San Vito Chietino
Veduta di San Vito Chietino
Stato
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San Vito Chietino
Sito istituzionale

San Vito Chetino è una città dell'Abruzzo.

Da sapere

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Cenni geografici

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San Vito Chietino è collocata su una collina rocciosa che si allunga fino al mare, da cui si può osservare l'ampio orizzonte che va dalla Maiella al Gran Sasso, fino a Vasto; paesaggio aperto sul mare Adriatico, da cui si possono vedere diversi trabocchi, che occupano tutta la costa da Fossacesia fino a Casalbordino.

Il paese comprende anche la frazione collinare Sant'Apollinare, che gode di una veduta delle zone rurali, coltivate prevalentemente con viti e ulivi, ed una frazione marina che si estende lungo la Costa dei trabocchi e include nel proprio territorio il fiume Feltrino, chiamata appunto San Vito Marina o Marina di San Vito.

Cenni storici

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Le prime notizie sul paese di San Vito Chietino risalgono all'epoca romana quando già esisteva un porto frentano presso il torrente Feltrino; in seguito il porto venne utilizzato dai romani per i collegamenti oltre l'Adriatico ma ebbe anche importanza per le navi cargo. Successivamente nell'XI secolo il litorale visse un periodo di declino ed il porto venne abbandonato. Nei secoli seguenti il porto venne man mano ricoperto di pietre e detriti fluviali. Il borgo, invece, continuava a crescere già dal periodo paleocristiano, quando venne costruita una chiesa in onore di San Vito Martire. Nel Medioevo venne edificato un castello detto "Castellalto" di cui non si hanno notizie precedenti l'anno 1000. Il nome del castello venne successivamente mutato da Castellalto col nome del borgo che l'attorniava. Un documento del 1385 attesta che la proprietà del borgo e del porto di Gualdum fu dell'Abbazia di San Giovanni in Venere.

Nel XIV secolo gli abitanti del feudo di Sanctum Vitum si schierarono dalla parte del papa Urbano VI: il castello venne depredato dai gregari dell'antipapa Clemente VII comandati da Ugone degli Orsini, indi l'abate di San Giovanni in Venere (Fossacesia) chiese aiuto all'esercito di Anxanum (l'odierna Lanciano) che riuscì a portare la situazione a proprio vantaggio, facendosi dare in enfiteusi perpetua il feudo, pagando un canone di sessanta carlini d'argento all'abbazia di San Giovanni in Venere. Il comune di Lanciano, in seguito, vedendo nel porto di San Vito Chietino una buona economia, decise di conquistare la zona; gli abitanti della città marittima commerciale di Ortona iniziarono allora a preoccuparsi temendo di perdere la loro supremazia sul mare. Così Ladislao, l'allora re del Regno di Napoli, fece revocare l'autorizzazione a Lanciano di ristrutturare il porto; facendo però ciò, egli fece nascere un periodo di lotte tra Lanciano ed Ortona. Nel 1427 San Giovanni da Capestrano portò una pace provvisoria stabilendo il confeudo del paese, ma con la morte di Ladislao e con le successive lotte per la sua successione, Lanciano ne approfittò per ristrutturare il porto. Così facendo, Lanciano entrò in guerra aperta con Ortona, che assoldò un pirata incaricato di demolire il nuovo porto di San Vito, e depredò le case del borgo instaurando nella zona un periodo di terrore. Lanciano tuttavia mantenne intatto il feudo di San Vito Chietino. Durante il periodo aragonese (XVI secolo), il porto di San Vito era ancora usato per le fiere di Lanciano ed era adoperato per il commercio marittimo. Il documento che attesta il periodo di pace tra Lanciano ed Ortona si trova ora presso la Biblioteca comunale di Lanciano. Con la decadenza delle fiere lancianesi, anche il porto di San Vito decadde nuovamente, e Lanciano decise di vendere il porto col relativo feudo di San Vito Chietino a Sancio Lopez nel 1528. Negli anni seguenti il feudo passò di signoria in signoria, tra cui i Caracciolo. Ferdinando Caracciolo, duca di Castel di Sangro fu l'ultimo feudatario di San Vito Chietino. Durante il Risorgimento il comune fu contraddistinto da una lotta anti-borbonica. Il 3 febbraio 1916, durante la prima guerra mondiale, una squadra austro-ungarica formata dall'incrociatore corazzato SMS Sankt Georg, da tre cacciatorpediniere e due torpediniere, bombardò Ortona e San Vito Chietino; l'azione distruttiva venne fortunosamente interrotta dall'intervento di un treno armato della Regia Marina munito di pezzi da 152/40 che con la sua controbatteria costrinse le navi ad interrompere l'assalto; una lapide sul Colle del belvedere ricorda l'avvenimento. In un casolare detto eremo dannunziano soggiornò a lungo Gabriele D'Annunzio.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo San Vito Chietino

