Atessa è una città dell'Abruzzo.

Atessa
Veduta di Atessa
Stemma
Atessa - Stemma
Atessa - Stemma
Stato
Regione
Territorio
Altitudine
Superficie
Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
CAP
Fuso orario
Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
Mappa dell'Italia
Atessa
Sito istituzionale

Da sapere modifica

Cenni geografici modifica

L'abitato di Atessa si snoda sulla sommità di un rilievo dalla pianta a forma di mezzaluna, isolato sulla campagna circostante. I corsi d'acqua che solcano il territorio comunale sono numerosi, per lo più affluenti dei principali fiumi: il Sangro a ovest e l'Osento a est. Tra i principali tributari di essi possiamo ricordare il Torrente Appello, il Fosso Santa Barbara, il Fosso San Carlo, il Rio Falco e il Torrente Ceripolle.

Dista 19 km da Bomba, 21 da Casoli e da Lanciano, 25 da Roccascalegna, 32 da Vasto, 60 da Chieti.

Cenni storici modifica

Le origini di Atessa secondo alcune fonti risalgono al V secolo d.C. dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente.In seguito fu feudo di vari signori tra cui: dei Courtenay o Cortinaccio, di Filippo di Fiandra, dei Maramonte, del Conte di Monteodorisio, del re Ferrante e dei Colonna.

Dopo l'eversione del feudalesimo il territorio versò in miseria. Successivamente si ebbe una breve ripresa sotto il casato dei Borbone, ma una successiva epidemia di colera che colpì il paese tra il 1816 e il 1817 lo portò di nuovo in miseria.

Nel 1860 la cittadinanza partecipò con grande entusiasmo all'unità d'Italia ma in seguito dovette fare i conti col brigantaggio. Nella prima metà del XX secolo il paese partecipò alle due guerre mondiali perdendo 135 paesani nella prima e 79 militari e 21 civili nella seconda guerra mondiale.

In seguito, negli anni settanta e ottanta del XX secolo, la zona subì una radicale trasformazione economico-sociale per via dello sviluppo industriale della Val di Sangro.

Come orientarsi modifica

  Atessa

Quartieri modifica

Il suo vasto territorio comprende numerosi paesi: Aia Santa Maria, Boragna Fontanelle, Boragna San Paolo, Campanelle, Capragrassa, Carapelle, Carriera, Casale, Castellano, Castelluccio, Ceripollo, Colle Comune, Colle d'Aglio, Colle delle Pietre, Colle Flocco, Colle Grilli, Colle Martinelli, Colle Palumbo, Colle Quarti, Colle Rotondo, Colle San Giovanni, Colle Sant'Angelo, Colle Santinella, Colle Santissimo, Cona, Coste Iadonato, Croce Pili, Fazzoli, Fontegrugnale, Fontesquatino, Forca di Iezzi, Forca di Lupo, Fornelli, Giarrocco, Ianico, Lentisce, Mandorle, Mandrioli, Masciavò, Masseria Grande, Molinello, Montecalvo, Montemarcone, Monte Pallano, Monte San Silvestro, Osento, Passo del Vasto, Passo Pincera, Piana Ciccarelli, Piana dei Monaci, Piana dell'Edera, Piana Fallascosa, Piana La Fara, Piana Matteo, Piana Osento, Piana Sant'Antonio, Piana Vacante, Pianello, Piazzano, Pietrascritta, Pili, Querceto, Quercianera, Rigatella, Riguardata Scalella, Rocconi, Saletti, San Giacomo, San Luca, San Marco, Sant'Amico, San Tommaso, Satrino, Sciola, Scorciagallo, Siberia, Solagna Longa, Solagna Rigatella, Sterpari, Vallaspra e Varvaringi.

Come arrivare modifica

In aereo modifica

 

  • Aeroporto di Pescara (Aeroporto internazionale d'Abruzzo), Via Tiburtina Km 229,100, +39 085 4324201.

