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Sentiero del Viandante;
Indicazione del Sentiero del Viandante;
Tipo area
Stato
Regione
Territorio
Superficie
Anno fondazione
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Il Sentiero del Viandante è un'area protetta situata in Lombardia.

Da sapere

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Il sentiero del Viandante è un'antica strada che, immersa fra le grandi montagne lombarde da una parte e costeggiando le sponde del lago di Como dall'altra, riesce a garantire in qualsiasi periodo un'eccezionale visuale sia sullo specchio d'acqua sia su alcuni dei più bei rilievi alpini. Tutto il percorso inizia dalla chiesa di S. Martino di Abbadia Lariana e arriva fino a Colico passando per più viottole divise in 6 percorsi che guidano gli escursionisti sulla giusta via.

Questo è stato anche di grande interesse anche per personaggi di grande fama mondiale. Infatti attratti dai sentieri, dalle rive e dalle grandi vette del Lago di Como, importanti menti di tutto il mondo sono giunte in visita a questi posti incantevoli da cui sono stati ispirati. Fra tutti si ricorda Carlo Amoretti, un importante naturalista italiano vissuto tra il XVIII e il XIX secolo. Ancora, attratti dalle caratteristiche paesaggistiche del percorso, in epoche passate sono giunti in visita importanti personaggi storico-artistici. Fra i tanti si ricordano geni come l'inventore William Fox Talbot, il teologo Romano Guardini, lo scrittore Mark Twain, il poeta William Wordsworth, lo scrittore e poeta August Strindberg, il pittore J. M. William Turner, il premio Nobel per la letteratura Herman Hesse e Giannino Castiglioni, che abitò in una signorile dimora del tratto liernese.

A parlarci del Sentiero del Viandante è addirittura Alessandro Manzoni quando ci narra dell'arrivo dalla Germania dei Lanzichenecchi (esercito mercenario tedesco composto da 28.000 uomini, portatore di distruzioni e della peste) al servizio dell'imperatore Ferdinando II d'Asburgo diretti, attraverso il Ducato di Milano, all'assedio di Mantova (durante la Guerra dei Trent'anni, autunno 1629). Il loro passaggio per le terre del Sentiero è ricordato alla fine del capitolo XXVIII dei Promessi Sposi:

“Colico fu la prima terra del ducato, che invasero que’ demoni; si gettarono poi sopra Bellano; di là entrarono e si sparsero nella Valsassina, da dove sboccarono nel territorio di Lecco”.


Flora e fauna

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Capriolo sul Sentiero del Viandante

Durante un'escursione sul Sentiero del Viandante è facile poter incontrare una grande varietà di flora e di fauna. Con maggior frequenza si vedono: volpi, caprioli, camosci, cervi, lepri e anche qualche scoiattolo. Mentre più difficilmente e solo in lontananza, se si è fortunati, si possono vedere: marmotte, tassi, donnole e faine, e ancora gli uccelli, che popolano in modo consistente questi territori e ne sono presenti di svariate specie: a partire dai più piccoli (come passeri e pettirosso) ai più grandi, quali: corvi, fagiani, poiane e civette. In particolare una vasta presenza di specie animali sono presenti nella Riserva Naturale del Pian di Spagna. Come flora si ricordano le famose stelle alpine, le viole, le campane, i ciclamini e le margherite.

Quando andare

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Il Sentiero è visitabile e agibile in qualsiasi periodo dell'anno, trattandosi di un'area pubblica. Sicuramente le stagioni migliori in cui percorrerlo sono l'estate e la primavera, in cui si popola letteralmente di viandanti, fra turisti, esperti e passanti della zona; mentre l'inverno e l'autunno sono meno consigliati, poiché il maggior freddo è risentito e le strade sono più pericolose (data la stagione), tuttavia bisogna ammettere che anche il fascino invernale e autunnale ha il suo perché.

