Valsesia | |
Stato | Italia |
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Regione | Piemonte |
Superficie | 763 km² |
Abitanti | 56.429 (2011) |
Sito del turismo |
Valsesia è una valle dell'arco alpino piemontese nella provincia di Vercelli.
Da sapere
modificaLa valle, incuneata tra l'Ossola, il Biellese e il maestoso massiccio del Monte Rosa, offre al visitatore panorami e suggestioni spettacolari. Per i suoi pendii boscosi e le sue cime incontaminate è considerata la valle più verde d'Italia. Meta perfetta per gli sportivi, possiede una fitta rete di itinerari escursionistici, senza contare le innumerevoli offerte per gli sport fluviali e invernali. Ma anche gli estimatori di visite culturali troveranno modo di apprezzare la valle: essa riserva autentici capolavori artistici, come il Sacro Monte di Varallo, e borghi da gustare passeggiando.
Cenni geografici
modificaCaratterizzata nel suo complesso da monti molto alti e ripidi che non le permettono un grande sviluppo laterale, essa si estende dalle pendici del versante meridionale del massiccio del Monte Rosa fino a Serravalle Sesia, comprendendo diverse valli laterali, le acque dei cui torrenti confluiscono tutte nel fiume Sesia.
La valle principale, chiamata Val Grande, ha forma di S sdraiata e finisce con l'abitato di Alagna Valsesia: numerose valli laterali, che prendono il nome dai rispettivi torrenti, si aprono da questa; le principali sono: sul lato sinistro, la Val Mastallone e la Val Sermenza; sul lato destro, la Val Sorba, la Valle Artogna, la Val Vogna e la Val d'Otro. All'altezza di Borgosesia, sempre sulla destra, si estende la Valsessera, una vallata laterale della Valsesia che a livello amministrativo fa quasi completamente parte della provincia di Biella.
Cenni storici
modificaI primi insediamenti dell'alta valle sorsero tra il XII e il XIII secolo ad opera di una popolazione proveniente dalla valle di Saas: i Walser. Essa è una popolazione di origine germanica che iniziò a superare i valichi alpini per raggiungere le fertili e soleggiate valli italiane, iniziando a sviluppare la pastorizia e l'agricoltura. Essi iniziarono a caratterizzare con elementi specifici della loro cultura l'architettura e la lingua, un alto tedesco ancor oggi fermo nella semantica medievale.
Il nome della Valsesia lo troviamo citato nel diploma di Ottone III il 7 maggio 999, il quale ritornava sulla donazione alla chiesa di Sant'Eusebio, di Santa Maria in Rade.
Morto Ottone III, e proclamato re d'Italia Arduino marchese d'Ivrea, non troppo benvisto al vescovo di Vercelli Leone I, al quale perciò viene cancellata questa donazione; ma vinto poi Arduino da Arrigo II duca di Baviera a cui si era rivolto il predetto vescovo, questi gli confermò la donazione ottoniana. Ritornato Arrigo in Germania, Arduino ripiombò su Vercelli e fece man bassa su quanto e quanti gli eran contrari.
L'investitura si ripeté con il vescovo Arderico (1026-1040) che la ottenne da Corrado II. I suoi successori però sembra non si siano più curati di far rinnovare con l'atto dell'investitura anche le donazioni in explicito; e sembra anche che in seguito di questa noncuranza siano nate più tardi delle serie contestazioni da parte laica, perché creato vescovo Uguccione (1151-1170), questi sollecitò dall'imperatore Federico Barbarossa il diploma in data 17 ottobre 1152 nel quale si dichiara che le terre ivi menzionate (compresa la Valsesia) siano sempre di proprietà della Chiesa vercellese e non sia lecito a chicchessia di contravvenire a queste imperiali disposizioni sotto pena di 100 lire d'oro alla camera regale.