In auto modifica

  •   Casello autostrade di Vasto nord sull'autostrada Adriatica.
  •   Ex strada statale 364 di Atessa

In autobus modifica

  •   Linee di pullman gestite da ARPA - Autolinee regionali Pubbliche Abruzzesi [1]


Come spostarsi modifica


Cosa vedere modifica

 
Duomo di San Leucio
 
Facciata e rosone della cattedrale di San Leucio
 
Interno del Duomo
  • Duomo di San Leucio. La prima chiesa risale all'874 ed ebbe un restauro nel 1312, in occasione del quale sarebbe stato realizzato il rosone dalla scuola Lancianese di Francesco Petrini e le rappresentazioni simboliche dei quattro evangelisti. Infatti sono assai evidenti le somiglianze ai rosoni della stessa scuola presenti sulle facciate di Santa Maria Maggiore a Lanciano e del duomo di Larino. Intorno alla metà del XIV secolo il duomo poteva presentarsi con un impianto di tipo basilicale a tre navate con archi ogivali sorretti da pilastri. Nel 1596 gli intagliatori Antono Parvolo e Giambattista Cerinola ricevettero l'incarico di realizzare la custodia grande e un baldacchino all’altare maggiore. Una nuova ristrutturazione nel 1750 portò all'ampliamento dell'aula a cinque navate, alla costruzione del campanile e al rifacimento della facciata, con un timpano curvilineo e due volute laterali. Al 1769 è riconducibile l'aggiunta per opera degli intagliatori Mascio del coro ligneo, del pulpito, della cassa dell'organo, della cattedra prepositurale e delle due sedie del magistrato. Negli anni novanta dell'Ottocento fu ampliata la strada su cui si affaccia la chiesa, che fu anche modificata di quota.
    Con un'invasiva opera di restauro nel 1935 fu ripristinata su commissione della Soprintendenza abruzzese l'originale facciata medioevale, con un timpano triangolare, l'eliminazione delle volute, la sostituzione delle finestre sui portali laterali con oculi e lo spostamento in basso delle nicchie con i simboli degli evangelisti, che prima si trovano ai lati del rosone.
    Nel 2003 sono stati riportati alla luce due affreschi del XIII-XIV secolo che si celavano dietro il coro, rimosso provvisoriamente per un restauro, e un frammento di citazione di un salmo in caratteri gotici.
    A causa dei diversi accrescimenti subiti nel corso del tempo la facciata, con la sua disorganicità, non rivela la reale articolazione interna in quanto interessa solo la navata centrale e le prime due laterali. Le navate più esterne sono invece inglobate nelle costruzioni adiacenti. Due pronunciate rampe di accesso congiungono la superficie stradale con i tre portali. Di questi ultimi, tutti a sesto acuto, solo quello centrale è strombato e presenta una decorazione più ricca. I conci disposti a sesto acuto del portale centrale sono contenuti entro una cornice poligonale. In asse con il portale, proseguendo verso l'alto, si trova una nicchia contenente una statua di San Leucio, che a sua volta è affiancata da altre due per lato nelle quali sono celati i simboli degli evangelisti. La cortina muraria in laterizio della facciata è sezionata orizzontalmente da una cornice, sopra il quale il settore della navata centrale mostra una fattura in opus spicatum ed è delineato lateralmente da due lesene in pietra e da una cornice a spiovente sulla sommità.
    Il rosone è sormontato da una piccola edicola contenente la scultura dell’agnello crocifero ed è racchiuso entro un archivolto che poggia su leoni stilofori. Il traforo è composto da colonnine tortili radiali dalla quale sono impostati due giri contrapposti di archetti trilobati.
    L'ambiente interno, alquanto ampio in larghezza ma piuttosto ridotto in lunghezza, è interamente rivestito di decori tardo-barocchi dalla tonalità rosso-bruno, oro, beige e grigio, a imitazione delle vene naturali del marmo. Alle pareti laterali è addossata una serie di tredici altari in marmo, sopra il quale sono apposti quadri ad olio con figure di santi, molti dei quali ex voto.
    Nella navata centrale campeggia un pulpito riccamente intagliato in noce massiccia, un altrettanto decorato coro ligneo, una cattedra prepositurale e la cassa dell’organo, opere dei fratelli Mascio di Atessa e risalenti al XVIII secolo. Lo scranno centrale è sovrastato da una tela di Ludovico Teodoro raffigurante San Leucio, datata 1779. Gli affreschi che decorano la volta sono opera di Teodoro Trentino e dell'atessano Ferri, riconducibili al XVIII e XIX secolo. Sono presenti poi un crocifisso ligneo di scuola napoletana datato 1750, una statua rinascimentale in terracotta raffigurante forse San Giuseppe e, presso la sacrestia, una costola fossile del mitico "dragone", in realtà appartenente ad un mammifero di grossa taglia, probabilmente donato alla chiesa come ex voto in epoca medioevale.
    Il cosiddetto "tesoro" della chiesa di San Leucio è costituito da opere di oreficeria, materiale archivistico, un ricco corredo di paramenti, statue, arredi, candelabri e tessuti ricamati, messi insieme dalla devozione dei fedeli locali e dalle scelte amministrative del clero. Spiccano in particolare l'ostensorio in argento dorato di Nicola da Guardiagrele del 1418, lavorato a cesello e bulino e con smalti e lavorazioni in filigrana, su cui sono rappresentate varie figure che culminano con San Michele che brandisce la spada. Sono poi da ricordare la croce processionale anch’essa attribuita a Nicola da Guardiagrele, il busto di San Leucio in argento dorato, fuso a Roma nel 1731 ma terminato solo nel 1857 e i messali miniati del XV e XVI secolo, a cui si aggiungono libri corali, pergamene, cartegloria, calici, croci, reliquiari e gioielli donati da privati come ex voto per la grazia ricevuta.
    La leggenda della costola del drago
    Secondo la leggenda San Leucio, vescovo di Brindisi, uccise il drago che seminava terrore tra Ate e Tixia, i due primi nuclei abitativi della città di Atessa, impedendo loro di unirsi; diede il sangue ed una costola al popolo perché venisse custodita in ricordo dell'accaduto. La costola attualmente è conservata nella chiesa intitolata proprio al Santo. L'edificio sorge nel luogo dove si dice ci fosse la grotta del drago.
 
