Conca dei Marini | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Campania | |
Altitudine | 400 m s.l.m. | |
Superficie | 1,13 km² | |
Abitanti | 724 (2012) | |
Nome abitanti | Conchesi | |
Prefisso tel | +39 089 | |
CAP | 84010 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | Sant'Antonio di Padova (13 giugno) e San Giovanni Battista (24 giugno) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Conca dei Marini è una città della Campania in provincia di Salerno.
Da sapere
modificaFa parte dei Borghi più belli d'Italia.
Deve il suo nome alla specifica conformazione geografica a forma di conca, con l'aggiunta della denominazione dei Marini per sottolineare la vicinanza al mare e l'antico ruolo svolto dai marinai che vi abitavano, un tempo molto numerosi ed esperti delle tecniche della navigazione, così che il paese è anche definito città dei naviganti.
Quando andare
modificaIn base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +10,7 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +26,8 °C.
Le precipitazioni medie annue presentano un minimo estivo, un picco in autunno-inverno ed un massimo secondario in primavera.
Cenni storici
modificaLe origini di Conca dei Marini sono piuttosto incerte; si ritiene che sia stata fondata dai Tirreni con il nome di Cossa e, data la conformazione ripida ed irregolare dell'entroterra, i primi abitanti si dedicarono subito alle attività marittime. Nel 272 a.C. (481 ab Urbe condita) venne conquistata dai Romani, che la trasformarono in colonia; il piccolo borgo marinaro fornì loro un cospicuo contributo nel corso della seconda guerra punica, per poi ribellarglisi contro durante la guerra sociale del I secolo a.C.
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, Conca divenne una base di supporto per la vicina Repubblica marinara di Amalfi, intrattenendo pertanto rapporti commerciali con gli altri popoli del Mediterraneo e accrescendo ulteriormente la propria bravura nel campo marinaro, poiché iniziò a poter disporre di ben 27 grandi galeoni come attestano le cronache del tempo. In seguito alla capitolazione della repubblica amalfitana nell'XI secolo, il paese ebbe un momentaneo periodo di crisi, che poi superò sotto la dominazione degli Svevi e degli Angioini, durante la quale riprese con maggior vigore i traffici marittimi. Nel 1275 era infeudata, come anche altre terre e città in Costiera amalfitana in quel periodo, subito dopo l'avvento degli Angioini, ma non si conosce il nome dei suoi signori e, in ogni caso, tale situazione non durò molto. In età moderna, sotto la dominazione degli Aragonesi, degli Asburgo e dei Borbone, gli scambi commerciali si estesero, consentendo così a diversi condottieri conchesi di arricchirsi e potersi elevare socialmente. I porti principali dove approdavano erano quelli di Venezia, Trieste, Costantinopoli e Smirne e più tardi anche Odessa. Proprio in quegli anni, però, cominciarono le attività piratesche dei Turchi, che non solo minacciavano le navi mercantili, ma attaccavano e saccheggiavano i paesi rivieraschi. Nel giugno 1543 5 galeotte turche sbarcarono presso il capo di Conca e misero al sacco tutto il paese, profanando e spogliando di tutti i suoi arredi la chiesa di San Pancrazio martire, che rimase per più anni chiusa e interdetta. Un altro duro colpo per i conchesi fu il flagello della peste che la colpì principalmente negli anni 1528 e 1556.
Malgrado l'inarrestabile decadenza, il suo porto fu frequentato da mercantili ancora fino alla metà del XIX secolo e la tonnara, unica in tutta la Costiera, creata intorno al 1700, sopravvisse fino al 1956. Nel 1861, dopo la cacciata dei Borbone di Napoli, Conca dei Marini passò al Regno d'Italia. Nel periodo fascista, con il regio decreto n. 2202 del 6 febbraio 1928, a Conca fu unito il paese di Furore, ma alla fine della seconda guerra mondiale i due comuni tornarono ad essere separati. Attualmente la principale risorsa economica del paese è costituita dal turismo di massa; seguono poi (seppur in tono minore rispetto al passato) la pesca e l'agricoltura, caratterizzata soprattutto dalle coltivazioni di limoni e pomodorini "del pendolo" (in napoletano "d' 'o piennolo").
