Rocca di Papa
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Rocca di Papa
Sito istituzionale

Rocca di Papa è una città del Lazio.

Da sapere

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La prima menzione del toponimo attuale del paese - in lingua latina Roccam de Papa - risale al 1181, durante il pontificato di papa Lucio III, il quale rivendicava la sovranità pontificia sul castello.

Il toponimo "Rocca di Papa" lascerebbe supporre che la fortificazione medioevale attorno a cui si sviluppò l'abitato abbia avuto a che fare direttamente almeno con un papa. Carlo Bartolomeo Piazza ipotizza che la rocca sia stata fondata da un Papa, mentre Athanasius Kircher è del parere che il toponimo derivi "a captivitate cuiusdam Pontificis", dalla prigionia di qualche papa nella rocca. Gaetano Moroni invece ipotizza come probabile l'ipotesi che papa Celestino III, mentre i cittadini romani distruggevano Tusculum, concesse sicuro rifugio ai tuscolani presso questa rocca. Il Moroni ricorda pure che è opinione di alcuni che il paese si chiami così perché la Fortezza Pontificia fu restaurata sotto il pontificato di papa Paolo III. Sempre il Moroni ipotizza che "Papa" altro non sia che la corruzione italiana del latino "Fabia" (attraverso le storpiature "Fapia" e "Papia"): difatti Gaio Plinio Secondo nella Naturalis historia menziona, fra le popolazioni del Lazio sue contemporanee, anche i "Fabienses in monte Albano".

Cenni geografici

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Il territorio comunale di Rocca di Papa, con una superficie di 40,18 km², è il terzo dei Castelli Romani per estensione, preceduto solo da Velletri (112,21 km²) e Lanuvio (43,91 km²). Si trova in un'area soggetta anticamente (tra i 600 000 ed i 20 000 anni fa circa) all'attività vulcanica del Vulcano Laziale. La composizione del suolo è dunque in massima parte di materiale di origine vulcanica, con prevalenza del tufo, e di pietre caratteristiche della zona dei Colli Albani come il peperino e la pietra sperone del Tuscolo.

Secondo la Carta Geologica d'Italia redatta dal Servizio Geologico d'Italia la maggior parte del territorio comunale, come le pendici di Monte Cavo ed alcune montagne minori, sono formate da "lapilli, scorielle, areniti pirosseniche" ed altro "materiale piroclastico incoerente o poco coerente", mentre la parte rocchigiana della Valle Latina è formata da "scorie grossolane" ed "agglomerati lavici con banchi alterni di lava ricementati" (ovvero la summenzionata pietra sperone). Il suolo di tipo si è inframezzato in alcuni punti (come sulla sommità del Maschio delle Faete) da "lava in ammassi" e, nel caso specifico del Maschio, da leucite nefelinica.

I Campi d'Annibale sono invece formati da "lapilli e tufi pedogenizzati [...] nelle depressioni interne del recinto Artemisio-Tuscolano" e sono dunque un "riempimento da prodotti piroclastici". Monte Cavo è stato il principale cono vulcanico del Vulcano Laziale nella cosiddetta "seconda fase" della sua esistenza (all'incirca tra i 270 000 ed i 100 000 anni fa): in questo periodo si sono formate alcune tra le montagne più alte del territorio rocchigiano (come Colle Jano). La classificazione di queste zone è descritta come "lave leucitiche di Rocca di Papa" e, per l'area della località Pentima Stalla, "lecutite con olivina". La sponda orientale del lago Albano è classificata, infine, come zona di "manifestazioni eruttive finali" formate da "brecce piroclastiche d'esplosione con lapilli, proiettili leucocratici, ultrafemici, pirosseniti biotitiche, più xenoliti di lave leucitiche e del substrato, facies cineritiche superiormente straterellate, in strati e banchi consolidati rapidamente assottigliatosi allontanandosi dai centri d'emissione", che in una parola indica il peperino.

  • Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta)

Orografia

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Monte Cavo in una cartolina postale del 1910: l'altitudine viene erroneamente indicata a 1000 m s.l.m..

La maggior parte delle montagne attualmente esistenti nel territorio rocchigiano, le più alte del quadrante meridionale della provincia di Roma, si sono formate a cavallo tra la "prima" e la "seconda fase" dell'esistenza del Vulcano Laziale, ovvero dopo il collasso del cratere principale avvenuto 360 000 anni fa in coincidenza del periodo di attività del cratere vulcanico minore di Monte Cavo, attività questa conclusasi 100 000 anni fa.

