Gravina in Puglia | ||
Bandiera | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Puglia | |
Territorio | Terra di Bari | |
Altitudine | 370 m s.l.m. | |
Superficie | 384,73 km² | |
Abitanti | 43.617 (2019) | |
Nome abitanti | gravinesi | |
Prefisso tel | +39 080 | |
CAP | 70024 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Michele Arcangelo, san Filippo Neri (compatrono) | |
Posizione
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Sito del turismo | ||
Sito istituzionale |
Gravina in Puglia è una città della Puglia.
Da sapere
modificaCenni geografici
modificaGravina si trova in un territorio dalle caratteristiche carsiche. Il sottosuolo della città presenta infatti molte cavità sotterranee. A est è attraversato dal torrente Gravina che determina una conformazione a canyon su cui sono presenti diverse chiese rupestri.
Quando andare
modificaIl clima è tipicamente mediterraneo: gli inverni sono relativamente miti, con temperature che solitamente non scendono mai sotto gli zero gradi; le estati sono, invece, calde e secche.
Cenni storici
modificaGrazie alla posizione strategica dei vari abitati, Gravina può vantare una storia antichissima. Il suo territorio risulta essere stato abitato già dal Paleolitico antico, data l'alta presenza di acque nel torrente della Gravina, mentre i resti più consistenti risalgono al Neolitico, sin dal 5950 a.C.
All'epoca di Alessandro il Molosso, divenne polis con diritto di coniare monete e dopo la terza guerra sannitica (305 a.C.) divenne municipium romano, toccata dal tracciato della via Appia. Fu facile preda dei Visigoti di Alarico e dei Vandali di Genserico nel V secolo a.C. Distrutto il centro abitato, uno sulla collina di Botromagno e l'altro sul ciglio del burrone, la popolazione si trasferì nel sottostante burrone, dove alle grotte preesistenti aggiunsero altre abitazioni.
Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, seguì le vicende dell'intera Italia, passata attraverso l'effimero dominio dell'erulo Odoacre, il regno goto e, infine, all'inizio del V secolo, la riconquista dell'Impero ad opera di Giustiniano. Durante lo stesso secolo fu inglobata nel dominio dei nuovi invasori Longobardi, sino all'avvento dei Normanni. Intorno al 1006 fu contea con Accardo, padre di Umfrido. Questi nel 1091 ricostituì la diocesi e consentì la costruzione della cattedrale presso il castello, sul ciglio della "Gravina" tra i rioni, Piaggio e Fondovito.
Le famiglie degli Aleramici e dei De Say la elevarono a marchesato; Federico II di Svevia, con Gilberto d'Aigle, la mise a capo del giustizierato di Terra di Bari, mentre la sua contea comprendeva gli attuali territori dei comuni di: Altamura, Ruvo, Bitetto e Grumo Appula.
Dal 1267 al 1380 fu feudo degli Angioini. In questo stesso periodo, Gravina divenne città demaniale e feudale. Nel XIII secolo giunsero i monaci degli ordini cavallereschi: Templari e Cavalieri Gerosolomitani, che furono possessori di case e territori di grandi estensione. Nel XIV secolo divennero feudatari gli Orsini di Roma. Successivamente si avvicendarono i discendenti delle case Del Balzo e Anguillara, di Taranto e Solofra. Francesco Orsini, prefetto di Roma, elevò il feudo di Gravina in Puglia a ducato.
Gli Orsini furono signori dal 1380 al 1816. In questo lungo arco di tempo la città subì le prepotenze feudali, dell'alto clero e dell'oligarchia locale. La città è molto nota in quanto nel 1649 vi nacque Pietro Francesco Orsini. La situazione si aggravò durante il periodo borbonico, quando aumentarono angherie e violazioni di elementari diritti umani, tanto che Gravina contò molti rivoluzionari e patrioti dal 1789 sino all'Unità d'Italia, con una "vendita" carbonara. Protagonista delle vicende storiche di fine Ottocento ed inizio Novecento, contribuì moltissimo all'Unità d'Italia con patrioti e martiri delle guerre d'indipendenza e della prima guerra mondiale. Infatti, nella villa comunale, è stato dedicato loro un monumento dei caduti. La città fu in parte danneggiata dai bombardamenti degli aerei tedeschi durante il secondo conflitto mondiale.