Come orientarsi
modificaQuartieri
modificaMarina di Conca è una piccola baia circondata da numerose casettine bianche e rappresenta il principale stabilimento balneare del paese, nonché il porto in cui attraccano tuttora le imbarcazioni dei pescatori locali. In tempi molto remoti era proprio in questa baia che si concentravano tutte le attività del paese, dalla pesca con la tonnara ai traffici marittimi; in più, qui vi era l'usanza, a partire dal XVII secolo, di eleggere pubblicamente il sindaco nel mese di agosto. Al suo interno sorge una graziosa cappella dedicata alla Madonna della Neve, cui viene celebrata una solenne festa il 5 agosto con una processione via mare. La cappella, di origine antica, fu edificata appositamente nella Marina per permettere ai marinai e ai visitatori di giungervi con notevole facilità. Vi si venera un altorilievo raffigurante la Madonna con il Bambino, proveniente dall'oriente come lascia credere l'iscrizione che reca nella parte inferiore in greco cirillico.
La Marina di Conca, inoltre, è divenuta celebre tra gli anni sessanta e gli anni settanta per aver ospitato molti personaggi famosi, tra cui spiccano Gianni Agnelli, la principessa Margaret d'Inghilterra e Jacqueline Kennedy Onassis (che nel 1962, di ritorno da una visita a Ravello, vi sostò per un bagno).
Nel maggio del 1996 la zona fu colpita da una grossa frana, dovuta al distaccamento delle pareti rocciose retrostanti; non provocò vittime, ma distrusse alcune costruzioni situate nei pressi della Marina e rese inagibile la spiaggia per sei anni. Nel 2003, invece, è stata segnalata da Legambiente tra le 11 migliori spiagge d'Italia.
Come arrivare
modificaIn auto
modifica- Strada statale 163 Amalfitana.
- Strada Regionale 366 (di Agerola) Innesto SS 163 fino al confine della provincia.
- Strada Provinciale 160 Santa Rosa-Olmo di Conca dei Marini.
Come spostarsi
modificaCosa vedere
modifica- Torre del Capo di Conca. La Torre del Capo di Conca, detta anche Torre Saracena o Torre Bianca, è un'antica torre di guardia cinquecentesca che sorge sul promontorio chiamato Capo di Conca. Fu fatta costruire dal viceré di Napoli Pedro de Toledo, a difesa del territorio contro le invasioni dei Turchi. Si scelse di erigerla su pianta quadrata anziché su pianta circolare, dal momento che, a partire da Carlo V in poi, la resistenza delle torri circolari, largamente impiegate in passato, fu messa in dubbio. La torre è composta da un'unica grande sala, al di sopra della quale sono situate due stanzette riservate alle guardie. Dopo la sconfitta dei Turchi a Lepanto la torre, come molte altre, perse di importanza e fu abbandonata al suo destino e usata a scopo cimiteriale a causa della bassa mortalità. Ciò non cambiò il suo fascino: infatti si racconta che due signore americane, rimaste affascinate dal luogo, si inginocchiarono e pregarono Dio affinché fossero sepolte lì. La torre fu destinata a questo uso fino al 1949, finché fu restaurata dall'amministrazione comunale che ne è proprietaria e destinata a museo.
- 1 Grotta dello Smeraldo (Accessibile sia via mare sia dalla SS 163, da cui si discende tramite un ascensore). Cavità carsica parzialmente invasa dal mare. Deve il suo nome alle tonalità smeraldine che assume l'acqua per via della luce solare filtrata attraverso una fenditura sottomarina che la collega al mare aperto. In tempi molto remoti era posta al di sopra del livello del mare e al suo interno si sono create, col passare del tempo, numerose stalattiti e stalagmiti, che in alcuni tratti si uniscono a formare delle possenti colonne alte più di dieci metri; solo in seguito ad un fenomeno di bradisismo, il suolo della grotta si è abbassato, facendola sprofondare sott'acqua.
