Motta Baluffi è un centro della Lombardia.

Motta Baluffi
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Motta Baluffi
Sito istituzionale

Da sapere modifica

Centro dell'area casalasca dell'Oglio Po al confine con la zona cremonese propriamente detta. Paese agricolo con interessanti zone naturalistiche.

Cenni geografici modifica

Nella Bassa Pianura Padana, sulla riva sinistra del fiume Po, a 23 chilometri dal capoluogo provinciale Cremona e a 17 chilometri da Casalmaggiore, capoluogo dell' area casalasca. Ai piedi dell' argine del Po, Motta Baluffi è tuttavia separata dal letto del fiume da circa cinque chilometri di terreno golenale, che costituisce un ricco patrimonio naturalistico, ed è costituito in parco protetto.


Cenni storici modifica

Motta Baluffi sorge lungo l'antica Strada degli Argini, che seguendo il corso del fiume Po conduce da Cremona a Casalmaggiore, e in epoca romana collegava Cremona a Brixellum (l'odierna Brescello, che allora era un importante centro romano). Alcuni storici affermano che lungo questo antico percorso gli Etruschi avevano fondato alcuni centri.

I primi documenti che menzionano il paese risalgono al XII secolo, ma la zona era sicuramente interessata da centri abitati anche in precedenza; pare che nel vicino Solarolo Monasterolo esistesse un importante porto fluviale longobardo. L'attributo Baluffi è dovuto forse ad una famiglia possidente della zona; una tradizione locale afferma invece che deriverebbe dal dialettale luf che indicherebbe la famiglia Lupi, da cui Motta dei Lupi (in dialetto di luf), trasformatosi nel tempo in Baluffi.

La zona, a lungo soggetta ad inondazioni del fiume, e spesso paludosa,costituì per il paese una sorta di difesa che lo tenne lontano dai grandi avvenimenti della storia; l'area venne poi bonificata grazie all'opera dei Benedettini. Questi dotarono i centri rivieraschi di eremi nonché di strutture di accoglienza e di cura per i pellegrini che transitavano per questi luoghi. Nel XII secolo a Motta esisteva un ospedale per la cura dei poveri, dei pellagrosi, degli infermi che si chiamava San Cataldo della Motta, dal nome della parrocchiale. Anche Solarolo Monasterolo ebbe l' insediamento di monaci, gli Umiliati; tracce della architettura di un chiostro monastico si possono ancora indovinare negli edifici vicino alla chiesa di Solarolo, che appunto ne tramanda il ricordo con l'attributo Monasterolo nel nome.

Nel Cinquecento Motta vide il passaggio di truppe veneziane intente alla conquista di questa zona di pianura padana, dirette all'assedio di Cremona. In seguito nessun avvenimento di rilievo interessò questo angolo di pianura fluviale, che ancora ai nostri giorni vive in una dimensione di tranquillità, circondata dal fiume e dalla sua ubertosa campagna.

Come orientarsi modifica

  Motta Baluffi


Come arrivare modifica

In aereo modifica

 

In auto modifica

  •   Casello autostradale di Cremona sull'autostrada A21 Torino - Brescia
  •   Si trova sulla strada provinciale 85 Cremona Casalmaggiore - Bassa di Casalmaggiore

In nave modifica

  •   Motta Baluffi è dotata di un attracco fluviale sul Po per motoscafi e battelli fluviali.

In treno modifica

  Stazione:

In autobus modifica


Come spostarsi modifica


Cosa vedere modifica

  • 45.05439310.2596161 Municipio. Un palazzetto porticato tardo ottocentesco di gusto Quattrocentesco ospita la sede comunale di Motta Baluffi.
  • 45.05279510.2597422 Chiesa parrocchiale di San Cataldo. L'edificio della chiesa parrocchiale intitolata a San Cataldo è caratterizzata da una semplice facciata con timpano decorato da due statue e una croce. La pianta dell'edificio è a croce latina; la navata si conclude con un'abside in mattoni a vista. Il campanile ha una cella campanaria che termina con quattro piccoli timpani sormontati da una cupola.

A Solarolo Monasterolo modifica

Il paese sorge a fianco di Motta Baluffi, più a monte lungo il corso del Po, e come Motta è ai piedi dell' argine. L'attributo Monasterolo pare tramandare la presenza di un insediamento monastico risalente al 1000 d.C..

