Da sapere
modificaI Monti Sibillini sono un massiccio montuoso situato a cavallo tra Marche e Umbria, nell'Appennino umbro-marchigiano lungo lo spartiacque primario dell'Appennino centrale. È il quarto gruppo montuoso per altezza dell'Appennino continentale dopo Gran Sasso, Maiella e Velino-Sirente e si trova tra le province di Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Perugia ed ospita il Parco nazionale dei Monti Sibillini.
Cenni geografici
modificaSono fondamentalmente costituiti da rocce calcaree, formatesi sui fondali di mari caldi. Le cime superano in alcuni casi i 2.000 m di altitudine, come la maggiore del gruppo, il monte Vettore (2.476 m s.l.m.), il Pizzo della Regina o monte Priora, il monte Bove e il monte Sibilla. Il gruppo dei Sibillini si divide alpinisticamente in tre sottogruppi, costituiti a loro volta da diversi massicci con numerose cime. Sottogruppo Meridionale, da Forca di Presta (sud) a Passo Cattivo (nord):
- Monte Vettore m 2476
- Cima del Redentore (Scoglio del Lago) m 2449
- Cima del Lago m 2422
- Pizzo del Diavolo m 2410
- Punta di Prato Pulito m 2373
- Cima dell'Osservatorio (Palazzaccio) m 2350
- Quarto San Lorenzo m 2247
- Monte Torrone m 2117
- Cima di Pretare (Il PIzzo) m 2281
- Monte Banditello m 1873
- Monte Prata 1850
- Monte Argentella m 2200
- Palazzo Borghese m 2145
- Monte Porche 2233
- Cima Vallelunga m 2221
- Monte Sibilla 2173
- Cima di Vallinfante m 2113
Costituito da rocce calcaree e calcareo-marmose del Mesozoico-basso Terziario, il gruppo dei Sibillini può essere considerato come una formazione geologica relativamente giovane. In un passato tra i 100 e i 50 milioni di anni fa l'area marina di basso fondale che occupava l'attuale areale dei Monti Sibillini fu sede di ampi movimenti distensivi che hanno portato alla formazione di dorsali sottomarine. Circa 20 milioni di anni fa, la compressione e il conseguente piegamento delle rocce hanno portato all'emersione dei primi contrafforti. Dopo 10 milioni di anni, importanti fenomeni tellurici hanno portato ad accavallamenti lungo le faglie, con la formazione delle maggiori cime odierne, su una dorsale approssimativamente in direzione nord-sud. Un'altra serie di movimenti sismici, 2 milioni di anni fa, per compressione dal lato adriatico, ha portato a fenomeni di sovrascorrimento e accavallamento su altri sistemi di faglia e conferito al gruppo il suo aspetto odierno.
L'intera area dell'arco montuoso, che ricade all'interno del Parco nazionale dei Monti sibillini, comprende complessivamente il territorio di due comuni umbri e sedici comuni marchigiani. In Umbria vi sono Norcia e Preci, entrambi in provincia di Perugia. Nelle Marche ve ne sono tre in provincia di Ascoli Piceno, due in provincia di Fermo ed undici in provincia di Macerata.
- In provincia di Ascoli Piceno si trovano: Arquata del Tronto, Montemonaco e Montegallo.
- In provincia di Fermo vi sono: Amandola e Montefortino.
- In provincia di Macerata si annoverano: Acquacanina, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte, Pievebovigliana, Pievetorina, San Ginesio, Ussita e Visso.
Flora e fauna
modificaLa flora e la fauna sono molto ricche. Sono presenti, tra i mammiferi, il gatto selvatico (Felis silvestris), l'istrice (Hystrix cristata), il lupo (Canis lupus), il capriolo (Capreolus capreolus) e recentemente reintrodotti il camoscio d'Abruzzo (Rupicapra pyrenaica Sub. ornata) ed il cervo (cervus elaphus). Da segnalare anche avvistamenti, legati agli attacchi alle arnie di ape domestica, di orso bruno marsicano (ursus arctos marsicanus) trattasi però quasi certamente di un maschio vagante proveniente dall'appennino abruzzese.
Fra gli uccelli, sono presenti l'aquila reale, il gufo reale, il falco pellegrino e la reintrodotta coturnice (Alectoris graeca). Tra i rettili la vipera dell'Orsini e la vipera comune (vipera aspis).
Nell'area del monte Vettore sono presenti due endemismi, il coleottero Duvalius ruffoi e, nelle acque del lago di Pilato, il chirocefalo del Marchesoni, un piccolo crostaceo.
