Scicli è una città in provincia di Ragusa.

Scicli
Chiesa di San Bartolomeo
Stato
Regione
Territorio
Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
CAP
Fuso orario
Posizione
Mappa dell'Italia
Mappa dell'Italia
Scicli
Sito istituzionale

Da sapere modifica

La città è circondata da tre colline, sotto le rupi calcaree che sembrano proteggerla. Durante le chiare giornate viene offerto uno spettacolo incomparabile, una città distesa nella valle come una colata di case. Giù, all'orizzonte, si intravede uno dei mari più azzurri del Mediterraneo, che chiude questa cornice unica e serena. Scendendo, dopo aver percorso sette tornanti, si arriva al centro in Piazza Italia. Da qui osservando alto sulla destra vediamo una imponente rupe calcarea sulla quale sorge San Matteo l’antica Chiesa Madre della città antica, dietro San Matteo possiamo vedere i resti di quello che era il Castello dei Tre Cantoni, mentre posto sul colle a fianco possiamo ammirare il Convento della Croce. Il panorama che si gode da lassù non si riesce a descrivere, si ha la sensazione di dominare tutto il territorio senza fatica.

Cenni storici modifica

La città di Scicli fu fondata da Siculus re dei Siculi. L’origine del suo nome viene dal secondo secolo avanti Cristo quando Marco Marcello espugnò Siracusa e poi fondò Scicli per istituirvi una zecca “Sicla” che era una moneta romana. Gianbattisti Nicolosi ritiene che Scicli, sia sorta sulle rovine dell’antica Ina, città descritta da Tolomeo, citata da Cicerone nelle sue “Verrine” e di cui dice il geografo Ravannate che trovava sì a mezzogiorno di Modica infatti nessun’altra città è mai sicuramente esistita se non quella che ora ha il nome di Scicli. Fino a 1061 non si sa nulla di Scicli, si sa solo che era una città in continuo progresso, ed era sotto la dominazione araba i quali la chiamarono “Siklah” che in arabo vuol dire balsa, diruppe, luogo scosceso.

Scicli ebbe il suo maggiore impulso sotto la denominazione araba, dove l’arboricoltura, l’utilizzazione delle acque d’irrigazione e l’incremento degli scali marittimi prossimi a Scicli ingrandiva e rendeva la città più bella. Per la sua posizione strategica fu considerata come una delle piazze forti e più importanti della Sicilia.

 
Piazza del Municipio

Sotto la denominazione normanna Scicli ebbe la prerogativa di città reale (Modica e Ragusa erano allora feudi) fino al 1300. Ebbe importanza militare e fu recintata da mura ed ebbe sette porte protette da quattro torri e dal formidabile castello detto “Tre Cantoni” che è situato sul punto più alto della città.

Man mano Scicli si estendeva verso la valle sottostante a cui si accedeva dalla parte più alta della città mediante due ampie scale sotterranee che mettevano in comunicazione una col mulino della Botte e coi giardini, l’altra con la fonte di Santa Venere nella Cava di Santa Maria la Nova. L’arma municipale di Scicli, usata sin dall’epoca normanna è un leone coronato all’antica, cioè la corona radiata (a 5 punte aguzze) in atto di salire su tre monti decrescenti da destra a sinistra, in tutto d’oro in campo azzurro. Si ritiene che quest’arma sia stata adottata dalla città di Scicli perché la collina oggi detta della Croce, guardata dalla vallea, presenta la sagoma di un leone accovacciato che fissa l’altra collina detta San Matteo.