Chiesa di Santa Croce
  • Chiesa di Santa Croce. È una delle più antiche chiese della città ed è situata sull'estremità del colle Tixia, uno dei primi nuclei abitativi di Atessa. Presenta un impianto basilicale a tre navate. :Secondo alcuni studiosi una primitiva struttura a pianta ottagonale esisteva già nel VII secolo, come sembrerebbero testimoniare alcuni elementi architettonici. Un documento del 1027 segnala per la prima volta la chiesa, che in quanto sede della compagnia di Santa Croce, assisteva i pellegrini che giungevano ad Atessa. Le prime modifiche alla chiesa rimandano al XIII secolo, quando vennero realizzati anche i due contrafforti ai lati del portale. Altri lavori furono condotti nel XIV secolo, in occasione del quale fu conferito all'edificio un aspetto ad aula unica rettangolare e furono inseriti il portale gotico ed il rosone. Le due navate laterali, coperte da volte, vennero aggiunte solamente nella seconda metà del XVII secolo. Tali lavori terminarono nei primi decenni del Settecento, dopo la realizzazione dell'attuale campanile.
    Nel XIX secolo la chiesa fu rinforzata con una cassa muraria impostata su arconi, dotata di uno spessore tale da opporsi alla spinta delle volte sulle navate laterali. Con i lavori di restauro del 1985 fu ripristinato l'originale aspetto della facciata, rimuovendo lo strato di intonaco che la rivestiva.
    La facciata presenta un caratteristico paramento murario a pietre a vista. Sotto il rosone gotico si trovano due finestre barocche mentre in asse con esso sono una monofora romanica e, più in basso ancora, il portale con arco ogivale. A lato della facciata vi è il campanile settecentesco in cotto, con una grande cella campanaria sulla sommità.
    L'interno è in stile barocco, con una semplice pianta basilicale a tre navate senza cappelle laterali. :Sulla controfacciata è dislocata la cantoria lignea decorata con pitture monocrome, che accoglie un organo ottocentesco. La navata centrale è suddivisa in tre campate da lesene dorate che sorreggono le arcate che separano la navata maggiore da quelle minori.
    L'abside quadrangolare, coperta da una cupola senza lanterna, è delimitato da una balaustra semicircolare in marmi bicromi. Sotto l'arco absidale vi è il moderno altare maggiore in legno, fiancheggiato da un ambone della stessa fattura. Tra le altre opere di pregio si possono annoverare la piccola statua lignea di Maria Santissima delle Grazie, le statue di San Francesco d’Assisi (1885) e dell’Immacolata Concezione (1889, dell'artista atessano G. Falcucci), e due statuine raffiguranti i Santi Andrea e Lorenzo, poste vicino al fonte battesimale.
  • Chiesa della Madonna della Cintura. La chiesa della Madonna Immacolata della Cintura o di Santa Giusta si trova nella parte più antica della città. È composta da una chiesa inferiore non più officiata ed una chiesa superiore, quella attuale, a cui si accede da un portale laterale. Possiede un impianto basilicale a tre navate con abside.
    La chiesa superiore nel 1576 fu oggetto di interventi di restauro, effettuati anche nel Settecento, quando fu arricchita con parte degli arredi dell'antica chiesa di Santa Giusta a cui poi fu intitolato l'edificio. Esternamente la chiesa presenta linee architettoniche estremamente semplici che si confondono con gli edifici circostanti, caratterizzate dal portale in pietra, il campanile triangolare e due finestre a semicerchio.
    Presenta la stessa pianta della chiesa inferiore ed è articolata in tre navate divise da pilastri. La navata centrale ha una cupola ellittica con decorazioni a cassettoni, una lanterna centrale dodecagonale e piccole aperture ad arco acuto su colonnine, impostata su quattro pilastri cruciformi con capitelli corinzi sormontati da dado. I soffitti delle navate laterali sono realizzati con volte a vela su base trapezoidale e finestre laterali semicircolari. L'abside è coperta da una cupola semisferica su base quadrata. Sulle pareti vi sono due altari di epoca barocca, come anche gli arredi lignei, il pulpito, il confessionale e il coro.
    La cantoria in muratura si trova all'inizio della navata. È sorretta da quattro colonne con capitelli finemente decorati. Presenta un parapetto mistilineo corniciato e decorato con strumenti musicali e motivi floreali ed ospita del XVIII secolo.
    Chiesa inferiore
    La chiesa inferiore, intitolata alla Madonna dei Raccomandati esisteva già nella prima metà del XIV secolo; vi aveva sede la confraternita dei Raccomandati nata a metà Cinquecento. È realizzata in laterizio con una planimetria semplice trapezoidale, divisa in quattro campate con soffitti a crociera, impostate su archi a tutto sesto, con alcune colonne indipendenti dall'impianto della chiesa, costruite per sostenere i pilastri della chiesa superiore, con cui sono in corrispondenza.
    Purtroppo ora è in uno stato totale di abbandono e di degrado tanto da pregiudicare la stabilità della chiesa superiore.
 