 
Cascina Stanga - Portale
 
Cascina Stanga - il Corvo
 
Cascina Stanga
  • 45.05812810.2307943 Cascina Stanga. Ai piedi dell' argine maestro del fiume Po a Solarolo Monasterolo, la Cascina Stanga richiama l'attenzione con il suo imponente e svettante portale, reso ancora più elevato dal lungo pinnacolo che parte dalla sommità del timpano curvilineo che lo sovrasta. La cascina si sviluppa in fondo al cortile, stagliandosi incorniciata dall'alto volto passante del maestoso portale.
    Fino a metà Settecento appartenne alla famiglia Maggi. Passò poi in proprietà ai marchesi Vallardi, poi ai Silva. Infine, nei primi anni del Novecento, divenne proprietà della famiglia Stanga. L'edificio conserva alcune tracce di una decorazione pittorica.
    Il complesso viene anche chiamato Villa Bertini, oppure Villa del Corgnacco, ma anche il Corvo tout-court. Quest'ultima denominazione è dovuta alla presenza sul fastigio del portale di un corvo in rame di dimensioni ragguardevoli: ha infatti una apertura alare di due metri. Quest'opera è assurta, praticamente da sempre, a simbolo del paese di Solarolo Monasterolo (Sularóol dal Curgnàch per l'appunto, ma anche solo I Curnàc nei vari dialetti locali).
 
L' inusuale campanile
 
Chiesa parrocchiale dei SS. Apostoli Pietro e Paolo
  • 45.05826210.2328544 Chiesa parrocchiale dei SS. Apostoli Pietro e Paolo. Non si hanno tracce documentali di quando fu costruita la chiesa originaria. È probabile che, come in tutti i centri lungo il Po, esistesse un edificio religioso in epoca matildica, con lo scopo di fornire un punto d'appoggio e di sosta ai pellegrini durante il percorso lungo l'antica via degli argini, fino all'arrivo a un punto di transito oltre il Po, per dirigersi alla volta di Roma o della Terrasanta.
    I registri parrocchiali documentano l'attività religiosa a partire dal Seicento.
    La torre campanaria è stata totalmente rifatta nel 1847; sormontata da un tamburo quadrato, con due timpani su due lati contrapposti, risulta del tutto inusuale sia nella zona casalasco viadanese dell'Oglio Po, sia sicuramente in generale nella tipologia dei campanili.
    Il timpano della facciata è slanciato da cinsue pinnacoli; al suo interno un affresco dà colore all' insieme, come pure quello sopra la porta d'ingresso del tempio. Ai lati, in due nicchie, ciascuna incorniciata da due coppie di colonne che sorreggono il timpano, le statue dei Santi Pietro e Paolo, ai quali la chiesa è intitolata.
    Al suo interno conserva un organo settecentesco e una statua lignea di San Rocco, che fu oggetto in passato di particolare venerazione, con cerimonie e processioni.

La curiosita'

 
Un esempio di rosa della vita

Il paese viene ricordato in alcuni Itinerari del Mistero poiché in una cappelletta (una Maesta', come vengono chiamate in zona queste costruzioni votive) dipinto su una antica urna funeraria compare il simbolo chiamato Fiore della Vita o Rosa Celtica oppure Sesto giorno della Genesi, poiché i petali di questo stilizzato fiore sono ottenuti dalla rotazione di sei cerchi o sfere corrispondenti ciascuna ad un giorno della creazione.

Si tratta di un simbolo antichissimo, presente in molte civiltà, conosciuto dai primi cristiani copti ma anche da Etruschi, Cinesi, Ebrei, Celti, ed è legato a pratiche e credenze esoteriche. Secondo i sostenitori di questi itinerari misteriosi, tale simbolo esistente a Solarolo sarebbe legato alla presenza del convento degli Umiliati, movimento religioso che si sviluppo' in Lombardia tra il XII e il XIII secolo.

Eventi e feste modifica

  • Fiera patronale di San Cataldo.   10 maggio.
  • Concorso "Paese in fiore".   A luglio.
  • Sagra (Solarolo Monasterolo).   Terza domenica di settembre.
  • Sagra paesana.   Prima domenica di ottobre.


Cosa fare modifica


Acquisti modifica


Come divertirsi modifica


Dove mangiare modifica

Prezzi medi modifica

  • 45.05403510.2573331 Bar Trattoria La Pace, via Roma 22, +39 0375 969001.
  • 45.0544110.2579612 Locanda La Motta, via Argine Casalmaggiore 84 (verso Casalmaggiore), +39 0375 570002.


