Pinzano al Tagliamento (Pinçan in friulano) è un comune del Friuli-Venezia Giulia.

Pinzano al Tagliamento
Panorama di Pinzano al tramonto
Stemma e Bandiera
Pinzano al Tagliamento - Stemma
Pinzano al Tagliamento - Stemma
Pinzano al Tagliamento - Bandiera
Pinzano al Tagliamento - Bandiera
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Pinzano al Tagliamento
Sito istituzionale

Da sapere modifica

Cenni geografici modifica

Il comune si trova nella Media Val Tagliamento. La parte occidentale del comune lambisce la Val Cosa, quella nordorientale si trova invece nella bassa Val d'Arzino. La posizione geografica del territorio, che si trova nella fascia di transizione tra l'alta pianura friulana e i primi rilievi pedemontani, è di particolare pregio naturalistico. Questo anche grazie all'abbondanza di boschi e corsi d'acqua, alla presenza dell'importante habitat costituito dal fiume Tagliamento, ed infine dallo scarso impatto dell'uomo sul territorio. dista 43 km da Pordenone e 32 km da Udine.

Quando andare modifica

Pinzano al Tagliamento, secondo la classificazione dei climi di Köppen, gode di un tipico clima temperato delle medie latitudini, piovoso o generalmente umido in tutte le stagioni e con estati molto calde. Le precipitazioni si concentrano nei periodi compresi tra marzo e maggio, con un leggero calo nei mesi estivi, e un riacutizzarsi nel periodo compreso tra ottobre e novembre inoltrato.

Cenni storici modifica

Il territorio di Pinzano ha dato reperti preistorici dei periodi neolitico, mesolitico e del bronzo. Dopo l'insediamento delle popolazioni celte, la zona cadde sotto la dominazione romana, quando il paese fu centro di commerci fra la città romana di Concordia e il Norico, lungo la via commerciale costituita dal fiume Tagliamento.. Si succedettero poi i Longobardi ed il Patriarcato di Aquileia, periodo in cui Pinzano ebbe un Signore, Ermanno di Pinzano, ed un castello. Passato ai Savorgnan, fu poi dominio di Venezia nel 1420 al pari del resto della regione, fino al 1797, anno della fine della Repubblica veneta divenuta possedimento dell'impero austroungarico, con la breve parentesi napoleonica, fino al 1866 quando con la terza guerra di indipendenza divenne italiano. Subì danni sia nella prima che nella seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra un evento storico di grande portata fu il terremoto del 1976. La scossa di maggio fece nel comune 14 morti, rase al suolo 77 case e danneggiò in modo più o meno grave quasi tutte le costruzioni. Nel 1986 la ricostruzione era completata già al novanta per cento, comportando cambiamenti anche notevoli nell'aspetto dei paesi e soprattutto della piazza del capoluogo.

Come orientarsi modifica

  Pinzano al Tagliamento

Il territorio comunale di Pinzano al Tagliamento comprende anche le frazioni di Manazzons, Valeriano, Borgo Ampiano, Borgo Mizzari, Campeis, Colle, Costabeorchia, Pontaiba e Pradaldon.

Come arrivare modifica

 

In auto modifica

In treno modifica

In autobus modifica

  • Autocorriere lo collegano ai capoluoghi di provincia e di mandamento.