Cenni Storici

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Il Sentiero del Viandante è un percorso che si potrebbe ricondurre in parte a un progetto risalente al 1606, redatto dall’ingegner Tolomeo Rinaldi per volere del duca di Fuentes; il progetto che aveva chiaramente in mente era quello di collegare Milano con il Forte di Fuentes (appena costruito nei pressi di Colico); inizialmente, dati i numerosi passaggi in quelle direzioni tra strade principali e viottole, non si sapeva bene quale di queste sfruttare. La decisione dell’ingegnere sembrava essere orientata su quella più lunga, poiché da lui considerata la più facile: si trattava della via che conduce nella direzione della Valsassina. I lavori non vennero più effettivamente ultimati fino a che non venne ripreso in mano un progetto con scopo simile solo nei primi dell’800, quando se ne ebbe il concreto avvio. Nel 1809 fu sistemato per bene il tratto che da Sondrio portava a Colico e nel 1822 ultimato il percorso fra Colico, Chiavenna e lo Spluga. Il settore realmente complesso, fra le viottole del territorio alpino lombardo, era proprio la zona che riguardava la riviera dei comuni lecchesi, ossia quello che sarebbe poi stato fondato col nome dell'attuale Sentiero del Viandante. Il progetto in origine nacque dall'idea del bresciano Carlo Donegani nel 1817: esso prevedeva una strada della larghezza di circa 3 m., poi ampliata a 4/5 m. Alcuni tratti furono subito costruiti, per altri occorse invece più tempo. L'intero percorso corrisponde all'attuale SP72. Secondo alcuni ritrovamenti di documenti antichi si riconosce la collaborazione di Napoleone Bonaparte nella costruzione di quest'opera; nelle carte si nota infatti la frequente presenza del riferimento all'appellativo “napoleonica”, indicante la mulattiera tra Lierna, Coria, Roslina, Fiumelatte e il resto di Varenna. Tra il 1721 e il 1728 grazie all’intervento austriaco nel territorio comasco una numerosa rete di viottole e sentieri vennero resi pubblici. In un vago numero di documenti, che risalgono al 1743, al 1757 e al 1767 si vede la comparsa di una via Ducale relativa ai tratti di Lecco, Abbadia Lariana, Bellano. Nel 1670 si preferiva ancora andare da Varenna a Dervio tramite barca; difatti venivano usate numerose carte del Lario per questi spostamenti. Il capomastro di Gittana iniziò in questo periodo a misurare la “Via Reggia et comune”, la strada che saliva dalla Valvarrone a Introzzo e Tremenico. Ognuno di questi progetti venne ritirato e la soluzione finale si evince attraverso la lettura del manufatto presente dal 1859 a Mandello e ad Abbadia, da cui si desume il tragitto che costituisce oggi l’attuale Sentiero Del Viandante. Ossia riguardava lunghi tratti che si estendevano fra un “saliscendi” di altorilievi e borghi antichi di paesi. Il nome di “Sentiero del Viandante” venne stabilito solo nel 1990 dallo storico Angelo Borghi.


Come spostarsi

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I metodi di spostamento principali sono: a piedi o in bici. L'uso di ciclomotori è vietato quasi dovunque nei tratti del Viandante, poiché tutto viene limitato perché vi sia garantita al massimo la salvaguardia di Flora e Fauna. Esiste, però, un'eccezione: per chi possedesse terreni o caselli in questi luoghi, con un permesso agro-silvo-pastorale; ciò è completamente limitato dentro ai confini del paese in cui si possiede l'immobile, e al di fuori è, perciò, invalido.