- 2 Chiesa di San Giovanni Battista. La chiesa che va sotto il titolo parrocchiale di San Giovanni Battista, nota anche come Chiesa di Sant'Antonio di Padova (patrono ufficiale di Conca dei Marini dal 26 dicembre 1694), è un edificio religioso di remota fondazione, di cui si ignorano le origini.
La chiesa di San Giovanni Battista si erge su un'alta rupe e domina l'intero specchio d'acqua della conca e serve i fedeli del rione di Penne. La chiesa è caratterizzata da un campanile con la volta a cuspide ricoperta da piastrelle in maiolica e da una facciata barocca, che presenta un'immagine di Sant'Antonio accompagnata dalla frase latina PROTEGAM CIVITATEM ISTAM ("Proteggerò questa città") aggiunti nel restauro del 1909. L'edificio è stato restaurato per la seconda volta nel 1990, a causa del terremoto dell'Irpinia del novembre 1980.
- Complesso monumentale Chiesa di Santa Maria di Grado e Conservatorio di Santa Rosa da Lima. Il complesso è composto da due parti: sul lato sinistro vi è la chiesa dedicata a Santa Maria di Grado, mentre su quello destro sorge il Conservatorio di Santa Rosa da Lima, un ex-monastero di suore domenicane.
- Chiesa di San Pancrazio martire. Come per la precedente chiesa, non si conoscono fonti ufficiali che attestino l'epoca esatta della fondazione della chiesa dedicata a San Pancrazio martire. Il documento storico più antico che ne fa cenno è un'attestazione risalente al 30 gennaio 1370, redatta dall'Arcivescovo di Amalfi allora in carica, Monsignor Marino, in cui si afferma che la chiesa era un patronato della famiglia Mele a partire dal 1362. Nel 1543 la chiesa di San Pancrazio venne saccheggiata da un attacco ordito dai pirati, restando inagibile per lungo tempo. Il 20 novembre 1908 subì il crollo del campanile, successivamente ricostruito.
In una splendida posizione, l'edificio religioso è circondato da un ampio cortile, su cui sono disposte due file laterali di palme davanti alle tre porte d'ingresso, al di sopra delle quali sono presenti mosaici di scuola ravennate (realizzati nel 1957) raffiguranti San Pancrazio a destra, Sant'Antonio di Padova a sinistra e al centro alla Madonna del Carmine. All'interno la chiesa è formata da tre navate e tre absidi. Le navate laterali sono sovrastate da volte a crociera e possiedono tre piccole cappelle a testa: a destra quelle dedicate a San Gaetano, alla Madonna della Neve e a Sant'Anna, e a sinistra quelle dedicate al Sacro Cuore di Gesù, al Cristo Crocifisso e a San Raffaele. Nella chiesa, inoltre, è venerata anche la Madonna del Carmelo, la quale viene celebrata con una solenne processione in occasione della festa del 16 luglio. Nei pressi della chiesa è presente un belvedere che affaccia direttamente sul mare, denominato Punta "Vreca", poiché ha la forma di una nave, sul quale sorge una croce di ferro battuto.
- 3 Chiesa di San Michele Arcangelo. Tra la vegetazione tipica della zona (limoni, carrubi e ulivi), in località "Penne", sorge la chiesa di San Michele Arcangelo. Anche di questo edificio religioso non si conosce la data della fondazione e la tradizione vuole che sia molto antico. In un atto notarile si apprende che la chiesa esisteva prima del 1208.