Come orientarsi
modificaCome arrivare
modificaIn aereo
modificaL'aeroporto più vicino è l'aeroporto di Bari, situato a nord.
In auto
modifica- Da e per l'Italia settentrionale tramite l'autostrada Bologna-Taranto.
- Da Bari e Potenza tramite la Barese
- Da Canosa di Puglia e Foggia tramite la delle Murge
- Da Matera prendendo la
In treno
modifica- 1 Stazione di Gravina in Puglia (FAL), Via Madonna Grazie, 38. È una stazione ferroviaria posta sulla direttrice ferroviaria Bari-Altamura-Avigliano-Potenza delle Ferrovie Appulo Lucane. La seconda stazione delle Ferrovie dello Stato, è stata chiusa nel 2016, tuttavia la tratta soppressa continua a essere servita da collegamenti su gomma.
Come spostarsi
modificaCosa vedere
modificaChiese
modifica- 1 Concattedrale di Santa Maria Assunta, Piazza Benedetto XIII. La facciata, tripartita da due lesene, è composta da tre portali, di cui quello centrale più grande ma incompiuto, e da un rosone, resto dell'antica chiesa romanica, al cui centro è collocato un bassorilievo dell'Assunta. I due portali laterali sono abbelliti da altorilievi e da due piccole statue raffiguranti il Cristo; il portale di sinistra è datato 1495. Il portale centrale è opera recente: esso è composto di 24 pannelli che raccontano episodi evangelici. Il campanile è stato ultimato nel 1698 dal cardinale Vincenzo Maria Orsini con la costruzione del "cipollone" sulla sua sommità. Sporgente dalla navata sinistra e a strapiombo sulla gravina è il cosiddetto cappellone, costruito nella prima metà del XVII secolo, a due piani. L'interno della chiesa è a tre navate divise da colonne con capitelli di spoglio. Il soffitto è in legno intagliato e dorato, in stile barocco: su di esso furono applicati nel Seicento quattro grandi tele. Diverse sono le cappelle laterali, tra cui quella dedicata a san Michele arcangelo, patrono della città; queste cappelle sono impreziosite da altari di marmi policromi, per lo più del 1700, ed opera del napoletano Francesco Cimafonte. Nel presbiterio è un importante coro ligneo del 1561 e un grande organo.
- 2 Chiesa di Santa Maria delle Domenicane, Piazza Benedetto XIII, 23, ☎ +390803251307. La chiesa è ad unica navata e conserva il matroneo a grate tipico del XVII secolo. Dopo un secolo ci fu l'esigenza di ampliare la chiesa allungandola sul lato del monastero e ricostruendo i due altari laterali dedicati uno alla Madonna del Rosario e l'altro a san Domenico di Guzman. Nei primi anni del XIX secolo fu rifatta la pavimentazione attraverso delle maioliche e gli altari laterali vennero rivestiti in marmo. Sull'altare maggiore è presente un dipinto dell'Assunzione di Maria di Carlo Rosa e sulla porta d'ingresso vi è una cantoria a grate ed un organo risalenti al XVIII secolo. La chiesa ha una facciata a due piani scanditi da lesene e da un coronamento a raccordi, due grandi oculi ovali e una finestra tribolata. Nel monastero erano poi presenti una notevole quantità di dipinti ma una cospicua parte è passata al demanio dopo le leggi di soppressione.
- 3 Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Chiesa del Purgatorio), Piazza Notar Domenico. La chiesa è stata costruita come cappella funeraria della famiglia Orsini tra il 1649 e il 1654 per la celebrazione di messe in suffragio delle anime del Purgatorio. La chiesa ha un caratteristico portale d'ingresso con un timpano su cui sono presenti due scheletri.
- 4 Chiesa Madonna delle Grazie (Chiesa dell'Aquila), Via Madonna Grazie, 23 (Alle spalle della stazione), ☎ +390803265860. L'aspetto più caratteristico di questa chiesa è quello della presenza di una grande aquila in bassorilievo sulla facciata.
- 5 Chiesa di San Sebastiano, Via S. Sebastiano, 56. Chiesa e convento. Eretta nel 1474.
