Fara in Sabina
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Fara in Sabina
Sito istituzionale

Fara in Sabina è un centro del Lazio.

Da sapere

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Cenni storici

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L'area del comune fu popolata già in epoca preistorica (sono stati rinvenuti resti del Paleolitico medio e dell'età del bronzo medio, recente e finale). Tra il IX secolo a.C. e il VI secolo a.C. nella località di Santa Maria in Arci si era stabilito un insediamento sabino, identificato con la città di Cures, che continuò a vivere in età romana (resti di terme e di un piccolo teatro e necropoli). Il territorio era sfruttato dal punto di vista agricolo con una fitta rete di ville, costruite su terrazzamenti in opera poligonale nel II secolo a.C. e in opera quasi reticolata nel I secolo a.C. ("villa di Grotte di Torri" e ancora di Fonteluna, di Mirteto, di Cagnani e di San Lorenzo a Canneto, di Sant'Andrea e di San Pietro presso Borgo Salario, di Grottaglie, di Piano San Giovanni, di Grotta Scura, di Monte San Martino, di Fonte Vecchia).

Le origini dell'attuale abitato sembrano risalire ad epoca longobarda, alla fine del VI secolo, come sembra indicare il toponimo, derivante dal termine longobardo fara, con il significato di "clan familiare"; oppure alla devozione sempre longobarda a Santa Fara. Il castello è attestato dal 1006 e dal 1050 fu sotto il controllo dell'abbazia di Farfa. Fu quindi feudo degli Orsini. Dal 1400 è divenuto sede dell'abate commendatario di Farfa e si sono succedute le varie famiglie proprio a partire dagli Orsini fino alla famiglia Barberini, con il cardinale Francesco Barberini, nipote di papa Urbano VIII, che nel 1678 ha fondato, con sede nell'antico castello, il monastero delle Clarisse Eremite.

Nel 1867 fu toccata con la frazione di Coltodino dalla Campagna garibaldina dell'Agro Romano per la liberazione di Roma. Giuseppe Garibaldi dopo la sconfitta di Mentana raggiunse con i suoi Volontari la stazione ferroviaria di Passo Corese in comune di Fara dove partì in direzione del nord. Sempre da Fara sulla riva del Tevere partì con alcune barche la sfortunata spedizione dei Fratelli Cairoli conclusa tragicamente a Villa Glori. Testimonianze della Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma (1867) sono conservate nel Museo nazionale di Mentana.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Fara in Sabina

Quartieri

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Il suo territorio comunale comprende anche le frazioni di Baccelli, Borgo Quinzio, Canneto Sabino, Coltodino, Corese Terra, Passo Corese, Farfa, Prime Case e Talocci.

Come arrivare

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In aereo

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  • Aeroporto di Roma Ciampino
  • Aeroporto di Roma Fiumicino

In auto

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  • La frazione di Passo Corese è anche un importante snodo stradale in quanto è attraversata dalla strada statale 4 Salaria, collegamento tra mar Tirreno ed Adriatico che, nonostante sia per quasi tutta la sua lunghezza ad una sola corsia per senso di marcia, costituisce una dorsale stradale dell'intera Sabina e il principale collegamento con la Capitale per i capoluoghi Rieti e Ascoli Piceno. È in previsione il raddoppio a quattro corsie del tratto da Passo Corese a Rieti
  • A Passo Corese inoltre ha inizio la SS4 Dir, una bretella interamente a quattro corsie che si stacca dalla Salaria e la collega al casello di Fiano Romano dell'autostrada del Sole A1 Diramazione Nord, che insieme al tratto della Salaria a quattro corsie Settebagni-Castel Giubileo consente un collegamento autostradale diretto con la Tangenziale Est di Roma.
  • Inoltre a Passo Corese si stacca dalla Salaria anche la strada regionale 313 di Passo Corese, che si dirige verso nord attraversando vari centri della bassa Sabina e conduce in Umbria fino a Terni.

In treno

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  • Nella frazione di Passo Corese si trova la stazione di Fara Sabina-Montelibretti, posta sulla ferrovia Roma-Orte (linea lenta), su cui opera il servizio regionale FL1, con treni ogni 15 minuti per Roma Tiburtina e l'aeroporto di Fiumicino e ogni mezz'ora per Poggio Mirteto.
La stazione è il principale nodo di accesso via treno alla capitale non solo per il comune di Fara Sabina, ma per tutta la parte della Sabina che si trova a monte della ferrovia, compreso il capoluogo di provincia Rieti (ragion per cui è stata più volte ipotizzata una ferrovia Passo Corese-Rieti); vi transitano ogni anno circa un milione e trecentomila passeggeri.

