Vadodara
Lakshmi Vilas Palace
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Vadodara
Sito istituzionale

Vadodara (Baroda) è una città del Gujarat.

Da sapere

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Vadodara (o Baroda in epoca coloniale) è un'interessante città. Probabilmente chi si reca in India per la prima volta la scarterà a favore di altre, Agra, per esempio, che, detto per inciso, è una città molto più sciatta e molto meno vivibile. Ma si sa, Il Taj Mahal esercita un richiamo irresistibile ovunque nel mondo. In ogni caso anche Vadodara ha richiami turistici di una certa rilevanza: il vicino sito archeologico Champanier, sotto protezione UNESCO, è una chicca per gli appassionati di archeologia così come lo è, per gli amanti del folcklore, il festival Navratri, celebrato con fervore in tutto il Gujarat ma che proprio a Vadodara trova la sua massima espressione.

Quando andare

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Come altrove nell'India nord occidentale, il periodo migliore per una visita a Baroda si pone tra novembre e febbraio. In questo periodo le temperature sono più miti che nel resto dell'anno con escursioni diurne che oscillano, in media, tra i 13° e i 30° e precipitazioni pressoché inesistenti. Successivamente il termometro s'impenna con massime spesso di 45° a maggio e giugno, mesi decisamente proibitivi per una visita. A luglio la stagione monsonica è nel suo pieno e perdura fino a fine settembre, sempre accompagnata da elevati valori delle temperature medie.

Cenni storici

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Statua equestre di Sayajirao Gaekwad III nel quartiere di Sayajigunj
Gayatri Devi fotografata da Cecil Beaton nel 1940

Vadodara esisteva già nell'VIII secolo d.C. sotto il nome di Ankotakka. Occupava allora lo spazio tra le due anse del fiume dove oggi sta il parco (Baug) Sayaji nel moderno quartiere di Akota. Era dunque un centro ben piccolo ma prospero secondo il racconto tramandatoci da un viaggiatore Jaino del tempo. Ripetute inondazioni del fiume convinsero parte degli abitanti di Ankotakka a riparare più ad est, là dove oggi sta il quartiere coloniale di Raopura. Il nuovo insediamento surclassò presto l'antico. Fu però solo nei primi anni del XVIII secolo che Vadodara assunse un posto di rilievo nel contesto dell'India di allora, dominata, sia pur nominalmente, dagli imperatori Moghul di Delhi. Nel 1726 il generale Pilaji Gaekwad, originario del Maharashtra, si ribellò al potere centrale ritagliandosi un regno personale in questa parte del Gujarat centrale. Otto anni dopo riuscì a sottrarre Vadodara ai nababbi che la governavano in nome dell'imperatore Moghul.

L'epoca d'oro di Baroda coincise con il regno di Sayajirao Gaekwad III (1863 – 1939), un sovrano di stampo illuminato, nonché zelante mecenate. Sayajirao dotò la capitale del suo stato di immensi e sfarzosi palazzi che ricalcavano da vicino lo stile eclettico di fine '800, imperante in molte città d'Europa e d'America, e che egli aveva avuto modo di ammirare durante i suoi viaggi a cadenza annuale nel vecchio e nuovo continente. Dai modi alquanto enigmatici, egli seppe tener testa ai dominatori britannici pur rimanendone un fido alleato. Inaugurò il collegio di Baroda, nucleo dell'odierna università che porta il suo nome, concedendo borse di studio a studenti privi di mezzi economici ma meritevoli, per doti intellettive, di intraprendere carriere scolastiche. Aprì strade e ferrovie e nel 1908 diede vita alla Banca di Baroda, oggi tra i primi istituti di credito del paese. Pur sotto tutela britannica non esitò ad accordare protezione a ferventi fautori dell'indipendenza dell'India. Affidò incarichi amministrativi ben retribuiti al filosofo e nazionalista Sri Aurobindo incontrato a Londra nel 1892. Oggi la casa di Aurobindo a Raopura è stata trasformata in ashram e riceve ancora un discreto numero di visitatori che non hanno dimenticato l'impegno del guru a favore di un'India libera dal giogo britannico.

