Sant'Elena Sannita | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Molise | |
Territorio | Appennino molisano | |
Altitudine | 780 m s.l.m. | |
Superficie | 14,08 km² | |
Abitanti | 275 (2015) | |
Nome abitanti | Santelenesi | |
Prefisso tel | +39 0874 | |
CAP | 86099 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Michele Arcangelo (29 settembre) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Sant'Elena Sannita è un centro del Molise.
Da sapere
modificaL'antico nome Cameli fu abbandonato perché motivo di dileggio da parte dei paesi confinanti che consideravano gli abitanti di Cameli sciocchi come i cammelli.
Cenni geografici
modificaSull'Appennino molisano, nell'Isernino, dista 31 km da Isernia, 28 da Campobasso, 13 da Bojano.
Cenni storici
modificaAd esercitare la signoria feudale su queste terre furono prima i Santangelo e i conti di Montagano, poi i conti Orsini di Manoppello che le acquisirono nel 1442. Tornate ai Montagano, risultano di proprietà dei de Bastariis nel 1524; a cavallo tra il XVI ed il XVII secolo furono dei Santomango, dei Marchesano e dei Paolella finché, nel 1627, furono aggiudicate all'asta alla famiglia Tamburri di Agnone, che vi esercitò i diritti fino alla fine del feudalesimo. Nel 1799 il comune fu assegnato al dipartimento del Sangro, cantone di Baranello; nel 1807 passò al distretto di Isernia, governo di Frosolone.
Negli anni trenta del ‘900 Sant’Elena presentava caratteristiche comuni a tanti piccoli centri dell’Italia meridionale: le strade dissestate e difficilmente percorribili rendevano difficili i collegamenti con altri centri, causando un notevole ostacolo allo sviluppo socio-economico di questa area geografica.
L’isolamento territoriale di Sant’Elena Sannita era particolarmente acuito dal fatto che la stazione ferroviaria più vicina era a circa 15 km di distanza, alcuni uffici pubblici di riferimento erano a decine di km e mancava la stazione dei carabinieri. Gli spostamenti, anche considerevoli, avvenivano quasi sempre a piedi o per i più fortunati con biciclette o con carrette a trazione animale. Ancora oggi, i più anziani raccontano di trasferimenti avventurosi per poter esercitare il loro mestiere: la maggioranza degli originari di Sant'Elena Sannita era composta da arrotini ambulanti.
Come tanti altri paesi dell'Italia meridionale anche il Comune di Sant’Elena Sannita è stato toccato in maniera rilevante dal fenomeno dell’emigrazione, che si può definire “ambiziosa”, in quanto è scaturita non solo dalla ricerca di migliori condizioni di vita, ma anche dalla ferma volontà di affermazione sociale duratura e collettiva. Nel periodo del secondo dopoguerra, emigrando (soprattutto a Roma e a Napoli), lavorando duramente e investendo saggiamente i loro guadagni, i santelenesi, infatti, hanno modificato il loro status socio-economico in pochi decenni.
La storia dell’emigrazione santelenese si può suddividere in quattro fasi piuttosto nette: arrotino ambulante; commerciante di coltelli, forbici e di articoli per barbiere; prestigioso commerciante di profumi; fondatore di ambiziose società commerciali per la vendita all’ingrosso di profumi.
A Roma, in particolare, gli arrotini santelenesi si suddividevano in maniera spontanea le varie delle zone di lavoro, si muovevano utilizzando biciclette trasformate in laboratori ambulanti grazie ad una piccola mola sistemata sul telaio. Affilavano gli strumenti del chirurgo, i coltelli dei macellai e dei salumieri, le forbici e i rasoi dei barbieri. Ed è proprio per esaudire le richieste dei barbieri che i santelenesi sono diventati anche piccoli commercianti: per procacciarsi un guadagno maggiore e per acquisire nuovi clienti vendevano, tra l’altro, i talchi e le schiume da barba e cominciavano a fiutare la possibilità di incrementare le entrate investendo il piccolo gruzzolo raccolto con tanto sacrificio.
Durante il ventennio che ha preceduto la II guerra mondiale, le piccole aziende si sono sviluppate quasi sempre nel campo della vendita di forbici e coltelli. Intanto si sviluppava il primo germe che avrebbe fatto sbocciare la nuova attività: nelle vetrinette, tra i coltelli e le forbici, cominciavano ad apparire vasetti di brillantina, le scatolette di sapone da barba, i pennelli da barba, le lozioni per capelli.
L'umile arrotino si avviava a divenire prestigioso profumiere.
