Altopiano dei Sette Comuni | |
Stemma e Bandiera | |
Stato | Italia |
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Regione | Veneto |
Capoluogo | Asiago |
Superficie | 878,3 |
Abitanti | 21.247 (censimento 2011) |
«La Svizzera del Veneto ti si schiude all'ultimo scalino, ed è un mondo a sé, col suo labirinto di pascoli lontani dal mondo, le antiche leggi comunitarie, i Sette Comuni federati da sette secoli e lasciati liberi dalla Grande Venezia.» |
(Paolo Rumiz, giornalista e scrittore italiano) |
Altopiano dei Sette Comuni (Hoaga Ebene vun Siiben Kameûn o Hòoge Vüüronge dar Siban Komàüne in lingua cimbra), noto anche come Altopiano di Asiago, è una regione appartenente al Territorio di Vicenza.
Da sapere
modificaCenni geografici
modificaL'altopiano di Asiago è un vasto altopiano che si trova sulle Alpi vicentine, nella zona di confine tra le regioni Veneto e Trentino-Alto Adige Compreso tra i fiumi Astico e Brenta, il massiccio ha un'estensione, relativamente all'ambito amministrativo dei Sette Comuni, di 473,5 km², ma l'estensione geografica del gruppo montuoso nel suo insieme raggiunge gli 878,3 km². La sua altitudine è compresa fra gli 87 m e i 2341 m.
Quando andare
modificaL'Altopiano è un importante comprensorio turistico sia estivo che invernale. Particolarmente praticato è lo sci nordico grazie ad un'estesissima rete di piste da sci (oltre 500 km) che ne fanno la patria nazionale di tale disciplina.
Cenni storici
modificaLa zona è ricca in fossili, in località Kaberlaba è stato scoperto il primo scheletro trovato in Italia di un plesiosauro.
Una prima ipotesi fa risalire l'origine della popolazione germanofona dell'Altopiano dei Sette Comuni al popolo dei Cimbri, proveniente dal territorio dello Jutland (in Danimarca) che tentò di invadere l'Italia ma che fu sconfitto dall'esercito romano sotto la guida di Gaio Mario. Secondo tali ipotesi, supportate in particolar modo dalla toponomastica locale e dalle credenze religiose degli antichi abitanti dell'Altopiano, parte di questa popolazione belligerante si sarebbe ritirata sulle montagne dell'Altopiano, originando la stirpe dei moderni Cimbri dei Sette Comuni. Una seconda ipotesi, che è la maggiormente condivisa dalla comunità storico-scientifica e che è andata affermandosi sul finire dell'Ottocento, vede invece l'origine dei Cimbri dovuta alla discesa dalla Germania meridionale, intorno all'anno Mille, di gruppi di famiglie provenienti per lo più dall'area bavarese.
All'inizio del XIII secolo la popolazione locale inizia ad organizzarsi militarmente, trovando l'appoggio di Ezzelino da Romano (che possedeva alcuni feudi in loco), al quale fornivano proprie truppe. All'inizio del XIV secolo, dopo la caduta degli Ezzelini, i Sette Comuni si unirono in Federazione, allo scopo di governarsi con la maggiore autonomia possibile e di difendere il territorio. Nel 1310 viene fondata la Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, la prima Federazione al mondo paragonabile ad un moderno Stato federale. Tale Federazione cessa di esistere definitivamente il 29 giugno 1807 a causa della Campagna d'Italia di Napoleone Bonaparte.
«Sull'Altipiano, comprese le bombarde pesanti da trincea, non v'erano meno di mille bocche da fuoco. Un tambureggiamento immenso, fra boati che sembravano uscire dal ventre della terra, sconvolgeva il suolo. La stessa terra tremava sotto i nostri piedi. Quello non era tiro d'artiglieria. Era l'inferno che si era scatenato. Trombe di terra, sassi e frantumi di corpi si elevavano, altissimi, e ricadevano lontani. Tutto il terreno tremava sotto i nostri piedi. Un terremoto sconvolgeva la montagna.» |
(Emilio Lussu - Un anno sull'Altipiano) |
Il primo colpo di cannone da parte italiana della Prima Guerra mondiale, che sancì l'entrata in guerra da parte del regio esercito, fu sparato dal Forte Verena, alle ore 4 del 24 maggio 1915.
L'intero Altopiano, che un tempo si trovava al confine tra l'Impero austro-ungarico e il Regno d'Italia, fu così direttamente interessato dagli eventi della Grande Guerra: interi paesi come la città di Asiago vennero completamente rasi al suolo. Nel 1916, durante l'Offensiva di Primavera (Strafexpedition in tedesco), infatti, l'esercito austro-ungarico sfondò improvvisamente sul fronte trentino costringendo l'esercito italiano ad evacuare frettolosamente la popolazione civile dai centri abitati. La Strafexpedition fu la più grande battaglia di montagna mai combattuta dall'uomo.
