Gioiosa Marea | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Sicilia | |
Territorio | Messinese | |
Altitudine | 30 m s.l.m. | |
Superficie | 26,48 km² | |
Abitanti | 6.840 (2020) | |
Nome abitanti | gioiosani | |
Prefisso tel | +39 0941 | |
CAP | 98063 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Nicola di Bari | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Gioiosa Marea è una città del Messinese.
Da sapere
modificaCenni geografici
modificaIl territorio ha un'estensione di 26 km² e il centro cittadino sorge a 30 metri sul livello del mare. Gioiosa Marea fa parte del consorzio Costa saracena ed è situata a circa 20 km dall'antica città greco-romana di Tindari, circa 80 da Cefalù e 90 dall'Etna. Dista 61 km dal casello di Messina nord e 150 da Palermo est.
Cenni storici
modificaIl nome è legato a un altro paese, Gioiosa Guardia, che sorgeva sul Monte Meliuso e che fu abbandonato in seguito al terremoto del 1783 e alla carestia dell'anno successivo; i suoi abitanti, evacuati, fondarono un nuovo centro sulla costa, ribattezzandolo appunto Gioiosa Marea, per distinguerlo dal vecchio.
La nuova Gioiosa si ricostruì con materiali, pietre e financo criteri urbanistici della vecchia, pur nell'ovvio rispetto della diversa disposizione territoriale che dovette innanzitutto tener conto del mare. Nel lento corso dei decenni si trasferirono gran parte degli edifici religiosi e civili di Guardia (dall'Oratorio di Sant'Ignazio di Loyola, la Chiesa e l'Oratorio di Sant'Anna, al Palazzo Forzano) e iniziarono i lavori per le nuove costruzioni. La gaginiana statua della vetusta protettrice Santa Maria delle Nevi fu posta nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Lo spostamento della statua del santo patrono (San Nicola di Bari) fu l'evento più importante per tutta la comunità gioiosana di quel periodo e avvenne nell'Ottava di Pasqua del 1797.
Carl Grass, viaggiatore tedesco, nel 1804, insieme alla leggenda di un antico tesoro lì nascosto e ad alcuni divertenti aneddoti riguardanti i notabili locali alle prese niente meno di che con Ferdinando I di Borbone, descrive la fiumara di Gioiosa, gli incanti delle sue colture, la bontà dei fichi locali. Nel 1809 viene ultimata la Chiesa nel popoloso borgo marinaro di San Giorgio. Nel 1812, dopo la ripartizione dell'Isola nelle tre Valli e la messa in vigore della nuova Costituzione, finalmente Gioiosa non deve più pagare contributi al vescovo, né avere capitani di giustizia, giurati e sindaci eletti dal barone. Intorno al 1820 il paese incomincia ad aver vita, tanto che proprio quell'anno vi furono insurrezioni e moti popolari cui la popolazione non poté non partecipare. Nel 1825 si censiscono 3535 abitanti, e monsignor Gatto si lamenta del "moralmente critico" stato in cui versa la condizione spirituale della popolazione. Nel 1842, grazie al contributo di fedeli e di re Ferdinando II di Borbone s'iniziò la costruzione della nuova matrice e, si costruì un orologio pubblico (collocato nella torre campanaria nel 1902).
Intorno al 1848, anno di moti popolari (nella vicina Palermo e in buona parte d'Europa) la banda musicale gioiosana è tra le più importanti del comprensorio. Tra il 1850 e il 1857 si costruisce la strada provinciale (l'odierna Strada statale 113 Settentrionale Sicula) che in prossimità di Gioiosa vuole dire la perforazione dell'imponente impianto granitico-pegmatico della Rocca di Calavà (nel 1864), unico in tal genere nell'Isola con pareti a strapiombo sul mare alte fino a 137 metri (Rocca che, inoltre, è il punto più prossimo alle Isole Eolie).
L'impresa de I Mille accende gli animi della popolazione (banda cittadina in testa) tanto che, per mantenere l'ordine pubblico, s'istituì a Gioiosa una Guardia Nazionale volontaria. Di quegli anni restano tracce in contrada Calavà dove un muro (il Muro di Garibaldi) testimonia l'appoggio della cittadinanza gioiosana alla causa garibaldina. Annessa l'Isola al nuovo regno, a Gioiosa le persone "più ragguardevoli" si munirono di un locale adatto per leggere, conversare, giocare: lo si volle chiamare Roma Redenta (1865). Nello stesso periodo, a fare da contraltare, sorse anche una Società Operaia.