Chiesa di San Pietro
  • Chiesa di San Pietro, Largo Castello. La chiesa, sconsacrata, rappresenta l'insediamento più antico della zona: se ne avevano notizie già nel 1348. Nel 1467 fu ricostruita con lineamenti tardo medievali, come i piedritti del portale trilitico. Nel XVIII secolo, durante la riparazione delle mura della città fu realizzata la sacrestia con i materiali provenienti dalla riparazione della chiesa della Madonna Immacolata della Cintura. Restò aperta al culto fino al 1950, quando fu abbandonata e infine restaurata nel 1999.
    La facciata ha una caratteristica terminazione piana, come anche il campanile, probabilmente non coevo alla chiesa. La cortina muraria è realizzata in pietra irregolare, con vari tipi di ciottoli e pietre, con alcuni ripianamenti in laterizio. L'interno, a navata unica, possiede un soffitto a capriate.
  • Chiesa della Madonna Addolorata, via Duca degli Abruzzi. La prima chiesa della Madonna Addolorata risale al XVI secolo. Durante la seconda guerra mondiale la chiesa venne distrutta dalle bombe. Fu ricostruita e riaperta al culto nel 1952.
    L'edificio è a navata unica, con terminazione absidale e tetto a capanna. La facciata, terminante con un timpano, presenta due livelli separati da una cornice. Tutto il perimetro della chiesa presenta internamente una serie di paraste con capitelli arricchiti da decorazioni dorate. La copertura dell'aula, con volta a botte, presenta in corrispondenza dell'abside terminazione a catino, con decorazioni a cassettoni.
  • Chiesa di San Vincenzo Ferrer (nella frazione di Monte Marcone). Nei pressi della chiesa nel 1977 durante lavori di aratura fu ritrovata una statuetta in bronzo, alta circa 32 cm, raffigurante “Veiove”, per i romani Giove giovanile, il cui culto era legato a sorgenti d'acqua, pioggia e tempesta. La statuetta è di pregevole fattura, proveniente dall'area della Magna Grecia, ora esposta al museo archeologico di Chieti. A cura della Soprintendenza archeologica, iniziarono degli scavi che portarono al rinvenimento di un'area cultuale del II-I secolo a.C., composto da un piccolo tempio pagano italico con un muro di recinzione, insieme ad una gran quantità di reperti. Nell'area fu costruita anticamente una chiesa dedicata a San Silvestro, documentata già nell'anno 829. Essa fu poi sostituita a metà Ottocento dalla nuova chiesa dedicata a San Vincenzo Ferrer e costruita sul medesimo tratturo, ma più discosta.
    La facciata è preceduta da un portico in mattoni e sormontata da una balaustra in pietra, costruita agli inizi del Novecento. La zona superiore della chiesa è incorniciata da due paraste che sorreggono le statue degli arcangeli Michele e Gabriele; al centro un rosone in pietra sormontato dall'orologio e dal campanile a vela che originariamente era fatto a cappello di prete, ovvero a 3 pizzi, sui muri perimetrali laterali a destra della facciata, poi trasferito al centro negli anni sessanta.
    L'interno è ad aula unica, priva di abside e di cappelle laterali. I muri perimetrali della navata sono movimentati da cornici e paraste con capitelli ionici molto lavorati e rifiniture dorate che sorreggono una trabeazione molto sporgente che segue senza interruzione l'intero perimetro della chiesa. L'atrio è stato adibito a battistero. Una scalinata scalinata conduce all'ingresso.
    Sul lato destro dell'ingresso al salone parrocchiale c'è un bassorilievo in pietra raffigurante il reperto archeologico di "Veiove", posto a ricordo del 30º anniversario del ritrovamento; sulla cima del monte, cinquecento metri più su, si trovano i ruderi della chiesa medioevale di San Silvestro, con la grande croce in ferro, da dove si può ammirare uno dei più bei panorami della valle del Sangro, dal mare alla Maiella.
  • Chiesa di San Gaetano.
  • Chiesa di San Rocco (Madonna del Carmine). La chiesa un tempo era intitolata alla Madonna del Carmine ed era parte del convento dei Carmelitani che fu fondato nel 1603. Il convento è ancora esistente e ospitava l'Ospedale Civile fino all'apertura del nuovo ospedale. In passato la chiesa aveva la facciata a capanna fino alla ristrutturazione avvenuta nella seconda metà del XX secolo in cui le fu conferito l'aspetto attuale.
    L'interno in stile tardo-barocco presenta decorazioni con stucchi dorati ed altari policromi. I muri sono arricchiti dalla presenza di altari minori. La navata presenta un ordine architettonico di paraste che reggono una trabeazione molto sporgente che imposta la volta a botte. La volta è riccamente decorata con stucchi e presenta alcuni affreschi che raffigurano scene religiose. Un imponente arco divide il presbiterio dalla navata.
  • Chiesa di Sant'Antonio. La chiesa a Sant'Antonio Abate e a Sant'Antonio da Padova. Sorge fuori dalle antiche mura. Sulla sua storia non si hanno molte informazioni; una finestra in pietra sulla facciata laterale fa supporre una costruzione della chiesa intorno al XVII secolo. Nel corso del XIX secolo fu ristrutturata.
    La facciata dell'edificio presenta una forma rettangolare in laterizi colorati in ocra e rosso; il tetto ha una terminazione piana ed il portale presenta una semplice cornice con un'iscrizione. Il campanile è realizzato con laterizi e basamento in pietra.
    Gli interni presentano due volte arricchite da decorazioni in stucco. La parte sovrastante l'altare ha una cupola su pennacchi con affreschi dei quattro evangelisti. Sulla parte destra della chiesa si apre una cappella con soffitto a cassettoni costruita in tempi diversi dalla costruzione della chiesa. La particolarità della chiesa è il confessionale di finto marmo nel muro.
  • Chiesa di San Michele. Si trova nell'omonimo quartiere, uno dei due nuclei originari dell'abitato della città.
    Gli storici fanno risalire l'esistenza della chiesa già nel VII secolo, come testimoniato da un'epigrafe situata all'interno dell'edificio. Sul finire del XVIII secolo fu oggetto di un rifacimento totale, che le conferì l'odierno aspetto. Un ulteriore intervento fu eseguito nel 1876. Il campanile di metà Ottocento, rovinato durante la Seconda guerra mondiale, venne restaurato nel 1947.
    La facciata è incorniciata ai lati da coppie di paraste giganti terminanti con capitelli corinzi, concludendo con una trabeazione piana sormontata da balaustra. La superficie del muro è lavorata con fasce di bugnato liscio orizzontali.
    L'interno, in stile tardo-barocco, è rivestito interamente di stucchi e intonaci. Le pareti laterali presentano semipilastri che sorreggono un'aggettante trabeazione per tutto il perimetro della chiesa. :La seconda campata possiede una calotta emisferica che posa su pennacchi decorati con figure angeliche di stucco. Su muro destro del presbiterio si trova una lapide con incisioni in caratteri gotici non ancora decifrate.
  • Chiesa di San Giuseppe.
  • Chiesa di San Giovanni Battista.
  • Chiesa di Santa Maria Assunta. presso il cimitero.
  • Chiesa di San Nicola.
  • Chiesa della Madonna del Rosario.
  • Chiesa della Madonna del Buon Consiglio.
  • Chiesa di Santa Maria.
  • Chiesa della Madonna a Mare.
  • Chiesa di San Benedetto.
  • Chiesa di San Luca.
 
