Scandolara Ravara | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Lombardia | |
Territorio | Oglio Po | |
Altitudine | 31 m s.l.m. | |
Superficie | 17 km² | |
Abitanti | 1.413 (2016) | |
Nome abitanti | Scandolaresi | |
Prefisso tel | +39 0375 | |
CAP | 26040 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Scandolara Ravara è un centro della Lombardia.
Da sapere
modificaCenni geografici
modificaSi trova a poca distanza dal fiume Po, in provincia di Cremona, nell'ambito provinciale del Casalasco.
Cenni storici
modificaIn epoca remota Scandolara doveva trovarsi ben più vicina al letto del fiume Po, se uno dei suoi nomi antichi fu Scandolara Ripa di Po (1211). Il borgo sorgeva con ogni probabilità lungo la via degli argini che collegava la romana Cremona a Brixellum; ritrovamenti di epoca romana sono infatti avvenuti in tutti i centri che erano interessati a questa importante via di comunicazione. A Scandolara il ritrovamento più noto e più consistente è l'Altare di Ilumvio, un altare funerario proveniente da una tomba romana, costruita in granito, conservato ora presso il Museo Archeologico del Castello Sforzesco a Milano.. Questo materiale, che non si trova in zona, è presente in molti ritrovamenti fatti nella zona di Este (Ateste) in Veneto; questo dimostra che Scandolara era interessata da scambi commerciali con quelle zone, raggiungibili per via fluviale ed anche per via terra, attraverso la via romana Postumia.
Le ricorrenti piene ed alluvioni del Po, che periodicamente cambiava il suo corso, non ancora governato da argini abbastanza poderosi, mutarono nettamente la conformazione delle campagne attorno a Scandolara ed alla Chiesa Vecchia, che non si trovo' più ad essere lambita dal fiume. L'origine del nome indicherebbe, secondo alcuni glottologi, un agglomerato posto su una altura, quindi sopraelevato sulle acque del Po che sovente inondava le campagne rendendo la zona paludosa e quasi lagunare.
Dal 1426 al 1870 Scandolara fa parte del feudo dei Ponzone, senza tuttavia avvantaggiarsene, poiché il centro dei feudatari era Castelponzone, dove si trovava il Castello, dove si teneva il mercato, dove si gestiva il potere feudale.
Entrata nel Regno d' Italia, Scandolara ingloba il nucleo di abitazioni denominate Ravara, che si riunivano intorno alla chiesa di Sant'Antonio. Nel Novecento a Scandolara Ravara fu aggregato il disciolto Comune di Castelponzone, che scontava così il lungo decadimento seguito alla crisi della produzione dei cordai e alla fine del suo importante ruolo di mercato commerciale di importanza provinciale.
Come orientarsi
modificaCome arrivare
modificaIn aereo
modificaGli aeroporti più vicini sono:
- Aeroporto Giuseppe Verdi di Parma
- Aeroporto Valerio Catullo di Verona
- Aeroporto Gabriele D' Annunzio di Montichiari (BS)
- Aeroporto Caravaggio di Orio al Serio (BG)
- Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna
In auto
modificaÈ collegata alle strada provinciale 85 Bassa di Casalmaggiore Casalmaggiore - Cremona e alla ex Statale Giuseppina Cremona - San Giovanni in Croce (innesto Parma - Brescia).
