Ghetto di Venezia (Venezia) | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
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Regione | Veneto |
Territorio | Laguna di Venezia |
Ghetto di Venezia è un distretto della città di Venezia.
Da sapere
modificaIl Ghetto era il quartiere di Venezia dove gli ebrei erano obbligati a risiedere durante il periodo della Repubblica di Venezia, a partire dal 1516. Si trova nel sestiere di Cannaregio, è rimasto il fulcro della comunità ebraica di Venezia ed è sede di sinagoghe e di altre istituzioni religiose.
Cenni storici
modificaI primi nuclei della comunità ebraica di Venezia sono attestati già prima dell'anno mille ma sino al tardo Trecento non vi fu un insediamento consistente e stabile. Sino all'istituzione del ghetto gli ebrei, pur sottoposti a varie restrizioni, potevano vivere in qualsiasi luogo della città. L'area dove sorse più tardi il quartiere ebraico fu denominata "Ghetto" almeno dagli inizi del XIV secolo. Già allora questi spazi erano distinti in due parti, dette rispettivamente Ghetto Vecchio e Ghetto Nuovo.
Attorno al 1460 insorse un litigio tra le parrocchie di San Geremia e San Marcuola attorno alla pertinenza ecclesiastica del nuovo quartiere. Alla fine il progetto fu abbandonato e l'area rimase disabitata per diversi decenni.
Mezuzah |
La Mezuzah è un oggetto rituale ebraico, consistente in una pergamena su cui sono stilati i passi della Torah solitamente essa racchiusi in un apposito contenitore. La mezuzah viene posta sullo stipite della porta, a destra rispetto a chi entra, e a circa due terzi dell'altezza della porta stessa, e comunque a portata della mano. Non va posta sulle porte di solo transito né sulle porte di stanze in cui non si risieda. È usanza che chi entra in casa tocchi la mezuzah con le dita e baci le dita stesse, in segno di rispetto per la Torah di cui contiene passi. Nel quartiere ebraico si trovano in diverse porte di accesso alle case. |
Tra il XIII e il XVI secolo, in tutta l'Europa gli ebrei vennero perseguitati e cacciati (dall'Inghilterra nel 1290, dalla Francia nel 1394, da molte città tedesche nel 1470, dalla Spagna nel 1492, dal Portogallo nel 1497) e molti di loro trovarono rifugio proprio a Venezia. Una nuova ondata di arrivi si ebbe all'inizio del Cinquecento, quando gli sconvolgimenti della guerra della Lega di Cambrai portarono numerosi ebrei a riversarsi dalla terraferma alla laguna.
Nel corso del Cinquecento vennero edificate varie sinagoghe, una per ogni gruppo di omogenea provenienza. Così sorsero la Scuola Grande Tedesca, la Scuola Canton (rito ashkenazita), la Scola Levantina, la Scola Spagnola (di rito Sefardita) e la Scola Italiana di rito italiano. Gli edifici costituiscono tuttora un complesso architettonico di grande interesse.
Via via la comunità si consolidava economicamente ed era ricca di fermenti culturali. Agli ebrei ashkenaziti il governo veneziano concesse quale occupazione, oltre all'esercizio della medicina e alla strazzeria, il mestiere di prestatori di denaro, cioè di fatto un'attività creditizia che ai cristiani era impedita da motivi religiosi, in quanto si riteneva contrario alla morale lucrare interessi su somme date a pegno. Rimangono numerosissime testimonianze letterarie ed epistolari di questa attività, in quanto andare in ghetto a contrarre un prestito o a riscattare degli oggetti tenuti per garanzia faceva parte degli usi abituali. Le attività di prestito su pegno avvenivano in deroga al divieto corrente della pratica del prestito contro interessi, ed è ricordato anche nel Mercante di Venezia di Shakespeare.
Questa crescita esponenziale della comunità ebraica destò sospetti e preoccupazioni da parte dei residenti cristiani. Il 29 marzo 1516 il Senato mise mano alla questione, stabilendo che tutti gli ebrei dovessero obbligatoriamente risiedere nella località del Ghetto Nuovo. Nacque così un'istituzione, che verrà poi ampiamente applicata anche nel resto d'Europa. Tutto ciò non impedì la crescita demografica della comunità, favorita anche da consistenti ondate immigratorie da tutta l'Europa. Per ricavare un numero sufficiente di alloggi si dovette provvedere all'espansione in verticale degli edifici; tutt'oggi le costruzioni del Ghetto, caso unico a Venezia, si caratterizzano per la notevole altezza, sino ad otto piani. Ciononostante, le autorità veneziane si trovarono costrette, in due occasioni, ad ampliare il Ghetto Nuovo: nel 1541 venne aggiunto il Ghetto Vecchio, concesso ai cosiddetti ebrei Levantini, giunti dalla penisola Iberica e dall'impero Ottomano; nel 1633 venne aperto il Ghetto Novissimo, una piccola area a est del Ghetto Nuovo, composta da appena due calli. Anche queste aree dovettero essere provvedute di ingressi sorvegliati.