Sotto l’imperatore Federico II, Scicli ebbe il titolo di “Inclita ed Victoriosa”. La concessione di tale titolo equivaleva al riconoscimento della qualifica di città, qualifica che non si perdeva nemmeno se la città passava poi alla dipendenza di un feudatario. Nell’anno 1300 Scicli passò sotto il dominio reale di un feudatario, quando ciò Re Federico II la concesse a Manfredi Chiaramonte che già possedeva Modica e Ragusa e formò allora la Contea di Modica. La città rimase sotto il feudo Chiaramonte sino al 1392 che poi passò nelle mani di Re Martino il Giovane. Nel 1423 si staccò definitivamente dal feudo. Il passaggio della città dal colle al piano non avvenne certamente in brevissimo tempo, ma incominciò in modo graduale verso la seconda metà del XIV secolo e durò fino a tutto il XVI secolo. Dopo questo trasferimento a valle della città, comincio per Scicli un periodo infelice per le continue calamità che la colpiscono: la peste del 1575 e quella del 1626 che contagiò la sola Scicli, l’invasione delle cavallette del 1619, seguita da un forte periodo di siccità, la piena del 1615 e del 1618, altre invasioni di cavallette che si succedettero fino al 1858, compreso l’evento più funesto e catastrofico terremoto del 1693 che fece a Scicli circa 2000 morti e distrusse quasi completamente la città. Negli anni seguenti Scicli seguì le sorti di tutta la Sicilia e in modo particolare della Contea di Modica.

Come orientarsi modifica

Piazza Italia è tutta circondata da bellissimi palazzi settecenteschi e dominata, da un lato, dalla imponente rupe calcarea sulla quale sorge l’antica chiesa di San Matteo.

 
Via Aleardi

Via Aleardi è una via che attraversa la città in quanto è presente un canale normalmente privo di acqua che crea degli scorci caratteristici.

Frazioni modifica

  • Arizza
  • Bruca
  • Cava d'Aliga
  • Donnalucata
  • Playa Grande
  • Sampieri
  • Spinasanta


Come arrivare modifica

In aereo modifica

  • Aeroporto di Comiso — Effettua per lo più voli stagionali, charter e con compagnie low cost su alcune città italiane ed europee.
  • Aeroporto di Catania-Fontanarossa — con voli nazionali per tutte le città italiane, e voli per le principali mete europee e diverse località internazionali. Raggiungibile tramite autobus AST.

In auto modifica

Da Catania seguite le indicazioni verso l’autostrada   in direzione Siracusa. Dopo 60 km vi ritroverete nelle vicinanze di Siracusa, continuate lungo la   in direzione di Rosolini, che è l’uscita in cui termina l’autostrada. Lasciata quest’ultima, andate verso Rosolini e passateci accanto seguendo la  , che percorrerete verso Ispica per circa 8 km. Una volta raggiunta quindi una grande rotatoria (ai piedi di Ispica), prendete la seconda uscita verso Pozzallo e continuate a guidare lungo la strada principale che (dopo la rotatoria) prende il nome di  . Dopo circa 5 km lasciate la   prendendo un’uscita a sinistra verso la   in direzione Modica/Litoranea. Proseguendo sulla  , dopo 7 km si dividerà in due: a sinistra, la direzione è Modica ( ); a destra, la direzione è Marina di Modica. Non andate verso Modica, non entrate nella  . Continuate invece lungo al   verso Marina di Modica, Sampieri e infine Scicli

Lasciando il porto di Pozzallo girare a sinistra e seguite la strada in direzione di Ragusa, superate un cavalcavia ed imboccate la  . Dopo un paio di chilometri essa si dividerà in due: a sinistra, la direzione è Modica ( ); a destra, la direzione è Marina di Modica. Non andate verso Modica, non entrate nella  . Continuate invece lungo al   verso Marina di Modica, Sampieri e infine Scicli


In treno modifica

  • 36.78990114.6988761 Stazione di Scicli. Scicli è dotata di stazione ferroviaria con collegamenti diretti da/per Siracusa.    



Come spostarsi modifica

In auto modifica

L'auto è sostanzialmente inutile e conviene lasciarla. Limitazioni di circolazione possono essere trovate lungo la via Nazionale che chiude al traffico nei weekend.

  • 36.79749614.7049952 Parcheggio libero. Si tratta di uno spiazzo con erbaccia utilizzato come parcheggio in occasione di eventi o eccessivo afflusso di auto.