Come spostarsi modifica


Cosa vedere modifica

 
Chiesa di San Martino
  • 46.18217812.9460441 Chiesa di San Martino (a Pinzano). Nel 1520 l'edificio subisce un primo ampliamento, consistente nella ricostruzione del presbiterio e nella costruzione di tre cappelle laterali. Queste ultime sono state affrescate dal Pordenone nel 1526 e 1527; notevoli sono la Madonna col Bambino ed il Martirio di San Sebastiano. Sempre dello stesso periodo, ma di autore ignoto, è la Madonna cosiddetta "del cassonetto" perché inserita in un cassonetto di legno decorato. Questo dipinto proviene dalla chiesetta di Ognissanti in castello, così come il coevo gruppo ligneo della pietà visibile sul primo altare della navata sinistra. La presenza di due cappelle sul lato destro e di una sola sul lato sinistro si spiega con il fatto che proprio sulla sinistra della chiesa si trovava l'antico campanile. Sul finire del Seicento, sotto la direzione del maestro Antonio De Adamo, le cappelle laterali vengono trasformate in navate.
    Un'altra opera d'arte di un certo rilievo è la pala d'altare raffigurante Sant'Antonio in Gloria, datata 1740 ed opera di Gianantonio Guardi.
    L'edificio nella sua forma attuale risale all'ampliamento del 1773, che portò la lunghezza delle navate a 17 metri, ai quali vanno aggiunti i 7,35 metri del coro in quell'occasione ingrandito. Nello stesso periodo il campanile addossato alla navata sinistra venne demolito e ne venne costruito uno nuovo antistante la chiesa e curiosamente staccato da essa.
    Danneggiata dal sisma del 1976, la chiesa venne riconsegnata alla comunità ecclesiastica solamente dieci anni dopo. La chiesa non è normalmente aperta al pubblico al di fuori delle celebrazioni religiose.
       
 
La Chiesa di Santo Stefano a Valeriano
  • 46.168212.91672 Chiesa di Santo Stefano (nella frazione di Valeriano). La pieve di Valeriano deriva dall'antica pieve di San Pietro a Travesio. Viene menzionata in una bolla papale per la prima volta nel 1186, ma aveva sede in un luogo di culto andato distrutto, di cui non si sa nulla se non che probabilmente si trovava nello stesso luogo dell'edificio attuale. Quest'ultimo risale al 1492, come si può constatare da due iscrizioni: una apposta sulla destra del portale d'ingresso, l'altra sull'architrave del portale stesso.
    La facciata appare semplice e sobria, composta in parte dagli originali blocchi di pietra, in parte da muratura intonacata. Gli unici elementi decorativi sono il portale principale in pietra ed un oculo in mattoni. L'edificio, in stile romanico con evidenti influssi gotici, si sviluppa internamente in un'unica navata a botte a tutto sesto. :L'abside è poligonale, a tre lati, ed al suo interno trova posto un pregevole coro ligneo a diciannove stalli, con decorazioni intarsiate a motivi geometrici. Tra le opere d'arte spicca anche qui un'opera del Pordenone: il grande trittico raffigurante San Valeriano, San Michele arcangelo e Giovanni Battista, fortunatamente risparmiato dal terremoto del 1976. L'opera è firmata e datata 1506, pertanto è stata a lungo considerata la prima opera certa dell'artista. Sulla parete opposta si trova invece una Trinità risalente al 1535, mentre l'altare maggiore è del 1757. :La chiesa venne pesantemente danneggiata dal terremoto, il campanile addirittura crollò per buona parte della sua altezza. Entrambi necessitarono di lunghi e pesanti lavori di ristrutturazione per tornare a svolgere la loro funzione, e finalmente il 22 dicembre 1985 l'edificio di culto venne nuovamente consacrato dal parroco Don Enrico Todesco.
    La chiesa non è normalmente aperta al pubblico al di fuori delle celebrazioni religiose.
       