La montagna più alta del territorio è il Maschio delle Faete (956 m s.l.m.), cima principale della catena dei monti delle Faete, ciò che rimane della parete orientale del grande cratere del vulcano. Seguono nell'ordine Monte Cavo (949 m) e Colle Jano (930 m), mentre superano i 600 m una decina di altre alture, tra le quali l'altopiano dei Pratoni del Vivaro.

L'altitudine diminuisce in prossimità del lago Albano, dove il convento di Santa Maria ad Nives di Palazzolo si colloca a 555 m s.l.m.. Il punto più basso del comune è Valle Vergine, posta a 502 m a nord-ovest del centro abitato. Per quanto riguarda il centro abitato, il punto più alto, corrispondente all'ex fortezza pontificia, è a 779 m s.l.m. mentre nell'altopiano Campi d'Annibale, alcune zone raggiungono gli 800 m s.l.m.. Il punto più basso a 567 m s.l.m. è in prossimità dell'arrivo della dismessa funicolare per Valle Oscura. In mezzo si trovano il cimitero comunale (604 m), piazza della Repubblica (640 m), il santuario dei Santa Maria del Tufo (675 m) e la parrocchiale di Santa Maria Assunta (691 m).

Idrografia

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Veduta verso Roma (in lontananza la cupola della Basilica di San Pietro in Vaticano).

Nel territorio rocchigiano affiorano diverse sorgenti d'acqua: in località Malaffitto, presso il convento di Santa Maria ad Nives di Palazzolo, e Fontan Tempesta, dove le sorgenti ricadono in maggior parte rispettivamente nei comuni di Ariccia e Nemi, dal monte Sarapullero e nelle località Domatore, Colle dei Morti e Pratoni del Vivaro ai confini orientali con Rocca Priora e Lariano. Alle falde acquifere di Monte Cavo sono riconducibili le acque affioranti nei territori di Grottaferrata e Marino attraverso i due corsi d'acqua a carattere torrentizio rispettivamente della marana dell'Acqua Marciana e del fosso della Patatona, che si vanno a scaricare in altri fossi presso la zona urbanistica di Morena in comune di Roma, da dove vengono poi convogliati al Tevere poco oltre la Magliana.

Nel tratto del fosso della Patatona prospiciente il cementificio dismesso di via vecchia di Grottaferrata nel territorio rocchigiano, durante i periodi di piena l'acqua bagna mediamente l'80% della superficie dell'alveo per una profondità media di 10 cm. Il fondale è formato in maggior parte da ciottoli e vi si riscontra una discreta quantità di periphyton.

Quando andare

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Secondo i dati medi del trentennio 1961-1990, in estate Rocca di Papa gode nel complesso di un clima mite: a luglio, che è il mese più caldo, la temperatura massima media è di 24,7°, sensibilmente più bassa rispetto ai 31,5° di Roma, e l'escursione termica giornaliera è di circa 8°. Nella stagione invernale il clima di Rocca di Papa permette diverse precipitazioni nevose, a volte anche di relativa intensità, come nel 2003, e più di recente nel 2010, 2012 e a fine febbraio 2018.

Cenni storici

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Età antica

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Secondo alcuni studiosi, l'antica Alba Longa, leggendaria capitale latina fondata da Ascanio figlio di Enea, sarebbe stata collocata lungo il versante orientale del Lago Albano, in territorio di Rocca di Papa, proprio ai piedi di Monte Cavo. Tale ipotesi sarebbe confermata, secondo lo studioso locale Girolamo Torquati, dalla presenza in località Prato della Corte, ai confini col Comune di Marino, del Locus Ferentinus, luogo d'adunanza della Lega Latina identificato col foro di Alba Longa.

Sicuramente, sulla sommità dell'attuale Monte Cavo, allora denominato 'Mons Albanus, sorgeva il tempio di Iuppiter Latialis, Giove Laziale, che era il santuario confederale della Lega Latina nonché uno dei più importanti del Latium vetus: al santuario terminavano, in età romana, le ovationes, cioè le versioni minori dei trionfi, che si snodavano lungo la Via Sacra. Inoltre, alle pendici meridionali di Monte Cavo, sorgeva probabilmente l'abitato latino di Cabum.