Convento di San Pasquale Atessa
  • Convento di San Pasquale e Chiesa di Santa Maria degli Angeli (in località Vallaspra). Il convento di San Pasquale è un complesso monastico che comprende anche la chiesa di Santa Maria degli Angeli.
    La fondazione del convento risalirebbe al 1408, attorno ad un'antica cappella detta "cona". I lavori terminarono nel 1431. Alcuni importanti interventi di rimaneggiamento vennero condotti nel 1666 e nel 1700, probabilmente per conformare l'edificio alla sua nuova funzione di lanificio, protrattasi per oltre quaranta anni fino al 1675. Vi venivano prodotti tessuti per confezionare il saio francescano e vi venivano smerciate lana e merci con pellegrini, pastori e viandanti che transitavano sul tratturo che giungeva a Fara San Martino.
    Nel 1860 la struttura divenne proprietà del comune di Atessa e visse un lungo periodo di decadimento e abbandono, nel quale fu utilizzata come rimessa e magazzino a servizio del corpo forestale. In quel periodo, tuttavia, il giardino venne trasformato in un vivaio di piante, come è oggigiorno. Nel 1936 il convento fu restaurato e la chiesa di Santa Maria degli Angeli riprese ad essere officiata ad opera di un gruppo di missionari Oblati di Maria Immacolata. Venne anche rimosso l'intonaco che rivestiva le pareti esterne e fu modificata la terminazione della chiesa, che precedentemente era piana.
    Al momento ospita i Padri Identes.
    Il convento è realizzato in pietra, con l'utilizzo di laterizi solo per le paraste, le arcate e le volte a crociera del portico. Sulla parete di fondo di quest'ultimo è visibile un affresco (parte dell'antica "cona") che rappresenta la Pietà con ai lati la Maddalena, Sant'Antonio, San Giovanni e San Francesco. Il prospetto principale è scandito dagli archi a tutto sesto con paraste del portico, che sostengono una trabeazione che si interrompe in corrispondenza della facciata della chiesa, in quanto essa emerge in avanti rispetto al resto della struttura. L'edificio possiede anche un chiostro interno a pianta quadrangolare, con un doppio ordine di arcate, al centro del quale si trova il pozzo che secondo la tradizione sarebbe stato oggetto di un miracolo nel 1709. Nel muro sinistro del convento è presente una grande riproduzione di Lourdes, con anche un piccolo laghetto.
    Chiesa di Santa Maria degli Angeli
    La facciata, divisa orizzontalmente da una cornice marcapiano, si conclude con un frontone interrotto al centro da un piccolo campanile a vela. Dei due settori in cui la cornice divide il prospetto, quello di sotto accoglie un grande arco che introduce nel portico e poi alla chiesa, mentre in quello di sopra si trova una trifora con archi poggianti su colonnine.
    All'interno paraste con capitelli dorati sorreggono una trabeazione che corre lungo tutto il perimetro della chiesa. Un grande arco separa la navata, con copertura a cassettoni, dalla zona absidale, con una calotta emisferica impostata su pennacchi affrescati. Alla destra della navata principale se ne apre una laterale più piccola, sulla quale si affaccia la grande cappella dedicata a San Pasquale Baylon, aggiunta nei primi del Settecento. Quest'ultima conserva un reliquiario con i resti di Santa Liberata Martire e altri reliquiari con i resti del beato Tommaso e di San Pasquale. Degna di nota è anche una statua del santo a cui è dedicato il convento e una scultura cinquecentesca in terracotta di San Francesco d'Assisi.
 
