documento d'identità valido per l'espatrio emesso da un governo
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Prima di partire per un viaggio (che sia in un'altra regione italiana, in uno Stato europeo o dall'altra parte del mondo) è opportuno accertarsi di avere con sé i corretti documenti di viaggio.

In Italia

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Sono considerati documenti validi per farsi identificare dalle forze di polizia i seguenti, purché non scaduti

  • Passaporto (inclusi passaporti diplomatici e di servizio)
  • Carta d'identità (inclusa la carta d'identità diplomatica)
  • Permesso di soggiorno
  • Patente di guida
  • Patente nautica
  • Porto d'armi
  • Libretto di pensione
  • Qualsiasi documento cartaceo, magnetico o informatico che rispetti i seguenti requisiti
    • Contiene la foto del titolare
    • Contiene le generalità del titolare
    • È rilasciato dalla pubblica amministrazione

È infondata la diceria secondo cui le nuove patenti non sarebbero un documento d'identità (c'è chi dice perché la foto è in bianco e nero).

In Italia è obbligatorio possedere e avere con sé un documento d'identità valido. La violazione di questa norma, in linea di principio, è condizione sufficiente per venire condotti in questura e venire identificati (foto segnaletiche, impronte digitali, ecc). Quando arrivate in albergo dovete fornire un documento d'identità alla reception per la segnalazione alle autorità di polizia.

È quasi superfluo dire che quando conducete un veicolo dovete essere provvisti dell'abilitazione a condurlo oltre a un documento d'identità valido. Nella maggior parte dei casi questi coincidono: con l'introduzione della patente AM (che sostituisce il "patentino") per i ciclomotori, tutte le patenti (inclusa la patente nautica) sono necessarie e sufficienti sia come abilitazioni alla guida dei rispettivi veicoli sia come documenti d'identità.

In Svizzera

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I cittadini svizzeri non hanno l'obbligo di identificarsi alle autorità di polizia in territorio svizzero. In alcuni casi però può essere necessario identificarsi (per esempio per aprire un conto corrente in banca). I documenti accettati sono:

  • Passaporto svizzero
  • Carta d'identità svizzera

Alla guida di un veicolo, la patente è necessaria e sufficiente. Ovviamente ai controlli di frontiera rimane l'obbligo di identificarsi.

Nei Paesi europei

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Carta d'identità elettronica italiana

I cittadini dell'area possono spostarsi liberamente tra gli Stati dell'Unione Europea o dell'AELS: è sufficiente la carta d'identità, purché valida per l'espatrio e non scaduta. In linea di massima la carta d'identità è sempre valida per l'espatrio, a meno che il titolare non chieda espressamente di indicare che non lo è o sia soggetto a misure cautelari; è sempre opportuno fare presente al funzionario che volete la carta d'identità valida per l'espatrio.

Quando si viaggia tra Paesi dello spazio Schenghen non ci saranno controlli di frontiera (è comunque obbligatorio poter dimostrare la propria nazionalità, dalla quale dipende il diritto di muoversi liberamente attraverso le frontiere e, soprattutto, senza visto) ma tenete a mente che i Paesi UE e AELS al di fuori dello spazio Schenghen (Bulgaria, Croazia, Cipro, Irlanda e Romania) hanno mantenuto i controlli e che il personale di frontiera è meglio disposto nei confronti di chi viaggia col passaporto, perché la possibilità di leggerlo elettronicamente velocizza le procedure. Prestate attenzione al fatto che spessissimo le autorità di frontiera straniere non accettano carte d'identità italiane scadute e rinnovate col timbro e vi potrebbero negare l'ingresso nel Paese e, se fermati all'interno, potrebbero multarvi, se non addirittura espellervi. Il passaporto resta il documento destinato per eccellenza ai viaggi all'estero e per questo è conforme a standard internazionali molto rigidi che ne assicurano l'accettazione in tutto il mondo. La carta d'identità elettronica risolve in parte il problema, perché contiene, come il passaporto, una zona a lettura ottica e caratteristiche di sicurezza più sofisticate; essendo di recente introduzione, però, non si sa ancora che accoglienza le riservino le autorità straniere.

Si noti che la patente di guida italiana non è un documento valido per l'espatrio, e quindi, per quanto valida per condurre veicoli in tutta l'Unione Europea (e, accompagnata dai relativi documenti internazionali, in tutto il mondo), deve essere accompagnata da un altro documento d'identità (passaporto o carta d'identità valida per l'espatrio). Vengono spesso irrogate multe (raramente sanzioni più pesanti) a chi cerca di uscire dall'Italia con solo la patente.

Nel mondo

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Per approfondire, vedi: Elenco dei visti per i cittadini dell'UE.

La regola generale per i viaggi internazionali è che avrete bisogno del passaporto e di un visto rilasciato dal Paese di destinazione, entrambi validi almeno nel momento in cui varcate la frontiera (ma in molti casi i requisiti sono molto più stringenti, si veda oltre). Alcuni Paesi concedono ai cittadini italiani l'esenzione dal richiedere il visto, per cui può essere sufficiente presentarsi alla frontiera col passaporto o può essere necessario richiedere un'autorizzazione preventiva al viaggio, comunque molto più semplice da ottenere di un visto. Ancora, alcuni Paesi di forte attrattiva per i turisti permettono agli italiani di entrare e permanere per fini turistici anche solo con la carta d'identità (ancora una volta solo se valida per l'espatrio).

Passaporto

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Esempio di passaporto italiano con il simbolo biometrico