Quartieri

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Il suo territorio comunale comprende anche i paesi di Anticaglia, Balsamate, Bufara, Castellana, Cese, Cintioni, Colle Capuano, Foresta, Mancini, Melogranato, Murata Alta, Murata Bassa, Paolini, Passo Tucci, Pontoni, Portelle, Quercia del Corvo, Rapanice, Renazzo, San Fino, San Rocco Vecchio, Sant'Apollinare, San Vito Marina (o Marina di San Vito, Sciutico, Strutte, Valle Ienno, Vicende

Come arrivare

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In aereo

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  • Aeroporto di Pescara (Aeroporto internazionale d'Abruzzo), Via Tiburtina Km 229,100, +39 085 4324201.

In auto

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  • A14 Casello autostradale di Lanciano sulla A14 Adriatica.
  • È poco discosto dalla ex strada statale 84 Variante frentana e dalla ex statale 16 Adriatica.

In autobus

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  • Autolinee della compagnia Sangritana
  • Linee di pullman gestite da ARPA - Autolinee regionali Pubbliche Abruzzesi


Come spostarsi

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Cosa vedere

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Corso Trento e Trieste e la chiesa di San Francesco
La facciata della chiesa dell'Immacolata Concezione
  • Chiesa di San Rocco. Si trova sul belvedere di Sant'Apollinare. È a navata unica coperta da capriate. La facciata è semplice con timpano triangolare che ospita due campame. Recentemente è stata restaurata.
  • Chiesa di San Gabriele dell'Addolorata (in località Bardella). Edificio recente su progetto di Vito Iezzi del 1981. Particolarità dell'edificio è l'urna interna con le reliquie di San Gabriele. Fra il 1992 ed il 1995 venne ultimato il salone sotto la chiesa. La facciata principale è preceduta da una scalinata. L'accesso è porticato. L'interno è ad aula unica con presbiterio e sagrestia.
  • Chiesa di San Francesco da Paola (presso il belvedere Marconi). Attualmente è una cappella di uso privato. La chiesa risale al XV secolo, ma nel corso dei secoli ha subito rimaneggiamenti. L'impianto è ad aula unica suddivisa da due campate con volta a vela con decorazioni in stucco. L'altare è posto sotto una nicchia con una statua di Cristo. La facciata è suddivisa da due paraste in stile dorico. Inoltre nella facciata vi sono due aperture rettangolari, una nicchia posta fra due edicole semicircolari, una finestra rettangolare ed un'altra finestrella a forma di occhio che permette l'aerazione del sottotetto.
  • Chiesa della Madonna delle Grazie (nella frazione Sant'Apollinar). Mancano dati certi sulla sua fondazione, tuttavia si può datare alla fondazione del centro abitato, verso il XIII-XIV secolo, ma qualcuno indica l'epoca dei bizantini. La facciata principale è in mattoni. Il portale è posto fra due lesene ioniche che sorreggono una trabeazione che a sua volta sorregge un timpano triangolare. La torre campanaria è su quattro livelli. L'interno è ad aula unica suddivisa da tre campate con volta a vela. Conserva un mosaico in stile bizantino raffigurante l'"incoronazione della Vergine". Altre opere all'interno della chiesa sono: un organo, una campana del XVI secolo, un dipinto raffigurante la Madonna del XVII secolo ed una statua della Madonna delle Grazie in argento.
  • Chiesa dell'Immacolata Concezione, Corso Matteotti. Risale alla seconda metà dell'Ottocento. La facciata, del 1910 in stile tardo-cinquecentesco, è preceduta da una scalinata rivestita in travertino. Le due nicchie sopra i due portali laterali ospitano le statue di San Vito e di papa Giovanni XXIII. Il campanile è posto sul retro della chiesa ed è scandito da cornici marcapiano. L'interno a croce greca con abside semicircolare è suddiviso da colonne corinzie. Nella chiesa vengono conservate delle opere di oreficeria del XV secolo fra cui una croce d'argento cesellato e delle tele cinque-seicenteshe.
  • Chiesa della Madonna delle Vigne (in contrada Sciutico). Terminata nel 1969 presenta un impianto con un'aula unica. La sagrestia è inglobata nel campanile. L'accesso è su un lato.
  • Chiesa della Madonna del Porto (a San Vito Marina). L'interno è a navata unica con cappelle laterali e travi prefabbricate in cemento armato. Risale alla seconda metà del XX secolo. L'ingresso della chiesa è preceduto da un porticato con tre fornici che ripercorrono i tre ingressi. L'esterno è in mattoni ed ha il campanile nel lato orientale. Molto bella è la processione in mare durante uno dei giorni della festività, precisamente l'ultima domenica di luglio.