Significativa è la poesia di Attilio Frescura che racconta in modo significativo e altamente simbolico la distruzione della città di Asiago.
«18 maggio 1916: |
(Attilio Frescura - Diario di un imboscato) |
Durante i 4 anni di guerra, si calcola che sull'Altopiano vennero lanciate dai vari eserciti non meno di 1,5 milioni di bombe.
Numerose sono le fortificazioni presenti sul territorio, come altri resti testimoni degli eventi della prima guerra mondiale (trincee, gallerie, teleferiche, baraccamenti, ecc.) che qui impegnò soldati provenienti da ogni angolo d'Europa. Epiche battaglie passarono alla storia per la cruenza dei combattimenti, come le battaglie dell'Ortigara, la Battaglia degli Altipiani, la Battaglia dei Tre Monti e la Battaglia del solstizio.
Tra i vari combattenti impegnati in zona, numerosi scrittori tra cui Carlo Emilio Gadda, Paolo Monelli, Emilio Lussu e Nobel per la letteratura come Ernest Hemingway e Rudyard Kipling, oltre a una delle più note autrici inglesi, Vera Brittain.
Ernest Hemingway, allora diciottenne, si era arruolato volontario con la Croce Rossa degli Stati Uniti e fu assegnato alla Sezione IV della Croce Rossa Internazionale americana, presso il Lanificio Cazzola a Schio. Ferito dalle schegge di una bomba e da un proiettile di mitragliatrice, sarà poi decorato con la medaglia d'argento per essersi prodigato, anche dopo essere stato colpito, nel salvataggio di altri militari feriti. Da questa personale esperienza e dal successivo ricovero in un ospedale milanese, ne trarrà il suo celebre romanzo "Addio alle Armi".
Successivamente a questa esperienza, a Parigi, nel 1922, scrisse il poema Arsiero, Asiago dove viene menzionato anche il Monte Corno di Lusiana, luogo dove si trova uno dei cinque cimiteri del Commonwealth presenti sull'Altopiano.
(EN)
«Arsiero, Asiago, |
(IT)
«Arsiero, Asiago, |
(Ernest Hemingway) |
Lingue parlate
modificaL'altopiano è abitato dalla minoranza etnica dei cimbri, che un tempo si distinguevano, tra l'altro, perché parlavano un particolare idioma di origine germanica, la lingua cimbra. Tale parlata è oggi utilizzata solo da pochi abitanti di Roana e, in particolare, della frazione Mezzaselva. Consistenti tracce del cimbro sussistono tuttavia nel linguaggio colloquiale e nella toponomastica di tutta la zona.
Territori e mete turistiche
modificaCome arrivare
modificaIn aereo
modifica- 1 Aeroporto di Asiago. L'Altopiano di Asiago è da sempre stato considerato un luogo ottimale per il volo a vela, tanto che proprio sopra i cieli di Asiago si effettuarono i primi voli senza motore in Italia: nel 1924 venne battuto il 1° record nazionale di durata con aeroplano privo di motore. Durante la seconda guerra mondiale la pista d'atterraggio venne distrutta dai reparti nazifascisti per evitare l'atterraggio di aerei alleati che rifornivano la resistenza locale, piuttosto radicata sull'altopiano vicentino. Oggi dall'aeroporto non è previsto alcun collegamento regolare con altri scali italiani e internazionali, e le piste sono usate per lo più per il volo a vela.
In auto
modificaL'Altopiano dei Sette Comuni è collegato alla pianura vicentina tramite la strada statale del Costo (con Thiene), la provinciale della Fratellanza (con Bassano del Grappa) e la provinciale del Rameston (con Marostica); a Trento è collegato sempre con la statale 349 del Costo; vi sono poi numerose altre strade minori che ne permettono il collegamento sia dalla Val d'Astico che dal Canale di Brenta.
In autobus
modificaÈ possibile raggiungere l'altopiano anche in autobus grazie alle seguenti linee della FTV:
23. Thiene - Bivio italiano - Asiago - Gallio
26. Castelletto di Rotzo - Bivio italiano - Asiago - Gallio
41. Asiago - Conico - Marostica - Bassano del Grappa
100. (Vicenza) - Asiago - Monterovere - Lavarone - Luserna
Gli orari sono disponibili sul sito della FTV[link non funzionante].
