Gorizia | ||
Stemma e Bandiera | ||
Stato | Italia | |
---|---|---|
Regione | Friuli-Venezia Giulia | |
Territorio | Carso triestino | |
Altitudine | 88 m s.l.m. | |
Abitanti | 33.514 (2023) | |
Prefisso tel | +39 0481 | |
CAP | 34170 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | Sant'Ilario & San Taziano | |
Posizione
| ||
Sito del turismo | ||
Sito istituzionale |
Gorizia (in sloveno Gorica) è una città del Friuli-Venezia Giulia, capoluogo della provincia omonima.
Da sapere
modificaÈ stata scelta per essere capitale europea della cultura nel 2025, in coppia con la confinante Nova Gorica, insieme a Chemnitz.
Cenni storici
modificaIl nome della città deriva con ogni probabilità dalla parola slovena gorica, che significa montagnola, riferito al rilievo su cui intorno all'XI secolo sorse un castello, che venne diviso per volontà dell'imperatore Ottone III tra il patriarca d'Aquileia e un nobile. In quell'occasione, nel 1001 Goriza venne nominata per la prima volta.
In seguito l'abitato si sviluppò lungo il fianco occidentale del colle. Fu capitale di un potentato, importantissimo nel XIV secolo, che prese a declinare dopo alcune sconfitte militari. Nel 1500 per volontà dell'ultimo conte morto senza eredi passò, dopo accese dispute con Venezia, agli Asburgo.
Sotto i vari imperatori Gorizia patì alcune guerre con Venezia, come nel 1615-1617, ma soprattutto conobbe un grande sviluppo, come sotto il regno di Maria Teresa, quando, nella seconda metà del Settecento, la popolazione cittadina aumentò di un terzo.
Comunità di lingua slovena in Italia e Comunità nazionale italiana in Slovenia |
Fin dalla sua costituzione la città di Gorizia si è trovata sul confine tra l’area popolata prevalentemente da abitanti di lingua italiana e l’area popolata prevalentemente da abitanti di lingua slovena.Le intricate vicende storiche non hanno consentito di definire un confine tra Italia e Slovenia, che consentisse una separazione netta tra le due aree linguistiche, e di conseguenza in Italia esiste una comunità di cittadini italiani di lingua slovena, mentre in Slovenia è presente una comunità di cittadini sloveni di lingua italiana.
Sia l’Italia che la Slovenia riconoscono ai componenti delle rispettive comunità linguistiche alloglotte il diritto di adoperare la propria lingua madre nei rapporti con le istituzioni pubbliche e come lingua di insegnamento nella scuola dell’obbligo. |
Successivamente fu dotata della ferrovia, altro grande stimolo di sviluppo. Furono per l'occasione aperti i corsi, fiancheggiati da eleganti palazzi e villette ottocentesche con giardino.
Gorizia restò asburgica fino al 1918. Nella I guerra mondiale Gorizia fu sul fronte, che distrusse molti edifici, tra cui il castello, ricostruito poi nel 1932. L'8 agosto 1916 fu presa dagli Italiani, che la persero e la riebbero infine nel 1918, quando vinsero la guerra. Alla guerra è dedicato un museo nell'edificio dei Musei Provinciali.
Successivamente venne il fascismo, che si accanì soprattutto con la popolazione slovena dando alle fiamme il Trgovski dom nel 1922, sede delle associazioni slovene, ed esasperò il nazionalismo contrapposto tra sloveni e italiani, covato già sotto gli Asburgo, proibendo l'uso della lingua slovena. Il fascismo se la prese poi con la comunità ebraica, che aveva dato alla città, oltre che eminenti intellettuali quali Carlo Michelstaedter che studiò a Firenze, un grande filosofo morto suicida a 23 anni, anche alcuni dei più ferventi patrioti italiani quali il glottologo Graziadio Isaia Ascoli e Carolina Luzzatto. Cominciò anche l'assimilazione del friulano all'italiano.