- 6 Chiesa di Santa Teresa, Vico S. Matteo, 1.
- 7 Chiesa di Sant'Agostino, Piazza Pellicciari, 15.
- 8 Chiesa di Santa Sofia, Via Donato Cristiani, 43 (pressi della chiesa di San Francesco). Una tradizione parla di una antica chiesetta, riedificata nelle attuali forme alla fine del XV secolo. A una sola navata conserva un soffitto in legno dorato a rosette, circondato da un matroneo in legno dorato. Di straordinaria bellezza è il mausoleo funebre che raccoglie le spoglie mortali di Angela Castriota Scanderberg, discendente dell’eroe albanese Giorgio Scandenberg e sposa del duca Ferdinando II Orsini. Il monumento alto metri 6,60 e largo metri 3,20, porta nella metà di ciascuno scudo un’aquila bicipite, stemma dell’Albania. Alla chiesa di Santa Sofia è annesso un monastero che ha ospitato clarisse fino al XIX secolo, quando è stato soppresso l’ordine.
- 9 Chiesa di S. Francesco D'Assisi, Largo S. Francesco, 6, ☎ +39 080 326 9163. L’attuale Chiesa risale al 1500, e sorge su una preesistente chiesa del 1300. Spiccano il campanile settecentesco e il Chiostro.
- 10 Chiesa di San Nicola, Via S. Nicola, 1, ☎ +39 080 325 1275.
- 11 Chiesa di San Domenico, Piazza Camillo Benso Conte di Cavour, 16, ☎ +39 080 326 1278.
- 12 Chiesa di Santa Lucia, Calata S. Lucia, 11.
- 13 Chiesa dei Santi Nicola e Cecilia, Via S. Nicola, 1, ☎ +39 080 325 1275.
- 14 Chiesa dell'Annunciazione.
- 15 Chiesa di San Giorgio.
- 16 Chiesa di San Giovanni Battista, Piazza Pellicciari, 19, ☎ +39 080 325 1146. Chiesa del XV secolo, con il prospetto della facciata piuttosto semplice. All'interno il tetto con delle costolature che richiamano parzialmente lo stile delle chiese gotiche.
- 17 Chiesa di San Giovanni Evangelista, Via San Giovanni Evangelista, 21, ☎ +39 080 326 7604.
- 18 Chiesa di San Bartolomeo, Calata Grotte S. Michele, 48 (Vicino alla chiesa rupestre di S. Michele alle grotte).
- 19 Chiesa Mater Gratiae, Via San Giovanni Evangelista, 19.
- 20 Chiesa di San Felice, Largo Cappuccini, 6, ☎ +39 080 326 7692.
- 21 Chiesa del Gesù, Piazza Plebiscito.
- Cripta di San Marco.
- 22 Cripta Tota (Cripta sant’Elia).
- Cripta di Santa Maria della Neve.
- 23 Cripta di Santo Stefano.
- 24 Chiesa del Padre Eterno (Deesis), Via Madonna della Stella. È incompleta, a testimonianza di ciò sono visibili alcune arcate e colonne che introducono la navata principale, senza abside; accanto due solchi usati per la tumulazione. Erano presenti affreschi dedicati a San Nicola e San Pietro, successivamente prelevati e restaurati presso la Fondazione E. P. Santomasi.
- Chiesa della SS. Annunziata. Oggi sconsacrata, al suo interno presentava un altare e diversi dipinti religiosi; secondo la tradizione ivi ebbe luogo l'omicidio di un vescovo eretico, databile al XV sec. Nel 1714 Papa Benedetto XIII decretò la fine delle funzioni celebrative e il loro trasferimento presso la Cattedrale, causa le condizioni fatiscenti in cui versava la chiesa.
Chiese rupestri
modifica- 25 Chiesa rupestre di San Basilio (Rione Piaggio). Si presume che questa chiesa risalga al X secolo, è suddivisa in quattro navate è presenta un'abside posta lateralmente rispetto all’ingresso. Erano presenti degli affreschi oggi parzialmente visibili.
