Paularo
Panorama di Paularo
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Paularo
Sito istituzionale

Paularo è una città del Friuli-Venezia Giulia.

Da sapere

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Cenni geografici

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Situato nell'Arco alpino friulano in Carnia il capoluogo Paularo si distribuisce tra i 410 e gli 880 metri di altitudine nella Valle d'Incarojo, Valle di Paularo o Val Chiarsò, mentre nel suo complesso la valle è compresa tra i 410 e i 2.187 metri s.l.m.

Complessivamente la Valle è circondata dai monti Zermula (2.143 m), Findenigkofel (2.015 m) e Pizzul (1987 m) a nord; Tersadia (1.959 m), Castoia (1231 m) e Cuc (1569 m) a ovest; Salincjet (1.857 m) e Jouf (1211 m) a est; Sernio (2.187 m), Flop (1716 m), Mezzodì (1806 m), Palasecca (1929 m) e Grauzaria (2066) a sud.

Il Chiarsò, da cui la valle prende il nome (Val Chiarsò), è il torrente che si snoda lungo l'intero territorio; la valle annovera numerosi altri torrenti.

Quando andare

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Monte Castoia

Il clima della zona, pur trattandosi di area alpina, è mite in quanto fortemente protetta dai venti dai quadranti nord-orientali. Le temperature medie annue oscillano attorno ai 9,6 °C. La primavera presenta caratteristiche invernali nella prima parte di marzo per poi mitigarsi agli inizi di aprile quando le temperature minime non risultano più negative. Le medie stagionali primaverili sono comprese tra i 6 e gli 8 °C.

Il periodo in cui è possibile superare i 30 °C va da giugno ad agosto; solo eccezionalmente vengono superati i 35 °C. L'inverno in questi ultimi anni non è più particolarmente rigido, con le temperature medie stagionali che oscillano tra i 1,5 °C e i -5 °C, e nemmeno piovoso. La neve non è più abbondantissima.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Paularo

Quartieri

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Il territorio comunale comprende anche i paesi di Casaso, Chiaulis, Dierico, Misincinis, Ravinis, Rio, Salino, Trelli, Villafuori, e Villamezzo.

Come arrivare

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In aereo

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In auto

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  • Casello autostradale Carnia-Tolmezzo sull'autostrada A23
  • Strada statale 52 Carnica da Tolmezzo, quindi strada provinciale 23 Strada Provinciale 23

In treno

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  • Stazione ferroviaria a Carnia sulla linea Pontebbana Udine-Tarvisio.

In autobus

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  • L'azienda SAF gestisce corse extraurbane indirizzate a Tolmezzo e a Udine.