In treno
modifica- Stazione di San Giovanni in Croce, sulla linea Parma - Brescia
In autobus
modifica- Ha fermata propria sulla linea di pullman Casalmaggiore - Scandolara Ravara - Cremona
Come spostarsi
modificaCosa vedere
modifica- Chiesa della Madonna della Pace (Chiesa Vecchia (Céesa Vécia)). Alla fine del paese sorge la Chiesa Vecchia, il monumento più antico di Scandolara Ravara, culmine meridionale dell'area centuriata romana di cui rimangono evidenti tracce intorno al vicino abitato di Castelponzone. Sorta molto probabilmente lungo l'antica 'via degli argini' citata da numerose fonti antiche, che da partendo da Cremona sfiorava la località di Sex Pilae (oggi Sospiro) per giungere a San Daniele ripa di Po e Scandolara Ripa di Po. L'antichità del luogo è dimostrata dalla presenza fino al 1850 dell'Altare di Ilumvio, monumento funebre di epoca romana, riutilizzato per secoli come fonte battesimale, che si trova ora a Milano nel cortile del Museo Archeologico di Corso Magenta.Di esso rimane oggi nella Chiesa, murato a fianco della porta di ingresso, una sorta di scodella di marmo con iscrizioni romane che non sono mai state oggetto di studio.La costruzione o meglio la ricostruzione della chiesa risale agli anni intorno al Mille, ma il ritrovamento in situ del monumento funerario romano e la stessa presenza della torre trasformata in campanile potrebbe testimoniare l'esistenza di precedenti edifici. Una tenace tradizione orale fa risalire la fondazione della chiesa nelle forme in cui la conosciamo oggi all'imperatore Federico Barbarossa che proprio nel territorio cremonese aveva i suoi più fedeli e forti sostenitori nelle campagne militari italiane.A fianco della Chiesa permane il micro-toponimo Castlas (Castellazzo) di chiara origine romana, mai indagato archeologicamente nonostante le numerose testimonianze di ritrovamenti di vasellame. Durante gli anni '90 proprio in quel campo l'amministrazione Comunale ha posto una discarica di rifiuti, senza effettuare il benché minimo saggio archeologico.Il legame sacrale tra il luogo e il culto dei morti, oggetto di una forte tradizione orale, è testimoniato da un impressionante numero di ossa umane venute alla luce nel 2008 in occasione della impermeabilizzazione delle fondamenta.Un dipinto conservato all'interno dell'edificio, databile all'incirca al 1450, raffigura il tempio a poca distanza dal fiume che oggi dista circa 6 chilometri dall'abitato. Un fenomeno comune a tutti i comuni rivieraschi tra Cremona e Scandolara visto che il fiume Po, almeno fino al VII secolo, scorreva molto più a nord del corso attuale.
Edificata poco dopo il 1100, la Chiesa detta anche di Santa Maria della Pace, faceva parte dei beni del monastero di San Gabriele dell'ordine cluniacense, sotto il patrocinio pontificio. Nel 1152 passa da Cappella a Tempio. Di notevole importanza il ritrovamento avvenuto nel 1930 circa di un crocifisso ligneo del XII secolo recentemente attribuito a maestri di scuola francese, oggi conservato presso la chiesa principale di Scandolara. L'abside parrebbe essere anteriore alla costruzione della chiesa che ci è pervenuta; è resa molto luminosa da due grandi finestre laterali. Fino ai primi anni 80 è testimoniata un'usanza antichissima, nota a tutte le donne della zona, di grattare la parte inferiore di un affresco raffigurante la Madonna per favorire la venuta del latte materno e rendere meno dolorose le nascite. Possibile prova dell'esistenza di forti influssi pagani in tutta la cultura popolare dell'area circostante, permeata di una forte tradizione contadina, da precisi riti legati alla coltivazione dell'uva e dalla rigida osservazione delle fasi lunari.La facciata della chiesa è a capanna, nel caratteristico stile romanico lombardo. Archetti in cotto impreziosiscono la facciata; il portale è sottolineato da una semplice cordonatura ad arco: al di sopra due finestre a bifora, inserite nel 1780, danno luce all'interno.
La torre campanaria conserva la struttura originaria. Le bifore della cella campanaria presentano colonne a tutto tondo. Il campanile doveva essere in origine una torre di guardia in prossimità di un guado o di un passaggio sul fiume Po, costruita almeno un secolo prima della chiesa; la sua edificazione si può forse far risalire ad altre analoghe innalzate in vari punti della pianura padana per far fronte all'ultima scorreria nomade di cui resti traccia nelle fonti scritte. Quella dei cavalieri ungari che nel X secolo investirono la parte orientale della pianura, provocando morte e stragi.La parte più alta rivela, anche nella diversita' di colorazione dei mattoni, una sua successiva elevazione, oppure una sua riparazione a seguito di eventi rovinosi come i numerosi terremoti di cui restano diverse testimonianze scritte nella storia cremonese. In zona costituisce comunque l'esempio meglio conservato e meno rimaneggiato di torre romanico-lombarda.
- Chiesa Parrocchiale. L'edificazione del tempio risale al 1626. La primitiva facciata in stile barocco, abbattuta in quanto l’alzata di gran lunga sporgente oltre il tetto minacciava di crollare verso la piazza, venne sostituita nel 1825 con l’attuale in stile neoclassico progettata dall’architetto Luigi Voghera. Il completamento della facciata però avvenne solo nel 1935 con la collocazione delle 5 statue (Mosè, Elia, il Redentore, S. Pietro e Paolo) e i 3 bassorilievi raffiguranti Gesù che entra in Gerusalemme, Gesù che accoglie i bambini, Gesù che predica alle folle. L’altorilievo che decora il timpano rappresenta l’Assunta, alla quale la Chiesa è consacrata.