In autobus

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  • Autolinee Cotral


Come spostarsi

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Cosa vedere

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Abbazia di Farfa
Abbazia di Farfa - interno
  • 42.2208112.7188141 Abbazia di Farfa (nella frazione di Farfa), +39 0765 277152, . L'abbazia di Santa Maria di Farfa fu fondata nel VI secolo; fra l'XI ed il XIII secolo divenne uno dei centri monastici più potenti dell'Italia centrale. L'inizio della sua prosperità si ebbe nel 775, quando Carlo Magno concesse il privilegio dell'autonomia da ogni potere religioso e civile. L'abbazia conserva tuttora alcune testimonianze di architettura carolingia uniche in Italia che si possono distinguere nella base dell'unico campanile a noi giunto e nel muro perimetrale alla base dello stesso, dove sono perfettamente conservate le caratteristiche lesene. Il resto del campanile con le trifore è opera di un periodo successivo. Nella struttura sono state ritrovate tracce che testimoniano la presenza del westwerk.
    La chiesa abbaziale è situata al centro del complesso: è di tipo basilicale con pianta a croce latina e tre navate. La facciata è a salienti e presenta al centro un portale con cornice marmorea e sormontato da una lunetta dipinta ad affresco raffigurante la Madonna col Bambino che viene incoronata da due angeli tra i santi Benedetto e Scolastica. Nella facciata, che termina in alto con un semplice frontone triangolare, si aprono tre rosoni, uno in corrispondenza di ciascuna navata interna, dei quali il centrale è più grande. :L'interno della chiesa, pur mantenendo la struttura originaria, è in stile barocco, con le navate divise da due file di archi a tutto sesto poggianti su colonne marmoree ioniche. La controfacciata è interamente dipinta con il Giudizio Universale di Dirck Barendsz (1561).
    Oltre la crociera, in asse con la navata centrale, vi è la profonda abside poligonale con gli stalli lignei barocchi del coro dei monaci. :L'altare maggiore è sormontato dal pregevole ciborio che presenta, sulla cuspide, il bassorilievo dell' Assunzione di Maria.
  • Collegiata di Sant'Antonino (Duomo). Risale al XVI secolo
  • Chiesa di San Giacomo. Fu fondata nel 1619
  • Chiesa di Santa Chiara. Risale al 1643. Oggi sconsacrata, funge da sala da cerimonie municipale.
  • Monastero Clarisse eremite. Costruito nel XVII secolo sulle rovine del castello è tuttora convento di clausura.
  • Palazzo Orsini. del XV secolo.
  • Palazzo Farnese. del 1585.
  • Palazzo Foschi. poi Manfredi, del XV secolo.
  • Palazzo Castellani. poi Brancaleoni, oggi sede del Museo civico.
  • Deposito del grano e monte di pietà. del XV secolo, oggi sede della Biblioteca comunale.
  • Cisterna, piazza del Duomo. costruita dai Farnese nel 1588.