- 26 Chiesa rupestre della Madonna della Stella (Santa Maria della Stella), Via Fontana la Stella, ☎ +39 3500818462, museo@benedetto13.it. A offerta. Mar, Gio, Sab, Dom 10:30-17:00. Il nome deriva da una tradizione secondo cui vi sarebbe stato trovato un affresco di Madonna con bambino con una stella sulla fronte. Utilizzata, probabilmente in epoca pagana per una divinità della fertilità, nel XVI secolo divenne santuario mariano. La chiesa, il cui accesso originario era dal rione Piaggio si presenta in unico ambiente con panche laterali. Alla chiesa oggi si accede costeggiando l’antica cinta muraria e percorrendo il ponte viadotto-acquedotto del XVIII secolo.
- 27 Chiesa del Sepolcreto (Chiesa di Santa Maria degli Angeli), Via Fontana la Stella (presso la parte scoscesa della gravina). A pagamento. È una chiesa rupestre a tre navate separate da tre pilastri terminanti in tre absidi. Il presbiterio è sopraelevato e delimitato da delle iconostasi e ha al centro il plinto dell'altare. L'abside centrale conserva tracce ancora visibili di un affresco raffigurante il Cristo Pantocratore benedicente mentre l'abside destra custodisce tre croci greche. Viene definita chiesa del Sepolcreto a causa delle diverse tombe presenti.
- 28 Chiesa rupestre di San Michele delle Grotte, Calata Grotte S. Michele. La chiesa viene scavata in un unico ed enorme masso di tufo probabilmente tra l'VIII e il X secolo, annettendo anche altre piccole grotte nei pressi dell'aula principale. In una di queste, secondo la leggenda, si consumò l’eccidio dei gravinesi da parte dei Saraceni durante la terza incursione nel 999, evento ricordato da un'epigrafe posta sulla parete della stessa grotta. I teschi e ossa umane qui visibili, tuttavia, più probabilmente appartengono a cadaveri traslati qui nel corso del XVII-XVIII secolo.
L’8 Maggio di ogni anno è luogo delle celebrazione della Festa di san Michele delle Grotte a ricordo della leggendaria apparizione di San Michele in una grotta di Monte Sant’Angelo. In questa occasione gli abitanti del quartiere addobbano le vie con i cosiddetti “balloni”.
- 29 Cripta di San Vito Vecchio, Via S. Vito vecchio. Non visitabile. Questa chiesa rupestre presentava degli splendidi affreschi della fine del XIII secolo, ma il sito è stato abbandonato e usato come deposito rifiuti. Nel 1956 lo Stato Italiano acquisì il bene staccando gli affreschi che oggi sono esposti a Palazzo Pomarici. Gli affreschi presentano un Pantocratore seduto in trono e figure di Santi.
- 30 Grotte delle sette camere, Via Madonna della Stella (Sul versante destro del burrone di fronte al balcone della chiesa grotta di San Michele). Si tratta di sette grotte lavorate dall’uomo, intercomunicanti tra loro risalenti all'epoca paleocristiana per la presenza di un'iscrizione in lingua greca paleocristiana e simboli del primitivo cristianesimo. Ciò ricorda al visitatore la presenza dei primi cristiani nella terra di Gravina da far risalire ai primi secoli della cristianità.
Architetture civili
modifica- 31 Ponte Acquedotto sul torrente Gravina (Ponte viadotto). È un ponte a doppia arcata che fu eretto nel 1778 per raggiungere il santuario della Madonna della stella. Ma venne utilizzato anche come acquedotto per approvvigionare la città di acqua. Ancora oggi collega le due sponde del torrente Gravina venendo identificato come il simbolo della città.
- 32 Gravina Sotterranea, Via Antonio Meucci, 10, ☎ +39 328 541 5379. 10€ (ago 2020). Le visite avvengono a diversi orari, prenotare l'orario più adatto. Il sottosuolo di Gravina è pieno di cavità carsiche e di cunicoli utilizzati in passato come cantine e luoghi di ricovero. Questi spazi oggi sono abbandonati, avendo perso l'uso originario ma un'associazione locale si occupa della valorizzazione turistica tramite delle visite private. Qui si nasconde una prospettiva diversa sulla città e sulla sua anima, spiegata dalle guide che con passione vi porteranno all'esplorazione.
