Resia | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Friuli-Venezia Giulia | |
Territorio | Tarvisiano | |
Altitudine | 492 m s.l.m. | |
Superficie | 119,31 km² | |
Abitanti | 1.021 (2016) | |
Nome abitanti | Resiani | |
Prefisso tel | +39 0433 | |
CAP | 33010 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | Santa Maria (15 agosto) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Resia (Resije in resiano, Rezija in sloveno, Rèsie in friulano) è un comune sparso del Friuli-Venezia Giulia.
Da sapere
modificaResia è un comune sparso nell'omonima Valle; sede municipale è l'abitato di Prato.
Cenni geografici
modificaLa sede comunale di Prato dista 25 km da Tolmezzo, 27 da Pontebba, 28 da Gemona del Friuli, 51 da Tarvisio.
Cenni storici
modificaLe origini di Resia sono legate all'insediamento della sua popolazione nella vallata, che si fa risalire al VII secolo. I resiani sono i discendenti di quelle popolazioni di ceppo slavo che giunsero in Italia al seguito degli Avari e dei Longobardi e che, abbandonando il nomadismo, qui presero dimora. Un tempo isolata tra i monti Musi a sud e l'imponente massiccio del Canin ad est e a nord, Resia rappresenta per la cultura un'isola linguistica e di tradizioni estremamente importante. La singolare Lingua, il Resiano riconosciuta dall'Unesco che vi si parla è stato ed è tuttora oggetto di molti studi, si custodiscono così e si tramandano tradizioni (costumi, canti, balli, cerimonie) di grande interesse.
Dal punto di vista storico, essendo Resia soggetta alla giurisdizione dell'Abbazia di Moggio, ne seguì le vicende nel corso dei secoli. Rivestì una certa importanza sotto il dominio veneziano per la difesa delle selle di Carnizza e di Guarda che permettono di raggiungere la valle dall'Isonzo in Slovenia. A questo scopo vi fu nella vallata la presenza di una guarnigione militare con fortificazioni a Stolvizza e a San Giorgio.
Nel 1976 il comune fu devastato dal terremoto del Friuli, che provocò enormi crolli e danni.
Come orientarsi
modificaQuartieri
modificaFormano il territorio comunale i centri di Gniva (Njiva), Oseacco (Osoane), Prato (Ravanca) (sede comunale), San Giorgio (Bila), Stolvizza (Solbica), Uccea (Učja).
La sede comunale è nel paese di Prato.
Come arrivare
modifica- 1 Aeroporto Friuli-Venezia Giulia, via Aquileia 60 (a Ronchi dei Legionari), ☎ +39 0481 773224.
- 2 Aeroporto Marco Polo di Venezia, viale Galilei (a Tessera), ☎ +39 041 2609260.
- 3 Aeroporto di Verona (Catullo), Caselle di Sommacampagna, ☎ +39 045 8095666, contatti@aeroportoverona.it.
In auto
modificaCome spostarsi
modificaCosa vedere
modificaIl terremoto del 1976 ha arrecato gravi danni al patrimonio edilizio dei paesi della valle, fatto soprattutto delle tipiche case rustiche alpine. Sono rimasti pochi esempi di edifici rurali con archi e ballatoi in legno a Stolvizza e in località Coritis.
Caratteristiche sono le antichissime meridiane collocate prevalentemente negli alpeggi. Numerosi sono gli affreschi esterni, fra i quali è notevole quello settecentesco di casa Lettig a Stolvizza.
Si trovano poi fornaci e mulini dislocati un po' ovunque lungo i corsi d'acqua del torrente Resia.
- Chiesa di Santa Maria Assunta. Conserva una statua lignea del 1535, opera di Giacomo Martini. Il campanile della chiesa, che mostra la caratteristica cipolla terminale aggiunta nel 1824, è di probabile origine settecentesca.
- Chiesa di San Vito (a Oseacco). Risale al 1860; del terremoto si è salvata la parte absidale con il mosaico Santi Vito, Modesto e Crescenzia realizzato dalla Scuola Mosaicisti di Spilimbergo.
- Chiesa di San Carlo Borromeo (a Stolvizza). La precedente chiesa fu distrutta nel 1746 da un'alluvione e ricostruita più a sud nel 1769. L'edificio è a pianta rettangolare con tre navate con affreschi ao soffitto, come pure l'abside. La facciata neoclassica ha un rosone ovale con all'interno una croce.
Il campanile ha cella campanaria rettangolare con bifore.
All'interno conserva una pala d'altare raffigurante San Valentino, San Bartolomeo e Sant'Antonio da Padova realizzata nel 1866 dal pittore Domenico Fabris. Nell'abside l'affresco Resurrezione di Cristo è opera del 1924 del gemonese Giuseppe Barazzutti. Altre opere successive si devono a Domenico Forgiarini. - Cappella del Monte Kila (in località Uccea). Rientra nella tradizione della valle di edificare cappelle votive, solitamente in prossimità di incroci o biforcazioni dei sentieri, nei boschi montani. Si differenzia dalle altro costruzioni di questo tipo per e sue dimensioni notevolmente più ampie. Sorge in una zona impervia ed ha pianta rettangolare, copertura a capanna e pareti in pietra, in parte a secco, in parte fermate con malta. La tradizione vuole che fosse dedicata a Santa Barbara.
Versa in stato di degrado, e per questo motivo è inserita nel numero delle memorie storiche da tutelare, nell'ambito di un progetto più ampio di recupero del patrimonio locale.
Eventi e feste
modificaCosa fare
modificaAcquisti
modificaCome divertirsi
modificaDove mangiare
modificaPrezzi modici
modifica- 1 Osteria Alla Speranza, Via Prato, 3, ☎ +39 0433 53057.
Dove alloggiare
modificaPrezzi medi
modifica- 1 Albergo Ristorante bar Alle Alpi, via San Giorgio 2, ☎ +39 0433 553912.
Sicurezza
modificaCome restare in contatto
modificaNei dintorni
modifica- Tarvisio — Ha la particolarità di far parte del bacino idrografico del Danubio e del Mar Nero: infatti il fiume Slizza, che attraversa Tarvisio, sfocia nel Gail, affluente della Drava che a sua volta si getta nel Danubio. Altra particolarità: sul Monte Forno vi è la triplice frontiera, punto in cui si incontrano i confini di Italia, Austria e Slovenia La città è centro di turismo estivo ed invernale, e costituisce di fatto il capoluogo dell'area orientale dell'Arco alpino friulano.
Altri progetti
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