Come spostarsi

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Cosa vedere

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Parrocchiale dei SS. Vito, Modesto e Crescenzia
  • 46.53121213.1147731 Chiesa parrocchiale dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia. Poggia le basi su una preesistente chiesa del Quattrocento ma l'attuale edificio sacro è stato costruito attorno al 1750 su progetto di Domenico Schiavi. L'interno è stato affrescato dal fratello Antonio della scuola veneziana del periodo Tiepolo-Piazzetta e rappresenta un capolavoro assoluto del pittore.
    La chiesa custodisce tra le altre: due opere su tela del pittore paularino Giovanni Francesco Pellizotti, seguace di Nicola Grassi, posizionate nelle pareti del battistero (Moltiplicazione dei pani e dei pesci e Nozze di Cana); nella cupola altre due opere (Trinità in gloria e I quattro dottori della Chiesa: Agostino, Girolamo, Ambrogio, papa Gregorio I); altre due tele, a olio su tela, nell'altare delle anime purganti (1803) e una in quello di san Valentino rappresentante la Madonna in trono con bambino e i santi Valentino, Agostino, Gerolamo e Giovanni Battista; un magnifico Crocifisso, a grandezza quasi naturale del XVI secolo circa; l'altare marmoreo offerto da Jacopo Linussio (lo ricorda una lapide bianca sul retro con l'epigrafe D.O.M. Jacobi Linussi, pietate MDCCCXLVII) con le statue dei Santi Vito e Modesto ai due lati, con in mano una palma segno del loro martirio, e al centro il Salvatore con un vessillo dorato; il tabernacolo la cui parte è stata dipinta da Antonio Schiavi in pittura su metallo con fogli d'oro zecchino e ossidi metallici; il battistero del XVI secolo e l'organo del 1764.
    Centoventisette sono i gradini necessari per raggiungere l'ingresso della chiesa parrocchiale partendo dal primo costruito accanto all'ingresso dello storico palazzo Calice-Screm: novantatré fino al ballatoio panoramico, altri trentaquattro da quest'ultimo al portale d'ingresso disegnato da Domenico Schiavi.
    Chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia (Paularo) su Wikipedia chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia (Q57255281) su Wikidata
  • Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore (a Dierico). Fondata intorno al 1300 circa ed affrescata nel XVI secolo da Giulio Urbanis di San Daniele del Friuli. La chiesa, ubicata a Dierico, accoglie un meraviglioso altare ligneo del 1522 realizzato da Antonio Tironi da Bergamo.
  • 46.4986313.101882 Chiesa di San Giovanni Battista. Costruita nel XV secolo e ristrutturata nel XVI. Presenta all'interno un altare dedicato alla Beata Vergine del Carmine, uno a San Giovanni Battista e una tele opera del pittore Giovanni Francesco Pellizotti.
  • Chiesa parrocchiale di Santa Caterina d'Alessandria. Eretta a Salino nel 1400 e ristrutturata nel 1849. Conserva un antico campanile medioevale e un altare del 1600 che raffigura la Madonna della cintura e i santi Agostino, Monica, Caterina, Floriano e Antonio abate.
  • Chiesa di Sant'Antonio abate. Edificata nel 1674 su volere del nobile Tommaso Calice. Ora sconsacrata è di proprietà del comune di Paularo che la adibisce per ospitare mostre d'arte temporanee, esposizioni fotografiche, concerti musicali e corali.
Cappella dei SS. Sebastiano e Floreano
  • 46.5346613.115133 Cappella dei Santi Fabiano e Sebastiano. Eretta nel 1688 a Villafuori su mandato della nobile famiglia dei Calice. Al suo interno presenta un settecentesco altare in marmi policromi sormontati da statue in pietra bianca raffiguranti Maria Assunta in cielo e i due santi a cui è dedicata. Da alcuni anni accoglie l'immagine lignea, di scultura altoatesina, della Beata Maria Vergine Addolorata donata alla comunità paularina dai reduci della Grande Guerra (1915-1918)
  • Chiesa di San Pietro apostolo. Costruita nel 1715 a Chiaulis, custodisce una importante tela di San Pietro attribuita a Nicola Grassi
  • Sacello di Santa Maria di Loreto. Costruito nel 1745 a Villamezzo, già importante centro del "comune delle Tre Ville"; trattasi di un raro esempio di architettura a base ottagonale
  • Chiesa del Santissimo Redentore (a Ravinis).
  • Santuario di Maria SS. Ausiliatrice del Monte Castoia. Costruito nel 1870 e in seguito ampliato, custodisce degli affreschi del pittore Giacomo Monai di Nimis e sopra l'altare principale la leggendaria pietra con impressa l'immagine della Madonna con il Bambino Gesù in braccio nota come "Madone dal Clap" rinvenuta nel corso d'acqua che scorre accanto
  • Borgo Cjavec (Borc di Cjavec o Borgut). Uno dei borghi più belli e antichi del capoluogo ubicato in prossimità di Palazzo Fabiani. Tra gli edifici del complesso spicca "casa Del Negro" (in dal barbe Gjulio) custode di un antico tornio per la produzione del sidro di pere di qualità "martins" e di mele paularine.
  • Palazzo Valesio-Calice (a Villamezzo). Edificato nel 1591 per opera di una famiglia veneziana, domina nella quasi totalità il capoluogo. Il singolare edificio è composto da due ali e disposto su un ampio cortile racchiuso da un muro di cinta merlato. Particolare e di notevole pregio il portale che riporta l'emblema della famiglia Valesio-Calice. Il palazzo è raggiungibile anche attraverso una storica e lunga gradinata detta "Cjamburjan". La famiglia che vi soggiornava apparteneva alla nobiltà veneziana con l'incarico anche di governo dei boschi per conto di Venezia.
Palazzo Screm
  • Palazzo Calice-Screm. Costruito nel XVI secolo è considerato il prototipo della casa carnica.
  • Palazzo Morocutti (a Trelli). Edificato nel 1631 a Trelli, rappresenta uno dei pochissimi edifici antichi carnici presenti nella frazione.
  • Palazzo Tommaso Calice. Costruito nel 1674 da Tommaso Calice anno in cui ottenne per motivi militari anche il titolo di Barone. L'infrastruttura è sede della locale Canonica.
  • 46.5351413.115574 Palazzo Scala. Edificato nel XVII secolo è stato completamente ristrutturato dopo l'incendio che ebbe luogo la notte di Natale del 1709, quando Villamezzo andò in fiamme. Le sue origini risalgono probabilmente al 1500, almeno stando ai suoi caratteri architettonici: la bifora centrale e il portale infatti rimandano allo stile Luigi XIII. Ospita oggi un museo di antichi strumenti musicali denominato "la Mozartina".
  • Palazzo Linussio-Fabiani. Risale alla metà del XVII secolo. Fu la dimora di Jacopo Linussio e della sua famiglia e ospitò numerosi personaggi illustri del tempo tra i quali: il poeta Giosuè Carducci (1835-1907), la poetessa Caterina Percoto, l'architetto e matematico Giovanni Battista Bassi, Wolf e Arboit.
  • Palazzo Tarussio (Côrt di Tarùsc). Presente fin dal 1737 è una tipica abitazione carnica del secolo con all'interno alcune opere lignee del maestro Giacomo Sbrizzai ed altri intagliatori del legno della Valle di Paularo.
  • Cippo di Maria Teresa. Risale al 1777, delimitava il confine tra la Repubblica di Venezia e l'Impero Austriaco. Su un lato è impresso il leone di San Marco, sull'altro lo stemma del ducato di Carinzia