Durante la seconda guerra punica, il condottiero cartaginese Annibale marciò su Roma (circostanza da cui il noto detto "Hannibal ad portas", per indicare un'incombenza) accampandosi a meno di venti miglia dall'Urbe, in una località ai piedi di monte Cavo, denominata ancora oggi Campi d'Annibale. Da questa postazione, Annibale assediò anche la vicina Tusculum, senza però riuscire ad espugnare la cittadella latina. La vicenda, non del tutto chiara (si ritiene infatti che il nome "Campi d'Annibale" derivi dalla famiglia degli Annibaldi proprietaria del feudo e non già dal nome del condottiero cartaginense) fu ampiamente descritta da Antonio Nibby in una sua opera del 1819.

Il Medioevo

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Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, il territorio rocchigiano diventò probabilmente una proprietà della Chiesa cattolica, come la maggior parte dei territori circostanti, che furono organizzati tra l'VIII ed il IX secolo in "patrimonia" e "massae". In seguito, a partire dal X secolo, l'intera area dei Colli Albani e dei Monti Prenestini entrò nell'orbita della potente famiglia baronale romana dei Conti di Tuscolo: questa famiglia, che aveva la propria roccaforte nella vicina Tusculum, esercitò il proprio strapotere su Roma tra il 999 ed il 1179 attraverso il malcostume del "papato di famiglia". Ad ogni modo, è probabile che furono essi i primi a fortificare la nascente Rocca di Papa, come già fecero anche a Marino e Nemi.

La prima menzione del paese risale al 1181 (o secondo altri al 1183), durante il pontificato di papa Lucio III, quando questo papa occupò militarmente il castello togliendolo alla proprietà del Comune di Roma (cui era pervenuto per vie misteriose) ed incamerandolo ai beni della Camera Apostolica. Nel Chronicon Sublacense, la cronaca anonima del monastero benedettino del Sacro Speco di Subiaco, Rocca di Papa viene nuovamente citata nel 1090: nel passo si parla di un matrimonio tra le due figlie di Agapito dei Conti di Tuscolo e due esponenti della nuova nobiltà romana di estrazione borghese, Oddone Frangipane ed Annibaldo Annibaldi. Come dote, una figlia portò ai Frangipane i feudi di Marino, Rocca di Papa e Monte Compatri, l'altra invece diede agli Annibaldi i feudi di Rocca Priora, Monte Porzio Catone e Molara. A tutti gli effetti comunque questa informazione potrebbe essere falsa ed il passo del Chronicon interpolato successivamente, almeno secondo l'illustre opinione dello storico Giuseppe Tomassetti, allo scopo di dare una validità legale a un'occupazione indebita dei predetti feudi eseguita manu militari dai Frangipane e dagli Annibaldi dopo la decadenza dei Conti di Tuscolo e la distruzione della loro roccaforte (1191).

Nel 1235 la Camera Apostolica concesse al Comune di Roma il feudo di Rocca di Papa, in pegno di 5 000 provisini: tuttavia già negli anni cinquanta del Duecento il castello passò tra le proprietà del cardinale Riccardo Annibaldi, che ne risulta signore nel 1266 e certamente nel 1272. Il cardinale Annibaldi si adoperò per consolidare i dominii della propria famiglia sui Colli Albani, acquisendo diversi castelli dislocati lungo la Valle Latina come il Borghetto di Grottaferrata, Molara, "Gerusalemme", e sul lago Albano Malaffitto, acquistato nel 1277.

L'anno 1328 viene ricordato per l'assedio dell'imperatore Ludovico il Bavaro, le cui tracce rimangono tuttora nei colori del gonfalone cittadino (bianco e azzurro).

All'epoca dell'inizio dello Scisma d'Occidente (1378-1417) Rocca di Papa risulta appartenere agli Orsini, mentre nel 1391 e nel 1411 sono gli Annibaldi a tornare in possesso del feudo. Nel 1427 tuttavia la proprietà del castello viene acquistata dai Colonna, che spalleggiati da papa Martino V (al secolo Oddone Colonna) estenderanno il proprio dominio sui Colli Albani acquistando Marino (1419), Frascati (1422), Genzano di Roma e Nemi (1425), Molara (1427), e facendosi concedere la commenda dell'abbazia di Santa Maria di Grottaferrata (1428).

