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Castelli in Valle d'Aosta | |
Tipo itinerario | Automobilistico |
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Stato | Italia |
Regione | Valle d'Aosta |
Castelli in Valle d'Aosta è un itinerario che si svolge attraverso la Valle d'Aosta.
Introduzione
modificaSono particolarmente numerosi ed importanti e se ne annoverano 72 (tra castelli, caseforti e dongioni) lungo la vallata principale, senza contare le vallate minori. Storicamente i castelli hanno subito un'evoluzione. All'inizio avevano una funzione prettamente difensiva o i castelli "gotici" del periodo tra il XIV e il XVI secolo, come il castello di Verrès o il castello di Ussel. Parallelamente si diffusero i castelli residenziali, a scopo ostentativo, al fine di mostrare la potenza e la ricchezza del proprietario: con queste caratteristiche si presentano il castello di Fénis e il castello di Issogne.
Come arrivare
modificaInformazioni utili alla voce Valle d'Aosta.
In aereo
modifica- Aeroporto di Torino
In auto
modifica- Autostrada A5: uscita Pont-Saint-Martin
In treno
modifica- Stazione ferroviaria di Pont-Saint-Martin
In autobus
modifica- Autolinee Savda[link non funzionante].
Tappe
modifica- 1 Castel Savoia — La regina Margherita volle far costruire una residenza sul versante della valle al di sotto del Colle della Ranzola, da cui si gode un ampio panorama sulla valle e sulle cime del Monte Rosa. Dopo alcune resistenze di Umberto I, che preferiva soggiornare nel Castello di Sarre, la regina ottenne il permesso per realizzare la sua dimora di villeggiatura. La posa della prima pietra avvenne nell'estate del 1899 ma re Umberto I nel castello non vi soggiornò mai poiché venne assassinato a Monza nel 1900, prima del completamento dei lavori nel 1904. La regina Margherita, vedova, vi trascorse lunghi periodi di villeggiatura fino al 1925, ospitando illustri membri della letteratura di cui amava circondarsi, tra cui il poeta Giosué Carducci e l'affezionato nipote, principe Umberto II. Dopo la morte della regina Margherita avvenuta a Bordighera nel 1926, il castello rimase chiuso per alcuni anni e venne venduto nel 1936 all'industriale milanese Ettore Moretti che lo mantenne quasi intatto. I suoi eredi vendettero il castello alla regione autonoma Valle d'Aosta nel 1981.
- 2 Castello di Pont-Saint-Martin —
- 3 Forte di Bard —
- 4 Castello di Issogne — È uno dei più famosi castelli della Valle d'Aosta. Verso il 1480 Luigi di Challant, diede il via a nuovi lavori al castello, ma la maggior parte delle sistemazioni ebbe luogo sotto il priore Giorgio di Challant-Varey, cugino di Luigi. Sotto Giorgio furono costruiti nuovi corpi di collegamento tra gli edifici già esistenti, dando così vita ad un unico palazzo a forma di ferro di cavallo che circonda un ampio cortile. A questo periodo risalgono anche le decorazioni del porticato che circonda il cortile, la cappella, il giardino e la celebre fontana del melograno dall'alto valore simbolico. Durante gli anni del suo splendore il castello ebbe anche ospiti illustri, come l'imperatore Sigismondo di Lussemburgo durante un suo viaggio di ritorno in Germania nel 1414 e il re Carlo VIII di Francia nel 1494. Alla morte di Giorgio di Challant nel 1509 nuovo signore di Issogne divenne Filiberto di Challant, che adibì il castello come dimora per sé. Sotto il dominio di Renato di Challant (René de Challant), il castello raggiunse il suo massimo splendore e la funzione di corte ricca e raffinata. Nel 1802, con la morte di Giulio Giacinto, ultimo conte di Challant, e l'estinguersi della casata, iniziò per il castello, che già da anni era abbandonato, un periodo di forte decadenza durante il quale fu spogliato dei suoi arredi. Nel 1872 il barone Marius de Vautheleret fu costretto a vendere all'asta il castello, che fu così acquistato dal pittore torinese Vittorio Avondo, che ne curò il restauro e lo riarredò con i mobili originali e con copie di mobili d'epoca. Avondo donò il castello allo Stato italiano nel 1907, e nel 1948 esso divenne infine proprietà della Regione Valle d'Aosta. Il castello è oggi visitabile tramite visite guidate.