La cittadina si fornì di un acquedotto, di un teatrino e vi era un piccolo scalo marittimo utile per l'esportazione della seta. S'iniziò ad alternare la coltura delle piante di limone, arancio, della vite e dell'ulivo, abbondava il "minuto commercio" dei generi di consumo, pur non mancando quelli che muovevano "capitali di non poca entità". La Tonnara della popolosa frazione San Giorgio cambiò proprietà e divenne appannaggio della Baronia di San Giorgio.
A cavallo tra XIX e XX secolo, attraverso l'operato di tre importanti personalità cittadine (il sindaco Giuseppe Natoli Gatto, l'arciprete don Emanuele Barbera e il sindaco Giuseppe Prestipino Giarritta), si pongono le basi dell'attuale tessuto urbanistico, sociale e morale della comunità gioiosana. Così, se al Natoli è da attribuire l'istituzione del primo asilo infantile, la sistemazione della Piazzetta delle Erbe (ora Piazza Mercato), la sovrintendenza alla costruzione della linea ferrata (tra il 1890 e il 1892), a don Barbera si deve il completamento della Chiesa Matrice e il suo abbellimento (per esempio con lampadari provenienti dalle vetrerie di Murano), al Prestipino Giarritta va dato merito dell'ampliamento del cimitero e, intorno al 1912, la costruzione di una terrazza che domina sul mare, il Canapè, tanto invidiata dalle cittadine del comprensorio.
Con l'avvento dell'età fascista lo spiritò cittadino ebbe nuova linfa: s'inaugurò il monumento ai caduti nella prima guerra mondiale (1925), la rete stradale si arricchì di strade larghe e regolari e, intanto, mentre fiorì un prezioso artigianato locale, ci si operò per la giunta dell'energia elettrica. Nonostante ciò la condizione economica della stragrande parte della popolazione sfiorava l'indigenza e, già da decenni, costringeva molti a emigrare, soprattutto negli Stati Uniti d'America e in America del Sud, tanto che compaiono nei libri parrocchiali atti rimessi da parroci d'oltreoceano.
La guerra, a parte i bombardamenti del 1943 che interessarono tutta la cittadina e danneggiarono buona parte dei palazzi più eleganti, non causò gravi danni. Il paese rischiò di essere distrutto quando un milite tedesco sparò dalla sua postazione, in cima al campanile della matrice, contro un blindato dell'armata americana del generale Patton che avanzava da Torre Ciaule; poco dopo apparvero al largo delle coste alcune navi americane che presero a bombardare il paese, per poi smettere e risparmiarlo.
Del primo dopoguerra è anche la costruzione del cimitero della frazione di San Giorgio, sorto dopo uno sciopero generale cui seguirono scontri con le forze dell'ordine e strascichi giudiziari.
Come orientarsi
modificaFrazioni
modificaAcquasanta, Balsima, Calavà, Casale, Cicà, Cirene, Fico, Fontane, Francari, Galbato, Landro, Lauro, Maddalena, Magaro, Malagotta, Mangano, Marotta, Palombaro, Puleci, Rocca, Russa, Saliceto, San Filippo, San Filippo Armo, San Leonardo, San Francesco, San Giorgio, Santa Lucia, Santa Margherita, Santo Stefano
Come arrivare
modificaIn aereo
modificaGli aeroporti più vicini sono l'Aeroporto di Palermo-Punta Raisi e l'Aeroporto di Catania-Fontanarossa.
In auto
modificaIl comune è attraversato dalle strade SS 113 ed SP 135.
In treno
modificaÈ dotata di una piccola stazione ferroviaria sulla linea Messina-Palermo nonché di una fermata ferroviaria nella frazione di San Giorgio.
In autobus
modificaCollegamenti da Sant'Agata di Militello, Capo d'Orlando e Patti tramite Autoservizi Emanuele Antonio[link non funzionante].
Come spostarsi
modificaCosa vedere
modifica- 1 Chiesa di San Nicola di Bari. Ultima delle quattro chiese ad essere ricostruita nel nuovo sito. La costruzione della chiesa matrice risale ai primi dell'Ottocento. Il prospetto principale presenta un portale in pietra concluso da un frontone curvo, interrotto un'edicola con la statua di San Nicola. All'interno si possono ammirare alcuni altari in marmi mischi in stile barocco (fine 1700); la statua lignea raffigurante San Nicola di Bari (XVIII secolo); la statua lignea del Santissimo Ecce Homo del 1890; un organo a canne del 1725 e alcuni dipinti olio su tela di Olivio Sozzi (1737/1740).