La dominazione dei Colonna

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Paesaggio antico del paese (inizio XIX secolo)

Dopo la morte del capofamiglia Giordano Colonna, papa Martino V prese decisamente in mano il governo della famiglia Colonna ed il 1º febbraio 1427 emanò la bolla pontificia "Etsi Prudens", con la quale spartiva una trentina di feudi laziali ed abruzzesi tra i nipoti Antonio, Prospero ed Odoardo Colonna e dichiarava un'altra dozzina di feudi pro indiviso (Capranica, Cave, Ciciliano, Genazzano, Olevano Romano, Palestrina, Pisoniano, Rocca di Cave, San Vito Romano e Serrone). Rocca di Papa fu assegnata a Prospero Colonna, assieme ad Ardea, Frascati, Molara, Monte Compatri e Marino. In seguito, i Colonna dovettero affrontare un logorante scontro con il neoeletto papa Eugenio IV, e tra alterne vicende nel 1436 subirono una dura sconfitta (segnata dalla selvaggia distruzione di Palestrina ad opera del gonfaloniere pontificio cardinale Giovanni Maria Vitelleschi) che comportò l'esilio ed il sequestro dei feudi colonnesi, acquisiti dalla Camera Apostolica fino alla morte di Eugenio IV nel 1448, quando papa Niccolò V riconfermò ai Colonna tutti i loro diritti, beni e privilegi nello Stato Pontificio.

Sia durante la guerra combattuta tra papa Sisto IV e Ferdinando I di Napoli (1482-1485) che durante quella combattuta tra lo stesso sovrano partenopeo e papa Innocenzo VIII (1485-1486) i Colonna e gli Orsini si scontrarono ferocemente, ed i secondi tentarono di assaltare Rocca di Papa per occuparla senza riuscirci. Anche durante la "guerra per il sale" combattuta tra i Colonna e papa Paolo III (1539) il motivo del contendere fu la proprietà di Rocca di Papa, alla fine occupata dall'esercito pontificio e tolta ai Colonna fino al 1549, quando Ascanio I Colonna se ne riappropriò approfittando della morte di Paolo IV. Una nuova occupazione fu subita dal feudo nel 1556, durante la guerra tra papa Paolo IV e la Spagna, poiché i Colonna si erano schierati ancora contro il papa.

A partire dal 1559 iniziò un lungo periodo di pace per i Colli Albani: il feudo fu governato fino al 1584 da Marcantonio II Colonna, l'ammiraglio pontificio vincitore della battaglia di Lepanto del 1571. Egli emanò il nuovo statuto del feudo (i "Capitolati della Terra di Rocca di Papa") nel 1571, a seguire di quelli concessi a Marino nel 1566. Nel 1596, quando vennero valutati i possedimenti dell'eredità di Marcantonio Colonna, i feudi di Marino e Rocca di Papa uniti valevano 472 727 scudi pontifici.

Il cardinal Girolamo Colonna nel 1638 si fece erigere una villa in prossimità del convento di Santa Maria ad Nives di Palazzolo, nota come "villa del Cardinale"; inoltre fu lui a finanziare la costruzione della Collegiata di Santa Maria Assunta, progettata da Antonio Del Grande.

Il 26 agosto 1806 un grave terremoto causò vittime e numerosi feriti in ambito cittadino così come nella vicina Genzano. Nel 1807, durante l'occupazione francese dello Stato Pontificio, Rocca di Papa si costituì cantone.

Il 30 aprile 1855 i cittadini di Rocca di Papa, stanchi della dominazione dello Stato Pontificio e della famiglia Colonna, insorsero e sancirono la nascita di un'effimera Repubblica di Rocca di Papa, la cui durata non è chiara. A Rocca di Papa risiedette il rivoluzionario Leonida Montanari, giustiziato insieme al suo compagno Angelo Targhini da Mastro Titta poiché ritenuti colpevoli di omicidio e cospirazione.

Età contemporanea

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Piazza Massimo d'Azeglio nel 1910

Il 14 luglio 1869 fu eseguita nella piazza di Rocca di Papa la penultima condanna a morte decisa da papa Pio IX. Non fu però Mastro Titta ad eseguirla, bensì il suo successore Vincenzo Calducci, che giustiziò tale Francesco Martini. Durante gli ultimi anni dell'Ottocento ed i primi decenni del Novecento la città ospitò personaggi del cinema mondiale e della cultura; in passato fu anche meta di viaggi di scrittori come Johann Wolfgang von Goethe e Hans Christian Andersen.

Nell'antico edificio della Colonia, ora demolito, negli anni venti del XX secolo venne installato uno dei primi ascensori elettrici europei. Su quella che veniva anticamente chiamata "La Fortezza" (il rifugio di papa Eugenio III) nel 1889 fu costruito l'Osservatorio Geodinamico Reale, che dal 1922 al 1935 ospitò gli esperimenti scientifici sulle trasmissioni radiofoniche di Guglielmo Marconi.

