Artegna
Artegna - veduta con campanile e castello
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Artegna
Sito istituzionale

Artegna (Dartigne in friulano) è un centro del Friuli-Venezia Giulia.

Da sapere

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Cenni geografici

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Sui primi rilievi prealpini dell'Arco alpino friulano, il paese dista 5 km da Gemona del Friuli, 29 da Tolmezzo, 24 da Udine.

Cenni storici

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Nel 1976 il comune fu devastato dal terremoto del Friuli, che provocò enormi crolli e danni.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Artegna
Il castello

Quartieri

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Il suo territorio comunale comprende la frazione di Sornico.

Come arrivare

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In aereo

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In auto

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  • Casello autostradale Gemona - Osoppo dell'autostrada A23 con cui si raggiungono Palmanova e il confine con l'Austria.
  • Per Artegna passa la strada statale 13 Pontebbana.

In treno

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  • Ha stazione ferroviaria propria sulla linea Tarvisio-Udine, servita da treni regionali nonché dagli autobus del servizio integrato Udine-Tarvisio.

In autobus

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  • L'azienda SAF gestisce corse extraurbane.


Come spostarsi

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Cosa vedere

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  • 46.237313.16131 Chiesa di Santo Stefano in Clama. Sorge ai piedi del monte Faet, poco al di sopra del borgo Clama che prende il suo nome da un'antica casata del paese. L'esistenza di una chiesa in Clama, intitolata a San Leonardo, è attestata da un documento del 1281. La prima traccia documentale della dedicazione della chiesa a Santo Stefano risale al 1431.
    Nel 1977, durante i lavori di restauro successivi al terremoto del 1976, che colpì rovinosamente il Friuli, mentre si rimuove l'altare settecentesco, vengono rinvenute sette lastre di pietra risalenti all'Alto Medioevo, le quali probabilmente appartenevano alla chiesetta e che fanno presupporre che la fondazione dell'attuale chiesa di Santo Stefano risalga almeno al periodo carolingio. Infatti, i motivi decorativi connotano le lastre come elementi di un pluteo e di pilastrini databili tra l'VIII e il IX secolo, secondo quanto suggeriscono i confronti effettuati con analoghi manufatti conservati a Grado, a Cividale del Friuli e a Concordia. Inoltre, il restauro porta alla luce i lacerti di tre distinti cicli pittorici a fresco. Sulla parete di sinistra (dopo il distacco, ricollocato sopra l'ingresso), un primo frammento dell'XI-XII secolo rappresenta l'episodio evangelico della Strage degli Innocenti e un secondo frammento del XII-XIII secolo (dopo il distacco, non ricollocato nella chiesa) raffigura un uomo di profilo; entrambi sono una delle poche testimonianze dell'epoca che si conservino ancora in Friuli. La ricerca di esempi simili di pittura, risalenti alla medesima epoca, ha portato ad un accostamento del primo frammento a un ciclo pittorico (XI secolo) dell'Abbazia di Lambach (Alta Austria), in cui si è riconosciuto un "linguaggio comune", e agli affreschi della Collegiata di San Giorgio a Oberzell (isola di Reichenau, sul lago di Costanza), i cui modi stilistici rinviano alla scuola pittorica dei miniaturisti dell'abbazia benedettina di Reichenau.
    Il terzo strato pittorico, del XV secolo, che occupa le pareti laterali della navata, l'arco trionfale e il vano absidale (gli affreschi, distaccati, sono stati ricollocati nella chiesa poggiandoli su supporti di vetroresina che riproducono esattamente le dimensioni e la curvatura delle pareti interne, così com'erano prima del sisma), viene associato agli affreschi della chiesa di Sant'Antonio di Forame d'Attimis e, quindi, alla cultura figurativa delle vicine regioni nordiche e orientali legate a un linguaggio tardo-gotico
    Il ciclo del XV secolo si compone nel modo seguente:
    1. nell'aula, a sinistra, lo stemma dei signori d'Artegna – la casata dell'umanista Guarnerio d'Artegna; la figura di un orante (il committente dell'opera); il martirio di Santo Stefano;
    2. sull'arco trionfale, l'Annunciazione, secondo la tradizione diffusasi in Friuli dal XIV secolo; la teoria degli apostoli;
    3. nell'abside, la lunetta con Crocifissione e sante Apollonia e Lucia;
    4. nella volta, Cristo benedicente; i simboli dei quattro evangelisti;
    5. sulla parete destra dell'abside, figure di santi (San Sebastiano, San Giovanni Battista, Sant'Antonio Abate, un maiale, un giovane orante);
    6. al sommo delle pareti laterali dell'aula, figure di profeti.
    Chiesa di Santo Stefano in Clama su Wikipedia chiesa di Santo Stefano in Clama (Q3674351) su Wikidata
  • Chiesa di San Martino. Nelle sue forme attuali risale al XVI secolo, a quando cioè gli Arteniesi la ripararono dopo che il terremoto del 1511 l'ebbe rovinata.
    All'esterno sono chiari i segni degli interventi succedutisi nei secoli: se la facciata in pietra levigata e con il disegno del portale ha senz'altro un aspetto rinascimentale, le pareti laterali ci riportano ai tempi precedenti, almeno all'anno 1303, quando la chiesa, distrutta dai castellani come risposta alla rivolta popolare del 1299, fu riedificata.
    Si presume che la chiesa poggi sulle fondamenta della prima cerchia muraria del castello preesistente e che la parete rivolta a sud sia parte dell'antico maschio. Il campanile invece fu terminato nel 1681. Un certo eclettismo è ravvisabile anche all'interno, dove ad un'aula di proporzioni classiche si contrappongono un arco trionfale, un'abside e una cappella laterale in cui evidenti sono le reminiscenze goticizzanti. Fonti documentali fanno ritenere che la chiesa di San Martino esistesse entro la cerchia del castello fin da primi secoli del Medioevo.
    La dedicazione a San Martino potrebbe far supporre una edificazione nel castrum longobardo. La chiesa del resto custodisce una lastra marmorea raffigurante una teoria di agnelli portacroce e risalente al periodo altomedioevale (IX secolo), rinvenuta nella cappellina laterale che, murata nel XVII secolo, fu riaperta negli anni settanta nel corso di lavori di restauro. Sulle pareti si ammira un ciclo pittorico (1530) di Gian Paolo Thanner, friulano, pittore e intagliatore trasferitosi dalla Baviera verso la metà del Quattrocento.
    L'iconografia del ciclo è quello della tradizione, come nella chiesa di Santo Stefano in Clama (episodi del Vangelo, evangelisti, ecc.). Degli affreschi rimangono frammenti nell'abside (crocifissione e passione di Cristo, figure di santi, l'evangelista Giovanni con Sant'Agostino, l'evangelista Marco con San Girolamo e l'evangelista Luca con Sant'Ambrogio) e nella cappella dedicata a San Martino (adorazione dei Magi, San Martino, San Giovanni Battista, San Rocco, e figure genuflesse dei membri della Confraternita dei santi Martino, Battista e Rocco, identificati con i nomi scritti sotto le figure: Jacun da Riu, Pieri Puntus e Jachum Miedi)
  • Colle di San Martino. Il colle di San Martino è un complesso monumentale di cui fanno parte anche la pieve e il castello. La grande chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente risale al 1829 ed è opera di Pietro Schiavi. All'interno è decorata con affreschi di Sebastiano Santi (soffitto, 1832), Leonardo Rigo (presbiterio, 1888-1892) e Aurelio Mariani (coro, 1930). In uno degli altari laterali, è collocato un dipinto del pittore udinese Luigi Pletti, un San Domenico con notevoli arditezze cromatiche e luministiche. Sopra l'altare del SS. Crocifisso, “un grande Crocifisso ligneo del XVI secolo, vicino ai modi di Giovanni Martini.
  • 46.24053713.1530212 Castello. Ricostruito dopo il terremoto del 1976, è quanto resta del fortilizio che fino al XIV secolo occupava la sommità del colle, cingendolo con le sue mura. Appartiene al primitivo edificio – e forse al nucleo più antico – la torre, cosiddetta “longobarda”, che era posta in prossimità della porta d'ingresso. Per il resto l'edificio ha subìto nel corso del tempo diversi rimaneggiamenti. Il castello ristrutturato da poco è ovviamente visitabile.