Il passaporto è innanzi tutto un documento d'identità, rilasciato dalla questura del luogo di residenza ai cittadini italiani che vogliano recarsi all'estero. Formalmente, rappresenta una richiesta alle autorità del Paese estero da parte del Ministero degli Esteri italiano di permettere al viaggiatore di varcare la frontiera e soggiornare sul territorio straniero. Tutti i passaporti dei Paesi dell'Unione Europea hanno una serie di caratteristiche in comune (copertina rosso borgogna, dicitura "Unione Europea" in copertina, diciture nella lingua nazionale e almeno in inglese, più una legenda che traduca tutte le diciture nelle 24 lingue ufficiali dell'Unione). I passaporti italiani rilasciati a partire dall'ottobre 2006 sono detti "elettronici" o "biometrici", cioè includono nella copertina un chip elettronico RFID ("identificazione a radiofrequenza", leggibile cioè senza contatto diretto con la superficie metallica del chip) che contiene una versione in alta definizione della fotografia, tutti i dati contenuti nella pagina principale del passaporto (quella che contiene anche la foto) e le impronte digitali del titolare. Il tutto è criptato in modo che i dati salvati sul chip si possano leggere solo inserendo alcune delle informazioni contenute nel passaporto stesso (cioè, assicura che solo chi può leggere fisicamente la pagina principale possa anche leggere il chip elettronico, evitando in teoria che malintenzionati possano carpire la informazioni a distanza) e che le informazioni inserite originariamente non siano state modificate (cioè, evita che si possa modificare la foto digitale in un passaporto rubato in modo che corrisponda all'aspetto del ladro). La pagina principale del passaporto contiene anche una fascia che riporta alcuni dei dati personali in formato leggibile otticamente, che permette, assieme al chip biometrico, di velocizzare il passaggio delle frontiere: viaggiando per via aerea con un passaporto biometrico (ormai la maggioranza), per esempio, i cittadini europei maggiorenni possono passare la frontiera dell'area Schenghen (in entrata e in uscita) usando tornelli automatici. Un passaporto biometrico è obbligatorio per avvalersi del Visa Waiver Program per gli Stati Uniti e quindi poter richiedere l'ESTA.

A partire dal 2014, non è più necessario pagare la tassa annuale di concessione (in precedenza, ogni 12 mesi dall'emissione del passaporto bisognava apporre e far annullare con timbro datario una marca da bollo da € 40,29).

Ormai da alcuni anni, tutti i cittadini italiani, anche neonati, devono viaggiare con il proprio passaporto individuale: i vecchi passaporti con le foto e i dati dei figli valgono solo per il genitore (cioè il titolare). I passaporti rilasciati ai minori hanno scadenze ridotte (3 anni se il titolare ha meno di 3 anni, 5 se ha più di 3 anni ma è minorenne) e procedure particolari per il rilascio. Le informazioni più dettagliate sono fornite dal sito della Polizia di Stato e da quello dell'ambasciata italiana nel vostro Paese di residenza.

Alcune importanti raccomandazioni:

  • Verificate sempre che il passaporto non sia scaduto o in procinto di scadere: molti Paesi richiedono una validità residua di alcuni mesi per concedere il rilascio di un visto o il passaggio della frontiera. Tra i Paesi con le regole più strette c'è la Cina: per ottenere un visto, oltre a soddisfare gli altri requisiti, è necessario che il passaporto sia valido per sei mesi calcolati a partire dalla data prevista di uscita dalla Cina (quindi il passaporto deve scadere almeno sei mesi dopo il giorno per cui è prenotato il volo di ritorno)
  • Alcuni Paesi possono negarvi l'ingresso se avete sul passaporto visti o timbri di particolari Stati. L'esempio tipico è il timbro di Israele, che vi impedirà l'accesso nella maggior parte dei Paesi arabi (viceversa, il timbro di frontiera apposto da un Paese arabo è spesso motivo di lungaggini all'ingresso in Israele). A tal scopo, è possibile richiedere in questura un secondo passaporto, in modo da usarne uno per entrare e uscire da Israele e l'altro per i Paesi arabi limitrofi
  • Assicuratevi di avere sufficienti pagine libere sul passaporto per far apporre tutti i timbri e gli adesivi necessari: i visti di molti Paesi spesso occupano un'intera pagina, e c'è bisogno di almeno un'altra pagina libera per i timbri di entrata e uscita, questo per ogni Paese che visiterete
  • Custodite il passaporto in modo che non si pieghi, buchi, scaldi o bagni: rischiate di danneggiare il chip elettronico contenuto nella copertina, e questo potrebbe impedire (o rallentare) il passaggio della prossima frontiera. Non serve essere troppo ansiosi: è comunque progettato per essere usato in viaggio, quindi normalmente sopravvivrà per i dieci anni di validità
  • Quando siete all'estero e girate in città, può essere saggio lasciare il passaporto nella cassaforte dell'albergo e avere su di voi una fotocopia e un altro documento che attesti la vostra identità: per quanto privi di valore legale, saranno più che sufficienti in caso di controlli a campione (nel caso verrete accompagnati in albergo per recuperare il documento originale). Ovviamente, se viaggiate all'interno del Paese dovrete avere con voi gli originali.

Rilascio del passaporto
Per informazioni aggiornate sul processo di richiesta del passaporto ordinario italiano, consultate la guida della Polizia di Stato sul passaporto, mentre per altre informazioni di viaggio relative ai documenti richiesti per il viaggio è sempre bene fare riferimento all'aggiornato e completo portale Viaggiare Sicuri del Ministero degli Esteri. Accedere al sito passaporti online con SPID/CIE per richiedere online il passaporto e per prenotare ora data e luogo per presentare la domanda, eliminando le lunghe attese negli uffici di polizia. Controllare per tempo la necessità di ottenere il passaporto in modo da poter usufruire di date disponibili per la prenotazione di un appuntamento.

Per approfondire, vedi: Visto d'ingresso.
Requisiti di visto per chi viaggia con passaporto italiano:
      Libertà di circolazione

      Viaggio senza visto o autorizzazione elettronica

      Visto all'arrivo

      Visto elettronico

      Visto pre-approvato, ritirare all'arrivo

      Visto ordinario da richiedere in una rappresentanza diplomatica o consolare

Il visto è un'autorizzazione a varcare la frontiera e a rimanere sul territorio nazionale che lo Stato estero concede a cittadini stranieri. Va richiesto presso l'ambasciata o il consolato del Paese che volete visitare e da loro viene rilasciato: tipicamente dovete richiederlo dallo Stato in cui avete la residenza (quindi un residente in Italia che voglia andare in India dovrà fare richiesta presso l'ambasciata d'India a Roma o presso il consolato generale d'India a Milano). Il visto ha alcune importanti caratteristiche