Portale della chiesa di San Domenico
  • Chiesa di San Domenico ed ex Convento dei Domenicani. La chiesa sorge nella parte antica di Atessa. Davanti alla chiesa di affacciava il convento di San Domenico, in gran parte ristrutturato. Fondata nel 1275 fu ristrutturata nel 1556. :Agli inizi del Seicento fu rifatto il soffitto alle navate laterali, mentre i lavori alla facciata si protrassero fino al 1664. Lo stesso anno ad opera di Fra' Antonio Coccia fu realizzato il portale, come documentato dall'iscrizione incisa sulla trabeazione.
    Il portale ha 2 colonne scanalate per lato che poggiano su un alto basamento di pietra che reggono il frontone e inquadrano l'apertura ad arco a tutto sesto. L'interno è a 3 navate in stile tardo-barocco, divise da serie di archi a tutto sesto. Sul soffitto dell'abside si trovano affreschi raffiguranti i quattro evangelisti. Il presbiterio rialzato di due gradini è chiuso da una balaustra in marmo.
    Lo stato di conservazione dell'edificio è pessimo a causa delle infiltrazioni dell'acqua piovana e dell'inesistente manutenzione. Gli affreschi del soffitto della navata centrale sono notevolmente danneggiati e l'intonaco per la maggior parte è caduto.
  • Chiostro delle Clarisse. costituito da alcuni resti delle arcate del chiostro del monastero di San Giacinto, fondato nel 1667.
  • Chiesa di San Giovanni.
  • Arco 'Ndriano (Porta San Nicola), Corso Vittorio Emanuele. L'Arco 'Ndriano o Porta San Nicola è la più grande porta di Atessa. È realizzato in laterizio con alcuni inserimenti in pietra. L'origine della porta risale all'anno mille. Nel 1616 la porta era ancora esistente; nella seconda metà del Settecento in conseguenza ad un totale stato di abbandono fu abbattuta. La nuova porta neoclassica che sorse al suo posto fu terminata nel 1780. Successivamente perse la funzione di difesa e fu utilizzata per rappresentanza, e pertanto si sostituì il nome Porta San Nicola con Arco 'Ndriano. Nel 1780 fu costruito sull'arco il loggiato e agli inizi degli anni Ottanta vennero sopraelevati gli edifici a ridosso.
 