Agli Ebrei era vietata l'iscrizione alle corporazioni delle Arti e Mestieri. Alla comunità era consentito l'acquisto del terreno per la sepoltura dei congiunti, l'esercizio della "strazzeria" (raccolta degli stracci), la tintoria, la tessitura e il commercio in particolare di oggetti usati di modesto valore.
Dopo la morte di san Pio V (1504-1572), le strutture autonome della Repubblica e i suoi attriti con il papato resero l'Inquisizione veneziana meno invasiva e opprimente che in qualsiasi altro luogo italiano.
Con la caduta della Repubblica e l'avvento di Napoleone, le porte del ghetto furono eliminate, così come l'obbligo di residenza.
Il Ghetto Nuovo si presenta tuttora come un'isola, i cui accessi avvengono solo tramite due ponti. In corrispondenza di questi esistevano dei robusti cancelli, che venivano chiusi e sorvegliati di notte, poiché agli abitanti era permesso uscire dal quartiere solo di giorno e con dei segni distintivi. Le imbarcazioni della Serenissima presidiavano canali e abitazioni contro il rischio di furti e violazioni del divieto di attività notturne. Al giorno d'oggi questo complesso è rimasto abbastanza integro, anche se gli ebrei veneziani sono ormai ridotti a poche centinaia e non risiedono più in maggioranza nel ghetto. Due sinagoghe sono tuttora aperte al culto in periodi dell'anno alternati e quasi tutti gli altri edifici della comunità svolgono ancora funzioni istituzionali (museo, casa di riposo ecc.).
Come orientarsi
modificaIl punto di riferimento del distretto è 1 Campo del Gheto Novo con la sua ampia piazza posta su un'isola unita da tre ponti tra cui il ponte del gheto novo e il ponte del gheto vecchio.
Come arrivare
modificaCome spostarsi
modificaIl ghetto è percorribile esclusivamente a piedi.
Cosa vedere
modifica- 1 Museo Ebraico, Cannaregio 2902/b (Nel ghetto, vaporetto linea 1 e 2 per San Marcuola), ☎ +39 041715359, fax: +39041 72 3007, museoebraico@codesscultura.it. Ingresso al museo 4€ (ridotto 3€), ingresso museo con visita guidata alle sinagoghe 10€ (ridotto 8€). Dom-Ven 1 giugno-30 settembre: 10:00-19:00; 1 ottobre-31 maggio: 10:00-18:00. Il museo è chiuso durante le festività ebraiche, il 25 dicembre, il 1 gennaio e il 1 maggio. Oggetti legati alla vita sociale della comunità ebraica, in due sinagoghe del XVI secolo.
- 2 Ponte de Gheto Novissimo.
- 3 Ponte de Gheto Novo.
Sinagoghe
modifica- 4 Scuola Grande Tedesca (all'ultimo piano in un palazzo del Campo Ghetto Novo, in posizione opposta alla Casa di Riposo Israelitica). visitabile grazie alle visite guidate del Museo Ebraico di Venezia. Tempio di rito ashkenazita, l'allestimento della Scuola Grande Tedesca è iniziato nel 1527-28. Venne poi interamente ristrutturata in stile tardo-barocco nel '700. La scola presenta una forma trapezoidale che la rende singolare rispetto alle altre sinagoghe di forma rettangolare. La bimah e l'Aron Ha-Kodesh sono in posizione opposta; la bimah era originariamente posta al centro della stanza, ma venne spostata ai primi dell'800 per evitare che problemi statici; lo spostamento della bimah ha comportato la chiusura dall'interno di due delle 5 finestre che risultano ancora tutte visibili dall'esterno. Il matroneo ellittico si inserisce perfettamente nella pianta irregolare della sinagoga.