Cosa vedere modifica

Chiese e conventi modifica

 
Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola
  • 36.79257114.7069761 Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola (Chiesa Matrice o del Collegio), Piazza Italia. Il monumento più importante di Piazza Italia, detta chiesa Matrice o del Collegio, perché annesso all’ex collegio gesuita (demolito nel 1961). La chiesa, divenuta Matrice nel 1874, quando fu chiusa al culto quella di San Matteo, ha una bella facciata barocca piana a due ordini di tono “burocratico” nella ripartizione delle superfici e nell’adozione degli ordini architettonici di lesene e contro lesene, lievemente aggettanti. A vivacizzare maggiormente la facciata concorrono oltre alle aperture, decorazioni e statue, scandite e isolate dalle lesene. Due originali campanili, arretrati rispetto al prospetto, creano un effetto di profondità e movimento. Sul grandioso portale centrale si legge la data 1751, forse quella di ricostruzione, in quanto la chiesa esisteva già prima del terremoto del 1693 e quindi rifatta nel’700; purtroppo non si conosce l’architetto.
 
San Matteo
  • 36.79266214.7088082 Chiesa di San Matteo, Via San Matteo, 9 (Raggiungibile solo a piedi superando l'ampia scalinata.). Fuori dal centro urbano si può visitare la vecchia Chiesa Madre di San Matteo e il Castello dei Tre Cantoni. San Matteo posta sul colle che domina tutta la città, era l’antica Chiesa Madre di Scicli. La chiesa è visitabile solo dall'esterno perché chiusa e pericolante.    
 
Chiesa di San Giovanni Evangelista
  •   36.79366914.7063773 Chiesa di San Giovanni Evangelista, Via Francesco Mormino Penna (Dopo il palazzo municipale, sulla destra). Dall’elegante facciata concava–convessa, armonizzata da una serie di doppie semicolonne, che nella parte centrale arrivano fino al terzo ordine, conferendole slancio e maestosità. Il secondo ordine e i finestroni del terzo, sono vivacizzati da ornatissimi inferriate in ferro battuto. L’interno, a pianta ellittica, preceduta da un vestibolo e conclusa da un'abside semicircolare, è veramente fastoso per la ricchezza delle decorazioni, stucchi, dorature ed elementi architettonici, che ne fanno un piccolo capolavoro di arte barocca. La chiesa fu edificata tra il 1750 e il 1803 e il progettista fu il netino Vincenzo Sinatra. L’ultima fase, quella del terzo ordine, fu curato dall’architetto siracusano Salvatore Alì.    
 
Chiesa di San Bartolomeo
  • 36.79097214.7083894 Chiesa di San Bartolomeo. Risalendo la Via San Bartolomeo si può ammirare l’imponente mole della settecentesca Chiesa di San Bartolomeo, la cui solenne facciata spicca sulle torreggianti rupi calcaree della cava. La chiesa fu edificata nella seconda metà del settecento dall’architetto siracusano Salvatore Alì con un prospetto fra il barocco classico e il primo neoclassicismo a tre ordini con colonne accostate e sovrapposte, che nel terzo ordine vengono sostituite da lesene inglobanti la cella campanaria. L’interno si presenta più “barocco” sovraccarico com’è di stucchi, dorature e arredi sacri, e un grande e bel presepe tra i più belli che si conosce in Sicilia. Questo risale in parte al 1535 e in parte al settecento per le sculture lignee opera dell’artista napoletano Pietro Padula. Un momento di vita contadina e popolare, che pullula al gruppo della Natività dalle forme più statiche e classicheggianti.    
 
Complesso di Santa Maria della Croce
  • 36.78966714.7076625 Convento della Croce. Il complesso, costituito dalla chiesa e dal convento, sorge proprio sullo strapiombo della cava di San Bartolomeo, puntellato in più parti da enormi colonne di cemento. Il panorama che si gode da quassù non si riesce a descrivere, si ha la sensazione di dominare tutto il territorio senza fatica. La chiesa dal semplice prospetto è resa stupenda dalla bellissima decorazione gotico – chiaramontano che ne fanno un piccolo capolavoro di arte. Dalla nuda superficie della facciata emergono i due lavoratissimi cartigli, in uno dei quali si nota lo stemma di Scicli. Fra i due cartigli doveva esserci un bel rosone del quale resta una piccola parte. Sopra il portale si sviluppano altre decorazioni che denotano la perizia dei loro esecutori: due colonnine tortili che racchiudono altri due archi che fungono da lunetta, entrambi ben lavorati; molto bello quello centrale che rappresenta il cordone francescano e fra i due archi, un vero capolavoro di traforo e di perizia tecnica: lo stemma gentilizio dei conti di Modica, don Federico Henriquez e donna Anna Cabrera, che in questa chiesa celebrarono il loro matrimonio. Il piccolo oratorio all’interno è dedicato alla Madonna di Sion, risale alla seconda metà del ‘400. Al suo interno erano conservati degli affreschi del’400, sono interessanti sia dal punto di vista stilistico sia per l’uso del dialetto, nel contesto religioso, al posto del latino. Oggi gli affreschi sono custoditi ed esposti nella chiesa di Santa Teresa in Via F.M. Penna.    
 