Il fascismo fece la sua comparsa ai Castelli Romani il 27 aprile 1921, quando alcuni squadristi fecero un giro di propaganda che toccò Frascati, Marino ed Albano Laziale. Benché a Rocca di Papa ci furono ben presto fascisti locali, la maggioranza della popolazione non digerì facilmente il fascismo: nel settembre 1922 il popolo reagì in malo modo alle violenze esercitate da una ventina di fascisti romani ai danni dei socialisti e dei popolari, e nel mese successivo i fascisti risposero con un'incursione di massa nel paese per intimidire popolari e socialisti. Già il 3 ottobre 1922, dunque prima della marcia su Roma (28 ottobre) i comunque scarsi fascisti rocchigiani chiesero le dimissioni dell'amministrazione comunale popolare, rassegnate dopo numerose intimidazioni ad assessori e consiglieri solo il 1º novembre, quando ormai la violenza squadrista si era impadronita anche dei comuni di Albano Laziale ed Ariccia e minacciava costantemente le altre amministrazioni, di lì ad un anno tutte costrette alle dimissioni. Si aprì dunque nel fascio rocchigiano una lotta tra la "vecchia guardia" e i nuovi arrivati, tutti transfughi dal Partito Socialista Italiano (come Luigi Sciamplicotti) o dal Partito Popolare Italiano (come Filippo Santovetti).

Nel 1930 fu costruito l'ultimo nucleo urbano del paese, denominato Ribelli, in quanto teatro di furti e rapine ad opera dei farabutti del tempo, detti proprio ribelli. Durante l'epoca fascista Benito Mussolini fu più volte ospite nella cittadina. Nel corso del secondo conflitto mondiale, il paese fu duramente colpito da tre bombardamenti, che danneggiarono molte case e ridussero in macerie la chiesa parrocchiale, oltre a provocare la morte di circa 70 persone.

L'ex-presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana democristiano Alcide De Gasperi nel 1953 prese in affitto una villa in territorio rocchigiano, lungo la strada statale 217 Via dei Laghi: il Comune di Rocca di Papa si offrì di fornire l'allacciamento idrico gratuitamente all'ex-presidente, ma egli con una lettera declinò l'offerta sostenendo di dover contribuire anch'egli al mantenimento del suo nuovo comune di residenza. Il 10 e 11 dicembre 2001 si tenne nella cittadina l'assemblea costituente che sancì la nascita del partito de Democrazia è Libertà - La Margherita.

Il 10 giugno 2019 una fuga di gas provoca un'esplosione all'interno della sede comunale, il cui edificio è collegato ad una scuola dell'infanzia. Il bilancio è di 16 feriti, di cui almeno 3 in condizioni critiche e l'esplosione inoltre provoca il crollo di una piccola parte della facciata del palazzo. Due feriti, il delegato ai servizi cimiteriali Vincenzo Eleuteri e il sindaco Emanuele Crestini, moriranno rispettivamente il 16 e il 20 giugno successivo per la gravità delle ferite riportate.

Lingue parlate

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Il dialetto rocchigiano o rocchiciano è uno dei dialetti dei Castelli Romani classificati tra i dialetti italiani mediani: presenta una costruzione molto arcaica, con parole simili alla lingua latina (un esempio: "passa pe' decco che dellu ie sta 'u' gnaffu!", che sta a significare "passa di qui che da quella parte c'è il fango!") tanto che l'erudito Girolamo Torquati in una pubblicazione del 1886 ipotizzò la diretta discendenza del vicino dialetto marinese (simile quasi in tutto al rocchigiano) dal latino.

Attualmente, il suo impiego, limitato a contesti familiari o comunque informali, viene limitato dalla progressiva diffusione del dialetto romanesco (o di una sua versione semplificata che si riassume nelle espressioni romanesche moderne) nell'area del litorale laziale ed in tutto il quadrante meridionale della provincia di Roma, sacrificando gli antichi dialetti locali.

Film suggeriti

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Il primo film parzialmente realizzato a Rocca di Papa è il celeberrimo Totò, Peppino e la... malafemmina, interpretato dalla coppia Antonio De Curtis - Peppino De Filippo. Altre riprese sono state effettuate per la versione de La pantera rosa e de Il marchese del Grillo, con Alberto Sordi. La cittadina è più volte citata direttamente in altre pellicole, come Febbre da cavallo - La mandrakata (2002) e Matrimonio alle Bahamas (2007).