Cosa vedere

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  • Cattaverna:. La Cattaverna è un antico edificio del tratto Abbadia-Mandello che ai tempi era un luogo di ristoro come era di consuetudine lungo le strade di maggior frequentazione.
  • Strada dei Rastelli:. Questa è un tratto storico lungo il percorso del Sentiero del Viandante, situato a Mandello, dopo la chiesa di s. Giorgio.
  • Il Sentiero del fiume:. Questo è un tratto molto suggestivo che parte dalla frazione Rongio di Mandello del Lario e passa nel mezzo di due belle valli: la Val Mèria e la Valle di Era e termina con l'arrivo all'alpe di Era.
  • IMMAGINE DEL LISTING NON ESISTENTE Fiumelatte:. Si tratta di un torrente: il "Fiumelaccio", che attraversa la frazione varennese di Fiumelatte, a cui da l'omonimo nome. Ha grande attrazione turistica e si può notare verso monte il suo scroscio e il suo caratteristico color bianco schiumoso come il latte fresco passando lungo la SP 72, per poi gettarsi nel Lago di Como.
  • Castello di Vezio:. 4,00 biglietto intero salvo riduzioni. E' un castello di origine basso medievale, che si trova sul promontorio della frazione Vezio di Varenna. Inoltre ospita in una sua parte un piccolo museo dedicato alla leggenda del "Lariosaurus"
  • Punt de la Nini:. Sorge nella frazione liernese di Sornìco. Da qui parte la via di S. Michele, tratto principale del sentiero di Mandello-Lierna. Così chiamato perché era la probabile residenza della signora Nini.
  • Monte Fopp: (1079 m). Monte incontrato dal tratto Genico-Ortanella-Vezio; caratterizzato dalla presenza di "fopp", ossia dal dialetto locale doline.
  • Croce del Brentalone: (654 m). Si tratta della croce del Viandante più conosciuta e fotografata, questa garantisce una stupenda visuale su Lierna e il ramo orientale del Lario.
  • Pian di Spagna (200 m). E' una riserva naturale pianeggiante estesa per 1600 ettari tra le provincie di Sondrio e Como, grazie anche all'intervento del presbitero don Guanella. Sul cui piano giacciono 3 gruppi alpini: le Alpi Lepontine, le Alpi Retiche e le Alpi Orobie.


Galleria

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I percorsi del Viandante

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Opere per la ristrutturazione della strada hanno distrutto anche altri brevi sentieri, rendendo impraticabile un'alternativa del tratto Borbino-Abbadia. In epoca antica l'alternativa superava la muraglia daziaria sopra Caviate; alcuni dei suoi resti sono ancora visibili. La bastionata del monte che regge dei vasti pianori che scendono distaccatamente verso i Piani dei Resinelli, denominato anche Profilo di Napoleone, è caratterizzata dalla visuale sul Moregallo, osservabile da alcune parti di Lecco, dove sorgevano un tempo le antiche cave calcarie. Un tempo c'era una stretta strada sotto il Monte Borbino ed arrivava sino alla chiesetta di S. Martino ad Abbadia, dove tuttora segna l'avvio della provinciale.

Borbino-San Giorgio

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Il tratto inizia dalla chiesa di S. Martino, ad Abbadia Lariana, dove un indicatore metallico sotto a una scaletta di cemento dà l'avvio ufficiale al Sentiero del Viandante. Nella radura si trova un antico edificio Quattrocentesco con volta a crociera, e dove si trovano numerosi resti di importanti pitture; a fianco di dove sorgeva quella che era l'antica Cattaverna. La via prosegue per un tratto sterrato al Monte di Borbino, che si attraversa salendo per una scaletta e trovarsi su un altro viottolo che porta al nucleo antico del paese. La visuale più importante di questo tratto è quella che ,poco dopo la strettoia, si affaccia sulle praterie nordiche; si scende poi affiancando il torrente Zerbo, che esce dalla stretta gola della Val Monastero; qui un ponticello in pietra attraversa il lieve corso e conduce alle aie dei Molini. Riprende poi a correre la mulattiera sino alla cappelletta della Madonna di Caravaggio, dove si interrompe e riprende fino ad arrivare ai Campelli, una seconda strada riporta invece in Abbadia. Il Sentiero procede per una strada che porta a Crebbio, da qui si può proseguire per arrivare alle due frazioni del mandellese Maggiana e Rongio, prosegue, poi, attraverso l’ampia pista di via Volta, a cui segue un pezzo di bosco che terina su un bel tratto di lastricato, quello che per poche centinaia di metri porta alla ferrovia. Attraverso Pramagno si può arrivare al centro antico di Mandello. L’antica strada ducale andava in direzione delle officine Moto Guzzi; continuava in Tonzanigo, arrivava a Molina e poi a Somana. Ora per la successiva urbanizzazione il Sentiero intraprende un’altra direzione che fiancheggia la Guzzi e raggiunge Somana. Qui termina la prima tappa con la chiesa culturale di S. Giorgio.