L'abside di Marvuglia
 
Chiesa di Santa Maria La Nova
  • 36.79410814.7109976 Chiesa di Santa Maria La Nova, Via Santa Maria la Nova (Continuando per la Via S.M. la Nova sulla sinistra bivio della strada, sulla sinistra). La più suggestiva chiesa della città, sorge alla base della imponente parete calcarea della cava, in un ambiente urbanistico fra i più ben conservati della città, tanto da determinare con la sua imponenza architettonica, uno degli spazi più suggestivi della trama urbana. Tutto il rione è caratterizzato da viuzze strette in salita, da gradini, cassette, spiazzi e scorci veramente suggestivi, allietati in primavera da vasi fioriti, coltivati in gran numero in queste modeste m decorose dimore, fra le quali domina il bianco del calcare sia delle la cava che dalle basole con cui sono lastricate le strade. L’imponente facciata della chiesa è una delle poche opere architettoniche in stile neoclassico realizzato in questa zona. All’interno si conservano preziosi arredi sacri in argento e opere d’arte di notevole rilevanza artistica: una statua lignea di S.F. di Paola, la statua dell’Immacolata, rivestita d’argento, opera di argentieri sciclitani e, nella terza cappella, la statua lignea del Cristo Risorto (Uomu Vivo). La cappella centrale è dedicata all’Addolorata, un complesso statuario composto dalla Madonna adagiata che sorregge il corpo esanime del Cristo, Marta e Maria Maddalena. La chiesa nelle sue strutture più antiche risale al XV secolo, fu poi ingrandita nl 1642 e ricostruita nl 1816 nello stile e nella forma attuale.    
 
Chiesa del Carmine
  • 36.79475514.7066817 Chiesa del Carmine e convento dei Carmelitani. La chiesa, edificata dopo il terremoto del 1693 dove sorgeva la chiesa di San Giacomo Interciso, venne terminata nel 1769, mentre il convento fu realizzato fra il 1775 e il 1778.
 
Santa Maria della Consolazione
  • 36.79430214.7088518 Chiesa di Santa Maria della Consolazione (Prendendo Via S.M. la Nova di fronte alla Chiesa del Carmine, proseguendo il torrente). Costruita tra il XVII e il XVIII secolo. Sulla facciata trovate il titolo “patrona civitatis”, un privilegio che il re di Spagna Filippo IV le accordò nel 1645. L’edificio, con la sua facciata barocca in chiara pietra calcarea ragusana, si erge su una breve scalinata in basole di calcare. All’interno, a pianta basilicale, a tre navate, si può ammirare un simulacro di legno del 1560, rappresentante il “Cristo alla colonna” fra due farisei e gli stalli lignei con quattordici bassorilievi di santi; sulla fiancata destra della chiesa è collocato un portale di stile manieristico che potrebbe appartenere ad una chiesa preesistente.
 