La chiesa consiste in un'aula, terminante con un'abside piatta, formata da due moduli di egual misura. Sono del Settecento l'altare maggiore, le due balaustre di marmo che dividono il presbiterio, le tele di scuola napoletana che si trovano nelle 4 cappelle laterali della prima campata, l'antico organo e il pavimento che si può vedere ormai solo nella parte absidale. Caratteristico è il piccolo pulpito ligneo. La sacrestia fu completata nel 1824. Il campanile costituito da due registi quadrati termina nella parte superiore in una cella cilindrica con sei monofore. L'edificio ha attraversato anni di incuria, è stato oggetto di continui furti l'hanno spogliato di tutti gli arredi sacri ed è stato pesantemente colpito dal terremoto del 1980. È stato restaurato ed è attualmente riaperto al culto. - Cappella dell'Immacolata Concezione (Sul lato ovest della piazza principale del paese). Nota come Piazza Olmo per la presenza appunto di olmi, sorge la piccola cappella gentilizia dell'Immacolata Concezione eretta sul finire del XVII secolo dalla famiglia Pandolfi. La cappella fu eretta a servizio della propria casa non lontana dalla piazza. L'aspetto è di gusto tipicamente spagnolo con il piccolo campanile a vele che domina la facciata. Il portale sovrasta tre scalini ed è affiancato sul lato destro da un'edicola votiva raffigurante la Vergine con il bambino. Il piccolo ambiente è costituito da un'aula rettangolare con volta a botte lunettata decorata con riquadri con motivi in stucco. La cappella fu sensibilmente ristrutturata nel 1895 come attesta la lapide posta sopra il portone:
«QUESTA CAPPELLA È DI PROPRIETA' DI MARIA
GAETANA PANDOLFI FU ANDREA FONDATA DAI
SUOI ANTENATI NELL'ANNO 1674 È STATA RIFATTA DA
ESSA SIGNORA PANDOLFI NELL'ANNO 1895»
Della fase precedente restano l'altare, l'organo, e la parte absidale decorata nelle due estremità da due medaglioni raffiguranti i santi Antonio di Padova e Domenico con al centro la tela raffigurante la Madonna racchiusa in una spessa cornice dorata. L'altare è affiancato dai due ingressi della piccola sagrestia. - Cappella della Madonna della Neve. A protezione dei marinai fu eretta sulla spiaggia una cappella dedicata alla Madonna della Neve. Questo luogo di culto ancora caro ai conchesi si trova incastonato nella roccia. Le sue dimensioni sono esigue e per questo motivo il 5 agosto la messa viene celebrata sulla spiaggia. La legenda racconta che l'alto rilievo che si trova sull'altare, raffigurante la Madonna con il bambino Gesù, fu trovato dai marinai di Conca su una spiaggia presso Costantinopoli, dopo il saccheggio della città da parte degli ottomani.
Eventi e feste
modifica- Festa della lingua di Sant'Antonio da Padova. 15 febbraio.
- Domenica delle Palme. Il giorno della Domenica delle Palme i fedeli si recano in chiesa portando con sé foglie di palma intrecciate dette in gergo popolare il "pesce di palma" o "latr". Per poter essere intrecciate, le foglie devono essere recise da una palma che viene chiusa tutto l'anno per evitare che la foglia al suo interno cresca e che diventi verde. Ormai sono pochi quelli che conoscono questa arte. Infatti nelle loro mani la foglia prende le forme più svariate che riconducono a simboli della terra con scopo augurale. Fra i tanti simboli si possono riscontrare la spiga di grano, l'uccello, il cestino, la foglia di quercia, la pagnotta, l'ostensorio. Con le foglie che vengono tolte per poter essere lavorate si possono creare anche piccole croci che gli uomini pongono al bavero della giacca o cestini (dette panarelle) che vengono riempiti di fiori. Finita la funzione religiosa, le palme benedette vengono riportate a casa e vengono poste all'entrata dell'abitazione o nel luogo preferito, come simbolo di protezione.
- Settimana Santa. Con processione del Cristo Morto il Venerdì Santo.
- Lunedì dell'Angelo. In questo giorno si venera la statua di Sant'Antonio di Padova che viene portata in processione fino alla chiesa di San Michele.
- Festa di San Pancrazio martire. 12 maggio.