  • Ha una durata predefinita: siete tenuti a indicare, facendo richiesta, la durata della vostra permanenza.
  • Per molti Stati avete abbastanza libertà nel pianificare il vostro ingresso nello Stato: l'unico limite è la "validità del visto". Questo termine indica la data entro la quale dovete varcare la frontiera in ingresso (spesso 3 mesi dalla data di emissione del visto): da quella data in poi, tipicamente, si calcola la durata di permanenza (che in molti casi è fissata in un massimo di n mesi) entro la quale dovrete già essere usciti dal territorio dello Stato. Tale durata viene spesso fatta valere con molto puntiglio dagli agenti di frontiera, in primo luogo perché è un modo facile di racimolare soldi sotto forma di multe, ma anche perché la violazione dei termini del visto è spesso collegata a fenomeni di traffico o immigrazione illegali. Questa violazione vi espone a una multa, all'espulsione e al divieto di rientrare nel Paese per alcuni mesi o anni (il che significa anche che, una volta scaduto il divieto formale, avrete comunque molte difficoltà a ottenere un visto per quel Paese)
  • Può essere concesso per un certo numero di ingressi o per un numero illimitato. Un visto a ingresso singolo viene annullato al passaggio della frontiera riportandone la data: da quel momento in poi se uscite dal Paese a qualsiasi titolo dovrete richiedere un nuovo visto (o una sua estensione, a seconda del meccanismo usato nel Paese in questione). Un visto a ingressi multipli vi permette di varcare la frontiera in entrata per un certo numero di volte: avrete bisogno di un visto di questo tipo durante un viaggio di lavoro o un itinerario turistico particolarmente complesso (quindi, all'atto della richiesta, accertatevi di chiarire le vostre necessità). I visti che permettono ingressi illimitati sono concessi tipicamente per permanenze di medio-lungo periodo, come nel caso dei visti di lavoro.
  • Alcuni Stati emettono, anche a fini turistici, visti con ingressi illimitati. I visti a ingresso multiplo hanno una struttura che varia da Stato a Stato, ancor più dei visti a ingresso singolo. Spesso prevedono una permanenza massima di n mesi tra un ingresso e l'altro, che si resetta a ogni nuovo ingresso: per evitare che questo meccanismo sia sfruttato per restare nello Stato a tempo indefinito (facendo una breve gita in un altro Paese ogni n mesi), alcuni visti prevedono una scadenza complessiva del visto (per esempio, possono anche permettere ingressi illimitati e permanenze di massimo 90 giorni per ogni ingresso, ma all'interno di una cornice massima di 180 giorni tra il primo ingresso e l'uscita definitiva dal territorio dello Stato). Si consiglia di assumere informazioni dettagliate presso l'ufficio che rilascia il visto e sul portale Viaggiare Sicuri del Ministero degli Esteri
  • È concesso per un fine ben specifico cui corrispondono determinate "categorie" di visto: turismo, studio, affari, ecc. Spesso, soprattutto in Paesi con forte controllo sui media, ci sono categorie di visti apposite per i giornalisti. I titolari di passaporto diplomatico in alcuni casi hanno una categoria di visto dedicata. I visti turistici normalmente vietano di lavorare, a qualsiasi titolo (gratuitamente o dietro compenso)
  • Alcuni Paesi richiedono che anche i viaggiatori in transito (cioè chi fa scalo in un aeroporto di quello Stato recandosi in un altro Paese) siano dotati di visto. A costoro è concesso un visto di transito che non permette di uscire dall'aeroporto Di solito la compagnia aerea vi fa presente l'obbligo di ottenere questo tipo di visti, ma come al solito le migliori fonti di informazioni sono l'ambasciata del Paese in questione presso l'Italia e il portale Viaggiare Sicuri del Ministero degli Esteri. Viceversa, la maggior parte dei Paesi del mondo ha un'esenzione dal visto per chi fa solo scalo nei propri aeroporti. Si veda la sezione Viaggio senza visto. Se però fate uno scalo "lungo" che prevede un pernottamento in albergo si applicano regole diverse e in molti casi è richiesto un visto turistico.
Visto turistico della Repubblica Popolare Cinese

Alcune avvertenze

  • Tenete a mente che ciò che legittima la vostra permanenza nel Paese estero è il passaporto dotato di visto: se perdete il passaporto sarà anche necessario ottenere nuovamente tutti i visti di cui avete bisogno, anche per il Paese in cui vi trovate al momento (solitamente recandovi al Ministero degli Esteri locale). Similmente, se per qualunque motivo possedete due passaporti (doppia nazionalità, secondo passaporto della stessa nazionalità richiesto per esempio per viaggiare tra Israele e un Paese arabo) dovrete sempre usare il passaporto su cui è stato apposto il visto per il Paese in cui vi trovate; nel caso di secondo passaporto ottenuto per tensioni politiche tra due Stati che visitate basterà effettuare lo scambio tra il posto di frontiera in uscita dal primo Paese e il posto di frontiera di ingresso nell'altro Paese. I visti, infatti, sono sempre legati al numero di passaporto e comunque nella maggior parte dei casi sono adesivi apposti sul passaporto stesso, quindi identificarvi presso le autorità usando il secondo passaporto, privo di visto, può esporvi a conseguenze poco piacevoli
  • In alcuni casi, tipicamente quando lo Stato che volete visitare ha relazioni diplomatiche complicate, può essere necessario fare richiesta di visto presso l'ambasciata o il consolato di un altro Paese; per i cittadini europei questo accade molto di rado, per lo più quando vi trovate già all'estero nello Stato A e dovete richiedere un visto per visitare un altro Stato (B) che non mantiene relazioni diplomatiche con A: in questo caso A e B manterranno relazioni diplomatiche attraverso il patrocinio di uno stato terzo (C), presso la cui ambasciata dovrete fare richiesta di visto.
  • Può accadere anche quando uno Stato, pur mantenendo relazioni diplomatiche con un altro, non abbia in esso alcuna struttura consolare: un esempio sono Italia e Kirghizistan, che pur avendo rapporti diplomatici non hanno le rispettive strutture consolari all'interno degli Stati, ciò comporta che un cittadino italiano che voglia visitare il Kirghizistan dovrà richiedere il visto, per viaggi superiori ai 60 giorni, presso il consolato a Ginevra e riceverà assistenza diplomatica dalle ambasciate italiana in Kazakistan o da quelle francese o tedesca in loco (la prima per accordi diplomatici, le altre in quanto tutti i cittadini comunitari possono ricevere assistenza diplomatica dalle strutture degli altri Stati comunitari se quella dello Stato di cui sono cittadini non è presente).
  • Recentemente si sta affermando la tendenza a dare in gestione esterna il processo di raccolta delle richieste di visto: le ambasciate e i consolati (Cina e India tra gli altri Paesi che vi ricorrono) si servono di società apposite, che hanno un ufficio aperto al pubblico presso cui presentare la documentazione, effettuare i pagamenti e ritirare il passaporto munito di visto al termine del processo. La concessione del visto è una decisione che spetta comunque a un ufficiale consolare, ma questo sistema permette alle ambasciate e ai consolati di avere meno dipendenti e meno costi
  • Chi detiene (anche) la cittadinanza del Paese di destinazione tipicamente non ha bisogno di richiedere il visto, perché uno dei diritti quasi universalmente connessi allo status di cittadino è il cosiddetto right of abode, il diritto di entrare liberamente nel proprio Paese. In alcuni Paesi questo si tramuta in un obbligo: i viaggiatori con cittadinanza cinese (anche se naturalizzati in altri Paesi) devono usare il passaporto cinese per entrare e uscire dalla Cina, e così anche i cittadini statunitensi.
  • In molti Paesi l'autorizzazione finale ad entrare nel Paese spetta agli agenti doganali e di frontiera, che verificheranno la vostra identità, la genuinità del vostro passaporto e del visto e verificheranno che non stiate introducendo sostanze regolamentate o vietate (droghe, colture vegetali o batteriche, parassiti che possano danneggiare l'agricoltura, ecc)