Chiesa di San Michele Arcangelo
  •   36.79344414.7054149 Chiesa di San Michele Arcangelo, via Francesco Mormino Penna. Edificio tra i più antichi, totalmente ricostruito dopo il terremoto del Val di Noto del 1693, inserito in un contesto di altri poli monumentali scampati alle devastanti distruzioni. Il prospetto in conci è ripartito su tre ordini con conformazione convessa lungo l'asse centrale comprendente l'unico varco d'accesso frontale, il finestrone, la monofora e il frontone. Il particolare architettonico è compreso tra coppie di colonne con capitelli corinzi e semplici paraste della cella campanaria.
    Impianto ad aula ellittica preceduta da un endonartece biabsidato e abside semicilindrica. La ricchissima decorazione policroma realizzata da Giuseppe Sesta Poliziano è caratterizzata da innumerevoli stucchi, affreschi, pitture e sculture. Decorazioni riproducono strumenti musicali ai lati dell'organo, collocato su un balcone interno con ringhiera in ferro battuto sorretto da quattro colonne ioniche sul lato sinistro, a destra la cantoria. Episodi biblici come affreschi sono riprodotti nei quadroni della volta di tema agostiniano realizzate da Gaetano di Stefano. Il pavimento in pietra pece di Ragusa e pietra bianca di Comiso, ripropone la classica fantasia a scacchiera e un unico abbellimento geometrico è realizzato nella parte centrale dell'abside.
       
  •   36.79352714.70462910 Chiesa di Santa Teresa, Via Francesco Mormino Penna, 81.
  • 36.7897614.7054211 Chiesa di San Giuseppe, Via San Giuseppe, +39 3388614973, . Si trova nel quartiere omonimo, edificata dove già dal 1507 esisteva una cappella dedicata al Santo dalla nobile famiglia locale dei Miccichè, crollò in parte con il terremoto del 1693 e fu ricostruita nello stile barocco dell’epoca che caratterizza tutto il Val di Noto. L’esterno è molto sobrio con una facciata concava datata 1722, l'interno è settecentesco, con interventi anche ottocenteschi, ricco di stucchi barocchi e una volta dai colori molto eleganti. Custodisce due statue di grande valore: la lignea settecentesca di San Giuseppe, laminata in argento, opera dello scultore napoletano Pietro Padula e, soprattutto, quella marmorea del 1497 di Sant’Agrippina, attribuita a Gabriele di Battista, vero e proprio capolavoro del quattrocento siciliano. Di rilievo anche il dipinto seicentesco che rappresenta la Cacciata dei mercanti dal Tempio da parte di Gesù e quello del 1765 della Madonna della Grazia (o del Latte) con le martiri siciliane, Santa Lucia e Sant’Agata. Di rilievo, infine, le due acquasantiere seicentesche, realizzate con pietra pece ragusana e pietra calcarea di Comiso.

Palazzi modifica

 
Palazzo Beneventano
  •   36.79318114.70744212 Palazzo Beneventano (Imboccando la Via Nazionale da Piazza Italia, alla prima traversa a destra, dopo alcuni metri). Uno dei più belli monumenti e rappresentativi della città. Nella sua facciata, che ripetono i temi barocchi tradizionali delle paraste d’angolo e del balcone del piano nobile collegato verticalmente con le aperture sottostanti, tutto viene stravolto dalla decorazione che diventa protagonista nella forma e finiture delle bugne, nelle sculture che presenta a sostegno dello stemma nobiliare formato da due teste ironicamente realizzate con la bocca aperta, nei mascheroni posti sulle chiavi degli architravi mistilinei delle botteghe ed in quelli posti davanti alle mensole a sostegno dei balconi. Il palazzo risale alla metà del XVIII secolo denota la mano di un artista che era capace e aggiornato secondo gli influssi manieristici di quel periodo.
 
Palazzo Municipale
  •   36.79370314.70668213 Municipio, Via Francesco Mormino Penna (Proseguendo Via Nazionale sulla sinistra). Usato come commissariato di Polizia di Vigata nella fiction “Il commissario Montalbano”, è un palazzo con uno stile che si rifà a motivi rinascimentali, che ben si inserisce fra i monumenti che lo seguono nella via.
  •   36.79356114.70524114 Palazzo Spadaro, Via Francesco Mormino Penna, 34. È una delle sedi istituzionali del Comune. Rappresenta la prova tangibile del progressivo cambio di gusto dalla pomposa e scenografica poetica tardobarocca ad una raffinata e ricercata cultura rocaille. Il prospetto è leggermente curvo e segue l'impianto ancora medievale dell'antico Corso (via Francesco Mormino Penna). Gli interni sia sul piano architettonico che su quello puramente decorativo sono da riferire a rimodulazioni del XIX secolo. Visitabile, sede di numerose mostre temporanee.
  •   36.79364914.70615515 Palazzo Veneziano Sgarlata, Via F. Mormino Penna, 351.
 