La seconda guerra mondiale portò bombardamenti e l'occupazione nazista con il conseguente sterminio della locale comunità ebraica e i rastrellamenti. Il dopoguerra fu ancora drammatico: l'8 maggio 1945 i partigiani jugoslavi occuparono la città per 40 giorni, al termine dei quali erano sparite oltre 600 persone, probabilmente uccise e infoibate. Le vittime furono non solo persone che avevano collaborato con gli occupatori tedeschi o che avevano sostenuto il regime fascista, ma anche effettivi o potenziali oppositori alla eventuale annessione della città al futuro Stato comunista jugoslavo che s'intendeva creare.
Nel 1947 Gorizia, dopo circa 2 anni di amministrazione alleata, tornò all'Italia, ma circa il 95 % del suo territorio storico, inclusi alcuni pezzi della sua periferia orientale passarono alla Jugoslavia, dove sorse dal nulla una città "sostituta" di Gorizia, che venne chiamata Nova Gorica.
I rapporti sul confine, tesi e condizionati da ricorrenti crisi, colpirono soprattutto i contadini, che, da entrambe le parti, avevano il terreno oltre frontiera, mentre i contadini rimasti in Jugoslavia avevano perso lo sbocco naturale dei loro prodotti, cioè il mercato di Gorizia.
Nel 1953 gli accordi di Udine "allentarono" il confine, e resero possibili traffici di confine e la ripresa di parte dei rapporti economici - e umani - precedenti il 1947.
Il 1 maggio 2004, l'ingresso della Slovenia nell'UE ha messo in crisi l'economia che viveva sul confine, ma ha aperto nuove opportunità, che la città vuole cogliere investendo soprattutto sul turismo.
Come orientarsi
modifica- 1 Piazza della Vittoria — È la piazza principale di Gorizia, ai piedi del colle del Castello di Gorizia, con la Chiesa di Sant'Ignazio, Casa Torriana e la Fontana del Nettuno.
Quartieri
modificaCentro, Montesanto-Piazzutta, San Rocco-Sant'Anna, Campagnuzza, Madonnina del Fante, Straccis
Frazioni
modificaLucinico/Luzzinìs, Piedimonte/Podgora/Pudigori, Piuma/Pevma, Sant'Andrea/Standrež; insediamenti minori: Gardisciuta, Oslavia/Oslavje, San Mauro/Štmaver
Come arrivare
modificaIn aereo
modificaIn auto
modificaAutostrada A34: uscita Gorizia.
Parcheggi
modifica- 2 Parcheggio, Via Giustiniani (Dall'autostrada A34 e dalla SS 55 si prende dalla rotonda l'uscita per il centro, e al semaforo si svolta a destra. Dopodiché si prosegue sempre lungo la strada principale per circa 2 km, si supera, lasciandolo sulla destra, il vasto spiazzo prospiciente il valico internazionale di Casa Rossa (Mednarodni Mejni Prehod Rozna Dolina) e si trova il parcheggio dopo circa 100 m sulla sinistra. Da lì a piedi, percorrendo la galleria Bombi, si giunge in centro (piazza della Vittoria). Per chi arriva da Gradisca d'Isonzo o da Udine (rispettivamente dalle SR 351 e SR 56): superato il ponte sull'Isonzo, si esce dalla rotatoria seguendo le indicazioni per il centro, si supera una rotatoria oltrepassando il sottopasso ferroviario, si raggiunge la rotatoria di piazzale Saba, dopodiché si procede dritti. Si segue la strada principale, e al secondo semaforo la si abbandona svoltando a destra. Si segue via Vittorio Veneto e, al primo semaforo, si svolta a sinistra. Quindi si lascia a destra lo spiazzo della Casa Rossa e dopo 100 m a sinistra, si raggiunge il parcheggio). Questo parcheggio è quasi sempre semivuoto, tranne che durante le manifestazioni importanti, in particolar modo durante la fiera di Sant’Andrea. Da lì a piedi, percorrendo la galleria Bombi, si giunge in centro (piazza della Vittoria).