La vegetazione è quella tipica dell'area appenninica, con prevalenza di caducifoglie alle basse quote che poi lasciano il posto alla faggeta e, più in alto, al pascolo. Da segnalare come specie floristiche sono la viola di Eugenia (Viola eugeniae), il genepì dell'Appennino (Artemisia petrosa sup. eriantha), l'adonide distorta (Adonis Distorta), la genziana lutea (Gentiana lutea), la genziana napoletana (Gentiana Sp.), la potentilla (varie), il giglio martagone (Lilium martagon), il ramno (Ramnus alpina) (Ramnus catartica), l'uva orsina (Arctostaphylos uva-ursi), la Nigritella widderi Teppner et E. Klein, l'androsacea villosa e la stella alpina dei sibillini (Leontopodium nivale).
Dal 1993 l'area è inclusa nel territorio del Parco nazionale dei Monti Sibillini.
Cenni storici
modificaLeggende
modificaQuesti monti sono stati fucina di antiche e magiche leggende che gli conferiscono un'aura di mistero ancora ai nostri giorni. La Grotta della Sibilla, situata poco sotto la sommità del monte Sibilla, era già conosciuta e nota nel 69 d.C., quando Svetonio scrisse che Vitellio "celebrò una sacra veglia sui gioghi dell'Appennino". La fama dei luoghi continuò anche nel periodo dell'alto medioevo in tutta la zona dell'Italia centrale; se ne trova una rappresentazione anche in alcuni affreschi all'interno dei Musei Vaticani. Secondo la leggenda, resa famosa dal romanzo cavalleresco Guerin Meschino di Andrea da Barberino, ed il libro Il paradiso della regina Sibilla, di Antoine de La Sale, la grotta ospitava un regno fatato, in cui creature meravigliose vivevano in una sorta di festino perenne, salvo poi trasformarsi per un giorno a settimana in creature mostruose e orripilanti, e quella di un lago alla sommità del monte Vettore, il Lago di Pilato, a quota di 1.941 m, hanno dato forza per la creazione di mitiche favole pagane attorno a questa catena; in particolare si crede che queste fossero state montagne adatte per consacrare libri per la magia nera e che quella grotta, ormai oggi franata, fosse l'antro infernale della Sibilla (da cui prende il nome la catena montuosa) che, secondo alcuni studiosi, lì si rifugiò dopo il processo di cristianizzazione dell'Impero romano.
Sicuramente questo processo di conversione della popolazione fu lento e graduale e, soprattutto, i luoghi più lontani dalle grandi vie di comunicazione o periferici rispetto alle grandi città hanno assorbito molto più lentamente la nuova religione cristiana; non solo, data la loro amenità potevano rappresentare un posto sicuro dove rifugiarsi per coloro che non volevano abbandonare i culti pagani.
Forse proprio in questo periodo, a cavallo tra il tempo del mondo antico classico e l'età medioevale, nascono le prime grandi leggende che porteranno questi monti ad essere luogo di pellegrinaggio di molti stregoni, ma anche di cavalieri erranti che qui passavano per sfidare la maga o per chiederle dei vaticini come nel celebre romanzo cavalleresco Il Guerrin Meschino di Andrea da Barberino, una cui parte è qui ambientata.
Territori e mete turistiche
modificaAltre destinazioni
modifica- Lago di Pilato — La morfologia dell'area è frutto dell'azione glaciale del quaternario che si riconosce nella valli tipicamente a "U" e negli ampi circhi glaciali ancora riconoscibili. Anche i fenomeni carsici contribuiscono a definire la morfologia del gruppo. Il gruppo è caratterizzato da un sistema complesso di dorsali nei sensi NNO e SSE che suddivide l'area in tre sotto-zone:
- settore Settentrionale;
- settore Centro-Meridionale;
- settore Sud-Occidentale.
- Il settore Centro-Meridionale include le montagne maggiori del gruppo, culminando nel monte Vettore. È caratterizzato da due dorsali principali, la prima delle quali congiunge il monte Porche con il Monte Sibilla mentre la seconda compie un articolato percorso che va dal monte Palazzo Borghese fino al monte Prata toccando le cime maggiori del gruppo.
- Il settore Settentrionale include il monte Bove, massiccio calcareo con imponenti pareti, ed è limitato dalla Val d'Ambro e dalle Gole del Fiastrone.
- Il settore Sud-Occidentale non include montagne degne di particolare nota ma include alcune formazioni geologiche tra le più interessanti dei Sibillini, come i Piani di Castelluccio.
Come arrivare
modificaIn aereo
modificaAeroporto di Falconara Marittima
In auto
modificaAutostrade:
- A14: uscite Nord Civitanova Marche; Est Pedaso, Porto San Giorgio; Sud; S. Benedetto del Tronto.
- A1: uscite Orte; Val di Chiana.