Il successore di Sayajirao fu il nipote Pratap Singh (1908 – 1968), ultimo maharaja di Baroda deposto nel 1951 dal governo dell'India e in seguito stabilitosi a Londra. Pratap Singh fu un sovrano dalla personalità completamente diversa, preoccupato soprattutto di condurre una vita il più gaudente possibile, attingendo incessantemente al pozzo senza fine dell'eredità ricevuta per esaudire i suoi infiniti capricci mondani. Ignorò le leggi del nonno contro la bigamia e nel 1943 prese una seconda moglie, Sita Devi, soprannominata la "Wallis Simpson dell'India". La coppia riempì pagine e copertine di rotocalchi dell'epoca per la vita sfarzosa condotta a Londra e per i diamanti di enorme caratura precedentemente collezionati da Sayajirao che scintillavano tra le dita di Sita Devi. Nonostante l'attaccamento all'alcol e ai piaceri della vita mondana, Pratap Singh ebbe modo di portare a termine il progetto dell'Università elaborato dal nonno. Trovò anche il tempo di pubblicare, con l'aiuto di eminenti scrittori, una voluminosa e minuziosa biografia dell'avo dal titolo "The Prince and the Man" che ne svela in parte i tratti enigmatici.

Altro discendente di Sayajirao meritevole di un cenno fu la principessa Gayatri Devi (1919 − 2009), divenuta ultima maharani di Jaipur in seguito alle sue nozze con il maharaja Sawai Man Singh II. Anche Gayatri Devi fu un esponente di spicco del jet set internazionale, immortalata da fotografi di fama internazionale nella sua reggia di Jaipur ma molto più simile al nonno di quanto non lo fosse il cugino Pratap Singh. Del nonno materno aveva ereditato la serietà, i modi regali e l'espressione distaccata ed enigmatica. Nonostante non rinunciasse ai piaceri mondani e nonostante la rivista Vogue l'avesse inserita tra le dieci donne più belle del mondo, Gayatri Devi fu aliena da ogni frivolezza. Una volta dissolto lo stato principesco di Jaipur, intraprese una brillante carriera politica. Militò nelle file del partito conservatore Swatantra e fu eletta al parlamento federale (Lok Sabha) con circa 200.000 voti, un record confermato dal libro Guinness dei primati.

Intanto Vadodara aveva voltato pagina. Uscita per sempre dal fiabesco alone tramandatosi sulla scia della raccolta "Le Mille e Una Notte", la città entrò a far parte, prima dello stato di Mumbai e quindi, dopo la dissoluzione di questo, del Gujarat. Nel 1974 il nome Baroda, in voga nel periodo coloniale, fu abolito e sostituito ufficialmente con quello antico di Vadodara, derivato dal sanscrito e significante "nel cuore dell'albero di baniano". Lo strabiliante sviluppo economico della città data dal 1960 in poi, favorito sia dalla vicinanza dei giacimenti di idrocarburi di Baruch e Ankleshwar, sia da una preparatissima mano d'opera rappresentata dagli ingegneri sfornati a ritmo incessante dalla sua prestigiosa università. Il petrolchimico fu il fattore trainante dell'economia cittadina. La mastondotica raffineria di Koyali fu inaugurata nel 1963 con sovvenzioni sovietiche e oggi (2015) è in fase di ulteriore ampliamento. Il settore pubblico gestisce anche grossi impianti di produzione di energia elettrica. Il settore privato è molto diversificato. Recentemente hanno fatto apparizione diverse compagnie operanti nel settore delle tecnologie informatiche che hanno valso a Vadodara il titolo di "Knowledge City". Molte anche le multinazionali presenti in città. Tra queste la tedesca Siemens e la canadese Bombardier; entrambe hanno contribuito alla realizzazione della metropolitana di Delhi. L'aeroporto cittadino è in fase di ampliamento e a breve sarà adibito al traffico internazionale. Ai nostri giorni (2015) Vadodara figura, insieme alla vicina Ahmedabad, nella lista delle dieci città dell'India in più rapida crescita economica.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Vadodara

Supponendo di arrivare in città in treno e di scendere a Vadovara Junction, principale stazione ferroviaria, se uscirete dalla parte delle piattaforme di numero inferiore (1-5) vi ritroverete nel quartiere di Sayajigunj, pieno di alberghi a buon mercato e occupato in gran parte dagli edifici dell'università. Se uscirete invece dalle banchine 6-7 vi ritroverete sulla RC Dutti Road, una delle principali arterie del quartiere di Alkapuri, ugualmente pieno di alberghi di stampo occidentale. Altre strade di interesse del quartiere, unicamente per la presenza di ristoranti e fast food, sono la Old Padra road e la Race Course che si incrociano entrambe alla fine di Dutti Road. Nella sezione nord-ovest di Alkapuri, a cavallo della VIP Road (tratto urbano della strada nazionale n° 8) sono raggruppati i maggiori centri commerciali che offrono, oltre a possibilità di shopping, diversi ristoranti e varie opportunità di svago

Ad est delle linee costituite dalla ferrovia e dal corso del fiume Vishwamitri, il cui letto risulta asciutto al di fuori della stagione monsonica, sta la parte più vecchia di Baroda che vanta la maggior parte dei monumenti che hanno reso celebre la città nel mondo, in primis il fantasioso Laxmi Vilas Palace di fine '800.

