Portobuffolé
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Portobuffolé
Sito istituzionale

Portobuffolé è un centro del Veneto.

Da sapere

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Fa parte dei Borghi più belli d'Italia ed è stato premiato con la bandiera arancione dal Touring Club Italiano.. Il paese era un tempo fortificato, e rivestiva una notevole importanza commerciale e strategica, tanto che i Veneziani gli concessero il titolo di Città e un proprio stemma sfarzoso.

Cenni geografici

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È situato su un'ansa del fiume Livenza, oggi asciutta dopo la deviazione del fiume effettuata nel 1911. Un tempo il Livenza era frequentata via commerciale, ed il paese aveva un proprio porto fluviale il cui ricordo è eternato nel suo stesso nome. Sulla riva sinistra del fiume, si protende nella campagna già friulana. Dista 10 km da Oderzo, 13 da Sacile, 14 da Motta di Livenza, 16 da Pordenone, 22 da Conegliano, 34 da Portogruaro, 40 da Treviso.

Cenni storici

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Septimum de Liquentia è l'antico villaggio che si sviluppò poi in Portobuffolé, situato sette miglia da Oderzo. Intorno al Mille il luogo era fortificato; infatti era definito castello nei documenti. Fu di volta in volta dominato dal Patriarcato di Aquileia, dal Vescovo di Ceneda, da Treviso e infine Venezia. Con la Serenissima Portobuffolé visse anni di prosperità, diventando un centro di commerci e di servizi, ottenendo anche l'elevazione al rango di Città.

Dopo la parentesi napoleonica, con tutto il Veneto entrò nel Regno Lombardo Veneto fino all'annessione alla nuova Italia dopo la terza guerra di indipendenza, nel 1866. Come molti altri centri della regione subì il fenomeno dell'emigrazione. Dopo la seconda guerra mondiale iniziò un periodo di assestamento economico ed occupazionale, che portò il paese a diventare un centro di produzione di mobili, attività che subì un duro colpo in seguito alle disastrose alluvioni degli anni 1965 e 1966.

Gaia da Camino

Fra i personaggi che si avvicendarono nella storia di Portobuffolé, la figura di Gaia da Camino è sicuramente la più ricordata e la più celebrata. Essa fu signora della città nel Trecento; figlia di Gherardo, signore di Treviso, e moglie di Tolberto, fu artista e mecenate e radunò nel suo palazzo una splendida corte di intellettuali, facendo di Portobuffolé un luogo rinomato per raffinatezza e cultura. La sua fama perenne è decretata inoltre da Dante, che la nomina in un canto del Purgatorio, in occasione del suo incontro con l'anima del padre di Gaia.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Portobuffolé

Il suo territorio comunale comprende anche i centri abitati di Faè, Ronche e Settimo.

Come arrivare

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In aereo

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In auto

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In treno

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  • Stazione ferroviaria (A Oderzo).
  • Stazione ferroviaria (A Sacile).
  • Stazione ferroviaria (A Pordenone.).


