Melendugno | ||
Stemma e Bandiera | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Puglia | |
Territorio | Salento | |
Altitudine | 36 m s.l.m. | |
Superficie | 92,31 km² | |
Abitanti | 9.830 (2011) | |
Nome abitanti | Melendugnesi | |
Prefisso tel | +39 0832 | |
CAP | 73026 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Niceta il Goto (15 settembre) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Melendugno è una città della Puglia.
Da sapere
modificaDal 2011 al 2015 le marine melendugnesi hanno riconfermato il riconoscimento della Bandiera Blu. Fa parte dei Borghi Autentici d'Italia.
Cenni geografici
modificaCenni storici
modificaLe prime testimonianze di frequentazione della zona di Melendugno sono riconducibili all'età del Bronzo; risalgono a quest'epoca i due dolmen Placa e Gurgulante individuabili nelle immediate campagne in direzione di Calimera. Il primo insediamento abitativo vero e proprio è rappresentato invece da Roca Vecchia. Il sito, frequentato sin dalla preistoria, sorse come città fortificata già nel XV-XI secolo a.C. Ricostruita dalle popolazioni messapiche nel IV-III secolo a.C., il cui nome pare fosse Thuria Sallentina, venne abbandonata in epoca romana e nuovamente abitata nell'Alto medioevo da anacoreti, provenienti perlopiù dall'Impero Romano d'Oriente, che col tempo costituirono una comunità, abitando in una serie di grotte scavate nel calcare. Agli inizi del XIV secolo, Gualtieri di Brienne, conte di Lecce, ricostruì Roca facendone una città fortificata, ma nel 1480 subì le incursioni turche. Liberata nel 1481, divenne successivamente rifugio di corsari barbareschi, tanto che nel 1544 Ferrante Loffredo, governatore della provincia di Terra d'Otranto, dette l'ordine di raderla al suolo. La distruzione di Roca Vecchia determinò la nascita, nell'entroterra, di un piccolo villaggio Roca Nuova abitato fino al XIX secolo, quando fu abbandonato definitivamente a causa delle condizioni malsane della zona circostante.
Per quanto riguarda il centro urbano di Melendugno, pare abbia avuto origine verso l'XI secolo con l'arrivo dei Normanni, successivamente al periodo delle guerre tra Saraceni e Greci. Sotto i Normanni, i monaci basiliani si stanziarono sul territorio costruendo cripte e abbazie e sviluppando l'agricoltura e la letteratura. A Melendugno fondarono l'Abbazia di San Niceta, i cui resti sono rappresentati dalla piccola chiesa situata nei pressi del cimitero.
Come per gli altri centri del Salento, anche Melendugno conobbe le vicende feudali. Intorno al 1335 apparteneva ai Garzya, poi fu la volta dei Del Saba e dei De Palacis. Nel XIV secolo fu acquistato dai Paladini, il cui ramo principale si estinse con la morte di Giorgio Antonio nel 1656. Passò ai Maresgallo e quindi nel 1680 ai D'Afflitto che regnarono per breve tempo in quanto costretti a vendere il casale ai D'Amely per saldare i debiti contratti. I D'Amely regnarono su Melendugno fino al 1806, anno in cui Giuseppe Bonaparte abolì la feudalità nel Regno di Napoli.
Come orientarsi
modificaIl centro storico di Melendugno è caratterizzato dalla presenza di frequenti case a corte medievali costituite da un cortile centrale sul quale si affacciano i vari ambienti abitativi.
Quartieri
modificaIl suo territorio comunale comprende la frazione di Borgagne; il litorale adriatico conta insediamenti turistici in espansione, quali Torre Sant'Andrea, Torre Specchia, San Foca. Melendugno e Borgagne (che si trovano nell'entroterra) hanno sviluppato maggiormente l'agricoltura con immensi uliveti disseminati in tutta la zona.
San Foca e Torre Sant'Andrea sono due località che hanno mantenuto la loro dimensione di piccoli villaggi di pescatori. San Foca possiede inoltre un nuovo porto turistico composto da una banchina di 200 metri e da 3 pontili galleggianti per un totale di 150 posti barca.
Torre dell'Orso e Torre Saracena sono due località prettamente turistiche, con un grande sviluppo di villaggi-hotel residenziali. Il forte sviluppo residenziale, tuttavia, non ha danneggiato il paesaggio e l'incontaminata natura, lasciando una costa intatta, dove rilievi rocciosi si alternano a spiagge dalla sabbia fine.
Come arrivare
modificaIn aereo
modifica- 1 Aeroporto del Salento (Aeroporto di Brindisi-Casale, IATA: BDS), Contrada Baroncino (Brindisi). Aeroporto internazionale distante circa 70 km da Melendugno.
