Conegliano | ||
Stemma e Bandiera | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Veneto | |
Altitudine | 74 m s.l.m. | |
Superficie | 36,38 km² | |
Abitanti | 35239 (censimento 2019) | |
Nome abitanti | coneglianesi | |
Prefisso tel | +39 0438 | |
CAP | 31015 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Leonardo | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Conegliano è una città del Veneto in provincia di Treviso, situata lungo la "Strada del Prosecco", ai piedi delle colline del Prosecco che precedono le Prealpi Bellunesi, a metà strada fra Treviso e Belluno.
Da sapere
modificaCenni geografici
modificaConegliano si trova ai piedi delle colline del Prosecco che precedono le Prealpi Bellunesi, in una posizione intermedia tra la pianura veneto-friulana e le montagne.
Cenni storici
modificaLa zona, posta a metà strada tra la montagna e la pianura e punto di passaggio per raggiungere il Friuli, fu da sempre un sito strategico. Attorno al X secolo fu eretta una fortezza controllata dai vescovi di Belluno, ma di probabili origini romane. Lo stesso toponimo sembra derivare dal latino cuniculus indicante i passaggi sotterranei del castello.
Conegliano "nacque" però nel XII secolo, quando un gruppo di famiglie nobili si organizzò creando un governo di tipo comunale attorno alla bastia, con la conseguente formazione di un borgo. Il castello di Conegliano rimase sempre il centro del potere, sia civile (con la sede della podesteria) che religioso (con la collegiata di San Leonardo). Le attività artigianali ed agricole furono incentivate dalla fondazione di numerosi monasteri: Santa Maria in Mater Domini (1231), il convento dei Padri Umiliati di San Polo (1316), Sant'Antonio, San Francesco dei Frati Minori (1231), per non parlare degli ospizi e delle congregazioni di laici.
Con il sanguinoso assalto del 1153, Conegliano fu però subito sottomessa al comune di Treviso che ne potenziò le difese, ricostruendo il castello, vista la posizione chiave verso il Friuli con i domini del Patriarcato di Aquileia. La cittadina seguì le sorti della Marca e passò agli Ezzelini e agli Scaligeri, che la munirono di nuove fortificazioni. Anche con la Repubblica di Venezia, a cui Treviso passò nel 1337, e la breve parentesi dei Carraresi (1384-1388) l'opera fu continuata e venne innalzata una cinta muraria che racchiudesse il borgo. I lavori di fortificazione e di ampliamento si protrassero anche nei secoli successivi, nonostante il rovinoso attacco delle truppe del Regno d'Ungheria del 1411. Il paese si abbellì anche di palazzi signorili e istituzionali ma la decadenza si fece sentire già dopo la guerra della Lega di Cambrai.
Nel Settecento il castello, già da tempo in rovina, fu in gran parte demolito per fornire materiale di recupero utile alle nuove costruzioni, tra cui il Palazzo Comunale (1744).
In seguito alla Caduta della Repubblica di Venezia, la città passò a Napoleone e infine agli Austriaci che ne svilupparono l'economia e le infrastrutture. Con la costruzione della Strada Maestra d'Italia e della ferrovia (1858) il centro vitale del paese si spostò più a sud, attorno alla stazione. Nel 1866 passò con tutto il Veneto al Regno d'Italia. Nel 1917, dopo la rotta di Caporetto, Conegliano fu occupata dagli Imperi Centrali e subì notevoli danni. La città riuscì successivamente a risollevarsi grazie alle ferventi attività economiche (prodotti caseari, vinicoli, officine meccaniche ecc.).
Come orientarsi
modificaIl centro storico, di origine medioevale, si concentra perlopiù lungo via XX Settembre (detta Contrada Granda), che scorre ai piedi del Colle di Giano, sulla sommità del quale si ergono la neoclassica Villa Gera e la parte superstite del castello medievale (sede del Museo Civico): tutta quest'area è ancora in gran parte cinta dalle antiche mura. Altri luoghi d'interesse artistico si trovano anche fuori le mura, come alcune ville venete.
Come arrivare
modificaIn auto
modificaIn treno
modificaLa stazione di Conegliano è posta lungo la linea ferroviaria Venezia - Udine ed è inoltre capolinea della ferrovia Ponte nelle Alpi-Conegliano.
Come spostarsi
modificaIl centro storico è raggiungibile a piedi in pochi minuti dalla stazione ferroviaria e può essere percorso comodamente a piedi.
Cosa vedere
modificaLa città di Conegliano, legata a una lunga tradizione religiosa e monastica che l'ha interessata per lunghi secoli, conserva molte architetture religiose: dentro le mura dell'antica città e intorno ad esse sorgono le chiese più antiche e importanti (tra tutte il Duomo), vecchi oratori e i monasteri superstiti.