Addossato al lato meridionale della Chiesa si trova il piccolo Oratorio della Madonna del Carmine. - Chiesa di Sant'Antonio Abate.
- Castelponzone (vedi). frazione a nord, centro di interesse urbanistico. Il paese dei cordai merita una visita per la sua struttura urbanistica di borgo padano porticato conservata senza stravolgimenti. Fa parte dei Borghi più belli d'Italia.
Eventi e feste
modifica- Festa patronale di Santa Maria Assunta. Il 15 agosto.
- Sagra di San Luca. A fine ottobre a Castelponzone.
Cosa fare
modificaAcquisti
modificaCome divertirsi
modificaDove mangiare
modificaPrezzi medi
modifica- 1 Trattoria Pavone, via Marconi 112, ☎ +39 0375 95282.
- 2 Vesuvio, via Buschini 16 (a Castelponzone), ☎ +39 0375 350296.
- Osteria Antiche Sere, via Buschini 11 (a Castelponzone), ☎ +39 0375 350345.
- 3 Pizzeria Al Gambero Rosso, via Marconi 162, ☎ +39 0375 95541.
Dove alloggiare
modificaSicurezza
modificaCome restare in contatto
modificaPoste
modifica- Poste italiane, Piazza Italia 3, ☎ +39 0375 350179.
Tenersi informati
modifica- Oglio Po news. Quotidiano informatico dell'Oglio Po.
- [link non funzionante] L'Inviato. Quotidiano on-line della provincia - Cronaca di Casalmaggiore.
- La Provincia, Via Pozzi, 15, ☎ +39 0375 200493, fax: +39 0375 201466. Giornale quotidiano - Redazione di Casalmaggiore.
Nei dintorni
modifica- San Martino del Lago — Il Santuario di Caruberto, situato nel suo territorio comunale, è un edificio di origini romaniche isolato nella campagna e conserva pregevoli affreschi del primo Quattrocento o forse antecedenti.
- Torre de' Picenardi — La villa Sommi Picenardi si è sviluppata da un preesistente nucleo castellano; a partire dal Cinquecento fu trasformata nei secoli successivi fino all'aspetto attuale. Un corpo della villa, di gusto neoclassico, prospetta sulla piazza del paese. Una seconda fabbrica si sviluppa all'interno e si raccorda all'antico corpo del primitivo castello. Un vasto giardino circonda il complesso della villa, attorniato da un ampio fossato con acqua.
- San Giovanni in Croce — Villa Medici del Vascello è il castello della Dama dell’ermellino del famoso dipinto di Leonardo da Vinci. Fu proprio Cecilia Gallerani, la Dama del ritratto, ad iniziare la sua trasformazione da struttura militare a residenza signorile, illeggiadrendone l’aspetto guerresco della sua primitiva fondazione quattrocentesca. La Villa è circondata da un vasto parco e da un’alta muraglia che non impedisce di scorgerne l’elegante bellezza.
- Sabbioneta — Città di fondazione, Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO, mantiene la cerchia muraria entro la quale è rimasta intatta la magia dell'urbanistica ideale realizzata da Vespasiano Gonzaga; il Teatro all'Antica, il Palazzo Ducale, la Galleria, la chiesa dell'Incoronata sono alcuni dei suoi monumenti che spiccano in un contesto che si è mirabilmente conservato.
- Colorno — La sua Reggia fu dei Sanseverino, poi dei Farnese, di Maria Luigia d'Austria, dei Borbone; è il monumento di gran lunga più importante di questa piccola Versailles parmense, che offre anche un centro storico piccolo ma bello, a ridosso del torrente Lorno che gli dà il nome e del Parma, poco lontano dal Po.
- Casalmaggiore — Capoluogo del Casalasco, protetta da poderosi argini, la città si sviluppa parallelamente al letto del Po. L'ampio respiro della piazza principale, l'innegabile maestosità del Palazzo municipale e del Duomo rivelano il suo carattere di importante centro della Bassa. Il Santuario della Madonna della Fontana, la chiesa di Santa Chiara, la chiesa dell'Ospedale sono fra i suoi monumenti di spicco.
Altri progetti
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