 
Santa Maria dei Battuti a Valeriano
 
La Natività del Pordenone (1527) - Chiesa di Santa Maria dei Battuti a Valeriano
 
Ultima cena, S. Maria dei Battuti, Valeriano
  • 46.168612.91773 Chiesa di Santa Maria dei Battuti, nella frazione di Valeriano. È un piccolo edificio di culto eretto dalla confraternita dei Battuti (ossia devoti flagellanti) attorno al 1300. La chiesa è a navata unica con volta a botte. Nel corso dei secoli vari interventi di ampliamento, nel XIV r nrl XVI secolo, ne hanno raddoppiato la lunghezza e modificato l'abside da circolare a poligonale.
    La facciata, che risale alla fine del Quattrocento, è stata definita "una preziosa antologia che raccoglie e illustra i tre secoli d'oro della pittura": si tratta infatti di una preziosa opera divisa in quattro scene principali. A destra del portale d'ingresso si trova un grandioso San Cristoforo, un tempo attribuito a Giovanni Antonio da Pordenone ma probabilmente opera di Marco Tiussi (1532). A sinistra del portale si trova invece un affresco del Pordenone raffigurante i santi Valeriano, Giovanni Battista e Stefano. Sopra quest'ultimo dipinto, sempre il Pordenone ha affrescato i Re Magi in adorazione. Infine, sopra la lunetta dell'architrave, si trova una Madonna in trono parzialmente cancellata, sovrastata dallo stemma dei Savorgnan. Tutti gli affreschi originari della facciata, risalenti al 1524, sono custoditi all'interno della chiesa, sulla controfacciata, per ripararli dalle intemperie, mentre esteriormente sono state riprodotte delle tracce monocromatiche. Il portale, risalente al 1499, è opera di Giovanni Antonio Pilacorte.
    All'interno, la parete sinistra conserva una Natività, opera piuttosto nota del Pordenone e risalente al 1527. Altri affreschi su questa parete sono: una Fuga in Egitto, probabilmente opera di un collaboratore, e un Cristo in Gloria trecentesco. Sulla parete sinistra della navata si trovano invece una Ultima Cena, una Trinità, un San Niccolò ed una scena naturalistica: tutte opere trecentesche, probabilmente della stessa mano.
    L'altare ligneo originario si trova al museo di palazzo Ricchieri, a Pordenone, ed è stato sostituito con un altare in marmo risalente al 1527, ma benedetto solamente nel 1964 in quanto mai utilizzato in precedenza. La pala d’altare di Gasparo Narvesa, dipinta alla fine del Cinquecento, raffigura la Trinità con la Vergine e San Giovanni Battista, ed in basso i santi Valeriano e Severo. Come anche riportato in una scritta contenuta nell'opera, la pala è stata fatta per adempiere ad un voto del pittore nei confronti di San Severo, avendo sua figlia riacquistato la vista per grazia del santo.
    Nel 1962 iniziò un lungo e scrupoloso lavoro di restauro della chiesa, durato dieci anni, ma durante il terremoto del 1976 la volta crollò e l'edificio riportò gravi danni. In seguito ad un paziente lavoro di ristrutturazione, concluso definitivamente nel 1996, è possibile ammirare la chiesa in tutta la sua bellezza. È normalmente aperta al pubblico anche nei giorni feriali.
       
 
La Santissima
  • Chiesa della Santissima Trinità. Comunemente detta "Santissima", la chiesa ha probabilmente origini cinquecentesche, ma si trovava in un luogo diverso. Di certo l'edificio fu ricostruito nel luogo attuale molto probabilmente nel Settecento, come indica un'epigrafe posta sulla facciata principale, in seguito alla piena del Tagliamento del 1740, che potrebbe aver distrutto il vecchio edificio posto più in basso. A quell'epoca la chiesa aveva una certa importanza, fu sede di una confraternita, possedeva un confessionale ed era meta di processioni propiziatorie da tutta la val d'Arzino. Dal 1723 al 1730, per decreto vescovile, ai pellegrini veniva concessa l'indulgenza plenaria in occasione della Solennità della Santissima Trinità. Dalla fine dell'Ottocento le fu affiancato il cimitero del paese. Nel corso dell'anno 1968 vi si celebrarono ancora sei messe, più tre votive, ma la chiesa cadde in disuso in seguito ai danni riportati nel terremoto del 1976. Nel 2006 sono stati completati la ristrutturazione ed il restauro che hanno permesso di riaprirla al culto. La chiesa non è normalmente aperta al pubblico, al di fuori della celebrazione religiosa del 1º novembre che solitamente si tiene in questo luogo.
  • Ponte di Pinzano. Presso Pinzano il corso del fiume Tagliamento passa in una strettoia naturale, e ciò ha fatto sì che già dai tempi più antichi il luogo fosse sede di un traghetto. Nel 1901 iniziarono i lavori per la costruzione di un ponte stradale, terminati nel 1903; in tre archi parabolici era all'epoca il più grande ponte in cemento armato d'Europa. Nel novembre 1966 la struttura venne travolta dalla tristemente nota piena del fiume: un pilone venne scalzato compromettendo in modo irreparabile l'intera struttura, che dovette essere fatta brillare. La ricostruzione durò dal 1968 al 1970. Anche la nuova opera era all'avanguardia in quanto prevedeva l'utilizzo del cemento armato precompresso e della spettacolare tecnica costruttiva a sbalzo, senza sostegno, e superava i 185 metri tra le due rive in una sola esile arcata. A conferma della sua solidità, il nuovo ponte non riportò danni durante il terremoto del 1976, e ancora oggi svolge la sua essenziale funzione di collegamento con San Daniele del Friuli ed Udine.
  • 46.18305612.9541674 Ossario. È un mausoleo incompiuto, che avrebbe dovuto custodire le spoglie di circa trentamila soldati tedeschi ed austriaci caduti nella prima guerra mondiale. Il governo tedesco scelse come sito di costruzione un colle denominato Pion, posto non lontano dal ponte di Pinzano, da dove si poteva godere una spettacolare vista sul Tagliamento. I lavori di costruzione della struttura, iniziati nel 1939, si interruppero in seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943 e non vennero mai più ripresi. La zona fu in seguito teatro di uno scontro fra i tedeschi ed un gruppo locale di partigiani, e dopo la guerra restò sotto il demanio militare italiano a causa della sua posizione strategica.    
 
