli infanti Romolo e Remo, opera commissionata nel 1938 per commemorare la proclamazione di Vittorio Emanuele III ad imperatore di Etiopia. È situata alla conclusione a sud di via Roma e via Scalabrini e segna l'inizio della via Emilia.
8 Piazza Borgo — piazza sorta in epoca medievale a ovest dei limiti della vecchia città romana. Si formò intorno nell'XI secolo a seguito del fenomeno dell'inurbamento con il quale arrivarono delle masse contadine dalla campagna sperando di trovare fortuna in città. Non trovando nel perimetro delle vecchie mura romane, essi costruirono le loro case al di fuori del territorio urbano, case che presero il nome di sobborgo, da cui derivò, poi, il nome della piazza. Da questa piazza si diramano via del Castello, via Campagna e via Taverna, tre delle strade considerate storiche dai piacentini.
Quartieri
modificaSono centri abitati del territorio comunale di Piacenza i paesi di Borghetto, Gerbido, I Vaccari, La Verza, Le Mose, Montale, Mortizza, Mucinasso, Pittolo, Roncaglia, San Bonico, Vallera.
Come arrivare
modificaIn aereo
modificaMilano Linate è l'aeroporto più vicino.
- Aeroporto di Parma a 67 km
- Aeroporto di Bologna
- Aeroporto di Brescia-Montichiari
- Aeroporto di Bergamo-Orio al Serio a 113 km
- Aeroporto di Milano-Linate a 66 km
- Aeroporto di Milano-Malpensa a 120 km
In auto
modificaIn treno
modificaCome spostarsi
modificaIl centro storico può essere visitato a piedi.
Con mezzi pubblici
modificaÈ possibile muoversi in città con gli autobus urbani gestiti da Seta, il cui terminal e biglietteria sono situati in piazza Cittadella (tel. +39 840 000 216).
In auto
modificaLe auto possono essere lasciate in diversi parcheggi[link non funzionante] gratuiti, a pagamento e custoditi posti all'ingresso della città, alle porte del centro storico e in centro storico.
Parcheggi gratuiti
modifica- 2 Parcheggio Viale Sant'Ambrogio, Viale Sant'Ambrogio (accanto alla stazione). 750 posti ma spesso pieno.
- 3 Parcheggio Stazione (accanto alla stazione). 300 posti
- 4 Parcheggio Piazzale Milano/via Maculani, Piazzale Milano/via Maculani. 150 posti
- 5 Parcheggio via Del Guazzo, via Del Guazzo. 100 posti
- 6 Parcheggio Via Anguissola, Via Anguissola. 300 posti
- 7 Posteggio ospedale, Via XXI Aprile. 240 posti
- 8 Posteggio Viale Malta, Viale Malta. 450 posti
In bicicletta
modificaCi si può spostare con le due ruote grazie al servizio regionale di bike sharing "Mi muovo in bici" o per mezzo del servizio di noleggio biciclette[link non funzionante] attivo alla stazione ferroviaria in piazzale Guglielmo Marconi.
Cosa vedere
modificaChiese
modifica- 1 Duomo (Cattedrale di Santa Maria Assunta e Santa Giustina), ☎ +39 331 4606435 (informazioni museo), +39 0523 335154 (parrocchia), cattedralepiacenza@gmail.com. Costruita in due fasi, tra il 1122 e il 1150 e il 1202 e il 1235 (o tra il 1207 e il 1250 secondo altre fonti) in stile romanico con aggiunta di elementi gotici nella seconda fase. Il progetto dell'edificio sarebbe opera di Niccolò, con cui avrebbe collaborato anche Wiligelmo. L'interno presenta la cupola affrescata nel seicento dal Morazzone e dal Guercino. Presbiterio e coro furono affrescati ad opera di Camillo Procaccini e Ludovico Carracci verso la fine del cinquecento: buona parte delle loro opere sono state spostate dalle loro collocazioni originarie nel corso di restauri ottocenteschi. Sotto la cella campanaria quadrifora è sospesa una gabbia in ferro voluta da Ludovico il Moro nel 1495, una sorta di deterrente per i malfattori dell'epoca.
- 2 Basilica di Sant'Antonino, Chiostri di Sant'Antonino, 6. Costruita tra il 350 e il 375 in stile romanico, fu più volte rimaneggiata, l'ultima delle quali, tra il 1915 e il 1930 ad opera dell'architetto Giulio Ulisse Arata. Presenta un campanile ottagonale, un chiostro risalente al 1483 nel lato sud e un ingresso, detto Portico del Paradiso, realizzato nel 1350 per opera di Pietro Vago. Conserva al suo interno le reliquie di Antonino di Piacenza, martire cristiano ucciso presso Travo.