Presumendo di percorrere in taxi la strada a scorrimento veloce detta Kuti Road, una volta lasciato sulla nostra sinistra l'imponente palazzo di Kirti Mandir, il cenotafio degli antichi dinasti di Baroda, entreremo nel quartiere di Raopura dove sussistono esempi di architettura coloniale e antiche case di dignitari affrescate secondo i canoni della miniatura di stampo indo-persiano.

La vecchia Baroda si trova ancora più ad est, oltre il lago artificiale Sarasagar dalle cui acque emerge una gigantesca statua di Shiva. Old Baroda è una zona di bazar dove è facile perdere l'orientamento. Tuttavia è proprio qui che si trovano alcune interessanti attrazioni cittadine, come la vecchia biblioteca e le quattro porte di accesso che un tempo si aprivano fra le antiche mura.

Come arrivare

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In aereo

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Vadodara ha un piccolo aeroporto con voli per Mumbai e Delhi.

In auto

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Vadodara dista 1026 da Delhi e 428 km da Mumbai.

In treno

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La stazione di Vadodara si trova sulla ferrovia Delhi-Mumbai. Un'altra linea conduce ad Ahmedabad (115 km).


Come spostarsi

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Cosa vedere

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Vadodara: Tomba di Qutubuddin
  • 22.293973.19141 Lakshmi Vilas Palace. Un lussuoso complesso di palazzi in stile indo-saraceno ordinato dal maharaja Sayajirao Gaekwad III nel 1894. Egli non esitò a sborsare una cifra vertiginosa per ottenere il meglio delle comodità disponibili a quell'epoca. Grande quattro volte volte la reggia di Buckingam Palace, il Lakshmi Vilas è ancora oggi abitato dai discendenti del maharaja. Si può visitare il museo "Maharaja Fateh Singh", ospitato in uno dei palazzi del complesso. Vi sono esposti preziosi mobili del XIX secolo di fattura europea, vasi di Sèvres e ritratti di esponenti della dinastia Gaekwad
  • 22.311573.192 Sayaji Baug. Un vasto parco ad est della stazione ferroviaria. Entro i suoi limiti si trovano il Planetario "Sardar Patel", lo zoo, l'acquario, il Baroda Museum e l'Istituto Orientale
Baroda Museum & Picture Gallery
  • 22.311873.18883 Baroda Museum & Picture Gallery (Vicino alla stazione ferroviaria). Il Baroda Museum comprende collezioni di sculture, avori e miniature. Il pezzo forte è una statua in bronzo di Shiva danzante risalente all'XI secolo e un'altra raffigurante lo stesso dio a fianco del toro Nandi. Particolare curioso di quest'ultima è che il dio indossa un orecchino di foggia maschile e un altro di foggia femminile per sottolineare il carattere ermafrodito della divinità. La galleria di quadri è situata al 1° piano e comprende tele di Rubens, Van Dyck, Poussin e Fragonard. Sono presenti anche opere di Raffaello, Tiziano e Veronese
  • Istituto Orientale, The MS University of Baroda, Pratapgunj, +91 265 2789485, . Vi sono conservati manoscritti in sanscrito. Dipende dall'università di Baroda
  • 22.27787973.2069184 Hazira Maqbar. Mausoleo eretto nel 1586 per ospitare la tomba del qutbuddin (generale) dell'imperatore Akbar


Eventi e feste

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Cosa fare

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Acquisti

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Come divertirsi

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Dove mangiare

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Dove alloggiare

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Prezzi modici

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Prezzi medi

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Prezzi elevati

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Sicurezza

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Come restare in contatto

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Nei dintorni

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  • Parco archeologico di Champaner-Pavagadh - Champaner è un centro a 47 km da Vadodara che fu per un breve periodo la capitale del Gujarat. È situata alle falde del monte Pavagadh. Tutt'intorno si estendono tombe, rovine di fortificazioni con archi e colonne. Dal 2004 il sito figura nella lista dei Patrimoni mondiali dell'Umanità dell'UNESCO.

Itinerari

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Altri progetti

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