Per quanto riguarda le sale di proiezione, che allo stato attuale sono assenti (sebbene il recente edificio del Teatro comunale avrebbe i requisiti per essere adibito a sala cinematografica), le prime comparirono tra gli anni 50 e gli anni sessanta, quando il paese attraversò un momento di grande interesse a livello turistico. A quei tempi erano funzionanti tre cinema, oltre alla sala di proiezione della Parrocchiale di Santa Maria Assunta in Cielo.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Rocca di Papa

Strade e piazze

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Piazza XX Settembre (Piazza Vecchia).
  • Piazza della Repubblica, piazza principale del paese chiamata anche piazza Margherita per via della vecchia denominazione durante l'epoca monarchica. Il restauro, radicale e di impronta rinnovativa, è stato completato nel 2003.
  • Piazza Giuseppe Garibaldi, la piazza principale del centro storico, di architettura semplice. Viene anche detta piazza dell'Erba, in virtù dell'usanza di svolgervi il mercato ortofrutticolo.
  • Piazza di Vittorio, La piazza principale dei Campi d'Annibale, di architettura moderna in quanto restaurata pochi anni addietro. Al centro di questa, durante il restauro, è stata posta una fontana con giochi d'acqua.
  • Piazza Vecchia, (piazza XX Settembre), Antico centro del castello, conserva la forma originale assunta nel XIV secolo, durante la dominazione di Ludovico il Bavaro.

Frazioni

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Come arrivare

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In aereo

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In auto

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Il territorio rocchigiano è attraversato dalla strada statale 511 Via Anagnina, che collega Roma al compitum Anagninum - ovvero all'incrocio con la via Casilina presso Anagni - ricalcando l'antico tracciato della via Latina, che fu la prima strada consolare romana.

Oltre a questa strada statale il comune è attraversato da due arterie la cui gestione è stata devoluta dall'ANAS alla Provincia di Roma nel 2001. Si tratta della strada statale 218 di Rocca di Papa, che collega il paese a Grottaferrata e Ariccia, e della strada statale 217 Via dei Laghi, che lambisce il lago Albano e il lago di Nemi collegando la strada statale 7 via Appia Nuova a Velletri; il percorso di questa strada ricalca quello dell'antica via corriera postale tra Roma e Napoli utilizzata tra il Medioevo e il 1780.

Altre strade provinciali importanti del territorio sono la strada Provinciale 18/d del Vivaro, che attraversa la località Pratoni del Vivaro tra i comuni di Nemi, Rocca di Papa e Rocca Priora, e la strada Provinciale 45/b di Costa Caselle, che attraversa la località Costa Caselle tra i comuni di Marino, Grottaferrata e Rocca di Papa.

Inoltre, il territorio comunale di Rocca di Papa, insieme a quelli di Marino e Grottaferrata, è interessato dalla costruzione di un nuovo asse viario di competenza regionale, attualmente in cantiere, che connetta Roma al nodo stradale di Squarciarelli, in comune di Grottaferrata. L'idea, proposta già negli anni sessanta dagli amministratori della vicina Marino, per decongestionare il traffico dell'intera area tuscolana, ha determinato numerose proteste dei residenti e dei proprietari dei terreni coinvolti dagli espropri.


Come spostarsi

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Cosa vedere

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Fontana monumentale posta nel tratto terminale di Corso della Costituente (ottobre 2020).
La parrocchiale di Santa Maria Assunta.
La chiesa del Santissimo Crocifisso nel Quartiere Bavarese.
Una statua di papa Giovanni Paolo II
La Fontana di Piazza XX Settembre