- 3 Basilica di San Savino, Via G. Alberoni, 35. Realizzata per opera del vescovo Sigifredo e consacrata nel 1107, è situata nel luogo dove san Savino, secondo vescovo di Piacenza, aveva fondato una basilica nel IV secolo d.C. Durante il Settecento l'edificio fu radicalmente rimaneggiato alterando l'originale stile romanico con l'aggiunta di stucchi e altri ornamenti all'interno e la ricostruzione in stile neoclassico della facciata, avvenuta nel 1721.
- 4 Basilica di San Francesco, via Sopramuro 46. È realizzata in stile gotico lombardo tra il 1278 e il 1373. Sulla facciata sono visibili due contrafforti, un rosone, una cuspide e alcune guglie, mentre archi rampanti sono presenti sui lati; su quello destro è ancora esistente parte dei chiostri di cui rimane un porticato. Al suo interno, ornato di affreschi del XV e XVI secolo, venne proclamata l'annessione della città al Regno di Sardegna nel 1848. Il portale mediano della basilica reca al sommo una lunetta con il rilievo di San Francesco stigmatizzato, e all'interno, sulla parete destra del deambulatorio, v'è un bassorilievo con Rettore in cattedra e frati, eseguiti nella bottega di Giovanni Antonio Amadeo intorno al 1490. Nella basilica è sepolto il patriota Giuseppe Manfredi, presidente del Senato del Regno d'Italia, morto nel 1918.
- 5 Basilica di San Giovanni in Canale, via Croce 26. Fondata nel 1220 dai domenicani, venne ampliata con la realizzazione di tre campate alla metà del XVI secolo; nella stessa epoca venne anche ampliato il coro. Tra i vari monumenti sepolcrali presenti, vi è una tomba dipinta, unica a Piacenza, e il grande sarcofago della famiglia Scotti. Il sepolcro di Guglielmo da Saliceto, del 1501, posto nel chiostro denota i caratteri dello stile dell'Amadeo.
- 6 Chiesa di Santa Maria di Campagna (Santuario della Madonna di Campagna), piazzale delle Crociate. Edificio in stile rinascimentale costruito tra il 1522 e il 1528 su progetto di Alessio Tramello in sostituzione di un preesistente santuario, si trova in piazzale delle Crociate, così chiamato perché qui, durante il concilio di Piacenza del marzo 1095, papa Urbano II annunciò la prima crociata, bandita ufficialmente nel successivo concilio di Clermont. Inizialmente a croce greca, venne, in seguito trasformata a croce latina rovesciata tramite l'allungamento del presbiterio, il quale venne completato in 6 anni. La cupola e due cappelle sono decorate con affreschi opera di Giovanni Antonio Sacchi detto il Pordenone. All'interno sono presenti opere di Galeazzo, Antonio, Giulio e Bernardino Campi, di Camillo Procaccini, del Guercino e del Malosso. Contiene, inoltre, due organi a canne fabbricati dai Serassi di Bergamo. Quello più grande, collocato in cornu Epistolae, venne costruito tra nel 1825 e nel 1838 su progetto dell'organista e compositore organistico padre Davide da Bergamo. Invece, l'organo più piccolo, collocato nella navata sul pavimento, è stato costruito nel 1836, in origine strumento di "casa" dei Serassi ed è stato collocato nella basilica nel 1991 proveniente dal teatro Municipale.
- 7 Chiesa di San Sisto, Via San Sisto 9b. Basilica rinascimentale che vanta un prezioso coro ligneo del 1514. Edificata nel XIV secolo dove antecedentemente si trovava un tempio costruito nell'874 per volere dell'imperatrice Angilberga, moglie di Ludovico II il Giovane ed è la prima opera religiosa dell'architetto Alessio Tramello nella sua maturità. Ospita la copia del capolavoro di Raffaello Sanzio, la Madonna Sistina: l'originale, eseguito per la chiesa piacentina, venne venduto dai benedettini nel 1754 ad Augusto III, re di Polonia ed elettore di Sassonia. In seguito all'unità d'Italia, il complesso è stato separato in due con la chiesa che ha continuato a svolgere la sua funzione religiosa e il monastero che è stato occupato dal 2º Reggimento genio pontieri.