  • Resti del castello. Il castello fu costruito assieme all'abbazia di San Giovanni in Venere, e distrutto durante la seconda guerra mondiale. Oggi rimangono le mura e un torrione.
  • Palazzo baronale d'Onofrio. È una parte del vecchio castello trasformato in residenza gentilizia.
  • Eremo dannunziano (Eremo delle Portelle). Anche se viene chiamato eremo si tratta di una casa rurale. Come attesta il nome vi soggiornò il Vate (nell'estate del 1899), ma attualmente è utilizzato come casa museo Gabriele D'Annunzio. Dallo stile architettonico pare essere un tipico edificio della architettura rurale ottocentesca abruzzese. La parte dell'edificio utilizzata dal poeta non presenta elementi di degrado. La pianta è a base quadrata. La facciata sulla piazza è su due livelli con elementi in stile neomedievale lombardo. Al piano terra vi è un porticato che segue il piano superiore la cui parte centrale è avanzata rispetto al resto dell'edificio. Ai lati vi sono due fornici. Il fronte è in arenaria.
  • Palazzo Tosti, piazza Garibaldi. La scarsità di documenti e fonti storiche rendono difficile la datazione della costruzione dell'edificio, tuttavia, vista l'analogia di altri edifici del periodo, si può ricondurre tra la seconda metà del XVIII secolo e la prima metà del XIX secolo. L'edificio è su tre livelli. Al pian terreno delle aperture incorniciate da elementi bugnati fanno accedere a dei negozi. Una cornice in laterizio separa il piano terra dal secondo piano. Le finestre del primo piano sono incorniciate da mattoni. Nel terzo livello quattro aperture immettono su altrettanti balconi sorretti da mensole. Gli angoli cantonali sono in laterizio ai primi due livelli, mentre all'ultimo sono decorati da paraste corinzie. Il fronte è coronato da un cornicione classico.
  • Palazzo Renzetti, Corso Trento e Trieste (presso il Belvedere Marconi). Il palazzo risale alla metà dell'Ottocento. La facciata è degradata da vari segni del tempo come l'umidità di risalita, la caduta dell'intonaco e la malta usurata in più punti. Lo stabile si sivluppa su tre livelli. Al piano terra vi sono tre porte di cui due con arco a sesto ribassato ed uno è decorato con stile bugnato e presenta ai lati delle lesene che sorreggono una trabeazione che a sua volta sostiene il balcone sovrastante. Sopra le finestre dell'ultimo livello vi sono delle aperture circolari, sopra vi è la cornice di coronamento classico.
  • Palazzo D'Onofrio. È sito nel lato occidentale del poggio fortificato di Sant'Apollinare. Attualmente viene utilizzato come casa colonica della famiglia d'Onofrio. Numerosi documenti citano l'esistenza dell'edificio dal Medioevo, in alcuni viene addirittura citato come castello: una bolla del papa Alessandro III del 1176, alcune carte geografiche dei Musei Vaticani del 1581 e una pianta del geometra Donato Forlani del 1873. Il fabbricato essendo una residenza occasionale non si trova nello stato migliore di manutenzione. L'accesso all'edificio è dato da un portale in laterizio e coronamento ad arco. Il corpo di fabbrica è intonacato e circondato da un porticato con archi di dubbia collocazione storica. Inoltre vi sono un cortile ed una serie di fabbricati usati come rimesse. Nella facciata principale è visibile la struttura originaria ove due dei tre livelli sono caratterizzati da contrafforti a scarpa e costituiti di pietra sbozzata.
  • Palazzo Altobelli, Corso Trento e Trieste. Costruzione su tre livelli di della seconda metà dell'Ottocento.
  • Case Liberty. Sono case site lungo la fascia costiera che parte da località Portelle ed arriva a Valle Grotte. Sono stare realizzate durante la prima metà del XX secolo nello stile liberty abruzzese.
  • Sito archeologico di Murata Bassa. Risale al I secolo d.C. e i suoi reperti (alcune monete di erà tardo-antica, tombe e lucerne del periodo bizantino) mostrano che è stato abitato fino al VI secolo. Gli scavi eseguiti tra il 1991 ed il 1994 hanno scoperto un edificio di epoca tardo-repubblicana con basi di colonne quadrate e circolari. L'edificio è realizzato in opus incertum e ciottoli; forse era una fornace per la terracotta.
  • Fonte Grande (in località Rio Fontane). Fu realizzata nel 1914 e recentemente restaurata. La pianta centrale presenta una massiccia struttura quadrata per addurre l'acqua. Un porticato con pilastri segnati da lesene che sorreggono degli archi a tutto sesto è addossato all'elemento centrale.
  • Fonte Cupa (in località Rio Fontane). Fu realizzata nel 1814 e recentemente restaurata. È costituita da un fronte lapideo realizzato in conci di pietra arenaria decorato da figure antropomorfe mediante le quali sgorga l'acqua. Il coronamento è a timpano triangolare.

