Fiumedinisi | ||
Stemma | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Sicilia | |
Territorio | Messinese | |
Altitudine | 190 m s.l.m. | |
Superficie | 36,69 km² | |
Abitanti | 1.242 (2022) | |
Nome abitanti | fiumedinisani | |
Prefisso tel | +39 0942 | |
CAP | 98022 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | Maria Santissima dell'Annunziata | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Fiumedinisi è una città della Sicilia.
Da sapere
modificaCenni geografici
modificaFiumedinisi sorge nella omonima valle, sul lato orientale dei monti Peloritani. Il centro urbano si trova sulla sponda destra del torrente Fiumedinisi, a 190 metri sul livello del mare e distante 5 chilometri dalla costa ionica, circondato da alcune delle più alte cime peloritane: il Pizzo Poverello, il Monte Scuderi, il Pizzo Croce, il Pizzo Cavallo e il Pizzo di Frinzi.
Cenni storici
modificaLa fondazione di Fiumedinisi viene fatta risalire al VII secolo a.C., quando un gruppo di coloni greci proveniente da Calcide, attratto dai ricchi giacimenti minerari, si stabilì su una pianura a monte dell'odierno centro abitato, proprio ai piedi del monte Belvedere. Il sito doveva essere già popolato dai Siculi. Fu così fondata la colonia di Nisa (il nome riflette una venerazione del dio greco Dioniso da parte dei fondatori) e al fiume del posto fu dato il nome di "Chrysorhoas" (Aurea Corrente).
Sulla cima del Monte Belvedere, secondo antica tradizione, gli antichi abitanti di Nisa edificarono un tempio dedicato al dio greco Dioniso. Nel 428 a.C., durante la Guerra del Peloponneso la città fu assediata dagli ateniesi, ma i sicelioti nisani e i loro alleati siracusani riuscirono a resistere all'assedio e a respingere gli invasori. Testimonianze archeologiche inducono a pensare che Nisa fosse attiva in epoca romana, con l'attività estrattiva e l'agricoltura.
Con la nascita del Regno di Sicilia il centro abitato fu trasferito presso l'attuale sede con il nome di Flumen Dionisyi. Nel 1197, la valle del Nisi fu teatro della morte dell'imperatore e Re di Sicilia Enrico I, padre di Federico II. Nel 1392, su iniziativa del Re Martino I di Sicilia, Fiumedinisi divenne feudo della famiglia Romano Colonna e conobbe un periodo di ampio splendore. Durante la rivolta antispagnola di Messina del 1674-78 Fiumedinisi fu uno dei pochi centri rimasti fedeli alla Corona spagnola, che vi trasferì il conio druvidiale monetario, subendo però devastazioni e violenze da parte dei messinesi. La ricostruzione avvenne per opera del Re Carlo III di Sicilia, il quale espresse la sua "reale gratitudine" a Fiumedinisi con un messaggio ancora oggi leggibile su una lapide posta sul prospetto principale della chiesa Matrice.
Fiumedinisi fu pesantemente colpito dalla epidemia di peste del 1743 e profondamente devastato dalla tremenda alluvione del 1855 la quale causò la perdita o il danneggiamento di importanti strutture produttive tra le quali la fabbrica di Mussola, la fonderia e lo stabilimento di lavorazione cartacea. Fino agli inizi degli anni '60 dello scorso secolo a Fiumedinisi era ancora attiva l'estrazione mineraria, specialmente nei giacimenti di contrada San Carlo-Mabmisisì.
Come orientarsi
modificaCome arrivare
modificaCome spostarsi
modificaCosa vedere
modifica- 1 Santuario Maria Santissima Annunziata (chiesa madre), Piazza Matrice, 5.
- 2 Chiesa di San Pietro, Via Roma, 40.
- Chiesa di San Nicola di Bari.
- Chiesa della Beata Vergine del Carmine.
- 3 Chiesa Madonna delle Grazie al cimitero.
- Chiesa di Sant'Anna (Nunziatella).
- Chiesa di Sant'Antonio Abate, contrada Motta.
- Chiesa della Santissima Trinità. E ruderi del convento carmelitano della Santissima Trinità.
- 4 Castello Belvedere. È un castello in rovina che risale al XII secolo a un'altezza di circa 750 metri s.l.m. Dal castello, posto su una rupe rocciosa, si può osservare il comprensorio della riviera che si affaccia sullo Stretto di Messina da Scaletta Zanclea a Sant'Alessio Siculo. Edificato con l'arrivo dei Normanni e la nascita del Regno di Sicilia. Non si esclude che presso lo stesso sito, in epoca antecedente, esistesse l'antica acropoli dell'abitato siceliota originario di Fiumedinisi. La fortezza ebbe diversi proprietari, ultimi dei quali furono i Colonna Romano dal 1392 fino al 1900 circa, periodo in cui il Duca Giovanni Antonio Colonna Romano Sonnino lo donò al Comune di Fiumedinisi.
Oggi il Castello si presenta ridotto a un rudere. Si sviluppa su una planimetria pentagonale irregolare, rimangono solo i resti dei muri esterni, qualche muro divisorio interno e l’imponente mastio. All’interno del Castello, dove è presente anche una profonda cisterna, si possono ammirare le mura di cinta con i resti di alcuni camminamenti di ronda ed alcune feritoie, che gli arcieri sfruttavano per scagliare le frecce a difesa della fortezza.
Eventi e feste
modificaCosa fare
modificaFare un trekking nella Riserva naturale orientata Fiumedinisi e Monte Scuderi.
Acquisti
modificaCome divertirsi
modificaDove mangiare
modificaPrezzi medi
modifica- 1 Pizzeria A.C. di Giovanni Famà, Piazza Matrice, n° 7, ☎ +39 3387103604.
Dove alloggiare
modificaSicurezza
modificaCome restare in contatto
modificaNei dintorni
modificaAltri progetti
modifica- Wikipedia contiene una voce riguardante Fiumedinisi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fiumedinisi