In auto
modificaI collegamenti stradali che interessano il comune sono:
- Strada statale 16 Adriatica Lecce-Maglie.
- Strada provinciale 2, da Vernole;
- Strada provinciale 3, da Borgagne;
- Strada provinciale 29, da Calimera;
- Strada provinciale 145, da San Foca;
- Strada provinciale 146, da Carpignano Salentino;
- Strada provinciale 297, da Torre dell'Orso.
In treno
modificaLa città non è servita dalla ferrovia, la Stazione di Lecce è la più vicina (a circa 20 km) fra quelle che fanno servizio nazionale con Trenitalia, da questa si può arrivare a Melendugno in autobus.
- 2 Stazione di Lecce. Stazione Trenitalia e FSE a circa 20 km da Melendugno
Come spostarsi
modificaCosa vedere
modificaChiese
modifica- 1 Chiesa di Maria Santissima Assunta. La chiesa madre di Maria SS. Assunta, risalente al XVI secolo, presentava in origine una sola navata, l'attuale centrale, con pianta a croce latina. Al suo interno, sotto il piano pavimentale, trovano posto diciannove sepolture. Il Settecento rappresentò un periodo di grandi trasformazioni per l'edificio sacro che venne allargato con le due navate laterali e dotato di campanile (1696). Nel 1774, come rivela l'epigrafe sotto la statua dell'Assunta, fu rielaborato il prospetto a due ordini mentre, sul finire del XIX secolo, l'interno venne arricchito da un nuovo coro e dalle cappelle dedicate al Crocifisso, al Sacramento e a San Niceta. All'interno sono da ammirare i seicenteschi altari come quello dedicato alla Madonna del Rosario, opera di Aprile Petrachi che realizzò anche il crocifisso ligneo, il paliotto in pietra leccese dipinta raffigurante l'Ultima Cena, parte dell'antico altare maggiore e la cinquecentesca porta della sacrestia.
- Abbazia di San Niceta. L'abbazia di San Niceta sarebbe stata fondata nel 1167 da Tancredi d'Altavilla e fu retta dai monaci basiliani. Dell'antica abbazia, dipendente dal Monastero di San Nicola di Casole presso Otranto, rimane solo la chiesa e qualche rudere del monastero visibile nella zona presbiteriale.
La chiesa, a pianta rettangolare e con presbiterio quadrato, presenta tre archi gotici che sostengono la copertura a volta. La ristrutturazione gotica deve essere avvenuta intorno alla fine del '400, ipotesi confermata dalla datazione dei trittici affrescati nelle arcate della parete sinistra. Cominciando dalla prima arcata sono raffigurati Sant'Antonio da Padova a destra, San Paolo al centro, San Nicola a sinistra, con una impostazione tipicamente quattrocentesca. Nell'arcata centrale si distingue una Santa di difficile identificazione, una Crocifissione e San Rocco. L'ultima arcata ospita gli affreschi della Madonna col Bambino, di San Vito e di Sant'Antonio Abate. In fondo alla parete del coro si trovano gli affreschi datati per ben due volte al 1563: la Crocifissione con la Vergine e San Giovanni Evangelista, il Cristo piagato con l'iscrizione Mors mea vita tua e la Madonna di Loreto raffigurata col Bambino in braccio, secondo la tradizionale iconografia.
- 2 Chiesa dell'Immacolata. La chiesa dell'Immacolata fu costruita nel 1666 ai margini delle mura della città e in prossimità della porta che conduceva a San Foca. Essendo quindi periferica ed in una posizione esposta si ritenne necessario dotarla di qualche elemento difensivo. Fu dotata di un robusto ed alto parapetto, tuttora esistente, che, inutile dal punto di vista estetico, si presentava adattissimo a offrire riparo a chi, prendendo la mira dalle feritoie praticate lungo i prospetti di tramontana, ponente e scirocco, aveva il compito di reagire contro gli assalitori. Il portale, datato 1678, aprendosi sul prospetto est mostra sulla trabeazione i minuti caratteri che tramandano in quattro righe l'originaria titolazione della chiesa a San Giovanni Battista. L'intera parete del lato ovest occupa l'altare maggiore che, datato al 1698, incastona in un capriccioso intreccio di fiori, frutti, angeli e uccelli la tela di San Giovanni Battista, originario titolare e quelle della Vergine Immacolata, di Santa Lucia e Santa Marina. Di epoca successiva è l'altare laterale intitolato a San Donato, innalzato nel 1777 a spese dei devoti.