- 2 Palazzo Forzano, Via Umberto I°. Costruito fine '800 inizi '900.
- 3 Palazzo Natoli, Via Roma. Costruito alla fine dell'800.
- 4 Palazzo Benincasa, Via Giulio Forzano, 19. Esempio significativo di architettura borghese di inizio '900.
- 5 Palazzo Batolo, Via Giulio Forzano, 27. Esempio significativo di architettura eclettica-neoclassica edificato nel 1933 su progetto dell'Ing. O. Batolo.
- 6 Chiesa Santa Maria delle Grazie, Piazza Camillo Benso Conte di Cavour. Chiesa in stile barocco, costruita alla fine del 1700. La chiesa, a pianta rettangolare è suddivisa in tre false navate. Il campanile della chiesa è costruito in pietra arenaria, la cupola, in stile arabesco è stata realizzata in pietra pomice nel 1814. All'interno sono conservati, altari in marmi mischia di stile barocco; la statua della Madonna del Carmelo, di scuola gaginiana datata 1623; la statua della Madonna delle Grazie, di scuola gaginiana, in marmo di Carrara (XVII secolo); la statua della Madonna della Neve o del Giardino, anch'essa di scuola gaginiana (XVI secolo); dipinti olio su tela di Olivio Sozzi (1737/1740); un organo a canne (1725). Paliotti in velluto rosso intessuto di ricami d'argento (fine XVII secolo).
- 7 Chiesa della Catena, Via Catena, 12A. Fu la prima chiesa ad essere costruita nel 1796. Il campanile a pianta quadrata ospita due campane in bronzo una datata 1652 proveniente da Gioiosa Guardia l'altra datata 1919. All'interno sono presenti l'altare in marmi mischi in stile barocco datato 1750 e la statua della Madonna delle Catene di scuola gaginiana risalente al XVI secolo.
- 8 Chiesa del Convento, Via Convento, 16. Costruita per volere del barone Diego Forzano, era retta dai Frati Minori e dotata di un'ampia foresteria. Il convento annesso si sviluppa secondo un asse perpendicolare alla chiesa ed era asilo per i viaggiatori di transito. All'interno sono presenti, la statua lignea della Madonna Immacolata datata 1780; dipinto olio su tela datato XVII secolo di anonimo pittore raffigurante la Decapitazione di San Giovanni Battista.
- Grotte del tono, Via Stazione, 22, ☎ +39 0941363301. È una delle bellezze naturali di interesse storico-geologico. Le grotte sono tuttora visitabili.
- 9 Piazza Canapè. Piazza panoramica ricca di spazi verdi realizzata intorno al 1912 che domina sul Mar Tirreno.
Fuori dal centro abitato
modifica- 10 Ruderi di Gioiosa Guardia (Da Gioiosa Marea seguire le indicazioni. Una strada piuttosto ripida condurrà sino alla cima). Antica città abbandonata nel 1783 a seguito dell'ennesimo terremoto che la distrusse e ricostruita a valle in una zona chiamata "ciappe del tono" col nome di Gioiosa Marea. Nella nuova Gioiosa furono costruite le stesse quattro chiese della città d'origine. Il sito oggi è in stato di abbandono ma sono visitabili i ruderi degli edifici e delle mura. Dal sito si gode di un'eccezionale veduta sul mare e sulle Isole Eolie.
Nei dintorni è presente anche un insediamento protostorico scoperto negli anni 80 del Novecento e ancora oggetto di scavi. - 11 Tonnara di San Giorgio, Via A. Doria, 6. Costruita nel XII secolo oggi ne rimangono alcuni ruderi.
Eventi e feste
modificaCosa fare
modificaAcquisti
modificaCome divertirsi
modificaDove mangiare
modificaDove alloggiare
modificaSicurezza
modificaCome restare in contatto
modificaNei dintorni
modificaItinerari
modifica- Sentiero Naturalistico Capo Calavà. Sentiero panoramico immerso nel verde, che si trova in prossimità di Capo Calavà.
Altri progetti
modifica- Wikipedia contiene una voce riguardante Gioiosa Marea
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