A Roma, infatti, i santelenesi sono conosciuti come creatori di un impero dei profumi: oltre duecento profumerie capitoline appartengono ad originari di Sant'Elena Sannita.
Come orientarsi
modificaCome arrivare
modificaIn aereo
modifica- Aeroporto di Fiumicino Roma (FCO), Via dell' Aeroporto di Fiumicino, 320, ☎ +39 06 65951.
- Aeroporto di Capodichino Napoli (NAP), Viale F. Ruffo di Calabria, 80144 Napoli NA, ☎ +39 081 7896111.
- Aeroporto di Pescara (Aeroporto internazionale d'Abruzzo), Via Tiburtina Km 229,100, ☎ +39 085 4324201.
In auto
modifica- da nord uscire al casello di Montenero di Bisaccia/Vasto Sud/San Salvo, immettersi sulla SS 650 (Fondo Valle Trigno) in direzione di Isernia, proseguire in direzione di Civitanova del Sannio, Frosolone, continuare sulla SS 618 in direzione di Sant’Elena Sannita;
- da sud seguire la direzione Pescara, continuare sull’autostrada A16, seguire la direzione Benevento, a Benevento continuare sulla SS 88, uscire a Campobasso, prendere la SS 87 (strada statale Bifernina) in direzione di Campobasso/Isernia, proseguire sulla SS 17, prendere la SS647 in direzione di Termoli, continuare sulla SS 647, svoltare in direzione di Busso, SP 42, seguire indicazioni per Sant’Elena Sannita;
- da nord uscire a San Vittore, seguire la direzione Venafro sulla SS 6, a Venafro continuare sulla SS 85, proseguire sulla SS 17, continuare fino alla SS 618 in direzione di Macchiagodena, Sant’Elena Sannita (SP 42).
- da sud uscire al casello di Caianello, seguire le indicazioni per Isernia, SS 85, continuare sulla SS 17, proseguire fino alla SS 618 in direzione di Macchiagodena, Sant’Elena Sannita (SP 42);
- da Isernia: percorrere la SS 85, continuare sulla SS 17 in direzione di Campobasso, proseguire fino alla SS 618 in direzione di Macchiagodena, Sant’Elena Sannita (SP 42);
- da Campobasso: prendere la SP 160 (Fondo Valle Rivolo), continuare sulla SS 647 in direzione Bojano, svoltare in direzione di Spinete, SP 42, seguire indicazioni per Sant’Elena Sannita;
In treno
modifica- Stazione ferroviaria di Isernia (distante 31 km circa) dove si incrociano le linee:
- Termoli - Campobasso - Isernia
- Roma- Isernia - Campobasso
- Napoli- Isernia- Campobasso
- Collegamenti per Pettoranello in autobus.
In autobus
modificaCome spostarsi
modificaCosa vedere
modifica- Chiesa di San Michele Arcangelo. La chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo venne costruita nel 1600 come chiesa secondaria intitolata in onore di Sant'Angelo, come testimoniano i nomi delle strade limitrofe. Essa è collocata sulla collina più alta del paese e vi si accede tramite un'imponente scalinata in pietra.
Nel corso degli anni ha subito diversi lavori di ricostruzione e di restauro. Fu ricostruita nel 1805, anno in cui ci fu un terribile sisma e nel 1886 poiché l'edificio fu danneggiato da un fulmine. Con i lavori di ricostruzione effettuati nel 1805 furono apportate delle modifiche alla facciata esterna con l'aggiunta di un campanile mentre con i lavori effettuati nel 1937 furono ridisegnati il coro, il campanile, il tosello, i cappelloni interni e la facciata.
All'interno della chiesa sono conservati registri battesimali e funerari a partire dal 1453.
Attualmente S. Michele Arcangelo è il tempio più grande del paese dove vengono celebrate le Messe più importanti.
La sua struttura è articolata in una sola navata con tre cappelloni su ciascun lato, ognuno dedicato al culto di un santo.
Davanti all'ingresso principale si innalza il baldacchino dedicato al santo patrono S. Michele Arcangelo, il cui culto risale al 1628, anno in cui venne commissionata una statua lignea raffigurante il Santo realizzata da G. Colombo mentre nella zona absidale sono conservati gli otto gruppi scultorei dedicati al culto di Santa Filomena. Una di queste è stata realizzata dal Citarella nel 1840.
Nella volta centrale, al di sopra dell'altare maggiore, troviamo degli affreschi del pittore Mario De Tollis (1902-1971), raffiguranti l'ascensione della Vergine in cielo. - Santa Maria delle Grazie. È considerata la chiesa più ricca e suggestiva del paese. Essa fu costruita utilizzando materiali di antiche cappelle e fu abbellita dall'artista Mario De Tollis che vi ha dedicato gli ultimi anni della sua vita.