- 3 Parcheggio, Via A. Manzoni 3. gratuito.
In treno
modifica- 4 Stazione di Gorizia Centrale. Posta lungo la ferrovia Udine-Trieste.
- 5 Stazione di Nova Gorica. Nova Gorica si trova sulla linea ferroviaria Jesenice (Assling) - Trieste (Wocheinerbahn). L'ex stazione ferroviaria Gorizia-Montesanto, proprio al confine, è la stazione ferroviaria di Nova Gorica. Dal paese si dirama una diramazione verso Ajdovščina.
In autobus
modificaCome spostarsi
modificaCosa vedere
modificaGorizia non ha grosse attrattive per il visitatore frettoloso che vuole vedere cose strabilianti nello spazio di una mattinata, chi invece vuole prendersi il tempo di scovarne gli angoli più nascosti e suggestivi, può scoprire pezzi stupendi di natura, opere d'arte umili ma belle e senz'altro storia in ogni dove. Può valutare gli effetti degli incontri come degli scontri di civiltà, e ripartire portandosi dietro quella sensazione di nostalgia che hanno le città che sono state importanti ma che sono decadute. Vedere ville aristocratiche costruite quando Gorizia era un centro di villeggiatura per danarosi, vedere le fabbriche abbandonate che raccontano di quando Gorizia era tra i principali centri tessili, vedere gli arredi sacri e le opere d'arte di chiese che dimostrano che Gorizia era una città molto più importante anche dal punto di vista ecclesiale, ecc., dà una sensazione di piacevole nostalgia e, unitamente al carattere accogliente e cordiale sebbene un po' brontolone e nostalgico di gran parte dei goriziani, instilla quasi certamente nel visitatore attento e paziente la voglia di ritornare.
Architetture religiose
modifica- 1 Chiesa di Sant'Ignazio, Piazza Vittoria. È un edificio barocco eretto fra il 1654 e il 1723-1724, che fu consacrato solo nel 1767. Mentre la facciata è una sintesi di elementi austriaci e latini, l'interno è di derivazione schiettamente latina. Contiene tele e affreschi pregevoli.
- 2 Duomo dei santi Ilario e Taziano. Corte Sant'Ilario. Deriva da una chiesetta, dedicata agli omonimi due santi, che venne costruita probabilmente a cavallo tra Duecento e Trecento. Vicino si trovava la cappella di Sant'Acazio. I due edifici, inglobati in un'unica struttura, formano il Duomo. L'edificio fu massicciamente modificato nel 1525 e tra 1688 e 1702, nel 1866 fu demolito un pezzo per far posto a una via, nella prima guerra mondiale bombardata pesantemente fu praticamente ricostruita nel 1924. E nonostante tutto, è possibile ammirare dei ricordi di tutte le epoche e gli stili che ha vissuto: affreschi quattrocenteschi, un cenotafio del 1497 dell'ultimo conte goriziano, statue e varie opere d'arte sette-ottocentesche, il tutto in una ricca cornice barocca a tre navate, con in fondo l'antica cappella di Sant'Acazio.
- 3 Chiesa di San Giovanni, via San Giovanni. La chiesa era stata fatta erigere nel 1580 per culto privato dalla famiglia Dornberg e fu dedicata a san Giovanni Battista e ai santi Vito e Modesto. Il 19 maggio 1593 fu consacrata dal vescovo Francesco Barbaro (come è testimoniato da una targa sulla parete interna). Nel 1615 la chiesa venne donata, assieme alla casa annessa, ai Gesuiti, che la utilizzarono come collegium (molto frequentato dagli abitanti che provenivano dalle zone limitrofe e anche dalla Repubblica di Venezia). Quando i Gesuiti, alla fine del Seicento, costruirono un nuovo tempio (la citata chiesa di sant'Ignazio) e un nuovo collegium (il Verdenbergico, che sorgeva dove oggi c'è la biblioteca statale), lasciarono la chiesa di san Giovanni, che all'epoca era circondata da un cimitero. Nel corso dell'Ottocento vennero eseguiti dei lavori di abbellimento. Durante la prima guerra mondiale venne notevolmente danneggiata. La chiesa ha una pianta a croce e presenta la navata centrale, che è sovrastata da un soffitto con volta a crociera (fino al 1979 era ornata da medaglioni con le effigi dei quattro evangelisti), l'abside con il presbiterio (che era delimitato da una balaustra in pietra a colonnine), due cappelle laterali e la cantoria, sopra il portale, in cui è collocato un vecchio organo.