- 8 Chiesa di San Sepolcro, Cantone S. Nazzaro, 14. Realizzata da Alessio Tramello tra il XV e il XVI secolo. La facciata presenta contrafforti e un portale di stile barocco. Al suo interno il pittore Antonio Beduschi realizzò un Martirio di Santo Stefano e una Pietà. Il nome forse deriva da un pellegrino piacentino che, tornato dalla visita del Santo Sepolcro a Gerusalemme, nel 938 fece edificare un luogo di culto che poi andò distrutto. In epoca napoleonica fu riadattata come ospedale militare e solo nel 1903 fu nuovamente riconsacrata alla preghiera.
- 9 Basilica di Sant'Agostino, Stradone Farnese. Risalente al XVI secolo, presenta una facciata in granito in stile neoclassico, realizzata da Camillo Morigia. È l'unica chiesa della città che presenta una pianta a cinque navate. Frammenti di affreschi del Malosso sono visibili sulle pareti del transetto. Sconsacrata dopo l'epoca napoleonica, è diventata sede di una galleria dedicata all'arte contemporanea.
- 10 Chiesa di San Vincenzo.
- 11 Chiesa delle Benedettine, Via Benedettine. Edificata tra il 1677 e il 1681 da Domenico Valmagini per volontà di Ranuccio II Farnese. Originariamente parte di un complesso con monastero, chiuso nel 1810, è diventata successivamente di proprietà del demanio.
- Chiesa di San Lorenzo. Risalente al XIV secolo. Al suo interno si potevano ammirare gli affreschi del Ciclo di Santa Caterina, opera di un maestro lombardo della cerchia di Giovannino de’ Grassi, e spostati nel Museo Civico sito in palazzo Farnese nel novecento dopo che la chiesa era stata sconsacrata e adibita a magazzino e rifugio e teatro.
- 12 Chiesa di San Dalmazio, Via Bernardino Mandelli, 23. Dedicata a San Dalmazzo di Pedona, la chiesa con annesso monastero formava un complesso religioso già documentato nel 1040, sorto su una chiesa preesistente i cui resti nella cripta possono essere fatti risalire secondo gli storici al VII secolo, come dipendenza dell'abbazia di Val Tolla sorta anch'essa nel VII secolo ad opera del vescovo di Piacenza Catarasino, già monaco francese benedettino, e gestita dai monaci dell'abbazia di San Colombano di Bobbio, sotto la cui influenza ed egemonia ricadeva allora la val Tolla. La chiesa di San Dalmazio, nata come priorato dell'abbazia, divenne in seguito parrocchia. Soppressa nell'Ottocento dal vescovo Giovanni Battista Scalabrini, fu eretta ad "oratorio ducale" da Maria Luigia d'Austria il 24 ottobre 1826, titolo che Carlo III di Borbone, il 3 febbraio 1850, sostituì in quello di "oratorio reale". Ad occuparsi della conservazione della Chiesa di S. Dalmazio e degli edifici annessi di sua proprietà a seguito di donazione da parte di Maria Luigia d'Austria, è la Confraternita dello Spirito Santo.
- 13 Chiesa di San Donnino, Largo Cesare Battisti. Risalente al XII secolo e poi ricostruita nel 1236 in stile romanico, presenta una facciata rifatta nel 1889 da Camillo Guidotti.
- 14 Chiesa di Sant'Anna, Via Scalabrini, 83. Costruita una prima volta nel XII secolo e poi ricostruita nel 1334, conserva al suo interno una statua lignea di San Rocco, opera di Giovanni Angelo Del Maino del 1534.
- 15 Basilica di Sant'Eufemia, Via Sant'Eufemia, 27, ☎ +39 0523320304. Anch'essa in stile romanico. In questa chiesa sono state sepolte le spoglie del vescovo Aldo Gabrielli da Gubbio, che consacrò l'edificio. Al suo interno conserva una figura femminile, scultura lignea del 1516 circa, opera di Giovanni Angelo Del Maino.
- 16 Chiesa di Santa Brigida d'Irlanda, Via Del Castello, 2. Dedicata alla patrona d'Irlanda Santa Brigida, venne fondata fra l'826 e l'850 come monastero benedettino di Santa Brigida dall'irlandese San Donato vescovo di Fiesole per ospitare i pellegrini irlandesi. La chiesa, assieme all'annesso xenodochio, ospedale e ospizio dei pellegrini, dedicato alla Santa Risurrezione, con vari possedimenti e beni venne donata il 20 agosto dell'850 all'abbazia di San Colombano di Bobbio. La donazione fu confermata nell'862 in un inventario dei beni bobbiesi in Piacenza, arricchito di altre proprietà feudali e mezzi tra cui le spettanze di olio e ferro da parte della corte di Soriasco di Santa Maria della Versa, da parte dell'imperatore Ludovico II.
