comune italiano in Sardegna

Luras è un centro della Sardegna in provincia di Sassari.

Luras
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Abitanti
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Fuso orario
Patrono
Posizione
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Luras
Sito istituzionale

Da sapere modifica

Luras è stato attestato in passato con la forma Lauras. Quella attuale, nella lingua locale, si presenta come "Lùra-a". Il suo significato è da rintracciare nella voce "Laurus", col significato di "alloro". Secondo altri studi, il toponimo Luras deriva dal latino lura, che significa otre o sacco. La denominazione sarebbe nata dalla fantasia dei locali che intravedevano nelle particolari rocce presenti forme di "otri" o "sacchi".

Cenni geografici modifica

Luras si trova a oltre 500 metri sul livello del mare, nella regione storica della Gallura, e confina con Arzachena, Calangianus, Luogosanto, Sant'Antonio di Gallura e Tempio Pausania.

Cenni storici modifica

Il territorio di Luras fu abitato in preistoria, come attestano i dolmen ed i resti di qualche nuraghe rinvenuti nel territorio. In epoca medievale fece parte della curatoria di Gemini, nel Giudicato di Gallura. Alla caduta del giudicato (1296), con la morte dell'ultimo giudice Nino Visconti, divenne possedimento d'oltremare della Repubblica di Pisa. Passò poi nel regno di Sardegna con la conquista aragonese a partire dal 1324. Nel XVIII secolo fu incorporato nel marchesato di Gallura, sotto la signoria dei Fadriguez Fernandez, ai quali rimase fino al 1839, quando fu loro riscattato con l'abolizione del sistema feudale.

Linguisticamente presenta una particolarità: pur essendo in Gallura, gli abitanti di Luras parlano una variante del logudorese, analoga in alcune parti alla variante gallurese di Calangianus, cittadina vicinissima.

Lingue parlate modifica

Pur essendo situato nel cuore della Gallura, ha conservato il sardo logudorese, un tempo parlato in tutta la zona ma da alcuni secoli sostituito dal gallurese, idioma di origine còrsa meridionale ed affine al dialetto di Sartene. Il sardo di Luras è però molto accostabile alla variante gallurese di Calangianus per quanto riguarda alcune parti del lessico e della pronuncia (ad es. "carrasciale" per "carrasciali" che in sardo si traduce con "carrassegare"/carnevale). Sempre su influenza del gallurese avviene il passaggio di r>l (Saldigna, chelveddu, poltu); altra particolarità del dialetto locale è l'inesistenza dell'articolo plurale maschile "sos", ma solo il femminile "sas" (es.: singolare. su fizu, plurale. sas fizos; singolare. su caddu, plurale. sas caddos; singolare. s'omine, plurale. sas omines).

Come orientarsi modifica

  Luras


Come arrivare modifica

In aereo modifica

In auto modifica

  • Da Olbia: SS 127 in direzione Tempio Pausania, continuare fino allo svincolo "Sant'Antonio di Gallura-Priatu", quindi girare a destra e percorrere la SP 38. Continuare fino a Luras.
  • Da Tempio Pausania: SS 127 fino all'ingresso di Calangianus, una volta qui, girare a sinistra in direzione Luras per poi arrivare a destinazione dopo 2 km.
  • Da Santa Teresa Gallura: SS 133 bis in direzione Palau, continuare fino allo svincolo "Tempio Pausania-Sassari-Aglientu-Luogosanto-Bassacutena", quindi girare a destra e continuare sulla SS 133. Superato Luogosanto, continuare sulla SS 133 fino allo svincolo "Luras-Calangianus", quindi girare a sinistra e continuare fino a Luras.
  • Da Palau: SS 133 in direzione Santa Teresa, continuare fino allo svincolo "Tempio Pausania-Sassari-Aglientu-Luogosanto-Bassacutena", quindi girare a sinistra e continuare sulla SS 133. Superato Luogosanto, continuare sulla SS 133 fino allo svincolo "Luras-Calangianus", quindi girare a sinistra e continuare fino a Luras.

In nave modifica

Dai porti di Olbia-Isola Bianca, Golfo Aranci e Santa Teresa Gallura.

In treno modifica

 
Stazione ferroviaria di Luras
  • 40.9239049.1793721 Stazione ferroviaria di Luras (Situata nel territorio comunale di Calangianus). La stazione ferroviaria di Luras è attiva per i soli scopi turistici legati al Trenino Verde.    

In autobus modifica


Come spostarsi modifica


Cosa vedere modifica

 
Palazzo Depperu
 
Chiesa parrocchiale di Nostra Signora del Rosario
 
Chiesa di Santa Croce
  • 40.936729.174951 Palazzo Depperu (Casa Depperu), Via Nazionale 46 (Di fronte alla chiesa parrocchiale della Madonna del Rosario).
  • 40.937149.176432 Punto panoramico.