- 33 Torre dell'Orologio, Viale Orsini, 61 (nei pressi del Palazzo Ducale degli Orsini). Edificio in stile neogotico costruito sulla cinta muraria cittadina. Nel 1892 vi fu collocato un orologio della Ditta Curci di Napoli su quattro quadranti.
- 34 Palazzo Ducale degli Orsini, Via Matteotti, 30.
- 35 Palazzo de Gemmis-Pellicciari, Corso Aldo Moro, 17. Settecentesco palazzo edificato dai nobili Pellicciari, oggi appartenente ai Baroni de Gemmis di Castel Foce. È un ampio elegante palazzo nobiliare ad archi che presenta a nord e a sud due torri. È sovrastato da una veranda coperta.
- 36 Palazzo Popolizio, Via Guglielmo Marconi, 17, ☎ +39 337238139, info@palazzopopolizio.it. Dimora storica con un museo.
Altro
modifica- 37 Castello di Gravina. Voluto dall'imperatore Federico II, fu costruito sulla sommità di una collina a nord della cittadella tra il 1223 e il 1231, ricordato dal Vasari come barco cinto di mura per l'uccellagioni, a testimonianza dell'attività di caccia compiuta dall'imperatore. Nel territorio erano comprese diverse aree boschive di una zona denominata Guardialto e un lago, oggi scomparso. L'edificio è a forma rettangolare, misurante 29,4 x 58,7 m, allo stato attuale di rudere; in origine era a due piani, circondato da un piccolo cortile, e si accedeva da un'entrata detta cum porta magna, i lati lunghi comprendevano quattro torri quadrate, di cui restano solo le basi, ed era anche presente una cisterna, posta nei sotterranei, che garantiva sufficiente rifornimento di acqua. Il pianterreno era provvisto di vari depositi, forni, cucine e stalle, mentre l'ultimo piano conteneva una sala che ospitava il sovrano e gli uomini durante le battute di caccia o le riunioni generali della Curia.
- 38 Parco Naturalistico di Capotenda. Il toponimo Capotenda si riferisce probabilmente ad una zona dove si accampava, come stazione di passaggio, in quanto Gravina è sempre stata una zona importante lungo strade storiche. È caratterizzato da due parti, una più ampia e pianeggiante, più vicina al torrente Gravina, e una più stretta e ripida, con spettacolari rocce che ospitano vasche di contenimento dell'acqua. A maggio è molto facile avvistare il corvo imperiale, se siete appassionati di birdwatching.
- 39 Fontana Ferdinanda delle “Quattro fontane” (Fontana dei quattro piscioli), Piazza Benedetto XIII. Questa fontana è stata inaugurata nel 1778 e costruita dal duca di Gravina Domenico Amedeo Orsini. La stessa venne ricostruita nel 1858 per cedimento nel piano sottostante (dato che Gravina è piena di cave sotterranee).
- 40 Villa comunale. La villa comunale è uno dei riferimenti della città per la presenza di grandi alberi ombrosi e molta gente a passeggio nelle varie ore della città. Al suo interno si trova anche il Monumento ai caduti della Grande guerra.
- 41 Monumento alla Cola Cola, via Bari. Una grande riproduzione del Cola cola (vedi sezione acquisti).
- 42 Monumento a Papa Benedetto XIII, Piazza Benedetto XIII. Al secolo Pietro Francesco Orsini è stato un papa originario di Gravina tra il dal 1724 fino al 1730.
- 43 Parco Archeologico Botromagno. Una delle più grandi aree archeologiche del sud Italia.
- Parco Archeologico Padre Eterno.
- 44 Biblioteca Capitolare Finia, Piazza Notar Domenico (Di fronte la chiesa di Santa Maria del Suffragio e la fontana ferdinandea), ☎ +39 0808413518. La Biblioteca è una delle più antiche biblioteche pugliesi, ricca di un patrimonio librario di oltre 11.000 volumi. Fu fondata nel 1686 per opera del Cardinale Vincenzo Maria Orsini. Il patrimonio venne ampliato nel XVIII grazie anche al Papa Benedetto XIII. La donazione più cospicua si deve al Cardinale Francesco Antonio Finy da cui il nome della biblioteca.