Architetture religiose

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  • 41.761512.73661 Chiesa di Santa Maria Assunta. Venne commissionata dal feudatario cardinale Girolamo Colonna e progettata dall'architetto Antonio Del Grande. I lavori terminarono nel 1754, ma l'edificio crollò rovinosamente già nel 1814. La ricostruzione ricominciò nel 1817, dietro interessamento del cardinale vescovo della sede suburbicaria di Frascati Bartolomeo Pacca e con un contributo economico di papa Pio VII, e i nuovi lavori terminarono nel 1827: il nuovo progetto fu opera degli architetti Domenico Palmucci e Pietro Bracci. Al suo interno è conservata la tela dell'Assunzione della Vergine di Corrado Giaquinto. Chiesa di Santa Maria Assunta (Rocca di Papa) su Wikipedia chiesa di Santa Maria Assunta (Q3673325) su Wikidata
  • 41.7607212.710182 Chiesa del Santissimo Crocifisso. Una piccola costruzione che si trova poco distante sia dalla parrocchiale sia dalla località dei Campi d'Annibale, e conserva al suo interno alcune opere dell'artista tedesco Theodor Wilhelm Achtermann, di cui si ritrovano lavori anche nella chiesa della Trinità dei Monti a Roma. Dopo un lungo periodo di decadenza, fu sottoposta a restauri, terminati nel 1994. Sulla facciata lunga è stata collocata una statua di Padre Pio da Pietrelcina. Chiesa del Santissimo Crocifisso (Rocca di Papa) su Wikipedia chiesa del Santissimo Crocifisso (Q3668635) su Wikidata
  • 41.75039512.7776863 Chiesa del Sacro Cuore. Inaugurata nel 1998, raccoglie i fedeli dei Campi d'Annibale. Concepita con un'architettura moderna, presenta una facciata monocuspidale, con un richiamo al gotico; l'interno è semplice, e decorato dalle vetrate verticali del lato lungo. Di fronte alla chiesa è stata posta una statua di papa Giovanni Paolo II, che più volte fece visita nel paese. chiesa del Sacro Cuore di Gesù (Q121869829) su Wikidata
  • 41.7537712.701794 Santuario della Madonna del Tufo. edificato in memoria di un miracoloso intervento della Madonna attorno a un'immagine sacra dipinta sul tufo, risulta come già esistente (e soggetto alla giurisdizione della parrocchiale di Santa Maria Assunta) nel 1592. La facciata venne edificata nel 1792 per interessamento del principe Andrea Doria-Pamphilj, mentre nel 1810 il santuario venne ampliato e venne rifatto il presbiterio, grazie ad elemosine dei fedeli della comunità rocchigiana. Nel 1830 papa Pio VIII dotò il santuario di un altare privilegiato. L'edificio attuale risale al 1931, mentre alcuni interventi conservativi sono stati compiuti nei primi anni 2000. Santuario della Madonna del Tufo su Wikipedia santuario del Tufo (Q3949626) su Wikidata
  • 41.743512.68975 Chiesa e convento di Santa Maria ad Nives di Palazzolo. Nacquero come eremo nell'XI secolo, e nel 1237 fu affidato ai monaci cisterciensi dell'abbazia delle Tre Fontane a Roma, che ne fecero il loro luogo di villeggiatura estiva assieme all'altra loro proprietà di Nemi. Nel 1244 il convento fu reso autonomo e dotato di ingenti proprietà nell'area del lago Albano, tra cui il romitorio di Sant'Angelo in Lacu. All'inizio del Trecento tuttavia il convento era in crisi, fu istituito in commenda e finì semi-abbandonato: nel 1449 fu assegnato ai frati minori osservanti che vi rimasero fino al 1629, quando nel convento entrarono i frati minori conventuali o riformati. Grandi restauri furono eseguiti al convento da papa Alessandro VII nel 1662 e soprattutto dal cardinale portoghese Josè Maria de Fonseca de Evora nel 1735-1738, che volendo fare del convento la sede dell'ambasciata portoghese a Roma non si risparmiò nelle spese, modificando in stile tardo barocco l'originaria architettura gotica del complesso. Il convento si salvò dalla chiusura in forza delle leggi eversive delle proprietà ecclesiastiche emanate dopo l'annessione del Lazio al Regno d'Italia nel 1870 solo appellandosi alla protezione del Regno del Portogallo: il complesso fu così una zona extra-territoriale portoghese dal 1880 fino alla data della rivoluzione portoghese del 1910. I frati furono così cacciati ed il convento venduto a privati nel 1915. Dal 1920 è di proprietà del Venerable English College di Roma. Convento di Santa Maria ad Nives di Palazzolo su Wikipedia convento di Santa Maria ad Nives di Palazzolo (Q910027) su Wikidata

Architetture civili

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  • 41.7595212.708196 Palazzo Comunale. Venne edificato negli anni trenta del Novecento sulla strada principale, corso della Costituente, come sede degli uffici comunali e delle scuole.

Architetture militari

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  • 41.7600412.710567 Fortezza pontificia. La prima menzione di un luogo fortificato a Rocca di Papa coincide con la prima menzione del paese stesso, avvenuta in una lettera di papa Lucio III datata al 1181, nella quale si rivendicava la sovranità pontificia sulla "Roccam de Papa" occupata dai tuscolani. La fortezza, collocata nel punto più alto del centro abitato, a 753 m s.l.m., pare sia stata restaurata durante il pontificato di papa Paolo III. Nell'Ottocento, venne utilizzata come luogo di esperimenti da Guglielmo Marconi e Michele Stefano De Rossi. Durante i primi anni duemila sono stati avviati importanti lavori archeologici sul sito, che hanno portato alla riscoperta delle fondamenta della fortezza e gli scavi sono stati aperti al pubblico.