Si pensa che l'origine di questa chiesa risalga alla nascita del paese stesso; la sua costruzione fu voluta dai signori feudali, infatti è situata in prossimità del palazzo baronale ed in origine era denominata Santa Maria in Castellana; in seguito all'abolizione del latifondismo ha cambiato la denominazione in Santa Maria delle Grazie.
Vi sono dei documenti che testimoniano nel '700 la presenza di un Arciconfraternita che si occupava della gestione del patrimonio ecclesiastico e dell'istruzione degli adepti. A questa confraternita era associata la maggior parte degli abitanti.
Anche questa chiesa, cosi come quella parrocchiale, fu abbattuta dal sisma del 1805. Nel 1826 fu ricostruita e successivamente ampliata a spese dell’omonima Confraternita.
L'edificio è diviso in tre navate che terminano altrettante absidi che presentano delle decorazioni dedicati alla Vergine e ai suoi genitori Gioachino ed Anna.
Lungo le navate laterali vi sono delle cappelle affrescate da Mario de Tollis nelle quali sono rappresentate la vita e le opere di vari santi.
La cripta al di sotto dell'altare maggiore conserva le reliquie di San Francesco. - Chiesa dei SS Cosma e Damiano. È situata a circa un chilometro e mezzo dal centro abitato. Fu edificata da Domenico Verdile e successivamente ampliata dal figlio. Rimase abbandonata dal 1870 al 1895, e nel 1895 i sigg. Verdile la fecero restaurare e riaprire al culto.
Nel 1987 è stata inaugurata una nuova chiesa accanto alla precedente lesionata.
All'interno è possibile ammirare la tela realizzata dall'artista Mario De Tollis raffigurante i Santi Cosma e Damiano che ricevono lo Spirito Santo e illuminano con la loro fede il paese e l'eremo ad essi dedicato. - Palazzo Baronale. Sorge nella parte più antica del paese ed è stato il luogo di residenza dei Conti e dei Signori del paese. Esso fu edificato nel XV secolo.
La comunità Santelenese è stata soggetta a varie famiglie. Tra le più importanti si ricordano gli Orsini e, durante la dominazione Spagnola e Borbonica del Regno di Napoli, i Giovan Francesco Santomago. - 1 Museo del Profumo, Via del Profumo. Fortemente voluto e infine fondato nell'estate del 2014, il museo celebra l'attività per la quale gli emigranti santelenesi si sono affermati. Raccoglie una collezione di pezzi rari e unici della profumeria moderna e contemporanea.
Eventi e feste
modificaCosa fare
modificaAcquisti
modificaCome divertirsi
modificaDove mangiare
modificaDove alloggiare
modificaPrezzi medi
modifica- 1 Bed & Breakfast Stella del Nord, Piazzetta Achille Verdile, 6, ☎ +39 368 396 1812.
- B&B Stella del Nord, piazzetta Achille Verdile 6 (In centro storico nel Palazzo Fanny), ☎ +39 368 3961812, b&b@stelladelnord.it. 30 Euro (bassa stagione). Check-in: 12:00, check-out: 10:00. Bed & Breakfast con 2 camere matrimoniali in piano rialzato senza ascensore (non adatto a disabili). Dispone di giardino.
Sicurezza
modificaCome restare in contatto
modificaPoste
modifica- 1 Poste italiane, Corso Giuseppe Garibaldi, Snc, ☎ +39 0874 890060.
Nei dintorni
modifica- Isernia — Tra i primi insediamenti paleolitici documentati d'Europa, fu poi fiorente città sannita, capitale della Lega Italica, in seguito Municipium romano. Il suo millenario passato le ha lasciato un importante patrimonio monumentale che si estende fino all'epoca preromana, oltre ad importantissimi reperti della preistoria.
- Bojano — Fu potente città sannita, poi centro romano. Nel medioevo divenne sede episcopale. Conserva un bel centro storico ricco di chiese, oltre alla cattedrale.
- Campobasso
Itinerari
modifica- Castelli della provincia di Isernia — Sono numerosi i manieri dell'Appennino molisano nei paesi dell'Alto Molise, dell'Isernino e del Venafrano. Alcuni sono diroccati per vicende belliche o per terremoti; altri sono stati recuperati; molti hanno aspetto militaresco, con poche o nessuna evoluzione architettonica esteriore di trasformazione in dimora signorile.
Altri progetti
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