Musei
modifica- 45 Museo della Fondazione Ettore Pomarici Santomasi, Via Museo, 20, ☎ +39 0803251021, info@fondazionesantomasi.it. A pagamento. Mar-Dom 9:00-13:00 e 16:00-20:00. Si trova una sezione archeologica con reperti provenienti dal sito di Botromagno (VII-III sec a.C.), una pinacoteca con 260 quadri, collezioni numismatiche e ceramiche. In una delle stanze del museo sono presenti gli affreschi della Cripta di San Vito vecchio staccati dal sito originale e qui custoditi.
- 46 Museo Capitolare di Arte Sacra, Piazza Benedetto XIII, 25.
- 47 Museo Civico Archeologico, Piazza Benedetto XIII. Nello stesso edificio in cui si trova il punto informazioni.
Fuori dal centro abitato
modifica- 48 Masseria Calderoni, Contrada Calderoni. Questa masseria costituisce un esempio di masseria da campo, vale a dire una masseria costruita per la gestione di poderi agricoli, e non per ospitare il bestiame. L'edificio, risalente al 1530 circa, fu costruito da un non meglio conosciuto ordine religioso. In seguito la masseria fu acquistata dalla famiglia Calderoni di Gravina in Puglia che nel XVII secolo (1620 ca) ampliò sensibilmente la masseria e che nel 1758 riadattò la stalla principale. L'abitazione patronale e la cappella presentano affreschi risalenti al XVII secolo. Il complesso è composto da tre edifici, che delimitano su tre lati un cortile. L'edificio principale era utilizzato come abitazione padronale, e presenta ancora oggi alcuni elementi, che dovevano concorrere alla difesa della masseria, come il torrino centrale, sormontato da una cupola con quattro feritoie; e una garitta pensile, anch'essa dotata di feritoie. Inoltre anche i muri a secco attorno alla masseria (alti cinque metri e larghi tre) potevano essere utili in caso di eventuale attacco nemico. Sul lato sinistro dell'abitazione principale è presente un altro edificio, con un piano terra che serviva come abitazione dei braccianti stagionali, e un piano superiore usato come casa del fattore.
Eventi e feste
modifica- 2 Fiera di San Giorgio, Via Spinazzola (Centro fiere). dal 20 al 25 aprile. La Fiera Regionale di San Giorgio è la fiera più antica d'Italia. Vi è un documento che attesta il ripristino della fiera, concesso da Carlo d'Angiò risalente al 1294, la fiera vede l'esposizione dei propri prodotti da parte degli operatori nel settore dell'agricoltura, artigianato, enogastronomia. Durante i giorni fieristici, viene anche organizzata una rievocazione storica medioevale.
Cosa fare
modifica- 1 Hammam Qui Si Sana, Via Piaggio, 1, ☎ +39 080 321 0659. Centro benessere.
Punti panoramici
modifica- 2 Belvedere sulla Gravina, Piazza Benedetto XIII. Da questo punto si può ammirare il panorama di parte del centro storico ma soprattutto della Gravina e del ponte. Molto suggestivo anche di notte con l'illuminazione artistica sulle rocce.
- 3 Panorama frontale, via Civita. Da questo punto si possono scorgere gli altri ambienti rupestri sulla Gravina tra cui la Grotta delle sette camere.
Acquisti
modificaTra i prodotti locali da acquistare c’è il vino Verdeca, un vino dolce di Gravina preparato miscelando vitigni locali e Malvasia.
La cola-cola è un fischietto a forma di uccello, molto simile al Cucù di Matera. Tradizionalmente veniva regalato come gioco per i bambini o alle donne come regalo di nozze se di dimensioni maggiori. Oltre alla casa museo (vedi sotto) diversi venditori ambulanti li espongono nelle vie del centro.
- 1 Casa Museo della "Cola Cola", Piazza Benedetto XIII, 24, ☎ +39 3881841197. Lun-Ven 9:00-18:30, Sab 9:00-19:00, Dom 8:30-20:00. Una casa museo, ma anche una bottega dove si producono e si vendono le Cola Cola di tutti i tipi e dimensioni. Gestito da giovani sarà divertente scoprire la storia e i diversi suoni di questo fischietto-regalo tra i più tipici della città.