Siti di interesse archeologico

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  • Necropoli Preromana (a Misincinis). Nel corso di una serie di scavi effettuati tra il 1996 e il 1999 presso un'abitazione privata della frazione vennero alla luce reperti che risultarono appartenere ad una necropoli preromana, che costituisce la prima scoperta di questo tipo in Carnia.
    È costituita, allo stato attuale della ricerca, da 145 tombe ad incinerazione sovrapposte le une alle altre, che presentano differenze sensibili sia per quanto riguarda il rituale che per le caratteristiche del corredo. Il materiale raccolto, più di 800 pezzi, è costituito da oggetti di ornamento e abbigliamento come fibule, spilloni, ganci di cintura e pendagli. È stata rinvenuta anche una punta di giavellotto ed un puntale di lancia oggetti, forse, appartenuti ad un defunto.

Siti di interesse ambientale

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Tratto della Cascata di Salino
  • Cascata di Salino (tra Salino e il borgo di Lambrugno). l'acqua scivola su rocce sedimentarie risalenti a 250 milioni di anni fa. La poetessa e scrittrice Caterina Percoto, che frequentemente trascorreva le vacanze in Incarojo, l'ha definita "una delle meraviglie della Carnia".
  • Cascata "das Glirs" (tra Meledis e Valbertat). L'acqua percorre calcari siluriani variegati in cui prevalgono i colori rosati.
  • Cascata "da Naše" (tra Ravinis e malga Pizzul). Un'altra cascata che scorre su rocce vulcaniche verdastre.
  • Forra "das Calas". Cavità originata dal torrente Chiarsò in Ramaz avente una profondità di un centinaio di metri e larghezza da due a cinque metri, il corso d'acqua forma dei pozzi profondi e ribollenti. in corrispondenza della forra è stato realizzato un sentiero che permette di percorrere senza difficoltà il tratto impervio del fondovalle e di osservare da vicino un interessante esempio di erosione fluviale su rocce calcaree delle Alpi Carniche. Era il terrore dei boscaioli che rischiavano la vita durante la "menade" ossia il trasporto del legname a valle agevolato dalla spinta dell'acqua del torrente.
  • Fonte idrosolforosa (zona Aones). A un km circa prima dell'ingresso nel capoluogo, sgorga abbondante dalla sorgente l'acqua pudia nota per le sue proprietà terapeutiche
  • Fonte idroferruginosa (a Rùfosc oltre Misincinis). Nota sorgente di acqua immersa nel verde dei boschi che caratterizzano la Valle d'Incarojo. Per l'elevato contenuto di ferro tinge le rocce di una evidente tinta ruggine; è conosciuta come acqua di ferro (aghe di fiêr).