- 3 Chiesa dell'Addolorata (dei Santi Medici).
- Edicola della Madonna del Buon Consiglio.
- Cappella dell'Annunziata, via Roma.
Architetture varie
modifica- Frantoi ipogei ("trappiti"). Sono degli antri sotterranei privi di luce e scavati nel banco calcareo utilizzati per la produzione dell'olio di oliva. Venivano costruiti sotto terra per poter sfruttare la maggiore costanza termica e proteggere il prodotto dagli sbalzi della temperatura.
- 4 Palazzo baronale D'Amely (Castello). Il Palazzo Baronale D'Amely, chiamato anche castello, si presenta come una grande torre poligonale edificata su progetto del celebre ingegnere militare Gian Giacomo dell'Acaya nella seconda metà del XVI secolo su commissione di Pompeo Paladini, settimo barone di Melendugno e Lizzanello. La pianta stellare dell'edificio trova solo tre confronti in tutta la Puglia. La torre, un tempo circondata dal fossato, sorgeva isolata rispetto alla cerchia delle mura medievali, divenuta probabilmente un sistema difensivo poco efficace.
Alta 12,50 metri con mura di 4,5 metri, presenta una base scarpata e una facciata divisa da due tori marcapiano. L'accesso era possibile attraverso un ponte levatoio, protetto sulla verticale da una caditoia. Con l'avvento dei baroni D'Amely, il ponte levatoio fu sostituito con uno in muratura chiuso da un portale di foggia cinquecentesca sormontato dall'emblema nobiliare: due leoni addossati e coricati che sostengono sul dorso una torre merlata. Al di sopra dello stemma troneggia la statua della Madonna Immacolata. Nei pressi della torre si collocavano le carceri baronali, i magazzini per i viveri, la torre con guardiola e la piccola cappella al pian terreno che conserva ancora gli affreschi del Cristo Crocifisso e di una Madonna col Bambino.
Megaliti
modifica- 5 Dolmen Placa. Scoperto nel 1909, il dolmen posa su un banco di roccia affiorante ed è alto 85 cm. Presenta una lastra di copertura irregolare che poggia solo su 4 di 7 piedritti. Tale lastrone è variabile in spessore da 40 cm sul lato a ovest fino a 17 cm su quello a est. Due dei 4 ortostati presentano lesioni verticali e un albero di ulivo selvatico si è sostituito nella funzione statica di sostegno al piedritto a sud che ha spostato di alcuni cm di distanza dal lastrone. Una cuppella di 15 cm di diametro e di 20 cm di profondità è scavata sulla superficie del lastrone a ovest. L'apertura del megalite è collocata a sud ovest. Si trova sulla provinciale per Calimera nel fondo Placa.
- 6 Dolmen Gurgulante. Il dolmen è collocato su un banco di roccia affiorante ed è alto 90 cm. Presenta un'apertura a nord ovest e una superficie piena di formazioni licheniche e fortemente corrosa. Il lastrone di copertura a forma di rettangolo irregolare (200 x 150 cm circa) presenta uno spessore medio di 30 cm e poggia su 5 piedritti monolitici; lo spigolo smussato ad est non ha più il contatto con l'ortostato di sostegno. Si trova sulla provinciale per Calimera nel fondo Gurgulante.
Strutture Naturali sull'Adriatico
modificaIl territorio di Melendugno si affaccia sul mare con un litorale di oltre 15 km compreso fra Torre Specchia a nord e Torre Sant'Andrea a sud. Il litorale, caratterizzato da un susseguirsi di spiaggette, insenature, dune e calette e dalla presenza di piatti isolotti nella zona settentrionale e di faraglioni in quella meridionale, ospita ampie aree pinetate e diverse specie arbustive della macchia mediterranea. Dalla costa melendugnese talvolta è possibile vedere ad occhio nudo l'isola albanese di Saseno e i rilievi montuosi dell'Albania.
- Grotta di San Cristoforo. La grotta di San Cristoforo è situata nella baia di Torre dell'Orso. Si apre nella parete di roccia sul lato sud-orientale della baia e si presenta come un'escavazione a pianta rettangolare, probabilmente eseguita tra il IV e il III secolo a.C. La grotta fu frequentata in diversi periodi storici e le pareti interne conservano ancora alcune iscrizioni greche, latine e medievali. La cavità fu frequentata da navigatori e mercanti che si apprestavano ad attraversare (o avevano appena attraversato) il canale d'Otranto, esprimendo al Dio, attraverso queste iscrizioni, voti, dediche ed invocazioni.
- 7 Grotta della poesia, Roca Vecchia.
- 8 Faraglioni, Sant'Andrea.