Per la richiesta di visto occorre ricordare che

  • Alcuni Paesi hanno processi di richiesta molto laboriosi e frustranti: per un visto russo è necessario essere invitati da un residente in Russia ed è necessario fornire una lista di tutti gli Stati visitati negli ultimi dieci anni. Informatevi accuratamente sul tipo di documentazione da presentare e procuratevela con un certo anticipo
    • Nella maggior parte dei casi, un visto turistico verrà concesso solo se allegherete alla richiesta un biglietto aereo di andata e ritorno compatibile con le date che avete indicato nella richiesta e la prenotazione di un albergo: può sembrare controintuitivo ma dovrete prenotare voli e alberghi ancora prima di sapere se verrete ammessi nello Stato; tendenzialmente, comunque, i visti turistici sono concessi con una certa facilità
  • Aspettatevi domande sulla vostra fedina penale e sulla vostra affiliazione a particolari movimenti politici o religiosi
  • Soprattutto per visti di categorie diverse da "turismo", può essere necessaria una lettera di invito da parte di un'istituzione o un privato cittadino nel Paese di destinazione, che in linea di massima si fanno in parte garanti del rispetto dei termini del vostro visto (cioè che come studenti frequenterete un corso presso un'istituzione riconosciuta, per esempio).
  • L'approvazione della richiesta di visto può impiegare da pochi giorni a svariati mesi, a seconda della nazionalità del richiedente e dalla tipologia di visto richiesto (i visti di lavoro - diversi da quelli per viaggi d'affari - e per residenza permanente richiedono i tempi più lunghi). Per molti Paesi sono disponibili servizi espressi che riducono considerevolmente i tempi, ma se l'ufficiale consolare che esamina la vostra richiesta ha dei dubbi vi convocherà per un colloquio e questo allungherà molto i tempi
  • Dichiarazioni mendaci o volutamente generiche sono di solito un motivo sufficiente per rifiutarvi il visto e tutte le vostre successive richieste per quel Paese per alcuni anni a venire
  • All'atto di richiesta dovete consegnare il vostro passaporto all'ufficio consolare presso cui effettuate la richiesta (o presso lo sportello dell'agenzia cui l'ambasciata ha delegato la gestione del processo); è quindi evidente che se avete in programma altri viaggi per i quali vi serve il passaporto dovrete pianificare adeguatamente le tempistiche di richiesta del visto in modo che quando vi troverete a partire per altre destinazioni il vostro passaporto non sia "ostaggio" dell'ufficio consolare (in nessun caso infatti vi sarà permesso di ritirarlo prima che si sia conclusa la procedura di emissione del visto). È possibile richiedere in questura o in ambasciata italiana un secondo passaporto, in modo da poter viaggiare più liberamente con uno mentre l'altro è trattenuto per il rilascio del visto; la durata del secondo passaporto può essere limitata nel tempo a discrezione dell'ufficio che lo rilascia (tipicamente, se lo fanno, vi danno almeno il tempo di tornare dai viaggi in programma, compreso quello per cui state chiedendo il visto)

Viaggio senza visto

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Timbro d'ingresso negli Stati Uniti che viene apposto sul passaporto di chi entra col programma ESTA di viaggio senza visto

Il passaporto italiano consente di recarsi in ben 175 Stati e territori senza doversi recare in ambasciata a chiedere il visto (il passaporto italiano è il terzo più "potente" al mondo sotto questo punto di vista, dietro a Germania e Svezia). Questo include vere e proprie esenzioni dal visto (inclusi tutti gli Stati dell'Unione Europea e dell'AELS, di cui si è già parlato), Stati in cui è possibile ottenere un visto all'arrivo e Stati che permettono di ottenere un'autorizzazione elettronica al viaggio, molto più semplice da richiedere di un visto. Questi documenti sono solitamente concessi alle seguenti condizioni

  • L'esenzione dal visto "ordinario" vale solo per alcune categorie, tipicamente per turismo ma in alcuni casi anche per affari.
  • Come chi è in possesso di un normale visto per turismo, chi beneficia dell'esenzione ha il divieto di lavorare, sia gratis sia dietro stipendio
  • L'esenzione ha talvolta dei limiti temporali: una delle durate più diffuse per i turisti è 90 giorni, ma è abbastanza comune vedere anche 30 giorni. Come per i visti a ingressi multipli, è possibile "imbrogliare", uscendo e rientrando dopo pochi giorni per prolungare la propria permanenza, ma fate attenzione perché le guardie di frontiera conoscono questo trucco e nei casi più eclatanti hanno rifiutato l'ingresso. Inoltre, ci sono anche dei limiti formali a questa pratica, simili a quelli imposti per i visti a ingressi multipli. Per le autorizzazioni elettroniche di solito valgono regole simili, per cui vi è concesso rientrare più volte (spesso un numero illimitato) nel territorio dello Stato all'interno di una scadenza generale dell'autorizzazione, spesso più estesa di un normale visto turistico a ingressi multipli (o di un'esenzione dal visto): l'ESTA statunitense vale per due anni, l'eVisitor 12 mesi, ma essendo legate al numero di passaporto scadono assieme a esso se questo accade prima di tali termini.
  • Bisogna avere una fedina penale immacolata nello Stato che si vuole visitare. In caso contrario, è tipicamente necessario richiedere il visto in ambasciata
  • Il passaporto deve avere una validità residua di alcuni mesi (spesso sei)
  • Nel caso in cui facciate scalo in un Paese recandovi in un altro e non usciate mai dall'aeroporto in cui fate scalo, la maggior parte dei Governi prevede l'esenzione dal visto (mentre alcuni, come la Russia, vogliono che chiediate un visto apposito di transito). Tuttavia, per qualunque volo che entri nello spazio aereo degli Stati Uniti, quindi anche se sorvolate semplicemente l'Alaska per andare dalla Russia al Canada ma non atterrate mai negli Stati Uniti, è necessario ottenere l'ESTA. Viceversa, la Cina offre un'esenzione dall'obbligo di visto per 72 ore se si atterra a Pechino, Shanghai e alcune altre grandi città in transito verso un Paese terzo: questo permesso autorizza a uscire dall'aeroporto e girare per la città, ma senza uscirne dai confini