- 5 Castello di Verrès — È uno dei più famosi manieri medievali valdostani. Costruito come fortezza militare da Ibleto di Challant nel XIV secolo, fu uno dei primi esempi di castello monoblocco, costituito cioè da un unico edificio a differenza dei manieri più antichi formati da una serie di corpi di fabbrica racchiusi da una cinta muraria. Si erge su un promontorio roccioso che domina l'abitato di Verrès e la strada della Val d'Ayas, ed esternamente appare come un austero cubo di trenta metri di lato, praticamente privo di elementi decorativi. Nel 1372 a Ibleto di Challant ricostruì integralmente il castello, realizzando una fortezza militare praticamente inespugnabile e diversa dalla maggior parte dei castelli valdostani coevi, che consistevano in un insieme di edifici racchiusi da una cinta muraria. Alla morte di Ibleto nel 1409 il castello passò al figlio Francesco, che nel 1424 ricevette dai Savoia il titolo di primo conte di Challant. Verrès rimase uno dei suoi feudi più importanti, ma egli non modificò in maniera sostanziale l'aspetto del castello. Alla morte di Renato di Challant nel 1565, i suoi beni passarono al genero Giovanni Federico Madruzzo, marito della figlia Isabella, ma nacque una lunga contesa legale con altri parenti maschi della famiglia Challant, nuovamente a causa della legge salica, che non prevedeva Isabella potesse ereditare i beni del padre. I Savoia ripresero quindi il controllo diretto sul castello di Verrès, adibendolo a vedetta e presidio militare, ma nel 1661 il duca di Savoia Carlo Emanuele II fece smantellare gli armamenti del castello per trasferirli al forte di Bard, in una posizione più strategica per il controllo della Valle, ed il maniero fu abbandonato. Dopo una serie di passaggi di proprietà fu infine acquistato per conto dello Stato italiano nel 1894 da Alfredo d'Andrade, che ne curò un primo restauro. Nel secondo dopoguerra il castello, dichiarato monumento nazionale, passò alla Regione Valle d'Aosta, che negli anni ottanta ricostruì la copertura in lastre di pietra. Nel 2004 il castello è stato chiuso per permettere lavori e dal 2007 è visitabile tramite visite guidate.
- 6 Castello di Ussel —
- 7 Castello Passerin d'Entrèves (Châtillon) —
- 8 [link non funzionante] Castello di Cly —
- 9 Castello di Fénis — È uno dei più famosi manieri medievali della Valle d'Aosta. La maggior parte dei lavori di costruzione, che hanno portato il castello ad assumere l'aspetto attuale, ebbero luogo tra il 1320 e il 1420 circa. Aimone di Challant ereditò il feudo e il castello di Fénis dal nonno Ebalo Magno nel 1337 e nel 1340 diede inizio a una prima campagna di lavori, realizzando un corpo abitativo centrale di forma pentagonale. Rispetto all'aspetto attuale, ai tempi di Aimone mancava ancora la torre meridionale e l'interno del castello era molto diverso. Il cortile centrale era molto più ampio e privo dello scalone in pietra, fiancheggiato a nord e a sud da due lunghi corpi di fabbrica che terminavano contro il muro occidentale. Doveva inoltre mancare completamente il secondo piano dell'edificio. Con la morte di Bonifacio I nel 1426, iniziò una fase di declino economico per la famiglia Challant-Fénis, a cui corrispose un periodo di stasi edilizia per il castello. Il successore Bonifacio II non apportò nessuna modifica significativa alla struttura del maniero. Dopo di lui, per circa duecentocinquant'anni non furono praticamente realizzate nuove costruzioni e gli unici interventi riguardarono alcuni affreschi nel cortile e in uno dei locali a sud, realizzati nel XVII secolo. Una seconda campagna di restauri ebbe luogo a partire dal 1935. Il castello, dichiarato monumento nazionale nel 1896 e ora proprietà dell'amministrazione regionale della Valle d'Aosta, è visitabile tramite visite guidate.