- 5 Scuola Canton (Scola Canton). visitabile grazie alle visite guidate del Museo Ebraico di Venezia. Fondata tra il 1531 e il 1532, la Scuola Canton è anch'essa una sinagoga di rito Ashkenazita collocata in Campo Ghetto Nuovo nell'edificio d'angolo del campo. Dall'esterno è riconoscibile per la cupoletta in legno della bimah e, dal versante del canale, per un'iscrizione in ebraico. Questa è stata la prima scola di Venezia ad avere Aron Ha-Kodesh e bimah in posizione opposta. I banconi per i fedeli sono posizionati lungo i lati lunghi della stanza. Il matroneo è posto sopra l'entrata lungo un solo lato della sinagoga. Lo stile barocco, con aspetti del rococò, così come probabilmente la collocazione del matroneo, deriva da interventi di restauro settecenteschi. La Scola Canton è considerata unica in Europa per otto pannelli con bassorilievi lignei che raffigurano eventi biblici: la città di Gerico, il passaggio del Mar Rosso, l'altare dei sacrifici, la manna, l'Arca sulle rive del Giordano, Korak, il dono della Torah e Mosè mentre fa fuoriuscire l'acqua dalla roccia. Il nome Canton ha due possibili origini: la famiglia Canton, che ha fortemente voluto il tempio; o il luogo in cui esso è stato allestito: un angolo, chiamato "cantón" in dialetto veneziano.
- 6 Scola Italiana (Scuola Italiana o sinagoga Scola Italiana). La Scola Italiana fu allestita nel 1575 dalla comunità di origine italiana, la più povera del ghetto, ed è situata anch'essa nel Campo Ghetto Novo un poco più a destra rispetto alla scola Canton. Di tutte le sinagoghe del ghetto è quella più semplice. La pianta della scola è rettangolare, quasi quadrangolare, con impianto bifocale (Aron e Bimah sono in posizione opposta). Quest'ultima si presenta in posizione molto più elevata rispetto al resto della stanza. I banconi sono addossati alla parete. Il matroneo è posizionato sopra l'entrata in uno dei due lati lunghi e risale al '700 così come l'intero impianto decorativo della sinagoga. La scola italiana è stata molto importante perché ospitava le prediche del famoso rabbino Leone Modena. Particolarità: l'entrata della sinagoga è in comune con quella di alcune case private poste sotto la scola.
- 7 Scola Levantina (Sinagoga Scuola Levantina). Nei mesi in cui non è attiva per il culto è visitabile grazie alle visite guidate del Museo Ebraico di Venezia. La Scola Levantina fu allestita probabilmente attorno al 1541. Si affaccia sul campiello delle scole nel Ghetto Vecchio è la prima sinagoga sefardita di Venezia. La pianta è rettangolare con l'Aron e la bimah posti in posizione bifocale. Il restauro barocco di questa sinagoga è particolarmente importante poiché venne curato con buona probabilità dalla scuola di Baldassare Longhena, mentre la bimah venne intarsiata da Andrea Brustolon. Il matroneo, sempre in posizione elevata, percorre uno dei lati lunghi. All'esterno si può notare una sporgenza che corrisponde alla bimah e alcune finestre che permettono l'illuminazione. Questa sinagoga è ancora attiva per il rito nei mesi freddi.
- 8 Scola Ponentina (Sinagoga Scuola Spagnola). Nei mesi in cui non è attiva per il culto è visitabile grazie alle visite guidate del Museo Ebraico di Venezia. La Scola Ponentina o Spagnola è stata fondata nel 1581 dalla comunità sefardita di origine spagnola e portoghese, espulsa dalla Spagna nel 1492. È la più grande delle sinagoghe veneziane. Situata nel campiello delle scole di fronte alla Scola levantina è riconoscibile per le finestre con vetri colorati e un grande portone in legno. Scola ad impianto bifocale è sovrastata da un matroneo ellittico che percorre tutta la sala. Molto probabilmente il restauro barocco venne seguito, come nel caso della Scuola Levantina, dalla bottega di Baldassare Longhena. Il soffitto è riccamente lavorato mentre il pavimento è composto da formelle bianche e grigie. L'interno è arricchito da tre grandi lampadari posti nel centro della sala. Ricostruita nel '600 e restaurata nell'800 è ancora utilizzata per il culto nel periodo primaverile ed estivo.
Cosa fare
modificaAcquisti
modificaCome divertirsi
modificaDove mangiare
modificaPrezzi medi
modifica- 1 Trattoria Bar Pontini, Cannaregio, 1268, ☎ +39 041 714123. Cucina veneziana, uno dei più affollati e indubbiamente qualitativamente migliori della città.
- 2 Gam Gam, Cannaregio, 1122, ☎ +39 366 250 4505. Ristorante kosher.
Dove alloggiare
modificaCome restare in contatto
modificaAltri progetti
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