San Giorgio-Sonvico

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Per proseguire in questo tratto bisogna intraprendere la strada dei Rastelli, ossia la via ciottolata di destra, e poi riprendere un tratto sterrato dell’antica strada dei Viandanti, che porta al tratto successivo: la carreggiabile e, dopo 200 metri su questa percorrenza, si arriva alla vallata di Maggiàna (frazione di Mandello). Imbattendosi nel paese si nota il fondamento antico del borgo. Al fine dell’abitato rincomincia il tratto con ciottoli e ghiaia, andando avanti si può arrivare fino al Masso. Scendendo allo Zucco di Portorella si arriva alla Val Monastero e si risale ai Piani dei Resinelli, sotto alla Grignetta. L’itinerario più interessante è quello che arriva alla Torre del Masso, da questo punto si può arrivare attraverso tratto boschivo ai casolari del Roccolo; il Sentiero aggira la Val Cargogno e giunge a Rongio, di fianco sorge la chiesa di S. Ambrogio, ricca di antiche e importanti pitture sul santo. Da Rongio si scende sino al fondo della Val Méria e si risale a Somana, riandando poi ancora si giunge finalmente a Sonvico, la più alta frazione di Mandello. Interessante attrattiva turistica di questo tratto è la Val Meria caratterizzata dalla formazione di antichi fossili e dalle cascate del canalone della zona. Parte da qui il sentiero del Fiume che porta fino all’alpe di Era. Un altro passaggio che si distingue porta al Buco della Grigna, conosciuto dagli alpinisti come sentiero per la Valsassina.

Sonvico-Genico (km 3,8/ h 1,40)

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Questo è un itinerario molto suggestivo per il passaggio fra alcune chiesette antiche risalenti al XVII e XVIII secolo; in particolare quella di S. Eufemia a Olcio e S. Michele a Lierna, altre si vedono, invece, bene, ma in lontananza, come quella di S. Ambrogio (sempre a Lierna). Percorrendo il tratto, prima di giungere alla meta di Génico, ci si imbatte attraversando Lierna in Sornìco, la frazione che lo precede. Sornìco ha un’impronta degna di nota del ‘500 e ‘600, pienamente riscontrabile passando sotto al caratteristico “Punt de la Nini”. Da Gènico si ha un ampia veduta sul paesello e si osserva tutto lo splendore del mondo contadino, poiché è codesta la frazione più alta e isolata di Lierna.

Genico-Fiumelatte-Vezio (km 6/ h 2,30)

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Il tratto che parte da Gènico e, percorrendo la via Ducale di Lierna, passa per Riva Bianca e poi risale a Giussana per riprende il suo corso fra il andamento montuoso fino al castello di Vezio è famoso per la sua presenza sulla bocca di molti personaggi famosi. In particolare ci si riferisce all’abitato di Lierna. Qui sorge la casa del famoso scultore Giannino Castiglioni (1884-1971) e alcune delle sue opere sono erette nel paese; nel film di Bolchi “I Promessi Sposi” viene risaltato il piccolo borgo di Castello, presso Riva Bianca. Grande fascino ha sempre suscitato anche il “Fiumelaccio” (il torrente che attraversa Fiumelatte) in particolare a nomi noti come Paolo Giovio, Spallanzani, Stenone e Stoppani.

Genico-Ortanella- Vézio (km 8/ h 3)

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Questo percorso è caratteristico per attraversare alcune fra le chiese e croci più antiche e belle della Lombardia. Da un primo inizio di tratto ci si trova affacciato il monte Fopp (1079 m), cosiddetto per essere contrassegnato da numerose doline. Una prima tappa interessante potrebbe essere la Croce di Brentalone, a quota 654 m, visibile poco dopo essersi rincamminati da Genico, che rivela il ramo di Lecco in tutto il suo splendore. La prima fra queste chiese antiche, muovendosi da Genico verso Vezio, è la chiesetta di S. Pietro, risalente all’alto Medioevo e ricostruita in stile romanico che, dai suoi 992 m, cattura anch’essa lo sguardo per la vista a strapiombo sul lago. Raggiunto l’abitato di Esino si possono trovare altre due chiese di origine seicentesca: quella di S.Vittore e quella della Ss. Annunciata. Risalendo si incontra si incontra anche la Croce del Fopp e la cappella di S. Carlo, prima di entrare in Vézio.