Fontane

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  • 41.760912.708978 La Barcaccia, Piazza Garibaldi. Fontana che per la sua forma vagamente rassomigliante a una barca ha preso questo nome, opera seicentesca, attribuita a Gian Lorenzo Bernini, attivo in quel periodo specialmente a Castel Gandolfo, e costituita di un unico blocco di pietra tufacea.
  • 41.7621612.706639 Piazza della Repubblica. Al centro della piazza, che ha subito un completo restauro nel 2003, si erge una fontana del XIX secolo.
  • Piazza Vecchia. In piazza XX Settembre vi è una fontana antica, con vasca unica rettangolare in pietra tufacea, e che rappresenta la storia del Quartiere Bavarese, in quanto fu costruita all'interno dell'antico castello, ed era luogo di ritrovo per i pochi paesani che abitavano il quartiere, circa 600 anni fa.
  • Fontane gemelle (in piazza della Repubblica e ai Campi d'Annibale).
  • 41.760312.710310 Museo di geofisica, Via dell'Osservatorio (Osservatorio Geodinamico), +39 06 518601, +39 06 9496345, . Quello di Rocca di Papa è stato uno dei primi osservatori sismologici italiani, tuttora attivo. Situato a ridosso dell'antica Fortezza Colonna, in posizione panoramica e dominante sul vecchio centro storico, il Museo illustra l'idea e i dati scientifici che hanno portato alla modellazione dell'interno della Terra mediante exhibit, macchine ludiche, strumenti e documenti scientifici della geologia, geografia e fisica terrestre. Museo di geofisica di Rocca di Papa su Wikipedia Museo Geofisico di Rocca di Papa (Q3868214) su Wikidata


Eventi e feste

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  • Concorso di pittura estemporanea. L'evento attira artisti da tutta le regione.


Cosa fare

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Acquisti

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Come divertirsi

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Spettacoli

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La facciata del teatro comunale
  • 41.7622712.712381 Teatro comunale, Via San Sebastiano 20, +39 328 1224154. Botteghino: Lun-Mar 17:00-20:00. Inaugurato il 25 settembre 2007, è stato costruito ex-novo sul terreno, che, anticamente, ospitava il mattatoio comunale. L'edificio ha richiesto un lavoro di circa otto anni, costruzione questa che ha dovuto subire numerosi rallentamenti a causa del dissesto idrogeologico che colpisce con particolare forza la zona intorno al teatro e che ha reso il terreno molto instabile.


Dove mangiare

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La gastronomia di Rocca di Papa è caratterizzata da prodotti tipici delle zone interne come le castagne ed i funghi porcini. Altri piatti montani sono le fettuccine ai funghi porcini, la polenta con salsicce, la minestra di "gialloni" (fagioli borlotti) con la santoreggia, il baccalà "in guazzetto" (ammollito per cinque giorni), la "coratella" (l'intestino dell'abbacchio) con le fave e la pizza ripiena.

Altri prodotti caratteristici dei Castelli Romani sono la porchetta, le "coppiette" ed il vino bianco. A Rocca di Papa, come nei paesi circostanti e soprattutto ad Ariccia, regina del fenomeno, esistono ancora le tradizionali "fraschette" tanto frequentate dai visitatori.


Prezzi medi

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Dove alloggiare

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Prezzi modici

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Prezzi medi

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Prezzi elevati

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  • 41.7593812.710815 Drì, Via dell'Osservatorio 14, +39 06 631533. B&B e ristorante.
  • 41.7453312.692146 Villa del Cardinale, Via dei Laghi 7, km 11, +39 06 94792127, +39 328 1198636 (Whatsapp), fax: +39 06 94792126, . Costruita nel 1629 dal cardinale Girolamo Colonna, feudatario di Marino e Rocca di Papa, presso il convento di Santa Maria ad Nives di Palazzolo, la villa è oggi adibita a ristorante ed albergo. L'edificio, probabilmente costruito su una preesistente struttura di avvistamento medioevale, sorge in posizione panoramica sul Lago Albano.


Sicurezza

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Come restare in contatto

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Nei dintorni

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Altri progetti

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