Come spostarsi
modificaCosa vedere
modificaNotevoli sono i pregi naturalistici dell'altopiano, che nella parte settentrionale può contare in una wilderness piuttosto estesa. Di particolare rilievo è la presenza di due torbiere conosciute con i nomi di "Palù di San Lorenzo" e "Palù di Sotto", nella piana di Marcesina dove, tra le specie rare ed endemiche vanno annoverate le piante carnivore (quali la Drosera rotundifolia) e il relitto artico Andromeda polifolia, quest'ultima scoperta per la prima volta proprio a Marcesina nel 1703.
Sull'altopiano sono presenti oltre 100 malghe d'alpeggio che costituiscono, per estensione dei loro pascoli e per numero, il più importante sistema d'alpeggio dell'intero arco alpino.
«È lunga come il purgatorio, scura come il temporale, la scala che ti porta lassù, sull'Altopiano di Asiago. Quattromilaquattrocentoquarantaquattro gradini, ripidi da bestie, faticosi già a nominarli. Partono dalla Val Brenta, sotto picchi arcigni, nel punto dove la valle - per chi viene da Bassano - sembra spaccarsi in due, all'altezza di un paese chiamato Valstagna, con la sua muraglia di vecchie case a filo d'argine. L'erta prende la spaccatura di sinistra e brucia in un lampo 810 metri di dislivello. Si chiama «Calà del Sasso», ed è una delle opere più fantastiche delle Alpi.» |
(Paolo Rumiz) |
Di notevole importanza è la Calà del Sasso, la scalinata più lunga d'Italia oltre che la scalinata più lunga del mondo aperta al pubblico. Questo percorso, formato da 4444 gradini, collega il comune di Valstagna, nel Canale di Brenta, alla frazione Sasso di Asiago. Il percorso è ancora in gran parte affiancato da una cunetta, realizzata, come i gradini stessi, in pietra calcarea: questa cunetta veniva un tempo utilizzata per trasportare a valle il legname dell'Altopiano. Giunti a Valstagna infatti, la Calà termina nei pressi del fiume Brenta, in cui i tronchi erano fluitati fino a Venezia dove venivano usati nell'Arsenale per la costruzione di imbarcazioni.
La Calà del Sasso è percorribile tutto l'anno (anche se se ne sconsiglia la percorrenza nei mesi invernali per la presenza della neve e con condizioni meteorologiche sfavorevoli) ed il percorso è contrassegnato dal segnavia numero 778. Il percorso ha inizio dal parcheggio di località Lebo di Valstagna (221 m) e termina a Chiesa di Sasso di Asiago (965 m). La Calà è lunga circa 7 km, il tempo di percorrenza è di circa 2 ore ed il dislivello è di 744 m.
Secondo una credenza locale, si narra in Valbrenta che nel 1638, Loretta e Nicolò, abitanti di Sasso di Asiago e fidanzati in odor di matrimonio, vengono colpiti da sventura: Loretta, in attesa di un figlio, si ammala gravemente e il suo innamorato, determinato a salvarla, parte deciso alla volta di Padova alla ricerca di un unguento miracoloso. Scende la Calà del Sasso e giunto a Valstagna noleggia un cavallo. Pur viaggiando di gran carriera il tempo scorre veloce e col sopraggiungere della notte Nicolò non è ancora tornato.
Gli abitanti del Sasso di Asiago decidono allora di scendere con le torce incontro al giovane. Con stupore avvistano lungo la Calà altre luci che salgono: è Nicolò scortato dagli uomini di Valstagna. La storia è a lieto fine con l'unguento che guarisce Loretta e i due morosi possono così sposarsi, con la partecipazione di tutti gli abitanti del Sasso e di Valstagna. Da qui la credenza popolare che se due fidanzati percorrono la Calà mano nella mano si ameranno per sempre.
A ravvivare questo messaggio d'amore la seconda domenica di agosto tutti gli anni si svolge una fiaccolata commemorativa che porta diverse centinaia di persone da Valstagna verso Sasso di Asiago lungo la Calà, dove vengono accolti da musica e banchetti.
Grande guerra
modificaSull'Altopiano di Asiago furono combattute numerose battaglie della Prima Guerra Mondiale che hanno lasciato una traccia indelebile su tutto il territorio.
Le strutture militari che si trovano sull'Altopiano di Asiago sono opere nate o sul finire del XIX secolo o all'inizio di quello successivo, cioè allo scoppio del primo conflitto mondiale e costruite dagli eserciti italiano ed austro-ungarico dato che in quel periodo parte del territorio dei Sette Comuni si trovava lungo il confine di Stato.
Vi si trovano una serie di opere a carattere difensivo, batterie e fortezze, andate tutte pressoché distrutte a causa dei bombardamenti, molte di esse sono state comunque sottoposte ad un piano di riqualificazione e restauro in vista del centenario dello scoppio della Grande Guerra.