- 17 Chiesa di San Pietro, Via Giosuè Carducci. Riedificata dai gesuiti nel 1587 sopra un preesistente edificio anteriore al Mille. Accanto alla chiesa sorge il palazzo del collegio dei Gesuiti, completato nel 1593 e diventato sede della biblioteca Passerini Landi.
- 18 Chiesa di San Paolo, Via Francesco Torta, 6. Edificio in stile barocco risalente al seicento su un preesistente luogo di culto trecentesco, a sua volta succeduto a una chiesa antecedente al Mille. La chiesa ha una facciata molto semplice con interno a unica navata con sei cappelle laterali. Le opere conservate all'interno di San Paolo sono San Biagio guarisce un fanciullo e San Biagio accolto in paradiso dal Redentore di Giovanni Evangelista Draghi. Di Robert de Longe sono Martirio di San Biagio. Di un pittore trecentesco anonimo è la Madonna con Bambino in trono. Di Pietro e Bartolomeo Baderna sono gli Episodi della sacra scrittura e l'affresco con la Caduta di San Paolo sulla via di Damasco. Gli affreschi raffiguranti le Beatitudini sono di Luciano Ricchetti mentre le decorazioni della volta sono di Angelo Capelli. Il pergamo di Giovanni Leoni è un progetto del piacentino Andrea Guidotti.
- 19 Chiesa di San Bartolomeo.
- 20 Palazzo Vescovile.
Architetture civili
modifica- 21 Palazzo Comunale (Palazzo Gotico), piazza Cavalli. Considerato come il simbolo della città. Edificato a partire dal 1281 per volere di Alberto Scoto, reggente ghibellino della città.
- Palazzo Mulazzani. Presenta uno scalone d’onore obliquo, realizzato probabilmente dal Cervini, e il dipinto opera di Sebastiano Galeotti Aurora e Cefalo.
- 22 Palazzo Mandelli (Banca d'Italia), Via Bernardino Mandelli, 14, ☎ +39 0523 3861. Costruito da Francesco Tomba su progetto di Gian Andrea Boldrini tra il 1745 e il 1755; fino al 1827 fu di proprietà della famiglia Mandelli, per poi diventare sede ducale di Maria Luigia nel 1831 con il trasferimento del governo da Parma a Piacenza per un semestre e, dopo l'unità d'Italia, sede della prefettura. Dal 1913 ospita la sede piacentina della Banca d'Italia.
- 23 Palazzo Scotti da Fombio. Costruito nel 1490 su iniziativa di Paride e Ercole Scotti, presenta una facciata in mattoni a vista decorata con un fregio. Sull'angolo dell'edificio il fregio presenta una scultura rappresentante due persone atte a sorreggere lo stemma degli Scotti. Nel 1492 venne terminato il portale, realizzato da Gregorio Prini in marmo di Candoglia, dal quale si accede al cortile interno, dotato di loggiato. Divenuto di proprietà della famiglia Morigi nel 1869, divenne sede di un istituto per la formazione maschile, divenuto, poi, il collegio universitario Morigi.
- 24 Palazzo Landi (Tribunale), Via Consiglio, 15. Edificato negli ultimi anni del XV secolo per volontà di Manfredo Landi, sulle fondamenta di un palazzo preesistente, anch'esso di proprietà dei Landi. Nel 1578 venne requisito dal duca Ottavio Farnese a seguito della partecipazione di Agostino Landi alla congiura contro il padre Pierluigi. Divenuto di proprietà statale, venne adibito prima a Supremo Consiglio di Giustizia e, poi a tribunale delle finanze. La facciata, decorata con un fregio in terracotta con sirene, medaglioni e trofei, venne realizzata da Giovanni Battagio da Lodi, già autore del tempio dell'Incoronata di Lodi e da suo genero Agostino De Fonduli. Il portale di accesso in marmo, ornato da due medaglioni con figure virili, si richiama agli archi di trionfo ed è opera dello scultore Giovan Pietro da Rho. L'edificio ospita la sede del tribunale.
- 25 Palazzo Costa, Via Roma, 80. Realizzato per volere della famiglia Costa alla fine del seicento su progetto del Bibiena. Presenta una struttura a U con facciata in stile rococò e un giardino all'inglese. Ospita la sede del museo della fondazione Horak.
