Tornata è un centro della Lombardia.

Tornata
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Tornata
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Sito istituzionale

Da sapere modifica

Cenni geografici modifica

Si trova nella fertile pianura padana della bassa Lombardia, nel comprensorio Oglio Po casalasco viadanese. Dista 23 km. da Casalmaggiore, 28 da Viadana, 28 da Cremona, 32 da Mantova. È in fregio all'ex strada statale 10 Cremona - Mantova


Cenni storici modifica

Ritrovamenti sporadici di epoca preistorica indicano una certa frequentazione umana prima dell'epoca romana, ma la presenza stabile dell'uomo si delinea con la centuriazione del territorio del Municipium di Cremona nel I secolo avanti Cristo, ancora di facile lettura sulle mappe della zona.

Un documento del XV secolo cita Olza de Tornata, ad indicare un territorio irriguo ricco di acque (olza indica un terreno contornato da acqua). Il paese, discosto dalle vie di comunicazione più importanti e isolato fra la boscaglia che copriva la zona, non ebbe una particolare rilevanza nella storia, pur trovandosi in una zona confinante con Bozzolo e il Ducato di Mantova. Più di spessore pare essere il ruolo di Romprezzagno, ora frazione di Tornata, che ebbe un castello in funzione di avamposto verso i confinanti Gonzaga e che fu feudo della nobile famiglia dei Bellotti.

Come orientarsi modifica

  Tornata


Come arrivare modifica

In aereo modifica

 


In auto modifica

Pur essendo un po' appartata, si trova a poca distanza dalla strada statale 10 Cremona - Mantova   e dalla provinciale 66   Casalmaggiore - Bozzolo

In treno modifica

 



Come spostarsi modifica


Cosa vedere modifica

 
Affresco XV secolo - Madonna col Bambino
 
Altare
  • Chiesa parrocchiale di Sant'Antonio Abate e Sant'Ambrogio Vescovo. Nasce come Oratorio di casa Sommi, ceduto poi ai Ripari. La sua funzione di chiesa parrocchiale inizia nel 1675; l'investitura avviene per comodità degli abitanti, poiché l'antica parrocchia di Sant'Ambrogio, di cui attualmente non si ha più traccia, si trovava fuori paese, sulla strada per Romprezzagno.
    Di gusto romanico nella facciata in cotto, con rosone centrale e portale lavorato e sormontato da un arco a tutto sesto, la chiesa è il frutto di una ricostruzione dei primi Novecento, a seguito di un evento catastrofico. Riedificata ad una sola navata, conserva del precedente tempio il presbiterio e il coro. In precedenza aveva invece la navata centrale affiancata da due navate laterali.
    Conserva all'interno un affresco della Madonna col Bambino databile al Quattrocento, di chiara ispirazione bizantineggiante (si notino nella Madonna le mani a forchetta). L'affresco fu collocato in questo edificio quando venne strappato dall'antica chiesa di Sant'Ambrogio prima della sua demolizione, per salvare l'immagine che era oggetto di grande venerazione. Si tramanda che il 7 maggio 1521 la Madonna si sarebbe qui rivelata ad un bambino dodicenne di Tornata.
    Nell'Ottocento un artista anonimo raffigurò sopra l'affresco l'effigie di un'altra Madonna, che nascose l'antica immagine fino al 1971. In quell'anno infatti, con una preziosa opera di recupero, l'affresco quattrocentesco venne riportato alla luce, e venne restituito alla venerazione della popolazione, oltre che al patrimonio artistico locale.
    Della Madonna ottocentesca che lo nascondeva è rimasto il ricordo tramite un quadro esposto sopra l'ingresso della chiesa, opera di un artista locale che l'ha riprodotta.
    La pala d'altare, Madonna e Santi, è un'opera del 1710 di Bernardino Dehò. Fu acquistata nell'Ottocento dalla chiesa di Sant'Antonio Abate di Cremona. È un lavoro giovanile del Dehò, autore che si colloca nella scia del Massarotti.


Eventi e feste modifica


Cosa fare modifica


Acquisti modifica


Come divertirsi modifica


Dove mangiare modifica


Dove alloggiare modifica


Sicurezza modifica


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Tenersi informati modifica


Nei dintorni modifica

  • Romprezzagno — La sua cascina-forte, divenuta poi azienda agricola, svela numerose tracce architettoniche del castello dei Bellotti che anticamente detenevano il paese. La chiesa parrocchiale svela antichi affreschi.
  • Torre de' Picenardi — La villa Sommi Picenardi si è sviluppata da un preesistente nucleo castellano; a partire dal Cinquecento fu trasformata nei secoli successivi fino all'aspetto attuale. Un corpo della villa, di gusto neoclassico, prospetta sulla piazza del paese. Una seconda fabbrica si sviluppa all'interno e si raccorda all'antico corpo del primitivo castello. Un vasto giardino circonda il complesso della villa, attorniato da un ampio fossato con acqua.
  • Bozzolo — Città gonzaghesca, fu capitale di un ducato di un ramo collaterale dei Gonzaga. Vespasiano vi operò urbanisticamente prima di metter mano al suo capolavoro: Sabbioneta; con Giulio Cesare e Scipione definisce il proprio elegante aspetto urbano che risponde agli ideali cinquecenteschi. Delle antiche mura rimane invece solamente un breve tratto gravemente danneggiato da crolli ed incuria.
  • Sabbioneta — Città di fondazione, Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO, mantiene la cerchia muraria entro la quale è rimasta intatta la magia dell'urbanistica ideale realizzata da Vespasiano Gonzaga; il Teatro all'Antica, il Palazzo Ducale, la Galleria, la chiesa dell'Incoronata sono alcuni dei suoi monumenti che spiccano in un contesto che si è mirabilmente conservato.
  • Mantova — Capitale dei Gonzaga, emana ancora il suo sottile fascino di grande città d'arte per la quale la nomina a Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO è stata non tanto un riconoscimento, quanto una doverosa presa d'atto. Ineguagliabili le sue atmosfere antiche, i profili dei palazzi e delle cupole che si stagliano nella foschia padana avvolti dallo specchio dei suoi laghi, la sua sterminata reggia gonzaghesca che ingloba numerosi edifici nel centro città.



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