Questa sanzione tenne per poco sottomessi gli animi, che già anelavano a costituirsi in comuni autonomi, e quantunque il vescovo di Vercelli sant'Alberto (1185-1204) potesse ancora ottenere una riconferma delle imperiali disposizioni dal Barbarossa con diploma del 30 novembre 1191 di Enrico VI re d'Italia, tuttavia le discordie scoppiate in seguito tra Chiesa e Impero ai tempi di Gregorio VII e Arrigo IV, e più ancora l'opera memoranda della Lega Lombarda vennero a indebolire sempre più l'autorità temporale dei vescovi sulle varie comunità, desiderose di reggersi indipendentemente e da sé. Si aggiunge il fatto che a quei tempi erano sulla cattedra di Vercelli vescovi intrusi e scismatici, i quali volendo, con continue e larghe concessioni almeno l'appoggio e il favore delle fazioni popolari e tenersele fedeli, spogliandosi a poco a poco dei diritti feudali.
La Valsesia formava parte del ducato di Milano, quando l'8 novembre 1703 fu stipulata un'alleanza tra Vittorio Amedeo II e l'imperatore Leopoldo I d'Asburgo, che prevedeva lo smembramento della Valsesia dal ducato di Milano e la soggezione al duca di Savoia. Quanto previsto dal trattato fu confermato dall'ordine imperiale del 23 febbraio 1707 che ingiungeva agli organismi tradizionali di autonomia dei valsesiani, la Corte Superiore, con sede a Varallo, e la Corte Inferiore, con sede a Borgosesia, di prestare il giuramento di fedeltà al duca di Savoia. Il conte Filippo Domenico Beraudo di Pralormo fu inviato dal duca di ricevere il giuramento, che segnò così il passaggio della Valsesia a Casa Savoia, confermato poi dal trattato di Utrecht del 1713. L'annessione, tuttavia, fu compiuta nel rispetto delle autonomie sanciti dagli Statuti valsesiani e dei privilegi locali.
Lingue parlate
modificaOltre all'italiano, parlato correntemente da chiunque, in valle sopravvive un dialetto valsesiano e, nella parte più alta della valle, viene ancora utilizzata la lingua walser.
Territori e mete turistiche
modificaCentri urbani
modifica- 1 Alagna Valsesia (Im Land in walser; Alagna in piemontese; Lagna in dialetto valsesiano) — Alangna e la frazione di Riva, i due nuclei principali della civiltà Walser in valle, rappresentano l'ingrasso più suggestivo per le escursioni sul Monte Rosa.
- 2 Alto Sermenza — Comune costituito dai paesi di Rimasco e Rima San Giuseppe, è situato oltre i mille metri di quota, il che lo rende una delle località più elevate della valle. Tranquilla località turistica è sede di una gipsoteca dove sono raccolte le opere il gesso di Pietro Della Vedova, uno dei maggiori scultori dell'ottocento italiano.
- 3 Borgosesia (Ël Borgh in piemontese; Zam Burg in lingua walser) — Città più popolosa di tutta la valle, vi si trova il Sacro Monte del Santuario di Sant'Anna di Montrigone che sormonta l'abitato.
- 4 Campertogno (Campartògn o Camparteugn in piemontese; Kamperteyn in walser) — Uno dei borghi alpini meglio conservati della valle offre al turista splendidi scorci; d'interesse è la chiesa progettata da Filippo Juvarra.
- 5 Carcoforo (Kirchof in walser, Carcòfo in piemontese) — Designato dalla rivista Airone come il villaggio ideale d'Italia, è un piccolo paese, nato come colonia Walser, rimasto ancora intatto e legato alle attività tradizionali.
- 6 Gattinara (Gatinèra in piemontese) — Comune più basso della Valsesia è un eccellente produttore dell'omonimo vino, marchiato DOCG.
- 7 Piode (Piòvi in piemontese) — Caratterizzato da abitazioni antiche ed eleganti, è punto di partenza per la discesa sul fiume Sesia con la canoa. Non ci si può non fermare ad acquistare i formaggi tipici dal caseificio locale.
- 8 Rimella (Remmalju in walser, Rimela in piemontese) — Località caratterizzata da un intrico di vie strette e baite in pietra, d'interesse è la chiesa seicentesca di San Michele, un esempio di barocco valsesiano.