Non vanno tuttavia dimenticate tutte quelle opere costituite da trincee, gallerie, camminamenti, osservatori, postazioni in caverna, tunnel sotterranei, costruite dai due eserciti e in buona parte visitabili, che trasformarono le montagne dell'Altopiano in vere e proprie fortezze.
Importanti anche le arterie viarie, strade militari costruite in brevissimo tempo per permettere ai soldati e ai veicoli di giungere agevolmente nei pressi del fronte. Molte di queste strade costituiscono la viabilità dell'Altopiano (ne è un esempio la Strada della Fratellanza), altre, dislocate in zone più impervie, sono diventate importanti percorsi storico-culturali oltre che eccellenti itinerari per chi pratica la mountain bike d'estate, o lo sci nordico d'inverno.
Tra le strade militari, perfettamente conservate, vi sono ad esempio le arterie che costituivano la viabilità principale austro-ungarica nel settore nordoccidentale:
- Erzherzog Eugen Straße
- Kaiser Karl Straße
- Zoviellostraße
- Mecenseffystraße
- Conradstraße
- Kronprinz Otto Straße
Nel dopoguerra furono inoltre costruiti numerosi cimiteri e ossari, tra questi i principali sono:
- 1 Sacrario del Leiten (sacrario militare di Asiago). Un grande monumento-ossario che raccoglie le spoglie dei caduti che vennero sepolti inizialmente nei 41 Cimiteri di guerra dell'Altopiano dei Sette Comuni costruito durante il ventennio fascista, nel 1932.
- Cinque cimiteri del Commonwealth.
Eventi e feste
modificaCosa fare
modificaSull'altopiano sono praticati in particolar modo gli sport invernali: l'hockey e il pattinaggio su ghiaccio grazie agli impianti di Asiago e di Roana; il salto con gli sci possibile con i due trampolini di Gallio; lo sci alpino con 40 impianti tra cui le stazioni del Monte Verena, delle Melette e di altre località e soprattutto lo sci nordico (7 centri fondo), grazie alla presenza di una fittissima rete stradale (di oltre 500 km) -derivante soprattutto da opere militari- che d'inverno si trasforma in piste da sci, mentre d'estate offre la possibilità di percorrere moltissimi km di sterrato agli appassionati della mountain bike.
Gli impianti sciistici delle Melette d'estate si trasformano invece in un bike park con un'apposita pista studiata per i praticanti del downhill. Presso l'impianto di Busa Fonda di Gallio esiste anche una pista del Centro Sportivo Forestale che ospita gare di pattinaggio di velocità su ghiaccio, ice speedway, rally su ghiaccio e tiro a segno. La pista Olimpica di Busa Fonda è l'unica pista naturale presente in Italia.
In questo territorio si possono poi praticare numerosi sport estremi come il volo a vela (grazie alla presenza dell'aeroporto di Asiago) il parapendio e il deltaplano con le zone di decollo situate nel Comune di Conco. È possibile praticare anche canyoning e rafting nel vicino fiume Brenta ed inoltre il bungee jumping coi salti dai ponti di Roana e della Val Gadena. Ad Asiago esiste inoltre un campo da golf da 18 buche (che arriverà ad avere a breve 27 buche a seguito dell'ampliamento del campo progettato dell'architetto statunitense Robert Trent Jones). Molto praticato è anche il nordic walking.
Acquisti
modificaCome divertirsi
modificaDove mangiare
modificaProdotti Tipici
modificaI prodotti alimentari più importanti del comprensorio sono quelli caseari. Il formaggio Asiago è un prodotto D.O.P. noto a livello mondiale la cui produzione è tipica dell'altipiano e avviene in numerosi caseifici presenti, oltre che nelle caratteristiche malghe d'alpeggio. Nelle oltre 100 malghe presenti viene prodotto altresì il formaggio di malga tipico, un presidio di Slow Food riguarda una forma invecchiata. Altri prodotti caseari tipici sono il burro di malga, la tosela e altri formaggi tipici, come il kummel (formaggio aromatizzato al carvi), il gallio (formaggio affumicato), caciotte e crema di asiago (formaggio fuso).
Altri prodotti tipici sono lo speck di Asiago, il sedano di Rubbio, la patata di Rotzo, la produzione di distillati (come il kranebet, l'amaro Asiago, l'Amaro Cimbro e il Kumetto), miele e confetture (Rigoni di Asiago).
Dove alloggiare
modificaSicurezza
modificaCome restare in contatto
modificaNei dintorni
modificaAltri progetti
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