Anna1199/Spinea | |
Stato | Italia |
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Regione | Veneto |
Abitanti | 27 749 |
Nome abitanti | Spinetensi |
CAP | 30038 |
Patrono | 9 marzo – Santa Francesca Romana patrona di Spinea |
è una città della [[]].
Da sapere
modificaCenni geografici
modificaIl territorio di Spinea si estende ad ovest della terraferma veneziana, a poca distanza dalla Laguna e da porto Marghera. Si tratta di un'area totalmente pianeggiante, con altitudini che variano dai 3 agli 8 m s.l.m. andando da sudest a nordovest. Non esistono corsi d'acqua di particolare rilievo. Da nord a sud, si hanno il rio Dosa, il rio Cimetto (paleoalveo del Muson), il fosso Parauro-Cimetto di Spinea, il fosso Cimetto e il canale Menegon-canale Cime-canale Tron.
Quando andare
modificaCenni storici
modificaLe origini e l'età romana
modificaSebbene i reperti più antichi risalgano all'età romana, non è comunque da escludere l'esistenza di insediamenti della civiltà paleoveneta, né la presenza umana durante la preistoria. In effetti il territorio di Spinea favoriva la colonizzazione grazie alla fitta presenza di risorse idriche, e tra i vari corsi d'acqua va ricordato il Muson (il cui alveo originale è oggi occupato dal rio Cimetto), comoda via di comunicazione con la Laguna Veneta.
La zona fu centuriata sotto i romani e il Muson fungeva da confine tra gli agri di Padova e di Altino. Sembra che il toponimo sia riferito al diverso orientamento dei rispettivi tracciati viari delle centuriazioni, motivo per cui la disposizione delle strade andava ad assumere un andamento a spina di pesce. Inoltre, sembra che a Crea si trovasse un porto fluviale e forse una cava di argilla (in veneto "crea" significa "creta").
L'alto medioevo
modificaLe invasioni barbariche portarono il territorio in grave decadenza, sia per quanto riguarda le città (Altino fu più volte distrutta), sia per le campagne: la zona di Spinea si spopolò e i campi coltivati furono preda di boschi e paludi.
Al periodo dei Franchi, iniziato sul finire dell'VIII secolo e conclusosi alla metà del IX, risalirebbe la cappella di Orgnano, intitolata a San Leonardo di Noblac.
Il periodo trevigiano
modificaLa rinascita dell'anno Mille portò alla crescita demografica e, di conseguenza, al sorgere di nuovi insediamenti (forse derivanti dagli antichi pagi romani): è nei documenti di questo periodo che cominciano comparire i nomi di Rossignago, Crea, Orgnano, Zigaraga e Spinea. L'insediamento più rilevante era Rossignago, dove aveva sede la chiesa di Santa Maria che, in quanto pieve, rappresentava il riferimento religioso (ma anche sociale) per gli altri abitati della zona. Dipendeva dal vescovo di Treviso, il quale cedette più tardi il potere temporale a un governo di tipo comunale.
Benché sottoposto alla pieve, ciascun villaggio godeva di una propria autonomia, andando a costituire una regola. Era amministrata da un meriga nominato durante l'assemblea dei capifamiglia, con compiti amministrativi, fiscali e di ordine pubblico.
Ancora in quest'epoca, il territorio di Spinea rappresentò una zona di confine (ora tra Padova e Treviso), segnato sempre dal fiume Muson. Fu quindi al centro di scontri e scorrerie e, sin dalle invasioni degli Ungari (inizio X secolo) fu dotato di una serie di fortificazioni, tra le quali spiccava il castello di Orgnano. Era amministrato dall'omonima famiglia comitale (si ricorda Giordanino da Orgnano, alleato di Ezzelino II da Romano), alla quale succedettero Liberio da Zan (1233), il doge Pietro Ziani, i Negri e i Soranzo. Dopo la guerra della Lega di Cambrai il castello perse ogni importanza militare e fu abbattuto. Altre installazioni degne di nota erano il Serraglio del Muson, realizzato dai Carraresi, e una torre di avvistamento (XII secolo), oggi campanile della chiesa di San Vito e Compagni Martiri.
La Serenissima
modificaNel 1338, Treviso, e con essa Spinea, passò alla Repubblica di Venezia. Da questo momento l'attuale comune venne ricompreso nel territorio della podesteria di Mestre.