Aree di interesse ambientale

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  • Grotta delle farfalle. È posta esattamente al confine tra i comuni di San Vito Chietino e Rocca San Giovanni, curiosità naturalistica del territorio della Costa dei trabocchi compresa nella Riserva naturale guidata Grotta delle farfalle.


Eventi e feste

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Cosa fare

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Acquisti

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Nel suo territorio si produce un ottimo olio di oliva; San Vito Chietino fa parte dell'Associazione nazionale Città dell'olio.

Come divertirsi

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Dove mangiare

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Prezzi medi

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Dove alloggiare

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Prezzi modici

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Prezzi medi

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Sicurezza

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Farmacie


Come restare in contatto

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  • 42.30119814.4456153 Poste italiane, Via Orientale, 4, +39 0872 618704.
  • 42.30684314.4443494 Poste italiane, Largo Argentieri, 1, +39 0873 61093.


Nei dintorni

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  • Lanciano Città di antica tradizione, fu capoluogo dei Frentani e poi municipio romano. Ha un nucleo antico di grande interesse, che si anima in occasione delle numerose rievocazioni storiche; famosi sono la Settimana medievale con il ‘’Mastrogiurato’’ e le rappresentazioni sacre della Settimana Santa. È meta di pellegrinaggi a seguito del suo miracolo eucaristico


Altri progetti

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