Come spostarsi

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Cosa vedere

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  • 45.8540612.538331 Torre comunale. È quanto resta delle antiche fortificazioni, unica sopravvissuta delle sette torri del castello. Un resto di affresco sulla facciata meridionale riporta le figure femminili allegoriche della Fama, della Carità, della Giustizia e della Pace. La casa ai piedi dell'alta torre (28 metri) porta iscritta la data della sua costruzione nel 1187. Attualmente nella Torre ha sede il Museo del contadino e dell’artigianato dell’Alto Livenza.
  • 45.8539612.538362 Monte di Pietà. Creato dai Veneziani intorno al 1400, mostra sopra la porta un Leon in moeca, un raro esempio di leone veneziano in atteggiamento terrificante, con il libro chiuso, senza la tradizionale scritta Pax tibi Marce Evangelista Meus, la qual cosa fa supporre che sia stato creato in tempo di guerra.
  • 45.85415712.5376393 Porta Friuli. È l'ingresso alla città, con Leone di San Marco: vi conduce il ponte Friuli, opera del 1780 in sostituzione del ponte levatoio. Un tempo attraversava il Livenza, poi deviato.
  • 45.8569612.538134 Villa Giustinian. Prima dei Giustinian fu della nobile famiglia Cellini, che si distinsero in Portobuffolé per avere contribuito all'edificazione di parecchi luoghi di culto. È ricco di affreschi, in locali luminosi e ampi; la sua costruzione risale al 1695. La villa è circondata da un parco che ospita numerose statue. Era dotata di un attracco sul Livenza, situato in fondo ad un viale chiuso da una antica porta. Ora è sede di un Hotel ristorante.
Duomo
  • 45.853712.5385 Duomo. Una tradizione vorrebbe che la chiesa fosse stata ricavata nel XV secolo dalla sinagoga della comunità ebraica di Portobuffolé. Tale affermazione però non è unanimemente sottoscritta dagli studiosi di storia locale; sembra invece probabile che l'attuale Duomo, come dimostra la dedicazione, sia da identificare con una cappella di San Prosdocimo di Rivapiana, attestata sin dal 1297.
    Fu consacrato nel 1559; nel 1603 un decreto del doge Marino Grimani conferiva alla chiesa il titolo di arcipretale, confermato più tardi anche dalla Curia Romana e dal vescovo di Ceneda.
    Gli esterni sono molto semplici, con la severa facciata restaurata nel 1868. L'interno è strutturato in un'unica navata molto luminosa. Altre due piccole navate laterali furono aggiunte nel Novecento per ampliare il presbiterio. Il soffitto è ornato da una serie di dipinti del primo Novecento, organizzati in riquadri: al centro il Trionfo di san Marco e san Prosdocimo, ai lati la Traslazione di san Tiziano, avvenuta, secondo la tradizione, da Settimo a Ceneda, e Sant'Antonino e san Francesco.
    Il coro fu realizzato tra il XVII e il XVIII secolo. L'altare maggiore proviene da Portogruaro (1760) e, alla sua destra, spicca un grande Crocifisso del XVI secolo. Gli altari laterali sono due, dedicati rispettivamente a sant'Antonio (1700) e alla Madonna del Rosario (1762). Alla sinistra dell'ingresso si trova il fonte battesimale in pietra (metà del Cinquecento) con copertura lignea ottagonale (secentesca). Lo sovrasta una tavola di Francesco da Milano, la Vergine assunta in cielo con gli Apostoli, san Marco e san Prosdocimo (1536 circa). Sono di un artista contemporaneo le due tele sulla parete destra, il Crocifisso e la Natività.
    L'organo a 472 canne è opera di Gaetano Callido (1780). Sopra lo strumento campeggia lo stemma della città.
  • 45.853812.53826 Casa comunale, Piazza Vittorio Emanuele. Sulla facciata del palazzo ci sono iscrizioni e stemmi dei podestà. Una ampia loggia caratterizza l'edificio, che ha finestre a sesto ovale di notevole eleganza. Al suo interno un ampio locale, chiamato Fontego, era destinato alla custodia e all'ammasso dei cereali e del sale, prodotti che venivano commercializzati in tutto il Veneto.
Casa di Gaia da Camino
  • 45.85390812.5385527 Casa di Gaia da Camino, via Busnello.. Rientra nella tipologia della casa-torre medievale, che unisce ad un vago aspetto difensivo l'uso di accorgimenti architettonici raffinati, a denotare la destinazione ad abitazione signorile. La facciata infatti è impreziosita da eleganti bifore trilobate che mostrano capitelli a fior di loto.
    I piani superiori dell'abitazione, dove erano situati gli ambienti di abitazione e di rappresentanza della famiglia, conservano affreschi con scene cortigiane, guerrieri, allegorie. La tradizione popolare indica inoltre nelle due figure attorno alla finestra del primo piano i ritratti di Tolberto e di Gaia da Camino. Non si conosce l'autore degli affreschi, che indicano il passaggio dal gotico al rinascimentale.
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  • 45.85600812.5369648 Chiesa di San Rocco (Chiesa dei barcaioli), via Roma.. Di costruzione cinquecentesca, la piccola chiesa ha un'unica navata e tre altari.L'altare maggiore è in pietra dura e conserva la statua della Madonna della seggiola, opera del 1524, che tiene sulle ginocchia il Bambino ed ha una particolarità molto rara: porta gli orecchini. Si possono vedere inoltre le statue di San Sebastiano, San Valentino e San Rocco, una Ultima Cena in dimensioni quasi naturali e una tela raffigurante San Francesco.
    L'edificio è chiamato anche chiesa dei barcaioli perché in origine serviva i barcaioli che facevano la quarantena nel vicino ospedale, ed era inoltre nei pressi del fiume.
  • Oratorio di Santa Teresa. Edificato dalla famiglia Cellini, l'edificio ha in facciata le statue di Fede, Speranza e Carità, due campaniletti ad arco e stucchi e affreschi del Santis; il Trionfo di Santa Teresa a soffitto; l'Immacolata con San Giovanni Battista e Sant'Antonio Abate sull'altare. Ospita al centro il sepolcro della famiglia Giustinian.
  • 45.8527112.535839 Chiesa di San Prosdocimo (Basilica dei Servi), Via Provinciale.. Chiesa dei Servi è il nome comunemente usato per questo edificio sacro costruito a seguito di un lascito testamentario del 1497. Terminata nel 1500, la chiesa sostituì un antico edificio sempre intitolato a San Prosdocimo, ormai fatiscente. Affidata in seguito ai Servi di Maria che la officiarono per due secoli e vi costruirono un annesso convento, fu alienata per finanziare la guerra di Venezia contro i Turchi. Il tempio attuale, ridotto nelle dimensioni (una navata e tre altari) ha un altare maggiore in legno dorato ed una pala d'altare di Paolo Ongaretto raffigurante una Madonna col Bambino, angioletti e i Santi Filippo Benizzi e pietro da Verona. Una antica statua lignea di San Prosdocimo e una pala ottocentesca della Crocifissione ornano gli altri due altari.