- 26 Palazzo Rota Pisaroni, Via Sant'Eufemia, 13. Realizzato da Giuseppe Rota nel 1762, divenne di proprietà della cantante lirica Rosamunda Pisaroni nel 1830, ospitando in quegli anni parecchi esponenti del mondo dell'arte e della cultura. Divenuto in seguito di proprietà della Cassa di Risparmio di Piacenza, ospita la sede della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
- 27 Palazzo Somaglia, Via Taverna Giuseppe, 41. Edificato a partire dal 1688 per volontà del conte Orazio Cavazzi della Somaglia, presenta una facciata con tre ordini di finestre e tre balconcini in ferro battuto e uno scalone che si affaccia sul loggiato, aggiunto probabilmente intorno al 1730 su progetto di Domenico Cervini, caratterizzato da quattro rampe divergenti oblique con balaustra realizzata in arenaria.
- 28 Palazzo del Governatore, piazza Cavalli 29‒35. Edificio risalente al 1787, realizzato in stile neoclassico dall'architetto Lotario Tomba, ospitò fino all'annessione al Regno di Sardegna, il governatore della città Sulla facciata presenta un orologio ai cui lati sono posti una meridiana solare e un calendario perpetuo realizzato da Gian Francesco Barattieri. La facciata si caratterizza per l'altezza limitata con due torrette laterali alte esattamente come il rialzo centrale dove si trova l'orologio. Il palazzo ospita la sede della locale camera di Commercio, mentre al piano terra si trova una galleria commerciale coperta aggiunta durante gli anni '50 del Novecento.
- 29 Palazzo dei Mercanti (Palazzo del Comune). Fu costruito tra il 1676 e il 1697 su progetto dell'architetto piacentino Angelo Caccialupi per volere del collegio dei Mercanti, da cui prende il nome. Dopo la soppressione del collegio dei Mercanti, avvenuta in epoca napoleonica, fu sede del collegio elettorale, del tribunale del commercio e del Teatro della Filodrammatica, per poi diventare sede del comune.
- 30 Palazzo Galli.
- 31 Ex-grande Albergo San Marco.
Architetture militari
modifica- Mura farnesiane, via IV novembre, via XXI aprile.
- Cittadella Viscontea (piazza Cittadella).
- Castello di Mucinasso. Situato nell'omonima frazione e costruito in epoca imprecisata, nel medioevo venne distrutto dalle forze di Enzo di Svevia. Divenne di proprietà della famiglia Radini Tedeschi nel 1486. Nel 1503 Giovanni Radini Tedeschi inoltrò una richiesta di ricostruzione del maniero, che si trovava in cattive condizioni, al re di Francia Luigi XII. L'edificio rimase alla famiglia Radini Tedeschi anche quando questa perse il feudo di Mucinasso. Nel 1916 venne alienato dalla contessa Leopolda Radini Tedeschi, diventando di proprietà dei marchesi Malvicini Fontana di Nibbiano. La costruzione è stata pesantemente rimaneggiata nei secoli, mentre il fossato è stato interrato nel Novecento.
- Torre della Razza. Originariamente di proprietà della famiglia Raggia, da cui deriva, in maniera alterata, il nome della costruzione, nel 1687 venne concesso dalla Camera Ducale farnesiana un appezzamento di terreno posto nei pressi della torre al conte Giovanni Battista Radini-Tedeschi, tuttavia non è noto se in esso fosse compresa anche la costruzione. Alla torre fu in seguito addossato un podere agricolo che dipese dall'opera parrocchiale di San Giovanni in Canale e pervenne, infine, al demanio. La torre, di probabile edificazione cinquecentesca, è posta nelle vicinanze della via Emilia e del ponte sul torrente Nure.
Altro
modifica- 32 Statue equestri di Alessandro e Ranuccio Farnese (Cavalli del Mochi), piazza Cavalli. Opere dello scultore toscano Francesco Mochi da Montevarchi e risalenti al Seicento. Le due statue vennero realizzate su commissione. Ranuccio I Farnese, signore di Parma e Piacenza, desiderava omaggiare la memoria del genitore defunto, Alessandro Farnese, nonché assicurarsi la futura permanenza della propria, e pertanto convocò a Piacenza, città che in quel periodo aveva assunto il titolo di capitale del ducato precedentemente detenuto da Parma, lo scultore Francesco Mochi. L'ubicazione prescelta fu sin dal principio quella, centralissima, della Piazza del Comune. Documenti di varia natura, soprattutto economica, attestano che il Mochi, dopo avere ideato e disegnato la prima statua e preparato il calco, ne intraprese la fusione nell'estate del 1612.
