Vaglio Basilicata: differenze tra le versioni

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[[File:Scavi di Serra Vaglio Basilicata Potenza 01.jpg|thumb|Scavi di Serra di Vaglio]]
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| descrizione=Sulle pendici del monte Giove troviamo la [[Serra di Vaglio e antica neviera|neviera]]. Si tratta dei resti di due costruzioni affiancate, di forma circolare: una è in parte interrata, l’altra si eleva rispetto al suolo. Come altre neviere, essa venne per lungo tempo adibita a deposito della neve destinata al consumo durante il periodo estivo. La neve, trasportata a spalla fino alla neviera, veniva introdotta nella fossa e battuta strato su strato, esercitando forte pressione. Veniva poi coperta con fogliame secco e con una tettoia mobile; con questo sistema, era possibile conservare il ghiaccio per mesi. Essa serviva per le famiglie benestanti di Vaglio e una di esse, proprietaria, commerciava il ghiaccio in [[Basilicata]] e [[Puglia]].
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| descrizione=Nel territorio del comune si trova il sito archeologico dell'abitato di [[Serra di Vaglio e antica neviera|Serra di Vaglio]], attribuito al popolo dei Peuketiantes. L’area archeologica sorge sulla cima di un’altura, a 1100 m s.l.m.; da essa è possibile vedere il monte Vulture, i paesi circostanti, la valle del Basento e le dolomiti lucane. Il luogo è anche ricco di acqua.
:La prima fase dell'abitato risale all'VIII secolo a.C.; i resti lasciano supporre nuclei di capanne separati da zone per le sepolture. Probabilmente vivevano qui popolazioni indigene, identificate con i Peuketiantes ricordati dallo storico Ecateo di Mileto, caratterizzate dalla sepoltura dei morti in posizione fetale.
:Alla fine del VII secolo a.C. sul lato orientale fu costruita una residenza principesca, fornita di decorazioni architettoniche in terracotta dipinta di tipo greco, dovute probabilmente agli artigiani di Metaponto.
:Sono collegati agli abitanti del sito i reperti rinvenuti nella vicina necropoli di "Braida di Vaglio" tra il 1994 e il 1995 e datati tra la fine del VI e la metà del V secolo a.C. Sono corredi ricchi che ricordano manufatti di matrice greca, a testimonianza del legame che le classi abbienti dell'epoca avevano instaurato con le colonie del metapontino: vi si trovano infatti vasi in bronzo e ceramiche opera di artigiani greci o, anche, etruschi. Questi erano utilizzati durante il rito del banchetto. Anche le armi degli uomini e i gioielli delle donne sono di tipo greco. Il corredo più ricco è quello di una "principessa", morta bambina, e rivestita probabilmente degli ornamenti destinati alla futura cerimonia di nozze. Tra questi vi sono orecchini e collana in ambra, oggi esposti nel Museo archeologico nazionale della Basilicata, a Potenza.
:I Lucani occuparono il territorio nel corso del V secolo a.C., stabilendo una serie di insediamenti fortificati sulle alture, che dominavano piccoli insediamenti agricoli nel fondovalle. Nel IV secolo a.C. l'abitato di Serra di Vaglio venne cinto da mura difensive di 2,5 km di lunghezza. Le mura furono costruite con una tecnica di tipo greco; su alcuni blocchi di pietra è possibile riconoscere lettere greche, che consentono di individuare la cava di provenienza e di ricostruire, in qualche modo, le reti commerciali e culturali del luogo. Sulle porte, affiancate da torri, si trova un'iscrizione che riporta il nome del magistrato cittadino che aveva curato i lavori (Nummelos).
 
:Agli inizi del III secolo a.C. la città venne distrutta da un incendio e abbandonata.
I Lucani occuparono il territorio nel corso del V secolo a.C., stabilendo una serie di insediamenti fortificati sulle alture, che dominavano piccoli insediamenti agricoli nel fondovalle. Nel IV secolo a.C. l'abitato di Serra di Vaglio venne cinto da mura difensive di 2,5 km di lunghezza. Le mura furono costruite con una tecnica di tipo greco; su alcuni blocchi di pietra è possibile riconoscere lettere greche, che consentono di individuare la cava di provenienza e di ricostruire, in qualche modo, le reti commerciali e culturali del luogo. Sulle porte, affiancate da torri, si trova un'iscrizione che riporta il nome del magistrato cittadino che aveva curato i lavori (Nummelos).
:Nel sito è stata ricostruita con tecniche dell'epoca un'abitazione. All'interno sono stati collocati alcuni reperti, fra cui i Pythoi (vasi in terracotta), che danno il nome alla costruzione, e un telaio a pesi, di fattura piuttosto rara in quanto il tessuto si lavora nella parte alta. A scopo didattico è stato riprodotto un piccolo scavo a tre strati, in ciascuno dei quali sono stati collocati reperti appartenenti alle tre diverse epoche: ossa e pezzi di manufatti per il periodo più antico, vasi (i Pyhtoi) e lame per quelli più recenti.
 
Agli inizi del III secolo a.C. la città venne distrutta da un incendio e abbandonata.
 
Nel sito è stata ricostruita con tecniche dell'epoca un'abitazione. All'interno sono stati collocati alcuni reperti, fra cui i Pythoi (vasi in terracotta), che danno il nome alla costruzione, e un telaio a pesi, di fattura piuttosto rara in quanto il tessuto si lavora nella parte alta. A scopo didattico è stato riprodotto un piccolo scavo a tre strati, in ciascuno dei quali sono stati collocati reperti appartenenti alle tre diverse epoche: ossa e pezzi di manufatti per il periodo più antico, vasi (i Pyhtoi) e lame per quelli più recenti.
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[[File:Chiesa S Maria di Rossano.jpg|thumb|sinistra|Chiesa S Maria di Rossano]]