Eventi e feste

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  • 45.85380312.5381994 Io c'ero, Piazza Vittorio Emanuele II. Il giorno di Capodanno. Iniziata per festeggiare il nuovo Millennio, la festa si è poi consolidata e si ripete ad ogni Capodanno. Dopo l'incontro in piazza nel pomeriggio e la foto con tutti i partecipanti, la serata prosegue con canti, per finire con la degustazione di piatti tipici serviti caldi, come il classico musetto con il vin brulé. Con il buio, alle 18 circa, spettacolo pirotecnico e suggestivo incendio della Torre.
  • 45.85380312.5381995 Mercatino dell'antiquariato e del collezionismo. Ogni seconda domenica del mese..
  • 45.85380312.5381996 Portobuffolé XIII secolo. Ultimo sabato di giugno. Rievocazione in costume del Medioevo, con oltre 300 figuranti, saltimbanchi, sbandieratori per le vie del borgo e banchetto con piatti medievali.
  • 45.85380312.5381997 Fiera di Santa Rosa. Ultimo sabato di agosto. Alla antica ed importante Fiera del bestiame si è poi affiancata una serie di festeggiamenti con stand gastronomici (le trippe di Santa Rosa) e mescita di vini locali, spettacoli di intrattenimento di vario genere ed un Mercatino Bio-Naturae.
  • 45.85380312.5381998 Festa d'autunno. Terza domenica di ottobre. Manifestazione per la promozione dei prodotti autunnali locali con rievocazione degli antichi lavori contadini.


Cosa fare

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Acquisti

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Sono prodotti locali i vini rossi dell'Alto Livenza, il miele, le zucche.

Come divertirsi

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Dove mangiare

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Piatti locali sono; gnocchetti al sugo d'anatra, rognone di vitello, risotto al piccione, baccalà, trippa e la zuppa matta, con zucca, pane, latte e funghi.

Prezzi medi

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Dove alloggiare

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Prezzi elevati

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Bed and Breakfast


Sicurezza

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Farmacia


Come restare in contatto

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  • 45.8538812.5385810 Poste italiane, Via Businello 1, +39 0422 850171, fax: +39 0422 850066.


Nei dintorni

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Itinerari

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Informazioni utili

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Altri progetti

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