Mulino di Ampiano
  • 46.16449312.8971085 Mulino di Ampiano (a Borgo Ampiano). Si ha notizia del mulino fin dal Trecento. Azionato grazie alla forza di un canale derivato dal torrente Cosa, anticamente era posseduto dai signori di Pinzano, e veniva concesso in locazione. Dopo essere passato alla famiglia dei Savorgnan, il mulino fu ceduto alla confraternita dei Battuti di Valeriano ed in seguito ad altre famiglie locali. La struttura è stata oggetto di vari rimaneggiamenti ed ampliamenti, i più importanti dei quali nei primi del Novecento: furono installati due mulini di nuova generazione, uno per il frumento e l'altro per il granoturco, alimentati grazie ad una turbina che sostituiva le vecchie ruote a pale.
    L'antica facciata sud, che in seguito ad un ampliamento si trova ora all'interno dell'edificio, ospitava un affresco del Pordenone raffigurante la Madonna della Misericordia. Si tratta di un'opera eseguita fra il 1524 e il 1527, che rappresenta la Madonna con Gesù Bambino benedicente sulle ginocchia, quattro angeli a sorreggerle il mantello e i devoti con cappuccio bianco, componenti della confraternita dei Battuti allora proprietaria del mulino. Nel 1957 o 1958 l'affresco venne strappato dalla parete e in seguito restaurato: quanto ne resta si trova al museo civico di Conegliano. Vittorio Basaglia nel 2001 ha dipinto il suo "Omaggio a Pordenone", un olio su tela conservato all'interno del mulino, in onore al vecchio affresco.
    Il mulino ha cessato la sua attività nel 1969, ed è stato danneggiato dal terremoto del 1976. Ora è di proprietà comunale ed ospita le vecchie attrezzature che sono visitabili grazie al restauro della struttura originaria. Il mulino fa parte del circuito museale delle Dolomiti friulane "Ecomuseo Lis Aganis" ed è sede di mostre temporanee, attività culturali e laboratori didattici. All'esterno della struttura si trova una vecchia trebbiatrice, custodita sotto una tettoia, testimonianza anch'essa del passato agricolo di queste zone.
  • 46.1830412.9461646 Palazzo Savorgnan-Rizzolati. Nel luogo in cui sorge l'odierno palazzo già nel Cinquecento si trovava la residenza secondaria dei Savorgnan, subordinata al castello. In un atto divisionale del 1562 ci si riferisce ad essa come "la casa da basso in villa detta la casa grande con caneve, stalle, broylo, archi et corti". L'edificio attuale fu costruito forse alla fine del Cinquecento, quando nei registri non si parla più di "casa", bensì di "palazzo", ma pare che solo dopo la rivoluzione francese abbia sostituito definitivamente il castello come sede amministrativa e residenza dei signori. Già nel 1809 però il palazzo cambia proprietari a causa della rovina dei Savorgnan e della mutata situazione politica.
    A metà dell'Ottocento la famiglia Rizzolati, nuova proprietaria del palazzo, utilizzò le pietre più belle, gli architravi e gli archi del castello ormai in rovina per impreziosire il palazzo. Dopo un altro passaggio di proprietà, nel 1925 il palazzo venne diviso tra due diversi proprietari; venne aperto il portone sulla facciata principale tuttora visibile.
    Dal 1939 parte dell'edificio è adibita a sede del municipio, mentre il piano terra della parte orientale ospita la farmacia del paese. La struttura fu compromessa dal terremoto del Friuli, ma prontamente riportata alla sua funzione: nel cortile posteriore è stata ricavata una piazzetta, che porta il nome di piazza 6 maggio 1976, l'anniversario del sisma, collegata mediante un vicolo a viale Vittorio Veneto. Affacciato sulla piazzetta, nel luogo dove sorgevano le vecchie scuderie del palazzo, è stato realizzato il nuovo ambulatorio medico comunale.
 