Eventi e feste

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  • Mistirs. ultima domenica di agosto. Angoli di strade e abitazioni vengono addobbate, si rispolverano vecchi attrezzi, si imbandiscono tavole con accompagnamento di musiche e balli in ogni paese del territorio comunale. Mistirs è infatti una rievocazione degli antichi mestieri e dello scomparso modo di vivere della gente di quest’angolo di Alpi, un viaggio fra vecchi mestieri e antiche tradizioni. Nel corso della festa si tiene la ‘’menàde’’, ossia la fluitazione dei tronchi nelle acque del Chiarsò, a ricordo del passato sistema di trasporto del legname.
  • Femenate. 5 gennaio. La tradizione della Femenate si lega ad antichi riti celtici che celebravano la qualità purificatrice del fuoco. Una grande struttura lignea sorregge una ingente quantità di legna, fieno, viticci, foglie secche. Al tramonto la popolazione vi si raccoglie intorno ed un giovane viene incaricato di appiccarvi il fuoco. Un Vecchio Saggio trae previsioni riguardo ai raccolti dell’annata in base alla direzione delle fiamme e delle scintille del grande falò.


Cosa fare

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Acquisti

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Come divertirsi

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Dove mangiare

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  • 46.52920713.1176311 Pizzeria Al Fogolar, Via Roma, 52, +39 0433 70022.
  • 46.53097513.1165812 Ristorante "In dal Palac", Piazza IV Novembre 6, +39 338 6845877.
  • 46.53135913.1156343 Ristorante Al Cavallino, Via Marconi 4, +39 0433 70800.
  • 46.50163813.1092954 Ristorante pizzeria Alla Posta, Via Diaz 21 (nella frazione Salino), +39 0433 70045.
  • 46.53036313.1167185 Ristorante Il Barone Rosso, Piazza Nascimbeni 15, +39 0433 70951.
  • 46.50163813.1092956 Ristorante Italia, Piazza Julia 4, +39 0433 71077.

Agriturismi

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Attività di ristorazione ed ospitalità in quota

  • 46.5050313.1201327 "Sandri" (Località Domeneal), +39 338 3735177. Ospitalità e ristorazione a 690 metri di altitudine.
  • 46.54688513.1641718 Malga Pizzul, +39 0433 71079. Ospitalità e ristorazione a 1630 metri d'altitudine.
  • Malga Zermula, +39 335 6072626. Ospitalità e ristorazione a 1570 metri di altitudine.
  • Malga Valbertat Bassa, +39 0433 70126, +39 333 1023924, +39 338 8837324. Ospitalità e ristorazione a 1570 metri di altitudine.
  • "Cason dal Nelut" (Località plan di Zermula), +39 333 3667302. Attività di ristorazione e ospitalità a carattere stagionale. Si trova a 1102 metri di altitudine.
  • 46.56590513.1713999 Malga Lanza, +39 0428 90928. Ristorazione e ospitalità a 1552 metri di altitudine.


Dove alloggiare

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Prezzi modici

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Prezzi medi

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Sicurezza

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Farmacia


Come restare in contatto

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  • 46.53039113.1163915 Poste italiane, Piazza Nascimbeni, 12, +39 0433 70916.


Nei dintorni

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Itinerari

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  • Pievi della Carnia Dieci antiche pievi che furono un tempo, oltre che centri di culto, sedi di potere civile.


Altri progetti

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