Porta San Michele
  • Porta San Michele (Porticella; Porta di Santa Giusta). È una porta dell'antico circuito murario della città; fu costruita come porta di accesso dal quartiere San Michele verso la fine del VII secolo, con il soprannome di Porticella per le sue piccole dimensioni. Con l'erezione nelle vicinanze della chiesa di Santa Giusta, acquisì anche il nome di porta di Santa Giusta.
    I lineamenti si presentano piuttosto semplici, con muratura di pietrame irregolare mista a mattoni. :Sopra l'arco vi è una piccola finestra rettangolare, ottenuta probabilmente con i lavori atti a realizzare la parte di abitazione nel settore superiore.
  • Porta Santa Margherita. È di incerta datazione, forse del VI o forse dell'XI secolo. Nel XIV secolo venne eretta la chiesa di Santa Margherita adiacente alla porta da cui prende il nome. Nel XV secolo la porta ed il relativo sito vengono adibiti a presidio militare nella zona del carcere. Nello stesso periodo subì delle modifiche architettoniche con l'inserimento della balaustra e delle feritoie. Nel XX secolo la porta fu oggetto di una ristrutturazione conservativa.
  • Porta San Giuseppe.
  • Mura del borgo antico.
  • Palazzo Coccia-Ferri. Si trova nel quartiere San Michele ed attualmente è utilizzato come civile abitazione.
    Venne edificato nel 1569 come palazzo signorile, probabilmente utilizzando la struttura di un edificio fortificato preesistente. La sua possente mole lo fa distinguere dalle altre piccole abitazioni del quartiere. Il suo attuale aspetto è il risultato di più lavori operati nel corso del tempo. Si presenta con una superficie interamente intonacata, sviluppata su tre livelli divisi da cornici marcapiano. Nel secondo e terzo livello le finestre sono decorate da una cornice ad arco in mattoni, come in numerosi altri palazzi del centro storico di Atessa. Gli elementi più significativi del palazzo sono il portale, l'ampio cortile interno e l'elegante scalinata.
  • Palazzo Spaventa. È un palazzo signorile situato in prossimità di piazza Garibaldi attualmente adibito a residenza. Risale al 1875 e fu costruito da un antenato del professor Luigi Spaventa, importante economista. I bombardamenti della Seconda guerra mondiale fecero crollare alcune parti dell'edificio.
    L'edificio è completamente realizzato in laterizi e presenta un cortile all'interno. Le mura del piano terra sono bugnati fino al settore centrale del portale. Gli altri due piani presentano delle lesene con capitelli di pietra; il portale ha ai lati due finestre ad arco ed è sovrastato da un balcone. :Nella parte destra del palazzo vi sono ancora i muri crollati dagli eventi durante la Seconda guerra mondiale.
  • Palazzo Marcolongo.
  • Palazzo Della Francesco.
  • Colonna di San Cristoforo. Si trova sulla cima dell'omonimo colle a ridosso di piazza Garibaldi, il centro cittadino. Venne costruita in onore di San Cristoforo per invocare protezione dalla peste nel 1657. Venne restaurata nel 1955 a causa dei gravi danni subiti durante la seconda guerra mondiale. È realizzata in laterizio ed è composta da due piani a quattro facce, ognuno dei quali presenta degli archi a tutto sesto, su cui poggia la statua del Santo.
  • Torre medievale.