Nel caso di viaggio senza visto e di visto rilasciato all'arrivo, il più delle volte è necessario viaggiare col passaporto, perché verranno apposti dei timbri o degli adesivi (quindi è anche necessario avere un paio di pagine vuote a tale scopo). Alcuni Paesi, come Marocco ed Egitto, permettono di viaggiare con la sola carta d'identità valida per l'espatrio e apporranno timbri e adesivi su un foglio separato, che dovrete conservare con la massima cura. Il visto turistico rilasciato all'arrivo è spesso soggetto a una tassa, da pagare presso sportelli appositi prima di passare la frontiera.

I sistemi di autorizzazione elettronica al viaggio (come l'ESTA statunitense, l'eVisitor australiano e altri) prendono forme diverse, ma in generale si tratta di compilare un modulo su internet indicando i dati dei viaggiatori e rispondendo per ciascuno di essi ad alcune domande volte a verificare se rispettate i requisiti ("le è mai stato rifiutato il visto per l'Australia?"), che poi verranno confrontate con il database del dipartimento dell'immigrazione per verificare se avete risposto sinceramente e se ci sono altri motivi ostativi al rilascio dell'autorizzazione. In generale, l'autorizzazione arriva in tempi brevissimi, ma è consigliabile inviare la richiesta subito dopo aver prenotato i voli e gli alberghi, possibilmente con qualche mese di anticipo, in modo da poter gestire eventuali imprevisti. Come per un normale visto, mentire vi espone a sanzioni come l'esclusione per alcuni anni dall'ingresso nel Paese, mentre se non rispettate i requisiti per il viaggio senza visto avete sempre la possibilità di chiedere regolarmente il visto in ambasciata. Una volta ricevuta l'autorizzazione, tipicamente per email, potrete imbarcarvi sull'aereo (o nave).

Anche in caso di viaggio senza visto, se siete dotati di due o più passaporti è importante utilizzare sempre lo stesso all'interno dello stesso Stato, e segnatamente quello su cui sono stati apposti i timbri ed eventualmente l'etichetta del visto.

Per indicazioni aggiornate, si consiglia di consultare il sito internet dell'ambasciata del Paese di destinazione presso il vostro Paese di residenza e il portale Viaggiare Sicuri del Ministero degli Esteri. In aggiunta, su Wikipedia in inglese c'è una lista dei requisiti di visto per i cittadini italiani, ed è possibile consultare il database Timatic mantenuto dalla IATA che permette di visualizzare i requisiti di visto in base a destinazione, Stato di partenza, Stati di transito e nazionalità.

Nazionalità doppia

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Un fenomeno abbastanza comune è quello di figli nati da genitori di due nazionalità diverse i cui Paesi riconoscono la cittadinanza per ius sanguinis, oppure figli di genitori anche della stessa nazionalità ma nati in un Paese che riconosce la cittadinanza per ius soli. In generale, molti Stati riconoscono la doppia (o multipla) nazionalità, nel senso che non vietano ai propri cittadini di essere cittadini anche di un altro Stato.[1] Questo permette di avere due passaporti (o più, nei casi più complessi) emessi da Stati diversi. I vantaggi per i viaggiatori includono

  • Avere il diritto (che uno straniero non ha) di varcare la frontiera di due o più Stati. Questo, nel caso siano coinvolti Stati membri dell'UE, dà accesso illimitato all'area Schenghen e a procedure facilitate di immigrazione in tutti i posti di frontiera dell'Unione. Procedure facilitate di immigrazione sono offerte da tutti gli Stati per i propri cittadini, quindi la cittadinanza multipla dà accesso a un maggior numero di queste agevolazioni
  • Avere accesso, come individuo, a un numero maggiore di esenzioni dal visto: è possibile scegliere con quale passaporto entrare in un certo Stato in base a quale nazionalità garantisce la maggior praticità (per esempio per entrare in Canada può essere conveniente usare un passaporto statunitense rispetto a uno europeo perché i cittadini statunitensi hanno canali preferenziali per il passaggio della frontiera)
    • Correlato a questo, è possibile usare la nazionalità più "benvoluta" nel Paese di destinazione: questo si accompagna di solito ad agevolazioni sui visti, ma a parità di requisiti per il visto può comunque esserci un ordine di preferenza dato dal prestigio riconosciuto da uno Stato a particolari nazionalità per motivi storici, economici e politici
  • Essere liberi, di fatto, dal problema di depositare il passaporto per l'emissione del visto: disponendo di un secondo passaporto è possibile pianificare con maggiore libertà i propri spostamenti
  • Poter aggirare le restrizioni "politiche", come nell'esempio già citato dei rapporti problematici tra Israele e i Paesi arabi. È come richiedere un secondo passaporto italiano in questura, ma in questo caso si tratterà di un passaporto ordinario con piena validità.
  • In alcuni casi, potrete usufruire di assistenza diplomatica e consolare da parte di entrambi i Paesi di cui siete cittadini, ma ci sono importanti limitazioni e quindi è un caso piuttosto teorico

Tra gli svantaggi citiamo:

  • Se siete cittadini degli Stati A e B e siete in viaggio nel Paese B, in molti casi non potrete ottenere assistenza diplomatica dal Paese A in caso di arresto
    • In particolare, i cittadini cinesi e statunitensi devono entrare in Cina e negli Stati Uniti rispettivamente col passaporto cinese e statunitense, indipendentemente da altre nazionalità detenute. In Cina è pressoché impossibile ottenere assistenza diplomatica dalle ambasciate occidentali se si ha un passaporto cinese.
  • Se siete cittadini degli Stati A e B e siete in viaggio nel paese C, con visto rilasciato da C sul passaporto A, dovete comunque usare sempre il passaporto A
    • Poiché siete stati autorizzati ad entrare nello Stato estero solo per il passaporto A, l'assistenza diplomatica da parte del Paese B vi potrebbe essere negata dalle autorità del Paese C

Alcuni Stati impongono alcune restrizioni alla nazionalità multipla. In generale, più un Paese è culturalmente isolato e interessato da fenomeni di emigrazione più severe saranno le limitazioni sulla nazionalità: ad esempio l'Iran arriva a considerare come cittadini iraniani tutte le persone di discendenza iraniana da parte di padre, anche se hanno formalmente rinunciato alla propria cittadinanza iraniana o non l'hanno mai avuta: a queste persone (formalmente e di fatto di nazionalità straniera), entrate in Iran, verrà negata ogni assistenza diplomatica dalle autorità del loro Paese. Tra i Paesi occidentali spicca la Norvegia, che non ammette la doppia nazionalità per naturalizzazione, a meno che una persona non venga naturalizzata in Norvegia e abbia già la nazionalità di un Paese la cui legge non permette di rinunciare alla cittadinanza, oppure se la naturalizzazione in un altro Stato avvenga senza che il cittadino norvegese ne abbia fatto richiesta. La Svezia ammette la doppia cittadinanza, ma se la persona non ha mai vissuto in Svezia dovrà, una volta diventata maggiorenne, presentare una richiesta al dipartimento dell'immigrazione o in ambasciata dichiarando di voler mantenere la cittadinanza, salvo che ci siano inequivocabili indizi di forti legami con la Svezia. La Francia richiede in alcuni casi di presentare una richiesta e sostenere un colloquio per mantenere la cittadinanza francese acquisita per nascita assieme a un'altra. L'Italia la riconosce e ammette senza limitazioni.

In caso di emergenza

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Può capitare che il passaporto venga perso, rubato o distrutto all'estero. In tal caso è necessario, nell'ordine:

  1. Denunciare la scomparsa o il furto alle autorità di polizia dello Stato in cui ci si trova. A tal fine, è opportuno conservare separatamente il passaporto e altri documenti che possano provare la propria identità (carta d'identità, patente, eventuali tesserini con foto e generalità, come il tesserino dell'università), e avere in un luogo sicuro una fotocopia del passaporto, che includa anche la pagina su cui è stato apposto il visto, in modo da poter compiere tale denuncia più agevolmente. Se il passaporto è solo distrutto (per esempio, si è strappata la pagina con i dati personali, si è danneggiato irrimediabilmente il chip elettronico nella copertina o ci sono lacerazioni visibili) andate al punto 2
  2. Recatevi all'ambasciata italiana nello Stato in cui vi trovate, o al consolato generale (verificando su internet che sia abilitato a gestire le richieste di nuovo passaporto) e spiegate la situazione. Dovete portare la denuncia di smarrimento o furto, o il passaporto deteriorato in base alla situazione. In base all'urgenza, verrà avviata la procedura di rilascio di un nuovo passaporto ordinario o vi verrà rilasciato un passaporto d'emergenza (più breve da emettere). Tenete presente che anche in questo caso la procedura sarà molto più rapida se presenterete in ambasciata il maggior numero possibile di documenti in grado di confermare la vostra identità (compresa una fotocopia del passaporto smarrito o rubato). È anche necessario portare con sé due fototessere
  3. Una volta ottenuto il nuovo passaporto, contattate le autorità di polizia o il ministero degli esteri dello Stato in cui vi trovate per ottenere il rilascio di un nuovo visto. Se siete entrati nel Paese con un programma di viaggio senza visto o un'autorizzazione elettronica, quasi certamente vi sarà stato apposto un timbro sul vecchio passaporto, e quindi è questo timbro che dovrete far apporre anche sul nuovo passaporto (oltre, eventualmente, a far aggiornare i dati nella vostra autorizzazione elettronica al viaggio). Anche in questo caso, aiuta avere la fotocopia del visto precedente, e di solito è obbligatorio allegare alla richiesta di visto la denuncia di smarrimento o furto o mostrare il passaporto deteriorato
  4. A questo punto, se il vostro viaggio prevede altre mete per cui avevate preventivamente richiesto il visto sul passaporto smarrito, rubato o distrutto, recatevi all'ambasciata degli Stati che dovete visitare e richiedete i visti necessari. Portate sempre con voi la denuncia di smarrimento, la fotocopia del passaporto precedente con i visti e/o il passaporto deteriorato. Se siete fortunati (ma tipicamente solo se il passaporto precedente è "solo" deteriorato o distrutto e il visto rilasciato da quel particolare Paese è ancora leggibile e intatto), vi verrà concesso l'endorsement, cioè la trascrizione sul nuovo passaporto dei dati del visto emesso sul vecchio passaporto: in questo caso dovrete entrare in quello Stato con entrambi i passaporti, quello deteriorato con dentro il visto e quello nuovo che vale come documento di viaggio, con la trascrizione dell'endorsement
    • Se per le prossime mete avevate ottenuto autorizzazioni elettroniche, il processo dovrebbe essere un po' più semplice. Dovreste essere in grado di modificare i dati del passaporto via internet o telefonando a un numero apposito. D'altra parte, è anche possibile che per prevenire usi illegali di questa possibilità vi venga chiesto di presentarvi di persona all'ambasciata del Paese che ha rilasciato l'autorizzazione.
  5. È una buona idea fotocopiare senza indugio il nuovo passaporto ad ogni fase
  6. Non dimenticate, se avevate registrato i dati di viaggio presso la compagnia aerea (cioè avete fornito le API, advanced passenger information), di aggiornare quelli relativi a passaporto e visti

Se nello Stato in cui vi trovate non esiste una rappresentanza diplomatica o consolare dell'Italia, in quanto cittadini europei avete diritto a ricevere assistenza dall'ambasciata o dal consolato di un qualunque altro Stato dell'Unione Europea nel Paese in cui vi trovate. Si veda anche la sezione Emergency Travel Document. Se avete anche la cittadinanza di un Paese non europeo, potrete ottenere limitata assistenza diplomatica da parte dell'ambasciata di tale Paese, ma se anche foste in grado di ottenere un passaporto tramite essa aspettatevi lungaggini burocratiche, ancor più accentuate se lo Stato in cui vi trovate non riconosce la doppia nazionalità (v. oltre).