Frattanto Spinea aumentava d'importanza rispetto a Rossignago, e in effetti si assistette al trasferimento della pieve.
Ci vollero ancora diversi anni prima che la presenza veneziana potesse portare stabilità politica. Durante la guerra di Chioggia lo Spinetense venne ancora devastato dalle truppe di passaggio. Dopo un secolo di quiete, la guerra della Lega di Cambrai portò Spagnoli e Imperiali all'attacco di Mestre e tutto il territorio circostante venne saccheggiato.
Seguì dunque un periodo di pace e relativo benessere. I patrizi portarono i loro interessi sull'agricoltura in terraferma: Spinea fu una delle prime località in cui fece la sua comparsa la "civiltà delle ville venete"; l'espansionismo veneziano si dirigeva lungo la via Miranese, dove tuttora si affacciano diversi palazzi.
Nel Seicento il territorio fu coinvolto in una serie di opere idrauliche al fine di deviare il Muson lontano dalla Laguna Veneta (dove l'accumulo di detriti fluviali minacciava l'esistenza di Venezia). Il fiume è deviato molto più a sud, incanalandone le acque nel Taglio Nuovo e nel Taglio Nuovissimo, mentre gli acquitrini che sorgevano a Spinea sono bonificati. L'unica traccia rimasta dell'antico alveo è oggi rappresentata, sembra, dal corso del rio Cimetto.
Da Napoleone al Regno d'Italia
modificaNel maggio del 1797 la Serenissima si arrese alle truppe di Napoleone. Sul modello francese, fu abolito il sistema delle regole e delle podesterie e si istituirono Municipalità, Cantoni e Dipartimenti. La Municipalità di Spinea entrò a far parte del Dipartimento del Brenta; ma dopo Campoformio il Veneto venne ceduto agli Austriaci che attuarono una nuova organizzazione amministrativa.
Nel 1807, dopo il ritorno dei Francesi, il nuovo Comune di Spinea, parte del Cantone di Mestre, fu aggregato al Dipartimento dell'Adriatico (l'attuale provincia di Venezia). In questo periodo furono aboliti gli ordini monastici e i beni a loro appartenuti vennero incamerati nel demanio. Il comune si ritrovò così ad amministrare la chiesa di San Vito, prima di allora dipendente dal monastero di Sant'Elena di Venezia.
Nel 1815 si ebbe il ritorno degli Austriaci e quindi l'istituzione del Regno Lombardo-Veneto.
Come orientarsi
modificaFrazioni
modificaIl comune non riconosce a nessuna località lo status di frazione. In effetti, la notevole espansione urbana verificatasi negli ultimi decenni ha riunito in un'unica conurbazione (peraltro in continuità con la vicina Mestre) tutte le varie borgate del territorio, un tempo ben distinte fra loro. Se dunque Spinea paese si trova pressappoco al centro del territorio, all'estremità ovest è situata Orgnano; a sud-ovest sorge invece Crea e a sud Fornase; si hanno poi Rossignago, a nord-ovest, Fossa a ovest, e Graspo d'Uva, all'estremità est.
Come arrivare
modificaIn aereo
modificaSi può atterrare all'aeroporto di Venezia, Marco Polo, o a Treviso, una volta arrivati si possono prendere varie linee di bus come il 4,10,35 che fermano a Mestre, da Mestre si può prendere il 7 o il 7E
In treno
modificaSpinea è dotata di una stazione ferroviaria a binario doppio che la collega a Venezia e Trento, grazie allo Scavalco di Maerne.
La struttura è stata realizzata secondo i parametri del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) ed è raggiunta, dalla navetta GiroSpinea di ACTV, che la collega con il centro e la periferia.
In autobus
modificaLe linee principali che si fermano a Spinea sono le seguenti: 7E, 7, 7DE
Come spostarsi
modificaCosa vedere
modifica- Chiesa arcipretale dei Santi Vito e Modesto. La chiesa dei Santi Vito e Modesto è il principale luogo di culto del capoluogo. Conserva al suo interno alcune interessanti opere, tra cui una Incoronazione della Vergine del 1524 di Vittore Belliniano e l'organo del 1773 di Gaetano Callido[12]. Il campanile è uno degli ultimi resti del castello di Orgnano, abbattuto nel XVI secolo.