- 33 Muntä di ratt. È la caratteristica scalinata che collega via Mazzini alla più bassa via San Bartolomeo (San Burtlamé). Secondo la tradizione popolare, era detta "montata dei topi" perché questi roditori l'avrebbero percorsa al fine di lasciare le zone cittadine più basse e adiacenti al Po durante le alluvioni e le piene del fiume. In realtà, è più probabile che l'etimologia sia riconducibile a "montata ratta", espressione che stava ad indicare una ripida salita.
- 34 Parco Papa Giovanni Paolo II (parco della Galleana). È il parco cittadino più esteso. Nell'area verde, di circa 150000 m², di cui 100 000 a prato, esisteva una polveriera militare (cioè un deposito munizioni) utilizzata fino alla seconda guerra mondiale. È stata riconvertita a parco all'inizio degli anni 80 del XX secolo. Il parco è dotato di servizi igienici, di una notevole quantità e metratura di vialetti per il passaggio e di sentieri all'interno della parte a bosco percorribili a piedi o in mountain bike, tre fontanelle d'acqua e una serie di bacheche informative che forniscono notizie sulle piante e sugli animali che vi dimorano. Vi si alternano ampi spazi prativi e macchie arboree e arbustive di specie spontanee, con querce di maggiori dimensioni, a macchie boscate più o meno folte e radure. Un filare di ciliegi e farnie giovane bosco misto caratterizzato da siepi e macchie arbustive composte da prugnolo, biancospino, rosa selvatica e rovo, qua e là compaiono esemplari di olmo campestre, bagolaro, rusticano, gelso e noce di discrete dimensioni. Mappe settecentesche hanno consentito di individuare nell'area in oggetto una postazione militare esterna alle mura cinquecentesche che proteggevano la città. Nel giugno del 1746, durante la guerra di successione austriaca, l’area fu al centro di un cruento scontro tra l’esercito di Maria Teresa d'Austria, alleato del Regno di Sardegna, e le truppe franco-spagnole.
Musei
modifica- 35 Palazzo Farnese (Musei civici di Palazzo Farnese), piazza Cittadella, 29, ☎ +39 0523 492 658 (biglietteria museo), musei.farnese@comune.piacenza.it. Costruito a partire dalla preesistente cittadella viscontea, venne realizzato a partire dal 1561 su desiderio di Ottavio Farnese, secondo duca di Parma e Piacenza, e di sua moglie, Margherita d'Austria, figlia di Carlo I di Spagna. Dopo essere stato inizialmente affidato a Francesco Paciotto nel 1558, il progetto dell'edificio venne portato a termine dal Vignola nel 1561. I lavori di costruzione proseguirono, alternando avanzamenti dei lavori a pause fino al 1603, anno in cui furono definitivamente interrotti quando il progetto del Vignola era giunto alla metà del suo completamento. Dopo essere stato spogliato di tutti i beni e delle opere d'arte a seguito dell'ascesa di Carlo di Borbone, già duca di Parma e Piacenza, sul trono delle Due Sicilie, nel 1734, il palazzo conobbe un periodo di degrado venendo adibito anche a caserma, subendo ulteriori saccheggi da parte delle truppe napoleoniche e diventando ricovero per sfollati dopo la seconda guerra mondiale. A partire dagli anni '60 del XX secolo iniziò il recupero dell'edificio che subì diverse campagne di restauri divenendo sede dei musei civici di Piacenza e dell'Archivio di Stato.
- 36 Galleria di arte moderna "Ricci Oddi, Via San Siro, 13, info@riccioddi.it. Originata a partire dalla collezione privata raccolta da Giuseppe Ricci Oddi a partire dal 1898 e ospitata inizialmente nell'abitazione privata di Ricci Oddi. Le opere furono donate alla città nel 1924 e la galleria venne aperta al pubblico nel 1931, ospitando una serie di opere di datazione compresa tra il 1830 e il 1930, quasi esclusivamente di arte figurativa, con un'esclusione quasi totale delle arti considerate minori e con un sostanziale equilibrio tra opere provenienti dalle diverse zone d'Italia, limitando la presenza di degli artisti stranieri al solo influsso che le loro opere hanno avuto sull'arte italiana. Dopo la morte del fondatore, avvenuta nel 1937 la galleria continuò ad ampliare la sua collezione grazie ai lasciti dello stesso Ricci Oddi. La galleria ospita il Ritratto di signora di Gustav Klimt, dipinto al di sopra di un precedente ritratto raffigurante una ragazza opera dello stesso Klimt e considerato perduto per anni. Il dipinto venne rubato dalla galleria nel 1997, un anno dopo la scoperta della presenza del Ritratto di ragazza, e è stato ritrovato all'interno della galleria nel 2019.