Eventi e feste

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Cosa fare

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Acquisti

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Come divertirsi

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Dove mangiare

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Dove alloggiare

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Prezzi medi

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  • 46.24231613.1491551 Albergo Ristorante La'Di Copet, Via Guarnerio 21, +39 0432 977390.
  • 46.23961513.1510542 Albergo Gerussi, Via Sottocastello, 26, +39 0432 987499.


Sicurezza

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Farmacia

  • 46.23818213.1556894 Farmacia Zappetti, Via Luigi Menis, 2, +39 0432 987233.


Come restare in contatto

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Nei dintorni

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  • Gemona del Friuli La ricostruzione della città dopo il terribile terremoto del 1976 che la mise in ginocchio è un esempio ineguagliato del valore della sua gente che oltre alle abitazioni ha ricostruito, pietra per pietra, il suo bel Duomo così com'era.
  • Tolmezzo In un'ampia vallata nell'Arco alpino friulano, la città è il centro più importante della Carnia e ne è quindi considerato di fatto il capoluogo.
  • Udine Città principale del Friuli ne è di fatto il capoluogo. Monumentale è la centrale piazza della Libertà, con edifici armoniosi. Il Castello, sorto sul sito del castello dei patriarchi di Aquileia, è un edificio cinquecentesco di poderose dimensioni.


Altri progetti

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