- Festa patronale di Sant'Antonio da Padova. 13 giugno. Di grande importanza per la popolazione è la festa del Santo Patrono che ogni anno il 13 giugno richiama i fedeli al Suo santuario. I devoti vengono da posti vicini come Praiano, Furore, Agerola e Amalfi ma anche da luoghi lontani. E tradizione donare tra le offerte anche oggetti preziosi, soprattutto anelli che rimandano al miracolo dell'anello perduto.
- Festa di San Giovanni Battista. 24 giugno. Viene celebrata la nascita di San Giovanni Battista con una solenne processione con la cinquecentesca statua che parte dalla chiesa a lui dedicata e arriva fino a Piazza Olmo, la piazza principale del paese e fuochi d'artificio.
- Festa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. 16 luglio. Con una processione che parte dalla chiesa di san Pancrazio martire e fuochi d'artificio.
- Festa della Madonna della Neve. 5 agosto. La marina di Conca festeggia la Madonna della Neve che viene considerata protettrice dei pescatori. Dopo la Santa Messa celebrata sulla spiaggia, inizia una lunga processione in mare sulle imbarcazioni tipiche dei pescatori. Si arriva ad Amalfi e si ritorna indietro fino al Fiordo di Furore per poi ritornare sulla spiaggia di Conca.
- Festa della Madonna Assunta. 15 agosto. Nella chiesa di Santa Maria di Grado si venera una piccola statua raffigurante la Madonna, che viene portata in processione per un breve tratto, fino al palazzo del Municipio.
- Festa di Santa Rosa da Lima. 23 agosto.
- Festa di San Michele Arcangelo. 29 settembre.
- Festa dell'Immacolata Concezione. 8 dicembre. Con la festa dell'Immacolata Concezione nel paese si apre il periodo natalizio. La processione, allietata dalla zampogna e dalla ciaramella, con la piccola statua dell'Immacolata Concezione parte dalla cappella a lei dedicata, situata in piazza Olmo, per arrivare nella chiesa di Santa Maria di Grado dove avviene la Messa. Alla fine della funzione si ritorna in piazza e dopo aver riposto la statua vengono distribuite le zeppole, le caramelle e i cioccolatini (sagra delle zeppole al miele, delle caramelle e della cioccolata). Al termine fuochi d'artificio.
- Carnevale delle Janare. Si tiene il sabato che precede il martedì grasso. Rievocazione del mito di donne streghe che infestavano il paese.
- Festa del mare. 23 luglio. Sagra paesana a base di pesce, celebrata nella Marina di Conca, in onore dei caduti in mare, in pace e in guerra.
- Sagra della Sfogliatella Santarosa. 2 agosto. Ripristinata nel 2011 dopo una lunga sospensione nel corso degli anni duemila, si tratta di una ricorrenza in memoria delle suore inventrici di questo dolce. Oltre alla degustazione della sfogliatella, vengono proposti altri piatti gastronomici della cucina conchese.
Cosa fare
modificaAcquisti
modificaCome divertirsi
modificaDove mangiare
modifica- Sfogliatella Santarosa — Si narra che la sfogliatella Santarosa sia nata per caso. Infatti, nel Settecento, le suore domenicane di clausura del Conservatorio di Santa Rosa da Lima di Conca dei Marini, che erano dedite alla preparazione del pane e di dolci, diedero vita a questo dolce di cui non immaginarono nell'immediato la fama che avrebbe avuto. Era rimasta una porzione di pasta e una delle pie suore decise di non disfarsene ma stendendola in una pirofila e ponendovi della crema fatta con semola di farina, latte e zucchero, con pezzi di frutta secca di loro produzione e amarene sciroppate, e dopo aver coperto il tutto con l'alta parte della pasta infornò il tutto nel forno caldo del pane. Quindi il primo prototipo della sfogliatella fu una torta che col tempo ha assunto la forma attuale.
- Coniglio nelle foglie di limone — Un piatto tipico di Conca è il coniglio nelle foglie di limone. Qui è possibile consultarne la ricetta.
Dove alloggiare
modificaSicurezza
modificaCome restare in contatto
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