- 9 Le due sorelle, Torre dell'orso.
Torri costiere di avvistamento
modificaIl litorale del comune di Melendugno ospita cinque Torri d'avvistamento tutte realizzate nella seconda metà del XVI secolo.
- 10 Torre Specchia Ruggeri. È una località balneare posta sul Mar Adriatico, tra San Cataldo e San Foca, in provincia di Lecce. È divisa amministrativamente tra i comuni di Melendugno e Vernole ed è frequentata da turisti ed abitanti nel periodo estivo, che occupano le case e il villaggio, costruiti negli ultimi anni.
Sulla costa si erge una torre a base quadrata con forma tronco piramidale, Torre Specchia Ruggeri, che fu costruita nel 1568 a difesa del territorio, contro pirati e invasori saraceni che infestavano la zona e minacciavano l'entroterra dal mare. La torre sancisce il punto di confine tra il comune di Vernole e il comune di Melendugno. Dista 9 km da San Cataldo e attualmente lo stato di conservazione è pessimo.
La costa di Torre Specchia Ruggeri, per lo più bassa, è costituita da lingue rocciose, ricche di vegetazione mediterranea, tra le quali si aprono piccole baie sabbiose e insenature ricche di scogli.
- Torre di Guardia di San Foca. San Foca è una località costiera del Salento; fa parte della marina di Melendugno, di cui è frazione, in provincia di Lecce.
È situata tra Torre Specchia Ruggeri e Roca Vecchia, sul Mare Adriatico. Il suo porto turistico è uno dei più importanti del litorale compreso fra Brindisi e Otranto.
La costa nel territorio della marina è rocciosa ed è caratterizzata da due insenature sabbiose (a nord e a sud del porto). Nell'insenatura nord sono presenti alcuni scogli con dimensione da uno a trenta metri. Il più famoso prende il nome di Scoglio dell'otto per via della sua forma caratteristica. È un villaggio di pescatori, abitato prevalentemente durante il periodo estivo. Il tratto di mare Adriatico che bagna la costa di San Foca presenta fondali bassi e rocciosi a tratti. Chiazze di sabbia consentono lo sviluppo di una prateria di Posidonia abbastanza ampia, le cui foglie vengono ammassate dal mare lungo le rive in grandi banchi bruni. Sulle rocce a basse profondità regna la Cystoseira e grandi concentrazioni di Ulva e Enteromorpha, alghe che gradiscono acque particolarmente cariche si sali azotati.
La torre di San Foca, conosciuta anche come Torre di San Fucà o di Capo di Sapone fu costruita nel 1568 dal maestro Antonio Saponaro di Lecce, con funzione di avvistamento contro le frequenti invasioni turche. Essa ha una base quadrata e un corpo troncopiramidale, con due vani sovrapposti non divisi da un toro marcapiano. La muratura esterna è del cosiddetto tipo "a scarpa", ovvero con muro inclinato posto alla base della fortificazione con funzione di rinforzo. Come punto d'avvistamento comunica a nord con Torre Specchia Ruggeri e a sud con Torre Roca Vecchia.
La torre è stata restaurata ed ospita gli uffici della Capitaneria di porto. - 11 Torre di Guardia di Roca Vecchia. Si racconta che nel XIV secolo il conte Gualtiero di Brienne decise di edificare in questo luogo una cittadella fortificata, attratto dalla felicità della sua posizione geografica, e la chiamò Roche, da cui Roca, a cui apparteneva anche la Torre di Maradico, altro nome della Torre Roca Vecchia, così chiamata a causa delle paludi che ancora oggi la circondano, rendendola una zona poco salubre. Costruita nel 1568 dal maestro Tommaso Garrapa, quando la città medievale era già in rovina, è a base quadrata e a forma troncopiramidale, tipica del periodo del vice reame spagnolo. Comunica a nord con Torre San Foca e a sud con Torre dell'Orso. Al momento si presenta in pessime condizioni di conservazione. L'unica stanza della torre manca di due muri e di parte del tetto, mentre il materiare calcareo che la costituisce è pesantemente deteriorato.
- 12 Torre di Guardia di Torre dell'Orso. Conosciuta anche come Torre di porto dell'orso o Torre dell'Urso o Creta Russa, è molto più plausibile che il nome derivi dall'assonanza col nome di Sant'Orsola. I lavori iniziarono nel 1568 per opera di Giovanni Tommaso Garrapa, ma la sua costruzione dovette interrompersi a causa della morte dello stesso, per poi riprendersi nel 1580 ad opera di suo fratello, Angelo Garrapa. La forma della torre è troncopiramidale a base quadrata, ed è posta su un alto sperone della costa, pochi metri prima dell'arenile.