- 37 Collegio Alberoni. È un vasto complesso architettonico, costruito tra il 1733 e il 1752 su iniziativa del cardinale Giulio Alberoni, dal quale prende il nome. Il complesso ospita al suo interno un seminario, una pinacoteca, la galleria Alberoni, costituita per buona parte da opere raccolte dal cardinale durante la sua vita e che conserva al suo interno un Ecce Homo di Antonello da Messina, un museo di storia naturale, originato dal materiale donato dal botanico e naturalista padre Zaccaria da Piacenza[2], uno studio di teologia, affiliato alla facoltà di teologia della pontificia università "San Tommaso d'Aquino" di Roma, un osservatorio astronomico e, dal 2021, il corso di laurea in Medicine and Surgery dell'Università degli Studi di Parma.
- Museo civico di storia naturale.
- 38 Museo Kronos (Museo della cattedrale di Piacenza), via Prevostura 7, ufficiobeniculturali@curia.pc.it. Nelle sue sale espone un ricco patrimonio di arte e cultura che spazia dal XII al XX secolo, proveniente dalla cattedrale e da chiese del territorio. Il percorso in museo è arricchito da una suggestiva salita alla Cupola del Guercino, attraverso camminamenti ricavati nel medioevo all'interno dello spessore murario della cattedrale.
- 39 Istituto Gazzola.
Eventi e feste
modifica- Fiera di Sant'Antonino (Festa patronale). Si svolge il 4 luglio in occasione della celebrazione del santo patrono.
- Festa di Santa Rita da Cascia.
- Festival del diritto.
- Piacenza Jazz Fest.
- Cena bianca.
- Venerdì piacentini.
- Omeofest. Festival internazionale dell'omeopatia che ha luogo a maggio. A conferenze specialistiche alterna appuntamenti musicali, artistici e culturali.
Cosa fare
modificaAcquisti
modifica- 1 Centro Commerciale Galassia, Via Luigi Gorgni, 20/A, ☎ +39 0523572611.
Come divertirsi
modificaSpettacoli
modifica- 1 Teatro municipale, via G. Verdi, 41, ☎ +39 0523 49 2251 (biglietteria), info@teatripiacenza.it. Progettato dall'architetto Lotario Tomba in sostituzione del teatro della Cittadella, andato distrutto nel 1798 in seguito a un incendio, e inaugurato nel 1804, presenta una facciata ispirata a quella del teatro alla Scala di Milano; gli interni furono decorati da Alessandro Sanquirico, scenografo presso il teatro milanese. Al di sopra della sala principale, si trova l'ex sala degli scenografi, che è stata trasformata negli anni '70 in un auditorium da 320 posti.
- Teatro San Matteo.
- 2 Teatro dei filodrammatici, via Santa Franca 33. Realizzato all'inizio del novecento trasformando la chiesa del monastero di Santa Franca, sconsacrata dopo l'epoca napoleonica. I lavori furono guidati dall'ingegner Giovanni Gazzola che realizzò esterni in stile liberty con decorazioni ad ali di farfalla e parti in ferro battuto, mentre gli interni presentano un gusto più ottocentesco con decorazioni floreali.
- Sala dei Teatini.
- Teatro President.
- Trieste 34.
- 3 UCI Cinemas Piacenza, Via Corrado Visconti, 1,, ☎ +39 0238585259.
Dove mangiare
modificaPrezzi modici
modifica- 1 Royal Burger - paninoteca, Via Emilio Perinetti, 6, ☎ +39 0523 384773.
- 2 McDonald's Piacenza Stazione, P.le Marconi snc, ☎ +39 0523 315702.
- 3 La Piadineria, Via Chiapponi, 17/c, ☎ +39 0523 305852. Fast food.
Prezzi medi
modifica- 4 La Carrozza - ristorante, Via X Giugno, 122, ☎ +39 0523 326297.
- 5 Amore Verace Pizzeria, Via Don Alberto Carozza, 3, ☎ +39 0523 489965.
- 6 Ristorante Grotta Azzurra, Via Giacomo Morigi, 35, ☎ +39 0523 458765.
- 7 Pizzeria Zelig, Via Pietro Cella, 51 A, ☎ +39 0523 712389.
- 8 Pizzeria Tosello Piacenza, Via Francesco Daveri, 10, ☎ +39 0523 324824.