Vézio-Bellano (km 3,6/ h 2,5)

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Questo percorso potrebbe anche essere definito un intero patrimonio storico-culturale, talmente tante opere gli si accostano e fra chiese, pitture rilevanti, ville, aziende, fiumi sono davvero tante. La prima sul tragitto è la chiesa della Madonna di Campallo, a Vézio, in stile barocco. A Perledo, oltre che il caratteristico borgo, c’è la chiesa di S. Martino, che si pensava fosse di origine teodelindea; qui è anche conservata una tela di Filippo Bellati. Nata nei primi del seicento ha subito interventi in date comprese fino all’ottocento. In mezzo a Régolo si erge la chiesetta barocca di S. Giovanni Battista. Più avanti si vedono alcune fra le più belle ville novecentesche. Di seguito c’è la cappelletta del Crocefisso, redatta in data 1891. La Cava Bassa, il punto di estrazione del marmo nero di Varenna, celebre ai tempi in cui c’era Maria Teresa d’Austria è d’interesse storico. Dinanzi si trovano: la chiesa di S. Ambrogio, la chiesa di S. Carlo e dopo un po’ la chiesetta della Sacra Famiglia; la zona che comprende queste tre chiese è nota come Bosco delle Streghe. Ancora a poco si trova la parrocchiale di Gittana, accanto la chiesetta delle Grazie, nelle quali si trovano alcune belle opere e fra le quali tele di Fumeo e Tagliaferri. Lungo questo tratto si trova anche un’antica funicolare dismessa risalente al 1858. Più avanti sono riportati tre massi con scolpite le scritte Perledo e Bellano accostati a una cappelletta. Nel tragitto si incontra la Fabbrica, antico edificio ancora utilizzato per differenti scopi. Di chiesette se ne continua a incontrare frequentemente come si è visto e come ce ne sono altre; se si sta cercando un bel panorama sul lago sicuramente l’affascinante Crotto del Mauro soddisfa ogni aspettativa, un’altrettanta fonte di stupore è l’Orrido, nel centro di Bellano: una gola tutta da visitare dove sgorga il fiume Pioverna.

Vezio-Bellano- Dervio (km 5,5/ h 3)

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Questo percorso che arriva fino alla parte alta di Corenno-Plinio, attraversa per intero i borghi di frazioni e paeselli, frequenti lungo il tragitto. L’abitato di Vendrogno, paese a confine con la Valsassina e affacciato sul Pioverna, è il primo che si incontra. Seconda fermata è Lèzzeno, in cui il Sentiero termina proprio dove c’è il famoso santuario dedicato alla Madonna, bello anche per il fondamento antico dei gruppi di case. Tocca, poi, anche le frazioni antiche Pendaglio e Muggio. Più avanti si erge anche il borgo di Verginate, la frazione più alta di Bellano, sede un tempo del caratteristico vino bellanese: il vino di paglia. Attraverso la Val Grande si entra a Dervio, diviso in molte frazioni antiche; Camaiore è la più bella per l’attiva presenza di flora e fauna; interessante è anche il Castelvedro di Pianezzo, tradotto castello vecchio, di fondamento altomedioevale. Nella zona emergono anche alcuni resti che costituiscono il Borgo. Il Sentiero prosegue con le due ex cave di Vestreno e della Valvarrone, aggira il villaggio antico di Castello. Dopo di che si procede dritti fino al termine del selciato.

Corenno Plinio-Dorio- Posallo (km 5,2/ h 3)

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Questo tratto è un suggestivo fondamento medioevale. Ciò si intende da subito vedendo gli antichi resti delle mura del castello, il centro storico e le strade strette di Corenno. Questa è una frazione derviese molto caratteristica da visitare, in particolare lo è la chiesa di S. Tommaso, che custodisce alcune importanti pitture, e le sculture sulla piazzetta fuori stante. Successive tappe sono Dorio e Torchiedo, da visitare è l’antico Filatoio in quest’ultimo paese citato. Dopo Dorio si passa per il piccolo agglomerato di Mandonìco, da dove, tra l’altro, si affaccia il bel panorama sul pezzo che separa Piona dal Lario. Il proseguimento della strada aggira il Legnoncino, in territorio di predatori e animali; poco sopra c’è anche la Fontana che dal Medioevo è confine di Colico. La meta è Posallo, frazione di Colico sotto al Legnone.