- 4 Sinagoga, Via Ascoli. Si trova nell'area del vecchio ghetto. Costruita nel 1756, sostituì un oratorio eretto provvisoriamente nel 1699 come luogo di preghiera comunitaria.
- 5 Chiesa di San Rocco. Eretta alla fine del XV secolo per servire una piccola comunità agricola sorta poco lontano dalla città antica di Gorizia, se ne hanno notizie già nel 1497; con l'altare maggiore della piccola chiesa fu consacrata l'ultima domenica di agosto del 1500 da Pietro Carlo, vescovo di Caorle. L'edificio di culto mantenne le dimensioni di semplice cappella fino ai primi del XVII secolo quando, passata la pestilenza del 1623, i borghigiani decisero di ampliarla e abbellirla. Chiamarono per lo scopo Palma il Giovane, del quale è possibile ammirare la pala posta nell'abside della chiesa, dove si notano i santi Sebastiano e Agostino rispettivamente alla destra e alla sinistra di san Rocco, osservati benignamente dalla Madonna. La chiesa e l'altare maggiore vennero consacrati dal vescovo di Trieste Pompeo Coronini il 23 agosto del 1637 e da quella data si fa risalire la prima sagra di San Rocco che ancora oggi suscita grande interesse in città e nell'intero Friuli-Venezia Giulia (già nell'agosto dell'anno 1500, dopo la consacrazione della cappella, ci fu una festa da ballo). Altri interventi furono una via Crucis di Antonio Paroli del 1750 e la facciata neoclassica attuale, che si deve a Giovanni Brisco, del 1898. Il contesto è impreziosito da altri due monumenti: il seminario teologico centrale, progettato dal benedettino Padre Anselmo Werner e oggi sede del corso di laurea in scienze internazionali e diplomatiche dell'Università di Trieste, e la fontana con l'obelisco (inaugurata il 25 aprile del 1909) prospiciente la chiesa, dono di un famoso borghigiano, l'architetto Antonio Lasciac Bey, che fu per molta parte della sua vita architetto ai palazzi khediviali in Egitto.
- 6 Chiesa di Santo Spirito. Eretta nel centro storico della città, in prossimità del castello, su commissione dei Rabatta, famiglia nobile di origini toscane. L'edificio, costruito in stile gotico fra il 1398 e il 1414, custodisce una bella croce lignea del Seicento (che è una copia, dal momento che l'originale si può ammirare nei musei provinciali) e un'Assunta, attribuita a Fulvio Griffoni.
- 7 Chiesa di San Giusto. Le origini della chiesa di San Giusto, consacrata nel 1926, sono strettamente legati alle sorti di Villa Locatelli, acquistata dai Fatebenefratelli dalla baronessa Carlotta de Hagenauer nel 1923. Oggi come allora, le due strutture si trovano in una posizione ottimale rispetto al centro cittadino, che dista poche centinaia di metri, e anche dalla vicina stazione ferroviaria.
- 8 Chiesa dell'Immacolata. Pregevole edificio di gusto barocco, edificato nel XVII secolo nei pressi dell'odierno municipio. La chiesa venne edificata tra il 1647 e il 1685 come esempio del "barocco goriziano" tipicamente espresso da fasto e raffinato senso artistico. Seppure nelle modeste dimensioni, gli interni riecheggiano gli stili delle vicine Venezia e Vienna. L'Immacolata Concezione, costituita da un'unica navata con solo un'abside, nel XVII secolo presentava più altari lignei laterali e un soffitto riccamente decorato con stucchi floreali che incorniciavano dipinti di forma ovale rappresentanti La gloria di santa Maria Assunta.