- Parco Nuove Gemme. Fra le aree di verde pubblico presenti nel territorio di Spinea, la più importante è indubbiamente il parco Nuove Gemme, sito in pieno centro, a breve distanza dal municipio, con i due ingressi principali in via Buonarroti e in via Rossignago. Il parco, che ha un’area di circa 11,5 ettari, ospita al suo interno numerose attrazioni per i bambini, dai quali è molto frequentato, ma anche un palco, dove sovente si tengono eventi, un bar, un’area cani ed alcune strutture sportive, come il pattinodromo di Spinea o i campi da basket. Contigua rispetto al parco è l’oasi WWF di Spinea, una delle pochissime aree di natura pressoché incontaminata rimasta nel territorio comunale
- Parrocchiale di Santa Maria Bertilla. La parrocchiale di Santa Maria Bertilla, che oggi costituisce il principale luogo di culto di Spinea insieme alla centrale chiesa dei santi Vito e Modesto, fu costruita nei primi anni Sessanta in risposta all’ampia crescita demografica che la città, e in particolar modo i vicini quartieri di Orgnano e del Villaggio dei Fiori, stavano vivendo all’epoca. Fu inaugurata nel 1965 e intitolata, prima chiesa al mondo, a Santa Maria Bertilla, che era stata canonizzata nel 1961.
La struttura dell’edificio, composto da un’ampia navata unica, è moderna e piuttosto semplice, ma impreziosita da varie opere d’arte, tra cui spiccano una tela di considerevoli dimensioni raffigurante l’ultima cena che domina l’altare maggiore, un’antica pila per l’acqua santa in stile bizantino e il fonte battesimale, ricavato da una vera da pozzo benedettina proveniente dalla chiesa dei Santi avuto e Modesto. Di rilievo, poi, sono le dodici vetrate policrome realizzate nel 2004 da Angelo Fassina che celebrano le opere di misericordia corporali e spirituali con personaggi e testimoni cristiani del secolo scorso. [13] - Villa Simio. prime notizie storiche sull'edificio: una famiglia facoltosa, ma non nobile, forse artigiana e foresta (cioè non originaria di Venezia), abitante nel sestiere di San Marco, decise di edificare uno stabile confortevole lungo la via principale del paese con lo scopo di possedere una dimora da spasso e villeggiatura, ove invitare amici e parenti.
1728 vendita al veneziano Antonio Gasparini, di famiglia non nobile, ma agiata e legata ad una parentela estesa. Venne ordinato il totale rifacimento dell'edificio, poiché essendo questo molto semplice e modesto non avrebbe testimoniato le elevate possibilità economiche del compratore.
1795 vendita a Francesco Occioni, membro di una famiglia di notai veneziani, già proprietario di un fabbricato contiguo alla villa in direzione est.
Nel 1873 fu proprietà dei Pescarolo, nel 1907 venne rilevata dalla famiglia Orlandini, borghesi veneziani. Nel 1912 fu ceduta alla famiglia Bortoluzzi e nel 1935 a Pia Fiori coniugata Franco, da cui la villa fu denominata "Villa Franco".
In questo periodo, la villa iniziò il suo declino, poiché i proprietari non vi abitavano stabilmente, e non garantivano la cura continua degli stabili.
Le vicine case a schiera furono alienate e costituirono un corpo indipendente con un'unica viuzza d'accesso da via Miranese, la cosiddetta calle.
Nel secondo dopoguerra la struttura dei locali venne modificata per ricavare una dozzina di unità immobiliari da affittare: questa sistemazione comportò l'imbiancatura e la scalfittura delle poche fasce decorate ad affresco e stucco.
Nel 1967 l'amministrazione comunale di Spinea rilevò l'edificio. Da questo momento in poi la villa divenne edificio pubblico.
Dal 1967 al 1977 ci fu un primo restauro.
Dal 1977 al 1994 la villa, denominata Villa Simion in onore di Angelo Simion, sindaco ininterrottamente dal 1946 al 1970, sotto la cui amministrazione venne acquistata, ospitò la biblioteca comunale.
Dal 1994 al 2002 la villa fu sottoposta ad un secondo restauro.
Dal gennaio 2002 la villa è stata riaperta e gli spazi sono stati nuovamente destinati ad accogliere la Biblioteca Comunale.
Dal febbraio 2014 sono iniziati nuovi lavori di restyling e di modifica dell'impianto di illuminazione[15].