Come divertirsi
modificaNelle sere d'estate il centro della città si riempie di famiglie e giovani che passeggiano e si incontrano nelle piazze e nei locali.
Dove mangiare
modificaLa domenica sera buona parte dei ristoranti sono chiusi, anche nel periodo estivo. Pertanto va considerato il rischio di non riuscire a trovare facilmente un posto dove mangiare.
Prezzi modici
modifica- 1 Forno San Francesco, Larghetto S. Francesco, 4, ☎ +39 080 404 4477. Vende anche rustici pugliesi.
- 2 Orsini caffè, Viale Orsini, 99.
- 3 Porta Centrale, Piazza Arcangelo Scacchi, 7, ☎ +39 080 237 1492. Bistrot, Ristorante e Pizzeria.
Prezzi medi
modifica- 4 Agriturismo Masseria Sant'Angelo Di Marchetti Giovanni, Contrada Sant'Angelo, ☎ +39 080 326 4255.
Dove alloggiare
modificaPrezzi medi
modifica- 1 Il Piccolo Principe B&B, Via Matteotti, 45, ☎ +393247944232.
- 2 La Civita B&B, via Civita 43, ☎ +39 327 577 7842, lacivitabnb@gmail.com.
Sicurezza
modificaLe dimensioni della città e le caratteristiche della gente rendono Gravina una città piuttosto tranquilla e priva di pericoli.
- 3 Ospedale S. Maria del Piede, Via S. Domenico, 32, ☎ +39 080 310 8111.
- 4 Ospedale della Murgia "Fabio Perinei", Strada Statale 96 per Gravina in Puglia, Km 74,800, ☎ +39 0803108111.
Come restare in contatto
modificaNei dintorni
modifica- 5 Pulicchio di Gravina (a circa 10 km a nord di Gravina in Puglia in prossimità della SP 238). È una dolina carsica una delle più grandi cavità carsiche della Puglia dopo il Pulo di Altamura. Si differenzia da quest'ultimo per la lieve ripidità delle pareti e per l'assenza di grotte. Il diametro massimo è pari a 530 metri e un dislivello di 87 metri. L'origine del Pulicchio di Gravina è, in modo analogo al Pulo di Altamura, a Gurio Lamanna e ad altre doline del territorio, spiegabile attraverso il carsismo, ossia la doppia azione, fisica (erosione) e chimica (dissoluzione), cui i calcari delle Murge sono stati sottoposti nel corso dei millenni (e continuano a essere sottoposti).
- 6 Gurio Lamanna (Gurlamanna) (al confine con Altamura nelle immediate vicinanze del Pulicchio di Gravina e della grave Tre Paduli). È una forma carsica a forma di stemma situata nell'altopiano delle Murge. È "una delle più grandi cavità carsiche murgiane". La dolina ha un perimetro esterno di oltre 3 chilometri, una larghezza media di circa 900 metri e un dislivello massimo di 38 metri. Le pareti hanno una pendenza lieve in confronto con il vicino Pulicchio di Gravina. Il fondo della dolina è piatto "come una tavola"; una tale distesa così piatta è assai rara nel paesaggio brullo e stepposo e quasi dappertutto collinare delle Murge. L'origine del bacino carsico di Gurio Lamanna non può che essere di natura carsica. L'acqua proveniente dal relativo bacino idrografico ha lentamente eroso (secondo la solita doppia azione meccanica e chimica dei fenomeni carsici) l'area, generando l'estesa area piatta colma di terreno fertile che oggi si vede.
- 7 Campo dei missili (Ex base NATO), Strada Provinciale Fondo Valle Basentello.
Informazioni utili
modifica- IAT Gravina (Ufficio informazioni), Piazza Benedetto XIII, ☎ +39 080 3269065, info@iatgravina.it. Lun-Dom 9:00-13:00 e 16:00-20:00. Presso l'edificio del Museo Civico. Si possono prenotare anche delle visite guidate presso i vari siti.
Altri progetti
modifica- Wikipedia contiene una voce riguardante Gravina in Puglia
- Wikinotizie contiene notizie di attualità su Gravina in Puglia
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gravina in Puglia