Tenete presente che quando denunciate il furto o lo smarrimento di un passaporto, questo viene inserito in un database che lo segnala alle forze di polizia di tutto il mondo. Quindi, se in seguito vi rendeste conto di averlo semplicemente lasciato in una valigia o sul fondo di un cassetto, non vi sarebbe comunque possibile continuare a utilizzarlo: dovrete aspettare che l'ambasciata vi rilasci il nuovo passaporto e che vi vengano rilasciati i visti e timbri necessari. Tentare di usare un passaporto segnalato come rubato vi darà problemi al primo passaggio in un aeroporto, e vi troverete a dover dare delle spiegazioni.

Passaporto temporaneo

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Se le circostanze non permettono all'ambasciata italiana di rilasciare un passaporto ordinario vi verrà emesso un passaporto temporaneo, un documento con validità massima di 12 mesi e privo di chip elettronico. Va fatto presente che la maggior parte delle esenzioni per i visti vale solo per chi viaggia con passaporto ordinario (e dotato di chip elettronico per i dati biometrici), quindi se vi verrà rilasciato un passaporto temporaneo dovrete chiedere il visto per tutte le destinazioni al di fuori dell'area UE/AELS.

Emergency Travel Document

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Se ricorrete all'aiuto dell'ambasciata di un altro Paese europeo, vi può essere rilasciato solo un Emergency Travel Document (ETD), un documento di identità d'emergenza con validità estremamente limitata: è valido per un solo viaggio di ritorno in Italia o in un altro Paese europeo in cui avete la residenza permanente, e per il periodo di tempo strettamente necessario a effettuare tale viaggio. Il procedimento per richiederlo è lo stesso visto in precedenza per il rilascio del passaporto all'ambasciata italiana.

Veicoli

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Per approfondire, vedi: Viaggiare in macchina.

In Italia come in tutti i Paesi del mondo, è obbligatorio avere la patente per condurre le automobili. Per la guida di ciclomotori (motorini, Apecar, ecc) è talvolta richiesta un'abilitazione (patente AM in Europa), altre volte si possono noleggiare senza problemi. I veicoli, in linea di massima, devono sempre essere assicurati contro i danni e la responsabilità civile, e negli Stati in cui ciò non è richiesto è comunque opportuno dotarsi di una polizza (molte compagnie di noleggio auto la includono nel prezzo). I veicoli nella maggior parte dei Paesi devono essere dotati di libretto di circolazione, ma per esempio negli Stati Uniti la polizia di solito vuole solo vedere la patente. L'Italia ha delle convenzioni con alcuni Paesi esteri (tutta l'Unione Europea, Algeria e Turchia) in modo che le rispettive patenti siano riconosciute senza ulteriori obblighi.

Moltissimi Stati poi aderiscono alla Convenzione di Vienna o alla Convenzione di Ginevra per le patenti, per cui per guidare da straniero in tali Paesi è necessario ottenere un certificato che riconduca alle categorie della Convenzione l'abilitazione posseduta dal conducente. Tale certificato è detto "permesso internazionale di guida" e in Italia si richiede in motorizzazione: non sostituisce in nessun caso la patente, ma deve essere presentato assieme alla patente italiana in caso di controlli; inoltre, è del tutto privo di valore sul territorio italiano. È opportuno informarsi presso l'ambasciata italiana nel Paese di destinazione per sapere se e quale permesso è necessario richiedere: Australia, Stati Uniti, Thailandia e Giappone hanno aderito alla Convenzione di Ginevra e non a quella di Vienna.

Infine, in alcuni Stati che non aderiscono a nessuna delle Convenzioni appena citate (come la Repubblica Popolare Cinese) è consentito guidare veicoli solo se in possesso di una patente locale, opzione evidentemente non praticabile per i turisti. In questo caso dovrete servirvi di taxi, trasporti pubblici e noleggio con conducente. Del resto, nel caso della Cina è meglio così, dato che lanciarsi nel traffico di Pechino (o, peggio, nelle strade provinciali piene di buche e guidatori spericolati) senza esperienza può essere molto pericoloso.

Va ricordato che, mentre in Italia la patente è un documento d'identità, questo all'estero non vale e quindi sarà necessario avere a portata di mano il passaporto (o la carta d'identità valida per l'espatrio dove applicabile), o come minimo una fotocopia se state guidando in città e potete convincere gli agenti di polizia ad accompagnarvi in albergo per recuperare l'originale dalla cassaforte.

Natanti e imbarcazioni

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Per approfondire, vedi: Regole da rispettare viaggiando in barca.

Nelle acque territoriali italiane, è necessaria la patente nautica nei seguenti casi:

  • Si naviga a più di sei miglia nautiche dalla costa
  • Il motore supera determinati limiti di cilindrata:
    • 750cc per motori a iniezione o carburazione e due tempi
    • 1000cc per motori a carburazione quattro tempi fuoribordo o iniezione diretta
    • 1500cc per motori entrobordo quattro tempi
    • 1000cc per motori a ciclo diesel
  • Il motore ha più di 40,8cv
  • Si conduce una moto d'acqua
  • Si conduce un'imbarcazione per lo sci d'acqua (in questo caso serve che ci sia a bordo un altro adulto certificato per il salvataggio)
  • L'imbarcazione supera i 24 metri di lunghezza (in questo caso serve la patente di tipo B, più difficile da ottenere)

Questo significa che molte imbarcazioni che troverete pronte per il noleggio in spiaggia possono essere condotte senza patente per una gita sottocosta.

Esiste, a monte dell'obbligo di patente, anche un requisito di età: per barche di lunghezza superiore a 10 metri bisogna essere maggiorenni, e chi ha meno di 14 anni è limitato a condurre natanti con superficie velica inferiore a 4 metri quadrati, o un natante a remi fino a un miglio di distanza dalla costa.

Non fatevi ingannare dal fatto che non si faccia menzione di barche a vela: la maggior parte di esse deve per legge avere un motore ausiliario che spessissimo fa scattare l'obbligo di patente (a prescindere dal fatto che pianifichiate di usarlo o meno).