- 10 [link non funzionante] Castello di Nus —
- 11 [link non funzionante] Castello di Quart —
- 12 [link non funzionante] Castello Passerin d'Entrèves (Saint-Christophe) —
- 13 Castello di Tour de Villa —
- 14 Castello di Sarre —
- 15 [link non funzionante] Castello di Aymavilles —
- 16 Castello Sarriod de la Tour — Il castello, appartenuto fino agli inizi del Novecento alla famiglia Sarriod de la Tour, si presenta oggi come un insieme di edifici risalenti ad epoche diverse addossati uno all'altro e protetti da una cinta muraria. L'impianto più antico del castello riprendeva il modello tipico dei castelli primitivi valdostani, costituito da una torre centrale rappresentante il mastio del castello circondata da una cinta muraria. Il donjon di Sarriod de la Tour si colloca ad un livello intermedio tra le torri più antiche con funzione prevalentemente difensiva e le torri più grandi con funzione più residenziale dell'epoca immediatamente successiva. Contemporanea al donjon era probabilmente la cappella, situata nella parte più a sud del recinto murario, in prossimità dello strapiombo a picco sulla Dora, che alcune indagini dendrologiche hanno permesso di datare intorno alla metà del XIII secolo. Le pareti della cappella erano decorate da affreschi, frammenti dei quali sono ancora visibili. Nel 1420 i fratelli Yblet e Jean de Sarriod divisero i loro possedimenti in due signorie distinte, separando la famiglia nei rami rispettivamente Sarriod d'Introd e Sarriod de la Tour, a cui toccò il castello che ne prese il nome. Jean de Sarriod fece quindi ingrandire la preesistente torre chiamata "turris Sariodorum", aggiungendovi una serie di corpi di fabbrica e trasformandola in un castello con funzioni di rappresentanza. Nei secoli successivi furono aggiunti ulteriori edifici e corpi di fabbrica, come la torre piccionaia del XVI secolo, che diedero al maniero l'attuale aspetto irregolare e disordinato ma allo stesso tempo ricco di fascino. Il castello rimase proprietà dei Sarriod de la Tour fino al 1921, anno della morte dell'ultima discendente della famiglia. Dal 1970 è di proprietà dell'Amministrazione Regionale, che lo ha aperto al pubblico nel 2003.
- 17 Castello di Saint-Pierre —
- 18 [link non funzionante] Châtel-Argent —
- 19 Castello di Introd — Fa risalire le proprie origini al XII secolo, quando venne costruito con una struttura piuttosto semplice, costituita da un mastio quadrato circondato da una cinta muraria non eccessivamente spessa. Per esigenze di migliorare la struttura, Pierre Sarriod nel 1260 lo fece ampliare facendolo divenire una vera fortezza. Ulteriori modifiche nel XV secolo portarono il castello a una forma più arrotondata. Il castello subì due traumi in tempi moderni che costrinsero a nuovi restauri: un incendio nella seconda metà dell'Ottocento e uno all'inizio del Novecento. In particolare in quest'ultimo caso i lavori vennero diretti nel 1910 dall'architetto Jean Chevalley per commissione del proprietario, il cavalier Gonella, portando il castello alla forma attuale. Oggi il castello, di proprietà dei conti Caracciolo di Brienza, nella sua parte aperta al pubblico è gestita dalla "Fondation Grand-Paradis", grazie alla concessione in comodato data dai conti al comune di Introd. A luglio 2012 la torre del castello è stata riaperta al pubblico dopo un intervento del restauro che ha coinvolto anche altre parti del complesso.
Sicurezza
modificaNei dintorni
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