- Torre di Guardia di Sant'Andrea. Nell'omonima località costiera fra Torre dell'Orso e Otranto si trovano i resti di una torre cinquecentesca. Sant'Andrea è una località balneare del Salento, marina dei territori comunali di Melendugno e Otranto, in provincia di Lecce. Sant'Andrea è sovrastato da una grande e fresca pineta che arriva fino ai Laghi Alimini. Approdo di pescatori sul Mare Adriatico, a 2 km dalla più nota località balneare di Torre dell'Orso, dista 15 km in direzione nord da Otranto e 20 km da Lecce. Molto noti sono i suoi faraglioni che attraggono grandi quantità di turisti e amanti dei paesaggi incontaminati.
È stata premiata più volte con la Bandiera Blu d'Europa per la limpidezza delle acque.
Eventi e feste
modifica- Festa del patrono San Niceta (Presso Chiesa Madre Maria SS. Assunta). 15 e 16 settembre.
- Festa dei Santi Medici (presso Cappella dell'Addolorata). 26 settembre.
- Festa della Madonna di Roca (a Roca vecchia). prima domenica di agosto.
- Festa di Sant'Antonio, via Borgagne (presso l'edicola a lui dedicata).
- Festa di San Luigi (a San Foca).
- Festa di Sant'Antonio patrono di Borgagne (a Borgagne). 28 e 29 agosto.
- Festa della Madonna del Carmine (a Borgagne). 15 e 16 luglio.
- Festa di San Foca (a San Foca). 18 e 19 agosto.
- Festa di San Vito (a Roca Nuova). 15 giugno.
- Sagra te lu purpu. prima decade di agosto.
- Sagra delle Quattro Stagioni (a Torre dell'Orso). in agosto.
- Sagra ortofrutticola. dal 6 all'8 agosto. a Borgagne
- Sagra del pesce (a San Foca). 8 e 9 agosto.
- Borgo in festa (a Borgagne). 30/5-2/6.
Cosa fare
modifica- Attività balneari e vita da spiaggia (A Torre dell'Orso e Torre Saracena).
- I Giardini Del Sole, Torre dell'orso. Parco giochi.
- [link non funzionante] Circolo Ippico Malepezza, Strada Provinciale Borgagne-Sant'Andrea, ☎ +39 338 7038701. Maneggio per passeggiate a cavallo
- 1 Spiaggia di Torre Sant'Andrea, Contrada Torre Sant'Andrea. Una spiaggia spettacolare con un arco di roccia.
Acquisti
modificaNel suo territorio si produce un ottimo olio di oliva; Melendugno fa parte dell'Associazione nazionale Città dell'olio.
Come divertirsi
modificaDove mangiare
modificaPrezzi modici
modifica- Caffetteria Aurora H24, Piazza Risorgimento, 47. Bar aperto a tutte le ore del giorno e della notte, ampia scelta di cornetti.
Prezzi medi
modifica- 1 Pasticceria il Capriccio (Caffetteria Il Capriccio), via Settembrini, 35 (Nei pressi della Santa Croce), ☎ +39 327 5652504, info@pasticceriamelendugno.it/. 0.90€. Lun-Dom 5.30 21.30. Per assaggiare la vera colazione salentina di ottima qualità dove si trovano pasticciotti e cornetti di vari gusti, brioche, sfoglie e pasta di mandorla.
Dove alloggiare
modificaSicurezza
modifica- Bursomanno, Via Duca degli Abruzzi, 13 (località: San Foca), ☎ +39 0832 881414.
- Conte, Via Colonnello Elia, 34 (località: Borgagne), ☎ +39 0832 811095.
- Stefanelli, Via Fratelli Longo, snc, ☎ +39 0832 834574.
Come restare in contatto
modificaPoste
modifica- 3 Poste italiane, via D'Ameli 33, ☎ +39 0832 835611, fax: +39 0832 835641.
Nei dintorni
modifica- Roca Vecchia — Il paese fu sostituito da Roca Nuova, edificato in luogo più sicuro, perché era troppo esposto alle incursioni turche; col tempo però Roca Nuova si spopolò ed è ora un paese fantasma di sicuro interesse.
- Borgagne
- Otranto
- Ostuni
- Lecce
Itinerari
modifica- Torri costiere del Salento
- Corridoio Verde Adriatico è la pista ciclabile che costeggia la riviera adriatica. Ha una lunghezza di 1300 km e collega Trieste con Santa Maria di Leuca, costeggiando la riviera italiana più ricca di spiagge dedicate al turismo balneare.
Altri progetti
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