Eventi e feste modifica


Cosa fare modifica


Acquisti modifica


Come divertirsi modifica


Dove mangiare modifica

Prezzi medi modifica

  • 42.0672314.4455261 Pizzeria Ristorante Al Duca, Via Duca degli Abruzzi, 24, +39 0872 865539.
  • 42.07053114.4467382 Ristorante Di Mattia, Via Giacomo Matteotti, 31, +39 0872 850292.
  • 42.06631214.4468243 Perbacco Wine Pub- Bar ristorante, Corso Vittorio Emanuele, 95, +39 348 8000904.
  • 42.06704314.4445244 Pizzamania, piazza Abruzzo 4, +39 0872 889185.


Dove alloggiare modifica

Prezzi medi modifica


Sicurezza modifica

  Farmacie

  • 42.0677114.4428121 Farmacia Falcocchio, Piazza Municipio, 9, +39 0872 866574.
  • 42.06710614.4448862 Farmacia Falcucci, Via Duca degli Abruzzi, 12, +39 087 866280.
  • 42.06621814.4458493 Farmacia Palombaro, Corso Vittorio Emanuele II, 66, +39 0872 866478.


Come restare in contatto modifica

Poste modifica

  • 42.06787314.4457964 Poste italiane, via Cesare Battisti 21, +39 0872 859549, fax: +39 0872 853144.


Nei dintorni modifica

  • Bomba — Il vicino lago di Bomba, dalla cui sponda meridionale si può godere di una vista sulla Maiella, offre servizi turistici come camping, ristoranti e agriturismi. Di origine artificiale, lo specchio lacustre è divenuto nel tempo di interesse ambientale.
  • Casoli — Il centro urbano, raccolto attorno al castello ducale e alla chiesa parrocchiale, è arroccato su un colle alla destra del fiume Aventino, ai piedi della Majella.
  • Lanciano — Città di antica tradizione, fu capoluogo dei Frentani e poi municipio romano. Ha un nucleo antico di grande interesse, che si anima in occasione delle numerose rievocazioni storiche; famosi sono la Settimana medievale con il ‘’Mastrogiurato’’ e le rappresentazioni sacre della Settimana Santa. È meta di pellegrinaggi a seguito del suo miracolo eucaristico.
  • Roccascalegna — Il suo castello, posto sulla cima di una sporgenza rocciosa come un nido d’aquila, domina sull'abitato; il piccolo borgo, composto da poche e basse case, si sviluppa ai piedi della rocca.
  • Vasto — La città antica con le sue fortificazioni è in posizione elevata sul mare; la gemmazione moderna è sulla costa dove si sviluppa la stazione balneare di Marina di Vasto.


Altri progetti

 Bozza: l'articolo rispetta il modello standard e ha almeno una sezione con informazioni utili (anche se di poche righe). Intestazione e piè pagina sono correttamente compilati.