Castello di Pinzano in inverno
  • 46.1843712.946157 Castello di Pinzano. Il sito in cui sorge il castello, una collina sovrastante l'abitato di Pinzano, era sicuramente frequentato già in età romana. La prima citazione in un documento scritto risale al XII secolo, epoca in cui il castello è abitato dai signori di Pinzano. La proprietà passa alla potente famiglia dei Savorgnan nel 1352, periodo nel quale il castello è centro amministrativo ed economico del feudo di Pinzano. :L'edificio subì nel corso dei secoli varie trasformazioni, ma con l'inizio dell'Ottocento iniziò ad andare progressivamente in rovina. Il sisma del 1976 fece crollare le ultime mura rimaste in piedi. dal 2000 il Comune di Pinzano ha promosso il recupero dell'area castellana anche in prospettiva di una sua valorizzazione turistica.
    Le leggende
    Il castello di Pinzano è da sempre oggetto di numerose leggende e credenze popolari. Secondo molte di queste, nei sotterranei del castello (dove un tempo vi erano anche le prigioni della giurisdizione), sarebbe stata collocata una camera dove i signori Pinzano avrebbero nascosto la loro imponente fortuna, frutto delle loro scorrerie nel Friuli. Sempre dai sotterranei, si dice ci siano delle gallerie segrete che si snodano al di sotto del territorio. Una di queste giungerebbe fino al fiume Tagliamento e sarebbe stata usata dalla figlia adottiva dei Pinzano per fuggire durante l'eccidio del 1344.
    Un'altra leggenda, più recente, narra di una povera donna che si ritrovò a vagare tra le rovine del castello a mezzanotte. La donna, narra la leggenda, vide il fantasma di un cavaliere brandire la spada e uccidere un leone. Spaventata, fuggì via urlando. In suo soccorso arrivarono le Agane dell'Arzino e del Tagliamento, che la rincuorarono e la invitarono a seguirle fino al fiume. Ma quando la donna si accorse che in realtà le ninfe d'acqua volevano annegarla, invocò il nome di Maria, e le Agane scapparono terrorizzate e inorridite.
       


Eventi e feste modifica

  • Sagra patronale di San Martino.   11 novembre.


Cosa fare modifica


Acquisti modifica


Come divertirsi modifica


Dove mangiare modifica

Prezzi medi modifica

  • 46.16794512.9205181 Pizzeria Strolic, Via Roma, 42 (nella frazione Valeriano), +39 0432 950331.
  • 46.16831812.9178022 Ristorante Don Chisciotte, Via Roma, 76 (nella frazione Valeriano), +39 0432 950555.


Dove alloggiare modifica

Prezzi medi modifica


Sicurezza modifica

  Farmacie


Come restare in contatto modifica

Poste modifica

  • 46.18288312.9452435 Poste italiane, Via XX Settembre, 67, +39 0432 950675.


Nei dintorni modifica

  • Gemona del Friuli — La ricostruzione della città dopo il terribile terremoto del 1976 che la mise in ginocchio è un esempio ineguagliato del valore della sua gente che oltre alle abitazioni ha ricostruito, pietra per pietra, il suo bel Duomo così com'era.
  • San Daniele del Friuli
  • Trasaghis — Devastato dal terremoto del 1976, il paese ha salvato l'antica chiesetta di San Michele del Pagani.


Altri progetti

 Bozza: l'articolo rispetta il modello standard e ha almeno una sezione con informazioni utili (anche se di poche righe). Intestazione e piè pagina sono correttamente compilati.