Architetture religiose modifica

  • 40.9367869.1752983 Chiesa parrocchiale di Nostra Signora del Rosario. La chiesa è dedicata alla Vergine del Rosario e, come si evince dalle date poste sulla sua facciata della chiesa, fu ricostruita tra il 1729 e il 1790. Documenti dell'archivio parrocchiale, i cosiddetti Quinque Libri, dimostrano, peraltro, che era già edificata al più tardi nel 1694. Una più antica chiesa parrocchiale era ubicata nel rione di San Giacomo e dedicata appunto a san Giacomo apostolo; quest'ultima, ormai semi abbandonata, minacciante rovina ed esposta alle profanazioni, fu abbattuta nel 1765 per ordine del vescovo di allora Pietro Paolo Carta. All'interno della parrocchiale è possibile ammirare tre dipinti di un certo pregio artistico: il primo raffigurante la Vergine del Rosario, dipinto manierista del XVII secolo; il secondo, la Pentecoste, dipinto di Antonio Caboni (1874), il terzo, le Anime purganti, dipinto di Giovanni Patrone del 1927. All'interno, inoltre, si conservano due pregevoli leoni in marmo, probabilmente residuati dall'antica facciata.    
  • 40.9368999.1750974 Chiesa di Santa Croce (Prospiciente la chiesa parrocchiale). Sede dell'omonima confraternita che cura le celebrazioni della settimana santa. Fu edificata nel 1677, come si evince da un'acquasantiera donata dall'allora priore Antonio di Feno. Per le feste natalizie vi viene allestito un suggestivo presepe vivente in costume tradizionale.    
  • 40.9370299.174045 Chiesa di San Pietro. Chiesa del XVII secolo.    
  • 40.9362069.1738626 Chiesa del Purgatorio. Chiesa del del XVIII secolo.    
  • 41.0059479.2554447 Chiesa di San Bartolomeo.    
  • 40.9816899.1586928 Chiesa di San Leonardo di Silonis.    
  • 40.991119.152079 Chiesa di Santa Maria di Silonis (Nostra Signora delle Grazie o Madonna d'Izzana).    
  • 40.989559.1555410 Chiesa di San Pietro di Silonis.    

Musei modifica

  • 40.935519.1752211 Museo etnografico Galluras (Il Museo della Femina Agabbadora), Via Nazionale 35/a, +39 368 3376321, .   5,00 €/10,00 € compresa visita guidata. Fedelissima ricostruzione degli interni della tipica abitazione gallurese, con oltre 7 000 reperti datati dalla fine del Quattrocento alla prima metà del Novecento. Il museo è situato sulla via principale del paese, fronte monumento ai caduti in guerra, in una struttura abitativa tipica dell'Alta Gallura, con caratteristica facciata in granito a vista e solai in legno, perfettamente restaurata. Tra i reperti più interessanti, unico esemplare al mondo, il martello della femina agabbadòra, figura ormai scomparsa della cultura sarda, per una pratica ante litteram dell'eutanasia.
  • 40.9369.1742812 Collezione Forteleoni, Via Umberto I 23, +39 079 647547 (abitazione), +39 079 660333 (ufficio), fax: +39 079 662061, .   Le visite guidate della durata di circa un'ora si effettuano solo su appuntamento. Esposizione permanente delle opere in sughero di Tonino Forteleoni (Luras 1915-1996).

Siti archeologici modifica

Luras deve la sua importanza ai monumenti preistorici, in particolare i dolmen, esistenti nel centro abitato o nelle sue immediate adiacenze. Nell'ambito dei 78 esempi di dolmen sinora identificati nella Sardegna, infatti, Luras è il centro abitato maggiormente rappresentato, con ben quattro esempi: i dolmen di Ladas, Alzoledda, Ciuledda e Billella. Questi monumenti furono realizzati, a partire dal Neolitico recente (3500 - 2700 a.C.) come sepolture collettive e come luogo dedito al culto; esse si confrontano con gli esemplari delle regioni basca, catalana e francese, di Minorca e della Corsica. I luresi solevano chiamarli sepulturas de zigantes o de paladinos.

Fra i più importanti si possono citare:

 
Dolmen di Ladas
 
Dolmen di Ciuledda
  • 40.9449.178813 Dolmen di Ladas. Il dolmen di Ladas è costituito da una grande galleria coperta che misura 6 metri di lunghezza e 2,20 di altezza, coperta da due grandi lastroni e dotata di un'abside posteriore. La cella è divisa in due parti da un lastrone trasversale. La pietra di copertura posteriore – il secondo più grande esempio nell'isola - ha una superficie di circa 15 m² e misura ai lati 4,80 X 3,42 m, con uno spessore di 45 cm.; apparentemente è stata lavorata e levigata nella parte inferiore. L'ingresso è alto 1,20 m e largo 2,30 m. Le pareti sono formate da lastre ortostatiche (in posizione verticale) abbastanza regolari, affiancate da massi piatti disposti in posizione obliqua. Al suo interno sono stati rinvenuti alcuni frammenti ceramici senza particolari decorazioni, genericamente attribuiti all'epoca conclusiva della cultura di Ozieri (neolitico recente). Il suo target astronomico risulta analogo a quello della maggior parte delle strutture dolmeniche della Corsica, orientate verso il sistema Centauro/Croce/Mosca. In particolare, verso il sorgere di Alfa Muscae (la stella più luminosa della costellazione della Mosca, gruppo inferiore del sistema complessivo sopra indicato) nel 2800 a.C. Ciò confermerebbe la datazione ricavata dai ritrovamenti ceramici già citati.    
  • 40.9421059.17826314 Dolmen di Ciuledda. Il dolmen di Ciuledda ha pianta di forma semicircolare. È simile come tecnica costruttiva a quello di Ladas, ma in scala ridotta. Ha il vano sepolcrale a semicerchio e l'ingresso orientato a sud-est, la lastra superiore misura 3,42 x 2,35 m, l'altezza totale del monumento è circa 90 cm. Nel dolmen Ciuledda, come nel Ladas, sono stati trovati frammenti ceramici, senza decorazioni particolari, che permettono una datazione approssimativa al III millennio a.C. Il suo target astronomico è più preciso, e può essere riferito alla stella Rigel nel 3100 a.C. Il Ciuledda, quindi, è stato realizzato almeno tre secoli prima del Ladas, come dimostrerebbe anche la tecnica meno perfezionata rispetto al più maestoso dei dolmen luresi.    
  • 40.9394199.16965315 Dolmen di Alzoledda. Il dolmen di Alzoledda è una struttura tombale di tipo semplice, di forma rettangolare con ingresso rivolto verso Est e camera trapezoidale. Le pareti laterali sono costituite entrambe da una lastra ortostatica sormontata da alcune pietre di rincalzo, mentre la parete di fondo è formata da un unico ortostato piatto quadrangolare che sporge dalle pareti per quasi mezzo metro. Ha una lunghezza di 2,65 m, una larghezza di 2,20 m e un'altezza 1,65 m. Il dolmen di Alzoledda è genericamente riferito alla Civiltà di Ozieri (3500-2700 a.C.). In tale epoca, nella direzione dell'ingresso della struttura, e, in particolare, intorno al 2825 a.C., sorgeva Alpha Crucis, cioè la stella più luminosa della Croce del Sud (che non è più visibile nell'emisfero settentrionale da circa tremila anni).    
  • 40.9372729.16019616 Dolmen di Billella. Il dolmen di Billella è anch'esso genericamente riferito alla Cultura di Ozieri (3500-2700 a.C.). Presenta pianta rettangolare e ingresso rivolto a Nord-Est. La parete di destra è costituita da un lastrone ortostatico rettangolare, quella di sinistra da due massi, parzialmente lavorati, poggianti sulla roccia naturale. Uno di questi è stato adattato artificialmente per l'inserimento del lastrone di copertura che è appiattito nella superficie inferiore e lasciato al naturale in quella superiore. Per tale caratteristica il dolmen è insolito e quasi senza confronti. Ha una lunghezza di 2,50 m, una larghezza di 1,40 m e un'altezza 0,80 m. Il dolmen Billella presenta un target astronomico tuttora sconosciuto, addirittura opposto a quello dell'85% circa dei dolmen esaminati da Edoardo Proverbio e Pino Calledda, che sono orientati in direzione Sud e Sud-Est. Il suo orientamento, infatti, è rivolto verso Nord Nord-Ovest. Ciò potrebbe far supporre che, anziché verso il sorgere di una stella, o di un gruppo stellare, sia rivolto verso il suo tramonto. La struttura potrebbe anche essere rivolta verso qualche altra formazione naturale o artificiale, ma anche questa ipotesi rimane tutta da dimostrare.    

Luoghi di interesse naturalistico modifica

 
S'ozzastru. Uno degli olivastri millenari presenti nel territorio di Luras

Olivastri millenari modifica

In particolare in località Santu Baltòlu di Carana, presso la chiesetta di campagna dedicata a San Bartolomeo, è situato il più vecchio di questi olivastri, che dai luresi viene confidenzialmente e rispettosamente chiamato S'Ozzastru. Esso presenta una circonferenza di 12 metri a circa 1,30 m da terra ed è alto 8 metri. La sua età, secondo alcuni esperti, è stimata tra i 3 000 ed i 4 000 anni, risultando così uno dei più vecchi d'Europa.

Nel 1991, questo "patriarca della natura", è stato dichiarato monumento naturale ed inserito con decreto ministeriale, per la regione Sardegna, nella lista di "venti alberi secolari", uno per ogni regione italiana.

  • 41.0066339.25500317 S'ozzastru.    


Eventi e feste modifica


Cosa fare modifica


Acquisti modifica


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Prezzi modici modifica

Prezzi medi modifica

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Sicurezza modifica

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