Siti archeologici

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  • Resti della città preromana di Cures Sabini. Cures Sabini, o più semplicemente Cures, o Curi è un'antichissima città della Sabina citata da Cicerone, Virgilio, Stazio, Strabone e Plutarco probabilmente fondata dai Sabini ed era la città sabina di maggiore importanza.
    La fondazione di Cures ha forti affinità con quelle di Roma. Il suo fondatore Modius Fabidius sarebbe infatti stato generato da una fanciulla del popolo degli Aborigeni che si sarebbe congiunta con il dio Quirino. Modio Fabidio fondò la sua città e le pose il nome di Curis, che in lingua sabina significava "lancia".
    Fu la residenza del re sabino Tito Tazio, sotto il cui regno si colloca il ratto delle Sabine ed il successivo accordo tra i Romani ed i Sabini; fu anche il luogo di origine del secondo re di Roma, Numa Pompilio, e del quarto, Anco Marzio, suo nipote.
    Posta sulla via Salaria nella Sabina tiberina, successivamente decadde fino a diventare, in epoca augustea, un modesto villaggio.
    Si riprese poi nei primi secoli dell'era cristiana, tanto che divenne sede vescovile, anzi essa è considerata tra le più antiche diocesi della Sabina, con un vescovo, Tiberio, ricordato nel 465.
    Alla fine del VI secolo papa Gregorio Magno la unì invece alla diocesi di Nomentum, ciò indica che la città era di nuovo decaduta. Forse essa aveva già dovuto subire, in modo assai grave, aggressioni longobarde.
    Sopravvisse quasi certamente fino all'VIII secolo quando fu completamente distrutta. Nella località si formarono poi alcuni casali e villaggi che appartennero all'abbazia di Farfa e che ora costituiscono frazioni di Fara in Sabina (fondata dai Longobardi nel VII secolo) lungo il fosso Corese.
    I resti di Cures si trovano in contrada Santa Maria in Arci. La città antica doveva occupare l'intero colle a sud di Fara, circondato dai due torrenti che confluiscono nel Tevere.
Panoramica interno Ruderi di San Martino
  • Ruderi di San Martino. Sono i resti di una imponente abbazia risalente all'XI secolo e mai conclusa. I ruderi si trovano in cima al monte Acuziano (489 m s.l.m.), che fronteggia il monte Bruzio su cui sorge l'agglomerato urbano di Fara in Sabina. La storia dell'abbazia di Fara in Sabina si lega a quella dell'abbazia di Farfa: fu voluta da san Lorenzo Siro, fondatore anche dell'Abbazia di Farfa, per sostituire quest'ultima, distrutta dopo anni di guerra e devastazione.
    Le testimonianze più antiche risalgono alla tarda Età del Bronzo: sono stati accertati in loco un'antica villa e i ruderi di un tempio dedicato alla dea sabina Vacuna. Sui resti della villa sono state edificate celle per gli eremiti, mentre l'oratorio fu costruito in una grotta. Attualmente sono visibili i ruderi della costruzione di san Lorenzo Siro, liberatore di Farfa secondo la leggenda per aver sconfitto un drago. Il nome di san Martino deriva dall'antico oratorio dedicato a Martino vescovo di Tours in cui morì peraltro il cronista farfense dell'XI-XII secolo Gregorio da Catino. Nel XV secolo papa Sisto IV diede il via a delle opere di restauro che distrussero gli affreschi precedenti.
    Nel 1097, dato che l'abbazia di Farfa si era schierata a favore dell'imperatore Enrico IV e contro il Papato nella lotta per le investiture l'abate Bernardo II progettò di spostare l'abbazia in un luogo più difendibile, sulla cima del monte Acuziano, ma la costruzione non fu mai terminata per la sopraggiunta morte dell'abate. Nel 1142, pur dopo il passaggio del monastero sotto il controllo dell'autorità pontificia con il concordato di Worms, l'abate Adinolfo I decise di ricominciare i lavori per la costruzione dell'abbazia, ma alla sua morte i lavori si interruppero di nuovo.
    Il sentiero
    I ruderi di San Martino sono raggiungibili tramite un sentiero ben segnalato e di scarsa difficoltà: l'inizio del percorso è in località Quattro Venti. Giunti sulla cima del monte Acuziano, oltre a visitare i ruderi dell'Abbazia, attualmente pericolanti, si può osservare il panorama: della valle del Tevere da un lato, del Terminillo Pellecchia e Gennaro dall'altro, e di Fara in Sabina sul colle di fronte. Il monte Acuziano è anche zona di pascolo ovino.


Eventi e feste

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Cosa fare

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Acquisti

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Nel suo territorio si produce un ottimo olio di oliva; Fara in Sabina fa parte dell'Associazione nazionale Città dell'olio.

Come divertirsi

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Dove mangiare

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Prezzi medi

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Dove alloggiare

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Prezzi medi

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Sicurezza

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Farmacie

  • Farmacia Comunale, Via Borgo Nuovo, snc (località Borgo Quinzio), +39 0765 398002.
  • Farmacia Farense, Via Farense, 99 (località Coltodino).
  • Farmacia Passo Corese, via Enrico Fermi, 13 (località Passo Corese), +39 0765486507.


Come restare in contatto

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Nei dintorni

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  • Rieti Ritenuta dagli autori dell'età classica il centro geografico d'Italia (Umbilicus Italiae) fu fondata all'inizio dell'età del ferro e divenne un'importante città dei Sabini; ancora oggi il suo territorio viene identificato come "Sabina".
  • Tivoli Alle porte della città si trovano due siti patrimonio dell'umanità UNESCO: la romana Villa Adriana e la rinascimentale Villa d'Este.
  • Viterbo
  • Roma
  • Riserva naturale di Nazzano, Tevere-Farfa

Itinerari

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  • Via Carolingia Itinerario europeo che attraversa i luoghi percorsi dalla corte di Carlo Magno tra l'VIII e il IX secolo per recarsi da Aquisgrana a Roma, dove papa Leone III incoronò il sovrano carolingio imperatore del Sacro Romano Impero nella notte di Natale dell'800.


Altri progetti

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