- 9 Chiesa Esaltazione della Croce, Via Arcivescovado 2. La cappella, inclusa nel complesso del palazzo Cobenzl, sede dal 1751 dell'arcidiocesi di Gorizia, è stata edificata nel 1746. L'ingresso principale, sormontato dallo stemma della casa Codelli, è sovrastato da un balcone con balaustra. La pianta dell'edificio ovale è scandita da paraste che reggono un cornicione sovrastato da una copertura a volta. L'aula e l'altare, con un tabernacolo in marmo bianco e la mensa sostenuta da due statue con angeli, sono illuminati da una lanterna centrale, frutto di un rifacimenti risalenti al 1878.
- 10 Chiesa del Sacro Cuore. Nella chiesa è presente una grande pala dietro all'altare, realizzata dalla pittrice goriziana Galli, che rappresenta il Sacro Cuore troneggiante sopra all'altare, sormontato dall'ostia e dal calice raggianti, con a fianco santa Margherita Maria Alacoque e san Claudio de La Colombière e sotto il papa Pio XI che offre la corona delle regalità e monsignor Margotti che presenta il modello della chiesa. Diversi validi artigiani impreziosirono con la loro maestria questa chiesa; tra questi gli argentieri Egidio Lipizer e Giuseppe Leban. Anche i dipinti ivi racchiusi e rappresentanti san Giuseppe, san Francesco Saverio, san Antonio e san Gaetano vennero dipinti dalla pittrice goriziana Galli.
- 11 Chiesa dei Santi Vito e Modesto. La chiesa nacque per volere del barone Gian Vito Del Mestri. La prima pietra dell'edificio religioso fu posta dal vescovo Francesco Massimiliano Vaccano il 18 novembre 1656, dedicata a san Vito, in onore del suo fondatore. Nel 1768-69 la chiesa fu restaurata e ingrandita con la facciata e l'interno d'aspetto barocco. La chiesa fu distrutta nel 1916, durante la prima guerra mondiale, rimanendo per parecchi anni in pieno abbandono; venne ricostruita tra il 1926 e il 1928 e riconsacrata nel 1929. Negli anni Settanta, con la ristrutturazione postconciliare, sono stati tolti il pulpito in legno di noce, la balaustra di marmo, il quadro di santa Barbara (ora nella chiesa di santa Maria Regina in via Montesanto) e le antiche stazioni della via Crucis.
- 12 Chiesa di San Mauro. Situata nell'omonima frazione, venne edificata nel 1930 in sostituzione della precedente cappella demolita durante la Grande Guerra. Al suo interno sono visibili la tela ritraente la Gloria di Sant'Andrea con le Sante Elena e Barbara, collocata sulla parete sinistra, un dipinto settecentesco raffigurante la Madonna e una pala eseguita Clemente Del Neri.
- 13 Chiesa dei Frati Cappuccini. Sede del convento dei frati Cappuccini. La fondazione del convento risale, per volere della Repubblica di Venezia, al 1591; diciotto anni più tardi, sotto le pressioni dell'arciduca Ferdinando, divenne la sede della curia del commissariato di Stiria, che soltanto un anno prima, nel 1608, si era staccato dalla provincia austro-boema. Del convento, per come appariva in quegli anni, resta però ben poco. In gran parte andò distrutto durante la prima guerra mondiale e soltanto nel 1926 venne nuovamente edificato, stavolta grazie ai frati cappuccini che vi si erano insediati tre anni prima.
