Ouidah | ||
Stato | Benin | |
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Territorio | Benin meridionale | |
Altitudine | 12 m s.l.m. | |
Superficie | 364 km² | |
Abitanti | 162.034 (censimento 2013) | |
Prefisso tel | +229 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Posizione
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Ouidah è una città del Benin meridionale.
Da sapere
modificaUn tempo un grande porto di schiavi sotto il controllo del Regno di Abomey (che aveva trasformato questa attività in un "monopolio reale" nell'ambito del "commercio triangolare" europeo, era l'ultima visione che molti schiavi avevano della loro terra natale. Dopo un rituale di scomunica che li privava dell'iniziazione Vudù, partivano gli schiavi, venduti dai loro conterranei e acquistati dai bianchi. Gli uomini che morivano prima di avere oltrepassato la porta e quindi erano ancora "iniziati" venivano sepolti nella terra, ma dopo averla passata non erano più considerati uomini e venivano gettati nell'oceano. Il ricordo di questi eventi dolorosi è perpetuato da numerosi monumenti, come "la porta del non ritorno", ma anche da numerosi forti europei. Nel 2000 i Cristiani costruirono la porta del perdono.
Centro religioso di primo piano per i seguaci del Vudù. Nel villaggio si trovano Bukono, sacerdoti Vudù, in grado di iniziare al Vudù e di compiere i rituali autentici.
Cenni storici
modificaSecondo la tradizione locale, fu il re Kpase che verso la fine del XVI secolo ha fondato la città. La città era originariamente conosciuta come Glēxwé, letteralmente "fattoria", e faceva parte del Regno di Whydah.
Ouidah si espanse grazie all'aumento del commercio internazionale quando gli inglesi costruirono qui un forte nel 1650.
Le truppe di Whydah si fecero strada nell'entroterra africano, catturando milioni di persone attraverso guerre tribali e vendendole agli europei e agli arabi. Nel 1716, quando la massiccia nave negriera inglese Whydah Gally arrivò per acquistare 500 schiavi dal re Haffon per venderli in Giamaica, il Regno di Whydah era diventato il secondo più grande porto di schiavi nel commercio triangolare.
Il regno fu governato dal re Haffon, che ricevette la sua incoronazione in dono dal Portogallo, fino a quando, nel 1727, il regno di Whydah fu espugnato dalle forze del re Agaja di Dahomey.
La terra che costituiva il Regno di Whydah divenne una semplice città nel nuovo Regno di Dahomey. I portoghesi, inglesi, olandesi e francesi costruirono tutti forti nella città per proteggere i propri interessi nella schiavitù. I portoghesi avevano raggiunto la città che chiamarono Ajudá nel 1580. Il forte portoghese di São João Baptista de Ajudá, che oggi ospita il Museo Whydah, risale al 1721 e appartenne al Portogallo fino al 31 luglio 1961.
Nel periodo compreso tra il 1946 e il 1949, le stime del governo francese hanno portato la popolazione di Ouidah a circa 14.600 abitanti. Da allora ebbe una ferrovia e fu un centro per la produzione e il commercio di chicchi di palma, olio di palma, copra, caffè, manioca, fagioli, pomodori e cipolle. Fu anche un centro del commercio ittico e della produzione di olio vegetale ed ebbe luoghi di culto cattolici, protestanti e musulmani.
Come orientarsi
modificaCome arrivare
modificaCome spostarsi
modificaCosa vedere
modifica- 1 Museo di storia di Ouidah (Forte di São João Baptista de Ajudá). Il forte di São João Baptista de Ajudá è una piccola fortezza costruita dai Portoghesi nella città di Ouidah, sulla costa del Benin. Il forte, costruito su un terreno ceduto al Portogallo dal re del Dahomey, rimase portoghese dal 1721 al 1961. Nel 1680 il governatore di São Tomé e Príncipe fu autorizzato ad erigere un forte. Dopo essere stato abbandonato per vari anni venne riedificato nel 1721 e chiamato São João Baptista de Ajudá. Il forte svolse un ruolo importante nell'ambito del commercio di schiavi portoghese. Con l'abolizione della schiavitù nel 1807 il forte perse gradualmente di importanza. Sebbene il Portogallo ne rivendicasse sempre il possesso, l'effettiva occupazione ed amministrazione subì varie interruzioni. Il forte fu rioccupato stabilmente dal Portogallo nel 1865 nell'ambito del breve tentativo portoghese di stabilire un protettorato sul regno del Dahomey. Dopo la conquista francese del Dahomey (1891-1894), il possedimento si ridusse al solo territorio all'interno delle mura.