Palazzo Fava
  • 36.79210414.70741616 Palazzo Fava, Piazza Italia (Sul lato opposto della Chiesa di San Ignazio). Un classico esempio di architettura barocca del 700 dall’ampio portale e dai bellissimi balconi, ma il più ricco e caratteristico per l’iconografia rappresentata è il balcone che sorge in Via San Bartolomeo, dai mensoloni che rappresentano cavalli al galoppo, griffi alati e figure fantastiche cavalcate da puttini alati.
 
Palazzo Bonelli-Patanè
  • 36.7934314.7056217 Palazzo Bonelli-Patanè, Via Francesco Mormina Penna 53, +393404756053, .   5€. Palazzo nobiliare in stile neoclassico, molto sobrio, all’esterno ma all’interno rappresenta la summa dello stile eclettico di inizio novecento, dove si incontrano neoclassico, appunto, liberty e neogotico. Lo splendido impianto iconografico, sicuramente il più ricco in città, è opera di Raffaele Scalia, pittore, decoratore, illustratore e progettista d’arredi e luci tra i più importanti in Italia nel periodo a cavallo fra ottocento e novecento. A Palazzo Bonelli-Patanè, Scalia ha affrescato lo scalone principale, il salone delle feste, i salotti degli uomini e delle donne, la sala da pranzo e la camera da letto patronale, disegnando inoltre i mobili e la loro disposizione. Dal terrazzo, infine, è possibile affacciarsi al giardino interno e ammirare uno splendido panorama della città. È stato location televisiva de La Stagione della Caccia.

Musei modifica

 
Antica Farmacia Cartia
  • 36.7935814.7055818 Museo dell’Antica Farmacia Cartia, Via Francesco Mormina Penna 24, +393388614973, .   2€. L’Antica Farmacia Cartia è una farmacia risalente al 1902, completamente originale nella sua struttura, con mobili realizzati in stile liberty dall’ebanista e falegname sciclitano Emanuele Russino. Splendido il dipinto in stile liberty che rappresenta la dea Igea, opera di Giovanni Gentile. All’interno si trovano composti solidi e liquidi, rimedi artigianali, arnesi da laboratorio, alambicchi, provette, bilancini e albarelli in ceramica di Caltagirone oltre a un antico registratore di cassa. Molto singolare la vetrina dei veleni.
    Location televisiva de Il Commissario Montalbano e Il Giovane Montalbano, oltre alla trasposizione televisiva del romanzo storico di Andrea Camilleri, La Stagione della Caccia, l’Antica Farmacia Cartia dal 6 Aprile 2014 è un museo gestito dall’Associazione Culturale Tanit Scicli.

Altro modifica

 
Grotte di Chiafura
  • 36.79058614.7081919 Grotte di Chiafura. Per arrivarci bisogna scendere in Piazza Italia e prendere la Via San Bartolomeo, all’altezza della chiesa vi si entra dalla parte sinistra della chiesa è una stradina che porta direttamente al primo livello di grotte. E’ un insediamento trogloditico, nei secoli dimora delle classi più povere e disagiate del paese. Erano grotte trasformate in case, distribuite quasi a gironi (sette livelli) dall’alto in basso, senza un ordine prestabilito. L’esposizione verso sud e la particolarità della roccia ha permesso l’intervento dell’uomo, al punto da ricavarne ambienti a più stanze e a diversi piani. Sono state abitate fino a metà degli anni ’50 del secolo scorso, e la loro esistenza fu oggetto di attenzione e denunce nel Paese e nel Parlamento, quando ne parlarono Carlo Levi, Renato Guttuso, Pier Paolo Pasolini e altri intellettuali del tempo. Oggi c’è un progetto di recupero che tenta di restituire alla fruizione turistica e culturale l’intero quartiere, quasi un museo etnografico all’aperto un bene della memoria collettiva.