Altro
modifica- 14 Castello di Gorizia, Borgo Castello, 36. Chi viene a Gorizia generalmente inizia la sua visita partendo dal castello, probabilmente il suo monumento più noto, il quale sorge sul punto più alto di un ripido colle. Il Castello di Gorizia accoglie i visitatori con un leone veneziano, che però non c'entra nulla, essendovi stato messo non dai veneziani, che hanno governato la città per un anno soltanto, nel 1508-09, ma dagli italiani quando terminarono, nel 1937, il radicale restauro del castello, il quale fu pesantemente bombardato durante la Grande Guerra del ’15-’18. Il restauro non ripristinò l’edificio rinascimentale precedente, intonacato di bianco, ma diede al Castello le sembianze che aveva probabilmente nel Trecento, al tempo del massimo splendore dei Conti, con la pietra a vista. Una volta entrati, si percorre una rampa che corre tra la cinta esterna e il muro del maniero, e si raggiunge l’ingresso vero e proprio. Entrando, a sinistra c’è la biglietteria, dove viene anche distribuito il materiale informativo. Proseguendo, si arriva nella Corte dei Lanzi, le guardie del castello. Qui si possono vedere le fonde della torre, forse precedente al XIII secolo, abbattuta nel 1500. Di qui si può accedere al Palazzo degli Stati Provinciali e il Palazzetto Veneto. Sotto il loggiato che collega questi due edifici, ci sono ambienti quotidiani, come apparivano nel Medioevo: la cucina con tavoli e credenze, posate e sedie, il mobile apposito per impastare il pane, oggetti scelti in botteghe antiquarie dai fratelli Giovanni e Ranieri Mario Cossar negli anni Trenta. Tra le stanze interne, da notare la Sala dei Cavalieri, già sala per banchetti, prigione, caserma, e ora esposizione delle armi medievali, e la Camera della Tortura, al pianoterra, mentre al primo piano trovano posto la Loggia degli Stemmi, con opere scultoree e stemmi di varie casate goriziane, la Foresteria con la Sala della Musica, esposizione di strumenti medioevali filologicamente ricostruiti, il Salone degli Stati Provinciali,che fu il centro del governo cittadino dal 1500 in poi e che ospita mostre temporanee. Al secondo piano vi sono la Cappella di San Bartolomeo, con una madonna lignea e alcune tele rinascimentali, e la Sala Didattica, che illustra con dei plastici lo sviluppo urbano di Gorizia, l’espansione territoriale della Contea, e in un plastico è rappresentato l’assedio che il patriarca Bertrando strinse nella notte di Natale del 1340. A sud del castello si estende il Borgo. Le pendici del colle sono piuttosto variegate: a sud e sud-est sono punteggiate da ville e case con ampi giardini, a ovest si estende il borgo medievale esterno alle mura, mentre a est e a nord le pendici sono coperte da uno splendido bosco, proprietà in parte della Curia Arcivescovile, in parte del Comune, nella cui porzione, vasta all'incirca 4,5 ettari e piuttosto ripida, c’è un parco, già vivaio comunale.
- Parco del Castello. Benché attualmente piuttosto trascurato, è frequentabile, e le fioriture primaverili, soprattutto dei narcisi, sono da vedere. Al parco si accede deviando a destra sotto le mura di contenimento della strada che conduce al portone d'ingresso del castello (venendo dal marciapiede panoramico che dà sulla Slovenia), si oltrepassa una transenna, si lasciano sulla destra degli edifici diroccati (forse le antiche foresterie), e poi, dirigendosi a sinistra, si raggiunge una scala d'acciaio che consente di superare il dislivello formato dal muro di cinta. Si viene quindi catapultati nel verde del bosco composto soprattutto da robinie e aceri, campestri e platanoidi, nonché di esemplari isolati di tiglio, gelso, castagno, ailanto, carpino, e un sottobosco con ricca presenza di noccioli,sambuchi e rovi. Il sentiero serpeggia lungo il pendio, e infine si raggiunge una vasta radura, attrezzata per i picnic con tavole e panche di legno. Oltre la piazzola vi è una leggera depressione, di là si è già in proprietà privata. Oltrepassata la depressione, è possibile scorgere, e dopo circa 5 minuti, raggiungere un magnifico bosco di circa 50 piante di castagni secolari: in documenti risalenti alla fine del Settecento i diametri dei tronchi di alcuni di essi misuravano già 80 cm, oggi nessuno di essi meno di 2m. Eppure sembra che abbiano superato indenni il cancro del castagno nonché le leggi che imponevano l’abbattimento delle piante malate, e ora, imponenti, presidiano la cima della collinetta. È tuttavia da ricordare che si tratta di proprietà privata, ma forse, accompagnati dal proprietario, è possibile visitare il bosco, con bunker risalenti alla seconda guerra mondiale, e una splendida casa colonica cinquecentesca, posta laddove era l’antico accesso a Gorizia dal nord prima del 1660.