- 9 Scopello (Scopél in piemontese; Skuppil in walser) — Una delle maggiori località turistiche della valle, rappresenta il punto di partenza per raggiungere rinomate stazioni sciistiche come l'Alpe di Mera.
- 10 Serravalle Sesia (Seraval in piemontese) — D'interesse è la romanica Pieve di Santa Maria di Naula immersa nell'antico centro storico.
- 11 Varallo (Varal in piemontese e in dialetto valsesiano) — La città più grande della Valsesia, offre un caratteristico centro storico ricco di piazzette e palazzi signorili. La perla della città, e per certi versi di tutta la valle, è il Sacro Monte di Varallo. Costituito da splendide cappelle e dal santuario, sovrasta il borgo ed è raggiungibile tramite una funivia. Nel comune si trova la frazione di Erbareti, un paese fantasma.
Altre destinazioni
modifica- Parco naturale dell'Alta Val Sesia e dell'Alta Val Strona — Un parco che tutela zone di alta montagna un tempo colonizzare dalle popolazioni walser.
Come arrivare
modificaCome spostarsi
modificaIn autobus
modificaTutta la valle è servita servizio da due linee di autobus (orari sul sito Baranzelli e atapspa).
Cosa vedere
modifica- Sacro Monte di Varallo. Il più antico sacro monte dell'Italia settentrionale, per la sua magnificenza e per la sua fedeltà nel rappresentare la passione è stato definito Nuova Gerusalemme e dal 2003 è patrimonio dell'UNESCO.
- Ecomuseo della Valsesia. Museo diffuso che grazie a diverse sedi sparse per tutti i paesi della valle fa scoprire le tradizioni e la cultura della civiltà walser che abitava questi luoghi.
Cosa fare
modifica- Sci. Grazie alle numerosissime piste situate nelle stazioni sciistiche di Scopello (Alpe di Mera) e di Alagna (MonterosaSki), quest'ultima addirittura collegata ai comprensori di Gressoney e Champoluc, la Valsesia risulta essere la meta perfetta per gli sciatori di ogni grado di preparazione.
- Escursioni. La Valsesia offre agli escursionisti di ogni genere una vastissima gamma di itinerari che attraversano in lungo e in largo le bellezze naturali della Valle. Qui un piccolo assaggio delle escursioni possibili.
- Mountain bike. La valle offre una pluralità di piste per tutti i tipi di ciclisti: dalle tranquille piste ciclabili sul fondo valle fino alle impegnative piste per mountain bike in alta montagna.
- Sesia Rafting. La Valsesia è la patria degli sport fluviali: rafting, canyoning, kayak e hydrospeed. Qui è possibile trovare tutte le adrenaliniche proposte che si possono intraprendere lungo tutto il corso del fiume Sesia.
- Freeride. Alagna è conosciuta come una delle migliori località dove praticare lo sci da fuori pista grazie ai vasti pendii innevati all'interno del parco naturale dell'Alta Val Sesia e dell'Alta Val Strona.
A tavola
modificaLa cucina tradizionale valsesiana è ricca di prodotti legati alla tradizione povera dei montanari. Tra i primi piatti abbiamo l'ava cöcia, una minestra di ortaggi con formaggio. Regina di tutte le cucine tradizionali alpine è la polenta spesso accompagnata da salumi o formaggi locali come la Toma. Tra i secondi piatti spicca l'Uberlekke un bollito misto di tradizione walser che spesso viene accompagnato da insaccati tipici come Salamin d’la duja. Per addolcire il palato la tradizione valligiana ci offre molti prodotti dolciari come i canestrelli, tipici di Civiasco e Boccioleto, e l'Arsumà una crema simile allo zabaione.
Bevande
modificaNella bassa Valsesia abbondano le colture di viti utilizzate per produrre pregiati vini come il Nebbiolo. In particolare Gattinara e Ghemme producono l'ottimo vino rosso omonimo. Anche dal punto di vista dei distillati la Valle offre ottime grappe aromatiche prodotte in particolare a Rassa.
Sicurezza
modificaAltri progetti
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