Viabilità ordinaria:
- SS4 Salaria
- SS77 Val di Chienti
- SS78 Picena
- SS209 Valnerina.
In treno
modificaStazioni:
- Stazione di Ascoli Piceno
- Stazione di Spoleto
- Stazione di Castelraimondo-Camerino
In autobus
modificaCome spostarsi
modificaCosa vedere
modificaCosa fare
modificaAcquisti
modificaDove mangiare
modifica- Bella Napoli Ristorante (Amandola).
- Pub La Rimessa (Amandola).
- La gorbe e L'Ua (Amandola).
- Da Fernanda (Amandola).
- Agriturismo Madonna di Piana (Amandola).
- Il Casolare (Amandola).
- 1 Il Tiglio (Amandola, Località Isola San Biagio), ☎ +39 392 039 7238, info@enricodeltiglio.it. Ristorante.
- Hotel Paradiso (Amandola).
- Fonte della Valle (Montefortino).
- Il Chioschetto nel Bosco (Montefortino, località Ambro).
- L'Ara della Regina, Via Ruffini (Pretare), ☎ +39 0736 804750. Ristorante e pizzeria.
- Da Cavallo, Via Subappennina, n. 129 (Pretare), ☎ +39 0736 804689. Ristorante, bar.
Dove alloggiare
modifica- Affittacamere Il Palazzo (Amandola).
- Bella Napoli (Amandola).
- Hotel Paradiso (Amandola).
- [link non funzionante] B&B "Villa Caponi", Via Ruffini n. 6 (Pretare), ☎ +39 0736 44329, +39 349 6046085, info@villacaponi.it. Camera doppia al costo di 50 euro, camera tripla al costo di 70 euro al giorno compresa la prima colazione (settembre 2015). Non sono ammessi animali.
- La Baita di Pilato. situata nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Camere e appartamenti per vacanze.
Sicurezza
modificaLista dei numeri di telefono che possono tornare utili durante un soggiorno:
- Carabinieri Comando Stazione, Via Roma, 1C (Arquata del Tronto), ☎ +39 0736 809152. Caserma di Arquata.
- Corpo Forestale dello Stato, Via Bucciarelli, 11/A, Frazione Borgo, Arquata del Tronto, ☎ +39 0736 809151, cs.arquatadeltronto@corpoforestale.it. Sede del Coordinamento Regionale Del Corpo Forestale di Stato - Ancona
Il Soccorso Alpino di Ascoli Piceno è contattabile tramite il numero unico nazionale di emergenza sanitaria 118.
Come restare in contatto
modificaNei dintorni
modifica- Ascoli Piceno — È nota come la Città delle cento torri. Il suo centro storico è famoso per avere case, palazzi, chiese, ponti e torri elevate in travertino. Qui, la storia e gli stili architettonici hanno sedimentato il loro passaggio dall'età romana al medioevo, fino al rinascimento. Artisti come Cola dell'Amatrice, Lazzaro Morelli, Carlo Crivelli, Giosafatti ed altri valenti scultori, lapicidi, pittori hanno lasciato un segno del loro talento. Accoglie una tra le più belle piazze d'Italia: Piazza del Popolo, centro di vita culturale e politica, incorniciata dai portici a logge, Palazzo dei Capitani e il Caffè Meletti. Ogni anno nel mese di agosto vi si tiene la Quintana, rievocazione storica in costume con corteo e competizione di sei cavalieri in lizza per la conquista del Palio.
- Amatrice — Cittadina in provincia di Rieti, si raggiunge percorrendo al SS4 in territorio arquatano in direzione Roma e girando al bivio a destra che la segnala. È sede polo agroalimentare del Parco nazionale del Gran Sasso Monti della Laga e famosa per il Sugo all'Amatriciana. Di particolare interesse vi sono la Torre civica del XIII secolo, la chiesa di Sant'Agostino con portale tardo gotico e torri campanarie. L'interno è ricco di affreschi tra i quali spicca l'Annunciazione e la Madonna con Bambino e Angeli. La chiesa Sant'Emidio, risalente al quattrocento. Il Museo Civico di arte sacra "Nicola Filotesio" allestito nella chiesa di Sant'Emidio.
- Norcia —Norcia giace sul pianoro di Santa Scolastica, al limitare dei Monti Sibillini che segnano il confine tra Umbria e Marche. Fu un centro dei Sabini e passò sotto il dominio romano agli inizi del III secolo. Nel 480 vi nacque San Benedetto, fondatore dell'ordine monastico dei Benedettini. Fu in seguito possedimento dei duchi longobardi che avevano la loro sede a Spoleto. Si eresse a libero comune nel XIII secolo e conservò la sua indipendenza fino al 1354, anno in cui fu incamerata negli Stati Pontifici.
Altri progetti
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