Eventi e feste modifica

  • Carnaluvaru ra Stratanova. Il Carnevale da anni viene festeggiato in Corso Umberto, detto dagli scilitani "A Stratanova" (la strada nuova) e si svolge con manifestazioni, sketches in maschera, sfilate e carri allegorici.
  • Marzo Mese Della Cultura. Prevede un cartello fitto di eventi che variano dall'arte con mostre, estemporanee di pittura, al cinema con cineforum organizzati dalle associazioni culturali, al folklore con le feste di primavera (La cavalcata di San Giuseppe di Scicli e Donnalucata), e vari altri appuntamenti di tipo culturale.
  • Sagra della seppia (Donnalucata).   fine settimana che precede il 19 marzo. In occasione dei festeggiamenti di San Giuseppe. Lungo la via Pirandello sono allestiti gli stands che propongono specialità a base di seppie pescate al largo di Donnalucata e cucinate secondo la tradizione locale. Al termine della sfilata, chiamata "la Cavalcata" si celebra il concorso con la premiazione per la bardatura migliore.
  • La Cavalcata di San Giuseppe.   sabato precedente il 19 marzo (o quello successivo). dalla Chiesa di San Giuseppe parte una processione di cavalli e cavalieri per le vie della città di Scicli. Figuranti che rappresentano San Giuseppe e la Vergine Maria guidano il corteo che passa nei vari quartieri in cui vengono allestiti dei falò, dei fuochi detti Pagghiari, dove i cavalieri e la gente che segue la cavalcata accende dei fasci di stoppie dette ciaccàre. I cavalli sono bardati con manti di violacciocche, dette bàlicu, e gigli selvatici (spatulidda) composti a modo (nelle settimane precedenti) per rappresentare scene religiose o simboli della città (leone rampante, stemma, San Giuseppe, Gesù, la croce..). Campanacci, sonagli, testiere, ed altri ornamenti completano le bardature.
    Il 19 marzo la stessa processione si fonde a quella religiosa di San Giuseppe. La rappresentazione vuole ricordare la fuga in Egitto di Giuseppe e Maria, dopo l'editto di Erode. La sera del sabato della Cavalcata nel sagrato della chiesa di San Giuseppe si svolge una Cena per raccogliere offerte per la parrocchia e i poveri, e i cavalli e cavalieri della Cavalcata presenziano alla Cena, alla fine della quale verranno premiati i migliori manti infiorati.
 
Il Gioia
  • Il Gioia (l'Uomo Vivo).   Settimana Santa. Il giorno di Pasqua viene festeggiata la Resurrezione di Cristo, al grido di "Gioia", da cui per antonomasia il Gioia (con l'articolo al maschile). La statua lignea del Cristo, opera settecentesca attribuita a Civiletti e custodita nella Chiesa di Santa Maria La Nova, viene portata in processione per le vie della città e fatta ondeggiare e ballare in segno di gioia per tutto il giorno sino a tarda ora.
  • Sagra del Pomodoro o festa del grappolino (Sampieri).   1º maggio. Oltre al pomodoro spazio viene dedicato agli altri prodotti orticoli e ai formaggi. In occasione della sagra viene anche allestita una fiera dell'artigianato a cui prendono parte numerose aziende provenienti da tutta Italia.
 
