Utente:Yiyi/Un salto... tra le carte di un archivio

Se non sei mai entrato in un archivio, ecco un’occasione eccezionale (gli archivi solitamente sono aperti solo per un pubblico specializzato) per imparare a leggere i documenti e le carte che ci permettono di sfogliare un lontano passato, altrimenti difficile da immaginare. Se pensi che la storia sia noiosa e polverosa…. questa è l’occasione per intraprendere una sorprendente caccia ad un tesoro nascosto. Non serve nessun equipaggiamento particolare, se non un poco di pazienza e tanta tanta curiosità.



Villa Clotilde modifica

L’archivio Pietro Pensa è conservato in Villa Clotilde o Villa Cazzaniga, un edificio di proprietà comunale situato nel centro di Esino Lario. La villa è la sede istituzionale dell’Ecomuseo delle Grigne, ospita l’ufficio turismo, la Biblioteca Civica e sta diventando una delle sedi del Parco Regionale della Grigna settentrionale. Nel giardino della villa sono collocati la nuova sede del Museo delle Grigne e il Parco giochi Giovannimaria Pensa.

Pietro Pensa e l’archivio modifica

Pietro Pensa esinese per nascita, muore novantenne a Bellano nel 1996. È stato un ingegnere e dirigente d'azienda italiano attivo nel settore delle macchine per il movimento della terra; alpinista, fu sindaco di Esino Lario e presidente della comunità montana della Valsassina, Valvarrone, Val d'Esino e Riviera. Appassionato di storia locale ha studiato a lungo il nostro territorio, pubblicando le sue ricerche. L’Archivio Pietro Pensa è un archivio privato gestito dall’Associazione Amici del Museo delle Grigne Onlus; l’archivio ha sede a Esino Lario e fa parte dei beni culturali dell’Ecomuseo delle Grigne. Si tratta di una interessante e cospicua raccolta di documenti del territorio lombardo datati dal XIV al XX secolo. Le carte conservate sono legate a più generazioni della famiglia Pensa e, per volontà di Pietro Pensa, sono confluite in un unico luogo di conservazione, appunto questo archivio. Esse sono state integrate da una personale raccolta documentaria di Pietro Pensa legata a personali interessi culturali e professionali. La documentazione comprende un centinaio di pergamene, documenti antichi, fotografie, microfilm e una biblioteca specialistica di storia locale che conserva anche le pubblicazioni di Pietro Pensa.

La famiglia Pensa modifica

 
Ritratto di Papa Benedetto XIV

Si hanno notizie della famiglia Pensa dal XIV secolo; originaria di Esino si diffuse in diversi luoghi, fra i quali Como, Milano e Aosta. La nobile famiglia, nel suo ceppo principale, diede uomini illustri che ricoprirono cariche importanti: notai, sacerdoti e politici. Lo stemma dei Pensa è inquartato da una croce di Sant’Andrea d’argento: il quarto in alto d’oro mostra un’aquila nera coronata e con una lingua rossa; il secondo e il terzo sono azzurri; il quarto di rosso mostra un castello d’argento cimato di tre torri accompagnato dalle lettre PSA. Più recentemente il secondo e il terzo quarto furono caricati da due galletti d’argento, come risulta chiaramente da due stemmi conservati tra le carte dell’archivio: il primo è un foglio sciolto dei Pensa di Como ed è ascrivibile alla prima metà del Settecento; il secondo è un disegno a penna acquerellato tratto da un quinternetto pergamenaceo.

Tra le carte dell’archivio Pensa modifica

Tra i vari documenti incominciamo a esaminarne due che ci raccontano la vita quotidiana di uomini del Settecento. Il primo riguarda la Confraternita del Ss. Sacramento di Perledo che chiede e ottiene da Papa Benedetto XIV la facoltà di celebrare messe nel proprio oratorio: ciò documenta la vitalità di questo pio sodalizio che fu nei secoli passati l’unica esperienza di socialità sovrafamiliare organizzata accessibile alle grandi masse popolari. Il secondo documento ci racconta, invece, di un mercante introbiese che ha fatto fortuna in quel di Mantova a fine Settecento: è un libro mastro che registra le entrate e le uscite dell’attività mercantile di Casanova.

Pergamena 1, 39 modifica

Perg. mm. 430x250, rr. 19

È la più recente delle pergamene conservate nell’archivio Pietro Pensa: è datata 10 maggio 1757 e proviene dalla Curia Pontificia di Roma. Si tratta di un breve, cioè di un documento pontificio, con cui papa Benedetto XIV concede alla confraternita del Ss. Sacramento, eretta nella chiesa prepositurale di Perledo, la celebrazione di messe nel proprio oratorio. I confratelli del Ss. Sacramento animarono la vita religiosa della comunità di Perledo dal 1582 alla fine del Settecento quando la confraternita fu soppressa. Il loro oratorio (ora adibito a deposito) si trova sopra la sacrestia con ingresso sul lato absidale della chiesa di S. Martino.

Introbio: atti privati, parrocchia, comunità, memorie storiche, 1.26 modifica

Questo è un mastrino dei conti, cioè un registro delle entrate e delle uscite, appartenuto a Giovanni Pietro Casanova, oriundo di Introbio, mercante in Mantova a fine Settecento (1785-1799). Sull’ultima carta del registro è impresso il timbro del proprietario (vd. foto) che risulta tra l’altro nell’“Inventario dela roba che ò in Mantova”: “un sigilo dotone con la mia arme”, cioè con lo stemma della famiglia Casanova (vd. foto). Da notare il formato tascabile del registro così da poter essere portato sempre con sé come se fosse un’agenda o un moderno smarphone. Il registro è contenuto tra due piatti in cartone rivestiti di pergamena per proteggerli dall’usura. Interessante è il contenuto del registro: oltre alle entrate e alle uscite, che ci documentano l’attività del Casanova, si trovano tante curiosità come resoconti di viaggi e un prontuario di pronto soccorso (rimedi contro i vermi e l’idropisia). Esaminiamo ora la più antica pergamena conservata nell’archivio. Si tratta di una investitura feudale datata 16 maggio 1324. E’ storicamente molto importante perché è, allo stato attuale delle conoscenze, la più antica che si conosca in area valtellinese. I protagonisti sono i Vicedomini, un’antica e potente famiglia di origine comasca che possedevano nel territorio della Bassa Valtellina due castelli (a Domofole e a Cosio) e cospicui possedimenti fondiari. Una curiosità: nel documento compare per la prima volta in assoluto la dicitura “Valgerolle” (= vallisgerolle, Val Gerola) al posto del più usuale vallis Bitti (Valle del Bitto).

Pergamene, Valtellina 4/1 modifica

Perg. mm. 420x310, rr. 26

La casa marchionale dei Vicedomini di Cosio di Valtellina, un’antica e potente famiglia di origine comasca, investe Giovanni, figlio del fu Ardrico De Pino del borgo di Varenna, dei diritti di decima sui luoghi di Limonta, Civenna e Agrario nella pieve di Bellagio. L’atto, rogato dal notaio Giacomino Mazza di Varenna, si apre con l’“invocatio” (In Christi nomine) seguita dall’“apprecatio” espressa con un solo Amen (vd. foto). Seguono la data (vd. foto), il testo dell’investitura vero e proprio, l’elenco dei testi introdotto dall’espressione Interfuerunt ibi testes vocati et rogati et noti (vd. foto) seguita dall’elenco dei nomi dei testimoni. In chiusura la sottoscrizione notarile, completa del signum tabellionis, cioè del timbro di autentica dell’atto.