Posallo-Madonna di Val Pozzo (km 4,5/ h 2,30)

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Questo è l’ultimo tratto, quello che ci porta fino alla fine: il Santuario della Madonna di Val Pozzo. Questo pezzo di Sentiero si sviluppa in un ambiente dal panorama fiabesco. Si parte su attraversamento del torrente Perlino, si possono ammirare le splendide chiesette di S.Rocco e di S.Sebastiano, affacciate sulla piana di Còlico. Proseguendo dinanzi si ammirano la bellezza e lo scrosciare del torrente Inganna; ben appurabile dall’affascinante Torre di Fontanedo. Con la ripresa del corso si arriva all’abitato antico di Villàtico, più avanti si può avere accesso all’Alpe Scoggione e al monte Legnone. Poi si immerge a Chiarello, con lo sguardo sui poggi naturali e attratti dalla Fontana Vecchia. Il protagonista di questo percorso è, però, sicuramente il Piano di Spagna, una riserva ambientale importante con origini ottocentesche e risalenti a interventi di Don Guanella. Più avanti c’è anche un’altra attrazione: il Forte di Fuentes, antica protezione di Colico insieme alle Torrette, ancora intere. L’ultimo itinerario termina così, come una storia a lieto fine, con l’arrivo alla gran chiesa della Madonna di Val Pozzo, mentre si è circondati dall’ampio panorama delle Alpi Retiche, che le fanno da cornice.



Nei dintorni

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  • Museo Moto Guzzi (Via Parodi, 57, Mandello del Lario, 23826), +39 0341 709111, fax: +39 0341 709322, . ingresso gratuito. Tutti i giorni tranne il sabato e la domenica dalle 15:00 alle 16:00, a luglio gli stessi giorni, ma, dalle 14:30 alle 16:30; mentre per tutto agosto è chiuso. Si tratta del museo ufficiale Moto Guzzi, dove tutto è iniziato partendo dall'idea di Carlo Guzzi e dove sono esposti tutti i pezzi più rari ed esclusivi della storia di questa grandissima azienda. Addirittura in onore di questo personaggio è stata istituita per il novantesimo anno dalla fondazione.Questo museo è l'antico stabilimento di produzione che ha garantito per molti abitanti del territorio un'opportunità di lavoro.
    Museo Moto Guzzi Mandello


  • Borgo di Castello (Lierna, 23827, frazione Castello, loc. Riva Bianca). È un'antico borgo ben notabile dal lago, una volta giunti davanti alla località balneare di riva bianca (a poco dal confine di Lierna con Varenna). Questo presenta alcune storie e ruoli in epoche differenti, qui sorse la dinastia dei Savoia, sembra, poi, ci abbia soggiornato anche la Regina Teodolinda e per un certo periodo si sospettò che questa sia stata la casa di Lucia ne "I Promessi Spossi" di A. Manzoni.
    Borgo liernese di Castello



Eventi e feste

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Annualmente si tiene anche una bella manifestazione che, riunendo tutti i viandanti che lo desiderano, ripercorre ora come una volta circa tutti i tratti previsti dal Sentiero del Viandante, chiamata appunto “Sulle Orme del Viandante e dintorni”. Un altro evento è: "Trail del Viandante"; che percorre più o meno le stesse tappe di "Sulle Orme del Viandante e dintorni", si differenzia, però, poiché si tratta di una vera e propria competizione fra i partecipanti in mezzo a questi sentieri. Ulteriore differenza è la suddivisione in 3 percorsi: uno breve (per chi è alle prime armi), un altro un po' più lungo (per dilettanti e appassionati) e, infine, il più lungo riservato esclusivamente a escursionisti esperti.