Per la patente A, esistono ulteriori categorizzazioni:

  • La patente specifica se il possessore è abilitato a navigare oltre 12 miglia dalla costa: per l'estensione oltre 12 miglia, gli esami sono più estesi e includono la conoscenza delle dotazioni di sicurezza necessarie alla navigazione d'altura, oltre a un esame più approfondito di carteggio nautico
  • La patente, di base, abilita alla conduzione di imbarcazioni a motore, a vela, e a propulsione mista, ma su richiesta del titolare può essere limitata per "solo motore". L'esame pratico per la patente "vela e motore" include specificamente esercizi di navigazione a vela, mentre per la patente limitata si svolge direttamente su un'imbarcazione a motore

La patente nautica è emessa ai maggiorenni dalla Capitaneria di Porto competente per il luogo di residenza del richiedente dopo il superamento di esami teorici (tipicamente un questionario a risposta multipla), di carteggio (svolgimento di esercizi sulla carta nautica), e pratici (comando e condotta di un'imbarcazione per cui sia necessaria la patente).

A livello internazionale, non esiste uno standard per l'abilitazione alla condotta di imbarcazioni, né per il riconoscimento delle abilitazioni conseguite all'estero. In Olanda e Svizzera esistono documenti paragonabili alla patente nautica, mentre nel Regno Unito esistono solo certificazioni emesse dal Royal Yatch Club, le quali però hanno assunto un valore semi-ufficiale per via della qualità dei corsi e del rigore degli esami.

Per chi volesse semplicemente noleggiare una barca a vela in spiaggia senza dover seguire ogni volta un corso o pagare per venire accompagnato da un istruttore, esiste la possibilità di conseguire dei patentini appositi presso scuole di vela private che vengono riconosciuti da altre scuole affiliate in tutto il mondo. In Italia, potete rivolgervi a una scuola affiliata alla VDWS: dopo aver seguito un corso di circa una o due settimane (potete dedicare anche solo un paio d'ore al giorno) riceverete un patentino che certifica che sapete condurre una piccola barca a vela (una "deriva", nulla quindi che possa richiedere la patente nautica), e vi permetterà di noleggiare una barca in qualunque altra scuola affiliata VDWS nel mondo. Anche le scuole affiliate alla Federazione Italiana Vela rilasciano simili certificazioni, riconosciute da altre scuole affiliate FIV e potenzialmente anche all'estero dalle rispettive federazioni sportive nazionali.

Animali

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Per approfondire, vedi: Viaggiare con animali.

Portare animali da compagnia attraverso una frontiera richiede alcuni adempimenti e non è sempre la cosa più semplice da fare. Nella maggior parte dei casi l'animale dovrà essere in regola con le vaccinazioni e con altre profilassi antiparassitarie, certificate dalla Asl con tempistiche che variano a seconda del Paese di destinazione. Per i viaggi di cani, gatti e furetti all'interno dell'Unione Europea è necessario richiedere alla Asl il "passaporto per animali da compagnia", che certifica in maniera standardizzata all'interno dell'Unione che l'animale sia in regola con le vaccinazioni (l'unica obbligatoria in questo caso è quella antirabbica). Il giorno prima della partenza, è necessario far certificare dal veterinario, con la vidimazione del passaporto, che l'animale è in condizioni di viaggiare. Poiché molti Paesi hanno regole diverse, è sempre opportuno informarsi presso l'ASL e sul portale Viaggiare Sicuri.

È anche importante documentarsi per tempo su quali documenti siano richiesti dalla compagnia aerea (o altra società di trasporto) per poter trasportare un animale domestico.

Per portare e trasportare armi a livello europeo è necessaria la Carta Europea d'Arma da Fuoco, che si richiede in Questura. Esistono comunque limitazioni anche all'interno dell'Unione Europea, e al di fuori di essa la situazione varia grandemente da Paese a Paese; negli Stati Uniti addirittura da Stato a Stato, con lo Stato di New York che permette solo il trasporto di armi scariche in custodia ai non-residenti fino a Stati come l'Alabama e il Texas che permettono il porto "scoperto" di armi cariche - cioè è permesso girare per strada imbracciando un fucile carico. Non è detto però che le regole che valgono per i locali siano valide per i turisti, quindi è sempre opportuno informarsi con l'ambasciata italiana nel Paese di destinazione o sul portale Viaggiare Sicuri.

In Italia è obbligatorio il porto d'armi per portare armi al di fuori della propria abitazione; per il semplice trasporto è necessaria un'autorizzazione ad hoc, ma chi ha già il porto d'armi per scopi venatori o sportivi non ne ha bisogno, perché nell'attività di caccia e nel tiro sportivo è sottintesa la necessità di dotarsi periodicamente di armi nuove; invece si presume che chi ha il porto d'armi per difesa personale abbia bisogno solo di un'arma e quindi ulteriori acquisti devono essere autorizzati. Va ricordato che in Italia il porto d'armi vale come documento d'identità, mentre all'estero non è così.

  1. Qui cittadinanza e nazionalità sono usati in senso intercambiabile. Tecnicamente, e in alcuni Paesi più che in altri, si può avere la nazionalità (e quindi il passaporto) di un certo Stato senza esserne pienamente cittadini, in quanto la cittadinanza è legata a diritti soggettivi come il diritto di voto che non sempre sono estesi a chi risiede all'estero. D'altra parte, i cittadini di uno Stato ne hanno sempre la nazionalità. In italiano non esiste la distinzione lessicale tipica dell'inglese tra chi è cittadino (citizen) e chi ha "solo" la nazionalità di un certo Stato (national, sostantivo). Per quanto riguarda il rilascio del passaporto, esso è solitamente concesso sulla base della nazionalità, quindi in questo contesto non c'è rischio di confusione. Altro discorso sono le eventuali limitazioni legali alla doppia nazionalità, cioè istituti per cui si perdono la cittadinanza e la nazionalità (e quindi il diritto di ottenere un passaporto) se non si risiede nel Paese per un certo periodo o non si fa una richiesta esplicita per mantenerle.

Vedi anche

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TematicaUsabile: l'articolo rispetta le caratteristiche di una bozza ma la maggior parte delle sezioni ha contenuti. Nel complesso ha almeno una buona panoramica dell'argomento.