Dove alloggiare
modificaPrezzi modici
modifica- 1 Ostello Don Zermani, Via Zoni, 38/40, ☎ +39 0523 712319, fax: +39 0523 712319, info@ostellodipiacenza.it. L'ostello "Don Zermani" si trova a pochi passi dal centro storico di Piacenza, in una zona residenziale della città, tranquilla e ben servita dai mezzi pubblici. La struttura è priva di barriere architettoniche, dispone di ascensore e di servizi idonei ai clienti con esigenze speciali.
- 2 Residence Europa, Via Alessandro Vaciago, 12, ☎ +39 0523338067. Check-in: 15:00, check-out: 11:00. Un residence con stanze confortevoli alla periferia della città.
Prezzi medi
modifica- 3 Idea Hotel, Via Emilia Pavese, 114/A, ☎ +39 0523 493811, fax: +39 02 49522251, reservation.piacenza@ideahotel.it. L'Idea Hotel Piacenza è un hotel 3 stelle situato a soli 200 metri dall'uscita Piacenza Ovest dell'autostrada A21 Torino-Piacenza-Brescia. Il centro città di Piacenza dista circa 2,5 Km.
- 4 Park Hotel, Strada Val Nure 7, ☎ +39 0523 712600, fax: +39 0523 453024, park.pc@bestwestern.it. Facilmente raggiungibile da ogni uscita autostradale. Ideale per soggiorni di lavoro e per itinerari enogastronomici alla ricerca di una genuinità ormai dimenticata che Piacenza ed i suoi dintorni possono ancora offrire in un ricco contesto storico e naturalistico.
Prezzi elevati
modifica- 5 Hotel Ovest, Via Primo Maggio, 82, ☎ +39 0523 712222, fax: +39 0523 711301. Ubicato in una delle strade principali alle porte del centro di Piacenza, l'Hotel Ovest vi propone camere moderne, provviste della connessione internet gratuita e di una TV da 32" a schermo piatto.
- 6 Grande Albergo Roma, Via Cittadella, 14, ☎ +39 0523 323201, fax: +39 0523 330548. Situato nel centro storico della città, a due passi dalla celebre Piazza Cavalli il Grande Albergo Roma è da quarant’anni il simbolo della tradizione alberghiera di Piacenza.
Sicurezza
modificaI quartieri attorno alla stazione non sono molto sicuri. Si suggerisce di tenere d'occhio gli oggetti di valore.
Farmacie di Turno
modificaPer farmacie di turno consulta il sito ufficiale qui
Come restare in contatto
modificaNei dintorni
modificaDa visitare il Piacentino, la Bassa piacentina ed i Colli Piacentini
- Bobbio — L'abbazia di San Colombano ne fece un luogo di cultura ma anche di potere. Il suo centro monumentale ci tramanda l'importanza che rivestì nei secoli come importante sede commerciale e politico - amministrativa della vasta zona cosiddetta delle quattro province.
- Caorso
- Castell'Arquato
- Castelvetro Piacentino
- Cortemaggiore — Città di fondazione, conserva l'impianto urbanistico di fine Quattrocento, periodo della sua nascita voluta per farne la nuova capitale dello Stato Pallavicino.
- Monticelli d'Ongina
- San Pietro in Cerro — Il suo castello, perfettamente conservato, e la sua pieve meritano sicuramente la visita di una mezza giornata.
- Velleia
- Vigoleno
Itinerari
modifica- Piacenza è attraversata dalla Via Francigena, l'itinerario medioevale che da Canterbury (in Inghilterra) conduceva a Roma.
- Castelli del Ducato di Parma e Piacenza — Disseminati sull’appennino parmense e piacentino, ma presenti anche nella pianura a sorvegliare il confine naturale del Po, i numerosi castelli dell’antico Ducato di Parma e Piacenza caratterizzano tutta l’area. Baluardi militari in origine, molti di essi hanno mantenuto l’aspetto di rocca inaccessibile, molti hanno via via trasformato la loro natura bellica in raffinata dimora nobiliare; tutti perpetuano nel tempo l’atmosfera di avventura, di favola e di leggenda che da sempre è legata ai castelli, in molti dei quali si narra della presenza di spiriti e fantasmi.
- Via Postumia — È l'itinerario dell'antica via consolare romana, che si svolge attraverso Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
- Via Francigena
Altri progetti
modifica- Wikipedia contiene una voce riguardante Piacenza
- Wikinotizie contiene notizie di attualità su Piacenza
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Piacenza