Fino alla sua annessione al Dahomey nel 1961 São João Baptista de Ajudá fu probabilmente la più piccola entità territoriale separata del mondo moderno. L'annessione venne riconosciuta dal Portogallo solo nel 1975. Restaurato con finanziamenti portoghesi il forte ospita attualmente un museo.
- 2 Foresta sacra di Kpassè (A est del comune di Ouidah, nel distretto di Tovè II e Tovè). Foresta composta da alberi secolari di grossa taglia, in cui è possibile trovare anche intagli religiosi e statue di bronzo delle divinità voodoo. La foresta sacra di Kpassè è oggi anche un museo di arte contemporanea. Ci sono statue che simboleggiano divinità Voodoo come:
- Mami Wata (Yemendja per gli Yoruba)
- Gu (Ogun per gli Yoruba), dio della guerra
- Ogoun Zobla, rappresenta pura intelligenza e successo
- Sakpata, dio del vaiolo e più in generale della malattia, della guarigione e della Terra
- Hêbiosso (o Hêvièsso), dio della tempesta e dei fulmini. È accompagnato da un nano o un omuncolo accusato di forgiare il suo fulmine
- Lègba, l'intermediario e il messaggero degli dei. È assimilato, nel voodoo sincretistico haitiano, a San Pietro , che detiene le chiavi del paradiso e dell'inferno. Presiede il lavaggio delle mani con acqua e rum
- Route des Esclaves. Percorso con tramite il quale gli schiavi venivano portati in spiaggia. Ha numerose statue e monumenti, tra cui la Porta del non ritorno.
- Porta del non ritorno. Memoriale del commercio degli schiavi.
- 3 Basilica dell'Immacolata Concezione (Basilique de l'Immaculée Conception). Straordinaria chiesa cattolica ed ex cattedrale prima di passare il titolo a l'attuale di Porto-Novo. Costruita durante il periodo coloniale con stile architettonico gotico europeo a partire dal 1903 e completata nel 1909. Assunse il titolo di basilica minore cattolica romana il 9 novembre 1989 da Papa Giovanni Paolo II.
- 4 Tempio dei pitoni (Difronte alla basilica), ☎ +229 97 87 80 93. Lun-Ven 8:00-18:00. I pitoni reali sono considerati sacri e questo tempio è dedicato alla divinità serpente Dangbè, venerata in città da secoli. Nell'edificio principale si trovano decine di pitoni custoditi con estrema cura dai sacerdoti. Non è escluso che di notte se ne possa trovare qualcuno nei dintorni.
- Maison du Brésil. Galleria d'arte.
Eventi e feste
modificaCosa fare
modificaAcquisti
modifica- Market Center. Istituito dagli scout più di 20 anni fa, forma i giovani nelle competenze agricole, contribuendo così a invertire l'esodo verso le città.
Come divertirsi
modificaLocali notturni
modifica- BlueMooN (Ex strada interstatale). Bar ristorante parzialmente all'aperto che offre cocktail e gelati fatti in casa, buona musica per una serata davvero piacevole! Qui si trova birre locali, buon vino, torte ... tutto il necessario fino a tarda notte! Serve ottimi piatti a buon mercato come pesce brasato, pollo al curry, cuscus, faraona con salsa di cocco e gamberi.
Dove mangiare
modificaPrezzi medi
modifica- Good Marquis at Gbena. Offrono insalata, tacchino arrosto, pollo e pesce e alimenti base africani (i.e. riso e paté).
- Amicalé (Ad Amicale vicino alla basilica). La coppia che lo possiede è così carina, che ci si tornerà solo per la compagnia. Hanno shawarma, hamburger, gelato, pesce, pollo e una specialità ivoriana chiamata attiéké. Le bevande sono un po' più costose rispetto alle buvette.
- Côté Pêche (Difronte a EPP Bresil). Alcuni dei migliori pesci di Ouidah. Ai piatti alla carta, si preferisca i piatti del giorno. Andando in gruppo, si può negoziare per condividere un pesce grosso. I contorni includono patatine fritte, legumi e riso.
- Le Jardin Secret (Appartato, ma ci sono insegne sull'autostrada). In genere hanno un ottimo cibo. È anche hotel e offre il noleggio di moto e biciclette.
Dove alloggiare
modificaPrezzi medi
modifica- Hotel Kpassè, ☎ +229 66 76 30 53.
- Oriki Maquis Hotel.
- Hotel Gbena.
Sicurezza
modificaCome restare in contatto
modificaNei dintorni
modificaAltri progetti
modifica- Wikipedia contiene una voce riguardante Ouidah
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ouidah