- 1 Duomo (Duomo di san Leonardo). La sua facciata è incastonata tra i palazzi della contrada; essa è coperta dall'elegante struttura ad archi ogivali della Scuola dei Battuti: sulla facciata di questa è presente un grande affresco, considerato il più vasto affresco murale del Veneto e libro dipinto sulla strada. Sia gli affreschi che impreziosiscono l'esterno sia quelli dell'interno (Sala dei Battuti) sono del Pozzoserrato e realizzati nel Cinquecento. All'interno del Duomo, struttura sobria a tre navate, è possibile ammirare l'unica opera del Cima ad essere conservata nella sua città natale: la Pala di Conegliano, datata 1492 e posta dietro l'altare maggiore. Degna di nota è anche la tela rappresentante Santa Caterina battezzata dall'eremita di Palma il Giovane, posta sopra il portale.
- 2 Chiesa di Sant'Antonio di Padova (situato in località Parco Rocca, adiacente all'ospedale civile). È la chiesa dei frati cappuccini, presso la quale è ancora vitale il convento. L'attuale chiesa dei frati cappuccini è del 1944 su progetto di Giovanni Morassutti. Il santo aveva fatto visita ai frati coneglianesi nei primi anni del Duecento, quando la loro sede era fuori le mura della vecchia città. Solo nel Cinquecento i frati poterono avere un convento vicino al centro, nella stessa area su cui oggi sorge l'ospedale (che ne prese il posto nel XX secolo): qui i frati rimasero fino al 1810, quando gli editti di Napoleone Bonaparte portarono alla soppressione di tutti gli ordini religiosi. Nel 1929 i frati minori fecero il loro rientro a Conegliano, nello stesso convento, che, una volta smantellato, fu sostituito dal complesso attuale.
La chiesa di Sant'Antonio è un edificio semplice, con facciata a capanna aperta da un grande rosone e da un portale rettangolare. Internamente lo spazio è quello di un'unica navata intonacata di bianco e impreziosita da alcune opere pittoriche e scultoree tradizionalmente legate alla storia dei cappuccini di Conegliano, tra le quali spicca l'Ultima Cena di Pietro Bernardi, risalente alla fine del XVI secolo. Alla chiesa è annesso il convento, dotato di un chiostro con archi a tutto sesto, al centro del quale è presente un pozzo, circondato dal giardino. - 3 Castello (Museo civico). è il fulcro medievale della località veneta. Situato sulla sommità del Colle di Giano, in luogo strategico, il castello domina tutta la città e il territorio ad essa circostante. Le più antiche notizie sulla fortezza sono del XII secolo. Della struttura originaria e della sua evoluzione è possibile fare delle ricostruzioni solo sulla base di testimonianze pittoriche: infatti, dell'originario complesso del castello oggi sopravvivono soltanto la torre della Campana, parte dell'antico duomo e parte della cinta muraria. Il castello ospita il Museo civico di Conegliano, nel quale esistono diverse sezioni, divise per piano: la pinacoteca del pian terreno, l'ambiente di dimensioni maggiori, custodisce opere pittoriche di grande valore, come testimoniano i nomi di Giambattista Pittoni ("S.Francesco di Paola", 1750), Palma il Giovane e del Pordenone; ai piani superiori vi sono reperti romani ritrovati nell'area coneglianese e altri oggetti di interesse storico; l'ultimo piano della torre è dedicato a personalità legate a Conegliano. Esiste all'interno un plastico, eseguito dal trevigiano Ennio Tiveron, in scala 1/72 del castello al tempo della Serenissima. Alla fine della visita si può godere del panorama della città e di tutta l'area circostante: la pianura veneta fino alla laguna di Venezia, buona parte della pianura friulana, i colli morenici del trevigiano e le Prealpi.
- 4 Fontana del Nettuno (Fontana dei cavalli), presso l'intersezione di corso Vittorio Emanuele II, via Marconi, via Calvi e via Cavour. Fontana del Nettuno, anche detta popolarmente fontana dei cavalli è uno dei monumenti più caratteristici della città. La fontana prese forma in diverse epoche: la parte più antica è la vasca trecentesca, opera dello scultore veronese Filippo Spongadi, anticamente posta in piazzetta 18 luglio 1866, nella vicina Contrada Granda.Nel XVIII secolo fu aggiunta la scultura ancora visibile, in sostituzione di un obelisco cinquecentesco: su una grande conchiglia trainata da due ippocampi di grandi dimensioni dalle cui froge esce l'acqua, sta il dio Nettuno, impugnante con la mano destra il tridente. Tale scultura era precedentemente parte del patrimonio artistico di Palazzo Foscolo di Oderzo.La dislocazione odierna si ebbe solo il 19 ottobre 1838, in occasione della visita dell'imperatore austriaco Ferdinando I d'Austria.
Eventi e feste
modificaCosa fare
modificaAcquisti
modificaCome divertirsi
modificaDove mangiare
modificaDove alloggiare
modificaSicurezza
modificaCome restare in contatto
modificaNei dintorni
modificaAltri progetti
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