Dove alloggiare modifica

Prezzi modici modifica


Sicurezza modifica


Come restare in contatto modifica

Poste modifica


Tenersi informati modifica


Nei dintorni modifica

 
Tritone crestato
 
Pesce persico
  • Castelponzone — Il paese dei cordai, a cui è dedicato il locale museo, ha mantenuto la propria fisionomia di vecchio centro padano porticato; nella sua urbanistica si intuisce il disegno delle fortificazioni che ebbe un tempo, quando fu feudo e Castello dei Ponzone. Fa parte dei Borghi più belli d’Italia.
  • Scandolara Ravara — La Chiesa vecchia, di origine romanica, isolata in fondo al paese nei pressi del cimitero, racchiude un sorprendente tesoro di affreschi e costituisce uno dei più importanti esempi del periodo nell’area dell’Oglio Po.
  • Sabbioneta — Città di fondazione, Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO, mantiene la cerchia muraria entro la quale è rimasta intatta la magia dell'urbanistica ideale realizzata da Vespasiano Gonzaga; il Teatro all'Antica, il Palazzo Ducale, la Galleria, la chiesa dell'Incoronata sono alcuni dei suoi monumenti che spiccano in un contesto che si è mirabilmente conservato.
  • Colorno — La sua Reggia fu dei Sanseverino, poi dei Farnese, di Maria Luigia d'Austria, dei Borbone; è il monumento di gran lunga più importante di questa piccola Versailles parmense, che offre anche un centro storico piccolo ma bello, a ridosso del torrente Lorno che gli dà il nome e del Parma, poco lontano dal Po.
  • Casalmaggiore — Capoluogo del Casalasco, protetta da poderosi argini, la città si sviluppa parallelamente al letto del Po. L'ampio respiro della piazza principale, l'innegabile maestosità del Palazzo municipale e del Duomo rivelano il suo carattere di importante centro della Bassa. Il Santuario della Madonna della Fontana, la chiesa di Santa Chiara, la chiesa dell'Ospedale sono fra i suoi monumenti di spicco.


Riserva naturale Lanca di Gerole modifica

 
Populus alba - pioppo bianco
 
Quercia
 
Alborella
 
Storione
 
Raganella

La riserva naturale Lanca di Gerole è un'area protetta di 48 ettari, che si trova nella golena del Po nel territorio dei Comuni di Motta Baluffi e Torricella del Pizzo, gestita dalla amministrazione provinciale di Cremona. Si sviluppa nella zona di due antichi meandri del fiume, che ora non rappresentano più il letto principale del Po, e vengono raggiunti dalle sue acque solo durante le ricorrenti grandi piene. L'habitat è ricco di fauna e flora acquatica e palustre, con formazioni boschive di salici, querce, olmi, aceri, ciliegi, pioppi, oltre a numerose specie di arbusti. Di fronte all'area esiste un'isola nel corso principale del fiume. Per la fauna, la riserva costituisce una delle ultime zone in cui sopravvive il pelobate, un piccolo rospo nativo della Pianura Padana, una specie che è seriamente in pericolo di estinzione; sono presenti inoltre: il tritone crestato e quello punteggiato, il rospo comune e smeraldino, lucertole e ramarri, l'orbettino, il biacco, bisce d'acqua, il colubro liscio.

Fra i volatili sono state classificate presenti 135 specie, metà delle quali nidificanti, e quindi che vivono e popolano la zona, fra cui il tarabusino, il tuffetto, il moriglione, le silvie di canneto, la rara salciaiola, l'ortolano, lo zigolo giallo, il succiacapre, l'albanella minore. La zona costituisce inoltre un punto di sosta prezioso per le specie migranti, oltre a specie poco frequenti come la cicogna nera, la gru, l'airone bianco maggiore.

In questo contesto naturalistico si inserisce l'Acquario del Po, ubicato nella cascina Ronchetto, nell'area golenale a quattro chilometri e mezzo dal paese. In questo acquario unico nel suo genere sono riprodotte in 70 vasche gli ambienti acquatici del Po e le specie ittiche presenti nel grande fiume.

Fra i pesci: pescegatto, scardola, persico, temolo, carassio, alborella, anguilla, perfino uno storione.

L'acquario riserva la propria attenzione anche alle specie non autoctone, quali i pesci decorativi come i carassi. Completa la testimonianza della vita fluviale la presenza di conchiglie, gamberi di fiume, tartarughe, tritoni, raganelle.

Nato nel 2004 come strumento didattico soprattutto ad uso delle scolaresche, l'acquario si è nel tempo affermato anche come testimonianza dello studio anbientale e della sua salvaguardia. Si avvantaggia della vicinanza all'attracco fluviale, che consente l'arrivo di scolaresche, ma anche di turisti attenti ai problemi ambientali ed ecologici, attraverso un pittoresco percorso fluviale in battello.

L'acquario è aperto al pubblico la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Su prenotazione gli altri giorni, per scolaresche e gruppi.



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