Corteo della Festa delle Milizie
  • Festa delle Milizie.   fine maggio, per una settimana. Il momento più significativo della festa è la rappresentazione teatrale, il sabato, di una "moresca" a ricordo di una battaglia avvenuta nel 1091 per la liberazione della Sicilia dal dominio saraceno; nella rappresentazione, che si tiene ogni anno da tempo immemorabile, si fronteggiano i turchi (i Saraceni) capeggiati dall'Emiro Belcane e i Cristiani (i Normanni) guidati dal Gran Conte Ruggero d'Altavilla. Nella rappresentazione, vengono ricreati gli ambienti suggestivi della lotta e attori popolari con abiti d'epoca e armi, recitano sulle strade ripercorrendo i momenti più importanti della battaglia, che si conclude con l'intervento miracoloso della Vergine Maria (detta "delle Milizie" o "dei Milici"), che, scesa dal Cielo in groppa ad un Bianco Cavallo, libera la città dall'assedio straniero. La tradizione vuole che Maria Santissima delle Milizie rappresenti l'Addolorata, molto venerata dagli sciclitani, cui sono anche dedicate due processioni e due culti (nella Chiesa di Santa Maria La Nova e nella chiesa di San Bartolomeo).
  • Basole Di Luce festival.   agosto. Il suo nome vuole magnificare la luce riflessa sulle basole delle vie del centro storico, diventato patrimonio dell'umanità da quando l'UNESCO ha inserito Scicli bella World Heritage List. Basole di Luce Festival prevede una serie di manifestazioni di carattere culturale, con spettacoli musicali, teatrali e di intrattenimento incentrati sul confronto tra le etnie e i popoli.
  • Taranta Sicily Fest.   agosto. Festival di musica popolare che mira alla diffusione di attività culturali, teatrali ed artistiche.
  • Natale a Scicli.   Natale. Nel quartiere storico di Scicli, la Cavuzza Di San Guglielmo si svolge il tradizionale presepe vivente, immerso in una vallata con una fitta vegetazione di fichi d'India.


Cosa fare modifica

  • Sicily Bike Routes. Dà in noleggio mountain bike, bici professionali e attrezzatura ciclistica, organizza percorsi cicloturistici guidati ed esperienze gastronomiche nella natura.
  • 36.79466414.7069851 Trenino barocco, Piazza Busacca, +39 379 2869568. Tour del centro storico con un trenino gommato in italiano, inglese e francese.


Acquisti modifica


Come divertirsi modifica


Dove mangiare modifica

A Scicli spicca il dolce Testa di Turco (o testa di moro), un grosso bignè ripieno di ricotta vaccina.

Prezzi modici modifica

  • 36.79292214.7063061 PanDiviNo, Corso Mazzini, 34, +39 342 571 5930. Pizzette, pane e impanate ragusane di pttima qualità.
  • 36.79364714.7060082 Nivera (Gelateria), Via Francesco Mormino Penna, 14.

Prezzi medi modifica

Prezzi elevati modifica

  • 36.79391214.7067617 Al Galù, Via Pluchinotta, 21, +39 0932 841249.   Lun-Dom 12:00-15:00 e 20:00-23:30 chiuso il lunedì.


Dove alloggiare modifica

Prezzi modici modifica

Prezzi medi modifica


Sicurezza modifica

Scicli è una città piuttosto tranquilla con assenza quasi totale della criminalità.


Come restare in contatto modifica

Tenersi informati modifica


Nei dintorni modifica

 
Castello di Donnafugata
  • 36.88202814.5640564 Castello di Donnafugata, Contrada Donnafugata (A 400 metri vi è la stazione ferroviaria che permette di raggiungere il sito anche da Modica o Ragusa. In bus tramite la compagnia Tumino, gli orari sono consultabili qui. In auto è presente anche un parcheggio a pagamento antistante l'ingresso.), +39 0932 619333, .   6€ intero, 3€ ridotto.   Mar-Dom 9:00-13:00 e 14:00-17:00 (in estate l'orario si prolunga). Definito impropriamente castello in realtà questo edificio ottocentesco è una sontuosa dimora appartenuta alla ricca famiglia di Arezzo De Spuches. Gli ambienti interni, sono ben decorati e arredati e ricostruiscono al meglio l’atmosfera della nobiltà siciliana il cui richiamo al “Gattopardo” sembra inevitabile. All’esterno si può visitare anche il giardino con un labirinto in muratura. Il Castello di Donnafugata è stato spesso utilizzato come set cinematografico sia per la serie del Commissario Montalbano che per altri film ed è certamente una delle attrattive da non perdere.    
  • 36.83228514.7294865 Conca del Salto. Si tratta di una cascata posta in un contesto naturale protetto.
  • Modica

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 Usabile: l'articolo rispetta le caratteristiche di una bozza ma in più contiene abbastanza informazioni per consentire una breve visita alla città. Utilizza correttamente i listing (la giusta tipologia nelle giuste sezioni).