Lunigiana è una zona della Toscana, sebbene in senso esteso comprenda anche parte del territorio ligure.
Da sapere
modificaLa Lunigiana (in latino Lunensis Ager) è una regione storica italiana, trae il proprio nome dall'antica città romana di Luna (corrispondente all'odierna Luni), situata alla foce del fiume Magra, non lontano da dove oggi sorge Sarzana: l'influenza della città, divenuta il porto più importante del mar Ligure, fu tale da connotare col proprio nome l'intero territorio circostante.
Cenni geografici
modificaL'attuale Lunigiana è il territorio corrispondente al bacino idrografico del fiume Magra. La Lunigiana storica corrisponde invece ai possedimenti facenti capo dal punto di vista amministrativo e/o ecclesiastico all'antica sede vescovile di Luni la quale controllava nella loro interezza le attuali province di La Spezia e di Massa-Carrara, l'alta Garfagnana fino circa a Camporgiano e la Versilia fino a Ponte Strada, presso Pietrasanta nell'attuale provincia di Lucca, oltre ad un minuscolo territorio ubicato nel comune di Albareto, attualmente in provincia di Parma.
In senso ristretto si dirà che la Lunigiana confina con il parmense, la Garfagnana (Forum Clodii), con la Val di Vara e la bassa valle del Magra. In senso storico, essa confina invece con il parmense e il genovesato di Chiavari e sconfina nella Garfagnana e nella Versilia.
Cenni storici
modificaI reperti che permettono di documentare i più antichi insediamenti umani in Lunigiana vengono fatti risalire al musteriano, periodo che va da 120.000 a 36.000 anni fa circa. Durante questo periodo, il territorio è popolato dagli uomini di Neanderthal. Tali insediamenti sono documentati nella Tecchia delle Grotte di Equi Terme e, sempre nelle Alpi Apuane, nella Grotta dell'Onda (Monte Matanna). La flora e la fauna lungo le linee costiere della Lunigiana subirono rilevanti mutamenti dal momento che il mare, durante il periodo interglaciale, si spinse verso le zone collinari, invadendo la val di Magra e la val di Vara; questo portò gli uomini di Neanderthal a dedicarsi alla caccia di nuove specie, decretando un cambiamento dello stile di vita. Durante il Paleolitico Superiore e il Mesolitico le popolazioni abbandonarono le caverne e si stanziarono lungo le coste. Con la deglaciazione il popolamento si distribuisce anche sulle montagne, diventate l'habitat di tutte le specie sopravvissute al grande freddo, come camosci, stambecchi e cervi.
Nel corso del Neolitico si stanziano in Lunigiana popolazioni provenienti dalla Pianura Padana occidentale, che praticano l'agricoltura e l'allevamento di ovini, bovini e suini, e si dedicano alla caccia di cervi, cinghiali e altri animali selvatici. I reperti che vengono fatti risalire a questo periodo provengono da Equi Terme e dalla zona circostante il lago di Massaciuccoli. Durante l'Età del Ferro, invece, la zona era abitata dagli Apuani (che abitavano non solo la Lunigiana, ma anche la Garfagnana e la Versilia) , appartenenti agli antichi Liguri, i quali durante i riti funebri, erano soliti esercitare la pratica della cremazione, abitudine tipica del popolo delle Terramare e di altre tribù sviluppatesi durante la precedente Età del Bronzo. Questi popoli si opposero all'occupazione dei romani e per questo furono deportati in massa nel Sannio, regione tra la Campania e la Basilicata.
L'importante asse viario lunigianese vedeva prima della fondazione di Lunae la grande consolare della Via Aurelia fermarsi a Pisa: solo nella successiva stagione imperiale avrebbe proseguito per l'intero arco ligure ripercorrendo il tracciato dell'antichissima Via Erculea. In concomitanza con la guerra contro gli Apuani, dopo il potenziamento della piazzaforte militare di Pisa, fu fondata anche la colonia di Lucca che consentì il consolidamento della base amministrativa- militare denominata Forum Clodii. Con la deportazione in massa nel Sannio dei circa cinquantamila Apuani nel 180 a.C. l'intero territorio compreso tra le colonie di Luni e Lucca fu gradualmente ripopolato da coloni romani o romanizzati. Tale colonizzazione portò alla bonifica di tutte le aree paludose della zona.
Dopo la caduta dell'Impero Romano (476 d.C.) si andò formando il concetto di Lunigiana Storica che fu successivamente occupata da più popoli. La complessa evoluzione storica della vallata della Magra e dell'intera Lunigiana portò al costituirsi di numerose entità politiche più o meno indipendenti. La Valle nel corso dell'Ottocento fu oggetto di scambi territoriali tra il Granducato di Toscana e il Ducato di Parma e quello di Modena. Durante la seconda guerra mondiale la Lunigiana era attraversata dalla Linea Gotica, la linea di demarcazione del fronte che separava i territori occupati dai nazifascisti da quelli già liberati dagli Alleati e divenne, proprio per la sua ubicazione uno dei più importanti terreni d'azione delle formazioni partigiane.
Lingue parlate
modificaIl dialetto parlato in Lunigiana presenta grandi assonanze con il dialetto emiliano sotto il profilo dei suoni e della struttura del periodo, ma anche contaminazioni proprie del vernacolo toscano e del dialetto genovese. Infatti il dialetto di Lunigiana presenta notevoli differenze e sfumature a causa della particolarità del suo territorio, che si incastra tra le zone dialettali emiliane, liguri e toscane, seppur di queste ultime abbia subito minori influenze.
Il bacino linguistico di Lunigiana si può pertanto dividere in:
- Alta Lunigiana — Pontremoli, Zeri, Filattiera, Mulazzo, Bagnone e Villafranca in Lunigiana con un dialetto molto affine all'emiliano.
- Media Lunigiana — Aulla, Fivizzano, Fosdinovo, ecc., con un dialetto di intersezione tra l'emiliano e il ligure, da cui ha attinto molte terminologie.
Territori e mete turistiche
modificaCome arrivare
modificaCome spostarsi
modificaCosa vedere
modificaCosa fare
modificaA tavola
modificaA Pontremoli si possono assaggiare delle delicate crêpes chiamate "testaroli" e fatte con acqua, farina e sale. Nel versante ligure sono consumati col pesto, mentre in quello toscano con olio extravergine d'oliva e pecorino.
A Podenzana si trova il "panigaccio", un tipo di pane rotondo, non lievitato, cotto in uno speciale piatto di terracotta e mica, chiamato testo, arroventato a fuoco vivo in un falò o in un forno a legna. Una pastella di farina, acqua e sale si frappone tra un testo e l'altro, sino a formare una pila. La consistenza finale è croccante.
Sicurezza
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