- Fontana del Nettuno, Piazza Vittoria.
- 15 Palazzo Coronini Cronberg con parco, Viale XX settembre, ☎ +39 481 533485, fax: +39 481 547222, info@coronini.it. mer-dom 10-13 15-18. Casa museo nel centro di Gorizia. Ultima dimora di Carlo X di Borbone, custodisce nelle sue sale riccamente arredate le collezioni dei conti Coronini.
- 16 Palazzo Attems-Petzenstein (Pinacoteca dei Musei Provinciali), Piazza de Amicis 2. Ospita la collezione di dipinti dei Musei Provinciali di Gorizia ed è sede di esposizioni temporanee.
- 17 Parco Basaglia, Via Fabio Filzi, 174. Ex ospedale psichiatrico dove oggi sono possibili visite guidate al suo interno. Durante la visita sarà possibile conoscere la storia del manicomio dalla sua inaugurazione, nel 1933, alla chiusura con la legge 180/78, anche attraverso le “voci” di alcuni ricoverati riproposte dal team di Radio Fragola Gorizia. Il processo di rigenerazione urbana dell'area 174 di Gorizia è ancora in una fase iniziale, tuttavia, l'itinerario rispetta le norme di sicurezza ed è attrezzato per l'accesso di persone con disabilità.
- 18 Sacrario militare (Oslavia).
Eventi e feste
modifica- Concorso per la sceneggiatura cinematografica "Sergio Amidei. fine luglio. Da anni premia sceneggiatori di fama mondiale, si è svolto finora in Castello, ma l'ambientazione "di emergenza" in parco Coronini (in castello era in corso un restauro) dell'edizione 2007 ha suscitato tanti e motivati apprezzamenti e non si esclude che questa possa essere la sede della manifestazione anche per il prossimo anno.
- Festival Mondiale del Folklore. agosto. raduno di gruppi folcloristici provenienti da tutto il mondo
- Mittelmoda. settembre. concorso internazionale per stilisti emergenti
- Gusti di frontiera. fine settembre-inizio ottobre. degustazione e mercato di prodotti gastronomici tipici, soprattutto mitteleuropei.
Cosa fare
modifica- Cicloturismo. I dintorni di Gorizia sono collegati da diverse ciclovie in direzione della Slovenia.
Acquisti
modificaCome divertirsi
modificaSpettacoli
modifica- 1 Teatro comunale Giuseppe Verdi, Via Giuseppe Garibaldi, 2A, ☎ +39 0481383601. Il Teatro di Società fu costruito nel 1740 su iniziativa di Giacomo Bandeu, appaltatore dei dazi per la contea di Gorizia, i cui metodi avevano fatto esplodere la cruenta rivolta dei Tolminotti. L'edificio andò a fuoco per un incendio il 26 marzo 1779 (è ironia della sorte, o forse anche coincidenza non casuale, che sempre il 26 marzo ma del 1713, fosse scoppiata la detta rivolta). L'attuale teatro, riedificato a cura del figlio di Bandeu, Filippo, che affidò il progetto all'udinese Ulderico Moro e l'affrescatura al cividalese Francesco Chiarottini, risale al 1782. La struttura conobbe diverse difficoltà di ordine finanziario: chiuse già nel 1797, per riaprire nel 1799, finché nel 1810 fu ceduto a una società di nobili che negli anni seguenti lo modificarono profondamente. Nel 1856, furono ridipinti gli interni, mentre nel 1861 rifatta la facciata. Fu luogo di numerose azioni irredentiste italiane, tra cui quella per il carnevale del 1867 che costò sei anni di carcere duro a Carlo Favetti. Alla fine dell'Ottocento fu dedicato a Giuseppe Verdi. Dopo recenti restauri, è tornato il principale edificio culturale della città, cui si sono affiancati nel corso del secondo dopoguerra l'Auditorium della Cultura Friulana e i due centri cultuali della comunità slovena, il Kulturni Dom (casa della cultura) e il Kulturni Center Lojze Bratuž (Centro culturale Lojze Bratuž).
Dove mangiare
modificaPrezzi medi
modifica- Trattoria da Gianni, Via Morelli. Assolutamente da provare. Famosa per le sue porzioni gigantesche.
Dove alloggiare
modificaPrezzi elevati
modifica- Grand Hotel Entourage, Piazza Sant'Antonio, 2, ☎ +39 0481 550235, fax: +39 0481 30138.
Sicurezza
modificaGorizia, date anche le sue esigue dimensioni, è tra i comuni capoluogo più sicuri in Italia, sebbene non manchino episodi - comunque relativamente sporadici - di microcriminalità. È possibile camminare a qualsiasi ora in assoluta tranquillità anche nelle zone più periferiche o meno illuminate. I casi di molestie alle donne nell'arco di un anno si contano sulle dita di una mano.
Un tempo Gorizia era nota per essere una delle porte d'ingresso degli immigrati clandestini in Italia, oggi il fenomeno dell'ingresso illegale e con esso le organizzazioni che lo sfruttano si sono in gran parte spostate altrove. Esiste un certo traffico di droga, con spacciatori e tossicodipendenti che si riforniscono in Slovenia.
Farmacie di Turno
modificaPer farmacie di turno consulta il sito ufficiale qui
Come restare in contatto
modificaNei dintorni
modifica- Cormòns
- La zona vitivinicola del Collio, la strada del Vino e delle Ciliegie
- Monte Sabotino
- Monte San Michele
- Gradisca d'Isonzo — È uno dei centri dell'associazione dei Borghi più belli d'Italia. Fu città veneziana fortificata contro le incursioni dei Turchi; passata sotto gli Asburgo visse il suo periodo d'oro durante il quale prosperò diventando sede di Contea ed arricchendo notevolmente la sua struttura urbanistica.
- Monfalcone
- Aquileia — Fu importante città romana; la sua area di scavi di quell'epoca è sicuramente unica nel contesto regionale per importanza, qualità e quantità di testimonianze, e si colloca a buon diritto fra le destinazioni archeologiche di grande rilevanza a livello nazionale. Fu in seguito il più importante centro della regione in epoca medievale; il Patriarcato di Aquileia raggiunse l'apice del suo splendore nei primi decenni del Mille: ci è rimasta la sua splendida Basilica romanica.
- Grado — Già porto romano per i commerci di Aquileia, l'antica città lagunare ha un centro storico di tutto rispetto. In epoca contemporanea ha sviluppato un'importante attività balneare.
- Riserva naturale della Foce dell'Isonzo con l'isola della Cona.
- Doberdò del Lago/Doberdob
- Fogliano Redipuglia
- Trieste e dintorni: Muggia, Grignano-Castello di Miramare, Duino-Aurisina, Sistiana, Sgonico-Grotta Gigante, Carso triestino, strada del Vino Terrano, e val Rosandra
- In Slovenia: l'adiacente città di Nova Gorica, il ponte di Salcano, il santuario di Monte Santo (Sveta gora), il monastero di Castagnevizza (Kostanjevica), il bosco Panoviz (gozd Panovec).
Altri progetti
modifica- Wikipedia contiene una voce riguardante Gorizia
- Wikiquote contiene citazioni di o su Gorizia
- Wikinotizie contiene notizie di attualità su Gorizia
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gorizia